Sabato 22 settembre 2018

22 settembre 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di sabato 22 settembre 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 24 - Edizione CA)
PIAZZA GARIBALDI. L'iniziativa in programma il 28 settembre
LA NOTTE DEI RICERCATORI: SCIENZA CONTRO FAKE NEWS

La scienza scende in piazza per la Notte europea dei ricercatori. Fulcro della manifestazione, in programma il 28 settembre, sarà piazza Garibaldi con 25 gazebo e decine di ricercatori universitari che trasformeranno il centro della città in un laboratorio a cielo aperto, raccontando il loro lavoro tra spettacoli, incontri, tour guidati, mostre e laboratori fino a notte fonda. Porte aperte anche nella clinica dermatologica del San Giovanni di Dio e nell'aula magna del Rettorato di via Università.
SCIENZA E PROGRESSO A curare la manifestazione anche quest'anno è l'Ateneo, insieme alla sezione locale dell'Istituto nazionale di fisica nucleare. L'obiettivo è avvicinare tutti alla scienza e cercare di contrastare il fenomeno sempre più diffuso delle fake news. «Saremo a disposizione per fugare dubbi e spiegare ai cittadini l'importanza della scienza e le regole che governano le nostre ricerche - spiega la rettrice di Cagliari Maria Del Zompo -. Viviamo un'epoca di bufale e dicerie anti scienza: questa manifestazione è utile anche per dare certezze alla collettività e far capire che senza scienza non c'è progresso». L'iniziativa ha anche il patrocinio del Comune di Cagliari. «Un progetto importante con cui trasmettere ai giovani il fascino della ricerca – commenta l'assessore alla Cultura Paolo Frau -. Per il prossimo anno sosterremo l'iniziativa con maggiori risorse».
IL PROGRAMMA Durante la manifestazione i ricercatori dibatteranno su asteroidi, intelligenza artificiale, alieni, bioraffinerie, imprese, economia, ambiente e musica. Si parlerà anche di mobilità intelligente, sicurezza, scene del crimine, arte. E dalle 16 alle 18 spazio al trekking scientifico nel rione di Castello, dal Rettorato al Palazzo delle Scienze alla riscoperta delle personalità culturali dello storico quartiere cagliaritano.
Federica Lai

 

2 - L’UNIONE SARDA di sabato 22 settembre 2018 / Economia (Pagina 18 - Edizione CA)
Via al progetto Aria, sosterrà l'istituto nazionale di Fisica Nucleare nella caccia al Dark Side
NURAXI FIGUS, UN POZZO DI SCIENZA
La miniera produrrà l'argon 40 per i laboratori del Gran Sasso

Le infrastrutture di un passato che non vuole andare in archivio e la ricerca scientifica più innovativa si sono incontrati a Nuraxi Figus, nell'ultima miniera di carbone.
IL PROGRAMMA È nato così il progetto Aria, inaugurato ieri alla Carbosulcis dopo tre anni di incontri, studi e progettazione ai massimi livelli. Una creatura dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare: nei laboratori del Gran Sasso gli studiosi sono concentrati sul “Dark Side”, la ricerca sulla materia oscura. Ma per stanarla occorre molto argon, un gas raro che viene estratto solo nelle miniere del Colorado. Dagli Stati Uniti (l'Università di Princeton collabora al progetto con il Cern, l'Università di Cagliari e la Regione) il gas arriverà in Sardegna per essere distillato nella torre criogenica da 350 metri che sarà installata in verticale nel pozzo 1 della miniera già dismessa di Seruci. Così si produrrà l'argon 40, che poi finirà nei laboratori del Gran Sasso per i test degli scienziati sulla materia oscura.
GLI SVILUPPI Ma insieme al prezioso gas, secondo i progetti dovrebbero uscire dalla torre di Seruci anche altri isotopi che potrebbero avere utilizzi industriali e commerciali, oltre che scientifici. Una strada su cui si punta per la riconversione della miniera dopo la chiusura voluta dall'Unione Europea.
«Questo progetto - dice Fernando Ferroni, presidente dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare - dimostra che quando sistema politico, scientifico e industriale si coordinano si mettono in piedi delle infrastrutture con grandi prospettive. Oltre che sul piano scientifico, gli sviluppi potrebbero essere importanti per gli usi specifici di alcuni isotopi. Ad esempio l'ossigeno 18 è un tracciante usato nella diagnostica oncologica e ora lo importiamo da altri Paesi». In due anni, se non ci saranno intoppi, la torre funzionerà a regime. Una delle menti del Progetto Aria è Cristian Galbiati, ricercatore dell'Infn e professore all'Università di Princeton. «Abbiamo scelto Seruci - dice - per l'unicità delle gallerie: già esistenti, non più in attività e con la particolarità della discenderia che collega Nuraxi e Seruci, un di più a livello organizzativo e di sicurezza».
LE PROSPETTIVA Una scommessa scientifica, ma non solo. Dalla ricerca potrebbe arrivare un assist verso la riconversione. «Questo progetto ha una grande valenza tecnologica e simbolica - dice l'amministratore unico di Carbosulcis, Antonio Martini - vogliamo che le infrastrutture minerarie possano essere utilizzate per finalità diverse da quelle originarie, ma sempre ad alto contenuto industriale, valorizzando le risorse umane dell'azienda». Ci sono altri progetti in ballo, ad esempio quello sulla lisciviazione del carbone per produrre fertilizzanti o quello sull'alga spirulina, legata alla produzione del carbonio 13. «Aria è un progetto su cui abbiamo investito finanziamenti importanti, energie e risorse umane - dice il presidente della Regione Francesco Pigliaru, ieri a Seruci con l'assessore Paci e l'assessora Piras - ed è un esempio di trasformazione in positivo, con prospettive industriali e commerciali interessanti». L'impianto pilota è già a Nuraxi, entro fine anno arriveranno gli altri moduli della torre, dopo il collaudo del Cern.
Antonella Pani

 

3 - L’UNIONE SARDA di sabato 22 settembre 2018 / Provincia di Cagliari (Pagina 27 - Edizione CA)
SINNAI. Un'economista a capo dell'assessorato al Bilancio
Entra in Giunta Stefania Marica

Trentacinque anni, residente a Sinnai, dottorato di ricerca in Economia all'Università di Cagliari, master in Economics a Manchester, Laurea specialistica in Scienze Economiche: è Stefania Marica il nuovo assessore della Giunta comunale presieduta dal sindaco Matteo Aledda.
Sostituisce Stefania Atzeri, dimissionaria e si occuperà di Pianificazione economica, finanziaria e bilancio, Politiche comunitarie - relazioni e finanziamenti regionali, nazionali ed europei e tributi. Attualmente Stefania Marica è impegnata come docente a contratto del corso di Politica economica della facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche dell'Ateneo cagliaritano e nell'attività di tutorato didattico. È collaboratrice di ricerca Crenos e ha maturato esperienze in ambito privatistico e nelle scuole superiori.
«Ringrazio il sindaco - ha detto l'assessora - per questo incarico di fiducia e di stima. Sono onorata e anche un po' emozionata. Farò del mio meglio per portare in Giunta il mio contributo». Il sindaco contraccambia: «Ringrazio Stefania Marica per aver accettato la nomina. Sono certo che sarà capace di soddisfare tutte le aspettative, con quell'entusiasmo che la contraddistingue insieme a una grande umiltà. Con questa nomina la Giunta è al completo». (r. s.)

 

4 - L’UNIONE SARDA di sabato 22 settembre 2018 / Provincia di Cagliari (Pagina 29 - Edizione CA)
PULA. L'iniziativa culturale assieme alle Università
Scavi aperti, il clou di “PulArchàios”

Conferenze, visite guidate e laboratori: torna PulArchàios, la rassegna culturale, giunta alla XIV edizione, che fa da cornice alla campagna di scavo archeologico a Nora.
Il cartellone di appuntamenti organizzato dal Comune, che andrà avanti sino al 6 ottobre, è stato realizzato con la collaborazione delle Università di Cagliari, Genova, Milano e Padova. Imperdibile “Scavi aperti”, l'appuntamento che si terrà il 28 settembre dalle 10 alle 13, e permetterà ai visitatori di essere accompagnati alla scoperta dell'antica città fenicio-punica e poi romana dagli archeologi delle Università di Genova, Milano e Padova; alle 19,30, a Casa Frau, invece, spazio allo show cooking e alle degustazioni vinicole con la partecipazione di chef e cantine della Sardegna. Degno di nota anche l'evento del 5 ottobre, “Saperi e sapori in epoca romana”, che condurrà i visitatori alla scoperta degli antichi mestieri, e proporrà la degustazione di specialità tipiche. Come da tradizione, la rassegna si chiuderà con il Romanum convivium, il tradizionale banchetto romano con figuranti, che i ragazzi dell'Istituto alberghiero di Pula prepareranno il 6 ottobre. Massimiliano Zucca, assessore alla Cultura, spiega: «Anche quest'anno abbiamo organizzato un cartellone di appuntamenti capace di fare da contorno alla campagna di scavo degli archeologi».
Ivan Murgana

 

5 - L’UNIONE SARDA di sabato 22 settembre 2018 / Cronaca Italiana (Pagina 16 - Edizione CA)
Scelti tra 500 studiosi nel mondo
Top 11 dei ricercatori
Ci sono due italiani

ROMA Due italiani tra le “rising stars” della ricerca. Giorgio Vacchiano e Silvia Marchesan sono stati scelti da Nature tra gli 11 ricercatori emergenti più influenti, selezionati tra 500 studiosi di tutto il mondo. “The world at their feet” (Il mondo ai loro piedi) è il titolo dell'articolo della prestigiosa rivista che li celebra sottolineando come con i loro studi «stanno lasciando il segno nella scienza». Nature ha selezionato i migliori profili valutati secondo il Nature Index che traccia le affiliazioni di articoli scientifici di alta qualità, e il league of scholars whole-of-web (wow) ranking, che identifica i ricercatori più influenti con un algoritmo.

La Nuova Sardegna

6 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 22 settembre 2018 / Primo piano - Pagina 2
Il ministero ha aumentato i finanziamenti per gli atenei medio piccoli
FONDI ALLE UNIVERSITÀ
PREMIATA ANCHE SASSARI
Decisiva la crescita del numero degli studenti regolari e la qualità della ricerca

di Claudio Zoccheddu
SASSARI L'idea è creare un sistema più equo in tutto il Paese. Un dovere, dato che si parla di istruzione e di piccoli atenei - la gran parte nel Sud Italia - che fino a oggi hanno ottenuto meno finanziamenti rispetto a quelli con un maggior numero di iscritti e con performance migliori. L'idea del ministero dell'Istruzione dovrebbe essere tradotta entro poco tempo nei testi di due decreti che, di fatto, faranno suonare la carica in tutte le università medio/piccole, compresa Sassari che dovrebbe vedere aumentare il costo standard per ogni studente del 18,5 per cento che permetterà un aumento del finanziamento statale di 1,8 punti percentuale, anche grazie al numero di studenti regolari, al loro rendimento e alla qualità e quantità della ricerca. In sostanza verranno premiati con un incremento dei fondi ministeriali gli atenei che hanno fatto passi in avanti e quelli in cui gli studenti hanno redditi più bassi rispetto alla media del Paese e dove vengono riscontrate maggiori difficoltà legate al raggiungimento delle strutture per colpe di trasporti non efficienti o di altre difficoltà logistiche. I decreti. Il ministro Marco Bussetti sta per licenziare due provvedimenti che attendono solo in nulla osta della Corte dei conti. Uno riguarda la ridefinizione dei costi standard grazie a due nuovi criteri perequativi che definisco il "prezzo giusto" delle attività universitarie che verrà calcolato in base al numero di studenti e professori in forza all'ateneo di riferimento. Il secondo decreto è la diretta conseguenza del primo perché seguendo i nuovi criteri cambierà anche la suddivisione dei 7,3 miliardi di euro che rappresentano il Fondo di finanziamento ordinario alle università. L'università di Sassari. «Abbiamo registrato un incremento dell'1,8% rispetto al 2017: il primo dall'introduzione delle nuove regole di finanziamento basate sul numero di studenti regolari, sul loro rendimento e qualità e quantità della ricerca - spiega il prorettore Luca Deidda -. Grazie agli sforzi compiuti dall'Ateneonel reclutamento, orientamento e supporto agli studenti, gli iscritti regolari sono cresciuti di oltre il 3% l'anno dal 2014 al 2017. Oltre il doppio del tasso medio nazionale. Questo risultato è anche frutto dell'impegno in sede nazionale per il riconoscimento delle condizioni di insularità e debolezza socioeconomica che limitano la capacità di attrarre studenti. L'aumento degli studenti regolari è importantissimo: incide sul finanziamento ministeriale ma anche perché indica come sia cresciuto il livello e l'impegno dei nostri studenti. Aumenta anche la componente premiale su ricerca e qualità reclutamento. Qui beneficiamo del fatto che il Ministero ha innalzato la cifra complessiva e del fatto che Uniss, rientrata tra gli atenei finanziariamente virtuosi grazie ai conti in ordine, ha potuto ottenere dal Ministero il semaforo verde per un piano di reclutamento di docenti e personale Un ruolo rilevante infine ha svolto il finanziamento ricevuto dall'Ateneo per l'eccellenza del Dipartimento di Scienze economiche; di cui godremo per i prossimi 5 anni».

 

7 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 22 settembre 2018 / Sardegna - Pagina 4
SANITÀ Le cause: concorsi bloccati e stop al turn over. L'Ats dà il via alle stabilizzazioni
EMERGENZA INFERMIERI
NE MANCANO OLTRE 4500

di Silvia Sanna
SASSARI Ai test d'accesso al corso di laurea di Scienze Infermieristiche e Professioni sanitarie anche quest'anno c'era la fila: un esercito di giovani - moltissimi dei quali neo diplomati - agguerriti e motivati nell'inseguire il sogno del camice. Ma anche speranzosi di riuscire, dopo la laurea, a trovare subito lavoro: speranza giustificata, considerato che in Sardegna c'è una carenza cronica di infermieri alla quale solo di recente l'Ats ha deciso di mettere una pezza con assunzioni e stabilizzazioni dei precari. Ma colmare i buchi nell'organico sarà un'impresa lunga e quasi impossibile soprattutto per i costi: nell'isola, secondo la Fnopi - Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche - manca almeno un terzo degli infermieri necessari a garantire un livello di assistenza soddisfacente. I numeri. Gli operatori impiegati nelle strutture sanitarie sono 8870, quelli che mancano sono 4540: soltanto con questi numeri sarebbe garantito il rapporto, giudicato ottimale, di 3 infermieri per ogni medico. Al momento in Sardegna non si raggiunge invece neppure il rapporto di 2 a 1. L'isola non è da sola. La situazione della nostra regione rispecchia infatti quella nazionale che mostra una generale carenza di infermieri: le uniche realtà che hanno raggiunto la media del rapporto 1-3 tra medici e infermieri sono, secondo l'analisi della Fnopi Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Molise e Bolzano. Il resto d'Italia è in deficit di infermieri con situazioni diversificate, dai 9.755 infermieri in meno della Sicilia ai 616 infermieri in meno nelle Marche. Complessivamente, in Italia mancano all'appello più di 51mila infermieri.Le cause. Dagli operatori del settore in Sardegna arrivano conferme: il problema è noto ed è figlio di scelte compiute in passato. «Lo studio della Fnopi è attendibile anche se il reale parametro da prendere in considerazione non è quello tra medici e infermieri ma tra questi ultimi e i pazienti che ricevono l'assistenza», dice Piero Bulla, presidente Ordine professioni infermieristiche per la provincia di Sassari. Che spiega così la penuria di infermieri: «Da circa 15 anni in Sardegna non si fanno concorsi e sino all'anno scorso la Regione di fronte ai costi enormi della macchina sanitaria, aveva disposto il blocco del turn over. Questi due fattori hanno determinato una situazione di paralisi che è sfociata nel massiccio ricorso ai precari. Soltanto di recente il piano di stabilizzazioni avviato dalla Ats sta almeno in parte contribuendo a sbloccare la situazione. Ma la strada è lunga - spiega Bulla - : anche perché i numeri regionali degli infermieri disoccupati non basteranno a coprire la carenza massiccia in organico. Ma è importante comunque che il percorso sia cominciato». D'accordo con Bulla è Pierpaolo Pateri, presidente dell'Ordine professioni infermieristiche per Cagliari: «Quindici anni fa in Sardegna non c'erano infermieri perché mancavano i corsi di formazione o erano insufficienti per coprire la richiesta. Per questo li abbiamo fatti arrivare dal Sud America e dalla Romania. Poi c'è stato il blocco del turn over al quale si è aggiunto l'effetto Fornero: la presenza di lavoratori con età molto avanzata ha creato ulteriori problemi al sistema a causa delle frequenti assenze non coperte da sostituzioni. Ora - sottolinea Pateri - dopo anni di purgatorio finalmente l'Ats ha deciso di procedere alle stabilizzazioni attraverso un monitoraggio accurato delle criticità, individuando dunque le priorità».Il piano Ats. Sono 447 secondo il programma dell'Azienda per la tutela della salute i professionisti che saluteranno definitivamente il precariato. A questi si aggiungeranno quelli che rientreranno in Sardegna grazie all'attivazione della mobilità. Basteranno? «Impossibile - dice Pateri - credo che tra assunti in pianta stabile e precari avremo complessivamente circa la metà delle risorse considerate necessarie. Il rapporto 1-3 non sarà mai rispettato anche perché i costi sarebbero insostenibili. Ma è chiaro che per coprire i vuoti si attingerà in misura sempre più massiccia dal serbatoio di laureati delle nostre Università».

 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 22 settembre 2018 / Sardegna - Pagina 7
SPIEGATO IL FENOMENO DI GIOVEDÌ
Gli scienziati: è stato un "bolide" a esplodere nei cieli della Gallura

di Angelo Mavuli
TEMPIO Una scia luminosa che per qualche secondo spezza il velo delle tenebre, quindi un boato, simile all'esplosione di una bomba. Ha una spiegazione ufficiale l'evento inconsueto che giovedì sera dopo le 21,30 ha spaventato migliaia di persone nell'isola, dal Nord Est al Sulcis, con la maggior parte delle segnalazioni provenienti dalla Gallura, da Tempio sino ai centri costieri. Tante persone hanno sentito i vetri delle finestre tremare, l'allarme è stato lanciato anche da altre regioni che si affacciano sul Tirreno: si è trattato di un "bolide". Daniele Gardiol dell'Istituto nazionale di astrofisica di Torino, responsabile del progetto Prisma (Prima rete per la sorveglianza sistematica di meteore e atmosfera) gestito dall'Inaf, spiega che «quello avvenuto nei cieli della Sardegna è il terzo evento simile di questa estate». A differenza dei primi due (il primo il 18 di agosto sull'Adriatico, il secondo l'8 settembre sull'Austria, sul Veneto e sull'Adriatico) quello di giovedì è stato impossibile da tracciare, non avendo la Sardegna una rete di telecamere sufficiente. «I bolidi sono meteore brillanti, piccoli frammenti di roccia o ghiaccio staccati da comete o asteroidi - dice Gardiol - Quando la Terra attraversa zone ricche di questi frammenti, le meteore interagiscono con l'atmosfera a velocità elevatissime producendo delle scie luminose. Le più familiari sono quelle sottili delle stelle cadenti. L'intensità dell'evento dipende dalle dimensioni dell'oggetto. Le meteore all'origine delle stelle cadenti hanno origine da granelli le cui dimensioni variano da un millimetro a un centimetro. Nel caso dei bolidi, i frammenti che li producono hanno dimensioni comprese fra un centimetro e decine di centimetri».Luciano Burderi, professore associato di astronomia e astrofisica del dipartimento di fisica dell'Università di Cagliari, riferisce un parere di Manuel Floris, direttore del Planetario di Cagliari, astronomo e astrofilo appassionato, secondo cui si è trattato di un bolide che dovrebbe essersi disintegrato sui cieli del nord-Sardegna, tra il Golfo di Asinara e le Bocche di Bonifacio. «Un "bolide" - spiega Burderi - è una meteora molto brillante che entrando a contatto con l'atmosfera terrestre alla fantastica velocità di centomila chilometri l'ora (ovvero cento volte più veloce di un jet di linea), si surriscalda fino ad esplodere ad alta quota. L'esplosione produce un fortissimo boato che, in effetti, è stato udito da molti casuali osservatori». Burderi spiega che «corpi celesti di dimensioni molto maggiori, quali grosse comete il cui diametro può arrivare a decine di chilometri, orbitano intorno al Sole. Il loro numero tuttavia è così esiguo che la probabilità che precipitino sulla Terra è veramente bassa. Gli impatti sono eventi rari (uno ogni qualche centinaio di milioni di anni) e quando avvengono possono persino innescare importanti cambiamenti climatici». È il caso del supermeteorite che secondo una affermata teoria sarebbe caduto nel Golfo del Messico 65 milioni di anni fa provocando l'estinzione dei dinosauri.

 

9 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 22 settembre 2018 / Sardegna - Pagina 7
Gonnesa, nell'ex Carbosulcis si studierà la materia oscura
I SEGRETI DELL'UNIVERSO NELLE MINIERE 4.0

di Sabrina Zedda
GONNESA Cos'è la materia oscura, quell'energia invisibile che forma il 69 per cento dell'universo ma di cui nessun scienziato ha mai visto una sola particella? Se un giorno si dovesse avere una risposta, la Sardegna potrà dire di aver fatto la sua parte. Perché è qui, nelle miniere della Carbosulcis di Seruci e Nuraxi Figus, dove sorgerà una torre di "distillazione criogenetica" da cui verrà ricavato l'argon per gli esperimenti che possono sciogliere il mistero. Insieme all'argon, si potranno ottenere isotopi da elementi come l'ossigeno o l'azoto, che troverebbero impiego in medicina o in agricoltura.Il progetto Aria. È il frutto della collaborazione tra la Regione, l'Istituto nazionale di fisica nucleare, il Cern di Ginevra e la Carbosulcis. Se tutto dovesse andare secondo le previsioni, l'isola non solo si ritaglierà un posto importante tra chi ha contribuito a risolvere uno dei rompicapi più assillanti per gli studiosi, ma vedrebbe la miniera del Sulcis convertirsi in un bacino capace di produrre innovazione e nuovi posti di lavoro. Tutto nasce grazie a "Dark side", un progetto portato avanti dall'Infn nei laboratori del Gran Sasso che prevede di studiare gli urti della materia oscura utilizzando un materiale rivelatore: l'argon. Spiega Cristian Galbinati, coordinatore di Dark side: «L'argon normalmente presente nell'aria contiene una percentuale di impurità che non lo renderebbe adatto ai nostri esperimenti. Ne serve uno più pulito». Da qui l'idea di utilizzare diverse quantità di questo gas arrivate dal Colorado, negli Usa: «In questo stato l'argon è più purificato - continua Galbinati - ma ancora ha bisogno di essere trattato». E qui entra in gioco la Sardegna: il pozzo di Seruci, profondo 500 metri, permette di ospitare la torre alta 350 metri dentro cui avverrà il processo di distillazione. Non è tutto: oltre all'argon, l'infrastruttura permetterebbe di separare dall'aria isotopi come il carbonio 13, l'azoto 15 o l'ossigeno 18, che troverebbero impiego ad esempio in medicina, per l'esecuzione della tomografia computerizzata, o in agricoltura, in un processo di arricchimento delle proprietà dell'alga spirulina, nota tra l'altro per le sue proprietà tonificanti. La Regione. «La Sardegna, oltre che sede ideale dal punto di vista delle esigenze infrastrutturali, sta dimostrando di essere un partner affidabile, che parla il linguaggio dell'innovazione, della ricerca e delle nuove tecnologie in un'iniziativa che coinvolge tante eccellenze internazionali - spiega il presidente della Regione, Francesco Pigliaru -. Questo è un progetto su cui abbiamo investito finanziamenti importanti, energie, risorse umane. Ne ho seguito direttamente i primi passi e oggi ci troviamo a un traguardo intermedio che soddisfa tutte le aspettative. Molto interessanti, poi, sono le prospettive industriali e commerciali. Giovani lavoratori e ricercatori sardi sono già impegnati in questo progetto che, mostrando le potenzialità inedite di un settore critico diventa per il territorio un esempio eloquente di trasformazione in positivo»I lavori. La costruzione della torre (la prima al mondo composta da 30 moduli progettati da Infn e Cern) comincerà l'anno prossimo e durerà un anno. Una volta costruita, partirà la fase Seruci 2 del progetto, che permetterà la produzione in larga scala dei diversi elementi. Nel frattempo (a novembre) partirà la fase Seruci 0 di "Aria", che prevede dei test con una colonna alta 30 metri, alla fine dei quali (l'anno prossimo) si passerà alla fase Seruci 1 con cui già potranno essere prodotti i diversi tipi di isotopi. «Con questo progetto passiamo alla miniera versione 4.0 - dice il presidente dell'Infn, Fernando Ferroni- La Sardegna è il luogo ideale perché è il posto meno sismico d'Europa ed è poco popolata». L'idea di "Aria" è nata nel 2015, quando è avvenuto il contatto tra Regione e Infn: per il progetto occorreva una torre di distillazione ma la costruzione di un sito ad hoc aveva costi improponibili. Dopo l'interessamento del deputato Francesco Sanna (Pd) arrivò la svolta nelle miniere del Sulcis che, con i loro pozzi, erano già pronte.

 

10 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 22 settembre 2018 / Economia - Pagina 16
A Oristano tre giorni di dibattiti con 125 dottorandi provenienti da tutta Italia
ALIMENTARE, IL FUTURO È LA RICERCA

di Simonetta Selloni
ORISTANO Ma i dottorati industriali possono dare davvero un aiuto alle esigenze di ricerca e sviluppo delle imprese alimentari? e se si, come? E ancora, le aziende alimentari sono consapevoli che il dottorando sia una risorsa per l'impresa o piuttosto lo vivono con una diffidenza che rasenta il fastidio? Domande alle quali ha cercato di dare spunti di riflessione la tavola rotonda conclusiva del XXIII workshop sugli sviluppi della ricerca svolta dai dottorandi nel settore dell'alimentare, una tre giorni che ha radunati 125 giovani cervelli della ricerca provenienti da 27 Università italiane a Oristano. Una tre giorni di altissimo livello scientifico organizzata dal Dipartimento di Agraria dell'Università di Sassari con il Consorzi universitario Uno di Oristano e il network nazionale dei dottorati di ricerca, assieme a associazioni di produttori, enti e privati. Per tornare alla domanda iniziale, certamente i dottorandi sono utili ma al 34esimo ciclo dei dottorati non c'è ancora un vero raccordo tra mondo dell'impresa e mondo accademico. Lo ha ricordato Michele Pisante, consulente del Cluster Agrifood clan, che ha partecipato alla tavola rotonda assieme a Emanuele Marconi, dell'Univiersità del Molise, Marco Rau, Confartigianato e imprenditore, Giuseppe Ruggiu, presidente di Confindustria Nord Sardegna, e Michele Oralndo, direttore marketing Conad del Tirreno. Nonostante ci siano importanti strumenti a sostegno dei dottorati, attraverso il ministero dell'Università e ricerca, la sensazione è che le aziende non ne abbiano colto l'importanza: al punto che, ha spiegato Marconi, da venti anni impegnato a promuovere l'incontro tra capitale umano universitario e imprese, si fa fatica a farli accettare nonostante per le aziende siano praticamente a costo zero. E se il mondo dell'occupazione nei settori dove qualità, ricerca, sperimentazione e innovazione contano, richiede un apprendistato di terzo livello, la verità dei numeri per quanto riguarda l'effettivo inserimento nel mondo del lavoro dei dottorandi è sconfortante: secondo Almalaurea, solo l'11.40 per cento dei ricercatori trova collocazione nell'azienda dove svolge il suo studio. Ci sono esempi virtuosi come quello citato da Marco Rau, nella cui azienda si è realizzato un felice percorso con un giovane poi effettivamente incorporato nell'impresa. Tra i problemi, anche le piccole dimensioni delle aziende, il collegamento tra Università e imprese ancora da perfezionare, la mancanza di continuità dei percorsi che dovrebbero favorire l'incontro tra ricerca, formazione e produzione.

 

11 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 22 settembre 2018 / Sassari - Pagina 30
IL POLICLINICO SASSARESE EVADE 7 MILIONI
I militari avrebbero accertato il mancato versamento all'erario delle ritenute fiscali operate su retribuzioni e compensi

di Gianni Bazzoni
SASSARI Una differenza enorme, conti che non tornavano nella fase di comparazione tra le ritenute fiscali operate sulle buste paga dei dipendenti e sui compensi erogati ai professionisti che avevano operato per conto della struttura. A conclusione delle attività di verifica e di indagine la cifra mancante è risultata esorbitante: 7 milioni di euro non versati all'erario. Troppi per sfuggire a un controllo. É la società per azioni titolare del Policlinico Sassarese a essere finita nel mirino della Guardia di finanza e il rappresentante legale della struttura sanitaria è stato denunciato all'autorità giudiziaria - anche per gli aspetti penali - in quanto l'evasione fiscale accertata risulta superiore ai limiti previsti dall'articolo 10 bis del Decreto legislativo del 10 marzo 2000, n. 74 (150mila euro per singolo anno d'imposta.Il Nucleo di polizia economico-finanziaria del comando provinciale della Guardia di finanza di Sassari, guidato dal colonnello Marco Sebastiani, aveva cominciato l'attività di verifica e di indagine già da qualche tempo. Sotto esame i conti del Policlinico Sassarese relativi in particolare all'ultimo quadriennio dai quali era emersa comunque la conferma di una difficoltà complessiva. Una carenza di liquidità che ha portato a più riprese anche a ritardare il pagamento degli stipendi ai dipendenti e in ogni caso a erogare le spettanze dilazionate nel tempo. L'operazione della Finanza si inquadra nell'ambito delle attività di contrasto all'evasione fiscale predisposta dal comando provinciale delle fiamme gialle e orientata anche al filone sanitario. Incrociando le informazioni delle banche dati, i militari della sezione economico-finanziaria hanno individuato la società che è stata sottoposta al controllo finalizzato soprattutto alla verifica del corretto assolvimento degli obblighi delle disposizioni tributarie vigenti ai fini delle imposte dirette.Sulla vicenda è intervenuto ieri il direttore generale del Policlinico Sassarese Vincenzo Dettori: «Le trattenute oggetto di indagine della Guardia di finanza, regolarmente dichiarate ma non versate, sono evidenziate e rilevate puntualmente nei bilanci della società quale debito con l'erario. I primi anni di mancato versamento, sono stati oggetto delle rateizzazioni ammesse dalle legge per il pagamento. La società ribadisce di non aver inteso omettere i mancati versamenti - dice Dettori - e, riconoscendoli nei documenti di bilancio quale debiti nei confronti dell'erario, di non aver mai voluto volontariamente evadere alcunchè»

 

12 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 22 settembre 2018 / La mia Isola - Pagina 13
Attesa per le opere di Angius e Marcias
Anche il cinema made in Sardegna potrebbe trovare posto nelle sale in autunno. Potrebbe, perché non ci sono ancora date certe di uscita per film realizzati recentemente da registi sardi o comunque ambientati nell'isola. Tra i lungometraggi pronti c'è il nuovo lavoro di Bonifacio Angius, "Ovunque proteggimi", girato quasi tutto a Sassari come il precedente "Perfidia". Un passaggio a qualche festival importante, a novembre ci sarà per esempio il Torino Film Festival che potrebbe rappresentare la collocazione ideale, sarebbe anteprima perfetta della distribuzione al cinema. Visto alla Mostra di Venezia, nella sezione Giornate degli autori, avrà un futuro nelle sale il cortometraggio "L'unica lezione" diretto da Peter Marcias. Prodotto nell'ambito di un laboratorio tenuto all'università di Cagliari, il breve film dedicato al maestro iraniano Abbas Kiarostami ha trovato distribuzione con la Kio Film di Valentina Del Buono. Si potrà vedere sul grande schermo grazie a una formula particolare, abbinato come alla presentazione al Lido a "Il teatro al lavoro" di Massimiliano Pacifico, che ha per protagonista Toni Servillo. Per quanto riguarda i film girati in Sardegna da registi non sardi, da ricordare "Fiore gemello" di Laura Luchetti, ambientato interamente nel sud dell'isola. Da capire quando si potrà vedere in sala. Avvolto nel mistero invece il futuro di "Domino", il film di Brian De Palma girato in parte anche a Cagliari l'anno scorso. Qualche mese fa il regista in un'intervista a Le Parisien, mentre si trovava in Francia per una retrospettiva a lui dedicata, ha addirittura messo in dubbio l'uscita del film definendo l'esperienza di questo progetto come terribile. (f.c.)

Questionario e social

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