UniCa UniCa News Rassegna stampa Domenica 18 novembre 2018

Domenica 18 novembre 2018

18 novembre 2018

L'Unione Sarda

RASSEGNA STAMPA di DOMENICA 18 NOVEMBRE 2018

 

1 - L’UNIONE SARDA di domenica 18 novembre 2018 / Cagliari (Pagina 29 - Edizione CA)
Comune
Giornata mondiale prematuri

Torri del Municipio di via Roma illuminate per aderire alla giornata mondiale dei prematuri. Anche il Comune ha voluto partecipare, per il secondo anno consecutivo, all'iniziativa per sensibilizzare su un argomento poco conosciuto. «Attraverso l'associazione dei genitori di bambini nati prematuri», spiega la presidentessa Monia Matta anche consigliera comunale che ha promosso la mozione per la partecipazione del Comune alla giornata mondiale della prematurità, «e in collaborazione con la terapia intensiva neonatale del Policlinico universitario abbiamo avviato una campagna di sensibilizzazione e informazione. Uno degli obiettivi è creare una rete di accoglienza e sostegno per le famiglie dei bimbi prematuri dal ricovero della mamma e anche dopo le dimissioni del piccolo».

 

2 - L’UNIONE SARDA di domenica 18 novembre 2018 / Cronaca (Pagina 7 - Edizione CA)
Agris
La Regione dà il via alla conta

Quanti sono i ricci, che dimensioni hanno, dove sono le popolazioni più consistenti? Mistero. Le Università di Cagliari e Sassari l'Imc di Oristano collaborano a un progetto della Regione che dal 2019 radiograferà la consistenza del Paracentrotus lividus. Il responsabile del censimento è Nicola Fois di Agris. «Conoscere la situazione reale - spiega - è indispensabile per organizzare un piano di gestione pluriennale». Questo potrebbe includere «aree di riserva integrale o aree di prelievo a rotazione e magari la riproduzione del riccio in ambiente controllato». Il piano dovrà essere «condiviso con tutti gli attori del territorio». Compresi i pescatori, spesso insofferenti alle limitazioni. Anche perché il mare, purtroppo, funge da ammortizzatore sociale: è l'ultima risorsa di chi non ha lavoro. I tempi della diplomazia sono lenti, il saccheggio veloce. Il conteggio difficile. «Il prelievo ufficiale per il 2017 è di circa 4 milioni 800 mila ricci, ma sono solo i dati dichiarati dai pescatori professionali», precisa Fois. Le stime dell'Università, come riportiamo nel grafico, arrivano a 32 milioni. Fra l'altro, i pescatori ricreativi hanno diritto a raccogliere 50 ricci a testa. E nessuno sa quanti siano.

 

3 - L’UNIONE SARDA di domenica 18 novembre 2018 / Commenti (Pagina 54 - Edizione CA)
Il dibattito
Prescrizione, si può migliorare

Nelle scorse settimane il Movimento 5 Stelle ha presentato un emendamento alla sua legge contro la corruzione, che introduce il blocco della prescrizione dopo il primo grado di giudizio, anche in caso di assoluzione. Su questo argomento si è aperto un vasto dibattito anche su L'Unione Sarda, con l'intervento del prof. Leonardo Filippi, dal significativo titolo “L'ergastolo processuale”. La prescrizione è un istituto giuridico fondato sul decorso del tempo e sull'ovvia considerazione che il tempo cancella o attenua ogni cosa. In campo penale la precrizione estingue i reati dopo un certo periodo di tempo dal fatto: la convinzione su cui si fonda è elementare: dopo un certo numero di anni non è più nell'interesse della comunità perseguire i reati. Alcuni paesi affrontano la questione vincolando gli uffici dell'accusa a tempi definiti, in altri stabilendo dei limiti di legge. In Italia i tempi di prescrizione si calcolano in base alle pene massime previste per i diversi reati, mentre non c'è prescrizione per i reati che prevedono come pena massima l'ergastolo. Orbene, se teniamo conto che gli istituti giuridici basati sul decorso del tempo si fondano sostanzialmente sull'oblio della situazione pregressa, è evidente che ci sono fatti che rimangono nella coscienza della comunità e suscitano una domanda di giustizia anche a distanza di molti anni (stupri di minori, casi gravi di corruzione e di violenza etc.). Ci sono poi altri aspetti, che però paiono secondari. Per esempio, secondo taluni (ed anche per il prof. Filippi), la prescrizione è un rimedio alla frequente lunghezza dei procedimenti. Ancora, impedisce che una persona sia soggetta alla procedura per troppi anni, con gli annessi patemi d'animo, il disdoro sociale e simili. Ma anche questo è solo parzialmente vero. Da avvocato consiglio l'appello o il ricorso in Cassazione dopo la sentenza di primo o secondo grado, quando, codice alla mano, so che sta per maturare la prescrizione. Quindi la lungaggine e l'intralcio degli uffici giudiziari superiori è causato proprio dal desiderio di acchiappare la prescrizione! Detto questo, sposterei l'attenzione sul merito della riforma. Ecco il quesito: può essere individuata una disciplina che, ancorché non soddisfi appieno le contrapposte esigenze, quantomeno le concili in modo accettabile? Filippi indica alcune misure adottate in Germania (diminuzione della pena in proporzione al superamento dei termini processuali, e, in caso di assoluzione, un congruo indennizzo per la “pena” insita nel processo e nelle lungaggini procedurali). Mi sembrano misure interessanti. Altre se ne possono suggerire. A me pare, per esempio, che dovrebbe badarsi alla natura del reato o, il che è lo stesso, all'entità della pena. Si potrebbe stabilire che per i reati lievi si applichi la disciplina vigente, mentre quella proposta dal M5S trovi applicazione nei reati più gravi. La ragionevolezza di questa partizione nasce anche dal fatto che per i reati più lievi da molte parti si propone (e sarebbe auspicabile) una depenalizzazione. Naturalmente, si deve tener conto anche dell'interesse delle vittime, introducendo regole a salvaguarduia del risarcimento. Insomma, rimanendo nell'ottica dei 5 Stelle, la riforma può essere affinata, evitando le sparate ad alzo zero.
ANDREA PUBUSA
AVVOCATO, DOCENTE
ALL'UNIVERSITÀ DI CAGLIARI

 

4 - L’UNIONE SARDA di domenica 18 novembre 2018 / Cronaca (Pagina 7 - Edizione CA)
ALTERNATIVE. Un'azienda cagliaritana coinvolta in un progetto internazionale di sperimentazione
Contro la razzia, la chance della coltivazione a mare

In principio c'era il riccio della domenica, da gustare sul mare. Poi fu il riccio gourmet dei ristoranti blasonati. Oggi il riccio è social, condiviso da migliaia di appassionati. Il pioniere della polpa al dettaglio è Giacomo Tamponi, cagliaritano, amministratore delegato di Cedimar, «25 dipendenti, 9 milioni e mezzo di fatturato» nel 2017. «I primi - racconta -ad avere il nulla osta ministeriale per la commercializzazione. Credo fosse il 2008». Vasetti da 60 o 100 grammi per il commercio al dettaglio, da mezzo chilo per i ristoratori. Tamponi (famiglia di grossisti alimentari) intorno ai 40 anni entra in contatto col mondo della pesca. Universo arcaico, in trasformazione. «Così nel 2003 ci siamo inseriti nel mercato della trasformazione e commercializzazione». Ora il successo della polpa di riccio rischia di diventare la sua fine. «Lo stock selvatico è sempre più ridotto, la materia prima non giustifica gli investimenti». Anche per questo tra il 2014 e il 2016 Cedimar partecipa al Progetto ResUrch, finanziato dall'Ue con un milione e 300 mila euro. Sotto lo sguardo vigile degli scienziati delle Università di Cagliari e Genova, in collaborazione con ricercatori e aziende del Nord Europa e di Israele, si sperimenta a Santa Gilla. Le larve allevate in vasca con diete speciali producono in circa tre anni piccoli ricci, poi “seminati” in mare. Dove? Top secret. La produzione non partirà prima del 2020. «Abbiamo altre urgenze, come completare i nuovi stabilimenti a Elmas», dice l'imprenditore. Ci sarà anche da negoziare l'assegnazione di uno spazio di mare ad hoc. Partita politica, non meno delicata.
( d.p. )

 

5 - L’UNIONE SARDA di domenica 18 novembre 2018 / Cronaca (Pagina 6 - Edizione CA)
Allarme degli esperti: a rischio anche i polpi «Finiranno in 3 anni»
Campagna social per salvare i ricci
Ogni anno i sardi ne consumano 32 milioni
Nasce l'iniziativa #nessunricciosulpiatto 

Detta così rende l'idea: i sardi (soprattutto) e i turisti (un po' meno) ogni anno si mangiano 32 milioni di ricci pescati nell'Isola. Un chilo e cento a testa, al netto dei prodotti confezionati acquistati in negozio e provenienti dall'esterno. La stima è contenuta in un lavoro del dipartimento di Biologia animale ed ecologia dell'università di Cagliari e aiuta a capire perché, come certifica ogni studio prodotto negli ultimi dieci anni, rischiamo entro tre anni di perdere per sempre un prodotto amato dai consumatori e di annientare l'economia nata e cresciuta dalla metà degli anni '90 attorno al suo consumo.
LE MISURE DI TUTELA  Ecco perché da qualche anno la Regione ha deciso di limitarne e regolamentarne la pesca e il consumo: ha stabilito il periodo in cui si possono pescare, quanti ne possono raccogliere i professionisti (massimo 2000 al giorno), quanti i cittadini (50 al giorno per uso personale) e ha stabilito le sanzioni (dalla sospensione al ritiro della licenza di pesca) per chi non rispetta le regole. Ma siccome pescarli è facilissimo per chiunque e controllare duemila chilometri di costa è praticamente impossibile, combattere l'abusivismo è una battaglia impari. Ecco perché i ricci stanno per finire per sempre.
«NON MANGIATE RICCI»  Ed ecco perché ogni anno nascono iniziative per sensibilizzare i sardi a non mangiarne sottraendo i guadagni a chi non rispetta le regole distruggendo la biodiversità. L'ultima si chiama “Nessun riccio nel piatto” ed è stata promossa sui social dall'associazione “Qui etica”. «Per ora è una piccola mobilitazione ma il nostro sogno è trovare una soluzione al problema», spiega Manuela Maninchedda, una delle fondatrici. «Stiamo cercando di coinvolgere università, pescatori, Regione, e tutti coloro che hanno qualche competenza in materia. Per ora hanno aderito in tanti, compresi molti ristoratori che nonostante vogliano restare nell'ombra ci invitano ad andare avanti».
POLPI A RISCHIO  Del resto il problema non è solo la fine dei ricci. Ma anche lo stravolgimento della biodiversità. I polpi, per dire, si nutrono di ricci e senza alimenti verrebbero decimati. Alessio Satta, ingegnere ambientale, presidente della Mediterranean Sea and Coast foundation, lavora da anni anche su questo versante. «Anni fa realizzammo progetti sperimentali di ripopolamento a Capo pecora e Buggerru assieme all'università di Cagliari e in accordo con i pescatori locali. Funzionò per un po' sino a quando pescatori in trasferta iniziarono a saccheggiare e si portarono via i ricci che stavano crescendo. Ora la fondazione lavora a un nuovo progetto nel golfo di Oristano che coinvolge undici comuni, da Terralba a San Vero Milis: proveremo a replicare quelle iniziative-pilota per impedire che entro due-tre anni si arrivi al collasso. Il problema», aggiunge Satta, «è che quella del riccio è un'economia di sussistenza difficile da monitorare. In ogni caso occorre aumentare i controlli, attivare progetti di acquacoltura, ridurre la domanda e lavorare perché il riccio diventi un prodotto di lusso, come la bottarga». Più probabile, se non si inverte la tendenza, che diventi come il tartufo. Raro e carissimo.
Fabio Manca

 

6 - L’UNIONE SARDA di domenica 18 novembre 2018 / Cronaca (Pagina 7 - Edizione CA)
Piero Addis (Università di Cagliari): eccellenza sarda da tutelare
La grande abbuffata rischia di essere l'ultima
Il biologo: sotto taglia più di metà del pescato

Si potrebbe chiamarla la Grande abbuffata , se non fosse che a morire per suicidio da eccesso alimentare non sono gli umani, come nel celebre film di Marco Ferreri, ma il cibo del desiderio: il riccio di mare, Paracentrotus lividus per i biologi, arritzoni per i cagliaritani, bogamarì per gli algheresi. «L'attuale livello di consumo non è sostenibile. Pescatori, venditori e consumatori vanno educati ad assumersi le propria responsabilità davanti al rischio reale di estinzione».
IL BIOLOGO  Non usa perifrasi Piero Addis, 52 anni, biologo marino al Dipartimento di Scienze della vita e dell'ambiente dell'Università di Cagliari. Da cinque lustri studia il Mediterraneo (con incursioni nell'Atlantico) e i suoi abitanti messi in pericolo dagli interessi commerciali del predatore umano: ricci, anemoni, olutorie, ostriche, il tonno rosso. Ha preso parte a ricerche internazionali (tra cui ResUrch, di cui si parla più sotto) orientate «a testare ipotesi ecologiche finalizzate ad ottenere modelli gestionali sostenibili che si ispirano al ricircolo della materia e alla blue economy». Insomma, uno sguardo al mare che comprenda le esigenze di tutti, compresi gli esseri umani. Ma alle soglie dell'ennesima Grande abbuffata, all'insegna di chioschetti, ristoranti, sagre e festival, il ricercatore (ri) lancia l'allarme: procuriamo di moderare, perché i ricci stanno sparendo.
LE STATISTICHE  «I dati scientifici sono inequivocabili», spiega. «Secondo i rilevamenti compiuti dall'Università di Cagliari a partire dal 2002, tra il 50 e il 70 per cento degli esemplari pescati è sotto misura, ovvero di taglia inferiore ai 5 centimetri di diametro». Lo sforamento aumenta col passare degli anni e riguarda tutta la Sardegna. Il che può significare due cose: o che i pescatori sono meno attenti, o che la popolazione dei ricci è proprio rarefatta. Perché la richiesta del mercato è troppo pressante. Il rito dei ricci è cambiato di recente, almeno a Cagliari. Non c'è più la degustazione del singolo esemplare, con un po' di pane e vinello. Ora c'è la polpa di riccio, in vasetto, sulla pasta, sulla pizza. L'alternativa al prelievo selvaggio può essere l'acquacoltura? Tra il 2014 e il 2016 Addis ha coordinato una ricerca di respiro internazionale sulla riproduziine in vasche a terra (nel Living Lab dell'Università presso il Consorzio ittico Santa Gilla) e sulle diete più idonee per accelerare la maturazione del Paracentrotus lividus. Il risultato è stato interessante. «Si può pensare di immettere i ricci in mare per sostenere un ripopolamento naturale», spiega il professor Addis. «Oppure si può pensare al sea ranching, all'allevamento a scopo commerciale».
EMERGENZA  Queste possibilità non ci esimono dall'intervenire sull'emergenza di oggi. «I ricci sono un'eccellenza sarda da tutelare. Urgono azioni politiche», dice il professore. Vietare la pesca? «Non è necessario, ma bisogna dare il tempo alla risorsa di riprodursi». I benefici, spiega, sono evidenti e documentati. Tutti siamo coinvolti nel programma di protezione de s'arritzoni. Anche noi consumatori. «Se ti mettono sul piatto un riccio piccolo, devi alzarti e andartene». Chiaro, no?
Daniela Pinna

 

7 - L’UNIONE SARDA di domenica 18 novembre 2018 / Nuoro e Provincia (Pagina 48 - Edizione CA)
OLIENA. Quarta edizione della rassegna tra convegni, giochi, matematica e musica
Spettacoli e robotica, alunni protagonisti al Festival della scienza

A Oliena al via il Festival delle Scienze. Dal 20 al 22 novembre torna la rassegna scientifica che coinvolgerà scuole ed esperti. Dopo l'enorme successo del 2017, Oliena ospiterà per la quarta volta la manifestazione. Convegni, laboratori e mostre: scolari ed esperti universitari uniti in una full immersion di esperimenti, spettacoli e conferenze sul tema “Scienza e risorse”. Con il patrocinio del Comune e il coordinamento di Maria Bechere, il festival, organizzato dall'associazione “Scienza società scienza”, arriva ai piedi del Corrasi dopo la riuscitissima edizione di Cagliari che ha fatto contare più di 14.000 presenze. Alla rassegna scientifica interverranno numerosi esperti provenienti da tutto il mondo, come i divulgatori scientifici provenienti dalla Svizzera Giorgio Hausermann e Pamela De Lorenzi, e Guido Pegna del dipartimento di Fisica dell'università di Cagliari. I protagonisti del progetto saranno soprattutto i bambini e i ragazzi delle scuole elementari e medie di Oliena che, grazie ai loro lavori, presenteranno ai propri concittadini diversi argomenti, partendo dagli scacchi, passando per la matematica, la robotica, la musica e la storia.
Non solo conferenze e laboratori: il festival offrirà anche alcune mostre, come quella dedicata agli animali della Sardegna, curata dal Corpo forestale di Nuoro e il “percorso fra le vie della città”, che avrà l'intento di presentare le produzioni locali e l'identità storica del paese olianese. A collaborare al progetto l'Osservatorio astronomico di Cagliari, l'Istituto per l'ambiente marino costiero e la Federazione scacchistica italiana. ( f. s. )

 

8 - L’UNIONE SARDA di domenica 18 novembre 2018 / Medio Campidano (Pagina 37 - Edizione CA)
ARBUS. Ex meccanico, vedovo, annuncia: vorrei proseguire al liceo e all'Università «Spero che gli esami non finiscano mai» Salvatore Piredda a 98 anni frequenta la terza media con i tredicenni
«Prima di salire lassù, ho coronato il sogno della mia vita: sono tornato sui banchi di scuola. Ora spero di arrivare sino all'università». Salvatore Piredda, per gli amici Felicino , 98 anni compiuti a luglio, frequenta la terza media, all'Istituto comprensivo di Arbus. Ogni mattina si fa la barba, indossa la camicia. Poi zaino in spalla, berretto in testa, accompagnato dalla figlia Sandra, raggiunge i suoi compagni di classe che hanno 13 anni. «La mia è la storia della rivincita su mio padre che 90 anni fa mi disse: a scuola non ci fai nulla, resta qui a lavorare ». Ci pensa un attimo, si commuove: «Non è un rimprovero, a quei tempi era la risposta ai sacrifici per un tozzo di pane».
LA SCUOLA  È l'alunno più anziano e il più entusiasta. «Tornare sui banchi è stato bellissimo. In classe sto bene. Il tempo passa in fretta. I miei compagni sono fantastici. La vista non mi aiuta tanto, ma tutti si danno da fare per aiutarmi. Chi dice che i ragazzi di oggi sono egoisti, non li conosce: sono semplicemente figli di questa società. Più sto con loro, più mi sembra di essere un giovincello. Dimentico il passato e ricomincio daccapo. Voglio recuperare il tempo perduto». Come tutti gli alunni, anche nonno Felicino ha le sue materie preferite. «Amo la matematica. Sapete, s'impara presto a fare i conti con il lavoro sui campi», spiega con un sorriso.
LA LETTURA  «Leggere è stata sempre la mia passione. Ho divorato libri per tutta la vita. Non romanzi, ma testi che mi aiutassero a capire come svolgere il mio lavoro di meccanico prima a Montevecchio, poi ad Arbus, con una breve parentesi alla Snia di Villacidro». Lo ripete all'infinito: «La voglia di saper leggere, di capire i contenuti, di imparare quello che la scuola mi avrebbe potuto insegnare, è stata la vera molla che mi ha spinto a frequentare per la scuola media. La quinta elementare l'ho conclusa 50 anni fa. Non ho potuto proseguire».
L'ABBANDONO  Il percorso scolastico del nonnino si era interrotto per necessità dopo la promozione dalla seconda alla terza elementare. «Quanto mio padre disse basta con questi libri, non ci danno da mangiare . Fu una grossa ferita. Mi dovetti arrendere. A malincuore».
Fin dalle quattro del mattino ogni santo giorno dovette andare a lavorare nei campi, per aiutare a sfamare la sua famiglia. Da allora gli è rimasto il rimpianto dell'abbandono. «Ai ragazzi che oggi lasciano la scuola per noia o pigrizia dico questo: non fatelo, la cultura è il passo più grande per essere liberi».
LA SOLITUDINE  «Ho tre figli, nipoti e pronipoti, ma da quando è morta mia moglie, mi sento un po' solo. E quale posto migliore passare il poco tempo che mi resta su questa terra sui banchi di scuola?». Non si stanca di ripetere: «Sono uno scolaro cresciuto e sino al giorno in cui il buon Dio mi lascia su questa terra, avrò tanto da imparare». Ha deciso: «Dopo la licenza media, c'è il liceo che mi aspetta. Poi si vedrà». Chi dice che il diploma «è solo un pezzo di carta» si dovranno ricredere. Per nonno Felicino, è molto di più.
Santina Ravì



RASSEGNA STAMPA di SABATO 17 NOVEMBRE 2018



1 - L’UNIONE SARDA di sabato 17 novembre 2018 / Regione (Pagina 11 - Edizione CA)
IL DIBATTITO. Le ricette per la crescita
L'economia dell'Isola ha urgente bisogno di nuovi investimenti
Monceri e De Felice (Intesa San Paolo): «Fidatevi dei giovani imprenditori» 

Incrementare gli investimenti e scommettere sui giovani: ecco due degli ingredienti principali per mettersi definitivamente alle spalle la crisi. Parola di economisti: Pierluigi Monceri e Gregorio De Felice, rispettivamente direttore regionale di Intesa Sanpaolo per Lazio, Sardegna e Sicilia e responsabile della direzione Studi e ricerche del gruppo bancario italiano. Ieri al Rettorato dell'Università di Cagliari sono intervenuti alla premiazione di dodici aziende isolane durante l'iniziativa “Promuovere l'eccellenza per sostenere la crescita”. Per i due economisti, la ricetta per risollevare le sorti di imprese e famiglie esiste ed è alla portata anche della Sardegna.
CRESCITA DELLE IMPRESE  «Dieci anni di crisi hanno inferto una profonda ferita al tessuto produttivo - ha ammesso De Felice - ma ci hanno anche lasciato imprese più forti e capaci di crescere. È vero, abbiamo perso tante realtà schiacciate dalle difficoltà economiche, ma quelle rimaste stanno riuscendo a sfruttare strategie innovative e ad aprirsi ai mercati esteri, i veri motori di un rilancio che dovrà necessariamente essere su scala globale».
NECESSARIO INVESTIRE  La timida ripresa ha bisogno di un'ulteriore spinta. Per completare la risalita, bisognerà concentrarsi su un vasto piano di investimenti: «Che siano pubblici o privati, sono la chiave della futura crescita - ha aggiunto De Felice -, e il confronto della nostra economia con quella tedesca lo conferma. Dal 2007 gli investimenti italiani sono crollati di 84 miliardi di euro, quelli di Berlino sono aumentati di 72 miliardi».
I SETTORI VINCENTI  Qualcosa tuttavia batte forte nel cuore dell'Italia. A tenere a galla il Paese sono soprattutto i settori manifatturiero e agroalimentare: «Non a caso comparti con spiccata tendenza all'export - ha ribadito il manager - che sono riusciti in questi ultimi anni a rivoluzionarsi grazie ad alta qualità e un elevato tasso di innovazione».
LE NUOVE GENERAZIONI  Ecco perché a far tornare il sorriso stanno pensando anche i giovani imprenditori sardi. «Sono intraprendenti, capaci e moderni - ha detto Monceri - metterli al centro delle nostre strategie di crescita dovrà quindi essere obbligatorio». La voglia di mettersi in gioco non manca, soprattutto in un periodo in cui i giovani vanno a braccetto con disoccupazione e disillusione. «In Sardegna ci sono vie di successo da percorrere - ha assicurato Monceri -, sono agricoltura, turismo ed economia del mare. Gli esempi virtuosi nell'Isola si moltiplicano, testimonianze di chi è riuscito a unire con profitto settori tradizionali come l'agricoltura o la viticoltura con le più moderne tecnologie di produzione e vendita on line. Per farlo servono competenze specifiche, che capiscano le tendenze internazionali e le sappiano soddisfare, che comprendano ad esempio che investire risorse per passare da un'agricoltura tradizionale a una biologica garantisce in media fatturati triplicati».
CAPACITÀ DI ADATTARSI  Tracciando un bilancio complessivo emerge un'Italia spaccata in due. «Non geograficamente tra nord e sud, come spesso si afferma - ha sottolineato De Felice -, ma tra imprese che sono riuscite a prendere le decisioni migliori al momento giusto e quelle che invece non ne hanno avuto il coraggio».
Luca Mascia



2 - L’UNIONE SARDA di sabato 17 novembre 2018 / Commenti (Pagina 47 - Edizione CA)
L'intervento
LINGUA SARDA, LEGGE SBAGLIATA

Ospitiamo un intervento del professor Massimo Pittau sul problema della lingua sarda e della nuova legge regionale in materia.
*****

L a legge sulla lingua sarda promulgata di recente dal Consiglio Regionale è una autentica “logorrea”, nella quale si parla un po' di tutto e si finisce col dire quasi nulla. Accenna anche a una nuova ortografia del sardo da studiare ignorando che la sua scelta e la sua proposta era stata varata già una quindicina di anni orsono da una commissione di esperti nominata dall'Assessore Ballero (è quella ortografia che in seguito ho adoperato nel mio “Nuovo Vocabolario della Lingua Sarda - fraseologico ed etimologico”, edito nel 2014).
Mancano soprattutto le proposte su ciò che si dovrebbe fare per salvaguardare e rilanciare la lingua sarda. In virtù del fatto che io l'ho studiata da sessant'anni e del fatto che sono il linguista che l'ha studiata più di tutti gli altri linguisti presi assieme, L'Unione Sarda ha pubblicato alcuni miei interventi essenziali sull'argomento, dimostrando di comprenderne bene il significato e l'imprtanza. Questi miei interventi invece il “legislatore” regionale ha dimostrato di ignorarli del tutto; col risultato disastroso che ho su riassunto ed esposto.
MASSIMO PITTAU
GLOTTOLOGO, DOCENTE EMERITO ALL'UNIVERSITÀ DI SASSARI



3 - L’UNIONE SARDA di sabato 17 novembre 2018 / Commenti (Pagina 47 - Edizione CA)
Il dibattito
L'innovazione che ci salverà

Il mercato del lavoro sta cambiando con una rapidità sconosciuta solo dieci anni fa. Ad accelerare i cambiamenti sono naturalmente le nuove tecnologie legate a Internet e alla robotica. L'unica è provare a rimanere al passo con i tempi, anzi cercare di battere gli altri sul tempo.
In questa direzione ci pare andare il recente accordo di collaborazione tra amministrazione comunale di Cagliari e ateneo cittadino incentrato sulla ricerca, l'innovazione e lo sviluppo sul territorio. In soldoni, Comune e Università hanno deciso di collaborare più strettamente per sostenere lo sviluppo di prodotti e servizi ad alto contenuto tecnologico, come possono essere le start up, solo per fare un esempio. L'idea di base è quella di favorire le iniziative che sorgono sul territorio, mettendo i giovani nelle condizioni di potere fare ricerca e di poter avere a disposizione anche le risorse per provare a passare dalla teoria alla pratica. Obbiettivi di questo tipo si possono ottenere più facilmente a livello locale incentivando un circolo virtuoso tra due istituzioni, come Comune e Università, non sempre capaci di dialogare al meglio. Viceversa, di dialogo, di sinergie, di capacità di progettare assieme e sul lungo periodo c'è proprio bisogno perché l'obbiettivo primo delle amministrazioni e delle istituzioni non deve essere promettere, magari nel settore pubblico, posti di lavoro che oramai non esistono neppure nei sogni degli statalisti più accaniti. L'obbiettivo deve essere semmai la creazione delle condizioni adatte perché il talento e la creatività delle giovani generazioni - ma non solo - possano avere una chance di mostrarsi al mondo.
ROBERTO ROVEDA
STORICO E GIORNALISTA


4 - L’UNIONE SARDA di sabato 17 novembre 2018 / Medio Campidano (Pagina 33 - Edizione CA)
SAN GAVINO. Singolare epilogo in teatro per il convegno scientifico di psichiatria
Medici a lezione dagli ex malati
«Chiamateci “guarenti”: le passeggiate in montagna ci hanno salvato»

Per una volta a parlare della propria malattia e del proprio percorso di guarigione sono stati gli stessi sofferenti mentali. Per dire che hanno trovato nella montagna e nel trekking una nuova terapia capace di abbattere pregiudizi, differenze e sperimentare la libertà di essere se stessi.
IN CAMPAGNA  Questo nuovo percorso di cura fortemente voluto dallo psichiatra Alessandro Coni, direttore del Dipartimento di Salute mentale dell'Assl di Sanluri, a conclusione di due giorni di un convegno e dibattito “Sentieri di salute e di libertà” che ha visto la partecipazione ogni giorno di 200 persone. A salire sul palco del teatro comunale sono i protagonisti coordinati dallo psichiatra Luca Carcassi della comunità Ippocrate di Uta che fa trekking da 8 anni. Marco Francesco Simbula, 34 anni, è il presidente dell'associazione “Andalas de amistade trekking” di Villacidro. «Diciotto anni fa - racconta - ho iniziato la cura al centro di salute mentale ed oggi sto molto meglio. Sono padrone di me stesso e della mia vita. La montagna aiuta a stare bene, ci consente di essere meno dipendenti dai farmaci. Lo dico anche da parte dei miei amici in cura. Tutto questo lo permette anche il contesto sociale che si crea non solo grazie ai professionisti ma anche con tutti i partecipanti al trekking. Ora ho preso la qualifica di operatore socio-sanitario e ho fatto anche già qualche esperienza lavorativa».
«PERSONA, NON MALATO»   Renato Lilliu ha 34 anni ed è di Nuraminis: «Ho conosciuto “Andalas de amistate” nel 2016 su segnalazione della clinica ospedaliera universitaria psichiatrica di Cagliari. Da allora in me è iniziato un grande miglioramento, con il trekking non mi sono sentito più solo un malato ma una persona. Ora voglio studiare all'università e tenterò il prossimo anno il test di medicina e di altre professioni dell'area sanitaria». Marisa Deiana è di Lanusei: «Grazie al trekking mi sono subito sentita felice a contatto con gli altri ragazzi. Prima prendevo molti più farmaci ed ero depressa. Il trekking è libertà e mi ha aiutato a condividere le mie emozioni e le mie difficoltà».
SULLE ALPI  Roberto Melis di Villacidro è in cura da 15 anni: «Quando sei anni fa ho conosciuto l'associazione, ho trovato la stabilità, sono stato anche nelle Alpi Apuane». Massimiliano Mocci , 42 anni, combatte contro le proprie insicurezze: «Nel 2002 ho iniziato ad avere allucinazioni uditive. Sentivo e sento voci che mi minacciano ma grazie al trekking ho scacciato in parte il mio problema anche lanciando i sassi dalle montagne. Ora vengo considerato per quello che sono». Lo psichiatra Alessandro Coni è soddisfatto: «Il congresso si è concluso proprio con la tavola rotonda che vede la partecipazione di persone che hanno partecipato da anni a percorsi di cura con la montagnaterapia. Il sindaco di Ulassai Gianluigi Serra ha comunicato ufficialmente che la comunità ogliastrina si impegna a sostenere per il 2019 la manifestazione “Sentieri di libertà” a giugno».
Gigi Pittau



5 - L’UNIONE SARDA di sabato 17 novembre 2018 / Nuoro (Pagina 42 - Edizione CA)
NUORO. Tre giorni sull'ambiente
L'Anno forestale sardo promette turisti a frotte nei paradisi da scoprire

“Valorizzazione economica del patrimonio boschivo delle nostre terre”: sarà questo il tema principale dell'Anno forestale della Sardegna 2018/2019. Una serie di convegni, workshop e laboratori che prenderanno il via a Nuoro lunedì 19 novembre e, per la durata di 3 giorni, rappresenteranno l'occasione per fare il punto sulla situazione del patrimonio delle foreste non solo dal punto di vista della tutela ambientale, ma anche dello sviluppo economico e turistico. Saranno coinvolti istituzioni, docenti e studenti di scuole primarie e secondarie, impegnati nell'individuare le potenzialità della nostra flora e farne una risorsa economica. Ad organizzare la manifestazione l'Università di Nuoro, l'agenzia Forestas, il dipartimento di agraria dell'Università di Sassari, il corpo Forestale di Vigilanza Ambientale e la Camera di Commercio. Alla conferenza stampa di presentazione dell'evento presenti Fabrizio Mureddu, direttore del Dipartimento di Agraria dell'Università sassarese, l'ispettore Mozzo, l'assistente capo Muredda del corpo forestale nuorese e Salvatore Mele, direttore del servizio territoriale Forestas di Nuoro che, grazie alle maestranze dei cantieri di Dorgali e di Tonara, ha permesso di creare l'ovile, la carbonaia e buona parte dell'esposizione che verrà mostrata al pubblico. La seconda edizione dell'evento sarà inoltre l'occasione per presentare per la prima volta le normative tecniche della nuova Res, la rete escursionistica della Sardegna istituita nel 2017. «Una infrastruttura materiale e immateriale», come definita da Mureddu, che permetterà agli attuali 1000 chilometri di sentieri escursionistici censiti in Sardegna, di arrivare ad essere un sistema interconnesso di quasi 4000 chilometri, collegando coste, montagne a foreste da nord a sud dell'isola. «Si porrà anche il problema della formazione delle guide ambientali - ha ricordato Mureddu -. Queste grandi infrastrutture hanno bisogno di persone con competenze elevate, dato che accompagneranno e istruiranno i turisti nella loro escursione».
Fabio Sanna



RASSEGNA STAMPA di VENERDÌ 16 NOVEMBRE 2018



1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 16 novembre 2018 / Cultura (Pagina 44 - Edizione CA)
BENI ARCHEOLOGICI. Un'iniziativa del Centro studi identità e memoria
Domus de janas , un patrimonio che dovrà essere di tutta l'umanità
Avviato il laborioso iter per il riconoscimento da parte dell'Unesco

L'Isola vanta un tesoro di sepolture preistoriche che non ha uguali nel mondo. Si tratta delle domus de janas che, realizzate tra la fine del V e il III millennio a.C, sono eredità ed espressione culturale della civiltà del Neolitico. Per il carattere straordinario di queste testimonianze (se ne contano 3500) si chiede oggi il loro inserimento nell'elenco Unesco dei monumenti patrimonio dell'umanità che, per la Sardegna, include solo Su Nuraxi di Barumini.
L'INIZIATIVA   Promossa dal Centro studi identità e memoria (Cesim) e discussa in un convegno scientifico internazionale che si è svolto a Nuoro, l'iniziativa è accompagnata da una petizione online che sollecita l'impegno di tutti i cittadini e quindi la condivisione dal basso. Lanciato sulla piattaforma change.org da Cristina Muntoni, avvocata, studiosa di storia della sacralità femminile e componente del costituendo comitato promotore, il documento ha sinora 3200 sostenitori.
L'ITER  «La richiesta - dice Giuseppa Tanda, presidente Cesim, già docente di Preistoria e protostoria all'Università di Cagliari - non può riguardare i 3500 ipogei sardi nel loro complesso. L'Unesco pone infatti alla base della selezione requisiti che non tutte le grotticelle funerarie artificiali allo stato attuale possiedono, ovvero il buono stato di tutela, l'accessibilità e la restituzione di grandi elementi di specificità, quali per esempio gli aspetti artistici. È quindi nostra volontà chiedere inizialmente l'inserimento di un primo gruppo di domus decorate. Poiché apprezziamo il valore scientifico di ogni singolo monumento, vorremmo successivamente giungere al riconoscimento di un patrimonio più vasto».
LE STRATEGIE   Sono state indicate durante il convegno di Nuoro. Al tavolo si sono incontrati - oltre a docenti delle Università sarde, all'assessore regionale alla Cultura, a rappresentanti della Soprintendenza, dell'Anci e dei Comuni - anche Anthony Bonanno (Università di Malta), che ha parlato dell'ipogeo maltese di Hal Saflieni riconosciuto dall'Unesco, e Tullio Scovazzi, ordinario di diritto internazionale all'Università di Milano-Bicocca. «Prima che la richiesta d'iscrizione giunga all'Unesco - dice Scovazzi - il bene proposto (l'Italia può candidarne solo uno all'anno) deve superare una fase di valutazione interna che compete a un'apposita Commissione interministeriale».
LA LISTA  Al momento nella lista di attesa italiana sono già iscritti circa 50 beni. «Una volta superata la selezione nazionale - sottolinea il docente - è necessario che il singolo bene disponga di un fascicolo corposo, che documenti i requisiti che la Convenzione Unesco sul patrimonio mondiale culturale e naturale richiede, vale a dire un valore universale eccezionale, capace di superare i limiti dello spazio e del tempo al fine di essere trasmesso alle generazioni future. E inoltre autenticità, integrità e l'esistenza di un adeguato piano di gestione».
LE PROSPETTIVE   Un percorso che, pur lungo e complesso (potrebbe richiedere anni), si vuol tradurre nell'immediato in un processo virtuoso di tutela e valorizzazione che riguardi tutte le domus de janas dell'Isola. «Nostro primo obiettivo - evidenzia Tanda - è quello di riunire i rappresentanti dei 63 Comuni interessati nel loro territorio dalla presenza di domus decorate (in Sardegna sono circa 300) affinché, procedendo anche a un puntuale censimento e a un'approfondita conoscenza, ne favoriscano accessibilità e salvaguardia». Da affrontare da parte delle Soprintendenze e delle amministrazioni civiche anche il problema della proprietà dei monumenti, argomento che è stato trattato sotto il profilo giuridico durante il convegno. Poiché i relatori hanno evidenziato che il possesso (sinora riconosciuto ai proprietari dei fondi su cui le grotticelle ricadono) è dello Stato, bisognerà parallelamente procedere all'acquisizione di ogni singolo ipogeo al demanio.
Manuela Arca



2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 16 novembre 2018 / Ogliastra (Pagina 38 - Edizione CA)
RIPOPOLAMENTO. Il progetto è condotto dall'Università di Cagliari
Le anguille tornano nel fiume di Ulassai

L'anguilla rischia l'estinzione ma in Ogliastra è possibile salvare la specie. Si sono concluse nei giorni scorsi le operazioni di ripopolamento con il rilascio di quattromila esemplari di anguilla in due fiumi ogliastrini. I siti prescelti sono il rio Pramaera a Lotzorai dove già esistono esemplari selvatici, e il tratto montano del rio Ulassai, dove l'anguilla non è presente: «Il sito di Ulassai si presta particolarmente per i nostri studi proprio per questo motivo - spiega Andrea Sabatini, ricercatore del Dipartimento di Scienze della Vita e dell'ambiente, responsabile del monitoraggio per l'Università di Cagliari - perché la vicina diga del Flumineddu impedisce l'arrivo di esemplari selvatici. Possiamo quindi studiare quelli che abbiamo rilasciato in un ambiente in cui non ci sono altre anguille: è un vantaggio notevole perché diventa più semplice e più rapido seguire gli esemplari senza che si confondano con altri». Le prime operazioni sono iniziate a marzo. Dalla foce del Pramaera sono state pescate le "ceche" (forma giovanile dell'anguilla), trasferite poi in un centro di anguillicoltura a San Nicolò d'Arcidano dove si è proceduto all'accrescimento dei pesci in un ambiente controllato per valutarne gli standard di crescita e di sopravvivenza. Gli animali, in otto mesi hanno raggiunto una lunghezza massima di 30 centimetri e sono stati dotati di speciali microchip per consentire ai ricercatori coinvolti nel piano regionale di seguire la crescita e gli spostamenti lungo il corso dei due fiumi. «L'obiettivo che abbiamo raggiunto finora - aggiunge Sabatini - è stato valutare l'accrescimento di animali selvatici al termine di un periodo trascorso in un impianto di anguillicoltura e il loro tasso di mortalità una volta stabulati: ora vogliamo valutare le conseguenze del riadattamento degli animali una volta trasferiti dall'allevamento alla natura. Inoltre, attraverso la marcatura che abbiamo posizionato, siamo in grado di seguire sia il loro accrescimento in natura sia le migrazioni e i tassi di mortalità». Le operazioni sono gestite e guidate dal Dipartimento di Scienze ambientali dell'Università di Cagliari e dall'agenzia Agris.
Francesca Lai


3 - L’UNIONE SARDA di venerdì 16 novembre 2018 / Prima Salute (Pagina 41 - Edizione CA)
Otorinolaringoiatria
Roberto Puxeddu ai vertici europei

La chirurgia dell'ateneo cagliaritano alla ribalta: il prossimo 28 novembre sarà Roberto Puxeddu - direttore scuola specializzazione Otorinolaringoiatria, dipartimento Scienze chirurgiche, facoltà Medicina-università di Cagliari - l'unico specialista italiano a operare in diretta streaming nell'ambito del quarto European Laryngological Live Surgery Broadcast in programma a Poznan (Polonia). Lo specialista eseguirà l'intervento dalla sala operatoria del Policlinico universitario Duilio Casula a Monserrato. La Società laringologica europea, con il professor Puxeddu, ha coinvolto per i lavori in programma a Poznan (assieme ai centri locali, dal dipartimento di Otorinolaringoiatria dell'Università di Scienze mediche al Supercomputing and networking Center fino al dipartimento comunale di salute e sociale), i professori Vilaseca e Quer (Barcellona), Giovanni (Marsiglia), Remacle (Lussemburgo), Wittekindt (Giessen), Simo (London), Langeveld (Laiden), SLang (Essen) e Wierzbicka (Poznan). Tra i temi trattati durante l'evento, “Il cancro della laringe: (casi trattati endoscopicamente) laser a Co2, incluso il sistema robotico”, “Papillomatosi della laringe”, “Il diverticolo di Zenker - approccio endoscopico ed esterno”. L'ultimo appuntamento curato dalla Società laringologica europea ha coinvolto ottomila chirurghi provenienti da 62 Paesi. Sono stati affrontati diciotto interventi chirurgici su varie patologie oncologiche Il professor Puxeddu, autorità indiscussa in campo mondiale per la chirurgia oncologica laringea, rappresenta una delle punte di diamante delle scuole di medicina dell'ateneo del capoluogo. Lo specialista - ordinario al Policlinico Duilio Casula, Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari - non solo ha maturato esperienze all'estero in strutture accreditate con profili e referenze inoppugnabili, ma è relatore e primo operatore nei principali consessi mondiali.


4 - L’UNIONE SARDA di venerdì 16 novembre 2018 / Regione (Pagina 6 - Edizione CA)
Arru
«Il Mater apre entro l'anno»

«La data ufficiale è ancora da stabilire ma di fatto l'ospedale Mater Olbia è pronto, mancano solo dettagli burocratici da definire, qualche arredo e la regolarizzazione di alcuni contratti con il personale: insomma la struttura è pronta ed entro quest'anno dovrebbe partire, speriamo per la prossima visita dell'emiro del Qatar in Italia», dice l'assessore alla Sanità Luigi Arru. «Sarà una struttura di massima avanguardia, con prestazioni di alta specialità e con l'obiettivo di intercettare la mobilità dei pazienti sardi, impedire di recarsi in altre regioni per curarsi». Si tratta - continua Arru - «di un ospedale integrato con l'università e con la rete sanitaria sarda, tanto che la Regione ha garantito un tetto di 70 milioni di euro di prestazioni ambulatoriali e altra assistenza».



5 - L’UNIONE SARDA di venerdì 16 novembre 2018 / Prima Economia (Pagina 15 - Edizione CA)
LA PROPOSTA. Cossa: collaborazione con università e enti locali per creare una cultura economica
L'idea dei Riformatori: «Migliorare l'educazione finanziaria dei sardi»

Una proposta di legge per educare finanziariamente i sardi. Il documento presentato ieri mattina dal Gruppo dei Riformatori in Consiglio regionale (primo firmatario Michele Cossa, appoggiato da Luigi Crisponi, Attilio Dedoni, Pietrino Fois e Alfonso Marras) punterà «all'accrescimento del benessere sociale attraverso l'educazione economica e finanziaria». Perché a un decennio dall'inizio della crisi i numeri sull'analfabetismo economico hanno confermato che la lezione non è stata compresa appieno. «Esattamente dieci anni fa il crollo della Lehman Brothers», ha ribadito Michele Cossa, «ha travolto l'economia mondiale e di conseguenza anche la nostra Isola. La proposta di legge ha come finalità quella di investire sulla conoscenza nella convinzione che soprattutto un'Istituzione terza debba impegnarsi nel campo dell'educazione finanziaria». L'obiettivo sarà promuovere tramite la Regione progetti di educazione economica e finanziaria da creare in collaborazione con Enti locali, Università e altri soggetti pubblici e privati. «Da tempo la mancanza di cultura rende difficoltosa la crescita della nostra società», ha spiegato il capogruppo dei Riformatori in Consiglio, Attilio Dedoni, «per questo è importante portare in Aula una proposta di questo tipo, in modo da rendere i cittadini pienamente consapevoli del posto che occupano nella società». (l. m.)



6 - L’UNIONE SARDA di venerdì 16 novembre 2018 / Sulcis Iglesiente (Pagina 30 - Edizione CA)
IGLESIAS. Casa Emmaus: due iniziative riservate a studenti e minori
Una sfida alla “povertà educativa”

Due progetti per un unico obiettivo: contrastare la “povertà educativa”. In un caso coinvolgendo i bambini in attività finalizzate alla valorizzazione di aree trascurate del territorio; nell'altro creando una rete che istituisca servizi (quali sportello, seminari, mediazione familiare) a supporto delle famiglie degli adolescenti e degli stessi ragazzi. A portare avanti i progetti è l'associazione Casa Emmaus di Iglesias, beneficiaria di due finanziamenti (rispettivamente oltre 509 mila e 321 mila euro) erogati dall'impresa sociale “Con i bambini”. In entrambi i casi è prevista la partecipazione dei Comuni di Iglesias, Domusnovas, Musei e Villamassargia e delle scuole: in particolare gli istituti comprensivi Allori e Meloni nel primo, Meloni e Baudi di Vesme nel secondo. «Si tratta di portare avanti attività che hanno un obiettivo assai attuale - chiarisce Fernando Nonnis, presidente di Casa Emmaus - ovvero: contrastare la cosiddetta povertà educativa, che si configura come vera e propria emergenza nazionale. Il senso è creare più comunità, sia dentro sia fuori da scuola». Nel primo progetto, chiamato “I giardini possibili” (uno degli 83 finanziati in tutta Italia, tra cui solo un altro in Sardegna, a Cagliari, nell'ambito del bando “Nuove generazioni”) l'associazione di Iglesias è il soggetto responsabile. «Si punta a prendersi cura dei minori e del territorio - aggiunge Nonnis - riprendendo e amplificando l'idea già seguita dalle scuole: curare i beni comuni». Saranno i minori, in quest'ottica, a valorizzare quelle zone poco considerate dei diversi centri: piazza Rita Levi Montalcini a Iglesias, piazza Paganini a Musei, ex cimitero a Villamassargia, giardini di via Vienna a Domusnovas. L'obiettivo finale è progettare e realizzare giardini condivisi multifunzionali. Il tutto con la collaborazione dell'Orto botanico dell'Università di Cagliari, Forestas, associazione di artisti di arte contemporanea Cherimus e dei paesaggisti e architetti dell'associazione Progetto Barega.Org. Attorno e dentro questi giardini sono previsti laboratori, feste e proiezioni cinematografiche coordinate da diverse associazioni: Attivamente, Elda Mazzocchi Scarzella, Francesco Lamieri, Arci Iglesias, Caritas diocesana, associazione culturale Teatro Impossibile, Fab Lab Sulcis. A scuola, a corredo delle attività in esterna, ne verranno svolte altre quali il gruppo classe genitori insegnanti, il gruppo mutuo-aiuto genitori, un'attività di mentoring e i laboratori sullo story telling.Il secondo progetto, denominato “No Neet”, è gestito dalla Comunità di Capo d'Arco e vede Casa Emmaus quale partner: è rivolto alla fascia dei pre-adolescenti e degli adolescenti e si propone sia di prevenire la dispersione scolastica, sia di attirare i giovani demotivati che hanno abbandonato la scuola, valorizzandone le risorse.
Cinzia Simbula


7 - L’UNIONE SARDA di venerdì 16 novembre 2018 / Provincia di Nuoro (Pagina 37 - Edizione CA)
DESULO. Produttori e operatori turistici uniti con la benedizione di Università e Laore
Venticinque allevatori, una filiera: il prosciutto esce dalla clandestinità

Sinnos seppellisce quarant'anni di peste suina: «Pronti per i mercati» VEDI LA FOTO Desulo ha storicamente due eccellenze: la produzione di prosciutti straordinari e l'allevamento di ancor più straordinari maiali. Con la peste suina africana restano solo i salumifici, costretti però a importare carni. Questo sino a quando un gruppo di allevatori e un'azienda di trasformazione si son seduti attorno a un tavolo per risolvere il problema. «Avevamo bisogno di un prodotto d'eccellenza per poter realizzare salumi di nicchia che non temessero alcuna concorrenza», dice Salvatore Frongia del salumificio Rovajo: «Abbiamo pensato di costruire un progetto integrato di filiera al quale partecipassero allevatori, salumificio e anche una parte del comparto distributivo e turistico».
L'INIZIATIVA  È nato, così, Sinnos, il più innovativo concetto di trasformazione di una grandissima risorsa locale dopo quarant'anni di peste suina. L'idea ha trovato il consenso dell'agenzia Laore e delle università, grazie alle quali si è strutturata una filiera razionale alla quale hanno aderito 25 giovani allevatori, la maggior parte dei quali di Desulo. Rispetto alla tradizione dovranno aggiungere i recinti in bio-sicurezza. «A Desulo l'alimentazione del maiale si può integrare con i frutti del bosco, ghiande e castagne, utili per favorirne l'ingrasso. Il paese ha una grandissima manualità nella trasformazione delle carni suine che affonda le sue radici in una tradizione antica e irripetibile», afferma Gianni Battacone del dipartimento di agraria dell'università di Sassari.
LA SFIDA  Sinnos si distingue per qualità più che per grandi numeri, per la sfida che rappresenta. «Intendiamo incrementare le classiche linee produttive con una riservata al prodotto nobile del Gennargentu: maiali allevati, trasformati e stagionati interamente nei nostri monti», prosegue Mario Ladu, titolare di Rovajo. «Chiaramente ci rivolgiamo a due differenti segmenti di mercato: un prodotto buono, di alto artigianato, alla portata di tutti. Un altro, invece, di qualità superiore, che ha come riferimento ristoranti stellati e tavole dei gourmet».
L'idea progettuale, però, non vuole fermarsi al rapporto produttore e trasformatore. Tant'è vero che si è proposto di finanziare il mini salumificio aziendale di una giovane imprenditrice, Francesca Zanda. «La nostra vera ricchezza - afferma Salvatore Frongia - sarà diffondere un metodo e una mentalità. Noi speriamo che le aziende suinicole diventino centinaia e tutti i salumifici desulesi acquistino maiali allevati nelle nostre montagne al pascolo semi-brado».
SINERGIA  «Non possiamo fare tutto da soli», aggiunge Frongia. «Abbiamo costruito un gruppo operativo di esperti e consulenti in modo che, oltre alle buone pratiche tradizionali, il marketing e la commercializzazione siano studiati da chi ha le competenze giuste per lanciare nel futuro un prodotto antico». Numerosi altri allevatori si sono avvicinati in questi giorni al consorzio Sinnos, segno evidente che Desulo crede nella filiera suinicola e vuole riportare la produzione dei prosciutti a livelli di grande sistema economico in grado di far decollare le attività produttive del paese. «In un mercato che cambia costantemente, la qualità della tradizione paga sempre», afferma un'altra imprenditrice agricola, Fatima Todde, che per seguire l'azienda paterna si è laureata in scienze dell'alimentazione: «Desulo ha la forza intellettuale, economica e progettuale per porsi ai più alti livelli della produzione di prosciutti in Italia».
SOGNI DOC  Clima perfetto, sapienza e una naturale riserva di prodotti del bosco: è già tanto per costruire un prodotto suinicolo di alto livello, competitivo. Ma la vera sfida è più raffinata: il marchio doc del prosciutto interamente realizzato con maiali del Gennargentu. «Il nostro sogno - conclude Mario Ladu - è che questo consorzio diventi un progetto comune di tutti gli allevatori, non solo di Desulo, ma dell'intero territorio. Già oggi si estende su un'ampia area della Sardegna: in nostro auspicio è che anche altre filiere agricole, di frutti di bosco, turistiche si integrino a Sinnos in perfetta sinergia».
Daniela Melis

 



RASSEGNA STAMPA di GIOVEDÌ 15 NOVEMBRE 2018

 

1 - L’UNIONE SARDA di giovedì 15 novembre 2018 / Regione (Pagina 9 - Edizione CA)
LA MANOVRA. In Aula il 4 dicembre
Finanziaria, le richieste di imprese, banche e Comuni al Consiglio

L'ultima finanziaria della legislatura dovrebbe approdare in Aula martedì 4 dicembre, mentre l'approvazione in commissione Bilancio è prevista per venerdì 23 novembre. Intanto il parlamentino presieduto da Franco Sabatini (Pd) ha concluso le audizioni sulla manovra da 8,2 miliardi di euro: in un giorno solo, dopo l'assessore Raffaele Paci, sono stati ascoltati i rappresentanti di imprese, sindacati, portatori di interesse, mondo dell'università e Anci.
LE AUDIZIONI  A nome di Confindustria, il presidente Alberto Scanu ha sottolineato «la mancanza di elementi di crescita e spending review», definendo Lavoras «una misura di mero assistenzialismo». Il segretario di Confartigianato, Stefano Mameli, ha proposto addirittura che alcune parti della pdl sull'artigianato e commercio siano stralciate e inserite in manovra. Buon lavoro di Paci secondo Francesco Porcu di Cna che ha ribadito «la necessità di misure destinate alla messa in sicurezza del territorio, all'efficentamento energetico e alla formazione». Efisio Perra di Coldiretti ha proposto «un incremento di risorse a valere sui fondi del Psr». Sul fronte sindacale: Francesco Piras della Cisl ha apprezzato «la prevista approvazione entro dicembre», mentre Samuele Piddiu della Cgil ha giudicato bene l'incremento degli stanziamenti per le politiche sociali (più 40 milioni) e il diritto allo studio (più 26%).
BANCHE E UNIVERSITÀ  Il dg del Banco di Sardegna, Giuseppe Cuccurese, ha parlato di alcuni segnali di ripresa come «l'aumento dei mutui per l'acquisto della prima casa, l'incremento del credito al consumo e dei depositi delle famiglie, i prestiti alle imprese». La rettrice dell'Ateneo di Cagliari, Maria Del Zompo, ha chiesto «un aiuto in Finanziaria per un piano di certificazione della lingua inglese per gli studenti». Il presidente dell'Anci, Emiliano Deiana ha chiesto incremento del fondo unico per gli Enti Locali; la zona franca rurale; un patto di comunità tra Regione e Comuni a favore delle famiglie.
Roberto Murgia

 

2 - L’UNIONE SARDA di giovedì 15 novembre 2018 / Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Oggi l'inaugurazione
Cinema, una nuova laurea

Sarà inaugurato oggi, durante un incontro alle 17.15, nell'aula magna del Rettorato, il corso di laurea magistrale in Scienze della produzione multimediale dell'Università. Dopo i saluti della rettrice Maria Del Zompo, gli interventi di Giulia Carluccio, docente di Storia del cinema all'Università di Torino, nonché presidente della Consulta universitaria del Cinema, e di Giovanni Giuriati, etnomusicologo a La Sapienza e presidente Aduim, associazione dei docenti universitari italiani di musica. In programma anche gli interventi dei docenti cagliaritani Ignazio Macchiarella e Antioco Floris, referente del corso. «È una laurea attivata per la prima volta in questo anno accademico - spiega Floris - e risulta tra le più richieste in tutto l'Ateneo fra le magistrali ad accesso libero».

 

3 - L’UNIONE SARDA di giovedì 15 novembre 2018 / Sulcis Iglesiente (Pagina 31 - Edizione CA)
Carbonia
Premio Rotary al diplomato da 100 e lode

Con il suo cento e lode è stato uno degli studenti più bravi del Sulcis. E si è trovato in buona compagnia dato che lo scorso anno scolastico i ragazzi capaci di raggiungere il voto massimo (anche senza lode) sono stati 28. Ma a Michele Caddeo, diplomatosi con la lode all'istituto tecnico Angioy di Carbonia, indirizzo delle Scienze applicate, un importante Club come il Rotary ha voluto concedere un premio speciale di 1.000 euro: una borsa di studi utilissima per proseguire gli studi universitari dato che il ragazzo frequenta la Facoltà di Ingegneria informatica. La premiazione è avvenuta al ristorante-museo Tanit di Carbonia, sede del club, e a consegnare il riconoscimento a Michele (ex quinta B), è stata la presidentessa Antonietta Cuccheddu. (a. s.)

 

4 - L’UNIONE SARDA di giovedì 15 novembre 2018 / Provincia di Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
DECIMOMANNU. L'opposizione chiede parcheggi anche alla stazione
Automobili in prestito, stalli soltanto in centro

Anche Decimomannu aderisce al servizio di auto in prestito (car sharing) della Città metropolitana. Il progetto è stato approvato all'unanimità dal Consiglio ma non senza qualche polemica sugli stalli per le due auto da affittare: piazza Santa Greca, via Parrocchia e via Eleonora D'Arborea. Il M5S, con Cristian Vargiu e Massimo Deidda, ha presentato un emendamento: «Le postazioni individuate distano 150 metri l'una dall'altra e sono solo in centro: sarebbe stato meglio destinarne una alla stazione e alla clinica, in modo da non lasciare mezzo paese scoperto». Sulla stessa linea Rita Rombi (Con noi per Decimomannu): «Siamo favorevoli al servizio, ma ci chiediamo che senso abbiano gli stalli in centro: in questo modo non si facilità l'interscambio tra i diversi mezzi». Replica l'assessore Matteo Urru: «L'emendamento è stato bocciato anche in base a uno studio di Università, Regione e Città metropolitana. Abbiamo preso l'impegno di attivare subito le procedure per la realizzazione di altri stalli di sosta, come quelli suggeriti dalla minoranza, le cui aree non sono di nostra proprietà. Con il car sharing si raggiunge un triplice obiettivo: economico, ambientale e sociale». (l. e.)

 

5 - L’UNIONE SARDA di giovedì 15 novembre 2018 / Cultura (Pagina 45 - Edizione CA)
KYBERTEATRO. Al via da oggi il poliedrico progetto di residenza A.R.T.E
Walkabout Mammarranca
A Cagliari l'esperienza urbana ora diventa arte partecipata

La dolce estate di San Martino regala oggi un'esperienza di quelle che fanno ricredere sulla fine dei rapporti umani, surclassati dai social. Se diciamo Mammarranca , cosa vi viene in mente? Il luogo fisico, certo, quello del canale che costeggia le saline di Cagliari. Ma è anche il luogo in cui aleggia il mito dello spiritello con lunghe braccia e unghie, inventato dalle madri per tenere lontani i figli dal pericolo di quei canali. È questo nome, quasi una tautologia, ad avere acceso l'immaginazione di Carlo Infante, fondatore del concetto e delle cattedre di performing media, e avergli fatto decidere di intitolare “Walkabout Mammarranca” l'esperienza urbana, aperta a tutti, che si tiene oggi (partenza alle 16, con vestiario sportivo, dallo Spazio Osc di via Newton 12, prenotazioni allo 070 8607175 o info@kyberteatro.it).
RESIDENZA  A spiegare di che si tratta è stato lo stesso Infante ieri, nella sala stampa dell'assessorato regionale alla Cultura, nel corso di una conferenza stampa relativa a tutto il progetto di residenza artistica e tecnologica A.R.T.E (Augmented Reality Theater Experience), che Kyberteatro, spin off dell'Aquilone di Viviana, sta realizzando da un anno essendo arrivato secondo nel bando ScrabbleLab-residenze artistico-creative in Sardegna. Torniamo al nostro cittadino canale, con la sua poesia, il suo mito. Infante, affabulatore e per questo pifferaio magico, condurrà oggi i partecipanti in una conversazione nomade che, grazie ai sistemi whisper-radio, permette di sollecitare un confronto connettivo mentre si passeggia, in un flusso peripatetico espanso in una diffusione radiofonica partecipativa in giro per luoghi particolari della propria città e territorio.
CAMMINARE  «Sciamando per strade e sentieri si cerca la sintonia giusta con le piccole storie delle comunità, in un rapporto fisico, performativo e connettivo, attivando una partecipazione senziente, ludica e sodale: resiliente», afferma Infante. Il potere taumaturgico del camminare, più quello dell'ascoltarsi di lato: sì, perché, afferma ancora Infante, «c'è una differenza fra il parlare guardandosi in faccia e il parlarsi lateralmente». Esperienza da fare, quindi, in un segmento storico in cui sempre più si va perdendo il senso del parlare tout court. La passeggiata riporterà allo Spazio Osc, dove alle 18, dopo un rinfresco, si terrà una conversazione tra Infante e il filosofo ed epistemologo Silvano Tagliagambe. Tema: come le pratiche di performing media possano far parlare direttamente i territori, creando condizioni ludiche e partecipative per mettersi in sintonia con il genius loci mentre lo si esplora.
A.R.T.E  Ricco programma, quello di A.R.T.E, progetto transdisciplinare diretto da Ilaria Nina Zedda e Marco Quondamatteo, che, assieme a Claudia Pupillo, assistente alla direzione artistica, hanno illustrato un percorso che ha come tema l'ubiquità, reale e virtuale. Andrea Dettori, dell'assessorato alla Cultura, ha auspicato che sia anche un volano per l'occupazione di settore, questo intreccio fatale, che coinvolge anche il Crs4, fra arte e tecnologie. E che, come ha precisato Nina Zedda, è finalizzato anche alla ricerca di attori, attrici e performer under 35 e non. In progress è anche il laboratorio con l'Istituto Pertini, che coinvolge i ragazzi in creazioni di scenografie e costumi con tecnologia indossabile (in collaborazione con Francesca Mereu di FabLab Cagliari). Claudia Pupillo ha illustrato anche le due prossime residenze che coinvolgono la compagnia di Lione V.E.I.A. e la libanese Minwal Theatre (Sidone). Nuove esperienze, come quella illustrata da Quondamatteo sul blog trekking dei V.E.I.A. In questi mesi, A.R.T.E. si intreccerà con la quinta edizione del festival “Le meraviglie del possibile”. Difficile stare dietro a tutte le iniziative previste: il sito kyberteatro.it ne dà conto. Venerdì 16 novembre, alle 17,30, nell'aula magna Capitini (Facoltà di Lettere, partner con il corso di laurea in Scienze della produzione multimediale, coordinato da Antioco Floris) conferenza di Infante su “Performing media: dal videoteatro allo storytelling urbano”. Che significa «giocare le città attraverso pratiche creative di performing media, spaziando dall'urbanistica partecipativa all'educazione ambientale, dal turismo esperenziale alla cittadinanza educativa».
Raffaella Venturi

 

6 - L’UNIONE SARDA di giovedì 15 novembre 2018 / Cultura (Pagina 45 - Edizione CA)
AGENDA. Incontro alle 17 all'Exma
IL CASTELLO HA 800 ANNI “Il Castello di Cagliari a 800 anni dalla nascita” è il tema della conferenza, organizzata dall'associazione degli Amici del Libro che si terrà il pomeriggio di lunedì 19, alle 17, nella Sala Settecentesca dell'Università di Cagliari (via Università, 32). Gli studiosi Marco Cadinu e Marcello Schirru affronteranno il tema della nascita di fortificazioni, mura e torri per chiudere il centro urbano. L'arroccamento si deve alla dominazione pisana, opera che è proseguita con gli aragonesi, gli spagnoli e infine con Casa Savoia. I nuovi padroni della città hanno lasciato i poderosi contrafforti, visibili ancora oggi, a 800 anni dalla loro prima comparsa.

RASSEGNA STAMPA di MERCOLEDÌ 14 NOVEMBRE 2018

 

1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 14 novembre 2018 / Agenda (Pagina 19 - Edizione CA)
CINETECA SARDA. Oggi alle 20 il primo di tre appuntamenti
Donne discriminate sul posto di lavoro
“Il diritto di contare” tra film e dibattiti

Un film e tre dibattiti per approfondire il rapporto tra donne e lavoro e denunciare ancora una volta le differenze di trattamento economico tra uomini e donne chiamati a svolgere lo stesso lavoro. È il tema dell'evento dal titolo «Il diritto di contare» in programma oggi alla Cineteca Sarda, domani al Liceo Pacinotti e venerdì alla facoltà di Ingegneria.
L'iniziativa è stata organizzata dall'ufficio della Consigliera di Parità della Città Metropolitana diretto da Susanna Pisano, nell'ambito della rassegna "Viva le libertà!". Alla proiezione del film "Il diritto di contare", che racconta la vera storia di tre scienziate afroamericane che riuscirono a superare la doppia barriera (razziale e di genere) e imporsi alla Nasa negli anni sessanta, seguiranno tre momento di confronto.All'iniziativa hanno aderito gli ordini professionali di avvicati, medici, psicologi e giornalisti, l'associazione Se Non Ora Quando e la rete degli studenti medi Eureka.
L'APPUNTAMENTO DI OGGI  Oggi il primo appuntamento, aperto a tutti e con ingresso gratuito, partire dalle 20 presso la Cineteca Sarda, in viale Trieste 118. Coordinate dalla giornalista Carmina Conte, al termine della proiezione interverranno la Rettrice Maria Del Zompo, la filosofa e componente del Comitato nazionale per la bioetica Monica Toraldo di Francia, Diletta Mureddu del Centro Donna Cgil e la presidente dell'ordine degli psicologi Angela Quaquero.
DOMANI E VENERDÌ  Domani l'appuntamento è invece alle 11 nell'aula magna del liceo Scientifico Pacinotti. Anche in questo caso, al film seguirà un dibattito che, moderato dalla giornalista Carmina Conte, vedrà protagoniste la preside Valentina Savona insieme a Monica Toraldo di Francia, Diletta Mureddu ed Angela Quaquero. Venerdì l'iniziativa si sposta nell'aula magna della facoltà di Ingegneria. Qui, dopo la proiezione che avrà inizio alle 16, interverranno Aide Esu dell'Università, Bruna Biondo (presidente dell'associazione Se Non Ora Quando e componente del Comitato unico di garanzia dell'Università), la presidente della commissione Pari opportunità del Comune Rosanna Mura e Tiziana Curreli, dell'ordine degli psicologi della Sardegna. Condurrà l'incontro la giornalista Claudia Sarritzu.

 

2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 14 novembre 2018 / Prima (Pagina 1 - Edizione CA)
IL COMMENTO
L'ergastolo processuale

Leonardo Filippi
E' ancora forte l'eco del provvedimento governativo che ha introdotto nel nostro sistema processuale penale il blocco della prescrizione dei reati dopo la sentenza di primo grado. Il fatto che la sua operatività sia stata differita al 2020 non attenua la gravità della proposta, anzi preoccupa il proposito di inserirla in una riforma generale del processo penale, perché fa presagire di che stampo saranno le future modifiche.
La giustizia non si riforma con un emendamento introdotto a sorpresa nel “decreto anticorruzione” senza una previa riflessione assieme alla magistratura e all'avvocatura. Non si stravolge il processo penale eliminando qualsiasi limite di durata ai giudizi delle corti d'Appello e di Cassazione. Forse non tutti sanno che la riforma Orlando prevede già la sospensione del corso della prescrizione fino a un anno e sei mesi sia in grado d'Appello sia in Cassazione. Ora si propone addirittura di non porre limiti di durata ai processi d'Appello e di Cassazione, che potrebbero così durare indefinitamente, sine die, cioè “fine processo mai”, un vero e proprio ergastolo processuale.
La insensata proposta stravolge i fondamentali principi del processo penale, dalla presunzione di innocenza alla durata ragionevole dei processi, ed è perciò legittima la protesta dei penalisti, che hanno deliberato l'astensione dalle loro attività nei prossimi giorni. Si deve considerare che i malanni della giustizia derivano dal fatto che i processi sono troppo lunghi. (...) SEGUE A PAGINA 9

Italia (Pagina 9 - Edizione CA) Segue dalla prima
La prescrizione e l'ergastolo processuale
(...) Occorre perciò trovarne la causa e ridurne la durata, non curare solo i sintomi, con la sospensione del corso della prescrizione. E comunque la tanto temuta prescrizione non si verifica nei giudizi d'impugnazione (davanti alla Corte di cassazione le prescrizioni incidono per l'1,2 % dei processi), ma per lo più nella fase delle indagini preliminari, con una percentuale delle prescrizioni intorno al 70%. Infatti, in Italia il termine della prescrizione decorre dalla commissione del reato e non dalla sua scoperta, per cui esso può rimanere ignoto per anni. Inoltre, nonostante l'obbligatorietà dell'azione penale, di fatto il pubblico ministero ha una certa discrezionalità quantomeno nella scelta delle indagini o dei reati cui dare la precedenza, con la conseguenza che alcuni fascicoli languono in attesa di essere trattati e spesso i reati si prescrivono. Non esistono ricette miracolose, ma è certo che occorre rafforzare il ruolo del giudice nella fase delle indagini preliminari sin dal momento di iscrizione nel registro delle notizie di reato ed è necessario porre termini perentori alla durata sia delle indagini, sia del dibattimento di primo grado, così come ai giudizi d'appello e di cassazione, con sanzioni efficaci in caso di superamento dei termini. Si cita talvolta il codice tedesco che prevede la sospensione del corso della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, ma si dimentica di dire che in Germania, in caso di condanna definitiva, la legge prevede una diminuzione della pena proporzionata alla avvenuta violazione dei termini processuali, e, in caso di assoluzione, garantisce all'imputato definitivamente assolto, sia un indennizzo per riparare alla “pena” subita per l'irragionevole durata del processo, sia l'esonero dal pagamento delle spese processuali. Queste sì che sono sanzioni efficaci contro la violazione dei termini processuali! Forse il governo pentaleghista dovrebbe fare meno propaganda elettorale e documentarsi un po' di più prima di avanzare strampalate proposte in tema di giustizia.
LEONARDO FILIPPI
ORDINARIO DIRITTO PENALE UNIVERSITÀ DI CAGLIARI



3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 14 novembre 2018 / Ogliastra (Pagina 37 - Edizione CA)
LANUSEI. Mostra mercato, convegni e degustazioni del prodotto simbolo del territorio
RE CULURGIONE IN VETRINA PER DUE GIORNI
Il Festival Igp mette in mostra il meglio della tradizione agroalimentare

Il 1 e il 2 dicembre l'Ogliastra festeggia sua maestà il culurgione, il prodotto che per eccellenza rappresenta il territorio. Prende il via a Lanusei la seconda edizione del Festival "Culurgionis d'Ogliastra IGP", una due giorni ricca di eventi che ruotano attorno al rinomato piatto di pasta fresca ripiena di patate e chiuso con una spiga ricamata. Sarà l'occasione per promuovere e far conoscere un marchio che rappresenta non solo l'Ogliastra, ma la Sardegna in tutto il mondo.
IL PROGRAMMA  Per l'occasione sarà possibile conoscere tutte le peculiarità del territorio ogliastrino, dall'agroalimentare all'artigianato, dalla storia alla cultura, all'archeologia e alle bellezze naturali che contraddistinguono la terra ai piedi del Gennargentu. Nel primo fine settimana di dicembre si potrà fare un tuffo nella tradizione ogliastrina, non solo quella legata ai culurgionis, ma all'arte con la mostra-mercato dell'artigianato, all'agroalimentare con gli stand dei prodotti della filiera e le cantine storiche di Lanusei aperte per una degustazione dei vini locali. Animazione per i più piccoli garantita dalle 16 e inaugurazione della mostra al museo civico Ferrai sulla filiera dei culurgionis, dove ci si potrà sfidare sulla chiusura dei saccottini ripieni. Dalle 20, musica e spettacoli itineranti lungo il centro storico. La domenica, dopo l'apertura degli stand, piazza Vittorio Emanuele sarà teatro di uno show cooking a cura dell'Accademia cuochi di Sardegna che lascerà il passo a degustazioni, musica e spettacoli. Il Culurgionis d'Ogliastra IGP in festival è nato nel 2017 con lo scopo di festeggiare l'ottenimento del marchio IGP e la sua promozione.
IL CONVEGNO  Il ricco programma sarà inaugurato da un convegno di rilevanza nazionale viste le personalità e gli enti coinvolti. "La pasta apripista verso i mercati glocali", questo il titolo dell'incontro di sabato alle 10 al teatro Tonio Dei. Verrà trattato a 360 gradi il tema della pasta, prodotto tipico italiano che può fare da volano alla tradizione e ai prodotti gastronomici ad essa correlati nei mercati esteri.
Alla tavola rotonda, Luigi Polizzi, dirigente del Ministero delle Politiche agricole, Giuseppe Melis, dell'Università di Cagliari, Fabio Fontaneto, imprenditore della pasta e presidente di Appafre, Agostino Cicalò (Camera di Commercio), Giangiacomo Ibba, presidente Crai, e Mauro Rosati direttore generale Qualivita.
PAESI IN VETRINA  Dopo il convegno, il centro storico farà da cornice alla degustazione dei prodotto, dove ogni paese proporrà la sua versione. In campo Arzana, Bari Sardo, Baunei, Cardedu, Elini, Gairo, Girasole, Ilbono, Jerzu Lanusei, Loceri, Lotzorai, Osini, Perdasdefogu, Seui, Talana, Tertenia, Tortolì, Triei, Ulassai, Urzulei, Ussassai e Villagrande, a cui si aggiungono i limitrofi municipi di Esterzili, Sadali ed Escalaplano.
Paola Cama
 

4 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 14 novembre 2018 / Cultura (Pagina 44 - Edizione CA)
AGENDA
FONDAZIONE DI SARDEGNA 

Stasera, alle 18, alla Fondazione di Sardegna a Cagliari (via San Salvatore da Horta) presentazione del libro “Movimenti” (Cuec) di Gianni Loi. L'iniziativa, coordinata dal giornalista Sergio Nuvoli, prevede gli interventi di Duilio Caocci, docente di Letteratura italiana nell'Università di Cagliari, di Roberto Serra, autore della postfazione, e di Gianni Maxia, poeta, direttore della rivista Coloris de Limba. Le letture dei testi saranno curate da Cristina Maccioni e da Marco Bisi.



5 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 14 novembre 2018 / Sassari e Alghero (Pagina 38 - Edizione CA)
SASSARI. Francia, Corsica, Toscana, Liguria e Sardegna: tre giorni di laboratori
Artigianato, arte, innovazione: l'Accademia ci riprova col Mas.Edu

Artigianato artistico e imprese innovative: Sud della Francia, Corsica, Toscana, Liguria e Sardegna si danno appuntamento al Mas.Edu di Sassari per tre giorni di laboratori, incontri e scambi di idee e buone pratiche. Dal 14 al 16 novembre. Il progetto Interreg marittimo accomuna i due eventi: il Cooperation Summit del Progetto Fri_Start organizzato dall'Università di Sassari e l'Art Lab Net curato dall'Accademia di Belle Arti Sironi che ha la gestione dell'edificio in via Piga.
Il direttore dell'Accademia Antonio Bisaccia spiega: «Il Mas.Edu è uno spazio ibrido, ancora indefinito, che ha bisogno di essere riqualificato. Parteciperemo ad un bando del Miur di febbraio per ottenere sino a 10 milioni. L'idea è quella di avere una parte espositiva e uno spazio di produzione con laboratori d'alta specializzazione, ma anche di ospitare eventi come quelli della prossima settimana».
Alcuni locali del piano terra del Mas.Edu accolgono il Centro Risorse e Innovazione per i mestieri d'arte, dotati di alcune stampanti 3D. Daniele Dore, coordinatore del progetto Art Lab Net ha aggiunto: «Vogliamo rilanciare l'artigianato artistico. Qui possono sperimentare le nuove tecnologie, incontrarsi e lavorare insieme. Il celebre ceramista Jonathan Keep terrà un workshop sui nuovi modi di lavorare l'argilla nell'arte e nel design».
Negli stessi giorni la Fristart Cup. Saranno presentati ed esposti i progetti delle 40 imprese neonate nel network mediterraneo. Una decina di imprese sono sarde, diverse provenienti dalle start cup di Sassari e Cagliari degli ultimi due anni. (g. m.)

 

RASSEGNA STAMPA di MARTEDÌ 13 NOVEMBRE 2018



1 - L’UNIONE SARDA di martedì 13 novembre 2018 / Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
RETTORATO. Massimo Zedda e Maria del Zompo siglano un'intesa su istruzione, ricerca e sviluppo
CITTÀ METROPOLITANA E UNIVERSITÀ: UN ACCORDO PER PROGETTI COMUNI

La Città Metropolitana e l'Università hanno siglato un accordo: si impegnano a proseguire e soprattutto rafforzare il loro rapporto, avendo come obiettivo principe per i prossimi cinque anni la promozione dell'istruzione, della ricerca, dell'innovazione e dello sviluppo del territorio metropolitano. Il sindaco Massimo Zedda e la rettrice Maria Del Zompo, hanno firmato il documento ieri mattina negli uffici del rettorato. «Si tratta di un accordo molto generale ma anche molto significativo», hanno sottolineato. La collaborazione nasce dall'esigenza di voler portare avanti iniziative di comune interesse: interventi di natura infrastrutturale, organizzativa e cooperativa che mirano al potenziamento delle infrastrutture didattiche, scientifiche e residenziali dell'Università». «Questo accordo», ha detto Del Zompo «è una possibilità concreta per l'Ateneo e per la Città metropolitana di attivare in maniera molto più semplice e veloce (visti i tempi della burocrazia) tutta una serie di progetti futuri». «Un' occasione reale per l'Università di svilupparsi oltre i suoi confini», ha aggiunto Zedda, sottolineando la necessità di rafforzare questa collaborazione con un particolare occhio di riguardo nei confronti della vita degli studenti universitari. «La nostra città deve essere percepita come un laboratorio vivo, capace di formare non solo giovani studenti ma anche i cittadini tutti, un grande luogo di ricerca su materie quali ambiente, infrastrutture, salute e sistemi intelligenti».
La sottoscrizione del documento rende sistematiche delle pratiche e dei progetti che porteranno e già hanno portato a proficue ricompense per entrambe le parti. Fra Ateneo e Città metropolitana il rapporto è iniziato da tempo e ha già visto la realizzazione concreta di non poche iniziative. Lo scorso settembre, ad esempio, ha ricordato la rettrice, è stato un successo la Notte europea dei ricercatori, resa possibile da una rinnovata sinergia, e che ha visto la città particolarmente curiosa, con una gran voglia di conoscenza. Ancora, il solo dipartimento di Ingegneria civile, Ambiente e Architettura ha prestato il suo lavoro a più di 140 azioni a favore del territorio metropolitano. Questi solo due dei tanti percorsi nati dalla stretta collaborazione delle parti. A chiarire ulteriormente il contenuto e soprattutto il fine della stipulazione dell'accordo quadro c'era anche Mauro Coni, in prima linea per la messa a punto del progetto. L'iniziativa mira a creare una sinergia tra la pubblica amministrazione e l'Università, vitale per comprendere a fondo le esigenze dell'una e dell'altra. Un rapporto importante non solo per gli studenti ma anche per gli stessi docenti che, acquistando una maggiore consapevolezza della realtà lavorativa, possono migliorare la loro offerta e i loro programmi, spronando i giovani a lanciarsi in sempre in nuove sfide.
Un percorso dunque completamente in divenire, che vede nella firma del documento la giusta spinta politica e istituzionale per proseguire su una strada già tracciata.
Michela Marrocu

 

2 - L’UNIONE SARDA di martedì 13 novembre 2018 / Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
Viale Sant'Ignazio
AUTOEMOTECA AVIS TRA GLI STUDENTI

L'Università al centro della raccolta per la donazione del sangue. Dopo il successo delle scorse edizioni, si rinnova la campagna di sensibilizzazione, promossa dall'Avis provinciale, per la raccolta del sangue presso le diverse facoltà dell'ateneo. Questa mattina dalle 8.30 fino alle 12.30, in viale Sant'Ignazio, davanti alle aule delle facoltà di Economia e Giurisprudenza sarà presente l'autoemoteca con il personale dell'Avis per la raccolta del sangue. La campagna è rivolta a tutti i donatori ma chiaramente l'obiettivo della giornata sarà quello di sensibilizzare i giovani universitari, facendo comprendere come tramite un piccolo gesto si possa cambiare la vita di tante persone. «Uno degli aspetti più belli di questa iniziativa», diceMarta Magnano, referente alle politiche giovanili presso l'Avis, «è che queste giornate sono promosse da studenti, donatori e volontari che spendono gratuitamente parte del loro tempo per organizzare la raccolta. Vogliamo far comprendere ai nostri colleghi come donare il sangue sia un evento naturale che può aiutare molte persone».
Oggi nel lavoro di sensibilizzazione saranno presenti anche i volontari di Aegee ed Esn Cagliari, due associazioni studentesche dedite alla promozione di progetti di cittadinanza attiva e internazionalizzazione. «Sarà un'occasione per promuovere la donazione del sangue», spiega Lorenzo Ligas, presidente di Aegee Cagliari, «una pratica che purtroppo in Sardegna registra tassi di diffusione molto bassi. Se il cambiamento parte dai più giovani ci sono buone probabilità che la pratica del donare si diffonda velocemente».
Matteo Piano

 

3 - L’UNIONE SARDA di martedì 13 novembre 2018 / Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
CASTELLO. Il tam tam degli studenti sui social svela una visita non annunciata
ALBERTO ANGELA, CIAK AL MUSEO
Il conduttore tv in Sardegna per il nuovo programma “Meraviglie”

«C'è Alberto Angela al Museo archeologico». E allora messaggi whatsapp, post su facebook, stories su instagram.
Così è cominciata la mattinata di tantissimi ragazzi che ieri si sono recati alla Cittadella dei Musei per strappare selfie e autografi all'anchorman della cultura italiana. Intorno alle 10.30 l'arrivo del divulgatore e subito la prima foto di gruppo con gli studenti del dipartimento di sSoria, Beni culturali e Territorio. Una quarantina di giovani sparsi lungo gli scalini che portano alla Pinacoteca, con il conduttore sorridente in prima fila. Lo scatto fa il giro dei social e presto accorrono altri ragazzi in quello che è diventato ben presto un vero e proprio pellegrinaggio in viale Buoncammino. Angela nel frattempo è entrato dentro il Museo archeologico per sistemare trucco e parrucco, sino alle 13, ora in cui sono cominciate le prime riprese.
FURGONI RAI  Nel mentre la folla di ragazzi e soprattutto ragazze nel piazzale antistante è cresciuta: qualcuno ha saltato il pranzo, altri persino le lezioni. Tre furgoni Rai carichi di materiale cinematografico oltre la porta del Regio arsenale, altre due macchine fuori davanti a Porta Cristina. Uno staff di circa trenta persone tra truccatori, cameramen, fotografi e tecnici. Un set blindatissimo, quasi top-secret, vista anche la chiusura straordinaria del museo nella giornata di domenica 11 novembre, spiegata sul sito ufficiale con non meglio precisati motivi tecnico-organizzativi.
LE RIPRESE  Ieri invece, approfittando della giornata di chiusura regolare, l'inizio delle riprese. È stato il tamtam degli studenti a dare il via al presidio d'attesa per il conduttore televisivo, mentre dalla tv di Stato e dallo staff del Polo museale c'è stata la massima riservatezza sull'inizio delle attività. Troppo alto il rischio di attirare folla per quello che attualmente rappresenta il vate della cultura sul piccolo schermo: vietate foto all'interno durante i ciak e vietati video anche all'esterno. Ma, nonostante i divieti del personale e la feroce tenacia dello staff Rai di Napoli, decine di ragazzi e ragazze sono riusciti a ottenere il selfie grazie alla cortesia di Alberto Angela.
LE PAUSE  «È stato veramente molto disponibile con noi», ha detto Luna Caria, studentessa di Beni culturali «per noi è un'occasione unica di incontrarlo, ci sono persone che hanno saltato la lezione e sono in attesa da ore per vederlo». La prima pausa del set è avvenuta poco prima delle 15, poi un'altra dopo le 16 e in entrambe il divulgatore non si è sottratto al calore dei tanti giovani fans. «Alberto è stato gentilissimo, non sembrava affatto disturbato da tutte le persone intorno, mi ha firmato un autografo e mi ha fatto un in bocca al lupo per la tesi di laurea che sto scrivendo», ha testimoniato Silvia Davì, un'altra studentessa accorsa in Cittadella solo per incontrare il conduttore. Soddisfazione anche da parte del direttore del Museo archeologico Roberto Concas: «La visita di Alberto Angela ci fa enorme piacere, è la dimostrazione di come il nostro museo stia davvero decollando. Ci dà ragione di quanto abbiamo fatto sino a oggi. Riuscire ad avere un interesse nazionale è molto importante, è un modo per farci raccontare e ci dà lustro».
LA NUOVA SERIE  I contenuti girati faranno parte della serie “Meraviglie”, in onda il prossimo anno su Rai 1. La troupe sarà oggi a Barumini, per poi spostarsi in altre zone della Sardegna e lasciare l'Isola domani.
L'oggetto principale delle riprese sono stati i Giganti di Mont'e Prama ma l'obiettivo della telecamera si è soffermato anche sui bronzetti e su alcune Tombe dei giganti. I periodi storici toccati partono dal Paleolitico e Neolitico, passano per il Nuragico per terminare con il periodo Fenicio-Punico. Insomma, una visita che ha fatto bene non solo agli studenti, distratti dalla routine del periodo di lezioni, ma anche a tutto il Polo museale che, grazie alla risonanza mediatica suscitata dal divulgatore, potrà dare ancora più forza alla comunicazione del proprio patrimonio. Alberto Angela e il suo staff sono rimasti fino a tarda sera tra le sale del Museo archeologico, per una vera e propria maratona durata tutta la giornata.
Giacomo Dessì



4 - L’UNIONE SARDA di martedì 13 novembre 2018 / Prima Oristano (Pagina 32 - Edizione CA)
CHIOSTRO DEL CARMINE. Andrà avanti fino al 16
Festival Scienza: oggi l'inaugurazione

Laboratori, mostre letture, tavole rotonde, conferenze e giochi di discussione. Animeranno la terza edizione del “Festival Scienza” di Oristano, dal 14 al 16 novembre, organizzato dall'associazione Scienza, Società, Scienza . Inaugurazione domani al chiostro del Carmine alle 17,30 della mostra della collezione di strumenti scientifici del De Castro. Alle 18 è in programma la prima di tre conferenze con Monica Tola, dirigente della Caritas Italia, che parlerà della risorsa cibo e di spreco alimentare. Un focus sul terzo settore, la piccola e grande distribuzione e le filiere del mercato. Intervengono Vittore Mascia della Fondazione banco alimentare, Alberto Angioni dell'università di Cagliari, Matteo Guidi di Lastminutemarket, Sara Pintus Confcommercio e Manuela Pintus sindaca di Arborea, delegata dell'Anci. L'edizione 2018 è curata dal Consorzio Uno, dal Centro marino internazionale, dall'Area marina del Sinis e dall'istituto per lo studio degli impatti antropici e sostenibilità in ambiente marino. Gli attori principali saranno gli studenti dei corsi universitari, delle scuole primarie e secondarie e coinvolgeranno il liceo Mariano IV, il De Castro, la libreria Mondadori, il Centro di aggregazione giovani, il 10Lab di Sardegna Ricerche, l'associazione Nel Sinis, il Librid libreria Bistrò e l'hotel Mistral. ( e. s. )



5 - L’UNIONE SARDA di martedì 13 novembre 2018 / Cultura (Pagina 43 - Edizione CA)
Vanessa Roghi, docente di Storia della Sapienza, sarà il 24 a Cagliari
«La scuola serve ancora a dare voce ai figli dei migranti, degli analfabeti, dei poveri»

Quando don Milani la pubblicò, nella primavera del 1967, dopo averla scritta a più mani con i propri allievi, “Lettera a una professoressa” scatenò il finimondo, i suoi detrattori la definirono sovversiva. E lo era senz'altro, nel senso positivo che contestava l'ingiustizia della scuola italiana, secondo Vanessa Roghi, autrice del volume “La lettera sovversiva. Da don Milani a De Mauro, il potere delle parole” (Laterza). Il libro di don Lorenzo Milani, che rivoluzionò il modo di intendere la scuola, ambiva a sovvertire l'esistente, cambiarlo in modo radicale. A distanza di cinquant'anni, si può dire che c'è riuscito?
La storica dell'Università La Sapienza di Roma ne parlerà sabato 24 a Cagliari (Biblioteca popolare, “L'Albero del riccio”, via Doberdò, 101), insieme con Christian Raimo, giornalista e scrittore, durante un incontro, coordinato dal sociologo Marco Pitzalis dell'Università di Cagliari, per la terza edizione della rassegna letteraria “Storie in Trasformazione”, organizzata dalla Libreria Edumondo.
Partiamo dal titolo del suo incontro: come cambia la scuola italiana?
«Sono una storica e posso meglio parlare di com'è cambiata. Negli anni è cambiata profondamente in meglio, ha visto demolire il muro del classismo, dell'autoritarismo. Oggi questi due spettri tornano ad aleggiare».
Nel 1965 don Milani scriveva: “Bisognerà accordarci su ciò che è scuola buona”. È stato raggiunto un accordo?
«No, non è stato raggiunto. Per alcuni, la scuola buona è quella che seleziona, per altri è quella che emancipa dalla propria condizione naturale, per altri ancora è un parcheggio. Nel 1999, Sandro Onofri scriveva: “Mi chiedo se non sto insegnando agli studenti la mia incapacità di adattamento alla realtà, una diserzione del tempo, una sconfitta”. La scuola buona per me è quella che si fa questa domanda e va avanti».
L'ideale educativo di don Milani è ancora attuale?
«Don Milani non aveva un “ideale educativo”, ma un'esperienza educativa. Questo è un punto fondamentale che non tutti colgono: don Milani impara sul campo cosa significa “fare scuola”. Fare scuola significa innanzitutto costruire una comunità auto-educante. Poi significa stabilire gerarchie fondate sull'autorevolezza dell'insegnante e non sulla sua autorità (simboleggiata per esempio dalla pedana che rimpiangono intellettuali come Paola Mastrocola o Ernesto Galli Della Loggia). Ma non tutti possono essere carismatici, autorevoli come don Milani. E allora che fare? Abbandonarsi al caso? No, perseguire leggi più giuste per tutti: è questo quello che fanno i ragazzi di Barbiana in Lettera a una professoressa. Questa è l'attualità di don Milani: farsi le domande, dare risposte, insieme».
Fino a pochi decenni fa la scuola funzionava come ascensore sociale, oggi?
«La scuola è ancora in grado di emancipare socialmente gli studenti ma lo fa sempre di meno. Lo dimostrano i dati sull'abbandono scolastico e sul rapporto fra scelta delle scuole superiori e origine familiare. Questo avviene perché molti insegnanti hanno introiettato una visione recriminatoria rispetto al proprio mestiere, dicono: “la società non ci considera più, quindi noi usiamo l'unico strumento che abbiamo per farci notare: puniamo”. Sono sicura che si noterebbero molto di più se portassero fino in fondo tutti i loro studenti, istruendoli».
Più selettiva e discriminante la scuola di cinquant'anni fa, più accogliente e ugualitaria la scuola di oggi. Eppure tra i docenti c'è chi rimpiange la scuola di ieri, perché?
«Il rimpianto è frutto di un racconto cattivo della storia della scuola. Si tende a pensare che prima esisteva un'età dell'oro nella quale tutto funzionava e gli insegnanti erano stimati. Ecco questa età dell'oro non è mai esistita, questa retropia, come la definisce Bauman, è frutto di una società che odia i giovani, perché rimpiange la propria gioventù».
Nella società attuale, rispetto alle altre agenzie educative come la famiglia e i mass-media, quanto conta la scuola e i suoi insegnamenti nella formazione delle nuove generazioni?
«Moltissimo: non pensate, quando parlate di scuola ai nostri figli. Pensate ai figli delle persone che non hanno voce: i migranti, i poveri, gli analfabeti. La scuola serve eccome, più di tutto il resto».
Franca Rita Porcu

Questionario e social

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