Venerdì 7 dicembre 2018

07 dicembre 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 7 dicembre 2018 / Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
LA DENUNCIA. Intanto l'Ats avvia i corsi per l'emergenza in sala parto
«Pochi infermieri: così si rischia il fallimento della cura»

In Sardegna mancano non meno di 1500 infermieri e quelli al lavoro sono, in media, tra i più vecchi in Italia. Un quadro che, viste le assunzioni fatte col contagocce e le gravi carenze negli organici degli oss (gli operatori a cui viene affidata tra le altre mansioni l'igiene dei degenti), sta generando il fenomeno delle «cure mancate». «Una situazione gravissima che mette a rischio l'efficacia delle terapie», spiega Fabrizio Anedda, coordinatore regionale Nursind. Ci sono ospedali in cui per ogni infermiere abbiamo dieci, quattordici e anche venti pazienti. «In situazioni come queste si lavora obbligatoriamente per priorità, cioè si garantisce la terapia ma ad esempio non si ha il tempo per ascoltare il paziente, attività invece fondamentale per l'efficacia delle cure e il benessere dei degenti». Spesso non si ha tempo nemmeno per garantire l'igiene personale dei pazienti, e questa è una delle cause della diffusione delle infezioni negli ospedali. «Davvero si può pensare che non assumendo infermieri ci sia un risparmio per i conti della sanità?». Intanto l'azienda di tutela della salute ha avviato i corsi per 1.300 tra medici (ginecologi, pediatri, anestesisti), ostetriche, infermieri e oss per la gestione delle emergenze in sala parto. Un programma di lezioni organizzato in collaborazione con le Università di Cagliari e Sassari. ( p.s.)

 

2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 7 dicembre 2018 / Regione (Pagina 7 - Edizione CA)
CONSIGLIO. In tutto sono 576
Legge finanziaria, la Giunta presenta 30 emendamenti

Sono 576 gli emendamenti alla finanziaria 2019 presentati da maggioranza e opposizione. Una trentina quelli della Giunta. Tra questi - secondo quanto emerge, voluti direttamente dall'assessore al Bilancio Paci - uno porta a 51 milioni (da 26) le risorse per opere pubbliche in oltre 150 Comuni della Sardegna.
Un altro prevede lo stanziamento di dieci milioni di euro in agricoltura per le strade rurali e i piani integrati di filiera. Una terza proposta di modifica riguarda invece la materia urbanistica e le leggi di finanziamento dei centri storici. Anche in questo caso sono impegnati dieci milioni.
La manovra da 8,2 miliardi di euro ha già fatto il suo ingresso in Aula martedì scorso con la lettura delle relazioni di maggioranza e minoranza, la discussione generale e il voto favorevole al passaggio agli articoli. Prossima seduta, martedì 11 dicembre. Paci, l'ha già definita «una manovra non elettorale con risorse certe e in crescita in tutti i settori». Al centro ci sono le famiglie con un pacchetto dedicato da 65 milioni di euro: 25 per sgravi fiscali a chi ha figli a carico, 10,5 milioni per il trasporto gratis per gli studenti di scuola media inferiore, superiore e per gli universitari, 25 milioni per la ristrutturazione delle abitazioni private, 4 milioni articolati in voucher da destinare ai genitori per avere diritto a uno sconto sulle rette degli asili nido.
Gli altri interventi: 28 milioni sulla rete del gas metano, seicento milioni per il fondo unico degli enti locali, altri cinquanta per le situazioni di dissesto finanziario, 75 della programmazione territoriale per le politiche anti-spopolamento nelle zone interne, quindici milioni alle Province, 45 per il Reddito di inclusione sociale, e un pacchetto artigianato da trenta milioni. Infine i seicento milioni che mettono una pietra tombale sul debito della sanità. (ro. mu.)

 

3 - L’UNIONE SARDA di venerdì 7 dicembre 2018 / (Pagina 1 - Edizione CA)
Cortes apertas
In programma domani e domenica

A Fonni per due giorni si torna nel passato. Attraversando le righe del diario di una maestra e la merenda antica dei bambini, scoprendo il percorso del grano, i racconti dei contadini e il sapone di un tempo. Per Cortes Apertas, domani e domenica, il paese più alto dell'Isola mostra tutti i tratti di una storia lontana. Non sbaglia un colpo, Fonni, con Autunno in Barbagia. Un momento in cui tutti i musei del paese spalancano le proprie porte, a partire da quel gioiello del Museo della cultura pastorale, la basilica dei Martiri, il convento e i murales, per i quali son previste visite guidate. Due giorni di pura festa, anticipati oggi dall'incontro organizzato da Comune e Banco di Sardegna dal titolo “Una montagna di opportunità”. E in un paese che ha fatto delle sue tradizioni più semplici, come i biscotti, un'industria fiorente, la montagna non può che essere foriera di ricchezza. Commerciale ma anche artistica, come dimostrano le numerose mostre fotografiche allestite per la due giorni o il premio speciale, su puggioneddu de Praga, assegnato a Gianluigi Bacchetta, docente universitario e direttore dell'Orto botanico di Cagliari, autore di uno studio su Fonni. Novità di quest'anno a Casa Cicalò, il concorso “Fonnese per caso”: la visitatrice sorteggiata potrà indossare l'abito del paese. E poi la preparazione dei piatti tipici di Fonni, domani, in piazza di chiesa . La rassegna dell'organetto e i canti dei cori polifonici. «Ciò che conta in questa manifestazione è il modo in cui il paese si compatta per mostrare con orgoglio le sue ricchezze -, dice la sindaca Daniela Falconi, -Le ricchezze di questa montagna, a volte difficile, ma sempre amica». Neppure il freddo del Gennargentu, già leggermente innevato, fa paura.
Daniela Melis

 

4 - L’UNIONE SARDA di venerdì 7 dicembre 2018 / Prima (Pagina 1 - Edizione CA)
Il commento
LA LEGITTIMA DIFESA

Leonardo Filippi
Il caso del gommista di Arezzo, che ha ucciso uno dei ladri entrati di notte nel suo negozio, dopo che aveva già subito numerosi furti in quattro anni, ripropone il tema della legittima difesa, all'esame del Parlamento proprio in questi giorni. Non è la prima vittima che, dopo il reato subito, deve affrontare lunghi e complicati processi penali per difendersi dall'accusa di lesioni, omicidio o eccesso colposo in legittima difesa nei confronti dell'aggressore. Purtroppo la lista delle vittime processate è lunga e ancora più lunghi sono i tempi dei processi. Il Governo vuole evitare, per quanto possibile, la “vittimizzazione secondaria” cui è esposta la persona offesa dal reato ed ha proposto un disegno di legge in materia di legittima difesa. Va premesso che la funzione di garantire la pubblica sicurezza è propria dello Stato e allo Stato compete assicurare ai cittadini quella tranquillità nelle piazze e nelle case che oggi purtroppo manca. Perciò il Governo ha stanziato discrete risorse per potenziare le forze di polizia, in modo che una maggiore presenza delle forze dell'ordine dia ai cittadini quel senso di sicurezza che ora manca. Occorre infatti un maggior numero di pattuglie in giro per la città, anche nei sobborghi e, per far questo, occorre potenziare gli organici e i mezzi a disposizione, ricorrere a diffusi sistemi di videosorveglianza e, non ultimo, remunerare adeguatamente chi rischia la vita per tutelare la sicurezza dei cittadini. (...) SEGUE A PAGINA 11

Politica (Pagina 11 - Edizione CA)  SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
La strada maestra resta sempre quella del rafforzamento della sicurezza pubblica
Legittima difesa: servono norme più adatte per giudicare vicende controverse

(...)  Intanto le scelte del Governo si stanno orientando per garantire ai cittadini un'“autodifesa domestica” contro il crimine, sul modello statunitense del “no trespassing”. Il disegno di legge sulla legittima difesa, secondo il testo approvato dal Senato e in attesa dell'approvazione definitiva della Camera, modifica l'art. 52 del codice penale, che oggi prevede la non punibilità per chi reagisce in maniera proporzionata all'aggressione subita e, nei casi di violazione di domicilio, ritiene sussistente il rapporto di proporzionalità tra difesa e offesa se taluno, legittimamente presente nell'abitazione o nel luogo di lavoro, “usa un'arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo al fine di difendere: a) la propria o l'altrui incolumità; 2) i beni propri o altrui, quando non vi è desistenza e vi è pericolo di aggressione“. La modifica proposta si limita ad aggiungere che in tal caso la legittima difesa deve sempre considerarsi proporzionata ed inoltre “agisce sempre in stato di legittima difesa colui che compie un atto per respingere l'intrusione posta in essere, con violenza o minaccia di uso di armi o di altri mezzi di coazione fisica, da parte di una o più persone”. In questo modo la legge presume sempre la proporzionalità della difesa negli ambienti domestici o lavorativi contro le aggressioni armate e vincola la valutazione del giudice, rendendo più facile l'archiviazione del procedimento. Va detto che tale presunzione di proporzionalità non appare irragionevole in quanto ritiene non punibile la reazione armata della vittima all'aggressione armata (o al pericolo di un'aggressione armata) dell'aggressore, mentre deve escludersi l'uso di un'arma contro il ladro o rapinatore che si arrende o fugge. Poiché spesso oggi l'aggredito è sottoposto a processo per eccesso colposo nella legittima difesa, la nuova legge modifica anche l'art. 55 del codice penale ed esclude la punibilità se, chi ha commesso il fatto “per la salvaguardia della propria o altrui incolumità”, ha agito in condizioni di minorata difesa (per le circostanze di tempo, di luogo o di persona, anche in riferimento all'età), ovvero “in stato di grave turbamento, derivante dalla situazione di pericolo in atto”; accertamento, questo, che comporterà indagini non facili. Le modifiche proposte non eviteranno certamente l'apertura di un procedimento penale, giacché quando si verifica la morte violenta di uomo occorre sempre un'indagine per accertare l'eventuale responsabilità dell'autore del fatto. Ma certamente le probabilità del rinvio a giudizio dell'aggredito saranno minori. Quando sarà approvata la nuova legge sulla legittima difesa, questa dovrà essere comunque applicata anche ai fatti commessi precedentemente, essendo la successiva disposizione più favorevole all'imputato. E questo eviterà quei processi lunghi e penosi ai quali finora erano costrette quelle vittime che lo Stato non è riuscito a difendere. La via maestra da seguire resta comunque la sicurezza pubblica affidata alle forze dell'ordine, per evitare che ogni cittadino sia costretto ad armarsi e a farsi giustizia da sé.
LEONARDO FILIPPI
DOCENTE UNIVERSITÀ DI CAGLIARI

 

5 - L’UNIONE SARDA di venerdì 7 dicembre 2018 / Prima Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
FAME DI LAVORO. Precari, disoccupati, laureati, madri e padri: ecco l'esercito di chi prova i concorsi
Tutti in fila sognando il posto fisso
Il Comune fa 29 assunzioni e alle preselezioni si presentano in più di 4.000 

Disoccupata da quattro anni, vive in affitto in un appartamento condiviso e da tempo ha rinunciato a costruirsi una famiglia. «Sono qui perché spero di ottenere un'occupazione stabile, anche se alla mia età dovrei essere ormai vicina alla pensione». Anna Bibiri ha 59 anni, vive a Cagliari, ed è una delle 4.334 persone che si sono iscritte alle preselezioni - in corso da giovedì a oggi - per concorrere ai 29 posti a tempo indeterminato banditi dal Comune. Dal 2001 ha lavorato con contratti a termine proprio per l'amministrazione comunale, facendo la videoterminalista e la rilevatrice statistica. «Adesso sono qua a giocarmi forse l'ultima chance che mi è rimasta».
FAME DI LAVORO  Le 11 di ieri, hotel Setar di Quartu, sede dei test che serviranno come prima scrematura in vista del concorso vero e proprio. I candidati per i 10 posti da agente di polizia municipale, oltre 500, hanno appena terminato la prova iniziata alle 8.30. All'esterno incrociano quelli che invece concorrono per le 12 assunzioni da istruttore amministrativo contabile, i cui test inizieranno a mezzogiorno: nel primo di cinque turni, dalla lettera A alla C, sono oltre 400, gli iscritti totali 2751. Tra loro c'è Sara Argiolas, trentenne di San Gavino. Da quando si è laureata in scienze dell'educazione, manda curriculum a raffica e prova tutti i concorsi. «Il problema è che ovunque ti chiedono esperienza ma se mai inizi a lavorare come si fa a maturarla? La fame di lavoro in Sardegna è evidente, basta vedere quanti siamo qui. Ho provato anche un concorso a Milano, se passo sono già sull'aereo». Anche Daniela Massa, 43 anni, mamma single di Quartu, ha una laurea in tasca (in pedagogia) mai utilizzata. «Ho tre figli e sino a 5 anni fa avevo un negozio di abbigliamento che ho dovuto chiudere perché con la crisi non si poteva andare avanti - racconta -. Trovare un'occupazione stabile presso i privati è quasi impossibile, ancora di più se sei una madre single. Mi aiutano i miei genitori, che alla mia età avevano già tutto, compresa la casa al mare». Lei ha fatto i test per i posti da vigile urbano e incrocia le dita: «C'erano poche donne perché tra i requisiti richiesti c'è la patente per le moto, speriamo bene», sorride. Chantal Forroia, 32enne di Olbia, è arrivata al Setar col marito e il piccolo Riccardo, il figlio di due anni. «Ho lavorato per diversi enti locali in Gallura come agente di polizia locale sempre con contratti di massimo 7 mesi, ma conosco colleghi con anni e anni di precariato alle spalle. Cagliari è stupenda, dovessi farcela porterò tutta la famiglia qui».
I TRASFERTISTI  Alessandro Cassone invece arriva da Foggia ed è un habitué dei concorsi pubblici. «Per me è diventato un lavoro anche se spendo invece di guadagnare», scherza. Nell'ultimo anno ha provato a Pesaro, Trieste e Firenze. «In uno sono in graduatoria, speriamo che arrivi questa quota 100 così si libera qualche posto per noi giovani». Ha 35 anni, Alessandro. Alla stessa età suo padre aveva già 15 anni di contributi alle spalle.
Massimo Ledda

 

6 - L’UNIONE SARDA di venerdì 7 dicembre 2018 / Provincia di Oristano (Pagina 34 - Edizione CA)
CABRAS. Dalle guide turistiche ai docenti universitari
Ingresso gratuito per vedere i Giganti

Ingresso al museo gratis per diverse categorie, sempre nell'ottica che queste poi valorizzino l'esposizione museale. Con una delibera di Giunta il sindaco di Cabras Andrea Abis ha deciso di integrare l'elenco dei soggetti che potranno visitare il museo civico gratuitamente. L'elenco è lungo: guide turistiche dell'Unione europea, membri dell'International council of museums, professori e ricercatori universitari di materie inerenti l'archeologia e i beni culturali, studenti dei corsi di laurea e perfezionamento post-universitario e dottorati di ricerca con attinenza all'archeologia e ai beni culturali. Tutti potranno visitare il museo dove sono esposti i Giganti di Mont'e Prama, in via Tharros, senza pagare il biglietto. Stessa cosa per quanto riguarda il sito di Tharros, nella borgata di San Giovanni di Sinis, compresa la torre spagnola. ( s.p. )

 

7 - L’UNIONE SARDA di venerdì 7 dicembre 2018 / Cultura (Pagina 43 - Edizione CA)
MUSEO ARCHEOLOGICO. Tra i reperti in mostra dall'8 a Cagliari la Venere di Savignano
“Donna o dea”, mistero senza fine
Le rappresentazioni femminili nella preistoria, uno straordinario viaggio

Concentrato della forza generatrice della natura, simbolo del grembo fertile e accogliente della terra, viatico e prospettiva ultraterrena. Custode del tempo: dalla misteriosa origine dei giorni, sino alla loro inconoscibile prosecuzione. “Donna o Dea” - mostra che s'inaugura domani alle 17 (festa cattolica dell'Immacolata) al Museo archeologico nazionale di Cagliari dove sarà visitabile sino al 12 maggio - è un viaggio straordinario attraverso le rappresentazioni femminili nella preistoria e protostoria sarda. Condotto anche col contributo di reperti provenienti per la prima volta dalla Penisola, l'itinerario inizia nel Paleolitico superiore, passa per il Neolitico e arriva agli albori della storia. Si fa narrazione della genesi e del progresso a partire dalla trasposizione della figura della donna su pietra, osso, argilla e quindi bronzo. Supporti (verosimile si usasse anche il legno) sopra cui si esprimono - in un'ancestrale ricerca estetica - la visione del mondo e l'organizzazione della società, l'immaginazione di ciò che supera l'esperienza sensibile e ambisce all'eternità. Il percorso non trascura la lettura della quotidianità, dimensione che, in una significativa accelerazione cronologica, trova la sintesi nel telaio di Maria Lai, strumento che intreccia lavoro e arte, funzioni e simboli. Fornisce inoltre il filo rosso all'intero allestimento che la stessa maestra di Ulassai apre idealmente con l'opera “La Terra” (1968).
LE OSPITI  Il viaggio (la mostra comprende la più ricca collezione di manufatti preistorici sul tema) si snoda nell'Isola ma inizia, tuttavia, altrove. La Venere di Savignano (Modena) è il reperto che ha la datazione più alta: risale a circa 25mila anni fa. Custodito al Museo Pigorini di Roma, è giunto ieri a Cagliari - l'apertura della cassa è avvenuta in forma emozionante e pubblica - con un altro prestigioso ma più recente esemplare di quella raccolta: la miniaturistica figurina di Bracciano.
LE SARDE  L'Isola inizia a raccontarsi con sicurezza (problematica la lettura della “Veneretta” di Macomer) a partire dal V millennio a.C. con la statuina da Su Monte (Muros). Forme rotonde, seni abbondanti, fianchi e glutei pronunciati, dialogherà per esempio - sulla base di comuni iconografie - con la Dea madre di Cuccuru is Arrius che, in trasferta a Venezia, tornerà a gennaio a Cagliari. Con lei rientreranno la “Dea di Turriga” e di Porto Ferro, opere che, prediligendo stilizzazione e geometrismo, parlano linguaggi nuovi. L'itinerario (i reperti che lo descrivono sono 72) prosegue sino alla tarda età nuragica col bronzetto, tra gli altri, della cosiddetta “Madre dell'ucciso”, espressione austera e dolente di una civiltà radicalmente mutata.
GLI OBIETTIVI  Ideato e curato dall'antropologa culturale Silvia Fanni e dalle archeologhe Marcella Sirigu e Laura Soro, col supporto di Carlo Lugliè (docente di preistoria all'Università di Cagliari) e la collaborazione di Consuelo Congia, il pregevole progetto scientifico - «che raggiungerà il pubblico senza l'ausilio di pannelli testuali così da favorire il processo emozionale, vuole abbracciare anche la lettura della contemporaneità». Tanti i momenti di approfondimento che faranno da corollario all'evento. Già inaugurati da un ciclo di conferenze con specialisti delle discipline storiche - hanno sottolineato Roberto Concas (direttore del Museo archeologico) e Giovanna Damiani, direttrice del Polo museale della Sardegna - rifletterà sull'attualità del fenomeno della violenza di genere e sui tanti ostacoli che limitano la piena realizzazione delle donne nel lavoro e nella società.
MANUELA ARCA

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie