Lunedì 7 gennaio 2019

07 gennaio 2019

L'Unione Sarda

RASSEGNA STAMPA di LUNEDÌ 7 GENNAIO 2019


1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 7 gennaio 2019 / Prima (Pagina 1 - Edizione CA)
CAGLIARI. Maxi-canone per 29 anni
Campus universitario, l'hotel Moderno in permuta

Chi si aggiudicherà il secondo lotto del Campus universitario di Cagliari riceverà un canone annuale per 29 anni, la gestione dei servizi e l'ex albergo Moderno in permuta. ARTIZZU A PAGINA 12

Prima Cagliari (Pagina 12 - Edizione CA)
VIALE LA PLAIA. Via libera della Regione per il project financing di mense e palestre per gli studenti universitari
CAMPUS, SECONDO LOTTO DA 120 MILIONI DI EURO
L'ex hotel Moderno di via Roma e 3,9 milioni per 29 anni in cambio dei lavori e della gestione

Un canone annuale, la gestione dei servizi e l'ex albergo Moderno in permuta. La gara per la realizzazione del secondo lotto del Campus universitario di viale La Plaia inizia a prendere forma. L'Ersu, ente strumentale della Regione che gestisce le offerte per gli studenti, non avendo la disponibilità economica di 30 milioni di euro, ha deciso di procedere nell'assegnazione dell'appalto attraverso il project financing : il vincitore avrà a disposizione circa 120 milioni di euro (compresa la cessione dell'immobile di via Roma) per realizzare il progetto e gestire mense, parcheggi e manutenzioni degli stabili per 29 anni.
IL SECONDO LOTTO  Non c'è dubbio, la torta è molto appetitosa, ma per aggiudicarsela è necessario avere mezzi economici, tecnici e finanziari di primo livello. Il progetto prevede la realizzazione di altri 300 posti letto distribuiti in due edifici, della mensa, della palestra e dell'arredo della piazza. Con 25 milioni di euro sarà demolito l'edificio industriale dell'ex Sem e al suo posto saranno realizzati l'auditorium, la biblioteca, l'archivio, il completamento dell'info point su viale La Plaia e la sistemazione definitiva dell'ingresso. A chi si aggiudicherà i lavori, a parziale coperture delle spese, sarà ceduto l'edificio di via Roma (Palazzo Vivanet, ex Hotel Moderno) che sino a pochi anni fa ospitava una Casa dello studente e che ha necessità di importanti lavori di adeguamento.
I PASSAGGI  Con il primo lotto da 240 posti letto, 530 posti auto e spazi a disposizione degli studenti Ersu, Regione e Università sono convinti di poter soddisfare la richiesta dei ragazzi sardi fuori sede. Con il secondo lotto, invece, c'è l'aspirazione per niente velleitaria di attrarre nel capoluogo della Sardegna (che vanta un clima e una qualità della vita superiore alla media) gli studenti della Penisola e, perché no, del resto d'Europa. «In questi mesi abbiamo studiato un progetto economico finanziario secondo il quale la realizzazione del secondo lotto va affidata a un privato», spiega il presidente dell'Ersu Gian Michele Camoglio. La Regione, con la legge 40 del 5 novembre dell'anno scorso, ha autorizzato il project financing stanziando 1,5 milioni di euro per il 2021 e 3,9 milioni all'anno per 29 anni. «A queste coperture economiche va aggiunta la cessione dell'ex Casa dello studente di via Roma (Palazzo Vivanet) chiusa da anni e che necessità di importanti interventi di ristrutturazione, non più utile dopo la costruzione del Campus. Stimiamo - aggiunge Camoglio - il valore di mercato dell'immobile (l'edificio di prestigio di via Roma) in circa 6,5 milioni di euro». Il privato che vincerà la gara dovrà realizzare l'opera e rientrare in possesso dell'investimento con la gestione dello stabile.
I TEMPI  I soldi ci sono, le procedure burocratiche sono a buon punto. «Presto presenteremo il “Documento preliminare per la progettazione” ed entro l'anno la gara sarà pronta. Se tutto fila liscio - conclude Camoglio - entro il 2021 il secondo lotto sarà a disposizione degli studenti».
Andrea Artizzu

 

2 - L’UNIONE SARDA di lunedì 7 gennaio 2019 / Prima Cagliari (Pagina 12 - Edizione CA)
Il capitolato
STUDENTATO DA 240 POSTI LETTO

Il 27 dicembre sono stati consegnati i lavori del primo lotto. Sono scattati da allora i 240 giorni lavorativi (circa due anni di calendario) fissati dal capitolato d'appalto entro i quali la società Pellegrini dovrà realizzare un edificio da nove piani (circa 10 mila metri cubi) con 240 posti letto, moderne aree studio, il parcheggio sotterraneo a due piani che potrà ospitare sino a 530 auto, tutte le opere di urbanizzazione primaria e le sistemazioni esterne. Il primo step è la ricerca, con relativa bonifica, di ordigni bellici risalenti all'ultima Guerra. Successivamente sarà necessario procedere all'analisi del terreno per scoprire se ci sono materiali inquinanti nelle demolizioni e negli scavi che poi dovranno essere conferiti in discarica. Non tutta l'opera sarà completata nel primo lotto. Le strutture da realizzare nel secondo step non saranno aree abbandonate o di cantiere ma diventeranno spazi destinati all'attività sportiva. (a. a.)

 

3 - L’UNIONE SARDA di lunedì 7 gennaio 2019 / Agenda (Pagina 15 - Edizione CA)
SCUOLA. L'appuntamento è per venerdì dalle 18 alle 24
Gli studenti danno il via ai preparativi  per la “Notte nazionale dei licei classici”

C'è gran fermento nei licei classici cittadini: venerdì arriva il giorno, forse, più atteso dell'anno, la “Notte dei licei classici”, in programma venerdì dalle 18 alle 24. Sei ore nel corso delle quali i giovani, supportati dagli insegnanti, proporranno una serie di perfomance e di spettacoli.
LE SCUOLE  Giunta alla quinta edizione, la manifestazione coinvolge i tre licei classici cittadini, il Dettori, il Siotto e l'Euclide. Studenti al lavoro anche se poco trapela dagli istituti: i ragazzi puntano a sorprendere i visitatori che trascorreranno le loro serate all'interno di quegli istituti. Per il Dettori e il Siotto sarà anche giornata di open day, nel corso della quale saranno presentate le offerte formative agli studenti delle medie che otterranno la licenza alla fine dell'anno scolastico.
LE PROPOSTE  Nessuna anticipazione, si diceva, nelle pagine dei siti web di Dettori e Euclide (la scuola di via Ligas propone il programma generalista presente nel sito ufficiale della manifestazione), il Siotto ha visto pubblicato nel suo spazio virtuale tutto il programma: dopo i saluti del dirigente scolastico, della rettrice Maria Del Zompo e del sindaco Massimo Zedda, si parte con la conferenza “Nutrire il corpo, nutrire la mente: miti e riti alimentari nel mondo classico” di Donatella Puliga, docente nella facoltà di Lettere di Siena. Poi, spazio a reading di testi classici, spettacoli musicali e di danza. E ci sarà anche l'intervento di un'altra scuola, l'Ipsar Gramsci di Monserrato che ha organizzato il momento conviviale. In programma appuntamenti legati alla città (come “La Grotta della Vipera: una storia d'amore nella Cagliari antica” a cura della VD) e approfondimenti su temi attualità (alle 17.45 ci sarà il flash mob a cura delle studentesse e degli studenti che frequentano il corso sulle relazioni di genere).
L'INIZIATIVA  Nata da un'idea di Rocco Schembra, docente di latino e greco al liceo classico Gulli e Pennisi di Acireale (Catania), la “Notte dei licei classici” ha catturato, sin dal suo primo apparire, l'attenzione dei media e ottenuto l'approvazione ministeriale.

 

 

4 - L’UNIONE SARDA di lunedì 7 gennaio 2019 / Prima (Pagina 1 - Edizione CA)
SPOPOLAMENTO. Flat tax al 7% per chi si trasferisce
Nell'Isola il Paradiso dei pensionati

La Sardegna sarà terra di attrazione per i pensionati che vivono fuori dall'Italia. È una delle norme della manovra approvata a fine anno: l'obiettivo è richiamare abitanti in zone a rischio spopolamento. Dunque, flat tax al 7% sul reddito percepito, a condizione che si trasferisca la residenza in un comune con popolazione non superiore a 20mila abitanti in una regione del Sud. E le maggiori entrate per il bilancio dello Stato saranno versate in un Fondo per le Università del Mezzogiorno. Ma nell'Isola la misura fa storcere il naso a molti. C. COSSU A PAGINA 5

Regione (Pagina 5 - Edizione CA)
SPOPOLAMENTO. Farina (Fnp Cisl): noi contrari
L'Isola sogno fiscale con la tassa al 7% per i pensionati La misura approvata con la manovra
GLI INTROITI DESTINATI ALLE UNIVERSITÀ

Le risorse che arriveranno nelle casse dello Stato con la flat tax per i pensionati, confluiranno in un Fondo per il finanziamento di Università del Sud con almeno un dipartimento in discipline tecnico-scientifiche e sociologiche, per forme di sostegno agli studenti, per assegni di ricerca e per studi sullo sviluppo del Mezzogiorno.
Ora è legge: la Sardegna sarà terra di attrazione per i pensionati che vivono fuori. È una delle norme della manovra del governo gialloverde approvata a fine anno: l'obiettivo è richiamare abitanti in zone a rischio spopolamento. Una misura che fa storcere il naso a molti.
IL PROVVEDIMENTO  I pensionati residenti all'estero da almeno cinque anni e che scelgono di trasferirsi nel Sud Italia, possono godere di una “flat tax” al 7%. La tassa forfettaria per gli anziani stranieri o per i sardi emigrati che tornano verrà applicata per cinque periodi d'imposta. Attenzione: per usufruire dell'agevolazione è necessario trasferire la propria residenza in Italia, in un comune con popolazione non superiore ai 20mila abitanti di una delle seguenti regioni: Sardegna, Sicilia, Calabria, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise, Puglia.
GLI OBIETTIVI  È stata la ministra per il Sud Barbara Lezzi a spiegare - pochi giorni prima di Natale durante un question time alla Camera - il fine di questa iniziativa: «Innanzitutto ripopolare i piccoli centri del Mezzogiorno. Non solo: gli introiti andranno al settore dell'istruzione». Nel provvedimento si specifica infatti che le maggiori entrate per lo Stato confluiranno in un Fondo per i poli universitari tecnico-scientifici, finalizzato al finanziamento a favore delle Università delle regioni interessate.
Prosegue la ministra: «Avremo l'arrivo di persone che per vivere investiranno le loro risorse nel territorio, e questo consentirà anche di sostenere la domanda interna per le regioni del Mezzogiorno, incentivando anche la permanenza dei giovani attraverso la destinazione delle risorse alla promozione degli assegni di ricerca e di dottorato».
GLI ALTRI PAESI  L'idea non è nuova. Ci sono molti paradisi fiscali per la terza età in Europa, già mete gettonatissime per chi vuole trascorrere una vecchiaia dorata. Il Portogallo ad esempio, dove la pensione è detassata per dieci anni e il costo della vita è molto più basso rispetto al nostro Paese, poi le Canarie, la Tunisia, Malta, Cipro, che in un modo o nell'altro sono attentissimi alla silver economy . Il Crei (Comitato regionale emigrazione e immigrazione) delle Acli della Sardegna sta portando avanti uno studio sulle buone pratiche contro lo spopolamento, confrontando gli incentivi fiscali in diversi Stati per capire cosa si può applicare anche in Sardegna.
I CONTRARI
È un tema che alimenta sempre un grande dibattito: si sono già detti contrari, tra gli altri, la Uil pensionati e l'Usb. Anche la Cisl si oppone: «Significa avere pensionati di serie A, provenienti da altre nazioni, e di serie B, residenti in Sardegna per i quali non ci saranno sconti e agevolazioni, ma una tassazione normale», sottolinea Adalberto Farina della Fnp.
Interviene anche Pier Franco Devias, leader del movimento Liberu: «Non credo che, in una terra popolata di anziani come la nostra, la soluzione allo spopolamento venga dal trasferimento di pensionati. A noi sardi servono misure che mirino a far restare qui i giovani, fino ad attirarne di altri. Serve lavoro e forza lavoro giovane, serve una politica capace di creare ricchezza, sviluppo, benessere».
Cristina Cossu

 


RASSEGNA STAMPA di DOMENICA 6 GENNAIO 2019

 

1 - L’UNIONE SARDA di domenica 6 gennaio 2019 / Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
IL DOCENTE. Il monito di Fabio Pinna, archeologo dell'Università di Cagliari
«Bisogna sostenere la rete culturale dei piccoli paesi»

La cosa migliore, avvisa il professor Fabio Pinna, ricercatore di archeologia dell'Università di Cagliari, «sarebbe quella di riuscire a trasformare il buon risultato di strutture più grandi, come quelle del circuito statale, a vantaggio delle minori». Il museo archeologico di Cagliari, per esempio. «Con il suo patrimonio in esposizione e le sue iniziative potrebbe fare da assaggio per chi volesse conoscere l'archeologia della Sardegna, prima porta dentro un sistema integrato che dovrebbe comprendere anche i musei e i siti archeologici dei piccoli centri».
È «la rete minore», il tesoro da tutelare. La miriade di minuscoli presidi culturali e storici disseminata in tutta la Sardegna che «svolgono anche la funzione di avamposti nei paesi dove lo Stato ha cancellato servizi come la scuola, l'ufficio postale, la caserma dei carabinieri». Si deve fare sistema, avvisa il professor Pinna. «Le strutture più grandi hanno maggiori risorse, capacità organizzative e di comunicazione. Capacità di cui, dentro un sistema integrato, potrebbero beneficiare anche i musei minori». Spesso, questi ultimi, gestiti da cooperative di giovani «molto preparati» che però non hanno i soldi neanche per sistemare un cartello nella strada o per promuovere un evento. «I piccoli musei sono presidi salvavita per i paesi».
(p.s.)

 

2 - L’UNIONE SARDA di domenica 6 gennaio 2019 / Prima (Pagina 1 - Edizione CA)
IL COMMENTO
All'ombra delle bandiere

Aldo Berlinguer
Spira forte il vento elettorale, si moltiplicano gli slogan, impazzano le false promesse, impera un'imbarazzante vacuità. L'impressione è che chiunque vincerà (non essendoselo prefissato) non riuscirà a combinare nulla di concreto. Continuano a sventolare, in (quasi) tutti gli schieramenti, le bandiere di destra e sinistra: sempre utili ad orientare gli elettori. Se non altro hanno il pregio dei cartelli stradali: non si sa chi li ha messi, se sono veritieri ma, nel dubbio, conviene seguirli. Tornano così a mente le lunghe discussioni che, sin da bambini, si facevano sull'essere di destra o di sinistra. Discussioni molto spesso tra sordi, rivolte com'erano ad affermare la propria verità piuttosto che ad ascoltare quella altrui, facendosi largo tra i consueti pre-giudizi. Toccava ad esempio spiegare che essere di sinistra non significava abbracciare, come modello di vita, l'operaismo; rotolarsi gioiosi nel grasso dei motori, fare il bagno negli idrocarburi o giocare con le chiavi inglesi. Così come non poteva cavarsela chi, da destra, diceva: “Io sono per l'ordine”.
È venuto poi il tempo di spiegare, anche a chi si professava di sinistra, che per poter garantire servizi adeguati lo Stato doveva essere efficiente. Non poteva essere usato come occupatore seriale per aspiranti al posto fisso, né alimentare simili aspettative. Era del resto intuibile che uno Stato inefficiente avrebbe finito col diventare un nemico, dando ragione a chi sosteneva che di esso si poteva fare a meno, ridurlo al minimo e lasciar spazio al mercato. (...) SEGUE A PAGINA 44

Commenti (Pagina 44 - Edizione CA) Segue dalla prima
All'ombra delle bandiere
(...) Nel Mezzogiorno, in particolare, l'impresa era ancor più ardua. Ogni sforzo orientato a ottimizzare risorse, gestire meglio la macchina pubblica finiva col cozzare con lo spirito caritatevole del politico di turno che chiedeva di “dare una mano” a questo o quel bravo ragazzo, per superare un concorso, avvicinarsi a casa, ottenere una promozione.
Quanto poi alla spesa pubblica, spuntava sempre il povero Keynes, tirato per la giacca a giustificare imponenti investimenti pubblici, quasi mai produttivi, che da occasionali dovevano diventare permanenti. E l'economia, invece che stimolata, sopita per sempre: tanto ci pensa lo Stato. Così si sono costruiti ospedali per fare posto ai medici, Università per occupare docenti, opere pubbliche, a volte inutili, faraoniche e spesso incomplete. Col risultato che, oggi, sugli statalisti incombe l'onere di giustificare, specie al sud, strade chiuse, Facoltà deserte e ospedali che fanno vittime, invece di curarle.
È arrivato infine il tempo in cui occorre capire che (come diceva Eraclito) nulla resta uguale a se stesso, neppure il socialismo o il liberismo. Non è infatti la stessa cosa essere di sinistra o di destra nello Stato ottocentesco, nella UE, nella globalizzazione. Cambiano la dimensione spaziotemporale, il gioco e le sue regole. E spesso saltano tutti gli schemi, un po' come giocare una partita, in uno stadio, e vedere la gente scendere dagli spalti, entrare in campo e mettersi a giocare con te (o contro di te).
Ma questa necessaria riflessione politico-culturale non è mai stata intrapresa, né a destra né a sinistra. Basta leggere gli odierni programmi elettorali: sono fermi al secolo scorso. Tornano quindi comode, nella vacuità generale, le antiche bandiere, all'ombra delle quali si praticano sovente politiche opposte, o più spesso non-politiche. L'elettore è gabbato ma l'inganno funziona. Tocca quindi al cittadino affrontare le sfide di oggi, oltre i simboli, gli stornelli, le bandiere. E magari capire che chiedere più autonomia territoriale non è sovranismo di destra: è provare a gestire al meglio i propri beni pubblici; accogliere migliaia di giovani africani per abbandonarli nelle strade a fare i parcheggiatori abusivi non ha nulla di sinistra e rischia di alimentare il razzismo, non di scongiurarlo; dare un reddito assistenziale a chi resta a casa non lo aiuta a crescere professionalmente e alimenta il mercato nero, senza assicurazione, previdenza e senza gettito fiscale; assumere 12.000 persone per fare le pulizie nelle scuole (invece che docenti) significa mandare i propri figli a farsi candeggiare, non a farsi istruire.
Sono scelte di destra o di sinistra? No; di buon senso? Neppure. Populismo? Forse. L'Enciclopedia Treccani parla di “un atteggiamento ideologico che, sulla base di principi genericamente ispirati al socialismo, esalta in modo demagogico e velleitario il popolo come depositario di valori totalmente positivi”. Questa esaltazione non è casuale e produce i suoi frutti. Una volta acquisito il più vasto consenso, magari online, il gioco è fatto. Il politico, come ha ben spiegato James Buchanan (premio nobel per l'economia) non perseguirà il bene comune ma il proprio, in termini di immagine e di carriera. Cercherà di costruirsi una rendita di posizione e (spendendo i danari dei contribuenti, non i propri) lascerà il conto alle nuove generazioni. Pensiamoci dunque e valutiamo bene le forze politiche alla luce dei loro programmi concreti. Al buio le bandiere sono tutte uguali.
ALDO BERLINGUER,
PROFESSORE ORDINARIO UNIVERSITÀ DI CAGLIARI

 

3 - L’UNIONE SARDA di domenica 6 gennaio 2019 / Medio Campidano (Pagina 29 - Edizione CA)
VILLACIDRO
Un archivio con le tesi di laurea

Sviluppare il senso di appartenenza e approfondire gli studi sulla memoria villacidrese: questa la missione della “Banca dei saperi”, iniziativa culturale varata dall'amministrazione. La prima attività del progetto sarà catalogare e mettere a disposizione della comunità tutte le tesi universitarie realizzate dai cittadini villacidresi in ogni tempo, giungendo alla costituzione di un archivio. Il materiale raccolto sarà custodito e reso fruibile presso la biblioteca comunale, nei formati cartaceo e digitale. Successivamente - entro i primi mesi del 2019 - vedrà la luce un concorso che premierà nuove tesi di laurea e testi inediti di particolare interesse per quanto riguarda conoscenza, tutela, valorizzazione e sviluppo del territorio di Villacidro, sotto il profilo storico, economico, ambientale, culturale, linguistico e sociale. (ma. ca.)

 

4 - L’UNIONE SARDA di domenica 6 gennaio 2019 / Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
LA FESTA. Dalle 10 alle 13 attesa per la vecchina sulla scopa in via Sulis
Tutta la Befana minuto per minuto
Ecco gli appuntamenti di questa mattina per i più piccoli

Delle scarpe tutte rotte, già si sapeva. Non altrettanto, però, dei problemi al propulsore della scopa. La Befana passa sempre meno, nei luoghi di lavoro pubblici e privati (per i figli del personale) e negli ospedali. La Befana “vera”, s'intende, a cavallo di una scopa volante e carica di dolciumi. Alla vecchina diverse iniziative di associazioni e attività commerciali sono però dedicate, anche in contumacia: c'è il suo nome, ma non lei.
VIGILI DEL FUOCO  Ci hanno sempre tenuto molto, ma si sono arresi alle difficoltà organizzative per le loro feste con la Befana in piazza. Il settore Speleo alpino fluviale, che se n'è sempre occupato, non ce la fa a sbrigare tutta la burocrazia. Se però qualche altra organizzazione (come fa, ad esempio, la Pro Loco a Iglesias) si assume l'onere degli iter burocratici, i pompieri non vedono l'ora di riproporre l'appuntamento.
FORZE DELL'ORDINE La tradizione era viva per polizia, carabinieri e guardia di finanza, ma l'appuntamento per i figli degli appartenenti è ormai caduto in disuso. Era particolare quello della Polizia municipale: chi ha un'età ricorda che, nel periodo del 6 gennaio, la pedana del vigile moviere in piazza San Benedetto era “assediata” dai doni dei cagliaritani. Poi, evidentemente, l'autovelox deve aver rovinato il feeling tra vigili e città.
NEGLI OSPEDALI  Al Microcitemico, la festa della Befana per i bimbi ricoverati era organizzata dalla Polizia penitenziaria, grazie a una colletta. Stavolta gli agenti hanno deciso di anticipare l'iniziativa a Natale. Nello stesso ospedale, oltre che al Brotzu (nel reparto di Chirurgia pediatrica arriveranno anche i Re Magi), Befane meno vistose sono però inviate da associazioni di volontariato.
UNIVERSITÀ  Il circolo ricreativo Cruc aspetta i figli dei soci dalle 16 alle 20 nell'aula magna dell'ex facoltà di Scienze politiche: giochi e doni.
MARINA PICCOLA  Nuotata non competitiva alle 11 nel mare gelido (consigliata la muta). È dedicata alla Befana, ma in contumacia.
FIERA CAMPIONARIA La vecchina farà doni ai bambini durante l'Epiphany motors day marottosound.
MOLENTARGIUS  Befana al parco di Legambiente, Fiab, Infopoint Ets e Università della terza età di Quartu. A piedi, in bici o sul minibus elettrico, alle 9.30 escursione e poi si assiste al circo senza animali “Paniko”.
TUVIXEDDU  Senza Befana, ma a lei intitolata, la visita alle 10.30 alla necropoli fenicio-punica organizzata dal Percorsi alter-nativi. Poi degustazione.
GUARDIA COSTIERA  All'aeroporto militare di Decimomannu, venerdì, i bimbi hanno visto arrivare la Befana (un soccorritore marittimo) su un elicottero.
I COMMERCIANTI  Vecchina in arrivo dalle 10 alle 13 in via Sulis e in piazza San Giacomo.
Luigi Almiento

 

5 - L’UNIONE SARDA di domenica 6 gennaio 2019 / Sassari e Alghero (Pagina 42 - Edizione CA)
SASSARI. Due iniziative: un premio e uno spettacolo
Parità di genere, giornaliste avanti

Un premio sulla parità di genere e uno spettacolo teatrale sui temi delle discriminazioni. Sono le iniziative che saranno illustrate martedì alle 11 nella sede della Fondazione Sardegna, in via Carlo Alberto 7, a Sassari, durante la conferenza stampa della prima edizione del Premio regionale “Gianni Massa”, promosso dal Corecom Sardegna, in collaborazione con Giulia giornaliste Sardegna, associazione impegnata nel contrastare le disparità di genere legate agli stereotipi nei media e la cultura delle divisioni e delle disuguaglianze. Il Premio, intitolato al giornalista Gianni Massa, è suddiviso nelle tre sezioni “Giornalismo”, dedicato alla programmista e regista della Rai Piera Mossa, “Università” e “Scuola”, e si sviluppa in un percorso articolato che include anche il coinvolgimento degli studenti. Il 12 gennaio, al Teatro Verdi di Sassari, il debutto dello spettacolo “La conosci Giulia?”, produzione di Lucido Sottile con la regia di Tiziana Troja che ha esordito con un “tutto esaurito” nelle due date cagliaritane. Saranno presenti alla conferenza stampa, tra gli altri, il presidente del Corecom Mario Cabasino, la coordinatrice di Giulia giornaliste Sardegna, Susi Ronchi; la Fondazione di Sardegna, l'Università, i rappresentanti dell'Ordine dei Giornalisti e dell'Assostampa; Tiziana Troja delle Lucido Sottile. (c. fi.)


 

RASSEGNA STAMPA di SABATO 5 GENNAIO 2019


1 - L’UNIONE SARDA di sabato 5 gennaio 2019 / Commenti (Pagina 13 - Edizione CA)
I giovani eccellenti
Dalla nuova finanziaria si evince che sono previsti bonus che mirano ad incentivare l'assunzione di giovani eccellenze: agevolazioni per i datori di lavoro che assumono giovani laureati con 110 e lode e dottori di ricerca. La laurea dovrà esser conseguita dal 1° gennaio 2018 al 30 giugno 2019 e il neo-assunto non dovrà essersi laureato fuori corso. Per i dottori di ricerca, invece, bisognerà aver conseguito il titolo entro il termine di 35 anni di età. La volontà di valorizzare i famosi “cervelli” che, non trovando una sistemazione adeguata in Italia, spesso sono costretti ad emigrare nei paesi anglosassoni, appare commendevole anche perché il legislatore appartiene a quella categoria di italiani che non vanta titoli di eccellenza e preparazione culturale corrispondente. Naturalmente il senso di giustizia che alimenta l'animo umano non è determinato soltanto da chi può vantare un cursus honorum conforme, ma la traduzione in leggi e la gestione democratica del potere non può esimersi dal possesso di un patrimonio culturale consono. Se la volontà di valorizzare le eccellenze si adattasse anche a chi ci governa potremmo pretendere che gli italiani da noi scelti per rappresentarci nei più alti consessi sapessero rispettare la lingua nazionale. Purtroppo il panorama è sconfortante: davvero con gli strafalcioni lanciati nell'etere dalle labbra oppure digitati sulle tastiere dei dispositivi elettronici dai ministri e dai parlamentari negli ultimi anni si potrebbe mettere insieme un dizionario di una lingua nuova che sdogana un lessico volgare e sgrammaticato. Incentivare i giovani di valore non solo nel mondo del lavoro ma anche nell'impegno civile significherebbe creare una classe politica “'eccellente”.
Giovanna Casapollo

 

La Nuova Sardegna

RASSEGNA STAMPA di LUNEDÌ 7 GENNAIO 2019
 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 3 gennaio 2019 / Oristano e provincia - Pagina 17
Premio del Comune alle neo-laureate
Mogoro, l’amministrazione assegna il riconoscimento per l’ottavo anno
MOGORO  Per l’ottavo anno consecutivo il Comune ha voluto premiare i suoi giovani e promettenti laureati che hanno conseguito il titolo a pieni voti nel 2017. Dai fondi del bilancio comunale sono infatti stati stanziati 4.500 euro; 2.000 euro vanno alla prima classificata Federica Spanu, classe 1992, che ha conseguito con la votazione di 110/110 e lode il titolo di dottoressa in Archeologia e Storia dell’Arte all’Università di Cagliari con la tesi dal titolo “La facies archeologica di San Cosimo di Gonnosfanadiga-Sardegna (Bronzo Medio): analisi del complesso ceramico a partire dalla Olla a tesa interna”; seconda classificata, con un premio di 1.500 euro, Laura Frau, nata nel 1988, votazione massima con lode anche per lei e la sua tesi “Turismo responsabile e sviluppo locale: Viaggi e Miraggi e l’esperienza marocchina” conseguita all’Università di Cagliari col corso di laurea in Lingue moderne per la comunicazione e cooperazione internazionale; terza classificata (premio di 1.000 euro), Sara Marcias, classe 1991, laurea conseguita in Psicologia clinica all’Università di Torino con votazione di 110/110 e con una tesi dal titolo “Il fenomeno della resilienza. Un analisi prospettica dei processi di crescita e cambiamento”.



RASSEGNA STAMPA di SABATO 5 GENNAIO 2019

 

2 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 5 gennaio 2019 / Lettere e commenti - Pagina 29
LA FALSA IDEA DI NORMALITÀ E I FEMMINICIDI
Nel corso dell'ultima settimana la morte di Michela Fiori ha dato vita a un ampio dibattito sui giornali e sui social network, dal quale emergono almeno tre temi. Il primo è relativo all'opportunità di introdurre pene specifiche e maggiormente severe, quando non un vero e proprio trattamento differenziale degli autori. Il secondo ruota intorno al sistema di tutele per le donne vittime di violenza, ovvero alla proposta di politiche maggiormente efficaci. Il terzo tema si concentra sul ruolo del gioco patologico nella situazione specifica che ha portato all'omicidio di Alghero.Credo sia utile inquadrare questa discussione anche alla luce del lavoro di ricerca sulla violenza in Sardegna che portiamo avanti come Osservatorio sociale sulla criminalità. Se ci si sofferma sulla questione della pena, forse è vero che, come sostengono alcuni, un reato specifico eserciterebbe una funzione simbolica di riconoscimento pubblico della violenza di genere. Tuttavia, in termini di deterrenza o di prevenzione, l'aumento della pena non avrebbe probabilmente alcun ruolo, se non quello di appagare l'opinione pubblica. Specie se si pensa che molti di questi fatti si concludono con il suicidio dell'autore. Per contro, di fronte allo sgomento che questi omicidi suscitano, una riaffermazione dell'operato delle istituzioni esistenti appare fondamentale per affrontare l'angoscia collettiva. Sul piano delle politiche, infatti, è doveroso sottolineare i meriti della rete dei centri antiviolenza diffusi in tutto il territorio nazionale. Questa rete - che nasce da esperienze con una storia ormai quarantennale legata ai movimenti delle donne - non solo ha contribuito a estendere la consapevolezza rispetto alle violenze di genere, ma allo stesso tempo ha consentito la costruzione di metodologie di intervento efficaci, anche nell'Isola. Per questo sarebbe utile concentrare l'azione pubblica sul potenziamento di queste esperienze, visto che in molti casi la solitudine della donna pare un elemento comune nel processo che conduce al delitto. C'è qualcosa di più sul quale dovremmo orientare le nostre riflessioni. I dati sono noti: circa il 50% degli omicidi di donne sono compiuti da partner o ex partner, mentre nel caso degli uomini solo il 3,5% si consuma all'interno di una relazione. Pertanto i femminicidi nascono all'interno dei frammenti di relazioni amorose, quelle che nell'immaginario sentimentale degli italiani, come mostrato da Gabriella Turnaturi, occupano lo spazio dell'unica esperienza accessibile a tutti. È questa una delle ragioni per cui i femminicidi ci colpiscono profondamente, spingendoci però ad allontanare da noi l'idea che possano essere parte di ciò che consideriamo umano. Anche per questa ragione occorre considerare un'ulteriore questione, sottolineata più volte da Antonietta Mazzette, secondo la quale esiste un monopolio maschile della violenza. Vale a dire che la violenza viene agita dagli uomini in modo imparagonabile rispetto a quella posta in essere dalle donne. A questo proposito appare utile ricordare quanto sostenuto da Pierre Bourdieu in un noto saggio sulle disuguaglianze tra i generi. Così come le donne vengono sottomesse attraverso un lavoro di socializzazione che le addestra alle virtù negative dell'abnegazione, della rassegnazione e del silenzio, dice Bourdieu, «anche gli uomini restano prigionieri, e subdolamente vittime, della rappresentazione dominante», il che li spinge a dover continuamente dimostrare di essere veramente uomini imponendo, tra l'altro, un'attitudine diffusa all'esercizio della violenza. Piuttosto che pensare all'esistenza di mostri, potrebbe essere utile ripartire da qui per lavorare al cambiamento culturale di una falsa idea di normalità. di Daniele Pulino,
Ricercatore Osservatorio sociale sulla Criminalità, Università di Sassari

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie