Lunedì 14 gennaio 2019

14 gennaio 2019

L'Unione Sarda

RASSEGNA STAMPA di LUNEDÌ 14 GENNAIO 2019

 

1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 14 gennaio 2019 / Cagliari (Pagina 10 - Edizione CA)
RICERCA E PARITÀ FRA GENERI
Alle 10,30, in Rettorato, progetto sulla parità di genere nella ricerca scientifica, presente il vicerettore Francesco Mola

 

2 - L’UNIONE SARDA di lunedì 14 gennaio 2019 / Medio Campidano (Pagina 18 - Edizione CA)
VILLACIDRO. L'istituto “Loru” adotta anche un diverso orario: sabato tutti a casa Le medie si travestono da università Aule tematiche e laboratori progettati dai professori in base alle materie
La scuola media si traveste da università: sparite le aule contrassegnate da classi e sezioni, sul modello accademico sono gli studenti a postarsi a ogni ora nell'aula dei professori. Succede nell'istituto di via Grazia Deledda, che fa capo all'Istituto Comprensivo numero uno “Loru”, che ha celebrato sabato scorso l'open day, per illustrare a nuovi alunni e genitori il modello completamente innovativo, organizzato non più per classe ma per laboratorio didattico.
NUOVI ORARI  Anche la disposizione oraria delle lezioni è stata completamente rivista ed è ora strutturata in tre blocchi lezione da 110 minuti, intervallati da due pause: due mini ricreazioni dove gli alunni cambiano le aule e durante i quali hanno la possibilità di incontrarsi e parlare tra loro. Questo dal lunedì al venerdì, dalle 8,15 alle 14,15: mattinate un po' più lunghe, ma il sabato è libero.
LE REAZIONI  «Sono notevoli i vantaggi di questa nuova organizzazione», commenta l'insegnante di Lettere Gabriella Aru, «i tempi più distesi e gli spazi più consoni favoriscono la didattica con i laboratori e di gruppo. Ciascun docente ha un'aula assegnata, attrezzata “su misura” per svolgere al meglio l'insegnamento della disciplina didattica». Questa impostazione alleggerisce anche gli zainetti degli alunni, perché è minore in genere il numero di materie previste nella stessa mattinata.
IL PRESIDE  «Siamo molto contenti per i riscontri ottenuti, sia all'interno della scuola, tra alunni e genitori, sia da fuori», dice Antonio Macchis, dirigente scolastico del “Loru”, «sono venuti anche a visitarci da altre scuole del territorio per vedere come ci siamo organizzati su questo nuovo modello».
L'affermazione di questo modello didattico passerà anche dal perfezionamento degli arredi. Si confida nel previsto finanziamento regionale di 30.000 euro che consentirà di attrezzare le aule con banchi modulari, facilmente disponibili “a isola”, per favorire la collaborazione tra gli alunni e i lavori di gruppo.
Marco Cazzaniga



RASSEGNA STAMPA di DOMENICA 13 GENNAIO 2019

 

1 - L’UNIONE SARDA di domenica 13 gennaio 2019 / Prima Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Tra le proposte quella di affittare la doccia o il divano per qualche ora
ECCO LE START UP DEI DISOCCUPATI
Dodici idee e 45 gruppi: un successo il progetto Eos per chi non lavora 

Un kit che consente di portare a domicilio le cure odontoiatriche ai disabili ma anche la piattaforma che permette di affittare un divano, la creazione di “souvenir esperienziali” e il centro multidiscipliare di “floating therapy”: sono solo alcune delle start up pensate da disoccupati diplomati e inattivi che hanno partecipato al progetto Eos (Emerging organization-ship).
DENTISTA A DOMICILIO  L'iniziativa ha coinvolto 45 gruppi e, alla fine, ha portato alla selezione di dodici idee, alcune già partite e altre stanno per cominciare. La più interessante è, certamente, “Smile sharing”: l'ideatore propone un kit sterile che consente ai dentisti di curare i propri pazienti anche nei loro appartamenti. Dedicato alla salute e al benessere è “Flow”, un centro multidisciplinare dedicato alla “floating therapy” (la terapia del galleggiamento).
RIPOSO FUORI CASA  Curioso anche “Napshower”: l'ideatore ha realizzato una piattaforma, sul modello Airbnb, che consente di prenotare un divano o una doccia in case private: un progetto che, dopo la fase iniziale, sarà portato a fine anno a Milano. Idea destinata, soprattutto, ai trasfertisti. Che, magari, potrebbero usufruire anche di un altro progetto, “Thilimba”, un nuovo concetto di souvenir che unisce un dischetto realizzato a mano di carta riciclata con semi di piante autoctone come mirto ed elicriso: messo a coltura darà modo di far germogliare la pianta scelta. Il dischetto viene unito in una gift bag a mignon di liquori, miele e marmellate, prodotti fitocosmetici e oli essenziali. Legato all'Isola anche “Cocusina”, un coworking dove, attraverso il cibo, ci si incontra, si discute e ci si conosce.
INNOVAZIONE E TRADIZIONE  Nessun limite alle idee dei partecipanti. Così si passa da chi si è dedicato alla tecnologia a chi guarda a un passato lontano. “Mariposa” punta su un mercato emergente, quello dei droni: l'ideatore propone pacchetti personalizzati per i settori turistico, sportivo, cinematografico e pubblicitario. I “Percorsi della dea”, invece, mirano al risveglio dell'armonia personale attraverso la riscoperta delle conoscenze legate al culto della Dea Madre. L'obiettivo è arrivare alla creazione di un centro studi sul tema. Non l'unico progetto legato alla spritualità: “New Eden” è una casa di preghiera ma che ospita anche momenti di svago e socialità.
L'INSEGNAMENTO  Due, invece, i progetti legati ai bambini. “Storytelling house”, definito l'opificio della memoria, ricostruisce la storia delle imprese e aiuta i piccoli a rispondere alla domanda “che cosa farò da grande?”. Gli ideatori di “Maki comix”, invece, utilizzano la loro passione per i fumetti per creare laboratori per bambini.
LEZIONI PER ADULTI  Più grandi gli alunni di “Classe privée”, il progetto che offre lezioni personalizzate di francese a professionisti e privati, con flessibilità per gli orari, la sede e il programma da seguire. “Bianca”, infine, è una creazione artistica che punta a mostrare la via per il benessere, mirando alla rinascita dell'etica.
I CORSI  Questi studenti, giovani ma anche cinquantenni, hanno seguito 120 ore di lezione. «È», spiega la rettrice Maria Del Zompo, «un altro progetto di straordinario impatto che si aggiunge agli altri in corso con i quali l'Università vuole investire sempre di più nel rapporto con il territorio sardo, andando oltre le due missioni tradizionali della didattica e della ricerca. La cosiddetta “terza missione” ci vede impegnati nel trasferire le nostre competenze e conoscenze non solo ai giovani ma a tutta la popolazione».
Marcello Cocco


2 - L’UNIONE SARDA di domenica 13 gennaio 2019 / Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
Università
Progetto sulla parità di genere

Sarà presentato domani alle 10,30 nell'aula magna del Rettorato, in via Università, il progetto Horizon 2020 Supera (Supporting the promotion of equality in research and academia). L'iniziativa corona l'attività che l'Ateneo del capoluogo sardo promuove da anni sul tema delle pari opportunità, proiettandola in una dimensione internazionale ancor più ambiziosa e trasversale: coinvolge infatti alcuni partner stranieri di assoluto livello ed è uno degli appena due progetti sul tema approvati in tutta Europa. Si tratta di un progetto per superare le disparità nel mondo della ricerca. Il budget complessivo è di circa due milioni di euro, dei quali 280 mila andranno all'Università di Cagliari e 100 mila alla Regione. Info www.superaproject.eu; Twitter: @SuperaProject.

 

3 - L’UNIONE SARDA di domenica 13 gennaio 2019 / Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
Daniela Porcelli ha partecipato alle Olimpiadi di Mosca.
«LO SPORT? UNA PARENTESI DELLA MIA VITA»
La campionessa e la passione per la Medicina

IN CAMICE Quando ha smesso con l'attività agonistica Daniela Porcelli si è iscritta alla facoltà di Medicina dove si è laureata coronando un sogno coltivato fin da bambina: oggi dice che la sua vita è quella col camice bianco mentre lo sport è stata solo una parentesi nonostante i grandissimi successi in pista
Maria Francesca Chiappe
Non ci voleva andare. «Digli di no». La maturità classica era la priorità, il resto veniva dopo. Pure le Olimpiadi. Daniela Porcelli aveva 19 anni e un caratterino di quelli. «Aresti, mi chiamavano così». Selvaggia. E testarda. Aveva ottenuto il minimo per andare a Mosca 1980, i Giochi del boicottaggio. «A Palermo avevo corso gli 800 in due minuti, due secondi e nove centesimi». Eppure non bastava. «La Nazionale mi chiedeva di confermare il tempo». E lo aveva fatto, ai campionati italiani, seconda dietro Gabriella Dorio. Ma era successo qualcosa, perché volevano un'altra conferma. Allora si era arrabbiata. «Digli che non ci vado». Pompilio Bargone, il suo allenatore, era distrutto: in meno di quattro anni l'aveva portata ai vertici dell'atletica nazionale e ora... In qualche modo l'aveva però convinta. «Dopo lo scritto di Greco la commissione mi ha anticipato l'orale». Ha preso il suo 56 su 60 ed è partita. «Ho corso malissimo, ero scarica, al traguardo avevo perfino le scarpe slacciate».
L'ALTRA VITA  Nel salotto della casa che divide col marito Angelo conosciuto, manco a dirlo, in pista, i ricordi riemergono al centesimo di secondo: città, date, gare, record, medaglie, vittorie, sconfitte, infortuni. Niente è cancellato, anche se «lo sport non è più la mia vita». Medica di famiglia con 1.500 pazienti, non si allena neppure per sbaglio. E se conserva lo stesso fisico dei 15 anni è «solo costituzione o forse perché lavoro tanto, mattina e sera, visite a domicilio e ambulatorio, cinque giorni alla settimana. E non dicano bugie, i medici ci sono ma la Assl non li assume».
LA NEVE  Le corse? Un ricordo. Lontano eppure vivo, vivissimo. La prima volta con la Nazionale in Canada coincide con il freddo della neve mai vista: «Mi ero lanciata con lo slittino ed ero finita in un bel buco. Ero la più giovane, avevo 17 anni ed ero stata presa in consegna dai marciatori. I pesisti, invece, sedevano vicino a me a tavola: mangiavo poco e quel che lasciavo era tutto per loro».
I CINQUE CERCHI  Mosca, poi. «Ho visto quasi nulla, giusto la piazza Rossa, non ci potevamo muovere dal villaggio olimpico se non con i pullman. In compenso scambiavamo dollari con rubli a condizioni vantaggiosissime e c'era pure una borsa nera dove ho venduto i jeans di Malinverni, campione dei 400, a sua insaputa: l'ho costretto a levarseli». Olimpiadi strane, l'Italia c'era ma non c'era: aveva aderito a suo modo al boicottaggio Usa contro l'Urss. E allora con tutta la squadra Daniela Porcelli ha cantato a squarciagola l'inno di Mameli sopra quello del Comitato olimpico quando Pietro Mennea e Sara Simeoni hanno vinto l'oro, e per lei come per tutti è stata una delusione indossare la maglia del Coni invece di quella azzurra e non sfilare alla cerimonia d'inaugurazione. «Non ci hanno fatto partecipare a niente».
IL MURO  Di quell'Olimpiade non dimentica le atlete dopate: «Hanno avuto gravi problemi di salute, vite spezzate da infarti e tumori per una medaglia. Per le ragazze dell'Est lo sport era il modo per scavalcare il muro, forse per loro è valsa la pena, per gli altri proprio no».
IL LICEO  Ha iniziato per caso: una sua compagna al Dettori, Annina Demontis, l'ha vista correre e ne ha parlato con la sorella Rita, affermata velocista fidanzata con il coach del Cus Cagliari. «Mi sarebbe piaciuto il nuoto ma mia madre aveva detto no». Invece al campo Coni la aveva accompagnata, e dopo aveva detto sì. Ed è nata una stella. «Non ero troppo convinta ma era un modo per uscire. Mio padre ripeteva: se prendi un brutto voto stai a casa». Ma se in pista volava a scuola era la più brava. «Stavo cominciando a divertirmi». Ha girato il mondo e dopo i Giochi ha detto basta. «Gradualmente, il ritiro definitivo è stato nel 1988 quando mi sono laureata in Medicina». Il filo che la legava al mondo dello sport si è allentato ma non spezzato visto che i primati italiani juniores nei 400 e negli 800 sono ancora suoi. Quarant'anni dopo.
LA MEDICINA  Sorride la dottoressa ex campionessa, e un filo di emozione supera la montatura degli occhiali per spandersi sul volto. «L'atletica è divertimento altrimenti diventa lavoro e va retribuito». Ma i suoi progetti erano altri: «Avevo i miei sogni, la Medicina, contro il parere di mia madre che mi voleva insegnante e di mio padre che vedeva in me una chimica». E la vittoria, il filo di lana, il podio, le braccia che non ha mai sollevato al cielo? Un attimo e il pensiero è di nuovo sulla pista: «È vero, mettevo le mani sui fianchi, Pompilio mi diceva: “non hai dato tutto sennò ti saresti buttata a terra stremata”». Era solo timidezza. Oggi, invece? «Lo sport è una parte della mia vita». In altre parole: più dottoressa che campionessa. Anche se segue ancora tutte le discipline «tranne il calcio e il ciclismo». I suoi pazienti non sanno dei suoi trascorsi e quando lo scoprono la sua risposta è sempre quella: «Ma che devo fare? Mica ho un cartello con scritto, scusate, sono andata alle Olimpiadi».
L'IMPEGNO  Ride di cuore, sotto lo sguardo del marito Angelo, docente universitario di Geologia, al suo fianco da 29 anni. «Il matrimonio è come una gara, devi arrivare fino in fondo». E lei fino in fondo è arrivata pure quando un'avversaria le ha piantato i chiodi delle scarpette sulla gamba. «Il talento non basta, devi metterci la testa. Ci vuole sacrificio, nulla ti viene regalato, ogni cosa devi sudartela e non solo fisicamente. Bisogna impegnarsi, niente è facile». L'atletica le ha fatto almeno due regali: «Mi ha insegnato ad aprirmi verso gli altri, atteggiamento fondamentale nella mia professione». E a gestire il tempo: «Lo sport educa al rigore, insegna a far bene le cose». Tutte. Anche quelle divertenti.


RASSEGNA STAMPA di SABATO 12 GENNAIO 2019


1 - L’UNIONE SARDA di sabato 12 dicembre 2019 / Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
SCUOLA. Una serata con decine di spettacoli nei tre istituti classici
Un successo “La notte dei licei”
Al Dettori Fedez in latino, al Siotto l'Odissea in 10 minuti

«Il liceo classico è sempre una scelta vincente». A dirlo è Laura Fois, docente di lettere del Dettori, che come molti altri istituti sardi ha preso parte ieri alla “Notte nazionale dei licei classici”. Una manifestazione giunta ormai alla sua quinta edizione e che nasce da un'idea di Rocco Schembra, docente siciliano di latino e greco, per mostrare non solo la validità ma soprattutto la vitalità della formazione classica.
IL DETTORI  È così che anche gli studenti dei licei classici cagliaritani sono saliti in cattedra per una notte, “appropriandosi” degli ambienti scolastici con serie di performance. «Ogni tanto anche le lingue morte si possono far resuscitare», dice Matteo Porru, dettorino e scrittore che durante la nottata, con l'aiuto dei compagni di classe, ha presentato il suo ultimo libro, “Quando sarai grande”. «Lasciamo spazio alla libertà creativa dei ragazzi che, grazie all'aiuto degli insegnanti, cercano di attualizzare il bagaglio formativo classico», spiega Roberto Pianta, preside dello storico liceo.
LE PERFORMANCES  Il classico e il moderno che si incontrano, come testimonia la traduzione in latino realizzata dagli studenti della IB dell'ultima canzone di Fedez “Prima di ogni cosa” o la rappresentazione del mondo femminile attraverso figure come Antigone o Lady Macbeth. «Un tempo i licei classici avevano la nomea di formare la futura classe dirigente», ricorda Pianta, «oggi non lo so, ma sicuramente formiamo ancora belle menti».
IL SIOTTO  Dello stesso avviso la rettrice Maria Del Zompo che durante la serata, ospite del Siotto, ha raccontato la sua esperienza liceale, risultata preziosa per i successi studi universitari in medicina. E a chi afferma che il mondo è ormai delle nuove tecnologie Del Zompo risponde simpaticamente che «Non è berusu! Il mondo continua a crescere grazie alle nostre idee ed è qui che la cultura classica mostra tutta la sua importanza». Concorde il preside Antonio Macchis, che ritiene la formazione classica un passepartout per tutte le strade della vita, anche quelle scientifiche. I siottini, nella notte, hanno animato le aule dell'istituto con salotti letterari, laboratori e rappresentazioni teatrali, come “L'Odissea in 10 minuti”. Altro grande atteso della serata anche l'ex studente Massimo Zedda.
L'EUCLIDE  Un occhio attento a tematiche fortemente attuali lo hanno avuto anche gli studenti dell'Euclide, che durante la serata dedicata ai licei hanno messo su installazioni, rappresentazioni e laboratori dedicati alle figure femminili, spesso messe in ombra, all'integrazione e all'accoglienza. «La cultura classica è la chiave per comprendere i problemi di oggi», dice la docente Gilda Nonnoi. A mezzanotte, tutti gli oltre 400 licei d'Italia che hanno aderito all'iniziativa, hanno concluso la serata con la lettura del brano “Il lamento dell'esclusa”.
Michela Marrocu

 

2 - L’UNIONE SARDA di sabato 12 dicembre 2019 / Regione (Pagina 8 - Edizione CA)
IL DOSSIER. Irrisolti i problemi delle centrali a carbone e del metano
Energia, ipotesi turbogas per Portovesme e Fiume Santo
In Sicilia e Piemonte due casi di riconversione rapida

Come possono rinascere le due centrali a carbone dell'Isola? C'è un futuro per il progetto di metanizzazione da 1.350 milioni di euro sposato dalla Giunta Pigliaru e dal Governo Renzi? L'argomento è tornato d'attualità in piena campagna elettorale senza che alle generiche posizioni pro o contro i candidati, almeno finora, abbiano indicato soluzioni chiare. Eppure i tempi strettissimi di uscita dal carbone delineati nel Piano nazionale per l'energia pongono un problema immediato, soprattutto perché è connesso alla ripartenza dell'ex Alcoa, ora in mano a Sider Alloys. Quanto al metano, scelto nel 2016 dai Governi regionale (Pigliaru) e nazionale (Renzi e Gentiloni) per superare (finalmente) il gap energetico tra l'Isola e la Penisola, non piace al M5S che lo ritiene superato e vorrebbe tentare di bloccare almeno il progetto della costruzione delle dorsali di trasporto, ritenute peraltro impattanti per l'ambiente.
SARDEGNA IN UN LIMBO  Insomma, sul tema dell'energia la Sardegna rischia di restare ancora una volta indietro, schiacciata tra ideologie contrapposte, tra fondi stanziati da un Governo e ritirati dall'altro. Mentre i sardi (cittadini e imprese) continuano a pagare la bolletta il 30% in più dei connazionali.
IL DOSSIER  Una delle certezze è che in Italia tutte le centrali a carbone sono state dimesse, tranne quelle sarde, causa mancanza di metano. Una soluzione di compromesso potrebbe essere quella di usare solo una parte del progetto di metanizzazione, cioè i depositi costieri e i rigassificatori, e veicolare il gas con modalità alternative anche verso le due centrali. Tra i tanti dossier di estrazione universitaria, di fonte politica o redatti da produttori di energia, ce n'è uno che cita due casi esemplari: quelli della centrale termoelettrica di Porto Empedocle e Livorno Ferraris, in Provincia di Vercelli. Quest'ultima eroga 805 megawatt attraverso due gruppi turbogas e una turbina a vapore il cui uso combinato consente all'impianto di raggiungere un alto rendimento (circa 57%), con un impatto ambientale relativamente basso. L'impianto è alimentato dal gas naturale fornito dalla rete Snam, attraverso un condotto di derivazione lungo 600 metri.
ANCHE NELL'ISOLA  Un esempio che potrebbe essere replicato in Sardegna in tempi rapidi attraverso la conversione degli impianti a carbone di Portovesme e di Fiume Santo. Le centrali si alimenterebbero attraverso i depositi costieri di gas metano che verrebbero riforniti da navi gasiere provenienti da Algeria e Libia. Peraltro gli impianti a turbogas sono complementari con quelli da fonti rinnovabili e sarebbe salvaguardata la continuità della tensione nelle linee elettriche. Costo di realizzazione? Circa un milione per megawatt prodotto, circa 400 milioni per entrambe. Tempi? Un anno. «Il futuro è nelle rinnovabili e non nel metano, che però sarà utile nella fase di transizione, nei prossimi vent'anni, anche perché c'è una domanda di mercato», spiega Fabrizio Pilo, direttore del dipartimento di ingegneria elettrica ed elettronica dell'università di Cagliari. «La dorsale si può evitare ma se alcuni depositi costieri sono stati realizzati e per alcuni è in fase avanzata l'iter autorizzativo è opportuno portarli avanti. Le scelte fatte dovrebbero essere confermate».
Fabio Manca

 

3 - L’UNIONE SARDA di sabato 12 dicembre 2019 / Sassari e Alghero (Pagina 39 - Edizione CA)
SASSARI. Verso l'inaugurazione dell'Anno accademico
Novità all'Università dei record

Giovane, in espansione e affamata di posti letto. È in crescita l'Università di Sassari che si appresta a inaugurare l'anno accademico numero 457. Nel presentare l'appuntamento di martedì in Aula Magna (ore 11) il rettore Massimo Carpinelli ha tracciato il profilo dell'ateneo e presentato il nuovo direttore generale, Cristiano Nicoletti, proveniente dall'Università per Stranieri di Perugia: «Considerando il sottoscritto, il nuovo dg e il prorettore Luca Deidda abbiamo il management più giovane d'Italia».In linea anche la scelta dell'ospite d'onore per la cerimonia di inaugurazione: Beatrice Venezi, la più giovane direttrice d'orchestra in Italia, indicata dalla rivista Forbes come una delle trenta persone Under 30 più influenti nel Belpaese. Continua la crescita nelle immatricolazioni, arrivate a 13.600, un migliaio in più rispetto a tre anni fa. E crescono anche le assunzioni a tempo indeterminato. Posti letto e città universitaria. Argomenti toccati anche dal nuovo direttore generale Cristiano Nicoletti: «Ci piacerebbe avere anche una residenza universitaria da gestire direttamente, perché bisogna pensare non solo ai posti letto per il diritto allo studio, ma anche a quelli che possono pagare». Infine il Corso di laurea in scienze motorie. Dovrebbe partire nell'anno accademico 2019/20. (g. m.)

 

4 - L’UNIONE SARDA di sabato 12 dicembre 2019 / Prima Economia (Pagina 15 - Edizione CA)
I SEMINARI
Paolo Savona a Cagliari parla di Ue

Il ministro Paolo Savona concluderà la conferenza “Il futuro dell'Unione per un'Europa diversa, più forte e più equa”. Il Dipartimento per le Politiche Europee della presidenza del Consiglio dei Ministri, in collaborazione con la rappresentanza in Italia della Commissione europea, il Comune di Cagliari, la Regione, lo Europe Direct e l'Istituto europeo di Pubblica amministrazione, organizza alla Mediateca del Mediterraneo, dal 16 al 18 gennaio 2019, tre giorni di seminari dal titolo “La Sardegna incontra l'Europa”. Si parlerà di progettazione europea, occupazione e mobilità giovanile. L'iniziativa si apre mercoledì 16 gennaio con un incontro dedicato a studenti e neolaureati sulle opportunità di studio e lavoro in Europa e prosegue, il 16 e 17 gennaio, con un laboratorio sui finanziamenti diretti dell'Ue.
Il ministro per gli Affari Europei Paolo Savona concluderà l'iniziativa venerdì partecipando alla conferenza “Il futuro dell'Unione per un'Europa diversa, più forte e più equa». A colloquio con Stefano Polli, vicedirettore di Ansa, e Mario Sechi, titolare di List, il ministro interviene sui principali temi di attualità europea e sul documento “Una politeia per un'Europa diversa, più forte e più equa”.

 

5 - L’UNIONE SARDA di sabato 12 dicembre 2019 / Economia (Pagina 16 - Edizione CA)
L'ACCORDO. Francesca Nanni, capo degli uffici: «No allo sfruttamento di giovani laureati»
Incontrare il lavoro, un fatto di giustizia
La Procura generale di Cagliari avvia 40 tirocini con Regione e Aspal

«Nessuno sfruttamento di giovani laureati per lavori di bassa manovalanza»: a garantirlo è la procuratrice generale di Cagliari Francesca Nanni, che ieri mattina a Villa Devoto ha siglato l'accordo con la Regione e l'Aspal per l'avvio di altri quaranta tirocini presso le procure del distretto della Corte d'Appello di Cagliari. Si tratta del secondo atto di una collaborazione sottoscritta lo scorso dicembre per l'attivazione di cento tirocini rivolti a giovani laureati in materie giuridiche ed economiche: 450 euro per sei mesi, prorogabili per ulteriori sei mesi. Risorse a carico della Regione, che coprirà anche i costi relativi alle coperture assicurative.
ARIA NUOVA  «Non intendiamo colmare le gravi lacune in organico - ha voluto precisare il procuratore Nanni - ma non nascondo che la presenza di giovani in questa situazione di carenza è positiva, anche da un punto di vista strettamente anagrafico. Avere dei giovani nei nostri uffici è importante anche psicologicamente».
Dell'utilità di questo strumento si dicono convinti il presidente della Regione Francesco Pigliaru e l'assessora al lavoro Virginia Mura: «Un accordo molto importante per tutti, una grande opportunità per tanti giovani laureati». Perché, come è stato ribadito, lo scopo è quello di far acquisire ai partecipanti competenze e conoscenze utili all'inserimento lavorativo. Sia per chi decide di puntare sulla libera professione, sia per chi deciderà di giocarsi la carta del concorso pubblico.
ESPERIENZA UTILE  «A differenza dei tirocini presso i privati, che nel 30% dei casi si trasformano in contratti di lavoro, quelli presso gli uffici pubblici- ha sottolineato l'assessora Mura - non possono naturalmente trasformarsi in contratti di lavoro, perché l'accesso è regolato dai concorsi pubblici». L'avviso per la selezione dei tirocinanti sarà predisposto dall'Aspal, l'Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro. «Il tirocinio presso gli enti pubblici è diverso da quello che si svolge con i privati, ma altrettanto utile», ha detto il direttore generale Massimo Temussi, «perché aiuta i giovani a capire la vera vocazione professionale».
Cinzia Isola

 

6 - L’UNIONE SARDA di sabato 12 dicembre 2019 / Economia (Pagina 16 - Edizione CA)
DIBATTITO. L'appuntamento
Cisl, all'Ersu di Sassari la segretaria Furlan

La segretaria generale della Cisl nazionale, Annamaria Furlan, interverrà ai lavori del consiglio generale convocato dall'unione territoriale mercoledì prossimo, a partire dalle 9, nella sala conferenze dell'Ersu di Sassari in via Coppino (complesso Corte Santa Maria). Al centro del dibattito ci saranno «la grave situazione del Sassarese e le possibili soluzioni per uscire dall'impasse dopo una drammatica stagione di crisi». Annamaria Furlan sarà affiancata dal segretario generale territoriale Pier Luigi Ledda e dal segretario generale regionale Gavino Carta, e risponderà alle domande dei giornalisti prima di partecipare alla seduta consiliare. I lavori del consiglio generale vedranno la partecipazione del sindaco Nicola Sanna e dell'arcivescovo Gian Franco Saba. Alle 10 è previsto il saluto delle autorità, poi la relazione introduttiva di Pier Luigi Ledda, l'intervento di Gavino Carta e, in chiusura, le conclusioni di Annamaria Furlan.

La Nuova Sardegna

RASSEGNA STAMPA di LUNEDÌ 14 GENNAIO 2019


4 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 14 gennaio 2019 / Sassari - Pagina 11
Il Polo universitario penitenziario per la prima volta raggiunge i 50 iscritti
DAL CARCERE ALLA LAUREA
IN AUMENTO GLI STUDENTI

Cinque gli istituti coinvolti: Sassari, Alghero, Oristano, Nuoro e Tempio
IL RETTORE CARPINELLI: “Grande impegno per favorire il reinserimento sociale”

Scontare la pena e ricostruire la propria vita, anche attraverso lo studio. Impiegare il tempo che si trascorre in carcere per ampliare le conoscenze e costruire un percorso che può portare fino al conseguimento della laurea. La possibilità è offerta dal Polo universitario penitenziario dell’Università di Sassari che festeggia il quinto anno di attività e raggiunge per la prima volta i 50 studenti iscritti. Persone in regime di detenzione che hanno scelto come indirizzo di studi prevalentemente i corsi dei dipartimenti di Agraria, Giurisprudenza, Storia e Scienze umanistiche e sociali. «Un bel traguardo – afferma il professor . Emmanuele Farris, delegato del Rettore per il Pup – che ci stimola a migliorarci sempre. Ma al di là del numero, sottolineo che dei nostri 50 studenti, ben 29 sono nuovi immatricolati. Per la prima volta siamo presenti in 5 istituti penitenziari sardi – con Oristano che si aggiunge ad Alghero, Nuoro, Sassari e Tempio – e in 3 istituti peninsulari (Asti, Cuneo, Udine). Abbiamo studenti in tutti i circuiti di detenzione, dalla media sicurezza al 41bis». Orientamento in carcere, con una qualità sempre crescente costruita grazie a servizi migliori. Docenti e personale amministrativo dell’ateneo sassarese hanno effettuato dall’Ersu di Sassari l’orientamento per i diplomati nei mesi di giugno e luglio del 2018: «É stata una sorpresa – ha proseguito il professor Farris – perché le manifestazioni di interesse sono aumentate e abbiamo deciso di istituire due nuovi servizi: il supporto amministrativo per le iscrizioni in carcere nei mesi di ottobre e novembre e l’accoglienza in ingresso di cui ci stiamo occupando sistematicamente. É fondamentale che tutti gli studenti - anche all’interno di un istituto penitenziario - percepiscano la vicinanza dell’istituzione universitaria e abbiano contatti diretti con i referenti dei corsi di studi prescelti. Sono 11 i referenti dei dipartimenti coinvolti e 16 gli amministrativi». A sostengo dell’iniziativa dell’Università è sceso in campo anche l’Ersu che ha assicurato il proprio contributo per la fornitura dei libri di testo. In queste settimane vengono distribuiti i libri acquistati proprio grazie ai fondi erogati dall’Ersu di Sassari, partner fondamentale per l’attuazione del progetto. Tra le conferme del 2019 ce n’è una che riguarda Alghero.
Per il secondo anno consecutivo, infatti, grazie alla collaborazione della direzione penitenziaria, verrà realizzato un corso di 8 seminari mensili richiesto dai detenuti e progettato insieme a loro per esplorare le potenzialità e le criticità del comparto ittico (lo scorso anno l’attenzione era stata rivolta al settore agro-zootecnico). E il 2019 sarà anche un anno importante perché l’Università dedicherà tempo e risorse per attività di comunicazione, formazione e informazione. «Non consideriamo i i 50 iscritti un punto di arrivo ma un punto di partenza, in un'ottica di miglioramento continuo delle proprie politiche di inclusività destinate ad utenze con esigenze specifiche, tra le quali appunto gli studenti in regime di detenzione – ha detto il rettore Massimo Carpinelli – . In questo ambito saranno anche potenziate le sinergie con gli altri 28 atenei italiani che realizzano attività di didattica in ambito penitenziario»

Bando per 23 tutor, scade domani
SASSARI. Per sostenere gli studenti detenuti, l'ateneo ha messo in moto le risorse derivanti dal fondo premiale da 220mila euro ricevuto (unico ateneo in Italia ad avere ottenuto questo riconoscimento) nel 2018 dal Miur. Il bando per 23 posizioni da tutor scade il 15 gennaio alle 12 ed è pubblicato sul sito dell'Università di Sassari: https://www.uniss.it/bandi/bando-23-contratti-di-tutor-il-polo-universitario-penitenziario-pup-n ellambito-del-progetto-miurpup2018.
L’invito a partecipare è rivolto a tutti coloro che ne hanno i requisiti. La selezione dei tutor rientra nella programmazione messa a punto – e sostenuta ormai da una valida esperienza – per assicurare ai detenuti-studenti iscritti la possibilità di seguire gli studi con il sostegno necessario. Le risorse destinate e l’impegno profuso per dare sempre maggiore forza al polo universitario penitenziario fanno dell’ateneo sassarese uno dei primi punti di riferimento a livello nazionale.

 

RASSEGNA STAMPA di SABATO 12 GENNAIO 2019


7 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 12 dicembre 2019 / La mia Isola / Storia – Pagg. 2/3
HO FATTO IL TEST DEL DNA
E ho scoperto 196 cugini nel mondo

Questi esami stanno rivoluzionando il modo in cui percepiamo la nostra presenza sulla terra e i legami con tutti gli altri uomini. Parla l’esperto di genetica delle popolazioni Paolo Francalacci, docente a Cagliari: «Abbiamo tutti un antenato comune, siamo tutti parenti»
«Federico, sei pronto a scoprire le tue origini?». Clicco sul pulsante "Sì", in un istante appare un mappamondo e in sequenza si colorano la Sardegna, la Grecia, la Spagna e il Nordafrica. Non ho il tempo di riprendermi dalla notizia, che appare un altro avviso: «Ora vuoi sapere i nomi dei tuoi cugini sparsi per il mondo?». Prima di continuare il racconto di questa mia avventura nel mondo del Dna e delle mie origini etniche, però, è meglio ripartire dall'inizio. La fotografia digitale ha rivoluzionato il mondo dei ricordi. I social network, salvo eventi apocalittici o fallimenti clamorosi, sono destinati a trasformarsi nel grande archivio delle nostre vite. I momenti felici, i viaggi, i giorni di Natale e le vacanze estive, resteranno nella memoria digitale di Facebook, Instagram, Google e simili, a disposizione dei nostri figli, nipoti, pronipoti e così via finché qualcuno sarà ancora interessato alle nostre vite. Guardare le foto in bianco e nero dei nonni, oltre a farci provare nostalgia e tenerezza, fa scattare in noi molte domande. Com'erano le loro vite? Com'erano i loro genitori? Ma, soprattutto, come si chiamavano? Avevano cugini, zii? Insomma, il passato della nostra famiglia, misterioso e senza grandi tracce, diventa improvvisamente interessante. Purtroppo, in molte famiglie, la memoria degli avi si ferma a un paio di generazioni. Dagli archivi ai siti Fino a poco tempo fa, chi voleva ricostruire il proprio albero genealogico, dopo avere interrogato tutti i parenti in vita, doveva armarsi di pazienza e andare a spulciare gli archivi dell'anagrafe, della parrocchia, e via dicendo. Chiaramente ben pochi arrivavano a tanto. Oggi, in aiuto degli appassionati di genealogia, sono nati numerosi siti web che consentono di ricostruire il proprio albero genealogico, consultando milioni di documenti archivistici, e trovare eventuali "agganci" o parentele incrociando i dati degli alberi genealogici caricati dagli altri utenti sul web. Così, se in due "alberi" c'è una persona in comune, la ricostruzione delle parentele si può ampliare in modo esponenziale. Ma in aiuto degli appassionati di genealogia, negli ultimi anni, è arrivato uno strumento potentissimo e quasi fantascientifico: la genetica. Con un semplice test del Dna si possono trovare parenti sparsi per il mondo e si possono scoprire le proprie origini etniche. I siti web che offrono questo tipo di servizio sono diversi, io ho scelto MyHeritage, uno dei più noti in questo campo. Mi sono registrato, ho creato il mio albero familiare e caricato tutte le informazioni che avevo sui miei parenti viventi e sugli antenati, e poi, con un "investimento" di 59 euro, all'inizio del novembre del 2018 ho ordinato il kit per il test del Dna. Con il dubbio di avere buttato via i miei soldi, ho atteso pochi giorni e finalmente ho ricevuto la scatola con tutto l'occorrente per la raccolta del mio Dna. Due tamponcini da passare sulle pareti interne delle guance e due provette. Dopo avere raccolto il mio "materiale", l'ho imbustato e spedito in Texas con la posta prioritaria internazionale. A quel punto è iniziata l'attesa e la curiosità. Cosa avrebbe svelato il mio test? Cosa avrei scoperto delle mie origini? Dalle informazioni raccolte in casa, sicuramente avrei scoperto tracce in Sardegna e nel Nord Italia. Avrei trovato qualche cugino in America o in Australia? Attesa snervantePiù passavano i giorni e più l'attesa si faceva persino snervante. Anche perché dopo un mese i miei campioni non erano neppure stati ricevuti dal laboratorio. Finalmente, verso metà dicembre è arrivata l'email da MyHeritage: «Abbiamo ricevuto i tuoi campioni, ora verranno analizzati». I risultati sarebbero dovuti arrivare all'inizio di gennaio, ma il 27 dicembre, con diversi giorni di anticipo, è arrivata la tanto attesa email: il tuo test è pronto, collegati per scoprire le tue origini. Notizia mica da poco. Con un semplice clic avrei scoperto il mio passato, le mie origini genetiche e, forse, avrei trovato parenti lontani. Per una cosa del genere non va bene il display di uno smartphone, ci vuole una sedia, una scrivania e il monitor di un computer. Il momento è davvero solenne. Così, davanti al mio pc ho riaperto l'email e ho cliccato. I risultati sono arrivati all'istante. La Sardegna si è colorata di viola: «Sardo, 56,9 per cento». Poi si è colorata di rosso la Grecia: «Greco al 21,4 per cento». E ancora, è diventata arancione la Spagna: «Iberico, 16,3 per cento». E infine, si è colorato di verde tutto il Nord Africa: «Nordafricano, 5,4 per cento». Il cervello, con questo sovraccarico di informazioni, è andato per un attimo in tilt. Poi qualcosa come un milione e mezzo di punti di domanda hanno iniziato a lampeggiare sopra di me, sulla scrivania, nella stanza, in tutta la casa. Greco??? Nordafricano? Iberico? Cioè, sardo va benissimo. Anzi, il 56,9 per cento è molto. In un attimo mi sono sentito più vicino alla mia terra meravigliosa, come se una nuova radice fosse spuntata dalle mie piante dei piedi e si fosse infilata tra le rocce di tufo di Sassari e quelle di scisto di Stintino, passando per le zolle di terra intorno al nuraghe di Santu Antine e alle scogliere della costa di Baunei. Ma greco, iberico e nordafricano? Ho chiamato mio padre: «Abbiamo parenti in Grecia? In Spagna? In Tunisia?». Risposta negativa. La Spagna ci sta, con i 500 anni di dominazione spagnola. Anche il Nord Africa, a pensarci bene, con tutti i contatti avvenuti nei secoli, a partire dai fenici. Ma perché non c'è traccia di Dna italico? I miei parenti piemontesi e quelli liguri dove sono finiti? E l'origine francese di mia nonna? Finito il tour tra le mie origini etniche, è apparso un altro pulsante: "Corrispondenze Dna". Stordito dai primi risultati, mi ero dimenticato dell'obiettivo principale della ricerca: trovare parenti sparsi per il mondo. La mia aspettativa non è rimasta delusa, anzi, ancora una volta il mio cervello è andato in tilt: «Hai 196 parenti lontani: 55 negli Stati Uniti, 25 in Francia, 23 in Italia, 14 in Germania, 5 in Gran Bretagna, 4 in Australia, 4 in Brasile... e così via». Ho iniziato così a scorrere la lista dei nomi, e tra decine di cognomi stranieri ne ho visti tanti sardi, nessuno però che fosse presente nel mio albero genealogico, anche andando indietro di tre generazioni. StordimentoDopo lo stordimento iniziale e la comunicazione, sul gruppo whatsapp di famiglia, di questa novità sulle nostre origini (che a quanto pare ha messo in agitazione solo me) e sui 196 cugini sparsi per il globo, il giornalista che è in me ha iniziato a razionalizzare e a pretendere chiarimenti. Così, ho contattato un luminare della genetica, il professor Paolo Francalacci, livornese trapiantato in Sardegna, professore associato di genetica all'università di Cagliari, dopo tanti anni all'università di Sassari. Francalacci spiega argomenti difficilissimi in modo semplicissimo, alla Alberto Angela, si potrebbe dire oggi. Ho scoperto così che i risultati di questi test del Dna sono attendibili, ma quello di MyHeritage, essendo nato per rintracciare parenti, non è approfondito e dettagliato come quello, per esempio, del National Geographic, e che in parte si basa anche sui dati raccolti proprio da Francalacci. Su MyHeritage non c'è un quadro temporale, non viene mostrato a quale epoca risale l'appartenenza alle varie etnie. Ho scoperto, fra l'altro, che il gruppo iberico abbraccia non solo la penisola Iberica ma arriva fino all'Italia (ecco i miei parenti del Nord Italia) e alla Francia (ecco spuntare mia nonna). La parte greca può essere legata all'arrivo delle popolazioni attraverso i Balcani, dopo l'era glaciale, quella iberica non solo alla dominazione spagnola, ma anche ai legami che i sardi hanno con i baschi. Sul fronte dei vari parenti, che sul sito di MyHeritage risultano tra il quinto e il nono grado, ancora una volta il professore di genetica ha fatto chiarezza: al nono grado siamo praticamente tutti cugini. Tornando indietro nel tempo, si arriva sempre a trovare un antenato in comune. La fotografia digitale ha rivoluzionato il mondo dei ricordi. Il test del Dna sta rivoluzionando il modo in cui percepiamo la nostra presenza sulla terra e i legami con tutti gli altri uomini. Abbiamo tutti un antenato comune, siamo tutti parenti, cugini. Per esempio, siamo cugini degli astronauti che galleggiano senza gravità nella Stazione Spaziale Internazionale, ma siamo anche cugini di quelli che galleggiano su una carretta del mare tra l'Algeria e la Sardegna, sperando di non morire. Siamo cugini degli uomini più ricchi del mondo, ma anche delle povere nigeriane schiave del sesso che incrociamo la notte tornando a casa dalla zona industriale di Sassari. Ma non diciamolo a voce troppo alta, che siamo tutti parenti, perché qualcuno si potrebbe spaventare.Federico Spano, sardo, greco, iberico e nordafricano.


La ma Isola / Storia – Pagina 3
LA SCOPERTA
GLACIAZIONE: IL LEGAME CON I BASCHI

Il legame tra la Sardegna e la zona basca, a sud della Francia e a Nord della Spagna, risale al periodo del Neolitico. Gli studi di genetica, infatti, hanno confermato ciò che da tempo si sospettava grazie alle somiglianze tra numerosi termini baschi e tanti toponimi della Sardegna. «Il 45 per cento dei sardi - spiega il professor Paolo Francalacci, docente di Genetica all’università di Cagliari -, ha nel proprio Dna un cromosoma particolare nato nei Paesi Baschi durante l'ultima glaciazione. Non è un caso, che esistano tutt'oggi legami con quella terra anche dal punto di vista linguistico, con molti nomi di paesi simili tra l’isola e la zona basca». (f.s.)
 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 12 dicembre 2019 / Sassari - Pagina 27
Università, il 15 lectio magistralis della direttrice d'orchestra
IL RETTORE: INIZIAMO PRONTI A VINCERE TANTE NUOVE SFIDE
L'anno accademico si aprirà con Puccini raccontato da Venezi

di Antonio Meloni
SASSARI Quattro secoli e mezzo portati con stile e la consapevolezza di giocare sempre il ruolo delle istituzioni importanti. Forte di una serie di risultati che lo collocano ai vertici delle classifiche nazionali, l'ateneo turritano si prepara a inaugurare l'anno accademico numero 457. Il 15 gennaio prossimo l'aula magna del rettorato farà da cornice alla cerimonia che avrà come ospite d'onore il maestro Beatrice Venezi, giovane e apprezzata direttrice d'orchestra, toscana, grande conoscitrice e interprete di Giacomo Puccini. L'evento è stato presentato ieri alla stampa, nella sala Milella del rettorato, dal rettore Massimo Carpinelli affiancato dal prorettore vicario Luca Deidda, dal delegato alla divulgazione scientifica, Roberto Furesi, e dal nuovo direttore generale Cristiano Nicoletti. «Ho scelto Beatrice Venezi - ha spiegato il rettore Carpinelli - perché nonostante i suoi 29 anni, ha già una grande esperienza e dimostra che con il talento si possono raggiungere alte vette anche in giovane età». Durante l'incontro con i giornalisti, Carpinelli ha tenuto a rimarcare che «Grazie agli ottimi risultati raggiunti e una oculata gestione di bilancio, l'Ateneo ha potuto completare la stabilizzazione di 65 dipendenti del personale tecnico-amministrativo e di circa cento docenti tra associati e ordinari». Tra gli obiettivi per il prossimo anno, l'incremento dell'internazionalizzazione, dei servizi e degli spazi agli studenti, come ha evidenziato anche il direttore generale Cristiano Nicoletti durante la sua prima uscita: «Puntiamo principalmente su semplificazione e dematerializzazione - ha detto - ma anche sulla qualità dei servizi perché siamo convinti che queste siano caratteristiche in grado di fare la differenza rispetto alle altre realtà». Dal prossimo anno accademico, inoltre, potrebbe esserci una novità importante, la riattivazione della laurea in Scienze motorie che, ha spiegato il rettore Massimo Carpinelli: «Rappresenta la risposta a una specifica richiesta che ci arriva direttamente dal territorio visto che attualmente molti studenti sono costretti a iscriversi fuori. Riportarli a casa è una delle nostre priorità». Martedì 15 gennaio, dunque, la cerimonia si svolgerà, a partire dalle 11, nella storica sede di piazza Università. In apertura, dopo l'ingresso del corteo accademico, è prevista la relazione del rettore Massimo Carpinelli. A seguire, l'intervento di Riccardo Zallu in rappresentanza del personale tecnico-amministrativo e quindi dello studente marocchino Saidi Ayoub, ormai cittadino italiano, che dopo avere preso la laurea in scienze infermieristiche, studia per diventare medico. Spazio poi alla lectio magistralis di Beatrice Venezi, con ka giovane e apprezzata direttrice d'orchestra toscana che parlerà di: «Giacomo Puccini: l'attualità e la modernità della tradizione».Partecipano alla cerimonia anche le associazioni goliardica turritana e coro dell'Università. L'evento potrà essere seguito integralmente in diretta web streaming sul sito dell'università di Sassari www.uniss.it grazie al Laboratorio Reporters Tv.Inoltre, con l'hashtag ufficiale #uniss457, la cerimonia sarà divulgata sui canali social dell'Università: Facebook, Twitter, Instagram e Youtube, in piena linea con la nuova linea di comunicazione preannunciata dal nuovo direttore generale Nicoletti sulle pagine del nostro giornale.L'Ateneo turritano è classificato tra le università di media grandezza, può contare su un corpo docente di seicento unità, quattrocento nel personale tecnico-amministrativo per una popolazione studentesca di 13.600 studenti (1000 in più rispetto al 2014) spalmati su dieci dipartimenti.
 

9 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 12 dicembre 2019 / Primo piano - Pagina 5
Chessa: ora la Regione potrà reclamare anche i fondi degli anni precedenti
Il giurista: successo molto importante

SASSARI Per il costituzionalista Omar Chessa, ordinario dell'università di Sassari, «la pronuncia della Consulta è importante, per più ragioni». Innanzitutto, spiega il professore, per la Corte «la legge di bilancio per l'anno finanziario 2018 è incostituzionale nella parte in cui riconosce solo 15 milioni di euro alla Regione sarda. Occorreva invece prevedere una quantità di risorse ben più grande e comunque adeguata. Ovviamente con una sentenza non si può determinarne l'ammontare preciso e occorre perciò un nuovo accordo finanziario tra Stato e Regione. Però la Corte indica quali elementi si dovranno considerare: la proporzione tra funzioni esercitate dalla Regione sarda e risorse disponibili, gli svantaggi strutturali permanenti e il ritardo dello sviluppo economico dovuto all'insularità». La regione potrà reclamare oltre ai 285 milioni di accantonamenti del 2018 anche quelli degli anni precedenti? «Non c'è dubbio. La Corte, infatti, richiama lo Stato al dovere di restituire gli accantonamenti «in conformità alla sentenza n. 77 del 2015», finora rimasta inattuata, nonostante siano passati più di tre anni: circostanza che i giudici costituzionali definiscono «biasimevole». Finalmente viene riconosciuto il principio di insularità? «Già l'art. 27 della legge 42 del 2009 dice che i «costi dell'insularità» sono un elemento della complessiva ponderazione attraverso la quale si definisce il contributo della regione speciale agli obiettivi generali di finanza pubblica. Peraltro la stessa norma dichiarata incostituzionale riconosce alla Sardegna i 15 milioni proprio «in considerazione del ritardo nello sviluppo economico dovuto all'insularità»: sta di fatto però che con soli 15 milioni si può fare ben poco contro il gap della condizione insulare. È una somma palesemente incongrua e quindi "irragionevole" rispetto al bisogno che dovrebbe fronteggiare». Questa sentenza stabilisce il principio di solidarietà tra le regioni?« Questo non è detto a chiare lettere. Tuttavia è quanto, a mio avviso, si evince dall'art. 27 della legge 42 del 2009, che stabilisce i criteri in base ai quali si deve determinare il contributo delle regioni speciali agli obiettivi di risanamento della finanza pubblica. E tra questi criteri figurano anche i livelli di reddito pro capite, i costi dell'insularità e in genere gli svantaggi strutturali. Il che comporta che le regioni più deboli debbono, proporzionalmente, contribuire in misura inferiore rispetto alle regioni più forti». (g.z.)

Questionario e social

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