Venerdì 4 gennaio 2019

04 gennaio 2019

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 4 gennaio 2019 / Agenda (Pagina 17 - Edizione CA)
ATENEO. Compensi anche per i servizi nelle biblioteche
Contributi per gli studenti universitari che aiutano i ragazzi con disabilità

Anche per quest'anno accademico l'Università seleziona, fra i propri iscritti, studenti disponibili a svolgere periodi di collaborazione a tempo parziale in biblioteche, aule e segreterie o per altre attività connesse ai servizi dell'Ateneo. Per partecipare alla selezione, gli studenti interessati devono compilare la domanda online, sul portale www.unica.it , cliccando su “Accedi” e successivamente su “Esse 3-Studenti e docenti”, oppure direttamente all'indirizzo https://unica.esse3.cineca.it/ entro il giorno di scadenza, fissata per lunedì 14 gennaio. A scelta degli studenti, spuntando l'apposita casella nella domanda, le prestazioni possono consistere anche in attività di sostegno agli studenti con disabilità e disturbi specifici di apprendimento (Dsa), in particolare per lo svolgimento dell'attività di “prendiappunti” o “aiuto allo studio” durante le lezioni e per la preparazione degli esami.
ORIENTAMENTO  Un'altra opzione consente agli studenti collaboratori di poter essere destinati al supporto delle attività di orientamento. In questo caso gli studenti dovranno possedere una conoscenza del funzionamento dei corsi di studio a cui l'azione di orientamento è diretta e dimostrare capacità relazionali e di comunicazione.
COMPENSI  I rapporti di collaborazione tra l'Università e gli studenti assegnati - che non determina in alcun modo un rapporto di lavoro subordinato e non dà luogo ad alcuna valutazione ai fini dei pubblici concorsi - saranno retribuiti con un compenso di 10 euro per ogni ora di effettiva collaborazione. Per le attività di sostegno agli studenti con disabilità e Dsa, e in particolare le attività di aiuto allo studio/prendiappunti il compenso orario è determinato in 12 euro. Ciascun studente non potrà superare un impegno complessivo di duecento ore e comunque per un massimo di quattro ore giornaliere, salvo eccezioni debitamente motivate dal responsabile della struttura.
BANDO E GRADUATORIE  Ai fini delle graduatorie e dell'assegnazione delle collaborazioni saranno assegnati punteggi per merito e in funzione del reddito.

 

2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 4 gennaio 2019 / Medio Campidano (Pagina 25 - Edizione CA)
GUSPINI. Andrea Usai, 24 anni, ha trovato occupazione all'estero
Il prof di spagnolo figlio dell'Erasmus

È un giramondo con la Sardegna sempre appesa al collo. Nella schiera di quei figli dell'Erasmus che lo scrittore Umberto Eco chiamava “giovani europei” c'è anche lui, Andrea Usai, 24 anni. «La mia è la strana avventura di uno studente di Lingue che dopo una storia fatta di fughe, ritorni e colpi di scena, è finito ad insegnare spagnolo in Spagna, dove vivo da quattro anni. Sono la prova che gli studi umanistici servono, eccome. E che a volte - aggiunge - salire sul primo aereo senza paura e senza guardarsi indietro non significa dimenticarci da dove proveniamo».
GIRAMONDO  Nella piccola città- gioiello nel cuore della Castiglia in cui vive, Salamanca, Andrea è tornato solo a novembre dopo due mesi passati tra i pousse pousse a due ruote, il grande mercato all'aperto e gli edifici in stile coloniale di Antisirabè (Madagascar) per un progetto di cooperazione allo sviluppo per portare la lingua spagnola in una scuola costruita dalle Suore Trinitarie di Valencia. «Mi porto dentro le mattine con i sorrisi dei miei piccoli studenti: per loro la gioia è un pallone e due pietre a fare da porte».
LA LAUREA  Nel 2013, dopo il diploma al liceo “Piga” di Villacidro, l'iscrizione in Lingue con il sogno di insegnare all'estero. «C'era chi mi diceva che la mia scelta non mi avrebbe portato da nessuna parte e che il titolo sarebbe stato inutile. Ho vinto una borsa di studio di 10 mesi per Salamanca e da lì è cambiato tutto. Una volta tornato dalla Spagna, ho anticipato la laurea di qualche mese e poi sono ripartito. Ottenuto il Master in Letteratura Spagnola, ho fatto domanda per quello di “Insegnamento dello spagnolo come lingua straniera”, pur sapendo che c'erano 40 posti e 400 aspiranti, perché si trattava del più prestigioso Master di spagnola al mondo. A mia sorpresa - prosegue - sono entrato ed è iniziata così una nuova fase della mia vita. Ho potuto così iniziare ad insegnare mentre studiavo, prima con piccoli gruppi d'Erasmus, poi in un'accademia ufficiale».
PORTE APERTE  E ora proprio quell'aereo che quattro anni fa ha portato Andrea Usai in Spagna, potrebbe condurlo ovunque. «Nei miei piani ci sono Usa, Francia, Repubblica Ceca, Cina e Australia. Tanti posti, ma manca l'Italia. La cosa strana è che qui verrei considerato un italiano che ha studiato spagnolo all'estero (ma che non ha nemmeno la specialistica italiana), mentre solitamente quando invio il mio curriculum negli altri Paesi vengo contattato in quanto docente madrelingua spagnolo. È una realtà strana da accettare, ma io l'ho fatto tanti anni fa. Dalla mia per fortuna ci sono i miei genitori, che mi supportano e mi videochiamano ovunque io sia, l'appoggio dei colleghi spagnoli che mi considerano uno di loro e la coscienza di essere ancora “un sardo in giro per il mondo”. Ai miei coetanei dico di seguire i propri sogni, ovunque vi portino».
Francesca Virdis

 

3 - L’UNIONE SARDA di venerdì 4 gennaio 2019 / Sassari e Alghero (Pagina 37 - Edizione CA)
Alghero
Sopralluogo

La deputata algherese del Movimento 5 stelle Paola Deiana compirà oggi alle 11.30 un sopralluogo a San Giovanni, nel sito di stoccaggio della posidonia spiaggiata. Con Deiana, saranno presenti anche la senatrice del Movimento 5 stelle Virginia La Mura, Gianni Russo, professore ordinario di Ecologia dell'Università degli Studi di Napoli Parthenope, Michele Comenale Pinto, professore ordinario di Diritto della navigazione dell'Università di Sassari e Paolo Mossone, direttore Imc di Oristano. (c.fi.)

 

La Nuova Sardegna

 

4 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 4 gennaio 2019 / Primo piano - Pagina 3
L'economista Pelligra: fenomeno dilagante. Martedì 8 la legge in Consiglio
Schiavi del gioco d'azzardo
in fumo 1,6 miliardi all'anno

di Silvia Sanna
SASSARI La sua battaglia contro il gioco d'azzardo l'ha iniziata quando un amico - buon lavoro, ottimo stipendio, cultura sopra la media - gli ha chiesto un prestito. Dopo qualche tempo quell'amico è finito nei guai con la giustizia e la verità è venuta fuori: i soldi gli servivano per giocare e per pagare i debiti di gioco, l'amico dal buon lavoro e l'ottimo stipendio era schiavo di slot e scommesse e la sua vita era finita in pezzi. «Irrecuperabile purtroppo, come quasi sempre accade a chi è affetto da dipendenza da gioco. Per questo è fondamentale evitare che accada lavorando sulla prevenzione». Vittorio Pelligra, 47 anni, professore di Politiche economiche all'università di Cagliari, ha insistito molto su questo aspetto durante l'audizione in commissione sanità: esperto di ludopatia e fondatore del gruppo Slotmob, è stato sentito in occasione della discussione della legge regionale sul gioco d'azzardo, il cui arrivo in aula è previsto l'8 gennaio. «Spero venga approvata - commenta Pelligra - così da colmare un grave ritardo».Professor Pelligra, quanto è diffuso il gioco d'azzardo in Sardegna?«Il fenomeno è esploso nell'isola come nel resto d'Italia e ha dimensioni enormi».È possibile quantificarlo?«Nell'ultimo anno i sardi hanno investito nel gioco 1 miliardo e 643 milioni, circa 100 milioni in più rispetto all'anno precedente. L'isola sta ai primi posti nella classifica nazionale ma non tanto per le somme giocate - più basse rispetto alle regioni più ricche - ma per il numero di macchinette e di nuove imprese legate al gioco. Per esempio la provincia di Nuoro è in testa per il numero di slot».La legge regionale può servire ad arginare il fenomeno?«Si, perché serve una cornice normativa per sostenere le iniziative di quei Comuni che sono scesi in campo contro il gioco d'azzardo stabilendo distanze e orari. L'assenza di una legge rappresenta un segnale di debolezza rispetto ai concessionari che sono una lobby potentissima».Quella che sta per approdare in Consiglio è una buona legge?«Io ho dato delle indicazioni che spero siano state recepite. Posso dire che c'è la volontà politica di approvarla ma le posizioni sono diversificate e sul tema ho notato una certa confusione. Per esempio a proposito del distanziometro, quando ho suggerito di inserire tra le zone sensibili - oltre a scuole e ospedali - anche i bancomat, qualcuno ha fatto una obiezione spiazzante: "Ma tanto se non ci sono soldi che senso ha". Affermazioni come questa dimostrano che il fenomeno non è compreso nella sua gravità».Quale è l'approccio corretto?«Il problema è duplice. Innanzitutto bisogna cercare di rovesciare la prospettiva: sino a quando in Italia ci sarà una cultura che giustifica il gioco e lo legittima, non si potranno ottenere risultati. L'azzardo ha una immagine innocua, ci sono genitori e nonni che acquistano i gratta e vinci e li fanno grattare dai bambini perché dicono che portano fortuna. Ai loro figli e nipoti stanno dando un messaggio preciso: nel gioco non c'è nulla di male. Infatti nonostante i divieti un ragazzo su 2 tra i 15 e i 17 anni gioca d'azzardo: i maschi preferiscono le scommesse sportive, le femmine slot e gratta e vinci».Esiste il gioco responsabile?«No, l'unico modo per evitare guai è girare al largo. Invitare a giocare responsabilmente, come fa lo Stato, è come dire a uno che si sta lanciando dal palazzo di mettersi il cappotto perché altrimenti prende freddo».Serve un risveglio delle coscienze?«Si, come accaduto sul divieto di fumo. La norma da sola non avrebbe avuto effetto, ha iniziato a funzionare solo quando i fumatori sono stati guardati con disapprovazione dai non fumatori».Qualcosa si sta muovendo, per esempio il sindaco di Alghero Mario Bruno dopo il femminicidio della giovane mamma ha annunciato una battaglia contro la ludopatia.«Ho apprezzato molto il sindaco Bruno, perché ha centrato il cuore del problema. Ha detto "e ora stiamo attenti a dove andare a bere il caffè", cioè evitiamo i bar dove ci sono slot. È quello che facciamo noi da alcuni anni con il movimento Slotmob: scegliamo per i nostri aperitivi, caffè o merende solo locali dove sono state bandite le macchinette. Spendiamo i soldi dove sono state fatte scelte di sostenibilità sociale».A proposito del caso di Alghero, l'uxoricida sperperava i soldi alle macchinette.«Purtroppo quando si diventa schiavi del gioco si può arrivare a commettere azioni molto violente, contro se stessi o contro altri. Si inizia una parabola discendente, risalire e riappropriarsi della propria vita è difficilissimo. E qui arriviamo al secondo punto fondamentale: bisogna evitare la sanitarizzazione del fenomeno».Si spieghi meglio.«Se il gioco d'azzardo viene visto solo come ludopatia si pone l'accento sulle conseguenze senza indagare le cause e ragionare su come prevenire il problema. È sbagliato assegnare le risorse quasi totalmente ai Serd, cioè alle strutture che aiutano a sconfiggere le dipendenze. Ho detto anche questo in Commissione».Chi si rende conto di avere un malato da gioco in famiglia come può aiutarlo?«Quando il problema emerge la dipendenza è solitamente in una fase molto avanzata. A differenza di quella da sostanze, droga o alcol, l'azzardo non lascia segni visibili, come un dimagrimento improvviso o buchi sulle braccia. I campanelli scattano quando la situazione è già compromessa. E pochi si salvano».Il suo amico ce l'ha fatta? «No. E il pensiero che al suo posto ci sarei potuto essere io, mia moglie o i miei figli, mi ha spinto a iniziare questa battaglia».
CHI È
Fondatore del movimento Slotmob

Vittorio Pelligra ha 47 anni ed è professore associato di politiche economiche al Dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell'Università di Cagliari. Da alcuni anni è impegnato nella lotta contro il gioco d'azzardo. Con gli economisti Luigino Bruni e Leonardo Becchetti ha avviato la campagna Slotmob: gli attivisti - presenti in molte città - scelgono un bar senza slot in cui consumare, ad esempio, un aperitivo per un centinaio di persone, così da premiare i gestori che hanno detto no al facile guadagno.
DISTANZE E ORARI, ECCO LE REGOLE
Il testo unificato prevede zone sensibili dove le macchinette saranno bandite

SASSARI Tre proposte di legge presentate dal 2014, mai calendarizzate nei lavori del consiglio regionale. Eppure la gravità del fenomeno gioco d'azzardo era ben nota, con la Sardegna in vetta alle classifiche per la continua proliferazione di macchinette mangia soldi. Una crescita costante dovuta anche all'assenza della legge: l'isola è una delle pochissime regioni a non essersi dotata di regole proprie sull'argomento. L'8 gennaio, finalmente, il testo unificato approvato in commissione Sanità il 27 novembre approderà in aula per l'avvio della discussione. Nel frattempo, i Comuni hanno agito in maniera autonoma: per esempio Alghero, Sassari, Nuoro e Carloforte hanno stabilito le distanze tra sale da gioco e luoghi sensibili come scuole e chiese. Ma serve anche altro, sottolinea Vittorio Pelligra: «Una buona legge deve regolamentare anche la pubblicità, vietando gli spazi pubblicitari su pullman e luoghi istituzionali, non finanziando iniziative culturali sponsorizzate da società legate all'azzardo. Ma è necessario fissare limiti anche negli orari, per esempio evitando sovrapposizione con l'ingresso a scuola dei ragazzi». Martedì 8 a presentare in aula il testo unificato "Disposizioni in materia di disturbo da gioco d'azzardo", sarà Daniela Forma del Pd: «Uno strumento atteso non solo dal sistema degli enti locali che, a più riprese, ha richiesto una cornice legislativa regionale sul tema ma anche dai tanti operatori e dalle associazioni che si occupano del gioco d'azzardo patologico e che avranno uno strumento importante per la prevenzione e per la presa in carico di chi è affetto da tale disturbo, unitamente al sostegno per loro famiglie».

Questionario e social

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