Domenica 22 luglio 2018

22 luglio 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di domenica 22 luglio 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 34 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. La prima riunione del cda a Palazzo Belgrano
Statuto, tasse ed elezioni: l'Università si rinnova

L'Università di Cagliari ha un nuovo cda nominato dal Senato accademico dell'Ateneo che si è riunito per la prima volta nella composizione rinnovata in base alle modifiche di recente introdotte nello Statuto.
I nuovi componenti del cda sono i docenti Riccardo De Lisa, Giuseppe Mazzarella, Valentina Onnis e Cecilia Tasca, le imprenditrici Alessandra Argiolas e Anna (nota Daniela) Ducato. In rappresentanza del personale dell'Ateneo è stata nominata Stefania Lecca. Invariata la rappresentanza degli studenti, con Luca Arixi e Laura Mereu. Domani mattina, a Palazzo Belgrano, è in programma la prima riunione del nuovo Consiglio di amministrazione. «Il nuovo Senato accademico è un luogo in cui discutere delle problematiche che riguardano tutto l'ateneo», ha spiegato la rettrice, Maria Del Zompo in apertura della seduta della riunione. «Questo è un Senato che eredita i successi del precedente, primo tra tutti la battaglia contro i parametri iniqui con cui gli atenei come il nostro vengono giudicati. È un passaggio di consegne con valori importanti».
Tra le altre novità dello Statuto, insieme al nuovo regolamento sulle tasse universitarie, anche quella dell'elezioni del rettore che avverrà in soli due turni, il secondo dei quali con il ballottaggio. «I bizantinismi accademici non abitano più qui», aveva commentato Pietro Ciarlo, prorettore delegato per la semplificazione e l'innovazione amministrativa. Inoltre i Consigli di dipartimento sono diventati il cuore pulsante della nuova organizzazione rappresentativa: anche gli studenti sono chiamati a farne parte e tutti i direttori di dipartimento saranno automaticamente componenti del Senato accademico.

 

2 - L’UNIONE SARDA di domenica 22 luglio 2018 / Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
I sette Comuni sardi che scommettono sulle oasi di natura e storia
GIARDINI STORICI, VACANZE LONTANO DALLA RESSA ESTIVA

Angela Caratzu è la tutor dell'ospite, qui a Santu Lussurgiu, e da quando il paese (già Borgo autentico d'Italia) è entrato nella rete dei giardini storici, dice che lavora più di prima. L'attrazione è il parco di San Leonardo di Siete Fuentes, bosco di lecci e fonti d'acqua pura, e lei - 35 anni, gestore di un agricampeggio - accompagna i visitatori dentro i percorsi di natura, botanica e storia di quest'oasi del Montiferru. «È la filosofia del mio ruolo di tutor dell'ospite - spiega - che è poi quella di un residente che fa conoscere ai visitatori anche gli aspetti meno turistici di un luogo, l'anima e la cultura di una comunità».
IL CIRCUITO Ed è in fondo la filosofia della rete dei Giardini storici della Sardegna, circuito di sette Comuni nato nell'ottobre scorso che con Santu Lussurgiu, conta Cagliari, Sassari, Laconi, Milis, Bolotana e La Maddalena. Il sodalizio - avviato con la firma del protocollo d'intesa dall'assessorato regionale al turismo col Polo museale della Sardegna, l'Università di Cagliari, i Comuni coinvolti, l'Unione dei Comuni del Marghine e l'agenzia Forestas - punta a far conoscere i tesori botanici e paesaggistici dell'Isola, promuovendo così un'offerta di qualità per quanti non si accontentano di sole e spiagge.
L'ITINERARIO È un progetto dentro il segmento del cosiddetto turismo lento, imperniato su paesaggio cibo cultura e storia di luoghi fuori dai circuiti di massa. Finora, grazie ai fondi ministeriali ed europei (rispettivamente 70 mila e 140 mila euro) gestiti dalla Regione, si è lavorato alla creazione di un brand della rete, a un'immagine unica del percorso con pacchetti turistici e progetti per l'accessibilità ai visitatori disabili. «Abbiamo in stampa la brochure che racconta tutto l'itinerario dei sette giardini storici con le attuali mappe dell'accessibilità dei luoghi. Adesso - spiega Diego Loi, sindaco di Santu Lussurgiu, Comune capofila della rete - il nostro impegno è quello di migliorare ulteriormente l'offerta e intervenire per l'abbattimento delle barriere architettoniche».
LA PROMOZIONE Grazie all'adesione alla rete dei giardini storici, dice la sindaca di Bolotana, «è stata migliorata la promozione e si lavora finalmente alla fruibilità di questi luoghi anche per i turisti disabili». Il parco di Badde Salighes, di proprietà dell'Unione dei Comuni del Marghine, è tra le oasi più suggestive in Sardegna: questi erano i possedimenti dell'ingegnere gallese Benjamin Piercy, arrivato nel 1863 per progettare la rete ferroviaria. «Un pezzo di storia inglese dentro il nostro territorio. È un sito già molto conosciuto, ma - sottolinea Annalisa Motzo - l'ingresso nella rete dei giardini storici ha significato un'attività promozionale migliore e più incisiva. Per noi una bella sfida che ci appassiona soprattutto perché, finalmente, si parla di accessibilità dei percorsi rurali ai turisti disabili».
I PUNTI DEBOLI Anche il professor Gianluigi Bacchetta, direttore dell'Orto botanico di Cagliari, dice che l'ingresso nel circuito regionale delle oasi è una bella cosa. «Ben vengano la brochure dei giardini storici e le giornate di apertura gratuita: tutta pubblicità. Ma il problema è che, da un punto di vista turistico, tutto rischia di rimanere fine a se stesso perché manca una strategia a livello regionale. Insomma, finalmente si sta investendo in cultura, e la direzione è quella giusta, però l'offerta non è organica e i risultati si stanno vedendo». È un calo degli arrivi e delle presenze turistiche, il segno meno rispetto allo scorso anno, mentre riprendono quota le destinazioni del nord Africa. La tendenza pesa anche sull'Orto botanico di Cagliari, una media di 100mila visitatori all'anno negli ultimi tempi. «Adesso, con meno navi da crociera in arrivo e meno turisti che acquistano il pacchetto con le visite guidate, stiamo registrando un calo».
IL CIRCUITO NAZIONALE L'obiettivo della rete dei sette Comuni è entrare nel circuito nazionale dei giardini storici che richiama ogni anno 9 milioni di visitatori. «È l'occasione per la creazione di nuove stagionalità», aveva dichiarato in primavera l'assessora al Turismo Barbara Argiolas (che ieri non è stato possibile raggiungere al telefono) all'inaugurazione del calendario delle visite gratuite nei sette parchi. «Il turismo botanico è un mercato di nicchia che in Italia e in Europa coinvolge migliaia di appassionati con alta capacità di spesa».
Piera Serusi

 

3 - L’UNIONE SARDA di domenica 22 luglio 2018 / Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
L'artista agronomo
«Un patrimonio da far conoscere al mondo»

Tutto è nato dalla collaborazione tra Antonino Soddu Pirellas, agronomo che lavora in Regione e artista appassionato di paesaggi, e Mauro Ballero, botanico dell'Università di Cagliari. Nel 2012 pubblicarono un volume sui giardini storici della Sardegna e quando s'insediò la giunta Pigliaru proposero l'idea all'assessorato al turismo. «Perché non fare di questi nostri paesaggi una rete, un circuito che parte da Caprera e arriva a Cagliari? L'idea è piaciuta».
Antonino Pirellas conosce bene i percorsi e la storia di ogni singola oasi. «La maggior parte dei giardini è sorta nell'Ottocento, ma l'idea dell'oasi di pace, legata magari alla fede e al culto delle acque, è antica. Basti pensare al parco di San Leonardo de Siete Fuentes».
Un patrimonio da valorizzare. «Judith Wade, che ha fondato la rete dei Grandi giardini italiani visitata ogni anno da 9 milioni di persone, ha detto: in Sardegna avete una ricchezza preziosa ma dovete farla conoscere. Ecco - conclude -, la rete serve per promuovere un patrimonio che dobbiamo far conoscere al mondo».
( p.s.)

 

4 - L’UNIONE SARDA di domenica 22 luglio 2018 / Cronaca di Cagliari (Pagina 29 - Edizione CA)
Il successo del progetto pilota nato nel 2016 in accordo col Miur. L'entusiasmo degli studenti
TUTTI ASSUNTI DOPO IL DIPLOMA
Al Marconi gli allievi della sezione Z trovano subito lavoro con Enel

Sono stati selezionati fra gli studenti degli istituti tecnici industriali di tutta la Sardegna. Erano i più svegli e motivati. Ancora minorenni, si sono trasferiti a Cagliari e hanno frequentato il corso sperimentale creato ad hoc nell'istituto Marconi, la sezione Z-Enel. Hanno studiato molto e lavorato altrettanto. Salendo sui tralicci, armeggiando nelle sale controllo, testando sul campo quello che imparavano in classe. E alla fine hanno raccolto i frutti della loro fatica: con in mano il diploma di perito elettrotecnico, i 21 alunni del corso speciale sono stati ora assunti dall'Enel con un contratto di apprendistato di secondo livello. E fra 13 mesi, completato il percorso di qualifica, ne potrebbero ottenere uno a tempo indeterminato. Dai banchi di scuola al lavoro senza perdere neanche un giorno.
In questo corso abbiamo applicato teoria e pratica, il metodo funziona e così la scuola prepara davvero Sono felice, è stata molto dura ma i tanti sacrifici sono stati ripagati: ora ho realizzato il mio sogno. Siamo convinti che questo sistema agevoli l'ingresso qualificato nel mondo del lavoro: è la strada giusta
I LABORATORI A rendere possibile il sogno di questi 21 ragazzi sardi è stato l'accordo siglato nel 2016 tra l'Enel e i ministeri dell'Istruzione e del Lavoro che ha coinvolto alcune scuole del Sud. Nell'Isola la scelta è ricaduta sul Buccari-Marconi, istituto all'avanguardia con i suoi 12 laboratori di sistemi e robotica, tecnologie e domotica, elettrotecnica, linguistico, musicale, telecomunicazioni, informatica, chimica e fisica. «Seguiti come tutor dal professor Gianmario Fadda, i 21 allievi sono stati inquadrati a partire dalla classe quarta in un percorso di lavoro con contratto a tempo determinato di apprendistato di primo livello - racconta il dirigente Giancarlo Della Corte -. In questo modo hanno avuto l'opportunità nel corso del biennio di essere al lavoro un giorno alla settimana e nel periodo estivo, con gli stage in azienda, hanno lavorato con un contratto di apprendistato». Un percorso molto più professionale e centrato rispetto a quello obbligatorio dell'alternanza scuola-lavoro. Anche perché gli studenti ricevevano dall'Enel 300 euro al mese, sufficienti per pagarsi almeno in parte le spese.
GLI STUDENTI Tra loro Chiara Cossu, 18 anni, sassarese e unica donna del gruppo, che lavorerà nella sua città natale: «Mio padre è perito elettrotecnico e ha sempre voluto entrare all'Enel, diciamo che il suo sogno l'ho realizzato io», sorride lei. «Per tre anni ho frequentato a Sassari - prosegue - ma quando ho saputo di questo corso sperimentale a Cagliari mi sono buttata. È stata un'esperienza faticosa ma esaltante. Il modello scolastico funziona ma devi crederci ed essere uno tosto. Non è stato facile, mi pesava soprattutto la lontananza da casa e il fatto di essere l'unica ragazza. Alla fine però gli sforzi miei e della mia famiglia sono stati ripagati». Thairi Zarwal, 20 anni, origini marocchine ma radici a Lunamatrona, sarà invece assegnato alla squadra Enel di Sanluri. «Studiavo a Oristano e non appena ho saputo che c'era questa possibilità l'ho colta al volo - racconta -, a distanza di due anni posso dire di aver fatto la scelta giusta. La differenza con la scuola normale? Questo modello consente di applicare realmente la teoria alla pratica maturando competenze trasversali. Ti prepara davvero e credo sia vincente».
I PROGETTI Chiuso il progetto con l'Enel e la sezione Z, il Marconi sta ora pensando di stringere accordi con altre grandi aziende e replicare la fruttuosa esperienza. «Questa è la via maestra da seguire per un sistema che permetta l'introduzione motivata e qualificata nel mondo del lavoro - conclude il dirigente -. Il nostro istituto è già ai primi posti per l'alta percentuale di occupazione che offre nella “Blue economy” e in campo elettrotecnico, ma abbiamo in cantiere tanti altri progetti, caratterizzati da una didattica sempre più innovativa». Stare al passo coi tempi, dunque. La strada è tracciata e sembra quella giusta.
Massimo Ledda

 

5 - L’UNIONE SARDA di domenica 22 luglio 2018 / Cultura (Pagina 60 - Edizione CA)
Seche indaga l'Isola tra Medioevo ed Età Moderna
Sardegna, crocevia di scambi di libri

Se ancora qualcuno immagina la Sardegna al margine dei fermenti culturali e sociali che tra Medioevo ed Età moderna attraversarono il Mediterraneo, ha oggi a disposizione nuove scoperte per rimuovere il pregiudizio. Nell'Isola, ponte tra continente italiano e iberico, circolavano libri e idee. Non solo testi liturgici o letterari. Grazie soprattutto ai mercanti, motori del progresso, affluivano anche opere di carattere pratico, indispensabili per le attività commerciali. A Cagliari in particolare, porto vivace e trafficato. È il 1228 quando nella cattedrale di Santa Maria di Cluso viene registrato un “de abbaco”, forse il Liber abaci del pisano Fibonacci che diffuse i numeri arabi in Europa. Altro elemento inedito riguarda la composizione del pubblico dei lettori. La classifica, guidata da nobili, ecclesiastici, professionisti del diritto, della medicina e funzionari statali, include - pur in minoranza - anche donne. Nel '500 «la lettura doveva essere un'attività consueta soprattutto nell'universo femminile aristocratico e nobiliare». Resta da capire quale percorso di istruzione formasse le lettrici; verosimile che l'alfabetizzazione fosse affidata ai monasteri.
LO STUDIO Le notizie sulla circolazione dei libri, utili a ricostruire il profilo sociale e intellettuale dell'Isola tra XII e XVI secolo, sono sintesi del quadro descritto nel volume “Libro e società in Sardegna tra Medioevo e prima Età moderna” (Leo S. Olschki editore). L'autore è Giuseppe Seche (1985). Assegnista di ricerca in Storia medievale all'Università di Cagliari, espone i risultati di uno studio durato sette anni e basato sullo spoglio sistematico delle fonti archivistiche. Più lacunosi nel Medioevo giudicale, i documenti si fanno abbondanti con l'avvento della stampa. Preziose le informazioni ricavate dagli inventari post mortem, strumento grazie a cui intuire le caratteristiche delle biblioteche private, oltreché religiose.
IL MEDIOEVO GIUDICALE La rilettura della storia sarda attraverso i libri inizia nel XII secolo col Condaghe di cui è intestatario Barisone II di Torres (1190). È un secolo in ombra, solo perché poco illuminato dalle fonti: le vicende biografiche dei giudici e l'intensa attività legislativa che nel regno di Arborea produsse la Carta de logu, presuppongono la diffusione di cultura e istruzione, almeno nell'ambito della corte. «Di sicuro i sovrani possedevano una biblioteca», sottolinea Seche. «Mariano IV, formatosi a Barcellona, aveva una copia della Bibbia di cui si serviva per i giuramenti».
VERSO L'ETÀ MODERNA A partire dal '300 i documenti fotografano una società sarda complessa, sensibile agli stimoli provenienti dal continente italiano e iberico, rafforzati dall'avvento della dominazione catalano-aragonese. Le classi dirigenti conservano fitte relazioni con le madrepatrie e la Sardegna è interessata «da una costante mobilità» che riguarda non solo ecclesiastici, giuristi, medici, notai, professori e studenti. Gli itinerari da e verso l'Isola sono percorsi anche da artisti, militari e e artigiani. Li descrive una produzione libraria multilingue (in latino, italiano, catalano, castigliano e francese), tesa a soddisfare gli interessi più vari. Curiosa, tra le opere letterarie e tecnico-scientifiche che ricorrono nelle biblioteche private, la presenza di trattati sulle Indie, conferma di un'Isola al passo con le rivoluzioni della storia.
LE PROSPETTIVE Numerose le piste che l'opera di Seche offre alla ricerca. L'eloquente assenza dalle biblioteche sarde del libro “Sardiniae brevis historia et descriptio”, che nel 1571 costò al cagliaritano Sigismondo Arquer la condanna al rogo, induce a indagare sull'azione dell'Inquisizione e dei censori del sant'Uffizio. Implacabile, ma non indiscriminata. Risparmia le opere all'Indice di Erasmo da Rotterdam, popolari nell'Isola - crocevia di idee - come in tutta l'Europa moderna.
Manuela Arca

 

La Nuova Sardegna

 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 22 luglio 2018 / Nuoro - Pagina 18
Da Bruxelles alla Barbagia: due giornate all'insegna delle politiche comunitarie
"PROCESSO" ALL'EUROPA NEL CORTILE DELL'ETNOGRAFICO
L'iniziativa del Comune per discutere di diritti sociali nel futuro dell'Ue

NUORO Un po' di Bruxelles nel cuore della Barbagia. Due incontri all'insegna del dialogo e del confronto sui temi che riguardano i cittadini e le politiche europee. Le due serate a 12 stelle sono organizzate dall'assessorato alle Politiche europee e dal Centro Europe Direct del Comune di Nuoro, l'unico presidio sul territorio sardo insieme al Centro Europe Direct della Regione, nato per informare i cittadini sulle politiche europee e mantenere un contatto costante con Bruxelles. Si inizia il 24 luglio alle 18,30 nel cortile dell'Isre con il "Processo all'Europa", un format innovativo ideato dal Movimento Europeo Italia, che consiste nella simulazione di un processo che vede sul banco degli imputati le Istituzioni europee. Il Centro Europe Direct del comune di Nuoro, in collaborazione con UniNuoro, ha promosso l'iniziativa accolta dal Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Sassari, che ha coinvolto nel progetto gli studenti del corso di laurea dei Servizi giuridici e magistrale in Giurisprudenza del Polo di Nuoro guidati dai loro docenti. Durante l'evento finale si scontreranno le tesi dell'accusa e della difesa in attesa della sentenza che sarà emessa da un collegio giudicante composto da illustri esperti della materia: il presidente del tribunale di Nuoro, Vincenzo Amato, il prefetto Carolina Bellantoni, il magistrato di sorveglianza del tribunale di Sassari, Riccardo De Vito. Presiede il collegio Pier Virgilio Dastoli. Tra i partecipanti all'iniziativa: il sindaco Andrea Soddu, l'assessore alle Politiche europee del Comune, Sebastian Cocco, l'assessore regionale degli Affari generali Filippo Spanu, Gabriella Ferranti, associato di Diritto dell'Unione europea dell'Università di Sassari. A coordinare l'evento, il responsabile del Centro Europe Direct del Comune di Nuoro, Salvatore Boeddu. Dopo il "Processo all'Europa", il 26 luglio "Dialogo con i cittadini". Il momento più atteso: alle 18,30 sempre all'Isre, i cittadini potranno confrontarsi con i politici locali, con gli europarlamentari e con gli stessi funzionari dell'Unione europea, in arrivo da Bruxelles. L'incontro verrà moderato dal direttore della Nuova Sardegna Antonio Di Rosa e avrà come tema "I diritti sociali nel futuro dell'Unione europea".A partecipare al dibattito, il deputato al Parlamento europeo Renato Soru, il responsabile delle relazioni Istituzionali del Parlamento europeo in Italia Fabrizio Spada, l'assessore degli Affari generali della Regione Filippo Spanu, il sindaco Andrea Soddu, l'assessore alle Politiche europee del Comune di Nuoro Sebastian Cocco, l'assessore comunale ai Servizi sociali Valeria Romagna.Con i relatori presenti, amministratori locali, europarlamentari sardi e funzionari dell'Ue, saranno affrontati tutti questi temi, con uno sguardo alla situazione locale ma anche al contesto sociale e politico nazionale ed europeo.

 

7 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 22 luglio 2018 / Porto Torres - Pagina 22
Sport e solidarietà, la Barcolana va
Successo dell’iniziativa Fidapa, i fondi raccolti destinati alla Reumatologia Aou

Circa 500 partecipanti hanno onorato la due giorni della Barcolana Turritana - evento che unisce sport e solidarietà – organizzata dalla Fidapa e patrocinata da Comune, Università e Consulta. Venerdì la fiaccolata notturna in canoa partita dalla spiaggia dello Scogliolungo e ieri mattina le gare di nuoto dei bambini e degli adulti del progetto Albatross nel percorso dalla Renaredda all’arenile dello Scogliolungo. Venti associazioni hanno aderito alla manifestazione e diverse le discipline sportive dove si sono cimentati gli atleti. Quelle dedicate al mare - nuoto, canoa, vela e aquafitness – e altre come tennis, scacchi, spinning, calcio balilla e tennis da tavolo. Con la raccolta fondi di quest’anno la Fidapa ha deciso di sostenere il potenziamento del reparto di Reumatologia dell'Aou di Sassari per i pazienti affetti da lupus e patologie autoimmuni. É un reparto che ha i pazienti in crescita – ha detto la presidente Fidapa Ersilia Fiori – e sono 150 le persone assistite affette da malattie come il lupus, la sclerosi sistemica e l'artrite reumatoide». (g.m.)

Questionario e social

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