Martedì 22 maggio 2018

22 maggio 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di martedì 22 maggio aprile 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
UNICA&IMPRESE, ISCRIZIONI
Ci sarà tempo fino a giovedì per iscriversi a UniCa&Imprese, l'appuntamento che il 22 giugno metterà insieme i ricercatori dell'Università e il mondo dell'imprenditoria isolana. L'iniziativa giunta alla quarta edizione si può aderire con il modulo disponibile su internet al link https://goo.gl/forms/WHmBGhja56wMRJi72.

 

2 - L’UNIONE SARDA di martedì 22 maggio aprile 2018 / Cultura (Pagina 49 - Edizione CA)
L'Università dà il via alla catalogazione delle opere Sant'Arte, un festival
con l'anima di Sciola

Nasce “Sant'Arte”, festival di arti visive che celebra il 50esimo anniversario della nascita a San Sperate del muralismo - linguaggio universale che traspose sulla calce bianca le istanze colorate del '68 -, e soffia sul fermento culturale inesausto di cui Pinuccio Sciola fu anima. Voluto dalla Fondazione a lui intitolata, e di cui i figli Tomaso e Maria sono rispettivamente presidente e direttrice generale, la manifestazione - sostenuto da Comune e Fondazione di Sardegna, col patrocinio di Regione e Mibact - non è solo atto di omaggio. Contando sull'attiva partecipazione dell'Università di Cagliari (la presentazione del programma è stata significativamente accolta dalla rettrice Maria Del Zompo nella sua sede istituzionale), è momento centrale del processo di valorizzazione e divulgazione dell'opera del maestro che fece uscire l'arte per le strade e riuscì a far cantare le pietre, rendendo il villaggio contadino a cui legava saldamente le sue radici un Paese Museo, aperto al dialogo col mondo. Come sottolineato da Rita Pamela Ladogana, storica dell'arte dell'Ateneo cagliaritano, componente del comitato scientifico di “Sant'Arte”, l'evento si inserisce in un progetto che intende «contestualizzare la preziosa opera dell'artista in una dimensione nazionale e internazionale». Obiettivo per cui si rende indispensabile, anche col coinvolgimento degli studenti, la catalogazione dei lavori di Sciola (a cui l'Università sta già lavorando) e la sistemazione del vasto archivio dell'artista.
SANT'ARTE Il festival, anticipato dal Preludio dello scorso autunno, realizzerà, dal 25 al 27 maggio, la volontà di Pinuccio Sciola, morto due anni fa. «Ci vorrebbe una festa», diceva. «Come quella che si fa ai Santi, la festa di Sant'Arte. L'unica festa del calendario da festeggiare tutti i giorni dell'anno. Perché è l'unica che salva l'uomo dall'appiattimento mentale». Per significare il senso di condivisione e muovere la riflessione collettiva, la rassegna - hanno sottolineato Tomaso e Maria - «non avrà spettatori, ma protagonisti. Partendo dall'affermazione di nostro padre, che riteneva le mani la nostra protesi più importante, la manifestazione darà centralità ai laboratori». Di argilla e suoni, pittura e grafica.
IL PROGRAMMA Nei giorni del festival - il programma è stato illustrato da Elisabetta Villani, direttrice organizzativa della Fondazione - si avvicenderanno tanti artisti, tra loro anche chi, per l'occasione, restaurerà i murales realizzati in passato. Il calendario prevede poi concerti, performance e spettacoli teatrali. La kermesse si concluderà con la parata “Lasciolasciadisantarte” e la festa finale in strada. Il 26 sarà inaugurata (alle 18) al Museo del crudo di via Roma, teatro di diversi eventi collaterali, la mostra di forme espressive in carcere e all'ergastolo “Risorse vitali”, aperta sino al 3 giugno.
LA GIORNATA DI STUDI L'apertura del festival (ore 10) sarà affidata venerdì 25 maggio al convegno “50 e oltre. Paese museo, l'utopia possibile”. Organizzato dal Comune con la direzione scientifica dell'Università, vedrà la partecipazione - ha annunciato l'assessora alla Cultura Emanuela Katia Pilloni - «di docenti e studiosi dell'Ateneo cagliaritano (Pamela Ladogana, Giuseppe Marci, Marco Pignotti e Barbara Cadeddu) e di importanti università europee, oltreché dei protagonisti del movimento di cui Sciola fu promotore, sintesi tra il linguaggio dell'arte e la semplicità contadina». Connubio - come sottolineato dal sindaco Enrico Collu - che è alla base del fermento culturale di cui San Sperate continua a beneficiare, anche in termini di attrazione turistica.
Manuela Arca

 

3 - L’UNIONE SARDA di martedì 22 maggio aprile 2018 / Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
Giovani idee per l'impresa:
studenti in gara alla Mem

Le idee più brillanti degli studenti per il futuro delle imprese saranno protagoniste della fiera allestita domani nella Mediateca del Mediterraneo per una giornata ricca che si concluderà al teatro Massimo dove il progetto ritenuto più valido verrà premiato.
Si tratta dell'ultima fase della competizione regionale “Impresa in azione” che rientra nel programma didattico di alternanza tra scuola e lavoro promosso da Junior Achievement Italia organizzato da Sardegna 2050 con la collaborazione di Saras, Europe Direct della Regione Sardegna, Confidustria giovani, Contamination Lab dell'Università di Cagliari e Open Campus Tiscali.
I ragazzi avranno la possibilità di convincere la giuria fin dal mattino quando verrà aperta l'esposizione e loro potranno presentare un'idea imprenditoriale, un prodotto o un servizio, sviluppato realizzato e commercializzato durante tutto l'anno scolastico. Ci sarà spazio per esporre i lavori negli stand, confrontarsi con il pubblico, mostrare video e tenere un colloquio con gli esperti.
Nel pomeriggio (ore 15), le 33 mini imprese formate da studenti di tutta la Sardegna sul palco del Teatro Massimo, in quattro minuti potranno fare un ultimo appello alla giuria, prima del verdetto finale. I vincitori potranno partecipare alla competizione nazionale Biz Factory a Milano e contendersi il titolo di migliore impresa JA 2018. Inoltre, i primi tre classificati vinceranno dei premi, messi in palio da Confindustria giovani e Saras. Quest'ultima, conferirà anche il premio “Raccontami l'innovazione” per il miglior video di presentazione.

 

4 - L’UNIONE SARDA di martedì 22 maggio aprile 2018 / Cultura (Pagina 49 - Edizione CA)
AGENDA CULTURA. Presentazione dello studio domani a Sassari alla libreria Koinè
Francesco Bachis, antropologo, esplora i pregiudizi

I PREGIUDIZI “Sull'orlo del pregiudizio. Razzismo e Islamofobia in una prospettiva antropologica” è il titolo del libro dell'antropologo Francesco Bachis che sarà presentato domani alle 18 alla libreria Koinè di Sassari (via Roma, 137). Il volume, edito da Aipsa, è frutto di un percorso pluriennale di ricerca e affronta con gli strumenti dell'antropologia culturale alcuni discorsi “sull'orlo del pregiudizio”. Francesco Bachis, assegnista di ricerca presso l'Università di Cagliari, insegna Antropologia culturale ed etnologia all'Università di Sassari. Lo studioso dialogherà con l'autore la sociologa visuale e film-maker Stefania Muresu.

 

5 - L’UNIONE SARDA di martedì 22 maggio aprile 2018 / Provincia di Oristano (Pagina 39 - Edizione CA)
VILLA VERDE. Secondo ciclo di indagine al villaggio nuragico
Bruncu 'e S'Omu, a luglio gli scavi

Fra meno di due mesi si tornerà a scavare fra i boschi del Monte Arci. Dal 2 al 27 luglio si svolgerà la sesta campagna di scavo nel villaggio protostorico di Bruncu e S'Omu a Villa Verde, progetto del Comune col supporto dell'Università di Cagliari e il sostegno del museo interattivo e multimediale della civiltà nuragica del paese. Soddisfatto il sindaco Roberto Scema: «La sesta campagna chiuderà il secondo ciclo di scavi e ci consentirà di completare lo studio del nuovo isolato, attorno alla maestosa capanna numero diciassette».
Riccardo Cicilloni, direttore dello scavo e del dipartimento di storia, beni culturali e territorio dell'università cagliaritana, ha anticipato: «Quest'anno scaveremo nella piazza centrale dell'isolato, già interessato dalle indagini negli anni precedenti. Sappiamo già che la piazza si presentava lastricata. Vogliamo mettere in luce completamente quell'area. La piazza doveva essere una zona importante di raccordo fra le varie capanne. Speriamo di trovare elementi e reperti che ci consentano di ricostruire meglio la vita quotidiana delle popolazioni nuragiche». Le attività previste saranno scavo stratigrafico, rilievo, primo trattamento dei dati e dei materiali, tutti compiti svolti dagli studenti universitari, protagonisti dello stesso scavo. ( an.pin.)

 

La Nuova Sardegna

 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 22 maggio 2018 / Cultura e spettacoli - Pagina 37
UN PAESE IN FESTA NEL NOME DI PINUCCIO SCIOLA San Sperate celebra nel week-end il Festival Sant'Arte, nato da un'idea dello scultore scomparso due anni fa
di Stefano Ambu
CAGLIARI L'idea era stata lanciata da Pinuccio Sciola, l'artista dei murales e delle pietre da suonare scomparso due anni fa. «Ci vorrebbe una festa- queste le sue parole-, Come quella che si fa ai santi, la festa di Sant'Arte. L'unica festa del calendario da festeggiare tutti i giorni dell'anno. Perché è l'unica festa che salva l'uomo dall'appiattimento mentale!». Ora quella festa c'è. Ed è un festival di tre giorni, a San Sperate, dal 25 al 27 maggio. Si chiama- quasi inutile dirlo- festival di Sant'Arte. Si comincia con un convegno che affronta il personaggio- come ha sottolineato Rita Pamela Ladogana, storica dell'arte dell'Università di Cagliari- in una dimensione nazionale e internazionale. Con documenti e studi che parlano dei "ponti" disegnati da Sciola con il resto del mondo. Ma poi si passa alle cose da fare con le mani, lo strumento operativo dell'intelligenza e della creatività. L'occasione è il mezzo secolo di vita dei murales a San Sperate. Era il 1968 quando Sciola, giovanissimo, iniziò a riempire i muri del suo paese di calce. Per poi colorarli. Una azione artistica che va inquadrata nel contesto politico dell'epoca: non un semplice abbellimento, ma la pittura che diventa sociale, condivisa da tutta una comunità. I laboratori del festival proveranno a raccogliere eredità e spirito. Non c'è l'artista che crea e gli altri che ammirano e applaudono. Ma le due parti si mescolano. Con gli spettatori che si sporcano le mani e impastano e dipingono. Arte, ma anche un'occasione anche per fare il punto sul possibile sviluppo turistico-economico-culturale del centro a pochi chilometri da Cagliari. Perché, come ha ricordato la direttrice della Fondazione organizzatrice Maria Sciola prendendo le parole in prestito dal padre Pinuccio «si può vivere di bellezza». Tanti appuntamenti in programma. Il festival di arti visive è promosso dalla Fondazione Sciola in collaborazione con l'Universitá di Cagliari e il contributo di Fondazione di Sardegna e Comune di San Sperate. E con il patrocinio del Ministero dei beni culturali e dell'assessorato regionale della Cultura. Filo conduttore è il tema "Ambiente e storia, arte e racconto". La tre giorni del Festival si aprirà venerdì 25, con un convegno di studi dal titolo "50 e Oltre. Paese Museo, l'Utopia possibile". Tra gli ospiti anche il filosofo Diego Fusaro e le rappresentanti della Biennale di Cerveira, in Portogallo, Margarida Barbosa e Ana Vale Costa. «Un momento per noi importante - ha spiegato Tomaso Sciola, vicepresidente della Fondazione -. Una festa, ma anche un momento di riflessione sull'arte. Un punto di partenza anche turistico: il preludio è stato a settembre, il festival si fa a maggio. A inizio stagione, ma senza confonderci con le tante feste estive». Il paese museo è tappa fissa di visite di croceristi e scolaresche. Ma- hanno sottolineato il sindaco Enrico Collu e l'assessore alla Cultura Emanuela Katia Pilloni- c'è uno sforzo collettivo per fare sempre meglio. Tanti i laboratori in programma: suoni, pittura, lavorazione di argilla. Il Festival di Sant'Arte si concluderà a con la parata tra le vie del paese e la cena conviviale in strada.


7 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 22 maggio 2018 / Sassari - Pagina 30
Trecento studenti delle superiori interrogano il Magnifico
«La nostra università offre opportunità e scelte per tutti»
I ragazzi e l'ateneo lezione di futuro col rettore Carpinell
i
di Antonio Meloni
SASSARI Ma chi l'ha detto che per cogliere le opportunità si debba per forza andar fuori? Le cose migliori spesso si trovano a casa e una di queste è proprio l'Università. Antico quanto prestigioso, l'ateneo turritano è in vetta alle classifiche nazionali non solo per incremento di iscrizioni e investimento nell'internazionalizzazione. A Sassari gli studenti universitari hanno un rapporto diretto con i docenti, la porta del rettorato è sempre aperta per tutti e la città offre servizi che qualificano un'offerta formativa già ricca e variegata. Il rettore Massimo Carpinelli lo spiega senza retorica ai quattrocento studenti delle scuole superiori riuniti nell'auditorium di via Monte Grappa per partecipare all'incontro inserito nel progetto "La Nuova scuol@". Una mattinata all'insegna dei programmi per il futuro quella trascorsa ieri dai ragazzi di dieci istituti superiori: i licei Azuni, Spano, Marconi, Canopoleno, Castelvì e Figari, le industriali Angioy, l'agrario Pellegrini i tecnici Ipia e Devilla-Dessì. Tutti insieme per dialogare con il rettore e il suo vice, Luca Deidda, in un confronto coordinato dalla capocronista della Nuova Sardegna, Daniela Scano. La scelta della facoltà non è mai stata semplice e oggi, se possibile, è ancora più complicato rispetto al passato. Nel breve volgere di pochi anni il mondo è cambiato, l'avvento della grande rete e l'innovazione introdotta dalle nuove tecnologie hanno indotto la ricerca e il mercato a imboccare strade ben precise. L'Università ha risposto alla nuova domanda con una diversa articolazione di corsi e dipartimenti tanto che «oggi - ha spiegato Massimo Carpinelli - occorre avere maggiore consapevolezza e altrettanto senso d'orientamento per trovare subito la strada giusta».A complicare le cose ci si è messo anche il confronto con una realtà sempre più internazionale e su questo versante l'ateneo sta impegnando energie e risorse per equiparare Sassari alle altre sedi universitarie: «Con il prorettore e i direttori di dipartimento - ha detto Carpinelli ai ragazzi delle superiori - stiamo lavorando per mettere a disposizione di chi lo desidera una rete di istituzioni, relazioni e conoscenze con l'obiettivo di qualificare ulteriormente lo studio e la ricerca e presentare un'offerta formativa che abbia le stesse caratteristiche di quelle degli altri atenei italiani e stranieri». Su questo versante, va detto che Sassari, specie negli ultimi anni, ha attivato progetti scientifici all'avanguardia e vanta settori di ricerca classificati tra i migliori in Italia e nel mondo. «Da parte vostra - ha concluso il rettore - occorre la passione e la voglia di affermarvi, noi faremo di tutto per accogliere le vostre richieste e accompagnarvi verso la realizzazione dei vostri desideri». A fare da testimonial, tre giovani che, con posizioni e ruoli diversi, hanno raccontato le loro esperienze. Da una parte c'è Giovanni Tanda, che dopo la laurea in Scienze politiche e un master, ha raccontato la sua vicenda di studente «in un mondo straordinario, ricco di stimoli che non è un esamificio, ma una realtà che amplia la mente e arricchisce sul piano umano». Dall'altra c'è Giosuè Cuccurazzu, prossimo alla laurea in Scienze politiche, reduce da un'esperienza di quattro mesi in Giordania dove, insieme a Giovanni Tanda, ha realizzato la sezione di sardistica nella biblioteca dell'istituto italiano di cultura a Amman. Infine Laura Altana, studentessa di economia aziendale, che impegna una parte del suo tempo nel centro di orientamento dell'Uniss per fare da intermediaria tra i colleghi e le segreterie dei diversi dipartimenti.
LE DOMANDE
«Perché dovrei studiare qui e non fuori?»

Quanto conta il voto del diploma, cosa offre l'università per chi studia elettrotecnica e meccanica, quali opportunità può avere uno studente che fa l'artistico. Per un'ora buona, il rettore Massimo Carpinelli è stato oggetto del fuoco di fila delle domande rivolte dai ragazzi. «Più che il voto del diploma - ha risposto il rettore a uno studente - conta l'età con la quale si varca la soglia dell'università e soprattutto quella con la quale si esce, la giovane età è determinante non solo per proseguire il corso di studi, ma anche per cogliere le migliori opportunità». Ma perché uno studente - hanno chiesto i ragazzi delle superiori - dovrebbe studiare a Sassari piuttosto che andare fuori? «Convincere non fa parte del mio mestiere - ha proseguito Carpinelli - mi limito a rimarcare che Sassari è ai primi posti per la qualità dell'offerta formativa e della ricerca scientifica, e all'avanguardia nei servizi offerti da una città vivibile e a dimensione d'uomo. Poi, essendo ridotte le dimensioni, il rapporto tra studente e docente è più immediato. Infine credo che studiare fuori comporti un investimento abbastanza impegnativo sul piano economico». (a.me.)
I NUMERI DELL'OFFERTA
Cinquantasei corsi per 13mila universitari

Tredicimila studenti, 540 docenti strutturati, 1400 Erasmus. Ancora, 27 progetti di trasferimento tecnologico solo nell'ultimo anno per 56 corsi complessivi, di cui 29 triennali e 27 magistrali. E poi, cinque corsi internazionali, sei corsi di laurea magistrale a ciclo unico, un corso di laurea professionalizzante, unico in tutta la Sardegna. Trentasei sono i corsi ad accesso libero, 20 quelli ad accesso programmato. Sono i dati più significativi dell'ateneo turritano, quelli, per intenderci, che restituiscono un'immagine fedele dell'offerta formativa dell'Università di Sassari. Ultimo attivato, in ordine cronologico, il corso in ingegneria informatica, una laurea che il territorio attendeva da tempo e sulla quale l'ateneo intende investire risorse importanti considerata la grande richiesta, da qui ai prossimi anni, di personale specializzato nei settori dell'Ict (information comunication tenclology). «Sarà un corso di tipo tradizionale - ha risposto il rettore - inizialmente triennale, con le stesse materie che caratterizzano l'offerta formativa dei corsi già attivi nelle sedi più note in cui il corso esiste da tempo». (a.me.)


8 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 22 maggio 2018 / Primo piano - Pagine 2-4
Docente di diritto, per due anni all’università di Sassari
Il premier in pectore ha insegnato Diritto privato tra il 1997 e il 2000
I 2 anni a Sassari di Conte «Docente serio e cortese»

di Alessandro Pirina
SASSARI Tra l'università di Sassari e i palazzi della politica esiste da sempre un certo feeling. L'ateneo turritano ha sfornato due presidenti della Repubblica, tre presidenti della Corte costituzionale, ministri e sottosegretari. E anche questa volta, all'avvio della Terza repubblica, per guidare il governo Movimento 5 stelle e Lega hanno trovato l'accordo su un nome che vanta nel curriculum proprio (anche) l'università di Sassari. Il premier in pectore Giuseppe Conte è stato infatti docente di diritto privato e diritto civile alla fine degli anni Novanta. Due brevi passaggi in città prima di arrivare a Firenze, dove è titolare della cattedra di diritto privato. Due tappe di un lungo curriculum che attraversa università di tutto il mondo.Biografia. Classe 1964, Conte è di origine pugliese, precisamente di Volturara Appula, in provincia di Foggia. Laureato in giurisprudenza alla Sapienza di Roma, è stato poi borsista al Cnr e ha collezionato esperienze giuridiche in diversi atenei stranieri, da Yale a Cambridge, dalla Sorbonne di Parigi alla New York university. Prima di della cattedra di Firenze, ha insegnato alla Luiss, a Roma Tre, alla Lumsa, all'università di Malta e appunto a Sassari. Gli anni sassaresi. Nell'isola Conte è stato professionalmente due volte. E sempre a Sassari. La prima volta nel 1997-98 per un corso monografico di diritto privato. Due anni dopo, nel biennio 1999-2000, durante il rettorato di Alessandro Maida, è stato supplente della cattedra di diritto privato e di diritto civile. «Lo ricordo come un docente molto puntuale, molto preparato - racconta Giampaolo Demuro, direttore del dipartimento di Giurisprudenza -. È stato a Sassari agli inizi della carriera, era molto giovane, ma aveva un piglio già deciso. E soprattutto è da tutti descritto come una persona aperta, cortese. Da quando ha iniziato a farsi il suo nome per Palazzo Chigi, in facoltà ovviamente se ne parla e tutti ne hanno un buon ricordo. Era un professore gradito dagli studenti». Dal breve passaggio di Conte a Sassari sono passati quasi 20 anni e riuscire ad avere testimonianze è una missione non facilissima. Ma si racconta di aule affollate per le sue lezioni, pur non essendoci l'obbligo di frequenza. Viene ricordato come un docente garbato, serio e affascinante. Una volta fissò la lezione il 7 dicembre, a cavallo tra San Nicola e l'Immacolata, non aveva idea che a Sassari si facesse ponte. Ma quando lo venne a sapere chiese scusa a chi aveva dovuto rinunciare alla lezione e a chi invece aveva saltato la vacanza lunga. I precedenti. «Sassari continua a portare fortuna», sottolinea Demuro. E in effetti con Conte si allunga la lista dei docenti illustri approdati dalle aule dell'università ai saloni dei palazzi romani. L'ateneo turritano, infatti, vanta innanzitutto due presidenti della Repubblica, e tutti e due sassaresi: Antonio Segni, per 20 anni titolare della cattedra di procedura civile, preside di Giurisprudenza e rettore dal 1946 al 1951, e Francesco Cossiga, docente di diritto costituzionale. Oltre a Carlo Azeglio Ciampi, studente dell'ateneo turritano per pochi giorni nel 1944. Da Sassari sono passati anche tre presidenti della Corte costituzionale: Valerio Onida, docente di diritto parlamentare, Ugo De Siervo, professore di costituzionale, e Gustavo Zagrebelsky, che ha insegnato diritto costituzionale dal 1969 al 1975. Docenti sassaresi anche gli ex ministri Franco Bassanini e Luigi Berlinguer. Ora è il turno di Conte, che però non sarà il primo premier espresso dall'università di Sassari. Sia Segni che Cossiga prima di arrivare al Quirinale sono passati anche per Palazzo Chigi.
Il professore «assertivo», per modello JFK
Legalità e semplificazione parole d’ordine  «Assertivo», come lui stesso si definisce in un convegno, Giuseppe Conte parla in pubblico, nelle poche testimonianze rintracciabili su Youtube, in modo puntuale e con piglio deciso. Già il suo profilo WhatsApp parla per lui: «Scrivetemi come se ogni messaggio costasse 10 euro: vi aiuterà a concentrare il pensiero», si legge sullo status, accompagnato da una foto con citazione di John F. Kennedy, «every accomplishment starts with the decision to try». Di certo il professore di diritto privato, premier in pectore del governo di M5s e Lega, ha già mostrato la sua voglia di provare, annunciando qualche mese di essere disponibile «per spirito di servizio» alla candidatura a ministro della Pubblica amministrazione. Nato a Volturara Appulla, in provincia di Foggia, 54 anni, sposato e separato, un figlio di dieci anni, Conte vive a Roma, dove è titolare di un grande studio legale. Insegna a Firenze diritto privato. Nel suo curriculum una laurea in Giurisprudenza a Roma, una sfilza di master in giro per il mondo (Yale, Vienna, Sorbona, New York). Nel 1988 (anno della laurea), era già nella commissione di Palazzo Chigi per la riforma del codice civile. Non si contano le collaborazioni con riviste giuridiche, università straniere, libri e articoli pubblicati. Semplificazione e legalità sono le parole d'ordine che ha rimarcato nel primo discorso da ministro ombra dei 5Stelle, aperto citando le «specifiche prerogative» affidate dalla Costituzione al presidente della Repubblica nella formazione del governo. Tra gli obiettivi, combattere «l'ipertrofia normativa» che «penalizza gli onesti».
IL REBUS ECONOMIA
Savona, ministro sardo anti-euro ma non piace a Quirinale e Bruxelles

SASSARI Paolo Savona potrebbe tornare al governo 25 anni dopo la prima volta. Ma sul suo nome c'è una forte opposizione del presidente Sergio Mattarella. L'economista cagliaritano, già ministro dell'Industria nel governo Ciampi, è il nome più gettonato per il dicastero dell'Economia, le sue teorie fortemente critiche nei confronti dell'Europa piacciono sia a Di Maio che a Salvini, ma è proprio la sua posizione anti-euro a impensierire il capo dello Stato. Per ora l'unica certezza è il consenso che Savona, 81 anni, riscuote sia tra i 5 stelle che tra i leghisti. Addirittura si dice che l'economista fosse la prima scelta come presidente del Consiglio. Per questo Di Maio e Salvini difficilmente molleranno la presa. Lui, interpellato da Affaritaliani.it, ammette che sul suo nome non ci sia accordo. «Non rilascio dichiarazioni, perché a un certo punto non voglio entrare nella tenzone. Sono disponibile per il Paese, com'è sempre stato, però non entro nei dettagli e nei conflitti. Se la vedano i politici. Io sono un tecnico. Punto e basta». Nessuna conferma, ma nemmeno una smentita sui contatti con Di Maio e Salvini. «Non confermo e non desidero rilasciare dichiarazioni, quando gli eventi si realizzeranno dirò come stanno le cose».Il Savona pensiero è la traduzione in chiave economica di quanto i due leader hanno dichiarato in questi anni. «Se l'Italia non l'ha già fatto - ha detto l'economista cagliaritano in una intervista a Vita.it -, è giunto il momento d'avere pronto un piano B, di fine dell'euro o di uscita dallo stesso, che dal 12 maggio 2011 ho insistentemente richiesto di approntare. Gli accordi costruiti male o firmati da Paesi con intenti egemoni non hanno lunga vita. Se dovessimo essere colti impreparati all'evento, sarebbe veramente un dramma». «Anche se si fa finta che il problema non esista, il cappio europeo si va stringendo attorno al collo dell'Italia - aveva detto in un'altra intervista per il Foglio -. Se l'Italia decidesse di seguire il Regno Unito attraverserebbe certamente una grave crisi di adattamento, con danni immediati ma effetti salutari, quelli che ci sono finora mancati».Savona, dunque, non ha mai fatto mistero del suo anti-europeismo. Le sue parole sono lette con molto allarme in tutte le capitali Ue. Ma anche dal Quirinale. A Mattarella le posizioni di Savona non piacciono per nulla. Nei colloqui con i leader di M5s e Lega il suo nome non è mai stato fatto, ma il presidente della Repubblica sa che i due partiti puntano sull'ex ministro per l'Economia. E difficilmente faranno passi indietro. Anche perché finora Savona sembra essere il nome che mette d'accordo Di Maio e Salvini e non ci sia intesa su una seconda opzione. Certo, circola il nome del leghista Giancarlo Giorgetti, in pole per la nomina a sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ma questa scelta potrebbe incrinare l'accordo sull'assetto di governo. (al.pi.)
PRECEDENTI
Da Pisanu a Parisi i sardi al governo

La nomina di Paolo Savona potrebbe segnare il ritorno di un ministro sardo in un governo. L'ultimo è stato Arturo Parisi, alla Difesa dal 2006 al 2008. In totale la Sardegna ha avuto 2 presidenti del Consiglio (Segni e Cossiga), 15 ministri e 35 sottosegretari. Al Viminale l'isola ha espresso i già citati Segni (è stato anche ministro degli Esteri) e Cossiga, più Giovanni Coronas e Beppe Pisanu (foto). Alla Giustizia i ministri sardi sono stati Antonio Azara e Oliviero Diliberto. Dalla Sardegna hanno ricoperto dicasteri Luigi Berlinguer (Pubblica istruzione), Giovanni Motzo (Funzione pubblica), Sergio Berlinguer (Italiani nel mondo), Paolo Savona (Industria), Giovanni Marongiu (Interventi nel Mezzogiorno), Ariuccio Cartae Salvatore Mannironi (Marina mercantile), Lucio Abis (Politiche comunitarie). L'ultimo sardo al governo è stata l'ex sottosegretaria Francesca Barracciu con Renzi. Isola assente nel governo Gentiloni.


9 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 22 maggio 2018 / Sardegna - Pagina 9
Anche quest'anno un milione di euro per progetti didattici
La Fondazione in campo per la scuola

CAGLIARI La Fondazione Sardegna conferma il proprio contributo al settore scolastico della Sardegna con il programma di interventi già avviato lo scorso anno con l'Ufficio scolastico regionale. «Il mondo della scuola evidenzia ancora difficoltà che richiedono energia e impegno collettivi, capaci di invertire le tendenze negative degli ultimi anni - si legge in una nota della Fondazione -. Le specificità della Sardegna sottolineano l'ulteriore ritardo nei confronti delle aree più sviluppate, con dati oggettivi che relegano il panorama dell'istruzione e della formazione isolana agli ultimi posti nello scenario nazionale, pur evidenziando segnali positivi di miglioramento». Per l'anno scolastico 2018-2019, attraverso un Invito a proporre, la Fondazione seleziona proposte progettuali di istituti scolastici di ogni ordine e grado della Sardegna caratterizzate da soluzioni efficaci e sostenibili. Nello specifico, le proposte progettuali dovranno essere orientate a sostenere progetti didattici innovativi, a contribuire all'ammodernamento strumentale degli istituti scolastici, a favorire gli interventi nelle scuole superiori rivolti a rafforzare i percorsi di integrazione con il mondo del lavoro. Il bando, con una dotazione complessiva di 1 milione di euro, prevede per singolo progetto un contributo massimo di 30mila. Le proposte entro il 27 maggio. Info: www.fondazionedisardegna.it.


10 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 22 maggio 2018 / Economia - Pagina 14
La generazione tra i 25 e i 34 anni ha contratti temporanei e sottopagati
Temussi: «Boom di assunzioni nel settore turistico, ma solo per pochi mesi»
Crescono i posti di lavoro
ma 9 su 10 sono a termine

di Gianna Zazzara
SASSARI Sappiamo tutti che le famiglie sono preoccupate per la difficoltà dei figli di trovare un lavoro stabile. E non è una preoccupazione esagerata. Per rendersene conto basta guardare i dati elaborati dall'Aspal - l'agenzia sarda per le politiche attive del lavoro - sul mercato del lavoro nel 2017 e nei primi tre mesi di quest'anno. Questi dati raccontano come negli ultimi 10 anni il lavoro dei giovani sia diventato sempre più precario, nonostante gli sforzi di incentivare l'apprendistato o le assunzioni stabili con le decontribuzioni. «La verità è che con il Jobs act il lavoro è diventato flessibile per definizione - dice il direttore generale dell'Aspal, Massimo Temussi - Senza contare che la Sardegna è stata una delle regioni più colpite dalla crisi economica. Il risultato è che, quel poco di lavoro che ancora c'è, è precario, poco qualificato, e dura pochi mesi». Solo un 9% di lavoratori l'anno scorso ha avuto la fortuna di essere assunto a tempo indeterminato, mentre il 75% si è dovuto accontentare di un contratto a termine. «L'occupazione è aumentata negli ultimi 5 anni, arrivando a un tasso del 54%, vicino ai livelli pre-crisi. Questo recupero occupazionale è dovuto soprattutto al boom del turismo. Ma si tratta di lavori stagionali, di pochi mesi, anche perché da noi la stagione turistica è cortissima». A beneficiare dell'aumento dell'occupazione sono stati soprattutto i giovani ma con contratti che raramente superano i tre mesi. «Nel 2017 l'aumento degli occupati nella fascia d'età 15-34 anni ha riguardato solamente i dipendenti a tempo determinato (+12%) - spiega Tamussi - Rispetto al 2008 l'incidenza del lavoro a termine tra i giovani è aumentata di 9 punti percentuali». Ma la quota di assunzioni a tempo indeterminato sul totale è diminuita non solo tra i giovani ma in tutto il mercato del lavoro. «Anche i rapporti di lavoro attivati nei primi tre mesi di quest'anno sono soprattutto a tempo determinato - ammette Temussi - Su 62mila e 447 contratti, 46mila sono a termine, il 74% del totale, e solo 7mila sono a tempo indeterminato». L'altra faccia della medaglia è l'esplosione della Naspi, l'indennità mensile di disoccupazione. «La Gallura è ai primi posti in Italia - ricorda Temussi - Olbia è seconda dopo Rimini». Molti potrebbero obiettare che la fascia d'età tra i 15 e i 34 anni comprende anche gli studenti dov'è naturale che si concentrino i lavoretti. Ma Temussi specifica che anche restringendo l'analisi alla fascia 25-34 anni il lavoro a termine costituisce il 75% del totale degli occupati». Si potrebbero aggiungere altri numeri, come il fatto che nella fascia d'età tra i 25 e i 34 anni (quindi anche qui al netto degli studenti) il tasso di disoccupazione nel 2017 è superiore al 40% contro una media dell'eurozona dell'11%. Per non parlare dell'aumento della povertà assolutà, anche nell'isola. «Il problema è il tessuto produttivo - spiega Temussi -. L'artigianato e l'edilizia sono in profonda crisi in Sardegna. Le grandi aziende non ci sono più. Per questo invito i giovani a ripensare il loro futuro: il lavoro non è solo quello dipendente. I ragazzi devono cambiare mentalità e diventare imprenditori». Gli incentivi, ricorda Temussi, ci sono: «Il microcredito e i programmi Talent up e Resto al Sud sono misure nate per incentivare i giovani a fare impresa. Si rimetterebbe cosi in moto un circuito virtuoso: più imprese vuol dire più occupazione». C'è molto altro da fare per aiutare i giovani a inserirsi nel mondo del lavoro. «Un altro nodo è la formazione. Il lavoro sta cambiando - avvisa Temussi - I profili richiesti oggi dalle aziende, anche in Sardegna, sono soprattutto nel digitale: esperti in sicurezza informatica, data scientist, data engineer. Se i ragazzi vogliono trovare un lavoro quando escono dall'università devono puntare sulle facoltà Stem: scienza, tecnologia, ingegneria e matematica». Per questo l'Aspal ha avviato il progetto "Pillole di lavoro": «L'obiettivo è spiegare agli studenti delle scuole superiori quale sarà il lavoro del futuro e aiutarli così a scegliere il percorso più adatto». Per il direttore generale dell'Aspal i ragazzi devono capire che è «impossibile trovare lavoro dipendente per tutti, soprattutto in Sardegna». E l'Aspal cosa fa per aiutarli? «Come agenzia ci stiamo concentrando soprattutto sulla formazione. Cerchiamo di capire quali sono i fabbisogni occupazionali e formativi delle aziende e formiamo i lavoratori con la speranza che vengano poi assunti. Il problema è che oggi le assunzioni che passano dai centri per l'impiego sono appena il 3% del totale. Possiamo fare veramente poco per aiutare una persona a trovare lavoro. Il reddito di cittadinanza? Guardi, è giusto aiutare chi ha bisogno. Ma per come è formulato diventerà un sussidio a vita, almeno da noi. L'erogazione presuppone infatti un impegno attivo del cittadino a cercare lavoro e cessa se nell'arco di due anni vengono rifiutate tre proposte. Ma in Sardegna è già un miracolo riceverne una».


11 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 22 maggio 2018 / Agenda - Pagina 20
STORIE DI MIGRANTI
Francesco Bachis presenta "Sull'orlo del pregiudizio" da Koinè

SASSARI Domani sera alle 18 nei locale della libreria Koinè, in via Roma 137, verrà presentato il libro "Sull'orlo del pregiudizio. Razzismo e Islamofobia in una prospettiva antropologica", dell'antropologo Francesco Bachis.Il volume, edito da Aipsa nel 2018, è frutto di un percorso pluriennale di ricerca da parte dell'autore e affronta con gli strumenti dell'antropologia culturale alcuni discorsi "sull'orlo del pregiudizio": interventi parlamentari della Lega Nord sul tema del voto degli italiani all'estero, articoli sui migranti del quotidiano "La repubblica", video diffusi in rete sul "pericolo islamico". Dentro queste pratiche comunicative l'autore evidenzia le forme di costruzione dell'immagine dell'altro (il migrante, lo straniero, il musulmano) approfondendo le premesse storiche e le condizioni politiche e culturali in cui questi discorsi evolvono in forme concrete di discriminazione, razzismo e islamofobia. Francesco Bachis, assegnista di ricerca presso l'Università di Cagliari, insegna Antropologia Culturale ed Etnologia all'Università di Sassari. Domani sera dopo i saluti del direttore del Dipartimento di Storia, Scienze dell'Uomo e della Formazione, Marco Milanese, dialogherà con Francesco Bachis la sociologa visuale e filmaker Stefania Muresu.

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie