UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 19 dicembre 2018

Mercoledì 19 dicembre 2018

19 dicembre 2018

L'Unione Sarda

RASSEGNA STAMPA di MERCOLEDÌ 19 DICEMBRE 2018

 

1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 19 dicembre 2018 / Cultura (Pagina 44 - Edizione CA)
STORIA E ARCHEOLOGIA. Tutto partirebbe da una frase dello storico Ettore Pais
«Ecco i segni di scrittura lasciati dagli antichi abitanti dei nuraghi»
Scoperto un saggio di fine '800, inedito, dello studioso Pietro Lutzu

Un popolo di costruttori, agricoltori, pastori, commercianti, navigatori. Profondamente religiosi e altrettanto profondamente analfabeti. Ma è realmente così? È possibile che i nuragici non conoscessero la scrittura? All'interno di un dibattito che da qualche anno sta diventando sempre più acceso, spunta fuori un saggio manoscritto di fine Ottocento su una ricerca riguardante la scrittura nuragica dei sardi a firma dello studioso Pietro Lutzu. «Questo dattiloscritto arrivò all'Archivio storico sardo ma rimase chiuso in qualche cassetto, dimenticato», scrive la nipote Antonella Lutzu.
LO STUDIOSO  Pietro Lutzu, vissuto a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento, è stato uno studioso sardo di primo piano, molto conosciuto e apprezzato negli ambienti della cultura isolana di quel periodo.
Nato a San Vero Milis, di professione maestro elementare a Scano Montiferro e Sagama, era un appassionato e studioso di cose sarde tanto che sono ancora celebri i suoi scritti che spaziano dall'antropologia all'etnografia, dalla storia medievale alla letteratura sarda.
«Ma adesso Pietro Lutzu sarà ricordato soprattutto per questo documento, mai pubblicato, sulla scrittura nuragica», sottolinea Gigi Sanna, docente in pensione di greco e latino al liceo classico “De Castro” di Oristano, autore di numerosi scritti che riguardano soprattutto proprio la scrittura nuragica.
IL MANOSCRITTO  Nei “Saggi di scrittura preistorica” Lutzu parte da una frase dello storico Ettore Pais, fondatore del museo archeologico dell'Università di Sassari e direttore anche di quello di Cagliari: «“Che gli antichi abitatori nei Nuraghi - scrive il Pais - avessero di già conosciuto segni di scrittura, era già stato più volte sospettato”. Il sospetto divenne infine certezza luminosa per merito di lui». «Sono in tutto una decina di paginette dattiloscritte che mi ha consegnato uno dei partecipanti ad un corso di scrittura nuragica - commenta Gigi Sanna - che riporta anche le trascrizioni di alcuni documenti eseguite dal Lutzu. Documenti, tutti lapidei, scoperti in diverse località dell'Oristanese, particolarmente presso nuraghi e tombe dei Giganti tra Sagama, Scano di Montiferro, Narbolia, Milis e Bauladu». Nel manoscritto Pietro Lutzu trascrive i segni scoperti (pittografici mescolati a segni lineari) molto arcaici adoperati con quelli molto più recenti. «Segni del tutto identici a quelli individuati nel corso delle ricerche sulla scrittura nuragica dalla fine del secolo scorso a oggi. Cioè cento e più anni dopo», sottolinea Gigi Sanna.
I SEGNI  «Nel suo studio spiccano segni antichissimi sia del “protosinaitico” sia del “protocananaico” - precisa ancora Gigi Sanna - Come ad esempio le consonanti “zayn”, “waw”. Inoltre c'è la brevissima scritta “bipenne” miniaturistica del noto sito archeologico di S'arcu 'e is Forros di Villagrande Strisaili».
Ovviamente Pietro Lutzu non riuscì a capire il codice di scrittura che scoprì anche perché i due consonantici iniziarono ad essere studiati nel secondo dopoguerra.
LA SCOPERTA  Di questo manoscritto si può parlare solo oggi grazie alle nipoti di Pietro Lutzu, Antonella e Natalina, che hanno trovato questo documento e si sono messe in contatto con Gigi Sanna. Hanno scoperto che il nonno spedì tutto il fascicolo alla rivista “Archivio storico sardo” ma non venne mai pubblicato, «nonostante il probabile interessamento del Taramelli, sovrintendente generale ai Beni culturali della Sardegna, con il quale Lutzu tenne una fitta corrispondenza come dimostra l'epistolario che si trova tra le carte della “Donazione Lutzu” custodita nella biblioteca Satta di Nuoro». «Io spero che il lavoro del nonno possa essere utile, possa contribuire ad illuminare la strada della ricerca, che in questo tempo tarda ancora ad affermarsi all'umanità», conclude la nipote Antonella.
Michele Masala


2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 19 dicembre 2018 / Economia (Pagina 15 - Edizione CA)
REGIONE. Siglato l'accordo
CORTE D'APPELLO, TIROCINI

I numeri: 6 i mesi di durata del tirocinio, prorogabili di altri 6 - 450 l’indennità mensile corrisposta ai tirocinanti
per cento laureati

Cento neo laureati sardi in materie giuridiche ed economiche potranno fare i tirocini negli undici uffici giudicanti del distretto della Corte d'Appello di Cagliari.
Lo prevede un protocollo di intesa siglato tra la Regione e la Corte d'Appello di Cagliari alla presenza del presidente Francesco Pigliaru con l'assessora al Lavoro, Virginia Mura, la presidente della Corte d'Appello di Cagliari, Gemma Cucca, e il direttore dell'Aspal. I percorsi formativi dureranno 6 mesi, eventualmente prorogabili per altri 6, destinati a neo laureati. A gennaio verrà pubblicato l'avviso per i tirocinanti a cura dell'Aspal. Successivamente verrà effettuata, di concerto con la Corte d'Appello di Cagliari, una prova attitudinale. Il numero dei beneficiari, così individuati, è pari al 10% del personale in organico del Distretto giudiziario. Ai tirocinanti sarà erogata un'indennità mensile di 450 euro, con risorse interamente regionali. Anche le coperture assicurative saranno a carico della Regione. (ro. mu.)
 

3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 19 dicembre 2018 / Prima Economia (Pagina 14 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Iscrizioni entro il 10 gennaio. Disponibili borse di studio
Assicurazioni, un nuovo master a Sassari

Scordatevi l'agente che gira di casa in casa vendendo un'assicurazione per la vita o una per gli infortuni. La professione è cambiata e oggi occorrono maggiori competenze tecniche, gestionali e relazionali. Debutta all'Università di Sassari una novità nazionale: il Master di I livello in Economia e management delle assicurazioni. Si rivolge a neo laureati e agenti assicurativi, le lezioni (dal 25 gennaio 2019) si terranno venerdì sera e sabato mattina con 20 moduli, sia con presenza, sia online. Uno strumento innovativo sin dal suo concepimento, come sottolinea Katia Corsi, direttrice del Master Emass: «Università e imprese hanno dialogato per diversi mesi alla ricerca di una formula che mettesse insieme le esigenze dei neo laureati e quelle del mercato assicurativo e finanziario».  Che la formula sia innovativa e accattivante lo dimostra pure il fatto che ci siano già degli iscritti anche da altre regioni: Campania e Sicilia, in particolare. Non solo, diversi uditori hanno chiesto di poter seguire le lezioni. Le iscrizioni scadranno il 10 gennaio 2019 alle ore 13. Si può prendere visione del bando all'indirizzo www.disea.uniss.it/it/laureati/master/master-economia-e-management-delle-assicurazioni-emass. Sono disponibili borse di studio.
Giampiero Marras



RASSEGNA STAMPA di MARTEDÌ 18 DICEMBRE 2018

1 - L’UNIONE SARDA di martedì 18 dicembre 2018 / Agenda (Pagina 19 - Edizione CA)
INTERNET. L'addestramento nei laboratori di Ingegneria
L'Università a caccia di “cyber” agenti in grado di scovare le minacce del web

L'Università lancia la sfida per scovare ed eliminare le vulnerabilità del software attraverso un programma di addestramento. L'ateneo di Cagliari nei laboratori Lidia della facoltà di Ingegneria e architettura sarà una delle diciassette sedi di “CyberChallnge.IT 2019”. Il progetto - prevista la partecipazione di docenti e ricercatori del Diee (Dipartimento ingegneria elettrica ed elettronica) e del Dipartimento di matematica e informatica - è coordinato da Giorgio Giacinto e Davide Maiorca. La partecipazione dell'Università del capoluogo al progetto è un ulteriore tassello nella creazione sul territorio di opportunità formative nella cybersecurity. Il settore è in continua evoluzione e richiede competenze utili in vari ambiti produttivi, dalle imprese agli studi professionali, la pubblica amministrazione, le forze dell'ordine, gli istituti di credito e finanziari.
LE ISCRIZIONI  Il primo programma italiano di addestramento alla cybersecurity è riservato a giovani di talento tra i 16 e i 23 anni, frequentanti le scuole superiori e le università. La partecipazione è gratuita. Il progetto nasce all'interno del Laboratorio nazionale di cyberSecurity del Cini (Consorzio interuniversitario nazionale informatica) ed è supportato dal Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica (presidenza Consiglio dei ministri).
LE FASI  Il programma è suddiviso in diverse fasi. Sino a giovedì sarà possibile iscriversi on-line. Dal 23 al 25 gennaio si svolgerà un pre-test online che selezionerà i partecipanti al test di ammissione che si svolgerà il 1° febbraio nei laboratori Lidia. I giovani selezionati parteciperanno alle sessioni di addestramento che si tengono da marzo a maggio. Il 6 giugno si terrà con la prova di qualificazione, il giorno seguente sono previste le premiazioni. Inoltre, fra gli allievi ne verranno selezionati alcuni che prenderanno parte alla sfida nazionale il 27 giugno e alla cerimonia di premiazione che si svolgerà il 28 giugno. Per partecipare, oltre a un'età compresa tra 16 e 23 anni, è necessaria una conoscenza approfondita dei linguaggi C/C++, una buona conoscenza della lingua inglese e tanta curiosità, creatività e dinamicità.
Informazioni: https://cyberchallenge.it/venue/unica.

 

RASSEGNA STAMPA di LUNEDÌ 17 DICEMBRE 2018


1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 17 dicembre 2018 / Cagliari (Pagina 12 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Importanti e ricche collezioni sono esposte in spazi inadeguati
IMMENSI SQUALI E CAIMANI IN PIAZZA D'ARMI
Molti i reperti, preziosi e sconosciuti, dei musei di Paleontologia e Zoologia

Non c'erano i fenicotteri, dai venti e due milioni di anni fa. Dove oggi nidifica sa genti arrubia c'erano però gli squali, le tartarughe, persino i coccodrilli. La terra ricoperta dal mare è riemersa, imprigionando gli animali, le loro carcasse, per restituirli alla storia. Roba da museo, reperti preziosi, collezioni di immenso valore sconosciute ai più. Ignote per la maggioranza dei cagliaritani che solo in poche circostanze hanno avuto l'occasione di ammirarle nei musei di Paleontologia e Zoologia.
VIA TRENTINO  Carcharocles megalodon, 18 metri di muscoli e ferocia: era l'antenato dello squalo bianco che nuotava nelle acque profonde di Is Mirrionis, piazza D'Armi e piazza Yenne. I suoi denti di venti centimetri, reperti e testimonianze della sua esistenza, sono custoditi (ed esposti) nelle bacheche del museo di Geologia e palentologia, al pari degli altri gioielli della Collezione Lovisato. Locali piccoli, spazi inadeguati, quelli di via Trentino che ospita il Dipartimento di Scienze della terra, per contenere un tesoro di 20mila pezzi (compresa l'importante collezione di rocce e minerali) e in grado di esporne soltanto cinquecento. È qui che possono essere visti il cranio fossilizzato del coccodrillo di piazza d'Armi, diversi crani di Macaca majori , una scimmia risalente al Pleistocene.
VIALE POETTO  A Ponte Vittorio il tempo si è fermato. Almeno dentro il museo di zoologia voluto da Carlo Felice di Savoia, dove microscopici insetti condividono spazi assolutamente ingrati con squali e scimmie imbalsamati, pesci di varie specie, mammiferi marini (compreso lo scheletro di una balenottera), anfibi, scheletri d'animali, una monumentale collezione ornitologica di 800 esemplari che contempla anche specie ormai estinte come la colomba migratrice di cui esistono solo sette esemplari nel mondo. «I reperti più antichi - dice il curatore del museo, Mauro Argiolas - appartenevano al Gabinetto di storia naturale di Ludovico Baille». Qui, tra feti umani e d'animali, è esposto il viso in formalina di un uomo. Un detenuto? Un religioso? Volto impressionante che ha incuriosito diverse generazioni di universitari ma di cui, realmente, non si conosce l'identità.
Andrea Piras

 

2 - L’UNIONE SARDA di lunedì 17 dicembre 2018 / Sulcis Iglesiente (Pagina 21 - Edizione CA)
IGLESIAS
Traffico e Ztl

L'amministrazione comunale incontra i cittadini del centro storico per discutere di viabilità, Ztl e parcheggi. L'appuntamento è per mercoledì prossimo alle 15 nella Sala Remo Branca. Insieme al sindaco Mauro Usai ci saranno Giorgiana Cherchi (assessore all'Urbanistica) e Francesco Melis (assessore all'Ambiente e alla Viabilità). Parteciperà all'incontro anche il gruppo Dicaar dell'Università di Cagliari che si occupa della redazione del piano urbano del traffico.

 

3 - L’UNIONE SARDA di lunedì 17 dicembre 2018 / Sassari e Alghero (Pagina 25 - Edizione CA)
SASSARI
Il fine vita

L'Associazione Walter Piludu in collaborazione con il Dipartimento di Giurisprudenza e Facoltà di Medicina dell'Università di Sassari organizza un convegno oggi alle ore 15. 30 nell'aula magna Facoltà di Medicina, viale San Pietro 43b. Il titolo è "Scelte di vita e di fine vita fra medicina, etica e diritto".



RASSEGNA STAMPA di DOMENICA 16 DICEMBRE 2018
 

1 - L’UNIONE SARDA di domenica 16 dicembre 2018 / Economia (Pagina 25 - Edizione CA)
Gas naturale liquefatto
Trasporti marittimi, l'Isola crede nel Gnl

I trasporti marittimi nel Mediterraneo corrono spediti verso un utilizzo sempre più massiccio del Gas naturale liquefatto. Ma occorrono infrastrutture, regole condivise e normative certe, per essere in linea con l'attuazione delle direttive del Parlamento europeo in materia di combustibili alternativi meno inquinanti. È quanto è emerso nel corso del seminario su “GNL e trasporti marittimi”, organizzato dall'assessorato regionale all'Industria al Lazzaretto di Cagliari.
La Regione è partner in due progetti con un budget di 1,9 milioni: Promo Gnl e Signal. Quest'ultimo deve definire un sistema integrato di distribuzione del Gnl per le navi e altri sistemi di trasporto o altre attività. Promo Gnl deve realizzare un quadro coordinato di studi di fattibilità per la promozione degli usi ottimali del Gnl come combustibile meno inquinante. Altri 2 progetti, Tdi e Facile Gnl, coinvolgono Università di Cagliari e Autorità portuale.

 

2 - L’UNIONE SARDA di domenica 16 dicembre 2018 / Commenti (Pagina 23 - Edizione CA)
Il dibattito
Le primarias nazionalitarie

Gli Stati, che a noi appaiono entità immanenti, sono in realtà un prodotto della storia recente. Quelli che conosciamo oggi, in particolare, hanno meno di due secoli. Le comunità (ed i loro codici) esistono invece da sempre e con esse le Nazioni.
Lo Stato non è quindi mai stato una Nazione, nonostante i positivisti abbiano provato ad affermarlo, spesso costringendo le comunità a conformarsi allo Stato. A volte questo è avvenuto in maniera indolore, come nel caso dell'Islanda la quale, per evidenti ragioni geografiche, contiene una comunità etnico-linguistica tutta concentrata sull'isola ove non esistono (o quasi) minoranze. In altri casi, come nella turbolenta Ucraina (ma esistono tanti altri esempi), alcune comunità non si riconoscono più nello Stato. In altri casi ancora, come i palestinesi o i curdi, le comunità tentano da molto tempo di avere uno Stato, senza riuscirvi.
È evidente quindi che Stato e comunità quasi mai coincidono e non si contano più le “forzature” commesse per renderli sovrapponibili (Hannah Arendt ne ha descritto mirabilmente alcune). Mi pare quindi meritorio (forse addirittura scontato) che oggi, in Sardegna, si celebrino le primarias, finalizzate, tra l'altro, a chiedere ai sardi se si riconoscano nella relativa nazione e a individuare un leader che voglia intraprendere le conseguenti azioni.
Il passo successivo sarà individuare quei tratti identitari che sostanziano questa dimensione perchè una nazione non può essere solo un fatto rivendicativo: deve essere anzitutto un esercizio di maturità e consapevolezza. E in questo non può bastare un riconoscimento normativo, anche primario, occorre un importante avanzamento culturale e operativo. Culturale: nel senso di una più matura conoscenza della proprie storia, cultura e lingua. Operativo: nel senso della individuazione delle misure da intraprendere per valorizzare le peculiarità della Sardegna, a partire dai propri beni pubblici, materiali e immateriali. Altrimenti l'enunciazione identitaria diventa uno slogan, una bandiera, una testimonianza, pronte ad essere utilizzate strumentalmente (come ha spiegato Amartya Sen) per fini altri, non sempre commendevoli.
Occorrerà pertanto, a valle delle primarias, intraprendere il percorso della valorizzazione dei beni pubblici sardi, a partire dalla lingua che, a settant'anni dallo statuto regionale, trova una regolamentazione normativa. Uno sforzo apprezzabile ma non del tutto soddisfacente, sul quale dovremo tornare con maggiori consapevolezza e determinazione.
Solo quando sapremo gestire in modo consapevole ed efficiente i nostri beni pubblici, identità nazionalitaria e (un esercizio concreto di) autonomia potranno proficuamente incontrarsi. Sino ad allora le due metà rimarranno sterilmente separate. Oggi le primarias hanno preparato il cammino; domani occorrerà intraprenderlo.
ALDO BERLINGUER
PROFESSORE ORDINARIO UNIVERSITÀ DI CAGLIARI

 

3 - L’UNIONE SARDA di domenica 16 dicembre 2018 / Olbia e Gallura (Pagina 55 - Edizione CA)
OLBIA. Vivace dibattito con gli studenti al convegno che si è tenuto all'Expo
Il corpo delle donne, dall'arte alla comunicazione 2.0

Da Eva, passando per la Madonna, le tre Marie e le nobildonne, fino alle donne icona di Picasso, Modigliani e Matisse, le donne, nella storia, sono sempre state oggetto di stereotipia. Ma se l'arte riesce a sublimare messaggi distorti, la comunicazione 2.0 veicola un'immagine femminile del tutto svuotata di contenuto.
Di mercificazione, divario e ruoli (imposti) si è parlato nel convegno “Donne, Madonne e Dintorni”, organizzato dalla Commissione Regionale per le Pari Opportunità, tenutosi ieri all'Expo con la partecipazione della segreteria regionale per la Sardegna del Mibact, Patricia Olivo, la professoressa di Dipartimento di Psicologia dell'Università di Cagliari, Cristina Cabras, e il pubblicitario Gavino Sanna, e aperto agli studenti. Che, intervenuti al dibattito, anche con un vivace contradditorio, hanno restituito una fotografia moderna, in qualche caso offuscata dalle ombre di retaggi culturali. Al centro gli stereotipi linguistici e l'oggettivazione (imperante) del corpo femminile. «Un fenomeno, poco noto, che porta alla perdita di umanità delle persone oggettivate, rappresentandone le parti e non l'integrità», spiega Cristina Cabras. Tendenza che si concretizza «nell'uso dell'appeal del corpo della donna per la vendita di un prodotto commerciale», aggiunge la consigliera della Commissione, Lidia Fancello. Ma non basta boicottare i marchi colpevoli, serve, piuttosto, contrastare l'incedere di un linguaggio sessista e violento e, magari, valorizzare le intelligenze femminili. Parola di Giulia, associazione di giornaliste che, ieri, nell'occasione, è stata presentata anche in Gallura.
Tania Careddu


RASSEGNA STAMPA di SABATO 15 DICEMBRE 2018


1 - L’UNIONE SARDA di sabato 15 dicembre 2018 / Regione (Pagina 12 - Edizione CA)
SPAZIO
Nano satelliti per osservare le esplosioni

Lo spazio visto da vicino. Come? Attraverso una costellazione di satelliti che osserva, registra e invia i dati alla Terra. Sarà un sistema in grado di dare la caccia e localizzare le enormi esplosioni cosmiche con una precisione variabile tra pochi gradi e qualche minuto. Il progetto si chiama Hermes-Scientific Pathfinder (SP), è finanziato nel bando Horizon 2020 SPACE-20-SCI. Dietro c'è l'intuizione di Luciano Burderi, siciliano, docente al Dipartimento di Fisica dell'Università di Cagliari e del collega Fabrizio Fiore, dell'Istituto nazionale di astrofisica, coordinatore del progetto. Prevista, a costi ridotti, la realizzazione di tre nano-satelliti, equipaggiati con rivelatori in banda X ad alta tecnologia e di piccole dimensioni.
Hermes-SP si muove nel campo dei “fractionated sensors”. Cioè si basa su un numero elevato di sensori distribuiti e imbarcati su piattaforme satellitari piccole e snelle. Partner dell'iniziativa, con l'Ateneo di Cagliari, sono il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Aerospaziali del Politecnico di Milano e numerose Università e piccole-medie imprese europee. Hermes-SP può contare anche sul supporto dell'Agenzia Spaziale Italiana. I tre nano-satelliti si aggiungeranno ad altri tre analoghi in fase di realizzazione.

 

2 - L’UNIONE SARDA di sabato 15 dicembre 2018 / Agenda (Pagina 32 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Le visite dal martedì alla domenica
Ritorna all'Orto botanico il presepio realizzato da tecnici e giardinieri

Tra le palme dell'Orto botanico dell'Università degli Studi di Cagliari si rinnova l'appuntamento con il tradizionale presepe natalizio realizzato dai tecnici e dai giardinieri che curano l'area verde per eccellenza dell'ateneo. Un luogo apprezzato, oltre che dagli studenti di Botanica, anche dai cittadini che scelgono di visitarlo.
LA COLLOCAZIONE  Le statue in terracotta hanno trovato naturale sistemazione tra le numerose palme che ricordano i paesaggi naturali della Palestina. La Natività è ospitata tra un esemplare di livistonia chinensis e uno di phoenix roebelenii che, con le loro foglie, delimitano una arcata che simboleggia la grotta, creando una finestra aperta su verdi pascoli, ambiente ideale per i pastori.
LE STATUINE  Così i vari personaggi che animano la raffigurazione si trovano posizionati tra l'acqua che scorre all'ombra di grandi palme di phoenix canariensis, in un recondito e tranquillo spazio delimitato da numerose chamaerops humilis, unica palma spontanea della Sardegna. In un angolo della città viene riprodotto un ambiente praticamente identico a quello che ha ospitato la Natività.
LE VISITE  Il presepe è aperto al pubblico dal martedì alla domenica dalle 9 alle 16 negli spazi dell'Orto botanico dell'Università degli Studi di Cagliari, in viale Sant'Ignazio da Laconi 11. L'occasione per vedere le suggestive statue in terracotta di Gesù bambino, della Madonna, di Giuseppe, del bue e dell'asinello e dei pastori. Ma anche per visitare e ammirare un enorme spazio verde della città posizionato in pieno centro storico, a pochi passi dal corso Vittorio Emanuele II e da viale Merello.
IL LAVORO  È diventato ormai una tradizione quella del presepio tra le piante del meraviglioso giardino di cui si occupa il docente universitario di Botanica Gianluigi Bacchetta. L'installazione è stata realizzata dai tecnici e dai giardinieri che hanno posizionato tra le palme dell'enorme giardino dell'Università le statue in terracotta.

 

3 - L’UNIONE SARDA di sabato 15 dicembre 2018 / Sassari e Alghero (Pagina 52 - Edizione CA)
SASSARI
Scelte di vita

L'Associazione Walter Piludu con il Dipartimento di Giurisprudenza e Facoltà di Medicina dell'Università organizza a Sassari un convegno lunedì 17 dicembre ore 15. 30 nell'Aula Magna Facoltà di Medicina in viale San Pietro 43b: "Scelte di vita e di fine vita tra medicina, etica e diritto. Criticità e prospettive dopo la legge n.219/2017".



RASSEGNA STAMPA di VENERDÌ 14 DICEMBRE 2018

 

1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 14 dicembre 2018 / Prima Salute (Pagina 48 - Edizione CA)
CARDIOLOGIA. Studio coordinato dal professor Mercuro
“Su ballu tundu”, un aiuto per i malati di Parkinson

Migliora la funzionalità del sistema cardiovascolare, proteggendo da ictus e infarto Zumba, tango, danze latino-americane per tenersi in forma? Il vero toccasana reca il marchio sardo doc: “su ballu tundu”, espressione tra le più pure della cultura e delle tradizioni dell'Isola, migliorerebbe la mobilità funzionale, l'equilibrio, la capacità di esercizio e la qualità di vita dei malati di Parkinson. Ciò risulta dallo studio “Sardinian Folk Dance for Individuals with Parkinson's Disease: A Randomized Controlled Pilot Trial”, realizzato da una équipe integrata del dipartimento di Scienze Mediche e Sanità Pubblica dell'università di Cagliari coordinata da Giuseppe Mercuro, presidente della Società Italiana di Cardiologia e ordinario di Cardiologia all'ateneo cagliaritano.
PAZIENTE COL PARKINSON  Gli esperti (il cui lavoro è in corso di pubblicazione sulla rivista scientifica statunitense Journal of Alternative and Complementary Medicine a firma dei ricercatori Lucia Cugusi e Paolo Solla) hanno monitorato per tre mesi venti pazienti con la malattia di Parkinson, di entrambi i sessi, in cura al Policlinico universitario di Monserrato e inseriti in un programma di ballo sardo. Spiega Mercuro: «Il ballo sardo migliora la funzionalità del sistema cardiovascolare, garantendo, durante la sua pratica, il raggiungimento di una frequenza cardiaca massima tra il 64% e il 94%. Al pari dunque degli sport aerobici, protegge da ictus e infarto. Non solo: le sue caratteristiche - busto eretto, braccia e mani a contatto, mentre gambe e piedi sono coinvolti in un moto costante, ritmato e vigoroso - sono d'aiuto per far fronte ad alcune delle problematiche motorie e relazionali che spesso affliggono i malati di Parkinson».
ALLENAMENTO E PATOLOGIE  Nell'ambito dei loro studi, Mercuro e il suo team hanno cercato di abbinare un allenamento specifico a differenti patologie: «Abbiamo notato, ad esempio, che l'uso del mini trampolino elastico può andar bene per le persone in sovrappeso, mentre l'attività acquatica aiuta in caso di diabete e il pilates, invece, nel trattamento della spondilite anchilosante. Tuttavia - puntualizza il responsabile dell'Unità di Cardiologia e Angiologia del Policlinico universitario - la danza è la prima opzione: impegna il corpo ma corrobora anche lo spirito, il contesto di allegria e socialità che la accompagna fa da scudo alle sintomatologie depressive e alle problematiche relazionali tipiche del Parkinson».
TREMORE DELLE MANI  Il presidente della Società italiana di Cardiologia smentisce un luogo comune ricorrente su questa malattia: «Si collega l'insorgenza della malattia di Parkinson con il tremore alle mani, che però può avere una matrice neurologica, ischemica o senile. In certi casi si tratta solo di un movimento involontario oscillatorio delle mani o della testa, di natura benigna non evolutiva. Alla diagnosi della patologia - aggiunge il luminare - si arriva in presenza di movimenti molto lenti e poco funzionali, deambulazione problematica, decadimento cognitivo. Si stima che in Italia siano oltre 250.000 le persone che convivono con la malattia di Parkinson, 5000 i sardi».
A proposito della Sardegna, Giuseppe Mercuro avanza un'ipotesi: «In sede di ricerca abbiamo riflettuto sul fatto che la dieta abituale degli abitanti delle zone interne dell'Isola non è certo protettiva per il cuore, ricca com'è di proteine e grassi animali, eppure la longevità dei sardi è nota in tutto il mondo. E se, oltre ai fattori genetici, alla base ci fossero anche i benefici fisici derivanti dal ballo tradizionale, oggi come in passato largamente praticato?».
Fabio Marcello

 

2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 14 dicembre 2018 / Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
OSSERVATORIO
Stipendi sempre più bassi

Più posti di lavoro, soprattutto d'estate, ma tre su quattro sono precari e meno pagati. Del resto proprio nei giorni scorsi l'Osservatorio Job Pricing ha evidenziato che gli stipendi nell'Isola nel settore privato sono in calo - soprattutto nelle province di Cagliari e Sassari, quelle più ricche - mentre a livello nazionale ristagnano ma non diminuiscono. «Colpa della terziarizzazione del lavoro: si perdono posti di lavoro buoni, se ne guadagnano più cattivi, cioè più precari e meno pagati», ha commentato Rinaldo Brau, economista dell'università di Cagliari. Un suo collega, Francesco Pigliaru, attribuisce la colpa alla bassa produttività nelle imprese italiane: «Il problema enorme di tutta l'Italia è questo, oltre all'assenza di investimenti. Se non cresce la produttività non crescono i salari».

 

3 - L’UNIONE SARDA di venerdì 14 dicembre 2018 / Regione (Pagina 4 - Edizione CA)
CONSIGLIO REGIONALE
Cocco (Pd): «Si ridà vigore alla Sardegna». Truzzu (FdI): «Solo un provvedimento elettorale»
FINANZIARIA 2018, C'È L'APPROVAZIONE LAMPO

Via libera dopo quattro giorni alla manovra da 8,2 miliardi: spicca il “pacchetto famiglia”
L'ultima Finanziaria della legislatura premia le famiglie e i più deboli. Un solo dato: con 382 milioni la Sardegna diventa prima regione in Italia per investimenti in politiche sociali. Il via libera alla Manovra 2019 da 8,2 miliardi di euro (3,7 solo in sanità) è arrivato ieri sera, dopo soli quattro giorni di lavori in Aula. «Per la seconda volta consecutiva riusciamo a evitare il ricorso all'esercizio provvisorio», ha ricordato prima del voto finale l'assessore al Bilancio Raffaele Paci. «La legge di stabilità va nella direzione giusta ed è coerente con quanto fatto in cinque anni, cosa che sta producendo risultati incontestabili", ha aggiunto subito dopo Francesco Pigliaru, ricordando i dati Istat che registrano un calo della disoccupazione del 3,4% .
Per le famiglie
Sarà ricordata come la Manovra del “pacchetto famiglia”. Quattro misure per un totale di 66 milioni di euro: 25 per garantire gli sgravi fiscali per i minori a carico (300 euro a figlio per un reddito fino ai 55mila euro); 10,5 per il trasporto gratis di studenti di scuola media inferiore, superiore e per gli universitari; altri 25 per la ristrutturazione delle abitazioni private; 4 milioni ai genitori di bambini da 0 a 36 mesi per avere diritto a uno sconto sulle rette degli asili nido. Confermati i fondi per il piano Lavoras (70 milioni) e i 45 per il Reis, il reddito di inclusione sociale che la Sardegna ha istituito fra le prime regioni in Italia.
Gli accantonamenti
Tra le altre novità, la decisione della Giunta di non inserire, “perché non dovuti”, 285 milioni di euro di accantonamenti chiesti dallo Stato. E poi la copertura totale del buco della sanità con un finanziamento di 600 milioni. Infine il “pacchetto artigianato”: 30 milioni per sostenibilità energetica, certificazione di qualità, promozione del commercio e delle produzioni locali, apprendistato, formazione permanente, garanzia dei crediti. E una novità: i 2mln alle aziende per il passaggio generazionale.
«Manovra convincente»
«È una finanziaria che ridarà vigore a una Sardegna che vuole andare avanti - ha commentato il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, nelle dichiarazioni di voto finali - e credo che noi potremmo “spendere” questo lavoro nella campagna elettorale che partirà nei prossimi giorni». «È una manovra che dà attenzione alla povertà, ai giovani e ai disoccupati, alla scuola e alle imprese», ha detto il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini, rivendicando anche l'importanza del lavoro del Consiglio regionale. Critica l'opposizione, ma senza toni aspri. Per Paolo Truzzu (Fdi) si tratta di «una finanziaria elettorale, un lavaggio di coscienza collettivo che consentirà a tutti di fare la campagna elettorale». Secondo la capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda, «avreste dovuto osare di più, non avete avuto il coraggio di credere nello sviluppo e nella crescita».
Tempi rapidi
Il via libera finale ha rischiato di slittare a oggi: dopo il voto di tutti gli articoli l'opposizione ha occupato i banchi della Giunta. Il motivo: l'intervento di Marco Tedde (FI) sul caso Aias con richiesta alla Regine del pagamento immediato dei debiti, così da consentire di dare gli stipendi arretrati ai dipendenti. Paci ha chiarito che «Pigliaru sta lavorando sulla questione» e che «ci sono contatti tra gli avvocati delle due parti». Dopo una conferenza di capigruppo chiarificatrice i lavori sono ripresi.
Roberto Murgia

La Nuova Sardegna

RASSEGNA STAMPA di MERCOLEDÌ 19 DICEMBRE 2018

 

1 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 19 dicembre 2018 / Economia - Pagina 16
L'intesa tra Regione e Corte d'appello favorirà il percorso di formazione e sveltirà il sistema legale
Tirocini in tribunale per 100 giovani laureati

CAGLIARI Per iniziare a capire che cosa è il mondo del lavoro si può andare anche in tribunale. Con un tirocinio di sei mesi negli uffici giudicanti del distretto: sezione distaccata della Corte d'Appello di Sassari, tribunale di Cagliari, Oristano, Lanusei, Nuoro, Sassari, Tempio Pausania, tribunali per i minorenni di Cagliari e Sassari e tribunali di Sorveglianza di Cagliari e Sassari. La possibilità di fare esperienza e iniziare a guadagnare qualcosa (450 euro a titolo di indennità mensile con risorse tutte regionali) sarà offerta a circa cento giovani laureati in materie giuridiche ed economiche. Tempi strettissimi: l'avviso per la selezione sarà predisposto ai primi di gennaio dall'Aspal. E già a febbraio dovrebbero essere attivati gli stage. Il protocollo d'intesa è stato siglato ieri a Villa Devoto tra il governatore Francesco Pigliaru, la presidente della Corte d'Appello Gemma Cucca, il direttore generale di Aspal Massimo Temussi e l'assessora al Lavoro Virginia Mura. I tirocini potranno essere prorogati di altri sei mesi, comunque non oltre il 30 dicembre 2020.Obiettivo dell'accordo, facilitare l'inserimento lavorativo dei laureati attraverso l'acquisizione di nuove competenze in ambito giudiziario. «Questa collaborazione è utile a tutti - ha sottolineato Pigliaru - intanto aiutiamo il sistema legale a essere più efficiente e veloce, uno dei fattori che influenzano le decisioni delle imprese di investire in Sardegna, e poi i giovani potranno arricchire i propri curriculum, in terzo luogo la Corte d'Appello avrà un aiuto per affrontare i grandi carichi di lavoro».I tirocinanti impareranno. E daranno una mano. «Gli uffici giudiziari ne hanno tanto bisogno - ha spiegato la presidente Cucca - Le esigenze della società sono cresciute, e il lavoro è aumentato tantissimo, per cui questo progetto ci darà un grande aiuto». Il numero dei beneficiari costituirà il 10 per cento del personale in organico del Distretto. «È una grande opportunità per i giovani di avvicinarsi a un mondo che poi li potrà accogliere previo concorso - ha aggiunto l'assessora Mura - Vorrei inoltre sottolineare che siamo la prima Regione in Italia a cooperare con gli uffici giudiziari del territorio, per aiutarli a dare risposte più veloci ai cittadini. L'intesa di oggi è il primo passo di un progetto regionale più ampio, finanziato interamente dalla Regione, con risorse ulteriori rispetto a quelle dei tirocini ordinari (Garanzia Giovani e over 29): a breve firmeremo un altro protocollo d'intesa con il nuovo Procuratore Generale, per la realizzazione di tirocini presso gli uffici requirenti della Sardegna».Ora si parte. «Dopo la firma di oggi l'Aspal - ha detto il direttore Massimo Temussi - nel ruolo di soggetto promotore, può procedere nei passaggi amministrativi che porteranno alla predisposizione dell'avviso e alle fasi di selezione dei tirocinanti». (st.am.)

 

2 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 19 dicembre 2018 / Economia - Pagina 16
La società di gestione dell'aeroporto di Oristano ora in mano solo alla Aeronike
Fenosu, il distretto aerospaziale lascia

di Enrico Carta
ORISTANO La situazione di stallo è ciò che in volo fa precipitare l'aereo. All'aeroporto oristanese di Fenosu è da un pezzo che decollano solo insetti e uccelli, ma per evitare di vedere la società di gestione schiantarsi senza nemmeno essersi sollevata dal suolo, i soci si separano. Un pilota da una parte, uno dall'altra. Non si erano probabilmente mai amate le due cordate che avevano pensato di fare un percorso comune per salvare la società di gestione Sogeaor dal fallimento, rilevando le quote dalla precedente gestione pubblica capace di far partire i voli di linea per Roma generando però un colossale buco milionario costato lacrime e sangue ai contribuenti della Provincia.Ma quando non ci sono amore e nemmeno concordia è inutile continuare a camminare per la stessa strada. Così il Distretto Aerospaziale della Sardegna ha deciso di fare un passo indietro e lasciare tutto nella mani della società Aeronike che ora dovrà camminare da sola. Le dichiarazioni del presidente del DASS, il professor Giacomo Cao, lasciano pensare a un addio sereno: «I due soci, per effetto di una diversa visione sulle strategie da adottare per il rilancio delle attività, emersa successivamente all'acquisizione avvenuta nel novembre 2017, hanno concordato che solo una delle due realtà societarie dovesse proseguire nell'iniziativa intrapresa, al fine di superare la situazione di stallo che si era ormai venuta a creare. Conseguentemente i due soci avevano concordato di consentire a quello di maggioranza, Aeronike, di acquisire le quote del Distretto entro il 20 dicembre 2018. Nel caso in cui tale compravendita non si fosse concretizzata, Aeronike aveva già conferito incarico, affinché, a partire dal 21 dicembre, fosse valutata un'ipotesi di ingresso, manifestata ad Aeronike da oltre sei mesi, di un nuovo imprenditore interessato a subentrare alla stessa Aeronike e proseguire nell'iniziativa di concerto con il solo DASS».Il 20 dicembre è domani, ma ieri Aeronike, che fa capo all'imprenditore Riccardo Faticoni, ha reso note le proprie intenzioni di restare nella cabina di comando della Sogeaor. Il Distretto Aerospaziale quindi fa il passo indietro previsto già nelle scorse settimane, quando un'agitata riunione aveva portato anche alle dimissioni dell'intero collegio sindacale della Sogeaor. Era il segnale che qualcosa non stesse andando per il verso giusto e che la concordia non regnasse negli hangar ancora dismessi di Fenosu.Che succede ora? Che tutto è sulle spalle della Aeronike che deve dimostrare di poter andare avanti col proprio progetto. L'alternativa potrebbe essere un ritorno in campo del Distretto Aerospaziale assieme al socio che sinora non si è palesato. Nel frattempo il Dass prosegue con i suoi progetti a dimensione internazionale che fruttano 50 milioni l'anno a fronte di un investimento della Regione di 10 milioni. Quei milioni di cui Fenosu continua ad avere



RASSEGNA STAMPA di MARTEDÌ 18 DICEMBRE 2018

 

1 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 18 dicembre 2018 / Olbia - Pagina 22
Contro l'erosione delle spiagge
l'aiuto dell'università e del drone

LA MADDALENA Uno studio per salvare le coste dall'erosione. I ricercatori dell'università di Cagliari nell'arcipelago della Maddalena per studiare le coste e le dune. Durante l'attività didattica del corso di "Morfodinamica e Conservazione dei litorali, tenuto da Sandro Demuro nell'ateneo del capoluogo, è stata per la prima volta effettuata l'acquisizione aerea con il drone di immagini sferiche per la visualizzazione e l'ispezione di luoghi e siti dall'alto. «Le riprese panoramiche sferiche permettono di visualizzare uno spazio nelle tre dimensioni dando al visitatore la sensazione di trovarsi al suo interno - spiega il professore - Si tratta di una rappresentazione fotografica dei luoghi che consente di visitare in maniera virtuale spazi aperti, territori e ambienti. Le immagini immersive saranno ora ottimizzate per essere veicolate attraverso la realtà virtuale e i relativi visori Vr e utilizzate sperimentalmente per la valutazione di criticità e impatti antropici per una migliore gestione delle spiagge». Le spiagge individuate dal team di ricerca come campione sono state Cala Andreani, Due Mari, Monti d' Arena, Bassa Trinita. Ma verranno estese a tutte le spiagge grazie al protocollo di intesa tra il Coastal and marine geomorphology group, dell'Università di Cagliari e il Parco con l'obiettivo di migliorare la conservazione e fruizione degli ecosistemi. L'accordo è stato firmato dal rettore Maria Del Zompo e dal presidente del Parco Fabrizio Fonnesu. (a.n.)

 

2 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 18 dicembre 2018 / Sardegna - Pagina 7
L'isola bocciata dalla classifica stilata dal Sole 24 Ore
Negativi gli indicatori sull'occupazione e i consumi
Sardegna in coda male Sassari e Nuoro si salva solo Cagliari

di Claudio Zoccheddu
SASSARI La divisione resta netta: al nord si vive meglio che al sud. Ma, come è capitato lo scorso anno, secondo la classifica della qualità della vita stilata dal Sole 24 Ore la prima città del sud è sarda. Anche se c'è stato una cambio al vertice perché l'anno scorso era Oristano a guidare il meridione dalla 52ª posizione (su un totale di 110 città/province), ora è Cagliari che però è arrivata sino al 44° posto (su un totale di 107 città/province). Proprio Oristano è precipitata al 71° posto, perdendo qualcosa come 19 posizioni in appena dodici mesi, poi c'è Nuoro (75ª), Sassari (76ª) e infine il Sud Sardegna all'86° posto. I parametri. Sono sei quelli scelti per costruire il ranking della qualità della vita nelle città italiane. Ogni parametro è stato calcolato sulla base di sette indicatori. Il primo riguarda la ricchezza e i consumi ed è misurato secondo le rilevazioni su depositi bancari e pil pro capite, canoni medi di locazione, spesa medie delle famiglie nei beni durevoli, protesti pro capite, prezzo medio di vendita delle case, spesa pro capite per le vacanze. Anche in questa sotto classifica Cagliari si conferma la città con i dati migliori (70ª) ma, ad esempio gli affitti più bassi si pagano a Oristano (350 euro medi), i l prezzo medio delle case è più basso a Nuoro (102ª) e a Oristano (103ª). Mentre i meno spendaccioni quando si tratta di organizzare le vacanze sono gli oristanesi con appena 76,4 euro di spesa pro capite. Affari e lavoro. Fatta eccezione per la città metropolitana di Cagliari, che si piazza al centro della classifica con un 50 posto senza infamia e senza lode, il resto delle città dell'isola è relegato nei quartieri bassi. La Sardegna non ha potuto contare sulla spinta delle registrazioni di nuove imprese, e tanto meno su un alto tasso di occupazione. Oristano apre la classifica delle dieci peggiori città per l'occupazione giovanile, con il 44,7% di disoccupati nella fascia di età tra i 15 e i 29 anni. Male anche la quota di export sul Pil, con Sassari e Oristano tra le peggiori dieci città, mentre Nuoro è addirittura 105ª nel rapporto tra numero di abitanti e start up innovative: appena 1,6 ogni mille abitanti. Ambiente e servizi. È forse il punto di forza delle città sarde, tutte nella prima teà della classifica. Guida Cagliari al settimo posto, poi c'è il Sud Sardegna (17ª), Sassari (42ª), Oristano (47ª) e infine Nuoro (49ª). Tra le eccellenze, nel senso dei risultati, c'è il numero di servizi home banking attivato a Cagliari e nel Sud Sardegna, ma soprattutto la spesa sociale per minori, disabili e anziani, in cui Sassari è la terza città italiana con 109,9 euro pro capite. Non ci sono eccellenze, ma nemmeno disastri, quando si parla di ecosistema urbano, rischio idrogeologico, smartcity e speranza di vita media alla nascita. Cagliari, Oristano e Nuoro vantano invece un ottimo indice climatico di escursione termica.Cultura e tempo libero. Male, malissimo. Cagliari è al settimo posto della graduatoria nazionale, poi c'è il vuoto e le altre città sono tutte sotto l'87° posto di Oristano, con Sassari 94ª. L'offerta culturale fa acqua in Sardegna e nei bassi fondi della sotto classifiche ci sono quasi sempre città sarde. Sassari, Nuoro e Sud Sardegna sono tra le peggio città italiane nel rapporto tra le sale cinematografiche e il numero di abitanti. Sassari e Sud Sardegna sono tra le ultime anche nel rapporto tra il numero di spettacoli e quello degli abitanti mentre a Nuoro e nel Sud Sardegna si spende pochissimo al botteghino degli spettacoli .
 

3 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 18 dicembre 2018 / Oristano - Pagina 21
Incontro promosso all'istituto Pischedda con altre scuole isolane
Dibattito sulle facoltà a numero chiuso

BOSA Nei giorni scorsi l'iniziativa in collaborazione con il Rotary Bosa, con focus sulla lotta agli stupefacenti grazie alle testimonianze di Angelo Angè, poliziotto in forza all'antidroga di Milano autore di un libro che racconta l'impegno, professionale e umano, tra le strade del centro lombardo. Ma sono diverse le iniziative dell'Istituto di istruzione superiore Pischedda guidato dalla dirigente Rosella Uda in favore degli studenti. Come il Debate Day in programma il 19 dicembre, che vedrà la scuola di Bosa ospitare studenti e alunni in arrivo da diversi centri dell'isola. "Mercoledì si incontreranno per un torneo amichevole gli alunni dei licei classici Siotto Pintor e Dettori di Cagliari ed l'Azuni di Sassari, oltre ai ragazzi del nostro istituto», ricorda l'insegnante Paola Pintus.L'appuntamento è aperto alla partecipazione di istituzioni, scuole e famiglie. Si parlerà di un tema controverso: "Alcune facoltà universitarie devono essere a numero chiuso?" L'iniziativa prenderà avvio dal mattino per ragazzi e docenti, aperta al pubblico nella fase finale dalle 15 del pomeriggio.«Contiamo in una numerosa partecipazione», dice Paola Pintus, visto l'impegno profuso in preparazione e organizzazione da parte dei ragazzi e dell'istituto. L'insegnante ed un nutrito gruppo di studenti sono inoltre reduci da una iniziativa di qualche settimana fa in Liguria. Il "Pischedda" di Bosa infatti ha accolto l'invito dell'istituto Ruffini di Imperia, partecipando al torneo di debate "Olioliva 2018," che ha raccolto ben 22 squadre in arrivo da tutta Italia. "Shardana" il nome scelto per la squadra tutta al femminile di Bosa, composta dalle allieve Maddalena Congiu, Sara Irde e Federica Mazzette e dalle docenti Roberta Mancini e Paola Pintus, scortate da 11 ragazzi. Che hanno partecipato con intenti non solo didattici, perché in occasione di Olioliva 2018 era stata attivata una raccolta fondi a favore delle scuole della "zona rossa" di Genova, dopo il tragico evento del crollo del ponte Morandi il 14 agosto. (Al.Fa.)
 

4 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 18 dicembre 2018 / Olbia - Pagina 33
Lucio Rispo, ad della società operativa di Qatar Foundation, parla della Fase 2
RICERCA E MEDICINA SPORTIVA AVANTI CON GLI INVESTIMENTI
«Dopo l'avvio dell'ospedale, ecco gli interventi per lo sviluppo del territorio»

OLBIA Si chiama "Sardinia Healthcare and Research Properties" ed è il braccio operativo di Qatar Foundation. Ovvero, la società che seguirà lo sviluppo degli investimenti a lungo termine in Sardegna e nel resto d'Italia della Qfe e che è appunto proprietaria delle strutture del Mater Olbia. Lucio Rispo è stato nominato amministratore delegato ed è lui a cominciare a parlare dei prossimi progetti legati all'ospedale di eccellenza e che si dovranno concretizzare con nuovi alleati. «Dopo l'avvio delle attività del Mater Olbia - dice Rispo - è il momento di partire con la "Fase 2" che prevede ingenti investimenti finalizzati allo sviluppo territoriale. I primi interventi riguardano la realizzazione della struttura che ospiterà il centro di ricerca e quello dedicato alla medicina sportiva». Per quanto riguarda il centro di ricerca, come ha detto durante la sua visita al Mater Olbia anche il professor Franco Anelli, rettore dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, «Qatar Foundation ha già preso contatti con le università dell'isola e questo è un ottimo punto di partenza per lavorare in sinergia». Per ora, però, non si parla di tempi. Ma i progetti, come si sa, sono pronti. Tra questi c'è anche quello di un hotel con 300 stanze e 440 posti letto.«Per Qatar Foundation è una tradizione valorizzare le caratteristiche e le potenzialità della realtà in cui opera ed è per questo - aggiunge Lucio Rispo - che procederemo a portare avanti tutti gli investivamenti legati allo sviluppo del territorio e alla sua innovazione con supporto tecnologico. Ma, al tempo stesso, definiremo un sistema a rete».E' dal 2015 che Rispo ha cominciato a gestire la delicata fase di ristrutturazione e il processo che ha portato all'apertura del Mater. La cui storia è cominciata trent'anni fa quando don Verzè sbarcò a Olbia proponendo il suo San Raffaele Sardo (1988) all'allora sindaco Gian Piero Scanu. Lui appoggiò e sostenne subito il progetto, tanto che un anno dopo venne firmata la prima convenzione tra Comune e Fondazione Monte Tabor. I lavori partirono però quasi vent'anni dopo e andarono avanti spediti sino all'ennesimo stop: tra il 2011 e il 2012 l'impero di don Verzè fallì.Quando sembrava che l'ospedale d'eccellenza dovesse rimanere un'incompiuta, apparve il Qatar e nel giugno del 2014, dopo il via libera del consiglio comunale, venne presentato il piano industriale per il San Raffaele. In quel momento venne ufficializzato il nome del primo partner scientifico: il Bambin Gesù. Quindi la firma tra Regione e Qatar Foundation, per arrivare al cambio del nome (a ottobre): da San Raffaele a Mater Olbia. Gli annunci di un'imminente apertura del grande ospedale sono stati tanti, ma non è successo nulla per altri tre anni. La svolta è arrivata nel 2017 quando Lucio Rispo, responsabile per gli investimenti diretti di Qatar Foundation Endowment in Italia, ha fatto sapere che era stato chiuso l'accordo con un nuovo partner scientifico: la Fondazione Gemelli. Che ha avviato l'attività nei tempi annunciati: gli ambulatori ad alta specializzazione sono stati aperti lo scorso 12 dicembre mentre ad aprile entreranno in funzione i reparti. E ora l'ad della società "Sardinia Healthcare and Researche Properties" anticipa l'avvio della Fase 2 per portare avanti il resto degli investimenti. (s.p.)
 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 18 dicembre 2018 / Lettere e commenti - Pagina 34
TRASPORTI GRATIS PER STUDENTI
GRANDE NOTIZIA

Mi sarebbe piaciuto vedere con maggiore evidenza la notizia che gli studenti pendolari non devono più pagare l'abbonamento per recarsi a scuola con i mezzi pubblici. Considero questo provvedimento un fatto enorme, è l'equivalente del presalario che a cavallo fra gli anni '60 e '70 consentì ad alcune generazioni di figli di agricoltori e pastori - e poi di operai - di frequentare le università. Non c'è nessun'altra misura presa o annunciata in questi anni, dall'alto e dal basso, nessuna proposta scaturita dalla retorica della paesitudine e dalla lamentazione per lo spopolamento che ci si avvicini nemmeno lontanamente, in termini di efficacia ma anche simbolica nelle politiche di sostegno contemporaneamente alle aree rurali e al diritto all'istruzione, allo studio e alla formazione delle giovani generazioni. Non le case a un euro ai turisti (e perché non alla giovane coppia di residenti?). Non le tasse ridotte ai pensionati (che fossero disposti ad andare a vivere qualche mese all'anno a Bitti). E, dall'alto, non il progetto Iscol@ per come è applicato nei piccoli centri (senza più alunni, o con edifici già sovradimensionati). Non la programmazione territoriale nella dimensione delle Unioni dei Comuni. Sono stato sindaco di un piccolo paese dell'interno della Sardegna, equidistante dai capoluoghi di provincia Oristano e Nuoro, e dalle due Università sarde di Cagliari e Sassari, dove per mandare i figli a scuola alle superiori le famiglie sborsano oltre 100 euro al mese, in qualche caso rimborsati dopo qualche tempo con i fondi del diritto allo studio, e tuttavia insostenibili o sostenibili a prezzo di sacrifici ormai anche dal ceto impiegatizio e dei servizi, oltre che dai pastori e dagli operai. Ci muovemmo perché conoscevamo famiglie di nostri compaesani, che non facevano proseguire gli studi ai figli a causa di questo costo della distanza (o almeno: anche a causa di questo costo). Altri consigli comunali fecero come noi. Ci sembrava che un ragazzo o una ragazza che si alzano la mattina alle 6 per prendere il pullman per Nuoro o Oristano alle 7 (al buio, d'inverno) e tornano a casa alle 15, meritassero di non pagare per il trasporto più di un nuorese o di un oristanese, o di un loro compagno di classe abitante di un paese distante pochi chilometri dalla sede della scuola. Scrivemmo che se c'era da far quadrare conti di bilancio si invertisse il costo dell'abbonamento in proporzione inversa alla distanza percorsa (e al sacrificio fatto). Un paradosso, ma non tanto. Ora finalmente eccola quella misura. Ci sarà da entrarci dentro, vedere se è giusto o no che indifferentemente ricchi e poveri abbiano lo stesso trattamento (il presalario distingueva, ma discriminava: se ne avvantaggiarono i figli dei pastori e dei contadini che non facevano la dichiarazione dei redditi, a scapito dei figli di operai e impiegati anche con bassi salari); se accadrà come in Trentino che nessuno studente sotto i 26 anni paga un euro su qualunque tratta in treno e in autobus (e in funivia) nel territorio regionale. E ci sarà da difenderla ogni anno sinché non diventi intoccabile e come sacra, in una regione che continua a essere agli ultimi posti in Europa per abbandoni della scuola anche nell'età dell'obbligo, e per numero di laureati, sotto la media nazionale e al livello della Romania e della Turchia (non sarà un caso che le medie più alte siano in Trentino, Umbia e Molise, che hanno leggi migliori della nostra sul diritto allo studio?). Il costo di questa misura è di 10 milioni di euro per ogni anno. E' l'equivalente di quel che sta concedendo in questi giorni la Regione stessa a un piano di sviluppo territoriale (del Guilcier e del Barigadu), che ha ancora al centro la vecchia politica degli "attrattori turistici", nonostante i fallimenti. Ma non ce l'ha nessuno la ricetta buona per lo sviluppo locale, per combattere lo spopolamento, la marginalità delle zone rurali: i sindaci sono (siamo stati) spesso un ostacolo, e non è la soluzione che la Regione ora ne assecondi le spinte. Lo vorrei dire anche a Massimo Zedda. La Regione ha qualche strumento in più, come si vede, per fare grandi cose, con pochi soldi.




RASSEGNA STAMPA di DOMENICA 16 DICEMBRE 2018

 

1 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 16 dicembre 2018 / Sardegna - Pagina 5
Da Pulina e Furesi (università di Sassari) un'analisi impietosa del mondo agricolo
Comparto indietro, serve modernità

dall'inviato
BANARI Dall'analisi di due docenti dell'università di Sassari emerge tutta l'arretratezza di un settore, quello dell'agricoltura, e con essa la necessità di modernizzazione, aggregazione e programmazione seria se si vuole uscire dalla crisi.Roberto Furesi ha mostrato come la produzione di latte nel mondo sia in grande espansione (+12,2%), così come consumi e produzione di formaggi: ad esempio, negli Usa si è passati dai 14 ai 17 chili pro capite all'anno. Negli States le importazioni di romano dall'Italia sembrano essersi stabilizzate dopo anni di crescita, a favore di quelle di altre aree, come Bulgaria e Spagna. Dal 2000 al 2017 l'agricoltura sarda segna un regresso del -6,5% (quella italiana -5,3%), nello stesso periodo la Spagna è sul +40. Il problema sta nella efficienza dei processi produttivi, anche rispetto al nord Italia. Ed è in calo anche il grafico degli investimenti: sono solo il 20% di quelli del '95. Certo c'è il sostegno pubblico, valutato sui 639 milioni, ma «ciò che non va in Sardegna - dice Furesi - è che ogni euro di contributo ne frutta 2,7, contro il 3,8 nazionale o il 5,2 nel Veneto. Occorre una svolta nelle politiche agricole regionali».Giuseppe Pulina ha voluto dedicare il suo intervento «ai veterinari e agronomi Aras, «che in una situazione critica (mesi di stipendi e rimborsi arretrati, ndc) hanno continuato a svolgere un'attività preziosa evitando danni peggiori al settore zootecnico». Ha quindi illustrato come i mercati abbiano delle dinamiche molto più complesse di quel che appare, e come le caratteristiche del settore ovicaprino permettano interventi con tempi di reazione dei mercati più veloci (quindi anche quelli speculativi), da qui la possibilità di oscillazioni più frequenti dei prezzi. E poi i big data: «Nonostante ormai abbiano un ruolo imprescindibile, nonostante la presenza nell'isola di 12,5 milioni in terminali elettronici, in possesso anche degli allevatori, nell'agricoltura sarda manca proprio l'elemento dell'informazione, che consentirebbe un maggiore controllo del sistema con dati in tempo reale, quindi vivi: le quantità di latte munto, le dimensioni del gregge, il carico dei capi per ettaro. Senza dati non si programma, non si prevedono risorse. E istituzioni e banche hanno bisogno di certezze». (a.palm.)

 

2 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 16 dicembre 2018 / Agenda di Sassari - Pagina 24
IL SIMPOSIO
“Uniss Goes Nano”, la rivoluzione delle nanotecnologie

SASSARI Si parlerà della rivoluzione innescata dalle nanotecnologie domani alle 15 nel Dipartimento di Chimica e Farmacia dell’università di Sassari in via Vienna. Una rivoluzione che ha portato a una crescita continua di applicazioni industriali e di un mercato dalle enormi potenzialità di sviluppo. La scoperta di nuovi nanomateriali, come il grafene, le nanoparticelle quantistiche, i nanotubi di carbonio e i materiali bidimensionali ha permesso non solo lo sviluppo di nuovi prodotti e sistemi dalle straordinarie proprietà, ma ha anche spostato in avanti la frontiera della conoscenza e la nostra capacità di manipolare la materia su scala atomica. Le nanotecnologie sono diventate in breve un settore strategico e di fondamentale importanza per lo sviluppo economico e industriale. I ricercatori dell’Università di Sassari sono all’avanguardia nelle nanoscienze e nelle sue applicazioni, in particolare per quanto riguarda il settore medico e biologico, che sarà sempre più cruciale per lo sviluppo della medicina personalizzata. Durante il simposio “Uniss goes nano”, domani i ricercatori dell’Università di Sassari si confronteranno e discuteranno sui prossimi progetti e su come poter trasferire nel territorio e alle imprese la conoscenza, favorendo la creazione di start-up.

 

3 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 16 dicembre 2018 / Sassari - Pagina 25
Scelte di fine vita tra medicina, etica e diritto
Esperti a confronto nel convegno dell’associazione Walter Piludu e della facoltà di Giurisprudenza

SASSARI L’associazione Walter Piludu in collaborazione con il Dipartimento di Giurisprudenza e facoltà di Medicina e Chirurgia dell’università di Sassari organizza domani un importante convegno, alle 15.30 nell’aula magna della facoltà di Medicina e Chirurgia in viale San Pietro 43b, dedicato a “Scelte di vita e di fine vita tra medicina, etica e diritto. Criticità e prospettive dopo la legge n. 219/2017”. Dopo i saluti del presidente dell’Ordine dei Medici, Nicola Addis, di quello dell’Ordine Forense di Sassari, Mariano Mameli, del direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, Gian Paolo Demuro, del dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e Sperimentali, Alberto Porcu e del dipartimento di Scienze Biomediche, Pier Luigi Fiori, introdurranno il dibattito, moderato dall’ordinario di Diritto costituzionale Omar Chessa e da Salvatore Cherchi, dell’associazione Walter Piludu , Andrea Montella, presidente della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Sassari e Marinella Maucioni Piludu, dell’associazione Walter Piludu Tra i relatori Maurizio Mori, del dipartimento di Filosofia e Scienze dell’educazione dell’università di Torino, componente del Comitato Nazionale per la Bioetica ed Eugenia Tognotti, facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Sassari dell’università di Sassari. Ancora Anna Alberti, del dipartimento di Giurisprudenza dell’università di Sassari e Alessandra Pisu, del dipartimento di Giurisprudenza dell’università di Cagliari e presidente dell’associazione Walter Piludu. Interverranopoi Franco Pala, responsabile della Uoc di Anestesia e rianimazione della Assl di Olbia e referente Siaarti in Sardegna. Seguiranno gli interventi programmati di Anna Maria Ara, servizio Psicologia ospedaliera e del benessere organizzativo, dell’Aou di Sassari, Mario Oppes, responsabile della Uoc di Medicina di accettazione Urgenza dell’Aou di Sassari, e vicepresidente della società italiana di Bioetica e Comitati Etici. Intorno alle 18.20 inizierà il dibattito e intorno alle 19 sono previste le conclusioni del convegno. L’evento è accreditato per gli studenti della facoltà di Medicina e Chirugia. L’appuntamento è promosso dall’associazione Walter Piludu, con l’Universita di Sassari e la Fondazione di Sardegna.

 

RASSEGNA STAMPA di SABATO 15 DICEMBRE 2018

 

1 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 15 dicembre 2018 / Lettere e commenti - Pagina 34
MONSERRATO
In quel policlinico c'è la buona sanità

«Faccio solo il mio lavoro». Con disarmante semplicità i medici che hanno curato mia madre si schermiscono di fronte ai ringraziamenti di noi familiari per l'assistenza ricevuta. «Non è così scontato», ribattiamo noi. A Monserrato, nel policlinico universitario, abbiamo trovato un angolo di Svizzera: precisione, rapidità, cortesia, calore umano da parte dei medici, degli infermieri, del personale tutto. Una struttura pulita, un'attenzione sempre vigile per il benessere dei pazienti e la tranquillità dei loro familiari, per quanto possibile. Una battuta per stemperare la tensione, un tono un po' più deciso quando serve. Confortati da questo esempio di buona sanità pubblica, italiana e sarda, abbiamo deciso di ringraziare pubblicamente con una lettera il personale del reparto chirurgia, in particolare i dottori Alberto Tatti, Fabio Medas e Stefania Farris. Ci sembrava giusto rendere omaggio al lavoro quotidiano, sempre duro e carico di mille tensioni e responsabilità. Grazie di cuore per quanto avete fatto e per quanto fate.
Bianca Laura Petretto Oristano

 

2 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 15 dicembre 2018 / Libri - Pagina 13
Il culto del pane nelle parole di Cirese e Angioni
di Giacomo Mameli
Sono state due piacevoli ore di alta cultura, nei giorni scorsi nell'auditorium della Fondazione di Sardegna di via Carlo Alberto a Sassari, con le inedite "lectiones magistrales" di due numi dell'antropologia del Novecento: Alberto Mario Cirese e Giulio Angioni che hanno parlato del pane, che diventa "panis angelicus", di quella "res mirabilis" che in Sardegna ha una delle regioni, al mondo, con la maggior diversificazione produttiva e simbolica: la panificazione tradizionale, quella religiosa, rituale, il pane delle feste e il pane dei morti, quello delle nascite e dei matrimoni, il pane dei contadini e quello dei pastori, il pane "bianco" dei potenti e il pane "civraxiu" degli umili, quasi tutta con impronta femminile. «Studiando il pane ho colto uno dei frutti più mordenti, più esplosivi dei miei quindici anni di insegnamento all'università di Cagliari», ha detto Cirese. «Il pane è comunicazione, il pane si fa Cristo, è panis hominum», ha aggiunto Angioni. Due ore di antropologia prendendo lo spunto dalla presentazione del libro di Elsa Di Meo (una delle conoscitrici più profonde di Cirese) "Acqua di luna e farina di stelle" (Efesto edizioni, euro 35) e con la proiezione di un'intervista che la stessa Di Meo aveva realizzato con Cirese il 27 marzo del 2011 nella casa romana del professore in piazza Capri. È seguita l'ultima intervista a Giulio Angioni, fatta pochi mesi prima della sua morte, "Foghesu, i giorni del pane dolce", un tipo particolarissimo di pane che a Perdasdefogu viene preparato soprattutto in occasione della ricorrenza del 2 febbraio per la Candelora. Sia Cirese che Angioni hanno messo in risalto la ricchezza delle forme dei pani sardi ma hanno spaziato ai temi della panificazioni in tutti i Continenti. Angioni ha ricordato che «l'Europa è la terra del grano, l'Africa del miglio, l'America del mais e dell'Asia del riso» di tutto ciò «si nutre l'homo edens a partire dal neolitico, ma forse anche prima». Cirese, commentando la ricchezza delle tipologia del pane sardo ha parlato di una «plastica effimera sarda che con la panificazione esprime vocalità verbali e sonore». Da qui quasi un appello-sos alla cultura sarda per «proseguire negli studi fatti negli anni '70 e '80 con quella figura eccelsa che è stata Enrica Delitala». Il commento al lavoro della Di Meo è stato affidato ad Antonietta Sanna, autrice del fortunato libro Cuec del 2005 "Buono come il pane". La Sanna, centrando il suo discorso su Paulilatino, ha documentato gli aspetti più significativi che, nel tempo, hanno caratterizzato i modi della panificazione: testi e immagini illustrano non solo la ricchezza e la varietà di pane esistente, ma anche le diverse fasi di lavorazione, strumenti utilizzati, valenze sociali e culturali. Sanna ha analizzato da studiosa qual è le fasi della mietitura, trebbiatura, pulizia del grano, mola asinara, i mulini ad acqua molti diffusi nell'alto oristanese. E poi i pani nel mondo: con la Di Meo che, raccontando i pani dell'Uzbekistan, Polonia, Bielorussia, ha spaziato sui pani di Matera e di Rieti, di Barisardo e Samugheo ("S'arroda 'e s'isposa, la ruota dello sposa"). Ed è tornata sulla sacralità del pane: da quello eucaristico, alla storia dei miracoli di Bolsena e di Lanciano. L'ex rettore dell'università di Sassari, Attilio Mastino, ha sottolineato il valore della scuola antropologica sarda che «in Cirese e Angioni ha avuto vere eccellenze, autentici maestri».

 

3 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 15 dicembre 2018 / Marghine - Pagina 25
MACOMER
Spazio in biblioteca alle tesi di laurea degli studenti della città

MACOMER La biblioteca comunale di Macomer riserverà uno spazio specifico dedicato alle tesi di laurea degli studenti cittadini. L'iniziativa nasce da un'idea dell'assessora alla cultura e istruzione Tiziana Atzori, che ha proposto alla sua giunta di deliberare in materia istituendo anche formalmente la particolare sezione e riservando un piccolo stanziamento in denaro in forma di rimborso spese per i primi sette lavori discussi nell'anno accademico 2017/18 che saranno consegnati presso la biblioteca. La finalità è quella di creare un luogo fisico nel quale la conoscenze, i saperi e i percorsi formativi acquisiti dai ragazzi nei percorsi di studio universitario si ritrovino e diano vita ad un vero e proprio archivio consultabile al pubblico. Una sorta di catalogo delle formazioni accademiche acquisite dai ragazzi e dalle ragazze macomeresi che rappresentano una vera e propria ricchezza per la città e che, per la prima volta, avranno una vetrina d'eccezione nella sede che, per sua natura, è contenitore di strumenti di conoscenza e punto di riferimento pubblico per lettori e studiosi di tutte le età. «Mettere insieme le tesi di laurea dei nostri giovani e renderle consultabili significa riconoscere il grande patrimonio immateriale che esse rappresentano - commenta l'assessora Tiziana Atzori - ma anche avviare un percorso di valorizzazione delle professionalità acquisite nei più svariati settori dai cittadini macomeresi attraverso l'istruzione. Lo spazio bibliotecario riservato ai lavori accademici potrà dare la misura delle formazioni specifiche di cui Macomer dispone nei diversi ambiti, consentendo a tutte le persone interessate di attingere al bagaglio di conoscenze che esse contengono». (g.s.)




RASSEGNA STAMPA di VENERDÌ 14 DICEMBRE 2018

1 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 14 dicembre 2018 / Sardegna - Pagina 4
SANITÀ
L'appello lanciato dal rettore della Cattolica che ha visitato l'ospedale di Olbia:
«Puntiamo a garantire assistenza di alto livello e scommettiamo sulla ricerca»
IL MATER VUOLE COLLABORARE CON LE UNIVERSITÀ DELL'ISOLA

di Stefania Puorro
OLBIA Ha trascorso tutta la giornata nel gigante della sanità d'eccellenza che ha appena avviato l'attività a Olbia. Si è reso conto che c'è ancora tanto lavoro da fare, ma è certo che «questo sia un progetto veramente ambizioso. Darà un contributo enorme alla sanità sarda con la sua esperienza e le sue professionalità, ma è fondamentale fare rete con i grandi specialisti che operano qui». Anche per il professor Franco Anelli, giurista, avvocato e rettore dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, che ieri per la prima volta ha visitato il Mater Olbia, la parola chiave è sinergia. «Che auspichiamo possa esserci con le università della Sardegna». Il Gemelli, che è anche la Facoltà di Medicina della Cattolica, «non garantisce solo assistenza di altissimo livello ma punta molto sulla ricerca. E il riconoscimento del carattere scientifico Ircss per la "medicina personalizzata" e per le "biotecnologie innovative", sono una importante conferma. Sappiamo che il nostro partner, Qatar Foundation, ha già preso contatti con le università dell'isola e siamo disposti a fare ricerca in totale collaborazione nelle attività che si individueranno». A chi, ancora oggi, crede che il Mater Olbia possa affossare gli altri ospedali dell'isola, il rettore dice subito che «questa non è una clinica privata che fa chirurgia plastica. Stiamo parlando del Gemelli, un ospedale al servizio di tutti (come sosteneva il fondatore). E il Mater Olbia è una struttura accreditata al Sistema sanitario nazionale che consentirà anche, a chi lo vorrà, di ottenere prestazioni private. L'obiettivo principale è e resterà quello di offrire servizi sanitari di altissimo livello a tutta la popolazione». C'è di più. «Per noi - aggiunge il rettore - un valore aggiunto fondamentale è la cura della persona, a partire dal momento in cui viene accolta. È sarà un punto fermo anche al Mater Olbia».Il professor Franco Anelli, accompagnato nel suo giro tra le corsie dal direttore generale del Mater Olbia Maurizio Guizzardi e dal direttore sanitario Marcello Acciaro, fa poi un cenno all'accordo firmato nel 2017 con Qatar Foundation. «La lunga storia di questo ospedale è stata caratterizzata da tante difficoltà, rallentamenti, intoppi. Con il nostro partner, abbiamo dovuto ripensare e riorganizzare il Mater Olbia e, in poco tempo, siamo riusciti a farlo partire. Credo che sia fondamentale aver avviato l'attività. Non è detto, infatti, che la soluzione migliore sia quella di mettere in moto una macchina perfetta. Alla perfezione si deve arrivare gradualmente».Il rettore sottolinea continuamente il valore dei medici sardi. «Saranno loro, soprattutto, a dover lavorare al Mater Olbia. Il Gemelli porterà in Sardegna un bagaglio di esperienza che arriva anche dai suoi grandi numeri: a partire dagli oltre 100mila ricoveri l'anno. Ma quello che conta è far emergere le competenze e le capacità in loco, tirando fuori i talenti dalle persone che in questa terra sono ben radicate». E proprio per uno dei tanti talenti sardi che hanno trascorso anni lontano dall'isola, si avvicina ora il momento del ritorno. Si tratta di Giovanni Delogu, 47 anni, di Siligo, professore associato e ricercatore all'istituto di Microbiologia del Policlinico Gemelli-Università Cattolica del Sacro Cuore. Laureato a 23 anni in Scienze biologiche a Sassari, si è poi specializzato con il maestro sassarese Giovanni Fadda. Quindi un'esperienza a Washington e poi a Roma. Una breve tappa a Olbia, ieri, anche per lui. È qui che si stabilirà perché entrerà nella squadra del Mater «e -dice col sorriso - ne sono felicissimo». Ancora da definire il suo ruolo.

 

2 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 14 dicembre 2018 / Sardegna - Pagina 5
INSPIRING FIFTY >> IL PREMIO INTERNAZIONALE
La nuorese Alessandra Todde tra le 50 donne considerate più influenti
Ingegnere informatico, 49 anni, è amministratore delegato di Olidata
LE REGINE DELL'HI-TECH
UNA SARDA NELL'OLIMPO

di Gianna Zazzara
SASSARI Il suo primo ricordo è la lavagna con le tabelline: l'attrazione per i numeri è qualcosa che Alessandra Todde, ingegnere informatico, ha avuto fin dall'infanzia e che l'ha sempre guidata nella sua carriera fino a diventare, sei mesi fa, amministratore delegato di Olidata, leader nazionale nel settore dell'informatica. Nuorese, 49 anni, due lauree (Scienze dell'informatica e Ingegneria), Alessandra è una delle due sarde nella lista delle "Inspiring fifty" (l'altra è la sassarese Manuela Raffatellu), la prima edizione italiana dell'iniziativa ideata da Janneke Niessen e Joelle Frijters, che premia le cinquanta donne più influenti nel mondo della tecnologia, selezionate non solo per il loro ruolo all'interno della tech industry, ma anche per la passione e l'impegno che mettono per convincere altre giovani donne ad avvicinarsi al loro universo magico. Più di vent'anni nel settore dell'energia (un posto non proprio da ragazzine), dieci dei quali trascorsi negli Stati Uniti, un compagno, Alessandra Todde riceverà il premio (sostenuto da Microsoft) nel corso di una cerimonia a Milano, il prossimo 22 gennaio. «È stata una sorpresa e un onore essere inserita tra le Inspiring Fifty d'Italia - dice al telefono l'ingegner Todde durante una delle sue giornate che cominciano presto e non si sa quando finiscono - Mi auguro che la mia storia ispiri le giovani donne ad avvicinarsi al mondo del tech perché c'è bisogno di loro per costruire il mondo del futuro. Oggi la tecnologia parla solo al maschile ed è un male». Un esempio? «Prendiamo ad esempio un navigatore, un'applicazione che deve essere educata dall'uomo. Il problema è che nel 90% dei casi l'educatore è un maschio, per cui il navigatore ci dice qual è il percorso più breve ed efficiente ma non ci suggerisce invece quali negozi puoi incontrare sul tragitto. Ecco perché è così importante che nel mondo della tecnologia entrino, con forza, le donne. Il futuro sarà sempre più dominato dalle macchine e le donne devono contribuire ad istruirle». Altrimenti potrebbe capitare che un algoritmo, costruito da maschi, selezioni solo curricula di maschi escludendo le donne. «È successo ad Amazon. Stavano cercando sviluppatori e si è scoperto che l'algoritmo selezionava solo i maschi. I curricula delle donne, anche se perfetti per quel ruolo, finivano nel cestino. È un problema serio. Oggi le donne che si occupano di tecnologia sono poche, in tutto il mondo, dovremmo essere molte di più».Come ricorda Alessandra c'è poi un altro motivo per cui le ragazze all'università dovrebbero scegliere le discipline Stem, acronimo inglese che indica scienze, tecnologia, ingegneria e matematica. «La tecnologia è un mondo democratico, dove il talento viene premiato, non c'è bisogno di raccomandazioni o scorciatoie. Si fa carriera in modo più chiaro e chi ottiene risultati viene quasi sempre premiato». Senza dimenticare la facilità, rispetto ai laureati in materie umanistiche, di trovare un lavoro una volta usciti dall'università.Ma come si fa a convincere le ragazze a scegliere percorsi accademici di stampo scientifico? «Il problema è complesso: comincia dai banchi di scuola, dove è necessaria una maggiore alfabetizzazione digitale per tutti. Per le ragazze, ancora di più. Dobbiamo agire anche a livello culturale. Va sfatato il mito che il settore della tecnologia è roba "da maschi". Non mi stanco di ripeterlo: il mondo digitale è a misura di donna. Vorrei far capire alle ragazze che il digital è un universo magico: il futuro aspetta solo di essere inventato. Ha visto il film "Il diritto di contare" che racconta l'incredibile storia di tre scienziate afro americane che collaborarono con la Nasa per la missione Apollo 11? Ecco, da loro dobbiamo prendere ispirazione: le donne, quando vogliono, possono».Ma come è iniziata la passione di Alessandra per i numeri? «Il merito è tutto di mio padre Giovanni, docente di matematica e fisica al liceo scientifico "Fermi" di Nuoro. È lui che mi ha fatto scoprire la bellezza delle equazioni. Ed è stato lui a regalarmi il primo computer, avevo 11 anni». Dopo la maturità scientifica, la scelta di iscriversi in Scienze dell'informazione a Pisa. «Dopo la laurea mi ha assunto la Saras, a Cagliari». Ma l'avventura sarda dura poco. Alessandra inizia a girare il mondo: Olanda, Spagna, Stati Uniti. Poi la scelta di rientrare qualche mese fa in Italia per guidare Olidata. «Era una società senza futuro, non potevo non accettare la sfida. Ci occupiamo dell'internet delle cose, il futuro della tecnologia». Alessandra, nonostante il suo giro del mondo, ha ancora un legame strettissimo con la sua città natale. «È una città particolare, molto dinamica, che spinge alla curiosità. È anche grazie a Nuoro se sono riuscita a realizzare i miei sogni». Ma la spinta più forte Alessandra l'ha avuta dal padre. «Mi ripeteva in continuazione: "Nessuno deve pagarti un paio di calze, devi essere indipendente"». Un legame fortissimo quello della manager col padre Giovanni che nel 2002 l'ha riportata sui libri. «Mio padre si era ammalato di sclerosi laterale amiotrofica e sapevo che il suo sogno era quello di diventare ingegnere. Così l'ho fatto io al posto suo (in soli due anni, ndr). Mi sono laureata per lui. Era così felice il giorno della mia laurea». In questi giorni Alessandra è in Sardegna per realizzare un altro sogno: aprire una sede di Olidata a Cagliari.

 

3 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 14 dicembre 2018 / Sardegna - Pagina 7
NELLA BIBLIOTECA REGIONALE
Il futuro delle migrazioni oggi convegno a Cagliari

CAGLIARI Fare il punto sulla dimensione economica, sociale e demografica e sugli sviluppi futuri del fenomeno migratorio in Sardegna. È l’obiettivo dell’incontro promosso dalla Regione in programma a Cagliari, domani, alle 15.30, nella sala della Biblioteca regionale in viale Trieste, 137. Sarà anche presentato il Rapporto annuale sull’economia dell’Immigrazione in Italia. Partecipa all’incontro l’assessore degli Affari Generali, con delega sui flussi migratori, Filippo Spanu, che racconterà cosa la Regione sta facendo per favorire inclusione e integrazione. A seguire la tavola rotonda, moderata dal giornalista Giuseppe Meloni, a cui partecipano Renato Mason, direttore della CGIA di Mestre, Stefano Proverbio e Roberto Lancellotti, rispettivamente direttore emerito e ricercatore di Mc Kinsey & Company, Roberto Piras, docente di Economia politica all’università di Cagliari, Annalisa Camilli, giornalista che lavora a “Internazionale”, e Francesco Manca, responsabile Centro Studi Caritas diocesana di Cagliari.

 

4 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 14 dicembre 2018 / Sassari - Pagina 30
ERSU
Raccolte 72 sacche di sangue fra gli universitari 
SASSARI Donare il sangue è un atto di profondo senso civico: è un sostegno concreto per chi deve ricorrere a frequenti trasfusioni come chi è talassemico o soffre di particolari variazioni ai parametri ematici, serve per consentire gli interventi chirurgici. E anche con questo spirito che l’Ersu e l’Avis comunale di Sassari hanno organizzato una raccolta di sangue fra gli studenti davanti alla sede della mensa universitaria. E il risultato è stato più che positivo visto che in poche ore sono state raccolte 72 sacche di sangue.
«Per noi di Ersu è una gioia immensa sapere che la campagna di sensibilizzazione ha dato frutti preziosi – sottolinea il presidente Massimo Sechi,–, ci impegneremo ancora in futuro per sostenere l’Avis comunale di Sassari in questa nobile battaglia per difendere la vita». «Il prossimo appuntamento con la donazione sarà a maggio – dichiara il direttore generale Antonello Arghittu – e non bisogna interrompere questa catena di solidarietà, ma renderlo un appuntamento fisso due volte all’anno. La mensa, come in questa occasione, darà il suo massimo sostegno e l’accoglienza sarà sempre garantita a tutti i giovani donatori e le giovani donatrici iscritti a Sassari». Tutti i donatori hanno potuto usufruire di un pasto gratuito alla mensa universitaria e, inoltre, potranno concorrere per aggiudicarsi una delle cinquanta borse di studio del valore di 500 euro messe a disposizione dall’Avis agli studenti che abbiano donato almeno tre volte durante il corso di studio universitario.
 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 14 dicembre 2018 / Lettere e commenti - Pagina 34
DITELO ALLA NUOVA
LE SCELTE DEL GOVERNO
Sicurezza in pericolo con i tagli alla Difesa

Credo che gli orientamenti del ministro della Difesa Elisabetta Trenta in fatto di sindacalizzazione militare, lotta all’obesità del personale in servizio, riduzione del 25% dell’organico dei cappellani e l’intramontabile “fare luce sugli assordanti silenzi sull’uranio impoverito” tendano a distogliere l’attenzione dall’ennesima tegola che incombe sulla credibilità delle Forze Armate italiane: l’ulteriore taglio di 500 milioni di euro dal bilancio Difesa. A proposito dell’uranio impoverito ricordo che sono quasi vent’anni che ne dibatte lascienza, la medicina oncologica, la magistratura e la politica. Si pronunciarono contro la teoriauranio impoverito-tumorisia l’Istituto Superiore di Sanitàsia l’United Nations Enviroment Program dell’Onu che sentenziò: «I rischi sia radiologici che chimici dipendenti dalla presenza di proiettili a base di uranio impoverito sono irrilevanti». Ma tutti questi autorevoli pareri vengono regolarmente ignorati o dimenticati (assordanti silenzi?) al pari degli esiti della ricerca Gaviano-Petretto, patrocinata dall’Università di Cagliari, e dell’attestato del Guiness mondiale di longevità rilasciato da organismi internazionali proprio alle popolazioni di Perdasdefogu e di Teulada cresciute in simbiosi con i poligoni sardi incriminati. Ciliegina sulla torta: nei poligoni sardi non è mai stato sparato un solo proiettile all’uranio impoverito. Ben vengano quindi le indagini sulle cause che provocano danni alla salute dei militari (vaccini, amianto, fattori genetici su base familiare), ma tirare in ballo sempre l’uranio impoverito ha un che di sospetto. Per quanto riguarda le iniziative sulla sindacalizzazione e l’obesità del personale in servizio nonché sulla riduzione dei cappellani militari preferisco astenermi dall’esprimere un parere perché sono incline a passare dall'ironia al sarcasmo. Vorrei per contro ricordare al Ministro che negli anni passati la percentuale del Pil destinato alle nostre Forze Armate è stata ridotta fino a scendere all’attuale 1% circa (la Francia e il Regno Unito destinano alla difesa circa il doppio, con bilanci di oltre 40 miliardi di euro, a fronte dei 20 miliardi stanziati in Italia). Continuando su questa strada (fatta Trenta facciamo trentuno) temo che l'italico percorso militare diventi complicato e che per il futuro si voglia solo creare un soldato tuttofare, buono per tutte le stagioni… meno che in una: quella peculiare del combattente. Questa linea di tendenza, con buona pace del buonismo e del globalismo oggi di moda, potrebbe pesare un domani sulla sicurezza nostra, dei nostri figli e dei nostri nipoti. La storia ci insegna infatti che a sconvolgere assetti politici, alleanze internazionali e buoni propositi basta un cataclisma di qualsivoglia natura (naturale, climatico, demografico o politico). In simili eventualità solo chi sarà in grado di esprimere un’efficienza militare credibile, cosa che non si può improvvisare, potrà dire la propria e farsi rispettare. Gli altri dovranno piegare la testa. Ignorare queste responsabilità da parte degli attuali vertici istituzionali, sia politici che militari significa assumersi delle gravi responsabilità.
Nicolò Manca
generale Cagliari

Questionario e social

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