UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 12 dicembre 2018

Mercoledì 12 dicembre 2018

12 dicembre 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 12 dicembre 2018 / Regione (Pagina 7 - Edizione CA)
CONSIGLIO. Sì all'emendamento di FdI che aumenta il beneficio in caso di minori disabili.
Paci: «Risposte concrete»

Finanziaria, approvati gli sgravi Irpef destinati al ceto medio: 200 euro per ogni figlio a carico
Via libera alle detrazioni Irpef di 200 euro per ciascun figlio a carico fino ai 18 anni. Un provvedimento contenuto nella prima misura del Pacchetto famiglia, approvato ieri sera dal Consiglio regionale, durante la discussione sulla Finanziaria. Potranno usufruire di questo sgravio fiscale le famiglie con un reddito fino a 55 mila euro. Un emendamento presentato dal gruppo di Fratelli d'Italia, condiviso dalla maggioranza, prevede una maggiorazione di 100 euro nel caso in cui il minore sia disabile. Soddisfatto l'assessore al Bilancio, Raffaele Paci: «Con questo provvedimento, per il quale mettiamo in campo 25 milioni, diamo una risposta concreta alle nostre famiglie, a quella fascia di mezzo di cui nessuno si è mai occupato in passato, che col suo lavoro e impegno quotidiano permette alla Sardegna di crescere». Sono quattro in tutto le misure del Pacchetto Famiglia per un valore complessivo di 65 milioni. Tra queste il trasporto gratis per gli studenti di scuola media inferiore, superiore e per gli universitari (con 10,5 milioni), la ristrutturazione delle abitazioni private (25 milioni) e voucher che danno diritto allo sconto sulle rette degli asili nido (4 milioni). E in tema di trasporti è stato approvato l'emendamento presentato da Anna Maria Busia (Cd) che prevede uno stanziamento di 70 mila euro per agevolazioni alla fruizione, da parte delle forze dell'ordine, del sistema del trasporto pubblico locale e ferroviario. Approvata, inoltre, una leggina che permetterà la corretta attuazione della doppia preferenza di genere. (m. s.)

 

2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 12 dicembre 2018 / Prima Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
VIALE MARCONI. Escluse 11 imprese su 18, ecco cosa è previsto nel progetto
Senso unico, appaltati i lavori
Aggiudicata la gara per rivoluzionare la viabilità verso Quartu

La gara d'appalto per i lavori di sistemazione di viale Marconi, che diventerà a senso unico, è stata aggiudicata in via provvisoria nei giorni scorsi al raggruppamento temporaneo d'imprese formato dalle srl “Cisaf” e “Strade Sarde”. La conferma arriva direttamente dall'assessora alla viabilità e vice sindaca Luisa Anna Marras: «Sono in corso le verifiche sul possesso dei requisiti da parte delle ditte vincitrici - sono le sue parole - dopodiché vedremo di pianificare gli interventi». Prima dell'apertura dei cantieri potrebbero dunque passare diversi mesi. «Sui tempi non posso sbilanciarmi, ma faremo in fretta», spiega l'assessora. Una prudenza dovuta probabilmente anche al fatto che la gara è stata piuttosto tribolata: su diciotto imprese partecipanti alla gara ne sono state escluse ben undici per cui non sono da escludere ricorsi.
L'APPALTO  Si tratta di un intervento - cosiddetto a breve termine - da un milione e 850mila euro finanziato con fondi regionali e affidato al Comune di Cagliari. Lo scopo è quello di intervenire, in tempi rapidi, per rendere più scorrevole una delle strade a maggiore densità di traffico dell'intera Sardegna, favorendo soprattutto l'utilizzo dei mezzi pubblici. Come? Nel progetto si spiega che sarà decisiva «l'introduzione di un senso unico di circolazione per le auto private in direzione Cagliari nel tratto compreso tra il ponte sul canale di Terramaini e lo svincolo in corrispondenza dell'Asse mediano».
IL SENSO UNICO  La carreggiata avrà in tutto quattro corsie: le due centrali saranno destinate alle auto mentre quelle laterali diventeranno preferenziali (a doppio senso) e potranno essere usate solo dai mezzi di trasporto pubblico e dai taxi. «La direzione di marcia da Cagliari verso Quartu - si legge nel progetto - verrà invece garantita dalla strada arginale, che si sviluppa dallo svincolo di via Berlino sull'Asse Mediano sino al ponte sul Terramaini, dove la strada arginale si innesta sul viale Marconi prima dello svincolo di Is Pontis Paris».
COSA CAMBIA  In altre parole per chi proviene dall'asse mediano non sarà più possibile immettersi in viale Marconi verso Quartu, ma si dovrà proseguire sull'asse sino allo svincolo con via Berlino e poi immettersi sulla strada arginale utilizzando la rampa apposita oppure deviando su via Galvani e passando da via Mercalli. Il progetto prevede inoltre l'allargamento della sezione stradale, la realizzazione dei marciapiedi, della rete di deflusso delle acque piovane, l'adeguamento dell'illuminazione pubblica e della linea filoviaria.
ADDIO CODE  «La creazione delle due corsie preferenziali - spiega l'assessora Marras -, dovrebbe garantire lo smaltimento di un flusso di traffico notevole con tempi di percorrenza finalmente accettabili per i mezzi pubblici». Si tratta dunque di una mini rivoluzione in grado forse di eliminare le code chilometriche e che dovrà integrarsi con gli altri progetti a medio e lungo termine proposti dal Centro interuniversitario di ricerche economiche e mobilità dell'Università (Cirem) a cui la Regione si è affidata per ridisegnare la viabilità dell'area metropolitana. Progetti, alcuni sovracomunali, che prevedono non solo l'adeguamento dello svincolo di Is Pontis Paris ma anche la realizzazione su viale Marconi di spazi per la sosta, marciapiedi e piste ciclabili, nonché interventi per migliorare la funzionalità degli svincoli sull'Asse mediano.
Massimo Ledda
 

3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 12 dicembre 2018 / Sassari e Alghero (Pagina 39 - Edizione CA)
SASSARI
Borse di studio

Oggi alle 10 in via Muroni 25 (aula B1, dipartimento di Scienze economiche e aziendali Uniss), sarà presentato il nuovo Master Universitario di I livello in Economia e management delle assicurazioni. (p. c.)

La Nuova Sardegna

4 - LA NUOVA SARDEGNA ONLINE di mercoledì 12 dicembre 2018 / Sardegna - Pagina 7
L'università di Cagliari
studierà i raggi cosmici
grazie ai nano-satelliti

CAGLIARI C'è anche l'università di Cagliari tra i partner del progetto Hermes-Scientific Pathfinder, nato con lo scopo di costruire una "costellazione" di nano-satelliti per localizzare le enormi esplosioni cosmiche di raggi X e gamma con grandissima precisione e in tempi brevissimi comunicarne l'individuazione alla comunità scientifica. In ballo grosse potenzialità applicative anche al di fuori dell'accrescimento delle conoscenze nell'astrofisica e nella fisica fondamentale: ad esempio nei campi dell'osservazione della Terra, lo sviluppo di esperimenti di biologia e di fisica dei materiali che richiedono ambiente spaziale (microgravità), esperimenti di robotica spaziale. Partner anche il Politecnico di Milano e altri atenei e piccole medie imprese europee.Prevede la realizzazione di tre nano-satelliti, equipaggiati con rivelatori in banda X (che permettono l'osservazione del cielo ai raggi X) ad alta tecnologia e di piccole dimensioni. Dovranno volare in formazione, per aggiungersi ad altri tre satelliti simili, che sta realizzando l'Agenzia spaziale italiana (Asi). Saranno quindi sei i nano-satelliti che andranno a comporre la futura costellazione satellitare Hermes-full constellation (Hfc), per determinare la posizione nel cielo delle esplosioni di raggi gamma e di quelle elettromagnetiche degli eventi gravitazionali che saranno colti dai rilevatori Ligo/Virgo in futuro. Raggi provenienti dall'esterno del sistema solare, frutto dello scontro tra corpi celesti o esplosioni di supernova, da diversi anni in preoccupante aumento, anche a causa dell'indebolimento dello scudo magnetico solare. Il programma è finanziato col bando Horizon 2020 e coordinato da Fabrizio Fiore, dell'Istituto nazionale di Astrofisica (Inaf). «La particolarità del progetto - spiega Fiore - è quella di utilizzare sensori miniaturizzati, messi su satelliti grandi quanto la scatola di una bottiglia di champagne, poco costosi e con un tempo di sviluppo di solo qualche anno, a differenza di quelli delle missioni spaziali tradizionali». I requisiti scientifici di Hermes, aggiunge Michele Lavagna, responsabile per il Politecnico, «rappresentano un'interessante sfida tecnologica per portare le piattaforme di piccole dimensioni non solo verso prestazioni più spinte, ma in modo deciso verso la realizzazione di tecnologie più affidabili di quanto permette l'attuale mercato dei nano-satelliti». (a.palm.)

 

5 - LA NUOVA SARDEGNA ONLINE di mercoledì 12 dicembre 2018 / Sardegna - Pagina 2
Salgono del 28% le uscite per i dispositivi medici, picco di spesa sui farmaci
SANITÀ IN PROFONDO ROSSO
IN CRESCITA SPESE E DEFICIT
Uno sforamento costante da tre anni sui tetti stabiliti dalla spending review

di Mauro Lissia
CAGLIARII conti della sanità sarda non tornano, si spende troppo per l'acquisto di protesi, valvole cardiache, reagenti diagnostici, i dispositivi medici che nel loro complesso costano un terzo della spesa generale. Altissima anche la spesa farmaceutica e preoccupante, almeno fino al 2016, il disavanzo complessivo. A mettere il dito su una piaga ormai vecchia che affligge la Regione è stata la Corte dei Conti nell'adunanza pubblica con contradditorio che si è tenuta, presidente Francesco Petronio, davanti all'assessore regionale alla sanità Luigi Arru e al direttore generale dell'Ats Fulvio Moirano. Nella relazione illustrata in aula dal giudice Lucia D'Ambrosio emerge una situazione estremamente critica, perché risulta come la Regione abbia sforato ogni anno sui tetti di spesa stabiliti nelle manovre di spending review a partire dal 2014 malgrado i richiami costanti della magistratura contabile. I dati disaggregati danno l'azienda Brotzu di Cagliari (18,80%) e l'azienda ospedaliera universitaria di Sassari (18,20%) nel ruolo di aziende più spendaccione dell'isola, seguite dall'Assl di Nuoro (14,59%) e dall'Assl di Cagliari (14,13%). La tendenza resta fortemente negativa: dal 2013 al 2016 l'incremento di spesa per i dispositivi medici è salito del 28,3% ma «i dati trasmessi - ha detto il giudice relatore - risultano comunque ancora carenti per un'analisi approfondita». Ma c'è dell'altro: secondo la sezione regionale di controllo della Corte dei Conti la Regione non riesce a contenere neppure la spesa farmaceutica, che «continua a registrare anche nel 2017 elevatissimi tassi di scostamento dai tetti programmati, risultando la regione con la più elevata incidenza di spesa farmaceutica complessiva» in Italia. Il dato è ancora più allarmante se proiettato sull'anno in corso, perché a leggere i documenti della Regione «nel primo semestre del 2018 la spesa farmaceutica complessiva risulta in ulteriore aumento sia in termini di valore assoluto che di percentuale di incidenza sulle risorse complessive».Il quadro della spesa sanitaria sarda è preoccupante anche in termini di disavanzo: secondo il giudice D'Ambrosio «emerge che nel 2016 il disavanzo della Regione Sardegna, da sempre particolarmente elevato, risulta essere il più alto tra tutte le regioni italiane, pari a 320,8 milioni di euro. Particolarmente alto - aggiunge il magistrato contabile - risulta essere conseguentemente il disavanzo pro-capite». Fra l'altro - osserva la Corte dei Conti - non sembra esserci speranza di vedere il disavanzo ripianato in tempi ragionevoli, perché «i disavanzi sanitari vengono sistematicamente ripianati con ritardi di anni».Altri elementi negativi riguardano il sistema informativo sanitario regionale (Sisar): secondo il giudice D'Ambrosio «sono emerse rilevanti problematiche con specifico riguardo al sistema direzionale, che avrebbe dovuto essere lo strumento principale per controllare e governare i processi di spesa». I risultati dell'analisi delle criticità condotta dalla Corte dei Conti dicono che è servito a ben poco.L'assessore Arru e il manager dell'Ats Moirano hanno replicato evidenziato «il buon miglioramento dei conti sulla sanità degli ultimi anni che hanno permesso alla Sardegna, ad esempio sulla spesa farmaceutica nella farmacia territoriale, di risalire cinque posizione rispetto all'ultimo posto nazionale». Secondo Arru «é stato fatto un grosso lavoro per la riorganizzazione e con la nascita dell'Ats c'è stato uno sforzo di omogeneizzare il controllo di gestione. Uno sforzo complesso per dare finalmente un sistema controllato del sistema sanitario». Moirano ha poi sottolineato come ancora la Sardegna sia «molto indietro sull'uso nel pubblico dei farmaci generici rispetto a quelli, ben più costosi e più noti, commercializzati dalle case farmaceutiche». Se nel Piemonte i generici coprono il 70% delle necessità, in Sardegna non si va oltre il 7%, un dato deludente e costoso.

 

6 - LA NUOVA SARDEGNA ONLINE di mercoledì 12 dicembre 2018 / Economia - Pagina 17
ISTAT
Stipendio medio in calo
più basso per i neoassunti

di Chiara Munafò
ROMALe buste paga degli italiani si alleggeriscono. La retribuzione media oraria nel settore privato scende sotto i 14 euro l'ora, secondo gli ultimi dati Istat, aggiornati al 2016. Per la precisione ammonta a 13 euro e 97 centesimi, in calo dai 14 euro e un centesimo dell'anno precedente. E per nuovi assunti, donne e stranieri, lo stipendio è ancora più basso. In generale, metà dei dipendenti guadagna meno di 11,6 euro e oltre sei su cento non superano i 7.47 euro rientrando così nella fascia dei cosiddetti «lavoretti» o posizioni a bassa retribuzione. Salari ridotti riguardano soprattutto le nuove assunzioni, che prevedono in media una paga di 9,99 euro all'ora, più bassa di quasi un quinto rispetto a quella degli altri posti di lavoro. E le differenze tra nuovi e «vecchi» dipendenti vanno ben oltre la retribuzione: i nuovi posti del lavoro sono caratterizzati, infatti, da una grande maggioranza di contratti di lavoro a tempo determinato (che raggiungono il 71,9% contro 2,4% di quelli precedenti) e part-time (36,1% contro 26,2%). Inoltre, le nuove posizioni sono spesso occupate da giovani sotto i 29 anni (35% nei nuovi rapporti rispetto al 12,2% negli esistenti) e lavoratori stranieri (22,2% contro 11,7%). E gli immigrati scontano, a parità di qualifica e anzianità, paghe sempre più basse degli italiani. Questa penalizzazione va da 46 centesimi l'ora per gli operai a 1,36 euro per i dirigenti. Il titolo di studio può aiutare ad avere una retribuzione più sostanziosa, ma non sempre e non ovunque. I laureati guadagnano, infatti, in media il 9,9% in più, ma questo beneficio quasi si annulla nel Mezzogiorno, dove scende allo 0,8% dello stipendio. Differenze ampie tra le diverse parti d'Italia riguardano anche il salario medio, che spazia dai 12,02 euro della Lombardia (la regione più ricca, seguita da Trentino Alto Adige e Piemonte), ai 10,01 euro della Calabria (ultima in classifica dopo Puglia e Campania).

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