Domenica 29 luglio 2018

29 luglio 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di domenica 29 luglio 2018 / Cronaca di Cagliari (Pagina 31 - Edizione CA)
Università
CINQUE BORSE DI STUDIO PER INGEGNERI

Anche quest'anno i cinque migliori neolaureati in Ingegneria chimica e dei processi biotecnologici sono stati premiati e riceveranno una borsa di studio per proseguire il percorso e ottenere la laurea magistrale. Le borse di studio, assegnate da Saras, Fluorsid, Ecotec ed Ecoserdiana, sono state assegnate a Paolo Chironi, Muino Taquidir, Daniele Porcu, Gioele Putzolu e Andrea Sebis.
"Le imprese e l'Università di Cagliari hanno strutturato un rapporto di stretta collaborazione, mirata in particolare a creare e mantenere un elevato livello di competenze in Sardegna". A spiegarlo, nella sua introduzione della breve cerimonia dopo la proclamazione delle lauree, è Massimiliano Grosso, coordinatore del corso di studi in Ingegneria chimica dell'Università di Cagliari. Un'iniziativa, è stato spiegato, che punta ad arginare la fuga dei cervelli dalla Sardegna. Gli studenti hanno ricevuto una borsa di studio da 500 euro e il voucher per uno stage in una delle principali industrie del territorio.

 

2 - L’UNIONE SARDA di domenica 29 luglio 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 32 - Edizione CA)
BORSE DI STUDIO E ALLOGGI
Sino alle ore 13 del 22 agosto sarà attiva sul sito internet www.ersucagliarionline.it la procedura di compilazione on line delle domande di partecipazione al concorso per l'attribuzione di borse di studio e posti alloggio per l'anno accademico 2018/19. Gli studenti che intendano partecipare devono attivarsi quanto prima per richiedere il calcolo dell'Isee 2018, che dovrà recare la dicitura “si applica alle prestazioni agevolate per il diritto allo studio universitario”. Il bando integrale è pubblicato sullo stesso sito dell'Ersu.

 

3 - L’UNIONE SARDA di domenica 29 luglio 2018 / Provincia di Oristano (Pagina 51 - Edizione CA)
MOGORO. Inaugurata nei giorni scorsi, la mostra si apre al mondo
Il filo rosso dell'artigianato unisce Sardegna e Senegal

La conferma è la presenza dei prodotti migliori dell'artigianato artistico isolano, rappresentato da 88 operatori. Le novità sono un confronto artistico e culturale col Senegal. Ma anche un laboratorio degli studenti della facoltà di architettura dell'Università di Cagliari che da domani costruiranno un nuovo e originale collegamento fra l'esposizione, il parco verde e il centro abitato di Mogoro. Così la fiera dell'artigianato artistico della Sardegna di Mogoro si apre al mondo e alla sperimentazione.
IN MOSTRA La rassegna più antica in Sardegna in fatto di artigianato di qualità ha saputo rinnovarsi nell'edizione numero cinquantasette. Sino al 2 settembre in mostra nel centro polifunzionale di piazza Martiri delle libertà tappeti, arazzi, mobili, ceramiche, gioielli, coltelli, ferro, ma anche le soluzioni innovative per gli arredi interni nel “D Mogoro”, collaborazione fra artigiani e designer. «L'artigianato artistico con l'agroalimentare di qualità arricchisce la vocazione turistica della Sardegna. Sono due pezzi forti di un'offerta ampia e articolata, con la stessa dignità di natura e paesaggio», ha detto l'assessore regionale all'artigianato Barbara Argiolas. Con Argiolas, il sindaco Broccia e l'assessore comunale all'artigianato Luisa Broccia ha tagliato il nastro della fiera l'assessore regionale agli affari generali Filippo Spanu, che ha voluto la sezione della mostra sui manufatti del Senegal del territorio di Pikine. «Dobbiamo essere aperti al confronto e la Sardegna deve continuare a essere crocevia di culture», ha detto Spanu. Artigianato e integrazione. Succederà anche martedì 7 agosto quando alla fiera arriverà il sindaco di Pikine Issakha Diop e una delegazione di alunni della cittadina del Senegal per ringraziare i colleghi delle elementari di Mogoro per i doni ricevuti a Natale.
WORKSHOP Il sindaco Broccia ha annunciato il workshop “MogoroLab”, che entrerà nel vivo domani mattina con 35 studenti al lavoro della facoltà di architettura di Cagliari: «Costruiranno con materiale di riciclo una struttura che collegherà la fiera al centro urbano. Sarà una bella sorpresa per tutti noi mogoresi». Il cuore pulsante della fiera rimane, naturalmente, il nucleo degli artigiani. Una decina di Mogoro, gli altri arrivano da tutta l'Isola. Ricorrenza speciale per i 40 anni de Su Trobasciu, cooperativa tessile tutta al femminile. La sua presidente Wilda Scanu ha detto: «I mestieri vivacizzano i territori. Senza l'artigianato questi paesi rischiano di morire».
Antonio Pintori

 

4 - L’UNIONE SARDA di domenica 29 luglio 2018 / Cronaca di Cagliari (Pagina 31 - Edizione CA)
In dicembre a Taiwan
Due economisti a un simposio internazionale

Marco Desogus ed Elisa Casu, economisti cagliaritani, rappresenteranno la Sardegna al World Banking and Finance Symposium, a Taiwan, il 13 e 14 dicembre.
Lo scopo dell'incontro consisterà, per i gruppi di ricercatori provenienti da tutto il mondo, nel confronto e nella presentazione di tantissimi call for papers (contributi scritti su un determinato argomento, ndr) all'interno di un prestigioso contesto. Marco Desogus, 39 anni, porta con sé i risultati di un solido e ricco percorso di studi: laurea in economia, due master e un dottorato di ricerca in scienze economiche. Elisa Casu, 34 anni, ha una specializzazione nel campo del credito e delle materie bancarie. Si occupano di credito cooperativo da tanti anni ed è così che intraprendono la decisione di candidarsi al call for papers, con un testo scritto a quattro mani in inglese.
«Si tratta di una ricerca svolta in totale autonomia», spiega Desogus. «Abbiamo preso parte all'iniziativa nella consapevolezza che avremmo dovuto avere un confronto con accademici provenienti da tutto il mondo». La struttura del progetto proposto da Casu e Desogus si articola in un approfondimento incentrato sui modelli di valutazione del rischio di credito. Un lavoro che è stato evidentemente apprezzato dalla commissione. «Lo stupore è stato duplice», afferma Desogus. «Abbiamo ricevuto le congratulazioni da parte dell'organizzazione per l'ammissione al summit, e un editore americano ha acconsentito alla pubblicazione del lavoro».
Angelica Grivel

 

5 - L’UNIONE SARDA di domenica 29 luglio 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 32 - Edizione CA)
Seminario alla Mem
Martedì 31 luglio alle 17 alla Mem c'è il seminario “Exchange Students: Past, present, future”  della Education First

 

6 - L’UNIONE SARDA di domenica 29 luglio 2018 / Provincia di Cagliari (Pagina 35 - Edizione CA)
SELARGIUS. Idee chiare a ventitrè anni: «Chiudiamo i campi nomadi»
TERESA, RISCATTO DI UNA ROM
Il diploma e poi il lavoro

Dopo il diploma subito il lavoro, anche se stagionale in un ristorante a Oristano. Ma il prossimo obiettivo è l'Università, per poi realizzare finalmente il suo sogno di aprire un ristorante e assumere tanti giovani rom come lei. Lunghi capelli castani e sguardo determinato, Teresa Sulejmanovic, nata e cresciuta nel campo rom di Selargius, ha le idee chiare sul suo futuro. E soprattutto ha tanta voglia di riscatto dopo anni passati tra pregiudizi e difficoltà. «Ormai mi sento più sarda - dice - chi ci giudica dovrebbe prima conoscerci bene e capire che non siamo tutti uguali».
GLI STUDI Teresa è nata all'ospedale Brotzu di Cagliari 23 anni fa, poi una vita trascorsa nel campo nomadi di Pitz'e Pranu. Nel 2014 il diploma nell'alberghiero di Monserrato, seguito dalle prime esperienze lavorative. «Dopo la maturità ho iniziato con le stagioni estive in diversi ristoranti sardi - racconta la giovane rom - E quest'anno il primo lavoro invernale come cameriera in Trentino. Una volta finita la scuola, non è stato facile trovare un impiego, penso non lo sia per nessuno. Ma dopo tanta pazienza, diversi colloqui e curriculum consegnati ovunque, sono arrivati i primi risultati».
IL CAMPO Il lavoro la porta a vivere fuori dal campo rom gran parte dell'anno. «La mia famiglia mi manca tantissimo - ammette - Sento tutti ogni giorno al telefono e appena posso li vado a trovare. Ma se devo dire la verità, non sento la mancanza del campo: ci sono cresciuta e continuerò ad abitarci, anche se non è un posto dove trascorrere tutta la vita. Mancano le comodità che invece trovi in una casa vera. Secondo me è arrivata l'ora di chiudere definitivamente tutti i campi nomadi e di aiutare chi ha bisogno a voltare pagina, più che altro per dare un futuro migliore ai bambini».
EMANCIPATA Nel frattempo Teresa è riuscita anche a prendersi la patente, un traguardo che poche donne rom riescono a raggiungere: «Averla ti da un'indipendenza enorme». Tra i suoi progetti futuri c'è l'Università. «Mi iscriverò in Scienze dell'Alimentazione - promette a sé stessa - Un sogno che devo realizzare, insieme a quello di aprire un ristorante tutto mio per dare lavoro ai tanti giovani rom. A loro consiglio sempre di studiare per costruirsi un futuro».
RAZZISMO L'ultimo scoglio da superare è il pregiudizio della gente. «Ai rom è stata data un'etichetta che è difficile da togliere - aggiunge la giovane - Non è vero che siamo tutti cattivi, rubiamo e siamo sporchi. Ci sono tante varianti di persone rom, così come esistono diversità tra gli italiani: questo nel 2018 non è stato ancora capito».
Federica Lai

 

7 - L’UNIONE SARDA di domenica 29 luglio 2018 / Cronaca Regionale (Pagina 9 - Edizione CA)
I corsi di alta specializzazione, riservati a pochi allievi, con docenti di fama internazionale
I TOP MANAGER DEL TURISMO STELLATO
Ripartono i Master del Forte Village per creare i nuovi direttori

Enrico Pilia
È il punto di riferimento per la formazione dei manager dell'ospitalità di lusso. Da dieci anni la Hotel Business School by Forte Village è il master imperdibile, riservato a pochi e fortunati allievi, motivatissimi per arrivare a dirigere strutture turistiche di altissima qualità.
Il successo delle prime dieci edizioni è la migliore presentazione per la numero undici del “Master in Five Stars Hotel Management", tra i migliori al mondo secondo gli addetti ai lavori del turismo stellato. In partenza a novembre, sarà interamente in lingua inglese e sarà arricchita grazie all'apporto di nuovi docenti e professionisti del settore e alla collaborazione con partner alberghieri nazionali e internazionali al massimo livello.
L'offerta formativa dell'Hotel Business School si arricchisce con il nuovo Master in Food & Wine Operations Management, un ulteriore percorso di alta specializzazione che formerà i manager del settore enogastronomico, su scala nazionale e internazionale.
IL MASTER FIVE STARS Sarà a numero chiuso, destinato a un massimo di 26 allievi. È confermata la collaborazione con la Cornell University, l'ateneo statunitense che realizzerà due moduli formativi innovativi: il Crase (Cornell Restaurant Administration Simulation Exercise), in esclusiva per l'Italia, simulazione virtuale che permette di cimentarsi nella gestione reale di un ristorante; e il modulo Chess (Competitive Hospitality Educational Simulation Series), la simulazione in tempo reale della gestione di un albergo. All'interno del Master, la presenza di insegnanti e top manager provenienti da realtà di prestigio in ambito internazionale; il tour study (la visita alle migliori fiere del settore dell'ospitalità e hotel a 5 stelle) e il “cross-training on the job”, ovvero la possibilità di entrare nel vivo del lavoro, con gli stage all'interno del Forte Village nei reparti Food&beverage, Cucina, Room division e Service&leisure.
LA DURATA Il percorso durerà di undici mesi ed è strutturato in due fasi: i primi cinque mesi dedicati all'attività didattica in aula, mentre per i successivi sei mesi gli studenti saranno impegnati in stage che si terranno in hotel e resort a 5 stelle in Italia e all'Estero.
GLI OBIETTIVI L'Hotel Business School, creata nel 2008 dal Forte Village in collaborazione con la Luiss Business School di Roma, viene incontro alle esigenze di alta specializzazione espresse dall'industria del turismo. Da qui usciranno dirigenti che potranno ricoprire ruoli di responsabilità nelle diverse aree funzionali di un'industria alberghiera a 5 stelle.
L'OCCUPAZIONE Gli alunni delle precedenti dieci edizioni sono attualmente impegnati e crescono nella propria carriera professionale.
IL COSTO Il Master costa 16.800 euro. Ma per favorire la frequenza, grazie al contributo di alcuni sponsor, sono previste delle borse di studio a copertura parziale della quota (fino al 20 % di sconto) che verranno assegnate dopo una valutazione degli aspiranti top manager e degli esiti delle selezioni, da parte del Management Board del Forte. Le iscrizioni sono aperte fino al 30 settembre 2018.
IL DIRETTORE «La domanda di figure ad alta professionalità e specializzate nel turismo è in costante crescita, soprattutto nel segmento lusso, che da anni svolge un ruolo trainante per l'intera industria», sottolinea Lorenzo Giannuzzi, CEO e direttore generale del Forte Village, «il Master è una risposta innovativa alla sfida che le industrie alberghiere devono affrontare per gestire la complessità di un sistema turistico in continua evoluzione che richiede livelli di eccellenza in numerose aree di competenza».
IL MASTER FOOD & WINE Anche questo sarà a numero chiuso, destinato a 24 allievi. L'obiettivo è creare figure professionali in grado di ricoprire ruoli strategici nel settore del food and wine, comparto a forte crescita occupazionale nei prossimi dieci anni. Il percorso formativo si articola in 800 ore di attività. Le lezioni saranno affidate a professionisti, chef e sommelier di fama internazionale, manager, docenti universitari e consulenti. Previsto un “cross training” di 10 giorni al Forte Village ed uno stage di durata variabile dai tre ai sei mesi in alcuni importanti ristoranti stellati e hotel di lusso. Le iscrizioni chiudono il 31 agosto 2018, la quota di partecipazione è di 8 mila euro (rateizzabile in tre soluzioni). Anche in questo caso sono previste borse di studio. Tutte le info sui master su info@masterfivestars.com, www.masterfivestar.it e ai numeri 0709218097 e 3386001266.

 

8 - L’UNIONE SARDA di domenica 29 luglio 2018 / Provincia di Sassari (Pagina 56 - Edizione CA)
SILIGO. Scavi archeologici: una eccezionale scoperta a Mesumundu
I TESORI DEL MEILOGU: LA CARLO FELICE DEI ROMANI
Un tratto di strada romana lungo oltre 16 metri è la straordinaria scoperta avvenuta a Mesumundu, nelle campagne di Siligo.

La strada romana era sepolta da una spessa coltre di terreno agricolo ed è stata identificata, dopo quattro settimane di scavi archeologici della Scuola estiva internazionale di Archeologia medievale dell'Università di Sassari, diretti da Marco Milanese, ordinario di Archeologia e direttore del Dipartimento di Storia, scienze dell'uomo e della formazione dell'ateneo.
CONFERMA IMPORTANTE «Il lastricato stradale portato alla luce è uno dei rari segmenti di strada romana della Sardegna, datato con certezza all'età romana imperiale, grazie allo scavo archeologico: potrebbe trattarsi di una deviazione, una sorta di svincolo, in direzione di Ardara, che si staccava dall'asse principale della viabilità romana della Sardegna, da Cagliari verso Porto Torres, la colonia di Turris Libisonis», dice Marco Milanese. Il luogo del ritrovamento coincide con il tracciato della Carlo Felice e rappresenta una conferma e un arricchimento importante per il territorio, che riceve significati e una certificazione della viabilità romana, ad oggi solo oggetto di ipotesi.
Il Meilogu è un'area di particolare interesse per la viabilità romana della Sardegna, anche per il raccordo con la strada per Olbia, ma ad oggi non era noto alcun tratto di strada sicuramente databile all'età romana. La strada è stata ritrovata durante gli scavi delle aree adiacenti la piccola chiesa bizantina di Santa Maria di Mesumundu, oggetto da alcuni anni di scavi archeologici mirati a far luce sull'insediamento romano precedente l'epoca bizantina. Sulla carreggiata, una moneta del 350 d.C. circa, probabilmente dell'Imperatore Costanzo II, venne persa da un viaggiatore nel IV secolo d.C. e testimonia l'utilizzo della strada in età tardo-romana.
DETTAGLI Il ritrovamento permette di osservare nel dettaglio le modalità costruttive: la strada era larga circa 4 metri e consentiva dunque il passaggio dei carri, in origine era pavimentata con pietre dalla superficie piatta. Molte pietre del lastricato sono state asportate per successivi riutilizzi e pertanto la strada ha assunto un aspetto di pista. Questo può essere avvenuto a partire dal V secolo d.C.; infatti si sa che fino al III e al IV secolo d.C. la viabilità romana della Sardegna fu oggetto di continui restauri e opere di manutenzione, mentre in seguito queste non furono più garantite, per il collasso del sistema imperiale; la strada ritrovata a Mesumundu fotografa proprio questa crisi e la resilienza, ossia la capacità di continuare a utilizzare la strada, nonostante l'esaurimento di ogni manutenzione.

 

La Nuova Sardegna

 

9 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 29 luglio 2018 / Prima pagina
Siligo, a Mesumundu spunta una strada di epoca romana
La piccola area di Medumundu, che nel cuore del Meilogu sopita l ascuola estiva di archeologia medievale dell’università di Sassari, regala una nuova sorpresa: 20 studenti dell’ateneo e delle università di Barcellona, Granada, Madrid e Valencia hanno portato alla luce un tratto di strada romana. BUA, PAG. 4

Sardegna - Pagina 4
Il ritrovamento è opera di un gruppo di studenti universitari
DAGLI SCAVI RIEMERGE UNA STRADA ROMANA

Il tratto lungo 16 metri è stato riportato alla luce nel sito di Mesumundu, oggetto di ricerche già dalla fine dell’800. Potrebbe trattarsi di un percorso per Ardara. I lavori sono diretti da Marco Milanese, del Dipartimento di storia dell’ateneo di Sassari che ogni anni organizza la scuola estiva di archeologia medievale
di Giovanni Bua
SILIGO Non smette di regalare sorprese, e attese conferme, la piccola area di Mesumundu, ai piedi del Monte Sant'Antonio nel cuore del Meilogu, che da anni ospita la scuola estiva di archeologia medievale, organizzata dal dipartimento di Storia dell'università di Sassari e dal Comune di Siligo.Dopo quattro settimane di scavi una ventina di studenti di archeologia dell'ateneo turritano e delle università di Barcellona, Granada, Madrid e Valencia, diretti da Marco Milanese, hanno portato alla luce, sotto una spessa coltre di terreno agricolo, un tratto di strada romana lungo oltre 16 metri. «Il lastricato stradale portato in luce è uno dei rari segmenti di strada romana della Sardegna, datato con certezza all'età romana imperiale, grazie allo scavo archeologico: potrebbe trattarsi di una deviazione, una sorta di svincolo, in direzione di Ardara, che si staccava dall'asse principale della viabilità romana della Sardegna, da Cagliari verso Porto Torres, la colonia di Turris Libisonis», afferma l'ordinario di Archeologia dell'università di Sassari.Mesumundu, identificabile per la piccola chiesetta in laterizi di epoca bizantina, è un sito oggetto di scavi archeologici dall'Ottocento. Si conoscono almeno sei interventi di scavo, oltre ad un numero imprecisato di scavi clandestini o comunque non autorizzati. Nonostante i precedenti interventi, il sito è paradossalmente poco conosciuto, ai piedi del Monte Sant'Antonio, non distante da Monte Santo, che spicca nel paesaggio del Meilogu e ne rappresenta l'elemento paesaggistico più riconoscibile. Mesumundu è un sito strategico, un central place per la storia del Meilogu, ma è anche un luogo in cui leggere modi e tempi del passaggio dal mondo romano a quello medievale e costruire un caso di studio che possa essere utilizzato per capire questa transizione in Sardegna e nel bacino del Mediterraneo.La strada è stata portata alla luce nelle aree adiacenti la piccola chiesa bizantina, il luogo del ritrovamento coincide con il tracciato della strada Carlo Felice e dell'attuale 131 e rappresenta una certificazione della viabilità romana, ad oggi solo oggetto di ipotesi.Sulla carreggiata, una moneta del 350 d.C. circa, probabilmente dell'Imperatore Costanzo II, venne persa da un viaggiatore nel IV secolo o anche successivamente e testimonia l'utilizzo della strada in età tardo-romana, che fu percorsa ancora per numerosi secoli e forse addirittura nel pieno Medioevo.Il ritrovamento permette di osservare nel dettaglio le modalità costruttive: la strada era larga circa 4 metri e consentiva dunque il passaggio dei carri, in origine era pavimentata con pietre dalla superficie piatta, assicurate su un sottofondo compatto di macerie pressate, utili per permettere il drenaggio dalle acque e mantenere asciutta la carreggiata. Molte pietre del lastricato sono state asportate per successivi riutilizzi e pertanto la strada ha assunto un aspetto di pista.Questo può essere avvenuto a partire dal V secolo d.C.; infatti si sa che fino al III e al IV secolo d.C. la viabilità romana della Sardegna fu oggetto di continui restauri e opere di manutenzione, mentre in seguito queste non furono più garantite, a causa del collasso del sistema imperiale. La strada ritrovata a Mesumundu fotografa pertanto proprio questa crisi e la resilienza, ovvero la capacità di continuare a utilizzare la strada, nonostante l'esaurimento di ogni possibilità di manutenzione.Lo scavo, sotto la sorveglianza della soprintendenza archeologia, per le Province di Sassari e Nuoro, è diretto da Marco Milanese e coordinato da Maria Cherchi e Alessandra Deiana, archeologhe dell'università di Sassari, coadiuvate da Giancarlo Deruda, Nicola Scanu, Claudia Nieddu, Angela Murtas, Alberto Vitolo e Maria Luisa Bacciu.

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie