Giovedì 3 gennaio 2019

03 gennaio 2019

L'Unione Sarda

RASSEGNA STAMPA di GIOVEDÌ 3 GENNAIO 2019

 

1 - L’UNIONE SARDA di giovedì 3 gennaio 2019 / Prima (Pagina 1 - Edizione CA)
REGIONE. Partono gli abbonamenti scontati per gli studenti, ribassi fino all'80 per cento
Trasporti, rischio carrozzone
La Cgil contro la creazione del nuovo ente di governo: un poltronificio

La riforma del trasporto pubblico locale prevede la creazione di un nuovo ente di governo regionale, con tanto di assemblea, cda, presidente e direttore generale. La Cgil attacca: «Sarà un poltronificio». Nel frattempo, il 2019 sarà l'anno degli abbonamenti scontati per gli studenti sardi (compresi gli universitari) che vedranno le tariffe di Ctm, Arst, Trenitalia, Delcomar e altre aziende di trasporto abbattute fino all'80 per cento.  ALLE PAGINE 2, 3

Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Servirà una delibera per stabilire come distribuire le agevolazioni Bus, treni e traghetti:
agli studenti sconti dell'80% L'allarme degli universitari: «I fondi non basteranno per tutti»
L'opposizione: buon provvedimento ma la Giunta è già in ritardo 

LA FRASE  Carlo Careddu: Trasporti gratis per gli studenti? Ho pensato che questo fosse un modo per fare qualcosa di sinistra
Il 2019 sarà l'anno dei trasporti gratuiti - o quasi - per gli studenti sardi. Lo sconto che ha in mente la Giunta regionale dovrebbe arrivare fino all'80 per cento del prezzo degli abbonamenti per autobus urbani e metro, corriere, treni e traghetti per le isole minori. A disposizione ci sono 10,5 milioni di euro stanziati poche settimane fa dal Consiglio regionale: nelle prossime settimane l'assessorato ai Trasporti deciderà come e a chi destinare le risorse che abbatteranno le tariffe per una platea potenziale di 110mila giovani.
I MECCANISMI  Quali criteri verranno utilizzati? La questione è centrale perché il finanziamento è limitato e potrebbe non bastare per tutti. Un abbonamento annuale al Ctm - per dire - costa 175 euro per chi frequenta scuole superiori o università. Ma si arriva ai 478 euro della tessera annuale per le tratte entro i 4o km di Trenitalia per andare addirittura oltre. Basta un semplice calcolo per accorgersi che il conto potrebbe deragliare. «Lo stanziamento è stato calcolato sulla base del numero di studenti che attualmente viaggia sui mezzi pubblici. Sappiamo che la spesa di questa categoria per gli abbonamenti del trasporto pubblico si aggira intorno ai 12,5 milioni di euro, quindi la gran parte verrà coperta. Ho pensato che questo fosse un modo per fare qualcosa di sinistra e per fortuna ho trovato una ampia condivisione nella maggioranza in Consiglio», spiega l'assessore ai Trasporti Carlo Careddu. Ma il finanziamento potrebbe non essere sufficiente a finanziare gli sconti per tutti. Ecco perché sarà fondamentale stabilire alcuni meccanismi: c'è chi vorrebbe introdurre diverse fasce di riduzione delle tariffe, legate al reddito Isee; c'è invece chi preferisce un taglio senza differenze, valido per tutti gli studenti. Careddu propende per la seconda soluzione, anche se precisa: «Ci sarà un confronto con le associazioni studentesche. Nella legge si parla di un contributo fino all'80 per cento per gli abbonamenti mensili o annuali. Una delibera chiarirà gli aspetti tecnici».
I TEMPI  Gli sconti saranno destinati alle tessere di Arst, Ctm, Atp, Trenitalia, Delcomar e delle altre aziende di trasporto pubblico locale. Quando verranno pagati i contributi? «L'anno è già iniziato, non vorrei che il ritardo aumentasse», fa notare Paolo Truzzu, capogruppo di Fratelli d'Italia in Consiglio regionale. Il provvedimento è comunque promosso: «Siamo stati i primi a parlare di trasporti gratuiti per gli studenti. Ci fa piacere che la Giunta abbia accolto questa proposta. L'importante è partire: solo così si capirà bene di quante risorse c'è bisogno. Di sicuro io vorrei meccanismi semplici di distribuzione: gli sconti devono essere garantiti per tutti, se invece si complicano le cose con i redditi Isee o con altri criteri ho paura si blocchi tutto. Piuttosto, ho paura che non sarà questa Giunta ad occuparsene, vista la legislatura agli sgoccioli».
IL MODELLO CAMPANO  In Italia non sono stati varati tanti provvedimenti simili. Uno dei modelli di riferimento è la Campania, dove un fondo di 15,6 milioni di euro serve per garantire i trasporti totalmente gratuiti agli studenti tra gli 11 e i 26 anni con un reddito Isee inferiore ai 35mila euro. In Sardegna rimarrà a carico dei giovani almeno il 20 per cento del prezzo degli abbonamenti: «Pochi euro a garanzia dell'utilizzo dell'abbonamento, per evitare lo spreco di risorse pubbliche», ha spiegato nei giorni scorsi l'assessore al Bilancio Raffaele Paci.
LA REAZIONE  Gli studenti sorridono, ma con moderazione: «Il provvedimento è arrivato con un anno di ritardo rispetto a quello che ci aspettavamo. Certo, è un ottimo passo avanti. Rimane però qualche perplessità su come verrà attuata la manovra. Il 20 per cento del costo dei trasporti rimane sempre a carico nostro. E questo può gravare sul bilancio delle spese sostenute da universitari e non solo, che si accumulano all'inizio dell'anno», dice Francesco Stochino, componente del Cda dell'università di Cagliari e rappresentante dell'associazione studentesca Unica 2.0. Grazie ai contributi regionali i prezzi degli abbonamenti verranno abbattuti. Una tessera annuale del Ctm o dell'Atp costerà 35 euro, un abbonamento Arst entro i 20 chilometri poco più di 70 euro, circa 95 serviranno per i collegamenti di Trenitalia entro i 40 chilometri. È prevedibile un boom di nuovi passeggeri: «Anche chi non ha mai usato i mezzi pubblici sarà incoraggiato a salire sui bus. Per questo sembra utopistico che tutti gli studenti avranno questo beneficio. Aspettiamo di vedere come verrà applicata la divisione per fasce di reddito, che ci sembra obbligatoria per far quadrare i conti. È probabile», conclude Stochino, «che ci saranno degli esclusi: ci facciamo già da ora loro portavoce».
Michele Ruffi

 

RASSEGNA STAMPA di MERCOLEDÌ 2 GENNAIO 2019

 

1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 2 gennaio 2019 / Sulcis Iglesiente (Pagina 30 - Edizione CA)
IGLESIAS. Accordo tra la Fondazione Santa Barbara e l'ateneo di Cagliari
IL CAMMINO INCONTRA L'UNIVERSITÀ
Giampiero Pinna: «Storici sulle tracce della viabilità nuragica»

In Cammino alla ricerca della storia. A percorrere i 400 chilometri dell'itinerario turistico-religioso - qual è il Cammino minerario di Santa Barbara - saranno i ricercatori e studiosi dell'Università di Cagliari. Quelli, nello specifico, del Dipartimento di Storia, Beni culturali e Territorio con cui la Fondazione del Cammino ha sottoscritto un protocollo generale d'intesa che consentirà di effettuare approfondimenti sull'antica viabilità nel Sulcis Iglesiente Guspinese, area nella quale è immerso il percorso capace di attirare l'interesse di pellegrini e escursionisti italiani e stranieri.
LA STORIA E IL CAMMINO  «Il Cammino Minerario di Santa Barbara è un itinerario organizzato recentemente - argomenta Giampiero Pinna, presidente della Fondazione composta da Comuni e Diocesi, nonché principale ispiratore del Cammino, con l'associazione Pozzo Sella - che utilizza, però, le antiche viabilità realizzate negli scorsi millenni per svolgere l'attività estrattiva». Il Cammino, che si estende in un territorio caratterizzato dalla storia mineraria e dalla presenza di chiese e simboli dedicati a Santa Barbara, patrona dei minatori, non è composto da nuovi tracciati di pellegrinaggio, come avvenuto per altri Cammini famosi, quali quello di Santiago e la via Francigena. «Si percorrono - aggiunge Pinna - antichi cammini lungo i quali si sono incontrate nei millenni passati le popolazioni del continente europeo, contribuendo a costruire la comune cultura europea». Ciò è accaduto «sin dal neolitico antico per la produzione e la commercializzazione delle ossidiane in tutto il continente europeo, nel periodo nuragico per gli scambi commerciali con le miniere della Cornovaglia, per l'approvvigionamento dello stagno per la produzione dei bronzetti, nel periodo fenicio-punico e romano per l'estrazione del piombo e, soprattutto, dell'argento».
L'UNIVERSITÀ DI CAGLIARI  Proprio questa storia, così ricca e suggestiva, si intende approfondire attraverso le ricerche che verranno effettuate dagli studiosi dell'Università di Cagliari. Ma l'importanza di questo progetto, che vedrà in prima linea gli studiosi, va al di là delle indiscusse finalità legate alla ricerca stessa. Perché permettono di guardare oltre. Puntando, nel caso specifico, alla predisposizione del dossier per l'inserimento del Cammino minerario di Santa Barbara tra gli “Itinerari culturali europei” del Consiglio d'Europa. «Priorità assoluta - chiarisce il presidente della Fondazione - verrà data alla verifica dell'esistenza della viabilità nuragica nel territorio. In quest'ambito, la conferma della possibile età nuragica di un tratto di strada individuato nel Basso Sulcis sarebbe una novità unica per la Sardegna».
Cinzia Simbula

 

2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 2 gennaio 2019 / Ogliastra (Pagina 38 - Edizione CA)
JERZU
Borse di studio

Il comune premia gli studenti universitari con cinque borse di studio a favore dei laureati nell'anno appena trascorso. Saranno due le categorie di beneficiari: tre studenti che hanno conseguito il titolo di studio magistrale, e due neolaureati che abbiano conseguito il diploma di laurea triennale. Domande entro il 24 gennaio. (f. l.)

 

3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 2 gennaio 2019 / Prima (Pagina 1 - Edizione CA)
Il commento
Il processo senza fine

Leonardo Filippi
Il Parlamento ha appena approvato, nella cosiddetta “legge spazzacorrotti”, anche la norma che abolisce la prescrizione dopo la sentenza di primo grado, ma, per la prima volta nella storia repubblicana, ha scatenato una netta opposizione da parte di tutti gli operatori del diritto, magistrati, avvocati e docenti universitari. Solo l'ex pm di Mani pulite, Davigo, si è schierato a favore del blocco della prescrizione. Ma sia il Consiglio Superiore della Magistratura, sia l'Unione Camere penali italiane, sia ben 110 professori di diritto e procedura penale, hanno redatto tre pareri decisamente contrari allo stop della prescrizione, in cui espongono i motivi per cui la nuova legge è contraria alla Costituzione. Tali pareri sono stati inviati al presidente della Repubblica con richiesta di non promulgare la legge e di rinviare il testo della legge alle Camere con messaggio motivato, sollecitando una nuova deliberazione, così come prescrive l'art. 74 della Costituzione, e solo se le Camere approveranno nuovamente la legge, questa dovrà essere promulgata. È un'evenienza, questa, che si è verificata soltanto poche volte nella storia repubblicana. Ora la decisione spetta al Quirinale, che avrà un mese di tempo per decidere. In effetti, la nuova disposizione che esclude la prescrizione dopo la sentenza di primo grado, sia di assoluzione che di condanna, comporta che, dopo il primo giudizio (che già interviene a distanza di molti anni dal fatto), l'imputato diventi un eterno giudicabile, cioè il processo può durare all'infinito. (...) SEGUE A PAGINA 41

Commenti (Pagina 41 - Edizione CA) Segue dalla prima
Se un processo diventa infinito
Tale “ergastolo processuale” (perchè di questo in realtà verrebbe a trattarsi con la contestata disposizione) si pone in spregio alla prescrizione costituzionale che impone una “ragionevole durata” dei processi, come ci raccomanda anche la Corte europea dei diritti dell'uomo, con pregiudizio sia per la presunzione di innocenza dell'imputato, sia per il diritto alla prova, che tanto per l'accusa che per la difesa, sarà impossibile a distanza di tanti anni dal fatto; senza dimenticare inoltre che tale allungamento comporterà anche un aumento dei risarcimenti che lo Stato dovrà erogare per l'eccessiva durata del processo. Tra l'altro, la nuova disposizione entrerebbe in vigore soltanto nel 2020, insieme alla futura riforma complessiva del processo penale. Ma allora, se non entra in vigore subito, perché approvarla ora, senza aspettare la complessiva riforma del processo penale e inserirla organicamente nelle future disposizioni ? Semplicemente, perché è una “norma bandiera”, che non serve a nulla ma manda un segnale all'elettorato sulle intenzioni del Governo in materia di giustizia.
Ma la giustizia è una posta troppo alta per essere sacrificata agli idoli della politica.
LEONARDO FILIPPI, AVVOCATO E DOCENTE ALL'UNIVERSITÀ DI CAGLIARI
 

4 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 2 gennaio 2019 / Provincia di Cagliari (Pagina 26 - Edizione CA)
ISILI. Accordo con un ateneo scozzese
Corsi universitari nell'accademia musicale

Nella Music Academy di Isili arrivano anche i corsi accademici. Dopo il diploma, per gli studenti della scuola del Sarcidano si apre l'opportunità di iniziare il corso universitario grazie alla collaborazione con importanti enti certificatori e univesitari come la Pearsons e la University of the west of Scotland e il Trinity college of London. Alcuni studenti stanno già frequentando regolarmente le lezioni accademiche, ma per tutto il mese di gennaio è possibile ancora iscriversi ai corsi. Cinque gli insegnanti coinvolti nel progetto, uno dei quali, Davide Crabu è il primo studente dell'accademia che si è laureato in Scozia e che dai banchi è passato dietro la cattedra.  Un altro traguardo importante raggiunto dalla prima scuola sarda di popular music, una scommessa vinta dai due direttori Enrico Atzeni e Gianluca Podda che nel 2012 hanno puntato tutto su questa opportunità fortemente sostenuta anche dall'amministrazione di Isili che ancora oggi appoggia la scuola. «La Music Academy», hanno spiegato i due direttori, «è un luogo di aggregazione culturale in cui i giovani legati da un interesse comune verso la musica possano ritrovarsi ed esprimere la loro creatività trovando gli strumenti di formazione». (s. g.)



RASSEGNA STAMPA di LUNEDÌ 31 DICEMBRE 2018

 

1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 31 dicembre 2018 / Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Lidi, dune e sentieri delle zone interne
Spiagge e montagne, i paradisi dell'Isola sono in pericolo
Le scelte dei Comuni: divieti e numero chiuso
I sindaci: «Così proteggiamo il nostro territorio» 

Gianluigi Bacchetta: Tra i luoghi che meritano  più tutela  le dune di Arbus e Aglientu
Paola Zaccheddu: Valutiamo l'inserimento del parco in una zona di protezione speciale
Salvatore Corrias: Pensiamo al numero chiuso sul Selvaggio Blu

L'idea è far sì che arrivino non più di 1300 bagnanti al giorno, ma intanto l'amministrazione comunale di Stintino è già contenta di aver ridotto almeno un poco l'assalto alla spiaggia della Pelosa, 500 metri occupati regolarmente da 5mila corpi al sole. Vietato stendere l'asciugamano sulla sabbia, vietato fumare. Regole necessarie per limitare l'erosione dell'arenile in attesa dei lavori di smantellamento della strada che nel 1955 ha tagliato in due le dune. «In primavera - dice il sindaco Antonio Diana - pubblicheremo il bando per i lavori. Questo è un paesaggio che dobbiamo ricomporre».
STOP ALL'ASSALTO  La scorsa estate l'iniziativa del sindaco di Stintino ha avuto grande risonanza, ma i vincoli nel nome della tutela del territorio sono diversi in tutta la Sardegna, dal mare alla montagna. Spiagge a numero chiuso, parcheggi a pagamento, ingressi limitati in alcune località dell'interno. In un'Isola che conta tre parchi nazionali (quello del Gennargentu sulla carta) e quattro riserve regionali; 31 Zps, zone di protezione speciale, e 87 aree Sic, siti di interesse comunitario, gli amministratori comunali sentono comunque l'esigenza di adottare provvedimenti di salvaguardia del territorio che si aggiungono ai vincoli della normativa comunitaria, statale e regionale.
LA SALVAGUARDIA  La storia delle dune di Chia, con una colletta avviata dal Gruppo di intervento giuridico che lancia l'allarme sui rischi legati alla proprietà privata di questa preziosa porzione dell'arenile di Domus de Maria, pone una domanda sulle aree della Sardegna che - vincolate o meno - avrebbero bisogno di una maggiore tutela. Gianluigi Bacchetta, docente di Botanica dell'Università di Cagliari, elenca le emergenze: «La costa da Portoscuso a Funtanamare di Gonnesa; le dune della marina di Arbus spesso prese di mira dalle carovane di turisti coi fuoristrada. Le dune di Aglientu, esposte al maestrale, che avrebbero bisogno di interventi contro l'erosione. Le dune di Is Arenas, in provincia di Oristano, dove sono stati fatti interventi non adeguati per la realizzazione di parcheggi». E poi le zone interne: «Tutto il territorio di Laconi, ricco di piante e habitat straordinari come i boschi di tasso e di carpino nero. Le terre del Sarrabus-Gerrei e dell'Ogliastra. Meritano maggiore tutela il Gennargentu e il Supramonte».
IL TESORO DEL SUPRAMONTE  È quel che dice pure Giuseppe Pulina, amministratore di Forestas: «Il Supramonte, soprattutto: comincia ad andarci troppa gente che non ha la percezione della fragilità dei luoghi». Altri luoghi da proteggere sono «le spiagge, le pinete e le aree retrodunali. Per questo la Regione sta valutando l'acquisizione di centinaia di ettari di pinete litoranee». Dal mare alla montagna. Baunei è uno dei Comuni che, nonostante i sacrosanti vincoli dell'area Sic, sente l'urgenza di adottare divieti e obblighi per tutelare il territorio. Al numero chiuso di cala Biriola e cala Mariolu, si sono aggiunte le ordinanze che vietano l'ingresso in auto e moto in diverse località del Supramonte, nonché i bivacchi, pena sanzioni tra i 50 e i 500 euro. «Adesso - dice il sindaco Salvatore Corrias - stiamo ragionando con gli operatori dell'opportunità di imporre il numero chiuso in un disciplinare del Selvaggio Blu», il percorso di trekking famoso nel mondo, «che se non gestito rischia di snaturarsi». Il fatto è che arrivano in tanti, e gli ingressi, appunto, vanno regolati. «Abbiamo il dovere di proteggere la natura».  
Piera Serusi

 

2 - L’UNIONE SARDA di lunedì 31 dicembre 2018 / Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
L'appello dell'associazione Grig
Colletta per le dune di Chia «Rischio svendita, salviamole»

Nel piano urbanistico quella è zona H di salvaguardia totale, ma tra vedere e non vedere l'amministrazione comunale di Domus de Maria ha dato incarico a un gruppo di tecnici di verificare una volta per tutte se le dune di Chia rientrano in area demaniale. «Una verifica formale - puntualizza l'assessore al bilancio Roberto Serra - poiché, per il resto, noi siamo assolutamente sicuri di aver salvaguardato al massimo questa porzione di territorio che è la risorsa più importante per la nostra comunità».
LA PROPRIETÀ PRIVATA  Non c'è da essere tranquilli, invece, secondo il Gruppo di intervento giuridico, l'associazione ecologista che il 18 dicembre ha lanciato la campagna di raccolta fondi “Salviamo insieme dune e spiaggia di Chia” e nel giro di pochi giorni ha raccolto ben 40mila euro. Una «chiamata alle armi per la natura», la definisce Stefano Deliperi, presidente del sodalizio che prima di Natale ha firmato un contratto preliminare per l'acquisto di una quota di quattro ettari di dune e spiaggia davanti all'isolotto di Su Giudeu. Centomila euro la somma che andrà versata. «Il punto - spiega Deliperi - è che quasi dieci ettari di area dunale sono di proprietà privata fino a pochi metri dalla battigia. Un caso raro in Italia. I proprietari sono otto e hanno quote diverse: noi abbiamo firmato il preliminare con uno di loro».
IL RISCHIO  Ma se è evidente che lì non si può costruire neanche una baracca, qual è il pericolo che occorre sventare? «Ci sono investitori immobiliari, perlopiù a capitale arabo e internazionale, che stanno rastrellando terreni lungo le coste della Sardegna, e qui le mire non mancano. Dobbiamo scongiurare la possibilità di una privatizzazione delle dune e della spiaggia di Chia, che in futuro potrebbero essere chiuse e destinate solo a spazio per eventi esclusivi». Per non parlare del pericolo di trasferimento delle volumetrie, cioè della possibilità «di integrazioni normative che consentano la produzione di volumetrie edilizie da concentrare subito a ridosso di dune e spiaggia».
I MODELLI  Questa, va detto, non solo è un'area di salvaguardia totale per il Puc: è anche una zona Sic, ovvero un sito di interesse comunitario salvaguardato per la particolarità del suo habitat naturalistico. «C'è quindi, di base, la tutela della normativa comunitaria e dei modelli della Rete Natura 2000 di cui la Regione si è dotata da oltre quindici anni», spiega il professor Gianluigi Bacchetta, docente di Botanica dell'Università di Cagliari. Lui è stato tra i curatori, dal punto di vista scientifico, dei progetti Life di salvaguardia e ripristino delle dune di Chia e Villasimius, messi a punto, grazie ai fondi europei, tra il 2009 e il 2014 coi Comuni e l'ex Provincia di Cagliari. «Almeno fino a tutto il 2019 avremo il controllo completo di questi sistemi dunali. Domus de Maria e Villasimius sono Comuni virtuosi che si sono dotati di un piano di gestione e di un piano di utilizzo dei litorali, fondamentale per la salvaguardia del delicato equilibrio di spiagge e dune».
CHIAMATE DALLA PENISOLA  «Chia è una zona sacra», avverte da Domus de Maria l'assessore Roberto Serra. Non solo zona H dentro il piano urbanistico. «L'abbiamo dichiarata, con tutto il nostro litorale, bene identitario complesso. Un patrimonio sul quale abbiamo investito tanti soldi: per noi davvero la risorsa più importante». Intanto prosegue la raccolta di fondi promossa da Grig. «Chi ha risposto al nostro appello? Tanti sardi e tanti che dalla penisola mandano i soldi perché trascorrono le vacanze in Sardegna oppure sognano di venirci in futuro. Nonni, colleghi che fanno la colletta in ufficio, giovani donne coi figli. Da Milano mi ha chiamato una signora che mi ha passato al telefono i suoi due bambini: “Abbiamo raccolto 5 euro”, mi hanno detto. Fa piacere, no?».
P. S.

 

3 - L’UNIONE SARDA di lunedì 31 dicembre 2018 / Regione (Pagina 13 - Edizione CA)
CAGLIARI. Danno ripetizioni utilizzando i social
Studio e simpatia, lezioni ai coetanei nel nome di Aristotele
L'obiettivo è aiutare altri ragazzi: così è nata l'associazione Synoran

L'idea è nata durante una mattinata al mare, a Monte Turnu, Costa Rey. Le ripetizioni da sempre sono l'incubo degli studenti, perché non renderle più simpatiche? Come? Intanto, se a farle sono ragazzi più o meno coetanei, freschi di maturità, o universitari, l'empatia è maggiore nei confronti di quello che da sempre è un passaggio non proprio simpatico per chi ha qualche lacuna da colmare.
L'IDEA  Matteo Baffigo, 20 anni, studente di Medicina dopo aver frequentato lo scientifico Michelangelo, Gioia Carrus (19, maturatasi al Siotto), iscritta in Comunicazione, ed Eleonora Mulas (19, diplomata al Dettori) anche lei aspirante medico, hanno pensato che gli anni dell'Università potessero servire per fare qualcosa di utile. «All'inizio abbiamo creato una pagina Facebook con l'idea di mettere insieme una squadra di persone per dare ripetizioni a ragazzi delle superiori o delle medie ma anche aiutare qualche universitario nella preparazione degli esami», raccontano. Il risultato è stato entusiasmante con circa un centinaio di proposte di adesione. Non tutte sono andate a buon fine. C'è stata una selezione. «Abbiamo fissato un incontro e presentato il nostro progetto - spiega Matteo Baffigo - poi abbiamo avviato una serie di mini colloqui per conoscerci meglio e vedere chi veramente poteva far parte della nuova avventura».
L'ASSOCIAZIONE  È così che è nata Synoran ( visione d'insieme , secondo Aristotele), associazione che oggi raggruppa una trentina di studenti cagliaritani, la maggior parte iscritta all'Università, con qualche intruso già laureato e ormai proiettato sulla specialistica. Ognuno di loro ha pagato 30 euro per far parte dell'associazione, iscritta come ente senza fine di lucro all'Agenzia delle entrate. «L'obiettivo è quello di creare un'applicazione vera e propria per telefonini e computer, ma ora la piattaforma funziona anche con la pagina Facebook», spiegano i tre ragazzi.
LA SELEZIONE  La differenza rispetto ai siti che su Internet garantiscono gli stessi servizi è facilmente intuibile e Matteo, Eleonora e Gioia lo spiegano con entusiasmo: «Il nostro è un team selezionato che opera sul territorio, a Cagliari e dintorni». Ognuno di loro conosce i programmi e i docenti del liceo o della scuola che ha appena finito di frequentare oppure i segreti dell'esame universitario da preparare. Con dieci euro all'ora si ha un servizio «che gli stessi genitori sembrano apprezzare, visti i commenti che lasciano sulla pagina Facebook. Noi chiediamo a tutti un feedback ma spesso sono loro a scrivere senza sollecitazione». Un euro va poi all'associazione: «Abbiamo dei pacchetti che variano da tre fino a dieci ore», spiega Eleonora Mulas. «Le lezioni più richieste sono senza dubbio quelle di latino e greco ma anche fisica, matematica e chimica», aggiunge Gioia Carrus.
L'APP  Il prossimo passo, per l'associazione che opera a Cagliari da qualche mese, sarà dunque la creazione dell'app. «Siamo in contatto con ragazzi che studiano informatica e che ci aiuteranno a sviluppare l'applicazione: se ne parlerà per marzo», concludono. Nel frattempo, trenta giovani studenti hanno trovato il modo di aiutare altri coetanei che devono affrontare qualche difficoltà. I genitori apprezzano, i ragazzi anche. Chi dice che i giovani non si danno da fare, questa volta ha sbagliato.
Giuseppe Deiana

 

4 - L’UNIONE SARDA di lunedì 31 dicembre 2018 / Olbia e Gallura (Pagina 43 - Edizione CA)
OLBIA
Borse di studio

L'amministrazione comunale ha deciso di stanziare quindicimila euro per borse di studio a sostegno delle spese universitarie che saranno assegnati, sulla base del solo merito, ai ragazzi che si diplomeranno al termine di quest'anno scolastico. Il requisito richiesto è una votazione minima di 98/100. L'entità delle borse sarà stabilita in base al numero degli aventi diritto che dovranno partecipare a un apposito bando che sarà pubblicato dal Comune.


 


RASSEGNA STAMPA di DOMENICA 30 DICEMBRE 2018

 

1 - L’UNIONE SARDA di domenica 30 dicembre 2018 / Regione (Pagina 10 - Edizione CA)
LE TESI. Dall'Università di Cagliari al Brasile
Gli emigrati sardi sono felici all'estero? Gli studenti indagano
Missione in Sud America: una ricerca psico-sociale su chi ha lasciato l'Isola

C'è chi ha avuto fortuna e successo, ad esempio Maria Manconi, nuorese, morta molto anziana, che in Paraguay, con il marito italiano conosciuto lì, aveva costruito la più importante industria farmaceutica del Paese, e in vacanza non amava andare nei vicini Caraibi ma preferiva tornare a Cala Liberotto per rivedere gli amici di quando era bambina. Altri si sono barcamenati guadagnando appena il necessario per la sopravvivenza, come il signor Giuseppe, in Argentina, che all'apice della crisi del 2001 ha perso tutto e soffriva come un cane, ma a chi lo ha conosciuto chiedeva per favore di non raccontare niente alle sorelle rimaste nell'Isola, che non voleva si preoccupassero, e comunque lo dovevano immaginare benestante e contento dall'altra parte del mondo.
LE RICERCHE  Mauro Giovanni Carta, direttore del Centro di psichiatria di consultazione e psicosomatica dell'Aou di Cagliari, storie come queste ne sa a decine. Sono il lato, diciamo così, affettivo e sentimentale dei suoi studi sugli emigrati sardi portati avanti da molti anni («abbiamo raccolto l'eredità di Nereide Rudas») e che continua a trasmettere ai suoi discepoli. L'obiettivo è analizzare la qualità della vita e l'aspetto psico-sociale delle persone che sono andate via, la capacità di chi ha lasciato piccoli paesi della Sardegna - dove i ritmi sono lenti - ad adattarsi a una nuova routine in una megalopoli in cui tutto è, al contrario, frenetico e veloce. «In sintesi, vogliamo comprendere se gli emigrati sono felici e sani o hanno sviluppato disturbi maniaco-depressivi o comunque presentano frequenze più alte di ipomania rispetto a chi ha lo stesso background genetico e vive in Sardegna. Cioè, e lo abbiamo già riscontrato a Buenos Aires, se hanno fasi di accelerazione dell'umore - se sono su di giri, eccitati, dormono poco, parlano a voce alta, hanno talvolta approcci sessuali inappropriati - pur senza arrivare alla soglia patologica del bipolarismo».
I PROGRAMMI  Aggiunge: «Grazie agli ottimi rapporti che abbiamo con diversi atenei del Sud America e a Globus, il programma di mobilità studentesca che assegna piccole borse per attività di studio, ricerche per la tesi e tirocini in ambito extraeuropeo, i nostri ragazzi stanno facendo esperienze e progetti di grande rilevanza». Dunque, le indagini già compiute riguardano l'Argentina (sono stati pubblicati tre lavori sui risultati ottenuti) e attualmente è in corso una missione a Rio de Janeiro, dove Michela Atzeni, Stefano Lorrai, Alessandra Lussu, Silvia D'Oca e Alessio Cocco, studenti tra i 22 e i 26 anni, stanno raccogliendo materiale per le loro tesi di laurea in Scienze riabilitative delle professioni sanitarie nella facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Cagliari. «Il nostro scopo è comprendere la situazione del migrante sardo in termini di benessere fisico e psico-sociale, di scoprire eventuali differenze tra i sardi che vivono in Brasile e i sardi che vivono nell'Isola e se c'è una relazione tra i disturbi dell'umore e le crisi economiche», raccontano. «Qui in Brasile il lavoro è stato avviato nel 2017 da tre nostre colleghe, Serena Stocchino, Eleonora Prina e Vanessa Ledda, che hanno vinto la stessa borsa di studio. Ora noi cercheremo di ampliare il campione, ci interessa scoprire se le persone che scelgono di migrare presentano determinate caratteristiche e attitudini personali che consentono loro di adattarsi all'ambiente del Paese di destinazione e se esistono differenze tra chi sceglie di vivere in città e chi in zone rurali».
IL CAMPIONE La ricerca coinvolge emigrati di prima e seconda generazione, e anche figli e nipoti nati Oltreoceano. «I primi contatti avvengono per telefono e via social», spiegano. E tutti quelli che rispondono all'appello sono non soltanto entusiasti di partecipare, ma anche di accogliere gli studenti, invitarli a pranzo e coccolarli come se fossero parenti lontani appena arrivati dall'amata e mai dimenticata terra d'origine.
Cristina Cossu


2 - L’UNIONE SARDA di domenica 30 dicembre 2018 / Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
IL COSTITUZIONALISTA. Demuro: facciamo come il Trentino Alto Adige
«Il dovere di solidarietà è da ribadire con forza»

«Non mi sento minacciato dal regionalismo differenziato, a condizione che sia ben chiaro il dovere di solidarietà. Certo, è giusto preoccuparsi fino a quando non si chiarisce soprattutto la questione finanziaria. Le regioni più ricche non devono prevalere su quelle più povere, e questo è un tema che vale anche in Europa», sottolinea Gianmario Demuro, docente di Diritto costituzionale all'Università di Cagliari.
«Penso che essendo un diritto riconosciuto dalla Costituzione all'articolo 116 terzo comma, l'Italia debba garantire l'autonomia a ogni regione in base alle sue “capacità”, il problema però riguarda le somme che devono essere trasferite. Qualcuno ha provato a dire “teniamoci tutte le tasse percepite nel nostro territorio”, ma è stato bloccato, perché sarebbe un'operazione incostituzionale. E allora? Si trasferirà il costo storico di ciascuna funzione? Ma in prospettiva, se poi la regione è in grado di risparmiare su quel servizio, le risorse tornano allo Stato o restano alla regione?».
In ogni caso - aggiunge Demuro - «se altre regioni diventeranno un po' “speciali”, questo non intaccherà la nostra specialità, che nasce da ragioni forti, oltre alla storica tradizione autonomista, la Sardegna è un'isola, e una serie di politiche sono legate all'elemento geografico».
Bisogna comunque «rafforzare la nostra differenza e per farlo ci sono prima di tutto le norme d'attuazione, una scelta fatta ad esempio dall'Alto Adige, un percorso veloce, che però per loro è semplice, perché in Parlamento la Südtiroler Volkspartei è un partito unitario e quando c'è da porre la questione lo fa in maniera molto determinata, mentre la rappresentanza unitaria della Sardegna è tantissimi anni che non la vediamo. Un'altra strada è la riforma dello Statuto, che ha anche un forte valore simbolico, cambiando parole vecchie e inserendo materie che possano garantire la possibilità di mantenere l'autonomia e un flusso finanziario adeguato ad assicurare i nostri diritti sacrosanti». (cr. co.)
 

3 - L’UNIONE SARDA di domenica 30 dicembre 2018 / Prima (Pagina 1 - Edizione CA)
Il commento
La lingua comunitaria

Aldo Berlinguer
Dopo settant'anni di autonomia, l'assemblea regionale si è decisa a varare una legge sulla valorizzazione della lingua sarda e delle altre lingue minoritarie. L'intento è meritorio, meno la sua implementazione, affidata ad una Consulta di 34 persone, nominate dalla politica, che dovrà definire lo standard linguistico: un'opera improba senza un tempo prefissato, che quindi verosimilmente languirà all'infinito.
Anche altre politiche linguistiche, in passato, non hanno avuto esiti concreti: non la Lingua sarda comune (LSC), non molte decine di progetti, variamente intitolati e finanziati dalla Regione Sardegna. Risultato: il sardo sta lentamente evaporando e coloro che rivendicano urlanti la propria identità sono i primi a perderla, dimenticandosi, ogni giorno che passa, come verbalizzarla.
Eppure non mancano i modelli virtuosi cui guardare. I norvegesi, ad esempio, hanno raggiunto una reale parificazione linguistica, consentendo agli studenti di apprendere sia in Nynorsk (nuovo norvegese) che in Bokmål (norvegese letterario), con un'offerta e materiali didattici in ambo le lingue. I catalani fanno altrettanto. La loro è una lingua comunitaria che deborda i confini politici e amministrativi della omonima regione. La comunità catalana si estende infatti, tra gli altri, alla Francia (Pirenei orientali), ad Andorra e proprio alla Sardegna (Alghero). Il catalano è lingua ufficiale: lo prevedeva già l'articolo 3 dello Statuto del 1979, affiancandolo allo spagnolo: lingua inserita in Costituzione. (...) SEGUE A PAGINA 53

Commenti (Pagina 53 - Edizione CA) - Segue dalla prima
I sardi e la lingua comunitaria
(...)  Si sono così perseguiti due obiettivi: riconoscimento e parificazione, con un programma di diffusione e insegnamento volto all'eguale utilizzo di ambedue gli idiomi. Lo si è fatto con la legge n.7/1983 (approvata pressoché all'unanimità) e una politica linguistica centrata su quattro assi: amministrazione pubblica, toponomastica, mezzi di comunicazione, istruzione.
L'istruzione è stato l'asse preminente, col diritto/dovere di conoscere ambedue le lingue, catalano e spagnolo, e relativa certificazione prima di terminare gli studi obbligatori. Modello educativo seguito: l'interdipendenza linguistica concepita dai linguisti canadesi Lambert e Cummins con alcuni correttivi teorizzati da Basil Bernstein per attutire il riverbero sull'andamento scolastico del divario dei codici linguistici dei bambini dei quartieri disagiati.
L'immersione linguistica catalana ha raggiunto i risultati attesi, elevando enormemente il livello di conoscenza di ambedue gli idiomi. Ovviamente non sono mancate le censure, superate da una storica sentenza del Tribunal Constitucional Spagnolo del 1994: tutti e 4 gli articoli più significativi della legge 7/1983 hanno superato il vaglio costituzionale. Negli anni '90 e poi ancora col nuovo Statuto catalano (2006) l'autonomia linguistica si è rafforzata. Oggi il catalano è lingua ampiamente utilizzata dalla PA e nella comunicazione pubblica in Catalogna. Al contempo, il rafforzamento del catalano non è andato a pregiudizio dello spagnolo, il quale resta la lingua veicolare largamente più letta, anche per la forte internazionalizzazione della Catalogna.
Morale: occorre un massiccio sforzo politico, culturale ed economico per poter emulare, con i dovuti correttivi, il modello catalano. Chiave di volta: la convergenza delle forze politiche sarde. Strumento necessario: l'obbligatorietà nell'apprendimento, senza la quale ogni sforzo sarà vano.
Quali quindi le proposte? Procedere immediatamente alla ratifica della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie. L'Italia non l'ha ancora ratificata, 33 Stati membri del Consiglio d'Europa sì. Semplificare e integrare la legge regionale 22/2018. La lingua sarda è già oggi una, con varianti locali. Lo dice da troppo tempo anche l`Acadèmia de su Sardu, la quale va valorizzata, non rifondata, come vorrebbe la legge n.22 (art.24,c.2).
Occorre inoltre introdurre almeno una parziale obbligatorietà nell'apprendimento scolastico, magari preceduta da una sperimentazione. Ad esempio, mi piacerebbe immaginare che le annunciate 33 ore di educazione civica si tengano in sardo, nella variante territoriale in cui ciascuno si trova. Parallelamente: agiamo su PA, toponomastica, comunicazione pubblica. La lingua non è un simulacro. È uno strumento per leggere, interpretare e raccontare presente e futuro, non solo il passato. Se non veicola esperienza e contenuti è destinata a morire. Ed è ciò che sta accadendo.
Altra proposta: inserire il sardo tra i beni immateriali protetti dall'UNESCO. Se abbinata a produzioni artistiche e culturali uniche e eccezionali, che abbiamo, anche la lingua può diventare patrimonio dell'umanità. Aiutiamo infine a far capire a chi è abbagliato dal mito della modernità, obnubilato dal pensiero unico o più semplicemente distratto che questo grande bene, in quanto comune, è anche suo; costituisce le fondamenta della comunità sarda e, senza fondamenta, l'edificio viene giù.
ALDO BERLINGUER, PROFESSORE ORDINARIO UNIVERSITÀ DI CAGLIARI

RASSEGNA STAMPA di SABATO 29 DICEMBRE 2018

 

1 - L’UNIONE SARDA di sabato 29 dicembre 2018 / Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
POLICLINICO. Sei nomine
ECCO I NUOVI CAPI DEI DIPARTIMENTI
 
Nominati i capi dipartimento dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari. Sono tre donne e tre uomini: Anna Maria Paoletti (Materno-Infantile), Rosanna Laconi (Emergenze), Maria Luisa Mastino (Amministrativo), Roberto Puxeddu (Chirurgia), Francesco Marongiu (Medicina), Ferdinando Coghe (Servizi). Per il direttore generale Giorgio Sorrentino si tratta di «una squadra forte per un'azienda importante». Tre dei sei dipartimenti - Chirurgia, Medicina e Materno-Infantile - sono a direzione universitaria. Come prevede la legge, le nomine dei capi dipartimento a direzione universitaria sono state fatte di concerto con la rettrice dell'Ateneo, Maria Del Zompo.
«Con la nomina dei capi dipartimento - dice Sorrentino - si porta a compimento un pezzo importante dell'organizzazione interna della nostra azienda. I dipartimenti sono delle strutture fondamentali nel governo clinico e hanno il fine di assicurare l'esercizio integrato delle attività di assistenza, di formazione e di ricerca. Aggregano una pluralità di strutture e di funzioni omogenee e complementari, con lo scopo di garantire una gestione unitaria delle risorse, nel rispetto dei principi di efficienza ed efficacia, nonché l'ottimale coordinamento delle attività di assistenza, di formazione e di ricerca».

 

2 - L’UNIONE SARDA di sabato 29 dicembre 2018 / SET Libri (Pagina 2 - Edizione CA)
I movimenti geografici
tra le parole di Gianni Loy

«Ho finto per tutta la vita, è la poesia la mia vera dimensione», confessa. Non la lunga carriera universitaria di ordinario di Diritto del lavoro; non i suoi saggi, il forte impegno politico e sociale, e neppure le incursioni da sceneggiatore nel mondo del cinema. La poesia, che racchiude tutto, è la bussola di Gianni Loy, serissimo e ironico intellettuale cagliaritano con l'aria da eterno ragazzo. È presente nella sua vita sin da quando, studente liceale del Dettori, dedicò un irriverente poema epico in ottave al professore di greco e latino. Non si è più fermato. Ha proseguito con versi intimisti a 22 anni, nel '68, quando dirigeva Gulp e faceva militanza attiva, da cattolico convinto. È andato avanti con molti altri, ritrovati ora nei cassetti e diventati un prezioso libriccino rosso edito da Cuec.
“Movimenti” è una raccolta di 34 poesie (1999-2001) che ha la postfazione di Roberto Serra, e per padrino Duilio Caocci. È stato l'italianista, con l'editore Mario Argiolas, a ritenerle degne di pubblicazione. «E questo mi è bastato».
Movimenti geografici. Che identificano ogni poesia con un luogo e una data. Da Cagliari a Cagliari, attraverso Chisinau, Budapest, Firenze, il Sinis, Trieste, Budoni, Belfast, Dublino, Recanati, e le città della Macedonia: Seppellitemi nel lago di Ohrid/nel fondo dove pascolano carpe centenarie/dove antiche barche abbandonate/son diventate trespolo/per l'ultima colonia di gabbiani... . Viaggi continui, di svago e di lavoro. E continue fughe. Avendo la poesia come corrimano.
Movimenti geografici, ma anche stilistici. E allora c'è “Recanati”, scritta alla maniera di Leopardi (con echi pascoliani e foscoliani), e “Oktoberfest”, un calligramma alla Apollinaire. E ancora le poesie irlandesi: una variazione marcata di stile, che trova ispirazione soprattutto in Seamus Heaney.
Segnano un momento cruciale, le poesie di questa raccolta. C'è una perdita e la sua elaborazione, il dolore e la prospettiva di un futuro. (Su tutto, la nascita nel 2000 della Fondazione Anna Ruggiu, che ora sta laureando i primi ragazzi Rom). Versi di speranza e di amore. Due virtù teologali necessarie, e politiche, come ben ha sottolineato Caocci. Quanto alla fede, dice l'autore, «è la virtù più intima, e segreta. Ci puoi fare i conti solo tu».
Maria Paola Masala

 

3 - L’UNIONE SARDA di sabato 29 dicembre 2018 / Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
LA NATIVITÀ IN VIALE SANT’IGNAZIO

Il presepe allestito all’orto botanico, diretto da Gian Luigi Bacchetta, può essere visitato dal martedì alla domenica (9-16)

 

4 - L’UNIONE SARDA di sabato 29 dicembre 2018 / Cultura (Pagina 44 - Edizione CA)
STUDIO. Una tesi di laurea ripercorre il cammino e la vita del grande pittore recentemente scomparso L'universo artistico (ma non solo) di Primo Pantoli: 60 anni di romantica rivoluzione
Ci voleva una brillante studentessa universitaria di Cagliari - Cecilia Lenigno, venticinque anni - per gettare una nuova luce sul percorso artistico e umano di Primo Pantoli (Cesena, 1932; Poggio dei Pini, Capoterra, 2017), pittore contemporaneo fra i più interessanti che si siano espressi in Sardegna a partire dal Secondo dopoguerra. Cecilia Lenigno ha infatti dedicato a Pantoli un lavoro di ricerca inedito, confluito in una tesi di laurea magistrale del corso in Archeologia e storia dell'arte dell'Università di Cagliari, che ha per titolo “L'universo Pantoli: 60 anni di romantica rivoluzione”.
La lunga parabola sarda del pittore cominciò nel 1957, quando si trasferì a Cagliari per insegnare al liceo artistico (attività che portò avanti fino al 1990), e si protrasse per tutta la vita. Alla sua formazione, sia sotto il profilo dell'arte che su quello dell'impegno politico - tra gli anni Cinquanta e Settanta - è dedicata l'ampia prima parte della tesi monografica, che ha visto come relatrice Rita Pamela Ladogana e come controrelatrice Simona Campus. Lo sviluppo successivo indaga il periodo espressionista (incentrato «sull'erotismo come provocazione sociale», spiega Lenigno), e l'ulteriore passaggio all'impressionismo negli anni Ottanta, quando adotta un basso profilo sul piano politico. Si assisterà a un ritorno del figurativo e delle veementi prese di posizione sociali (contro la «guerra bestia», la tv e il modernismo) nel decennio a seguire, mentre gli anni Duemila saranno caratterizzati dall'avvicinamento alla scultura.
«Pantoli non fu solo un pittore, ma anche un grafico di prim'ordine», continua Lenigno; «sempre capace di spaziare fra stili diversi e lambire anche il surrealismo. Fu originale nell'introdurre elementi testuali in alcune opere e fu un uomo impetuoso ed estremamente vitale, che mise la sua arte al servizio della società civile come seppero fare altri grandi intellettuali del nostro Novecento, quali ad esempio Emilio Lussu e Antonio Gramsci».
Luca Mirarchi

 

 



RASSEGNA STAMPA di GIOVEDÌ 27 DICEMBRE 2018
 

1 - L’UNIONE SARDA di giovedì 27 dicembre 2018 / Cagliari (Pagina 29 - Edizione CA)
VIALE LA PLAIA. Sarà ceduto in permuta l'edificio dell'ex albergo Moderno per il secondo lotto
AL VIA I LAVORI PER IL CAMPUS UNIVERSITARIO
In due anni saranno realizzati 240 posti letto e 530 parcheggi sotterranei

Con il nulla osta dell'Unità tecnica regionale (Utr) anche l'ultimo ostacolo burocratico è stato superato. Oggi iniziano ufficialmente i lavori per la costruzione del campus universitario di viale La Plaia. Una data fondamentale per la realizzazione della nuova casa dello studente: la società Pellegrini, vincitrice della gara d'appalto, avrà a disposizione 427 giorni per concludere l'opera nell'area dell'ex Semoleria.
IL PRIMO LOTTO  Per il momento si partirà coi lavori del primo lotto, per il quale la Regione ha a disposizione oltre 35 milioni di euro. L'appalto è stato affidato nel 2013 dall'Ersu alla ditta Pellegrini che, entro il 2020, dovrà realizzare un edificio da nove piani (circa 10 mila metri cubi) con 240 posti letto, moderne aree studio, il parcheggio sotterraneo a due piani che potrà ospitare sino a 530 auto, tutte le opere di urbanizzazione primaria e le sistemazioni esterne. «Il primo step è la ricerca, con relativa bonifica, di ordigni bellici», spiega il presidente dell'Ente regionale per il diritto allo studio, Gian Michele Camoglio. «Successivamente sarà necessario procedere all'analisi del terreno per scoprire se ci sono materiali inquinanti nelle demolizioni e negli scavi che poi dovranno essere conferiti in discarica». Non tutta l'opera sarà completata nel primo lotto. «Le strutture da realizzare in un secondo passaggio non saranno aree abbandonate ma diventeranno spazi destinati all'attività sportiva».
IL SECONDO LOTTO  L'Ersu ha le idee chiare anche per il secondo lotto, che garantirà altri 300 posti letto distribuiti in altri due edifici, la mensa, la palestra e l'arredo della piazza. Con 25 milioni di euro sarà demolito l'edificio industriale dell'ex Sem e al suo posto saranno realizzati l'auditorium, la biblioteca, l'archivio, il completamento dell'info point su viale La Plaia e la sistemazione definitiva dell'ingresso. «La Regione ha deliberato l'utilizzo del “project financing”. Con questo sistema - aggiunge il presidente dell'Ersu - avremo in dotazione 3,9 milioni di euro all'anno per ventinove anni. Un canone destinato a chi realizzerà e gestirà l'opera». A chi si aggiudicherà la gara d'appalto, a parziale coperture delle spese, sarà ceduto l'edifico di via Roma (palazzo Vivanet, ex Hotel Moderno) che sino a pochi anni fa ospitava una Casa dello studente e che ha necessità di importanti lavori di adeguamento. «Il progetto economico finanziario è pronto, in primavera bandiremo la gara. Altri sei mesi per la presentazione delle offerte e - conclude Camoglio - a fine 2019 l'aggiudicazione e l'inizio dei lavori».
Andrea Artizzu


2 - L’UNIONE SARDA di giovedì 27 dicembre 2018 / Medio Campidano (Pagina 42 - Edizione CA)
ARBUS
Costa Verde, nuovi scavi archeologici

Continuano gli scavi sulla Costa Verde: si cercano nuove testimonianze archeologiche su quel tratto di spiaggia dove, a partire dal 1985, furono portati alla luce gli scheletri di tre persone vissute 8.500 anni fa e ribattezzate Beniamino, Amanda e Amsicora. Lavori per i beneficiari del reddito d'inclusione sociale, anche per la messa in sicurezza, pulizia e decoro nell'area che circonda il nuraghe Cugui, lungo la statale per Fluminimaggiore, dove sono state trovate tracce insediative di età prenuragica.
«L'obiettivo - spiega l'assessore alla cultura, Michele Schirru - è coniugare archeologia e ambiente per valorizzare lo scavo ancora aperto e implementare le ricerche e le analisi su ciò che è stato ritrovato. Un percorso importante verso la restituzione al territorio dei reperti e la progettazione di un museo archeologico, oltre a proseguire gli studi scientifici con l'Università di Cagliari, per conoscere lo stile di vita e le abitudini dei primi abitanti dell'Isola».
Un progetto che il Comune porta avanti da anni, in collaborazione col gruppo archeologico Cugui di Arbus e la Soprintendenza ai Beni archeologici di Cagliari e Oristano. (s. r.)
 

3 - L’UNIONE SARDA di giovedì 27 dicembre 2018 / Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
Controvetrina
I martedì di poesia e maglia

di Maria Paola Masala
Quanti furono “I martedì di poesia e maglia”? Quanto basta, dieci anni dopo, per avere impressa nella memoria quella prima volta, quando nel Caffè del Teatro Alfieri si ritrovarono uomini e donne, più donne che uomini, a sentir di poesia, e a lavorare a maglia: un verso di Giorgio Caproni e un giro di dritto, uno di Saffo e un giro di rovescio. L' idea era venuta a Rosabianca Rombi, alla sua passione per la poesia, all'infanzia trascorsa nelle campagne venete, quando ci si riuniva nelle stalle e si lavorava, uomini e donne, più donne che uomini, mentre i narratori raccontavano storie di magia. Era il Filò, una tradizione che ancora resiste, e che nella mente ingegnosa di quella donna speciale diventò altro. A quel primo incontro, organizzato dall'Endas col Teatro Stabile della Sardegna e il Dipartimento di filologie e letterature moderne dell'Università, parteciparono tanti curiosi. Molti a mani vuote, altri (altre) con gomitoli di lana e ferri del mestiere in borsa. Parole e trame, giri di maglia inglese ed endecasillabi sciolti. Con Giulio Angioni ad aprire il dibattito, Maria Grazia Bodio e Isella Orchis a leggere Catullo, Lorca, Leopardi, Ritsos, Pasolini, Szymborska. E Peppino Mereu, Benvenuto Lobina, Cicito Masala.
Fu proprio quest'ultimo, con le sue “Poesias in duas limbas”, il protagonista assoluto di un'altra memorabile serata: con Lia Careddu, Pierpaolo Piludu e Rosabianca Rombi a dire i suoi versi, e il pubblico a sferruzzare. «Tre trame per i sogni/, tre trame per la sorte/la bianca per la vita/, la rossa per l'amore, la nera per la morte».
 

4 - L’UNIONE SARDA di giovedì 27 dicembre 2018 / Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
Eletto il nuovo presidente del Consorzio ittico Santa Gilla
«Rilanceremo la pesca in laguna»

La laguna, per lui, non è un mistero. Ogni angolo, ogni sponda, ogni metro quadro di fondale, non ha segreti. Una conoscenza che gli servirà eccome, d'ora in poi, come neo presidente del Consorzio ittico Santa Gilla, l'organismo che su concessione della Regione gestisce pesca e allevamento nello stagno.
Quarantaquattro anni, pescatore da sempre, Stefano Melis è figlio d'arte. Proprio come suo padre, è un operatore subacqueo abilitato alla raccolta dei ricci. Ma da anni ha diversificato la sua professione, allestendo anche a Santa Gilla, con la sua cooperativa “Mare d'Amare”, parte dei filari delle cozze.
La sua nomina arriva in un momento particolarmente difficile Santa Gilla?
«Diciamolo francamente, l'eredità peggiore l'ha avuta il mio predecessore Emanuele Orsatti. È lui ad aver preso in carico un consorzio con 400mila euro di debiti. Ora l'azienda è sana, non lo è dal punto di vista ambientale e idraulico la laguna, troppo esposta alle bizze del tempo e di chi in tanti anni non ha ancora risolto l'emergenza, il rischio incombente dell'inquinamento inquinamento, a cominciare dagli scarichi che determinano la qualità delle nostre acque».
Estate difficile, autunno problematico. I pescatori sono furenti.
«Come potrebbe essere altrimenti. Veniamo da piogge torrenziali in piena stagione calda che hanno gonfiato i rii e i fiumi. Gli argini inadeguati sono stati superati e nella laguna è finito di tutto. Cozze e arselle morte, soffocate dal fango. Il nostro prodotto è andato distrutto. Perdite incredibili, mancato guadagno e stipendi ridotti a zero. La cosa grave è che questi problemi si ripetono ciclicamente ma si continua a far finta di nulla».
A chi si riferisce?
«Naturalmente alla politica, che di tanto in tanto si fa viva a Santa Gilla e poi, al momento di agire, latita».
Si parla di fondi imminenti e progetti.
«Abbiamo saputo dell'assegnazione di due milioni e mezzo di euro alla Città metropolitana per l'ittiturismo, e la riapertura dello schiuditoio, i laboratori e gli altri impianti costati parecchi milioni di vecchie lire e mai entrati in funzione. Abbiano anche saputo di un altro milione e mezzo appena trasferito alla Città metropolitana per la sistemazione idraulica. Non sono pessimista per natura, per gioire aspetto l'avvio dei lavori. Anche perché, sa, siamo in campagna elettorale...».
Che fare, per Santa Gilla. Come si muoverà da presidente?
«Siamo l'unica azienda, in Sardegna, che tratta cozze locali. Non facciamo compravendita, ma questo non è sempre un pregio. Intanto dobbiamo valorizzare lo stabulario, il nostro fiore all'occhiello, per poter davvero ricominciare a far ripartire il Consorzio per poter essere al centro del settore ittico isolano. Abbiamo 250 assicurati e potenzialità enormi a patto che si diversifichino le produzioni. Il pescatore è sempre stato povero, chi si è arricchito negli anni sono i grossisti. Ebbene, serve un prodotto di qualità e serve la vendita diretta. Come dire, pesci, molluschi e mitili a miglio zero. Tutto ciò e possibile intervenendo strutturalmente sulla laguna e la peschiera. Possibile che quando in estate serve acqua dolce fresca questa venga deviata verso altri lidi»?
La vostra pescheria è chiusa.
«Contiamo di riaprirla entro gennaio per vendere anche prodotto trasformato. Frittura e arrosto di pesce. I cagliaritani e non solo devono tornare a dire: custa è anguidda, custa è lissa speciali de Santa Igia ».
La collaborazione con l'Università continuerà?
«Spero cresca. Per la riproduzione dei ricci, delle oloturie, delle anemoni. La ricerca serve ai pescatori, noi serviamo alla scienza. Ci guadagniamo come cittadini e consumatori».
Andrea Piras



RASSEGNA STAMPA di LUNEDÌ 23 DICEMBRE 2018



1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 24 dicembre 2018 / Regione (Pagina 15 - Edizione CA)
Alessandro Chessa, esperto di big data e intelligenza artificiale, parla di nuove frontiere e fake news «L'uomo del futuro? Non avrà il corpo, basterà il cervello»
Paolo Paolini, ppaolini@unionesarda.it
«Potrei fare a meno del corpo, anche se ci sono affezionato. In futuro si vivrà serenamente senza possederne uno». Alessandro Chessa è un professionista multitasking che: 1) studia big data e intelligenza artificiale; 2) scrive puntute riflessioni su Wired, la bibbia di internet; 3) insegna alla Luiss e alla Talent garden innovation school di Milano; 4) fa ricerca applicata al dorato mondo degli affari. È abituato a torchiare i dati fino a far confessare loro verità inimmaginabili e sposta l'orizzonte sempre un po' più in là: «È una questione di sopravvivenza della specie. L'evoluzione riserva sempre sorprese».
Cagliaritano, cinquantatreenne, fisico, dieci anni fa ha fondato Linkalab, laboratori di ricerca a Cagliari e uffici commerciali a Milano: «Le università sarde sono di buon livello, i talenti numerosi. Purtroppo non c'è la massa critica di aziende con un certo peso».
Il suo cliente più importante?
«L'Eni. Stiamo facendo un lavoro enorme - impossibile senza l'intelligenza artificiale - per capire con quali termini si descrive al pubblico: sostenibilità oppure inquinamento? Più in là si potrà intervenire per migliorare la percezione della gente».
Ripulite la faccia a chi ce l'ha sporca?
«Capisci come nasce e si forma un'opinione, può essere anche una leva del marketing utilizzata sui social network».
L'Eni tentò di aggirare l'inchiesta giornalistica di Report parlando con gli utenti sui social.
«Il dipartimento comunicazione diede la propria versione direttamente agli utenti. È stata una scelta».
Cosa c'entra un fisico con la comunicazione?
«Ho fatto un salto dagli atomi alle persone per capirne i rapporti. Alcune teorie che si applicano alle particelle possono essere usate per gli esseri umani».
Un esempio?
«La materia passa dall'ordinato stato liquido a quello caotico proprio del gas: seguendo regole simili le folle virano dalla calma al panico. Si comportano come gli atomi».
L'intelligenza artificiale?
«Usa i nostri comportamenti su larga scala, impara, è in grado di fare la somma di tante voci. Qualcuno attraverso lo smartphone ci sta spiando dal futuro, è in corso un'evoluzione della specie. Forse l'intelligenza artificiale ci è necessaria per non scomparire».
Perché?
«La possibilità di trasferire sulle macchine quanto di più umano abbiamo può essere la nostra salvezza, magari consentendoci di colonizzare pianeti ancora insondabili».
I rischi?
«Il corpo dell'uomo si sta trasformando. I cyborg erano fantascienza, oggi sono realtà. È una grande sfida con alcuni pericoli».
La spaventa l'idea di vivere senza un corpo?
«Quest'idea è tipica di quella parte della società immersa nel benessere che dimentica le grandi porzioni di umanità martoriate proprio nel corpo. Magari tra cinque generazioni il problema sarà risolto così. D'altronde qualche secolo fa chi immaginava di poter volare?»
Se le macchine somigliassero troppo all'uomo, magari con le allucinazioni?
«Le incognite sono tali da invitare tutti alla massima prudenza. Molti Stati investono budget enormi perché c'è un vero e proprio allarme nazionale».
C'è un problema etico?
«Sì. Mi capita di parlare con giuristi, econonomisti, filosofi, l'avanzare della scienza è tutt'uno con tanti altri campi».
Notizie false in rete?
«Alla radice c'è la perdita di fiducia verso istituzioni che prima erano un punto di riferimento. Non si crede più a nulla. L'ultimo uomo della strada si sente in grado di confutare un risultato scientifico ottenuto con un lavoro serio».
Le colpe degli organi di informazione?
«Hanno esagerato col sensazionalismo, il resto l'ha fatto il matrimonio suicida con la pubblicità alla quale ci si piega con troppa accondiscendenza. La qualità è l'arma vincente. Paradossalmente con l'avanzare delle fake news l'informazione certificata acquista peso».
Come si difende dalle bugie?
«Leggendo solo notizie pubblicate da testate che conosco e di cui mi fido».
Influenzano anche le elezioni.
«È un problema che il mondo sta affrontando».
Le notizie le avranno solo le élite?
«Bisogna evitarlo, ma la possibilità è concreta».
Il neurofarmacologo Gessa sostiene che la moltitudine di informazioni distribuita gratuitamente dalla rete nasconda un trucco.
«Condivido. All'inizio internet offriva tutto gratis in un'ottica di condivisione. I social network hanno introdotto in maniera surrettizia l'idea che l'informazione fosse a costo zero, ma in realtà la nostra vita social è il prodotto vero e proprio che fa guadagnare chi c'è dietro Facebook, Google e gli altri».
Cosa sanno di noi i colossi della rete?
«Molto più di quanto possiamo immaginare. L'unica soluzione è costringerli a consegnare i dati alle nazioni. Altrimenti finiremo come Blade Runner».
 
Carta d'identità
Dottorato di ricerca in Fisica statistica, è stato Research associates alla Boston university. È docente alla Luiss, coordinatore scientifico alla Talent garden innovation school, Ceo di Linkalab e direttore scientifico del nuovo Data science lab di Eni. I suoi interessi scientifici vanno dall'applicazione della meccanica quantistica al World wide web, allo studio delle reti sociali delle nuove comunità su Internet, per arrivare ai big data nell'informazione giornalistica

 

2 - L’UNIONE SARDA di lunedì 24 dicembre 2018 / Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
DENTRO LA MANOVRA. Polemica sulle nuove norme per le professioni sanitarie
QUOTA 100, SI PARTE AD APRILE
Via entro il primo trimestre anche al reddito di cittadinanza

La manovra del popolo condizionata (per alcuni dettata) da Bruxelles cambierà le prospettive a una parte degli italiani. In un modo o nell'altro. Approvata al Senato la notte tra sabato e domenica, dovrà passare al vaglio della Camera tra Natale e Capodanno per l'ok definitivo. Ieri ha creato polemica la norma, inserita con un emendamento del M5S, che sembra allentare la stretta sull'accesso alle professioni sanitarie, stabilendo una deroga per l'iscrizione agli ordini dei professionisti senza titoli che abbiano lavorato, nell'arco di 10 anni, almeno per 36 mesi. «Un'assurdità totale», per le associazioni di settore. Su molti punti occorrerà attendere comunque i decreti attuativi per conoscere le modalità di applicazione dei provvedimenti. Ecco quelli più importanti.
REDDITO DI CITTADINANZA  Ci sono 7,1 miliardi per finanziare un assegno sino a 780 euro al mese destinato a chi ha un reddito Isee sino a 9mila euro e si impegna a cercare attivamente lavoro nei centri per l'impiego. Le prime erogazioni, secondo il Governo, dovrebbero partire a fine marzo.
IN PENSIONE A QUOTA 100  Con 4 miliardi si consentirà a chi ne ha i requisiti di andare in pensione anche a 62 anni (e non più a 67 come prevede la Fornero) con 38 di contributi. L'assegno si percepirà dopo tre mesi. Partenza probabile ad aprile.
PENSIONATI, SGRAVI E TAGLI  Chi percepisce assegni superiori a 1.520 euro subirà un taglio alla rivalutazione dal 40 al 97%. Flat tax al 7% per i pensionati che vivono all'estero e che si trasferiscono in Sicilia, Calabria, Sardegna, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise e Puglia.
MAMME, PAPÀ E BAMBINI  Le neo mamme potranno restare al lavoro fino al nono mese di gravidanza, mentre i papà hanno diritto a 5 giorni di congedo parentale. Per gli asili nido bonus di 1.500 euro. Incentivi per l'acquisto di seggiolini per le auto “anti abbandono”.
AUTO ECOLOGICHE  Sconti fino a 6.000 euro per chi ne acquista una rottamando un vecchio veicolo. Il contributo è previsto anche per l'acquisto dei motorini elettrici o ibridi, fino a un massimo di 3.000 euro per chi rottama.
RISPARMIATORI TRUFFATI  I risparmiatori truffati potranno ottenere un indennizzo, pari al 30% della quota persa, senza arbitrato
SCONTI SULLE CARTELLE  Chi ha un reddito Isee sino a 8.500 euro pagherà solo il 16% del debito a ruolo; sino a 12.500 euro si pagherà il 20%; fino a 20mila il 35%.
COSTO DEL LAVORO  Taglio del costo del lavoro, attraverso la riduzione dei premi Inail, per un ammontare pari a 410 milioni nel 2019, 525 milioni nel 2020 e 600 milioni nel 2021.
STOP AGEVOLAZIONI  Azzeramento del credito d'imposta per i beni strumentali nuovi; abrogazione del credito d'imposta Irap; stop alle agevolazioni Ires per gli enti non commerciali (come la Chiesa). Previsti risparmi per mezzo miliardo.
STABILIMENTI BALNEARI  Proroga di 15 anni per le concessioni degli stabilimenti balneari «al fine di garantire la tutela e la custodia delle coste italiane affidate in concessione, quali risorse turistiche fondamentali del Paese, e tutelare l'occupazione e il reddito delle imprese in crisi per i danni subiti dai cambiamenti climatici e dai conseguenti eventi calamitosi straordinari».
PAGAMENTI AI PRIVATI  La Cassa depositi e prestiti scende in campo, per aiutare le pubbliche amministrazioni a rispettare i tempi di pagamento per le prestazioni effettuate dei privati.
WEB TAX  Web tax al 3% per le imprese del commercio ma anche quelle che vendono dati e fanno pubblicita online. Il prelievo interessa «i soggetti esercenti attività d'impresa che singolarmente o a livello di gruppo, nel corso di un anno solare realizzano» un ammontare complessivo di ricavi non inferiore a 750 milioni; oppure un ammontare di ricavi derivanti da servizi digitali realizzati nel territorio dello Stato non inferiore a 5,5 milioni.
ASSUNZIONI, STOP  Gli enti pubblici non economici, le università, i ministeri (compresa la presidenza del Consiglio) non potranno effettuare assunzioni a tempo indeterminato fino a novembre del 2019.
Fabio Manca



RASSEGNA STAMPA di DOMENICA 23 DICEMBRE 2018

 

1 - L’UNIONE SARDA di domenica 23 dicembre 2018 / Commenti (Pagina 26 - Edizione CA)
IL DIBATTITO
Qualità della vita nelle città sarde

Da quasi un trentennio “Il Sole 24 ore” realizza ogni anno un'indagine sulla qualità della vita nelle città italiane. Lo studio si basa su ben 42 parametri riguardanti ricchezza e consumi, affari e lavoro, ambiente e servizi, giustizia e sicurezza, demografia e società, cultura e tempo libero.
A primeggiare quest'anno è stata Milano, seguita da Bolzano e da Aosta. Nelle retrovie si sono piazzate Cagliari, 44esima - ma con un miglioramento di ben 11 posizioni sul dato dello scorso anno -, Oristano, 71esima, Nuoro, 75esima e Sassari 76esima. Chiaramente, è difficile competere con una metropoli in piena “Golden Age” come Milano e con città a ben remunerato statuto speciale come Bolzano e Aosta. Però risultati come quelli ottenuti dalle nostre città non devono essere un'occasione di vittimismo oppure di rivendicazione e neppure di contestazioni. Devono spingere a rimboccarsi le maniche.
È vero che i centri sardi non possono contare sulle risorse economiche di tante località del nord. Però migliorare la sicurezza, agire sull'ambiente, sulla qualità dell'aria si deve. Avere più servizi, più verde e puntare maggiormente sulla cultura si può. Non a caso migliora la posizione in classifica di Cagliari, città che ultimamente si è distinta per una maggiore sinergia tra amministrazione pubblica e università, per esempio, e dove sono state lanciate alcune iniziative per coinvolgere maggiormente la cittadinanza nella vita pubblica. Certo, le cose non possono cambiare in una stagione ma l'importante è mettersi in moto, avere un progetto sul lungo periodo. Solo così si possono scalare le classifiche e, soprattutto, far vivere meglio i cittadini.
ROBERTO ROVEDA, STORICO E GIORNALISTA


2 - L’UNIONE SARDA di domenica 23 dicembre 2018 / Cagliari (Pagina 32 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ
Un dottorato valido anche a Taiwan

Un titolo universitario valido in Italia e a Taiwan. L'accordo tra il dottorato in Scienze della vita, dell'ambiente e del farmaco dell'Università di Cagliari e il dottorato in Clinical Drug Development in Herbal Medicine del College of Pharmacy della Taipei Medical University (Tmu). La firma dell'intesa è stata apposta da Enzo Tramontano, dell'Università cagliaritana e da Jing-Ping Liou, preside del College of Pharmacy della Taipei Medical University, e e Ching-Chiung Wang, direttrice del PhD program in Clinical Drug Development in Herbal Medicine. Il dottorato internazionale - operativo dal prossimo anno accademico - permetterà agli studenti dei due atenei di partecipare a un programma didattico - scientifico congiunto e di conseguire quindi il titolo di dottore di ricerca rilasciato da entrambi gli Atenei.

 

3 - L’UNIONE SARDA di domenica 23 dicembre 2018 / Agenda (Pagina 36 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Pubblicato il quarto volume della collana
Studenti alla prova sul campo con la traduzione degli autori boliviani

Dopo Tintas, Vidas e Tierras arriva il quarto volume che contiene brani di autori sudamericani tradotti dagli studenti dell'Università di Cagliari. È stato presentato nei giorni scorsi in anteprima alla Fiera nazionale della piccola e media editoria di Roma “Più libri più liberi”, il volume “Calles, tredici racconti dalla Bolivia” (edito da Gran Vía), il quarto libro di opere tradotte dagli studenti del corso di “Traduzione letteraria dallo spagnolo” che tiene la docente e curatrice del volume Maria Cristina Secci della Facoltà di Studi umanistici.
L'OBIETTIVO  Si tratta di un laboratorio che va avanti ormai da anni allo scopo di far vivere agli studenti l'esperienza che affronteranno nel mondo del lavoro, grazie alle competenze acquisite durante le lezioni.
Gli studenti traduttori che finora si erano cimentati in racconti provenienti da Messico, Cuba e Cile in altrettanti volumi realizzati con lo stesso sistema (dai rispettivi titoli di Tintas, Vidas e Tierras), questa volta offrono ai lettori italiani il mondo raccontato da una generazione di autori boliviani.
LA SQUADRA  Cresce il numero degli studenti coinvolti in un'esperienza che permette di imparare da vicino tutti i passaggi del complesso processo di produzione di un'opera editoriale, con il contributo personale del lavoro di ciascuno. Questi i nomi degli iscritti che hanno lavorato a Calles: Giulia Argiolas, Camilla Bruno, Giulia Delogu, Paola Moreddu, Francesco Del Rio, Elisabetta Mascia, Paola Mura, Flavia Eva Floris, Elisabetta Meloni, Gaia Zucca, Barbara Guglielmi, Silvia Maria Dessì, Federica Staffa, Laura Origa, Laura Serra, Valeria Floris, Rossana Podda, Angela Oppo, Ilaria Camboni, Giulia Gazzaniga, Matteo Mandis.
IL PREMIO  La collana Dédalos che ospita le antologie di racconti ispanoamericani tradotti dagli studenti dell'Università di Cagliari è tra le motivazioni citate di conferimento alla casa Editrice Gran Vía del “Premio nazionale per la traduzione”, categoria Premi speciali, anno 2017, del Ministero dei Beni e delle Attività culturali.
 

4 - L’UNIONE SARDA di domenica 23 dicembre 2018 / Sulcis Iglesiente (Pagina 45 - Edizione CA)
NUXIS. Inaugurate nuove esposizioni
Cresce il sito di Sa Marchesa

Sono state inaugurate ieri a Sa Marchesa, la miniera di dismessa tra le colline di Nuxis, le nuove esposizioni e i laboratori didattici del museo. Durante l'evento si è svolta anche la conferenza dal tema "L'Università di Cagliari e il territorio: attività di ricerca di Preistoria e Protostoria in Sardegna". L'iniziativa rientra nel progetto di valorizzazione del sito avviato dal Comune, guidato da Pier Andrea Deias, e dall'associazione Speleoclub. Dopo la conferenza, la visita alla grotta di Su Montixeddu, la degustazione di prodotti tipici e la castagnata con l'associazione “Su Beranu”. (m. lo.)
 

5 - L’UNIONE SARDA di domenica 23 dicembre 2018 / Ogliastra (Pagina 54 - Edizione CA)
TORTOLÌ. La polemica
Dna, mille firme lo rivogliono indietro

I rappresentanti dei comuni di Perdasdefogu, Talana, Urzulei, Ussassai Escalaplano, Seui, Triei e Loceri hanno consegnato mille firme all'associazione Identità Ogliastrina. Attraverso il sodalizio guidato da Flavio Cabitza vogliono chiedere a Tiziana's Life e al Garante della privacy, la revoca e la diffida all'utilizzo dei dati. Una mossa che segue la recente decisione di Tiziana's Life di riconsegnare ai primi cinquanta donatori che ne avevano fatto richiesta la proprietà dei dati donati. L'associazione, nel corso della riunione di Tortolì, ha inoltre informato i sindaci dell'accordo sottoscritto con l'Università di Sassari per la custodia e la tutela dei campioni (ancora sotto sequestro), nel momento in cui verranno restituiti. «Non significa portare via i campioni ma affidarli in buone mani fino a quando il territorio non sarà in grado di gestirli in autonomia», ha spiegato Cabitza. Alla riunione era presente il subcommissario per Ogliastra Tonino Mereu. Non viene esclusa la possibilità che la Provincia riveda il contratto con la società Parco Genos per la struttura di Perdasdefogu, sotto sequestro, in cui sono custoditi i campioni di dna. «Il soggetto è divenuto privato, quindi dovremo riconsiderare le carte», ha spiegato Mereu. ( si. l. )


6 - L’UNIONE SARDA di domenica 23 dicembre 2018 / Sassari e Alghero (Pagina 56 - Edizione CA)
SASSARI. Per i 40 anni di attività della società finanziaria
Una borsa di studio dalla Sardaleasing

Sarà uno studente del Dipartimento di scienze economiche e aziendali dell'Università di Sassari a condurre una ricerca sul sistema del credito e del leasing in Sardegna. Lo farà grazie a una borsa di studio di 20 mila euro messa a disposizione dalla Sardaleasing in occasione dei suoi 40 anni di attività. L'accordo con l'Università è stato sottoscritto venerdì tra il presidente della società di leasing della Bper, Giacomo Spissu, e il rettore Massimo Carpinelli. Al termine del lavoro lo studente farà uno stage nell'azienda. Il presidente Spissu ha sottolineato che l'iniziativa è stata sostenuta dall'intero cda perché si tratta di «un atto concreto a favore della generazione a cui affideremo il lavoro iniziato da noi». In passato, in occasione dei 25 e 30 anni della società, Sardaleasing aveva donato alle scuole dell'Isola forniture complete per l'allestimento di aule informatiche. Il rettore Massimo Carpinelli si è formato trent'anni fa negli Stati Uniti. «Siamo felici e orgogliosi che Sardaleasing abbia deciso di suggellare questo traguardo investendo sui nostri giovani». Sardaleasing conta di chiudere anche il 2018 sulla scia del risultato ottenuto lo scorso anno, quando le nuove stipule arrivarono a 700 milioni di euro. Socio di maggioranza è la Bper (51,44%). ( g.b. p. )

 

La Nuova Sardegna

RASSEGNA STAMPA di LUNEDÌ 31 DICEMBRE 2018

 

4 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 31 dicembre 2018 / Sardegna - Pagina 6
Paci: riconoscimento da parte del Ministero al nostro lavoro per l'innovazione
NELL'ISOLA SI SPERIMENTERÀ LA RIVOLUZIONE DEL 5G
Una tecnologia che non riguarda solo i telefonini ma renderà la vita più smart

CAGLIARI Continua la corsa per recuperare il digital divide. Ma questa volta la Sardegna mette la freccia e sorpassa. L'isola è una delle sei regioni in cui verrà sperimentato il 5G. Si inizia da Cagliari, che con Milano, Prato, L'Aquila, Bari e Matera darà via al servizio. L'accordo tra il Mise e il gestore Fastweb, che ha l'utilizzo delle frequenze per trasferire i dati ad alta velocità, consentirà di sperimentare il collegamento ultraveloce. Prima in via sperimentale in alcune aree della città, poi in una fascia sempre più ampia. La sperimentazione è legata al progetto del Joint Innovation Center sviluppato da CRS4, Huawei e dalla Regione. La decisione del Ministero è un riconoscimento alle competenze ad alta tecnologia dell'isola. Proprio nei giorni scorsi è stato presentato dal Joint Innovation Center lo Ioc (Intelligence Operation Center), il supercervellone che dalla Sardegna darà il via alla rivoluzione smart per trasformare le città italiane ed europee in luoghi più intelligenti e sicuri. La rete ultraveloce 5G non è una semplice evoluzione del 4G e non è destinata solo alla telefonia.La sfida. «Il 5G è una piattaforma che apre nuove opportunità di sviluppo, una tecnologia per servizi innovativi che cambieranno profondamente il modo di vivere e di spostarsi dei cittadini ma anche il modo di produrre da parte delle imprese - spiega il vicepresidente della Regione Raffaele Paci -. È una tecnologia in forte discontinuità con il passato, con enormi potenzialità sul fronte dei servizi che potranno essere sviluppati e su quello della crescita del nostro sistema produttivo. Per noi è un grande riconoscimento. La scelta del Ministero non ha solo lo scopo di sperimentare la rete 5G da un punto di vista infrastrutturale, perché chiede di presentare progetti che saranno valutati anche rispetto ai servizi. È su questo che ci metteremo in gioco con le professionalità del Joint Innovation Center dove la collaborazione fra Crs4 e Huawei, siglata per progetti di ricerca sulle Smart city, ha già dato risultati. Siamo sicuri che il contributo di Cagliari farà la differenza nella sperimentazione nazionale e internazionale della rete 5G, e che insieme alla banda ultralarga che stiamo portando in tutti i paesi della Sardegna migliorerà notevolmente la vita dei cittadini».L'isola come modello. L'assessore Paci lancia una sfida più ambiziosa per il futuro della Sardegna. «Noi ci siamo proposti perché siamo sicuri di avere tutte le competenze e ora accettiamo la sfida - spiega Paci - . Vogliamo essere il luogo per la sperimentazione dei servizi innovativi e diventare un punto di riferimento nazionale e internazionale, e sappiamo di avere le carte in regola per esserlo. Quella dell'innovazione e della digitalizzazione è una sfida trasversale, e vale ancora di più per una realtà come la Sardegna. Abbiamo più volte detto che solo attraverso una massiccia dose di innovazione tecnologica affiancata al capitale umano riusciremo a crescere, ad aprirci e a superare i limiti dell'insularità. Essere una delle sei città italiane sede di una sperimentazione internazionale ne è la dimostrazione, perché guadagniamo una posizione centrale proprio grazie a un settore in cui la Sardegna ha sempre vantato competenza ed eccellenze. Una grande opportunità, in cui la Regione crede e che supporta. La sperimentazione del 5G è un altro importante passo in avanti verso una nuova dimensione smart della nostra città: intelligente, sicura, interattiva, sempre più a misura dei cittadini del terzo millennio».



RASSEGNA STAMPA di DOMENICA 30 DICEMBRE 2018

 

4 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 30 dicembre 2018 / Sardegna - Pagina 7
La Regione supera i controlli della Ue e mette in salvo le risorse non utilizzate
L'Europa promuove l'isola: spende bene i nostri fondi

SASSARI Bruxelles promuove la Sardegna: l'isola sa spendere le risorse che arrivano dall'Europa. E lo fa anche risultati migliori rispetto alle aspettative. Negli ultimi tre anni la Regione ha utilizzato 13 milioni in più del minimo richiesto da Bruxelles e ha messo così al sicuro i fondi non spesi. Le ferree regole della Ue prevedono infatti che chi non riesce a raggiungere l'obiettivo di spesa obbligatoria perda automaticamente i fondi non utilizzati. Dal 2015 dunque, ovvero l'anno di approvazione del Por Fesr - il fondo europeo per lo sviluppo regionale -, la Sardegna ha certificato complessivamente 161 milioni e 500mila euro a fronte dei 147 milioni e mezzo richiesti entro dicembre 2018, data del primo tagliando ufficiale di verifica con l'Europa sull'andamento della spesa. «Un risultato di cui siamo molto soddisfatti, ci riempie di orgoglio e ci stimola a procedere con ancora più rapidità per destinare tutti i fondi a nostra disposizione a progetti di qualità - dice l'assessore alla Programmazione Raffaele Paci -. La novità dei controlli in itinere sugli obiettivi senza aspettare la fine della programmazione, è un ulteriore impulso a lavorare bene e in fretta: siamo contenti dei risultati raggiunti e lavoriamo per migliorarli, a vantaggio della qualità della vita di tutti i sardi, perché i nostri sono progetti concreti, con ricadute reali nella vita quotidiana di tutti cittadini, migliorandola». Il risultato raggiunto, sottolinea Paci, «è merito dell'Autorità di gestione Graziella Pisu e di tutti coloro che con il loro lavoro e impegno quotidiano negli assessorati, negli enti locali e nelle agenzie, ne hanno permesso il raggiungimento». I fondi europei sono uno degli strumenti utilizzati dall'isola per rilanciare l'economia alle prese con una crisi senza precedenti. Il Fesr, con 930 milioni, prevede interventi destinati alla ricerca e innovazione per la competitività delle imprese, all'agenda digitale, all'efficienza energetica, all'inclusione sociale, all'ambiente e alla prevenzione del rischio idrogeologico. Le risorse utilizzate dalla Sardegna e certificate sono così suddivise: 21,7 milioni sono stati spesi per la ricerca scientifica, sviluppo tecnologico e innovazione; 33,2 per l'agenda digitale; 32,2 per la competitività del sistema produttivo; 23,1 per energia sostenibile e qualità della vita; 10,8 per la tutela dell'ambiente e prevenzione dei rischi; 22,5 per la valorizzazione degli attrattori naturali, culturali e turistici. E ancora: 7 milioni e 700mila euro sono stati spesi per la promozione del l'inclusione sociale e della lotta alla povertà e 10,4 per assistenza tecnica. In totale fa 161 milioni e mezzo, ovvero 13 più dei 147,5 richiesti. . «Stiamo dimostrando di essere una Sardegna dinamica, che si sta muovendo, pronta a cogliere le nuove sfide dell'innovazione e dell'alta tecnologia - conclude Paci, che è anche il vicepresidente della Regione -. Quando ci siamo insediati abbiamo fatto una corsa contro il tempo pazzesca per recuperare i ritardi della precedente programmazione e siamo riusciti a non perdere neanche un euro. Oggi siamo ancora più forti di questo risultato, in cui abbiamo sempre creduto e per il quale ci siamo impegnati ma che non era affatto scontato. I fondi europei sono un'occasione preziosa, dobbiamo essere capaci di sfruttarla al meglio e fino in fondo: la Sardegna, in questi cinque anni, ha dimostrato di esserne capace». (al.pi.)




RASSEGNA STAMPA di DOMENICA 23 DICEMBRE 2018

 

7 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 23 dicembre 2018 / Ogliastra - Pagina 27
Dna, in campo l’università
L’ateneo di Sassari pronto a ospitare i campioni genetici

TORTOLÌ L'Università di Sassari è disposta a "ospitare" temporaneamente i campioni di Dna ogliastrino attualmente sotto sequestro per un indagine della pRocura di Lanusei. La novità è emersa nel corso dell'incontro che si è tenuto venerdì pomeriggio nella sala della Provincia a Tortolì tra l'associazione "Identità ogliastrina" guidata da Flavio Cabitza e i sindaci dei comuni che aderirono al progetto di ricerca scientifica sul genoma ogliastrino. L'accordo raggiunto tra amministratori locali, associazione e ateneo sassarese potrà essere concretizzato una volta che la magistratura, impegnata in un'inchiesta per il furto del materiale genetico, dissequestrerà i campioni custoditi nel laboratorio di Perdasdefogu e il Garante per la privacy restituirà le provette ai donatori. Nel frattempo amministrazioni e cittadini continueranno a raccogliere le firme necessarie a revocare il consenso per il trattamento dei dati nei confronti della Tiziana life sciences, multinazionale con sede a Londra che ha acquistato all'asta fallimentare la biobanca creata grazie al progetto SharDna. All'assemblea era presente Giannino Deplano, sindaco di Ussassai, che ha sposato la linea d'azione. «Una volta completata la raccolta firme chiederemo il dissequestro dei campioni. Vogliamo che il Dna torni a casa. L'Università - ha detto - farà da garante». Con lui c'erano anche i colleghi di Loceri, Urzulei ed Escalaplano (Roberto Uda, Ennio Arba e Marco Lampis). «La raccolta a Loceri inizierà a gennaio e interesserà, attraverso due moduli sia i donatori sia i loro discendenti. Credo - ha commentato Uda - si tratti di un'azione importante a tutela del Dna che va visto come importante fonte di ricerca e di sviluppo economici per il territorio». Per la prima volta ha fatto al sua comparsa anche la Provincia di Nuoro proprietaria dei locali che ospitano il laboratorio sotto sequestro. E che, attraverso il subcommissario per l'Ogliastra Tonino Mereu, si è detta pronta a valutare la possibilità di concedere i locali sotto sequestro a Identità ogliastrina, che non ha fini di lucro. «Sino a quando nella società c'erano anche i comuni - ha spiegato Mereu - aveva un senso cederlo gratuitamente in comodato d'uso. Ora non più: stiamo valutando la possibilità di darli all'associazione sperando che sia l'inizio di un percorso ceh abbia ricadute economica in Ogliastra». Esulta Flavio Cabitza, portavoce dell'associazione che si è battuta contro la vendita della biobanca a Tiziana Life e che parla di una soluzione ormai prossima: «L'associazione si è fatta tramite e ha chiesto all'Università di Sassari di custodire temporaneamente i campioni in un laboratorio adeguato. L'accordo verrà sottoscritto tra un mese con la referente dell'ateneo, la ricercatrice Grazia Fenu». (g.f.)

 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 23 dicembre 2018 / Provincia di Oristano - Pagina 23
Dopo i lavori di ristrutturazione riaperta al pubblico la capanna nuragica
UNA NUOVA GIOVINEZZA PER L’AREA DI SANTA CRISTINA

Si punta anche a potenziare il marketing con l’accordo con la Dinamo basket di Maria Antonietta Cossu
PAULILATINO A sei anni dal crollo, la capanna allungata attigua al nuraghe di Santa Cristina è stata
riaperta al pubblico. La fine dei lavori di ristrutturazione e di consolidamento dell'unità abitativa e la contestuale conclusione degli scavi che negli ultimi mesi hanno interessato il nuraghe e il villaggio, aprono nuovi scenari per il complesso archeologico, dove l'indagine condotta a distanza di diciassette anni dall'ultima campagna ha restituito un quadro storico più dettagliato. L'equipe multidisciplinare coordinata dalle archeologhe delle università di Sassari e Cagliari, Anna Depalmas e Carla Del Vais, ha esplorato le cavità del nuraghe e sette vani del villaggio rilevando le stratigrafie riconducibili alle frequentazioni nelle età nuragica, punica e tardo-antica altomedievale. Alla base del monumento monotorre è stata rinvenuta una macina nuragica, oltre a una miriade di frammenti in ceramica trovati a varie profondità. In alcune capanne, invece, sono state rilevate tracce di insediamenti tardo-altomedievali, comprese le sette tombe presenti al loro interno. «Un complesso così importante - ha commentato Carla del Vais - deve riprendersi la scena e le ultime indagini ci hanno fatto fare un altro passo verso la ricostruzione del sito». La rinnovata attenzione del mondo scientifico sta andando di pari passo con un'operazione di marketing realizzata attraverso il lancio pubblicitario offerto dalla Dinamo Sassari, che ha inserito il pozzo sacro nel calendario 2019. Un veicolo promozionale che il Comune vorrebbe sfruttare ancora. In che modo, lo ha spiegato il sindaco nella conferenza di presentazione della recente campagna di scavi finanziata dalla Regione e dall'ente locale. «Chiederemo al capitano della squadra, Jack Cooley, di essere ambasciatore di Paulilatino nel mondo», ha annunciato Domenico Gallus. Intanto l'esperienza appena conclusa nell'area archeologica ha dato nuovo impulso al vecchio progetto del Museo sul culto delle acque, che dovrebbe nascere accanto alla sezione etnografica di Palazzo Atzori. Alle sale ancora spoglie sono destinati i reperti appartenenti al vasto campionario di beni mobili venuti alla luce dagli anni Sessanta in poi. «Dal 2004 a oggi è stato portato avanti in più fasi un lavoro di restauro molto complesso - ha ricordato l'archeologa Anna Depalmas sottolineando che una selezione del materiale è pronta per la destinazione finale -. Speriamo che il museo si possa realizzare quanto prima».

 

9 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 23 dicembre 2018 / Lettere e commenti - Pagina 34
LETTERE ALLA NUOVA
RINGRAZIAMENTO
L’Università di Sassari mette fine al precariato

In questo momento storico, caratterizzato da una forte crisi economica e occupazionale, vogliamo evidenziare l’enorme sforzo compiuto dall’Università di Sassari per mettere fine al fenomeno del precariato. Con l’azione intrapresa a marzo scorso e alla luce della recente decisione sul reclutamento del personale tecnico-amministrativo per il triennio 2019/2021, annunciata nei giorni scorsi, ci sentiamo di porgere ai vertici dell’Università di Sassari un sentito ringraziamento per la ferma determinazione con la quale sta affrontando la vicenda del precariato. Ci auguriamo che l’attenzione dell’Ateneo verso i problemi del precariato e in generale del personale tecnico, amministrativo e bibliotecario rimanga sempre alta, insieme alla capacità di dare una soluzione concreta e possibile ai problemi.
Salvatore Messina, Sassari


 

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie