UniCa UniCa News Rassegna stampa Venerdì 15 febbraio 2019

Venerdì 15 febbraio 2019

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
15 febbraio 2019

L'Unione Sarda

Rassegna quotidiani locali
a cura dell’Ufficio stampa e redazione web


L’UNIONE SARDA


1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 15 gennaio 2019 / Prima (Pagina 1 - Edizione CA)
Regione
Elezioni, dibattito davanti agli studenti universitari

RUFFI a pagina 8

Regione (Pagina 8 - Edizione CA)
CONFRONTO. Borse di studio, abitazioni per i fuori sede e orientamento: le ricette dei partiti
«PIÙ RISORSE PER GLI STUDENTI UNIVERSITARI»
Il dibattito con i candidati: Agus (Cp) propone l'istituzione di un pre-salario

Borse di studio, case per gli studenti fuori sede, aiuti per l'ingresso nel mondo del lavoro. Nell'Isola con il tasso di laureati più basso d'Italia e d'Europa, dove l'abbandono scolastico è un record inattaccabile, l'università diventa uno degli argomenti centrali nella campagna elettorale. Un tema in grado di mettere d'accordo tutte le forze politiche su un punto: il sistema di istruzione deve essere gratis, o quasi. «Di sicuro non deve essere visto come un costo ma come un investimento. Se riuscissimo a garantire lo studio a tutti i giovani, avremmo un esercito di persone in grado di rivoluzionare la società», è il ragionamento di Michele Zuddas, candidato consigliere nella lista Sinistra sarda (presidente Vindice Lecis), intervenuto ieri al confronto organizzato da Unica Radio - l'emittente gestita dagli studenti dell'ateneo di Cagliari - e trasmesso in diretta sul sito Unionesarda.it.
IL PROGETTO  Francesco Agus (candidato di Campo Progressista) ha approfittato dell'occasione per rilanciare una proposta del programma di Massimo Zedda: l'istituzione di «un pre-salario che, come in passato, consenta agli studenti meritevoli di mantenersi». Agus ricorda il lavoro fatto dalla Giunta uscente: «Prima dell'inizio della legislatura le borse di studio erano quattromila, ora ne garantiamo novemila e l'importo medio è più alto». Gli investimenti nel settore universitario devono aumentare: «Un sistema gratuito, che garantisca un accesso universale, è un obiettivo realistico. Pensiamo alla Scozia. Certo, tutto questo sarebbe più facile se fossimo indipendenti, mentre invece siamo legati a quello che decide lo Stato: dal 2009 al 2017 il Governo ha sottratto alle università sarde 26 milioni di euro», ha ricordato Franciscu Sedda, presidente del Partito dei sardi (presidente Paolo Manichedda), intervenendo al dibattito moderato da Lisa Ferreli.
GLI ALTRI TEMI  Ma le difficoltà del mondo universitario sono legate anche all'approccio della politica e alle condizioni economiche del territorio: «Bisogna restituire una prospettiva all'utilità dello studio», ha sottolineato Adriano Sollai, candidato nella lista Sardi liberi (presidente Mauro Pili), «purtroppo in un momento di profonda difficoltà della Sardegna, la formazione universitaria è stata disincentivata». In un'Isola dove gli studenti fuori sede sono tanti, è importante anche parlare dei residence e delle altri sistemi per ospitare i ragazzi che si trasferiscono a Cagliari e Sassari per frequentare l'università. I posti nel campus che l'Ersu intende realizzare nel capoluogo saranno solo una goccia nel mare delle richieste: «Solo il 4% dei fuori sede andrà in quella struttura», ha detto Andrea Murgia (Autodeterminatzione), l'unico candidato presidente al tavolo di Unica Radio. L'aumento dei canoni di affitto a Cagliari - legato al boom delle locazioni brevi per turisti - ha fatto schizzare in alto i costi per gli universitari: «Ormai è più conveniente andare a studiare a Urbino o a Perugia. Credo che debba essere ripensata l'organizzazione di Cagliari su questo tema», ha concluso Murgia.
IL MONDO DEL LAVORO  Ma i problemi più grandi arrivano all'uscita dall'università, quando è il momento di cercare un lavoro. Ecco perché è importante scegliere il corso di studi. Sul fronte dell'orientamento le proposte sono tante: «Non è detto che l'unico percorso giusto sia quello universitario tradizionale. Penso agli Istituti tecnici superiori, che mettono insieme aziende, università e istituti scolastici. In Sardegna sono solo tre e dovrebbero essere almeno una decina», ha spiegato Teresa Diana, candidata con il M5S (presidente Francesco Desogus). Per Stefano Altea (candidato nei Riformatori, Christiano Solinas presidente) è «fondamentale favorire le intese tra gli ordini professionali e le università. Come l'accordo con l'ordine degli avvocati di Cagliari che consente agli studenti di portare a termine un tirocinio forense prima della fine del corso. In generale si dovrebbero evitare le scelte al buio e anticipare l'orientamento già al liceo». (m. r.)
 

2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 15 gennaio 2019 / Prima Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
LO STUDIO. Il presidente dell'Authority Deiana: «Se necessario alzeremo le banchine»
E SE VIA ROMA FINISSE SOTT'ACQUA?
Secondo l'agenzia Enea fra 80 anni il livello del mare salirà di un metro

Nel 2100 la città finirà sott'acqua? No, non esattamente. Ma fra ottant'anni il livello del mare salirà di un metro e, in mancanza di barriere sufficienti a contenerlo, si prenderà ampi spazi di terra. Lo dice l'Enea - agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile - in uno studio sugli effetti che i cambiamenti climatici avranno sulla morfologia delle coste. Nella sezione dedicata ai porti, Cagliari occupa il terzo posto tra le 21 città esaminate. Sia chiaro: per gli scienziati non c'è nessuna catastrofe all'orizzonte, quello previsto non sarà uno tsunami ma un processo graduale che tuttavia dovrà essere monitorato per dare la possibilità agli enti che ne hanno competenza di costruire infrastrutture adeguate a evitare il peggio.
GLI SCIENZIATI  La ricerca nazionale coordinata dall'esperto Fabrizio Antonioli, in Sardegna è stata eseguita dal professore universitario di Geomorfologia Paolo Orrù. «Nessun allarmismo, ma il confronto di numerosi modelli consente di evidenziare due fattori: da una parte c'è un movimento che spinge la Terra verso il basso e dall'altra l'innalzamento del livello del mare. La combinazione di questi elementi porterà ai risultati indicati nello studio di Enea. La zona più esposta è quella della laguna di Santa Gilla. Quanto accaduto il 10 ottobre scorso durante il nubifragio con il crollo del ponte non è stato altro che il primo segnale del cedimento del cordone del litorale». La lettura è la stessa offerta da Antonioli che spiega: «Abbiamo eseguito l'analisi su richiesta della Confcommercio che intende procedere a una riprogettazione dei porti anche a Cagliari e, dunque, questi dati sono importanti per costruire infrastrutture idonee. Ma io mi occupo di scienza non di ingegneria».
L'AUTORITÀ PORTUALE  Il presidente dell'Autorità portuale Massimo Deiana non sembra affatto preoccupato. «Prima di tutto diciamo che se anche il livello dell'acqua salisse di un metro non sarebbe una catastrofe perché i banchinamenti vanno dai due ai tre metri, quindi ci sarebbe un ampio margine. E poi, questa previsione ci dice che se tra 80 anni avremo un metro d'acqua in più, tra 40 anni il livello salirà di 50 centimetri. A quel punto avremo tutto il tempo per organizzarci e sollevare ancora le barriere di contenimento». La teoria difensiva non convince Antonioli che aggiunge un altro dato: «All'innalzamento del Mediterraneo bisogna aggiungere l'aumento già registrato dell'altezza d'onda massima e delle maree». Gli fa eco Orrù: «L'ondometro della Saras ha indicato un aumento dei fenomeni d'onda».
IL BIOLOGO  «Non è una previsione del tutto nuova, già nel 2007 i modelli scientifici avevano descritto una situazione simile», chiarisce Antonio Pusceddu professore di Ecologia. «Quando accadrà sparirà il Poetto perché il mare si congiungerà alle Saline, via Roma andrà sott'acqua e Giorgino sarà sommerso, d'altronde si vede già che la spiaggia si è ridotta».
FUORI DAL CORO  «Cagliari sott'acqua di un metro in 80 anni. No, ad oggi non ci sono dati certi ma solo modelli. Le coste hanno una grande capacità di resilienza e di adattamento se si lascia loro lo spazio vitale naturale», Sandro Demuro è professore di Geografia fisica e Geomorfologia all'Università e sulle previsioni dei colleghi appare scettico. «I cambiamenti climatici meritano la giusta attenzione, ma quel che accadrà non è affatto scontato. A livello globale è previsto un innalzamento del mare, ma nel Mediterraneo con l'aumento delle temperature potrebbe prevalere, nel primo periodo, il fenomeno dell'evaporazione come spesso è successo nel tempo geologico. Pur non trascurando lo scenario di cambiamento climatico globale, sarebbe più utile preoccuparsi delle azioni dell'uomo che quotidianamente danneggiano le nostre coste, come la progressiva urbanizzazione e l'uso delle ruspe per rimuovere la posidonia. Di questo passo l'erosione antropica produrrà più inondazione della variazione climatica», conclude Demuro.
Mariella Careddu
 

3 - L’UNIONE SARDA di venerdì 15 gennaio 2019 / Cultura (Pagina 50 - Edizione CA)
ARCHEOLOGIA. L'Isola parte di una rete di scambi nel mare della Preistoria
Sulle rotte della Sardegna
Inaugurata la grande mostra “Le civiltà e il Mediterraneo”

Cinquanta giorni dopo il soltizio, quando volge al colmo l'estate spossante, questo è per i mortali il tempo per navigare (...). Quando i venti sono regolari e il mare sicuro, allora spingi in mare la nave veloce e affidala pure ai venti (...)
Ed è davvero un viaggio avventuroso, colmo di fascino, intenso, proprio come Esiodo lo aveva immaginato nelle sue “Opere e i giorni”, quello iniziato ieri sera con la mostra “Le civiltà e il Mediterraneo” allestita al Museo Archeologico e Palazzo di Città di Cagliari, che ripercorre le rotte nel mare della preistoria per scoprire che «la Sardegna è un'isola non così isolata». Lo dice in un cortese italiano dal forte accento tedesco, Manfred Nawroth, direttore del Pre and Early History National di Berlino che insieme a Yuri Piotrovsky dell'Ermitage di San Pietroburgo (ieri assente per impegni nel suo Paese) e a Carlo Lugliè dell'Università di Cagliari ha composto un grande mosaico di 550 reperti archeologici (120 opere rappresentative dell'evoluzione dal Neolitico alla metà del primo millennio a.C.) dove si rintracciano assonanze, si colgono divergenze ma soprattutto si capisce bene come la Sardegna nuragica facesse parte di una rete di culture che animavano il Meditarreneo, dalla Spagna fino al Caucaso.
UNA STORIA DIVERSA  È sorretta da un altro sguardo la storia raccontata in questa ricchissima mostra. E stato costruito negli anni dagli studiosi. Grazie ai ritrovamenti si sono imposte nuove letture che hanno ribaltato consolidate visioni. «Il lingotto di rame in forma di pelle di bue del XIII-XI secolo a.C. - racconta ancora Manfred Nawroth - è certamente stato fatto con metallo proveniente da Cipro, lo dicono accertamenti scientifici, ma è stato ritrovato qui nella vostra terra, insieme a un'altra quarantina. Lungo le coste turche è stato rinvenuto il relitto di una nave contenente lo stesso carico. Questo dimostra le interconnessioni fra le civiltà di mare che includevano anche la Sardegna. Se non si può dire che fosse il crocevia, possiamo certo affermare che ha costituito un approdo lungo rotte più impegnative. C'è un altro significativo oggetto, sempre esposto, ed è un elmetto di guerriero, una piccola testa proveniente dalle Cicladi, della recente età del Bronzo, ritrovata in Sardegna e custodita nel Museo Archeologico di Cagliari che ha un gemello al museo di Atene».
DIVERSITÀ E CONNESSIONI  Questi due oggetti servono da bussola per il viaggio. Se le navi in miniatura in bronzo sono gli esempi più chiari della mobilità sul mare, le ceramiche micenee, quelle arrivate dalla potente Troia o dalle isole Cicladi, dicono invece delle diversità di ciascuna cultura ma al tempo stesso le connessioni tra le differenti espressioni artistiche. Lo si comprende con assoluta evidenza osservando i bronzetti nuragici, guerrieri, lottatori accanto alle statuine antropomorfe della ceramica micenea o di quella caucasica. C'è una matrice comune, ci sono somiglianze, con la scoperta dei bacini metallurgici gli scambi si intensificano, i commerci diventano frequenti, ma ciascuno preserva la sua diversità.
UNA NAVE PER IL VIAGGIO  Ha i colori della giornata, dal buio della notte fino al tramonto del giorno seguente, il viaggio via mare. Lo ha pensato così il designer Angelo Figus che ha curato l'elegante allestimento sottolineato da pensieri del poeta Konstantinos Kavafis: dieci i temi sviluppati dalle origini fino ai reperti antropomorfi. In ogni stanza una o più navi via via di diverso colore (ne ha utilizzati 62) che trasportano, custoditi in teche di plexiglass, preziosissimi e raffinati carichi di cultura, storia e conoscenza. Oltre ai reperti dei musei archeologici di Cagliari, Sassari e Nuoro, i “gioielli” di Berlino e dell'Ermitage (arrivati solo ieri pomeriggio a Cagliari), oggetti arrivati da Napoli, da Salonicco, dal Bardo di Tunisi. Sul pavimento, grandi triangoli colorati come vele piene di vento, indicano le rotte.
UNA MOSTRA PER DUE  Il viaggio, che non è deliberatamente scandito da una cronologia stretta, comincia nel buio della sera a Palazzo di Città e via su per le scale per arrivare al giorno pieno dove trionfa un vero gioiello: una stupenda collana in bronzo della seconda metà del XX secolo a.C. con pendente dal misterioso significato apotropaico. Ritrovata in Italia fa parte della collezione tedesca. È solo uno dei monili di una mostra straordinaria dove ci si può perdere inseguendo le contaminazioni che ritornano negli oggetti. Il Museo Archeologico ospita invece l'Epilogo del lungo viaggio: l'impero romano ha iniziato ad affermarsi. Stele e i mosaici arrivati dal Bardo di Tunisi dicono che si è aperto un altro capitolo.
Caterina Pinna

 

La Nuova Sardegna

 

LA NUOVA SARDEGNA


4 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 15 gennaio 2019 / Sardegna - Pagina 9
Cagliari, l'Inps l'ha intitolata alla memoria di una dipendente uccisa dal marito
Sala riunioni contro il femminicidio
CAGLIARI Non è stata scelta a caso la data di San Valentino per la significativa iniziativa della direzione regionale Inps: ieri la direttrice Cristina Deidda ha inaugurato la nuova sala riunioni, intitolandola alla collega Marisa Della Rocca, vittima di femminicidio. Centralinista della sede provinciale, 54 anni, nel novembre 2007 fu uccisa a fucilate dal marito che non accettava la sua decisione di porre fine al matrimonio. Il delitto compiuto in una zona di campagna tra Decimomannu e Decimoputzu colpì l'opinione pubblica e ancora più duramente i colleghi della donna. Chea distanza di 11 anni non hanno dimenticato. All'iniziativa, abbinata a un convegno sul tema, erano presenti la figlia della donna scomparsa, Sara, e alcuni familiari. La Deidda ha evidenziato come le istituzioni pubbliche debbano attivare azioni tangibili di informazione e di impatto sociale, volte a prevenire ogni forma di violenza e discriminazione. Relatori del convegno che è seguito, moderato da Susi Ronchi (Giulia giornaliste), sono stati l'architetto dell'Inps Dario Luciani, la vicepresidente del comitato unico di garanzia dell'istituto, Maria Sciarrino, il filosofo della scienza Silvano Tagliagambe, che ha parlato di "femminicidio in controluce", visto attraverso l'opera di Kubrick e Brecht. Il tema della difficile scelta tra lavoro e maternità è stato affrontato dalla consigliera regionale di parità Tiziana Putzolu, mentre il costituzionalista Andrea Deffenu ha concluso gli interventi parlando del principio delle pari opportunità di genere. (a.palm.)
 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 15 gennaio 2019 / Sardegna - Pagina 9
Report realizzato dall'assessorato all'Ambiente insieme all'Università di Sassari
Se non si interviene subito già tra 30 anni la temperatura sarà più alta di 2 gradi
RISCALDAMENTO GLOBALE 4 gradi in più nel 2100
di Vincenzo Garofalo
SASSARI  I cambiamenti climatici faranno bollire la Sardegna. Secondo le stime contenute nel documento di Strategia regionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Sracc), presentato ieri mattina a Sassari dall'assessora regionale della difesa dell'ambiente, Donatella Spano, e dal rettore dell'università di Sassari, Massimo Carpinelli, la temperatura dell'isola aumenterà di 2 gradi centigradi nei prossimi trent'anni, e addirittura di 4 da oggi al 2100. Lo studio dell'ateneo turritano ha preso come periodo climatico di riferimento l'intervallo 1981-2010, e su questo ha modulato le proiezioni future. Oltre al progressivo surriscaldamento sono previste precipitazioni in aumento nel sud e nell'est della Sardegna, e una diminuzione al centro e al nord ovest. Questo se non si farà nulla per limitare il surriscaldamento e se non si metteranno in atto politiche e azioni concrete di adattamento e mitigazione di questi cambiamenti climatici. I rischi combinati all'innalzamento della temperatura sono molteplici, e in parte li stiamo già vivendo. Non solo in Sardegna, ma in tutto il pianeta. Piogge sempre più frequenti e abbondanti, alternate a lunghi periodi di siccità, ondate di calore, alluvioni, e incendi. Fenomeni estremi che mettono in pericolo la vita delle persone ma anche la stabilità economica e sociale di territori sempre più vasti. Per questo già da anni si è sviluppata una sensibilità civica e istituzionale verso questi fenomeni e verso la necessità di studiare e adottare le soluzioni adeguate su due fronti: quello dell'adattamento ai cambiamenti climatici e quello della mitigazione, non solo degli effetti di questi mutamenti, ma anche dell'innalzamento della temperatura. La Sardegna non è rimasta a guardare e dopo avere aderiti negli anni ai diversi protocolli e programmi internazionali mirati a contenere tutte le azioni che contribuiscono a far crescere la temperatura del nostro pianeta, si è messa in proprio e, senza attendere la stesura definitiva del piano di strategia nazionale, si è dotata di un documento per la Strategia regionale di adattamento ai cambiamenti climatici. «Si è ritenuto urgente predisporre opportune misure in grado di rafforzare la resilienza dei territori, ovvero la capacità di reagire positivamente agli stress indotti dal sempre più repentino mutamento delle condizioni climatiche», spiega l'assessore Spano, nella sala Angioy del Palazzo della Provincia, davanti ai tanti protagonisti che hanno contribuito alla stesura del documento e a numerosi professionisti e amministratori interessati a conoscere da vicino il fenomeno e a capire come governarlo con gli strumenti messi a disposizione della Regione. «Dal 2014 abbiamo lavorato assiduamente per inserire l'azione per il clima nell'agenda politica ai vari livelli, locali, nazionali e internazionali» precisa l'assessora. «Tra le varie azioni, la Giunta ha deciso di investire sulla conoscenza della specificità regionale, della nostra variabilità climatica, del rischio e vulnerabilità degli specifici contesti territoriali e settori produttivi, attraverso uno studio portato avanti dall'Università degli Studi di Sassari che rappresenta la base scientifica della Strategia regionale di adattamento ai cambiamenti climatici». I principi generali della Strategia sono tre: creare un contesto di condizioni opportune per l'adattamento, agendo sul livello delle regole, delle norme e della gestione dei processi; creare e sostenere la capacità di adattamento, attraverso le conoscenze e le competenze e la loro circolazione, ma anche fornendo i possibili strumenti per la realizzazione dell'adattamento; indicare percorsi efficaci di adattamento, integrando tecniche, tecnologie e metodologie, dando priorità alla sostenibilità ecologica, sociale ed economica. Tutto questo con il coinvolgimento di enti, istituzioni, ordini professionali, e sotto il coordinamento di una cabina di regia che farà capo alla direzione generale dell'assessorato della Difesa dell'ambiente.

 

Questionario e social

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