Domenica 17 giugno 2018

17 giugno 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di domenica 17 giugno 2018 / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
Migranti, altre due navi in vista SALVINI: «NON NEI PORTI ITALIANI»
L'analisi del docente Nicola Melis: fenomeno provocato dal crollo di Gheddafi

Rimane alta la tensione sui migranti. Due navi Ong battenti bandiera olandese si trovano davanti alle coste libiche in attesa di imbarcare centinaia di persone. Salvini avverte: «Sappiano che l'Italia non sarà più complice del business dell'immigrazione clandestina, e quindi dovranno cercarsi porti non italiani». Intanto il professor Nicola Melis (Università di Cagliari) spiega: «La crescita del fenomeno è dovuta ai conflitti, all'esplosione demografica e al crollo di Gheddafi».   ALLE PAGINE 4, 5

Primo Piano (Pagina 4 - Edizione CA)
Parla Nicola Melis, professore di Storia e istituzioni dell'Africa mediterranea
«Troppe situazioni esplosive
E l'Italia deve cambiare rotta»

«Cosa sta succedendo? Sono aumentati i conflitti, c'è un'esplosione demografica, è crollato il regime libico, in Siria la guerra è devastante, anche in Bangladesh ci sono situazioni molto complicate. A questo si aggiungono le carestie, la siccità, i disastri ambientali causati dalle multinazionali del petrolio nel Delta del Niger, che stanno rendendo impossibile la vita in certe zone, e la legittima aspirazione di molte persone di cercare l'America qui. Per questo la pressione è cresciuta e i flussi migratori si ingrossano», dice Nicola Melis, docente di Storia e istituzioni dell'Africa mediterranea e del Vicino oriente nel Dipartimento di Scienze sociali e delle Istituzioni all'Università di Cagliari.
Da dove arrivano i nostri migranti?
«Dall'Eritrea, ad esempio, dove c'è una dittatura molto dura e repressiva; dallo Yemen, dove c'è una guerra di cui si parla poco, e dove vengono lanciate le bombe prodotte in Sardegna. C'è un flusso di persone che si spostano in Africa, da una costa all'altra, e ci sono dei punti di passaggio precisi».
La Libia?
«Sì, ammettendo che esista una Libia. In realtà lo Stato un tempo governato da Gheddafi non esiste più, ci sono due signori della guerra che vengono riconosciuti dai Paesi europei in base ai propri interessi di comodo, e questi signori gestiscono i flussi in maniera disumana, creando dei veri e propri campi di concentramento».
Da quali altri luoghi si muovono i migranti?
«Dal Niger passa un'altra tratta, anche con i cosiddetti “migranti economici”. In Algeria, pur non essendoci guerre, c'è una grande crisi. In Gambia e in altre parti dell'Africa occidentale ci sono dinamiche locali che mettono in pericolo la vita di certe componenti della società. La Nigeria, è un luogo complicatissimo, una federazione composta da tanti Stati, ognuno con una storia particolare e in questa situazione si inserisce il fattore Boko Haram, le persecuzioni religiose, gli omicidi».
E vengono tutti da noi?
«No, le migrazioni avvengono prima di tutto all'interno dell'Africa, poi da qui una parte si muove verso l'Europa, anche a costo di enormi pericoli».
E dalla Siria?
«La guerra in Siria è sotto gli occhi di tutti. Lì c'era una famiglia che stragovernava con metodi autoritari ma non c'erano problemi economici. Però, come per la Libia, si è scelto il male peggiore, un tempo si diceva “balcanizzazione”, un conflitto di varie fazioni su base etnica e familistica. Gheddafi e Assad non erano certo dei santi, ma almeno garantivano un equilibrio».
Molti siriani sono in Germania.
«Sì, perché il Paese aveva un sistema di istruzione molto evoluto, e i tedeschi hanno puntato su questi migranti con competenze elevate. In Italia non abbiamo capito nulla: l'ultimo dei poveracci è messo allo stesso livello dell'ingegnere o del letterato. Da noi si innesca un processo di deumanizzazione, quando c'è un gruppo che viene visto come nemico lo si spersonalizza, li trattiamo come se venissero da un altro pianeta».
C'è molto odio, e razzismo.
«Penso allo Yemen. Ci si lamenta che arrivino questi profughi da lì ma non si vuole rinunciare a produrre le bombe a Domusnovas, perché non si vuole perdere il lavoro. Mi sembra un approccio molto egoistico e ristretto».
Ma perché l'Italia non riesce a gestire la situazione?
«Esiste un problema di burocrazia, che sta uccidendo tutto. Da me che sto all'Università al rifugiato politico che deve aspettare un sacco di tempo per avere un documento. E nel frattempo viene lasciato a non fare niente. Bisognerebbe pensare a campi di lavoro, come sta accadendo a Riace, anziché finanziare chi specula sull'accoglienza».
Ma per sollevare il problema era necessaria un'azione così eclatante da parte di Salvini?
«Non dimentichiamo che il giorno che ha chiuso i porti c'erano le elezioni amministrative. E la mossa ha pagato, ha dimostrato che il precedente governo Pd era stato supino rispetto alle pretese Ue».
La mossa sta pagando anche in Europa.
«Quando c'è chi mostra i muscoli si abbassa un po' la cresta, però si potevano trovare altri metodi. Poi è chiaro che il Trattato di Dublino non è equilibrato e va riscritto».
E Sanchez ha agito così per bontà e solidarietà? Perché è di sinistra?
«Voleva prendere le distanze da Rajoy, che aveva raggiunto il punto più basso della popolarità, quindi ha giocato facile, ma meglio così. In Europa, non solo in Italia, ci sono due correnti di pensiero che si stanno polarizzando, tra chi è solidale e accogliente e chi è contro e non distingue, fa discorsi tra “noi e loro”, che non significano niente. Perché cosa c'entra un povero yemenita che scappa dalle bombe e un algerino che sogna l' America qui? Però se la gente non ha neppure la curiosità di informarsi, di leggere, allora siamo rovinati». Cristina Cossu

 

2 - L’UNIONE SARDA di domenica 17 giugno 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 32 - Edizione CA)
TESSUTI E INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Martedì alle 9.30, nell'aula Q del dipartimento di Ingegneria Elettrica ed Elettronica si svolgerà il meeting di avvio del progetto AI-Textiles. Il quale il Pra lab (Pattern Recognition and application lab) coordinerà le attività volte a formare le aziende sarde sul tema dell'intelligenza artificiale applicata all'industria tessile.

 

3 - L’UNIONE SARDA di domenica 17 giugno 2018 / Speciale (Pagina 19 - Edizione CA)
Cagliari, 23 giugno
CHIESA SAN LORENZO

Sabato 23 giugno alle 18,30 presentazione del libro di Claudio Nonne "La chiesa dei Santi Lorenzo e Pancrazio a Cagliari". Interventi di Andrea Pala dell'Università di Cagliari e Nicoletta Usai dell'Ateneo di Sassari. Coordina monsignor Mario Ledda, Rettore della Chiesa. Sarà presente l'autore.


 

La Nuova Sardegna

 

4 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 17 giugno 2018 / Sardegna Pagina 9
CAGLIARI/UNIVERSITÀ
L'intelligenza artificiale applicata all'industria tessile

CAGLIARI Martedì a Cagliari si svolgerà il meeting di avvio del progetto AI-Textiles, finanziato da Sardegna Ricerche, durante il quale il Pra Lab (Pattern Recognition and Application Lab) - il laboratorio coordinato da Fabio Roli, docente di Sistemi di elaborazione delle informazioni, che da oltre 20 anni lavora sulle applicazioni e sui sistemi innovativi nel campo del Pattern Recognition - coordinerà le attività volte a formare le aziende sarde sul tema dell'intelligenza artificiale applicata all'industria tessile. L'obiettivo è porre le basi affinché le aziende aderenti possano sviluppare competenze specifiche e avanzate nell'ambito dei tessuti intelligenti e super intelligenti, e nell'ambito delle tecnologie dell'intelligenza artificiale, a partire dalle quali possano svilupparsi idee, soluzioni e prodotti innovativi in risposta alle crescenti richieste del mercato. Si tratta di tessuti che "inglobano" al loro interno un sofisticatissimo dispositivo elettronico che permette di rilevare le condizioni ambientali (temperatura, umidità, battito cardiaco), analizzare i dati ottenuti e "reagire" di conseguenza. AI-Textiles è uno dei 35 progetti collaborativi promossi da Sardegna Ricerche attraverso il Programma "Azioni cluster top-down" ed è finanziato grazie al Por Fesr Sardegna 2014-2020.
 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 17 giugno 2018 / ONLINE
Scienza e innovazione: la Cina sceglie l'Italia e la Sardegna
Il più grande evento europeo di internazionalizzazione tra i due Paesi dal 22 al 25 ottobre a Napoli, Roma e Cagliari
CAGLIARI. Cagliari sarà una delle tre città italiane - insieme con Napoli e Roma - ad ospitare una tappa della Settimana Italia-Cina della Scienza, della Tecnologia e dell'Innovazione, il più grande evento europeo di internazionalizzazione tra i due Paesi, in programma dal 22 al 25 ottobre. Lo annuncia l'assessore della Programmazione Raffaele Paci, che curerà l'evento per conto della Regione.
Un appuntamento che rientra nelle politiche per l'innovazione e l'internazionalizzazione costantemente portate avanti dalla Giunta anche attraverso il consueto appuntamento con Sinnova, il Salone dell'Innovazione che quest'anno si svolgerà l'11 e 12 ottobre. Nei prossimi giorni la Regione aprirà un sito dedicato alla Settimana Italia-Cina con tutte le informazioni e gli aggiornamenti. Momento centrale di un programma permanente di cooperazione tra i due Paesi, la Settimana Italia-Cina della Scienza, della Tecnologia e dell'Innovazione racchiude il China Italy Innovation Forum e il Sino-Italian Exchange Event che si svolgeranno rispettivamente il 22 e il 23 ottobre a Napoli, cui seguiranno due tappe il 24 a Roma e il 25 ottobre a Cagliari, con un Focus Territoriale sulle nuove frontiere delle ICT, della Fisica e dell'Astrofisica.
La call per la partecipazione di soggetti pubblici e privati è stata pubblicata giovedì scorso 14 giugno dal Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca. «La Settimana Italia-Cina dell'Innovazione punta alla creazione di partenariati scientifici, tecnologici e produttivi nei contesti innovativi di ricerca e impresa, ed è uno strumento fondamentale di promozione di iniziative bilaterali su ricerca e innovazione», dice l'assessore Paci. «È un'occasione importante per rafforzare e ampliare i già solidi rapporti fra Sardegna e Cina, un'opportunità per le nostre imprese di verificare nuove occasioni di crescita sui mercati cinesi e per i soggetti pubblici di instaurare rapporti di confronto e crescita strategici in settori che consideriamo fondamentali per il nostro sviluppo». Possono partecipare le imprese e tutti i soggetti pubblici e privati (centri di ricerca, università, cluster tecnologici nazionali, imprese e start-up, distretti innovativi, parchi scientifici e tecnologici, associazioni di categoria) con una sede in Italia, attivi nell'innovazione di prodotto e processo o nella ricerca scientifica e tecnologica, e che hanno interesse a confrontarsi con potenziali clienti o partner della Repubblica Popolare Cinese. La partecipazione alla manifestazione è gratuita.
17 giugno 2018

Questionario e social

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