Domenica 10 giugno 2018

10 giugno 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di domenica 10 giugno 2018 / Cronaca Regionale (Pagina 9 - Edizione CA)
CARBONIA. Raffaela Canneddu doveva fare un esame al cuore. I figli: non potevamo aspettare
«La visita nel 2019? Ho 103 anni» Beffa sanità, la nonnina: forse sarò viva, ma vado da un privato

«Se Dio vuole, all'anno prossimo ci arrivo, ma la visita vorrei farla prima». Per nonna Raffaela, 103 anni compiuti un paio di settimane fa, è una sfida che lei rinnova di giorno in giorno con la tenacia dei mamoiadini. Ha superato guerra, bombardamenti, carestia e malaria: non aveva fatto i conti con i tempi biblici della sanità del Sulcis che, se c'è da far aspettare un paziente per una visita, non fa sconti neppure agli ultracentenari. Anzi, magari confidando nel loro palese attaccamento alla vita, si scopre che cambia poco se ad attendere quasi un anno è un paziente di 60 anni, uno di 80 o uno di 100.
LA BEFFA A casa di Raffaela Canneddu, fresca festeggiata per le 103 candeline spente lo scorso 18 maggio, quando figli e nipoti hanno letto che la data dell'esame Cardiologico cui si sarebbe dovuta sottoporre indicava “19 febbraio 2019”, indignazione e incredulità sono stati un tutt'uno. Magra consolazione il fatto che la nonnina, originaria di Mamoiada, ben presente a sé stessa nonostante i problemi all'udito e alla vista, sia finita al centro di una ricerca dell'Università di Cagliari rivolta ai centenari che abitano in Sardegna e un anno fa addirittura del National Geographic. Perché Raffaela (e altri nonnini grosso modo pari età) è diventata una persona speciale per gli studiosi: «Peccato che resti una normale paziente per il sistema sanitario pubblico - commenta il figlio Pino Carta - quando un mesetto fa abbiamo prenotato a nulla è valso far notare che per mia madre, avendo 103 anni, le prospettive cambiano: abbiamo dovuto fare la visita da un privato perché non ce la siamo sentita di attendere sino a febbraio».
LA SAGGEZZA La simpatica nonna, il cui certificato di battesimo recita Raphaela, messa al corrente di tutto, si è rivelata superiore a questi impicci. E ha candidamente ammesso: «Una visita l'anno prossimo? Se il Signore vuole, speriamo di esserci». La perplessità è invece palese nei familiari: «Un paio di mesi fa quando è uscita dall'ospedale per un problema ai reni - ricorda Pino - le avevano fissato la visita Nefrologica per il prossimo novembre: in quella occasione siamo riusciti a farla anticipare a fine aprile perché temevamo problemi, ma per la visita Cardiologica siamo dovuti ricorrere a un privato». La famiglia Carta (Raffaela è stata sposata con Michele, primo rivenditore all'ingrosso della città, la cui attività è tuttora in piedi) non pretendeva corsie preferenziali: «Comprendiamo che per il computer un nome vale l'altro, ma la delusione è stata forte». Nel recente incontro che l'assessore alla Sanità Luigi Arru e il super manager Fulvio Moirano hanno avuto con i sindaci, è emerso che per certi settori (come Cardiologia) la Regione è comunque in procinto di ridurre le attese.
LA RICERCA Ma occorre avere pazienza. Ed è quella che non manca a Raffaela, la cui età record è di nuovo finita al centro di un programma di ricerche. Un anno fa le avevano fatto visita i delegati del National Geographic interessati al fenomeno degli ultracentenari sardi. Stavolta ha bussato il Dipartimento Scienze mediche (in collaborazione col Centro microbiologia e obesità) dell'Università di Cagliari. Il medico Alessandro Boi e la nutrizionista Silvia Pisanu l'hanno incontrata giorni fa. Un'ora di test e conversazioni «che ci hanno arricchito culturalmente», confessano gli specialisti, e confermato che la nonnina di Mamoiada è «in condizioni psico-fisiche molto interessanti». Non manca un goccio di spumante a Capodanno. Invidiabile poi la sua lucidità nel ricordare avvenimenti come la presenza dei tedeschi in città durante la guerra («Ci diedero casa e macchinari»), il bombardamento dell'8 giugno 1943 («C'erano i rifugi ma io e Michele siamo rimasti a casa») e la prontezza nel fare ancora di conto. «Nonna - le ha chiesto il medico - quanto fa 100 meno 3?»: risposta giusta in un istante. La sfida di Raffaela alla vita continua.
Andrea Scano

 

2 - L’UNIONE SARDA di domenica 10 giugno 2018 / Provincia di Cagliari (Pagina 37 - Edizione CA)
DECIMOMANNU. Lo scalo militare punta sulla riconversione
VOLO NELL'AEROSPAZIO  Un futuro tra droni e velivoli senza piloti

Qual è il futuro della base militare di Decimomannu? L'Italia può sostenere la spesa per il mantenimento del sistema, dopo l'addio dei tedeschi? E soprattutto, quanto è concreta la possibilità di riconversione della struttura per attività civili? Queste e altre domande aleggiano attorno all'aeroporto dal 31 dicembre, data del congedo del contingente Luftwaffe, che ha lasciato un buco di 20 milioni di euro che pagava per la permanenza in sede. Fino ad allora erano impiegati oltre mille militari e civili e operavano 80 ditte per oltre 80 milioni di stipendi. I 64 italiani dipendenti dei tedeschi, sono stati licenziati e saranno assorbiti nelle pubbliche amministrazioni.
IL FUTURO AEROSPAZIALE Oggi rimangono poco meno di mille soldati e civili, ai quali si aggiungeranno gli uomini del reparto volo del Salto di Quirra e, si vocifera, alcuni delle servitù cagliaritane. Il mese scorso l'aeroporto è stato scelto come sede principale della “Joint stars”, la più importante esercitazione nazionale interforze dello Stato Maggiore. E lo sarà anche il prossimo anno. Nel frattempo, il Rssta dell'Areonautica è impegnato nel controllo del traffico aereo, servizio meteo, soccorso e antincendio. A queste, potrebbero aggiungersi le attività previste dal protocollo siglato tra Distretto aerospaziale della Sardegna (Dass) e Difesa: la sperimentazione di droni spaziali (Sardinia Uav test range) e la realizzazione di uno spazioporto, che creerebbero un indotto non indifferente.
L'ATTIVITÀ DEL DASS «Gli aeroporti civili di Fenosu e Tortolì, con quello militare di Decimomannu e le infrastrutture di Quirra, messi a sistema rappresentano un unicum nazionale di livello tecnologico inarrivabile», spiega Giacomo Cao, presidente Dass. «Vogliamo diventare il punto di riferimento per i test e le certificazioni di tutti i velivoli senza pilota, ad ala fissa o rotante. Sta a noi ora attrarre attori interessati». Si allontana il progetto dello spazioporto: «Decimo è la sede ideale per i voli suborbitali: siamo meravigliati del fatto che il ministero delle Infrastrutture abbia indicato Grottaglie (Puglia) per il progetto e auspichiamo che la scelta non sia unica».
ATTIVITÀ CIVILI Marco Mameli, presidente Assotziu consumadoris Sardigna, ricorda: «Tra il 2003 e il 2007 l'amministrazione ha dichiarato circa 70mila litri di carburante disperso nel sedime aeroportuale (una decina di famiglie chiede il risarcimento danni, ndr). Dal 1955 ci sono stati quasi tre milioni di movimenti aerei: i tedeschi avrebbero dovuto bonificare prima di andarsene. Siamo per la tutela dei posti di lavoro, ma utilizzare la base per usi militari non ha più senso: si insista su ricerca scientifica e attività civili».
Lorenzo Ena

 

3 - L’UNIONE SARDA di domenica 10 giugno 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 34 - Edizione CA)
Università e Regione insieme nel piano avviato a Madrid
Supera, parità di genere tra i ricercatori europei

Ha preso il via nei giorni scorsi a Madrid “Supera”, il progetto grazie al quale l'Università di Cagliari e altri sette partner internazionali svilupperanno dei piani di lavoro che favoriscano la parità di genere nel mondo della ricerca. I partecipanti hanno iniziato a lavorare su scadenze e pianificazione delle attività per i prossimi quattro anni di lavoro. Per la Sardegna, oltre all'Università di Cagliari è presente anche una delegazione del Centro di programmazione della Regione. Il complessivo per portare avanti tutte le iniziative europee è di circa due milioni di euro, di cui 280 mila andranno all'Università di Cagliari e 100 mila alla Regione.
Il progetto, il cui titolo completo è “Supporting the promotion of equality in research and academia” rientra nell'ambito delle attività che l'Università promuove da anni sui temi delle pari opportunità, proiettandola in una dimensione internazionale ancor più ambiziosa e trasversale. «Durante i quattro anni del progetto Supera, i partecipanti svilupperanno e adotteranno piani personalizzati per il superamento delle diseguaglianze e dei pregiudizi e la lotta alle discriminazioni negli ambienti di ricerca» si legge nella nota stampa dell'ateneo. «L'iniziativa ha consentito a ricercatrici e ricercatori afferenti a vari dipartimenti, accomunati dall'interesse scientifico per i temi di genere, di collaborare per la prima volta a un progetto multidisciplinare volto al miglioramento del benessere organizzativo nell'intero ateneo».
I progetti approvati su questo tema in tutta Europa sono soltanto due. La scrittura di Supera è iniziata nel 2016 con lo sviluppo di una prima versione, apprezzata dalla Commissione, ma non finanziata. Nel 2017 il progetto è stato modificato e ripresentato, stavolta con successo.

 

4 - L’UNIONE SARDA di domenica 10 giugno 2018 / Provincia di Sassari (Pagina 57 - Edizione CA)
SASSARI. Lo vinse nel 2008 Arturo Carta, figlio dell'ex direttore
Il caso Clinica Oculistica: il concorso era regolare

Era legittimo il concorso per professore associato di Oculistica bandito dall'Università di Sassari nel 2008 e invalidato nel 2012 dal Tar. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato con una sentenza pubblicata il 2 maggio scorso che ha annullato il pronunciamento del Tar e confermato l'idoneità al posto di professore associato dei due professionisti risultati vincitori: Arturo Carta (avvocati Alberto Azzena e Antonio Maria Lei) e Alessandro Lambiase (avvocati Raffaele Izzo e D. Vaiano). Da quel concorso sono trascorsi undici anni e Carta e Lambiase sono nel frattempo diventati Professori Associati rispettivamente presso i Dipartimenti di Medicina e Chirurgia dell'Università di Parma e al Policlinico Umberto I° di Roma.
IL RICORSO La vicenda aveva avuto molta risonanza nella sanità sassarese. In gioco c'era la nomina del nuovo direttore della Clinica Oculistica, posto vacante dopo il pensionamento del Professor Franco Carta, padre del candidato Arturo. I legami di parentela tra i due, come spesso avviene nei concorsi universitari italiani, indussero qualcuno a dubitare della legittimità del concorso. In particolare, un medico della Clinica, Antonio Pinna, ritenendosi danneggiato, aveva presentato un ricorso al Tar contro la valutazione della commissione giudicatrice del Consiglio di facoltà di Sassari che aveva dichiarato l'idoneità dei due candidati con un punteggio più alto per Carta. E il Tar gli aveva dato ragione rilevando come il bando richiedesse una particolare competenza che avrebbe potuto favorire solo Carta: “Essersi occupato con particolare impegno delle malattie mitocondriali che sono particolarmente rare e non tipiche della Sardegna”.
IL CURRICULUM Arturo Carta, che ha oggi 49 anni, lavora nell'Oculistica di Parma già dagli anni immediatamente successivi alla laurea, conseguita con una tesi sui trapianti di cornea, specialità di cui il padre Franco è stato un pioniere, valutata dalla commissione esaminatrice con il massimo dei voti. Nel 1997 ha conseguito all'Università di Parma la specializzazione in Oftalmologia completata da un anno trascorso a Los Angeles presso la Doheny Eye Institute del Dipartimento di Oftalmologia della Scuola di medicina dell'Università del sud della California dove si è occupato di Neuro oftalmologia. Dal 1° agosto del 2013 la Clinica Oculistica dell'Aou di Sassari è diretta dal professor Francesco Boscia.
Gibi Puggioni


 

La Nuova Sardegna

 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 10 giugno 2018 / Sardegna - Pagina 6
PARITÀ DI GENERE
L'Università di Cagliari ospite a Madrid per il progetto "Supera"

CAGLIARI Inizia a Madrid "Supera", il progetto grazie al quale l'Università di Cagliari e altri sette partner internazionali svilupperanno dei «gender equality plan» per il superamento delle disparità legate al genere nel mondo della ricerca. A Madrid, ospiti dell'universistà, i partecipanti delle istituzioni partner hanno iniziato a lavorare su scadenze e pianificazione delle attività per i prossimi quattro anni di lavoro. Per la Sardegna, oltre all'Università di Cagliari partecipa anche una delegazione del Centro di programmazione della Regione. Il progetto corona l'attività che l'Università di Cagliari promuove da anni sui temi delle pari opportunità, proiettandola in una dimensione internazionale più ambiziosa e trasversale. Durante i quattro anni del progetto, i partecipanti svilupperanno e adotteranno piani personalizzati per il superamento delle diseguaglianze e dei pregiudizi e la lotta alle discriminazioni negli ambienti di ricerca. L'iniziativa ha consentito a ricercatrici e ricercatori di collaborare per la prima volta a un progetto multidisciplinare per il miglioramento del benessere nell'ateneo. L'iniziativa è stata promossa dal delegato del Rettore, Luigi Raffo, con la collaborazione di Simona Scalas, funzionario del settore Assistenza ai progetti europei e Nord America, Ester Cois, docente del dipartimento di Scienze sociali e delle istituzioni, Cristina Cabras del dipartimento di Pedagogia, psicologia, filosofia, Ilenia Ruggiu del dipartimento di Giurisprudenza, Silvia Balia e Giovanni Sulis del dipartimento di Scienze economiche ed aziendali oltre che del Comitato unico di garanzia rappresentato dal presidente Francesco Mola e da Paola Fadda. Il risultato è anche il frutto della presenza di UniCa alle principali iniziative organizzate a livello europeo negli ultimi anni sul tema ricerca e innovazione responsabili. I progetti approvati su questo tema in tutta Europa sono due. Il budget complessivo è di circa due milioni di euro, dei quali 280mila andranno all'Università di Cagliari e 100mila alla Regione.

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