Lunedì 9 aprile 2018

08 aprile 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 9 aprile 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 12 - Edizione CA)
CONFERENZA SU ASPRONI
Oggi, nella sala degli specchi della facoltà di Lettere sarà ospite dell'associazione Riprendiamoci la Sardegna, Arianna Onidi che parlerà di “Giorgio Asproni, vita di un ribelle”. L'inizio è fissato per le 20, l'ingresso è libero.

 

2 - L’UNIONE SARDA di lunedì 9 aprile 2018 / Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
La legge chiede una «specifica professionalità». Ma spesso la competenza è secondaria
«CONSULENZE, CONTA LA FIDUCIA»
Ogni assessore può nominare un “esperto” nel proprio staff

La legge regionale che regola la composizione degli uffici di gabinetto è chiara: i consulenti, come il resto dello staff, «devono essere dotati di alta e specifica professionalità». Ma non sempre le indicazioni vengono seguite alla lettera. Soprattutto quando viene richiesta una esperienza particolare nel campo in cui si andrà a lavorare. Spesso viene utilizzata un'interpretazione estensiva. E allora per questo tipo di nomine si preferisce guardare al legame di fiducia, piuttosto che alla competenza speciale. «I consulenti vengono nominati con un decreto assessoriale. È normale che si parta dall'aspetto fiduciario. Poi è ovvio che la consulenza debba poggiare su elementi di conoscenza tecnica o politica», dice Franco Marras , esponente del mondo delle Acli (di cui è stato presidente), ora consulente dell'assessorato ai Trasporti, dove nella prima parte della legislatura era stato capo di Gabinetto.

GLI STAFF Ogni assessore può nominare un consulente, che guadagna 89mila euro lordi all'anno, ovvero l'80 per cento del compenso incassato dal capo di gabinetto (111 mila euro).
Franciscu Sedda , ricercatore di Semiotica, dal 2014 è nello staff dell'assessorato ai Lavori pubblici. E anche se i due mondi sono distanti, «contano i risultati raggiunti», dice, «e la capacità di saper gestire i rapporti con la cittadinanza e i vari enti». Le norme che impongono una «alta e specifica professionalità» devono essere lette senza restringere troppo l'orizzonte: «Faccio un esempio: quando si nomina un assessore di una Giunta, non si sceglie sempre il più esperto in materia. La figura giusta può essere quella che dà più garanzie sotto il piano politico», spiega Sedda.
Un discorso che può andar bene nel caso di Barbara Cadeddu , consulente dell'assessorato al Turismo, Artigianato e Commercio, in arrivo dalla facoltà di Architettura di Cagliari, dove è docente. Probabilmente la scelta è ricaduta su di lei anche per le competenze “trasversali”: già nella giunta comunale guidata da Massimo Zedda era stata nominata per guidare l'assessorato alla Pianificazione strategica e alle Pari opportunità, con una delega pure alla Comunicazione istituzionale. Un'esperienza in cui lavorò allo stesso tavolo con l'attuale assessore al Turismo Barbara Argiolas, che all'epoca ricopriva lo stesso ruolo nella Giunta di Cagliari.
IL CURRICULUM Per ogni consulente parla il curriculum pubblicato sul sito dell'amministrazione regionale. Nell'assessorato agli Affari generali e al Personale c'è Luigi Lixi , competente «nell'attività di progettazione di interventi formativi e interventi di sviluppo locale ad enti pubblici e privati». All'assessorato all'Agricoltura invece c'è Andrea Zara , «esperto di ricerca, analisi, pianificazione e programmazione nei settori turismo, agricoltura e cultura». All'Ambiente ecco Daniela Zedda , laurea in Giurisprudenza, coordinatrice dei servizi per la ricerca dell'università di Cagliari. Aldo Vanini , ingegnere, esperto di pianificazione territoriale, dal 2014 è consulente dell'assessorato agli Enti locali e Urbanistica. Alla Sanità il ruolo è ricoperto da Loredana Ruiu , «specialista in medicina d'emergenza e urgenza». Silvana Dessì , consulente dell'assessorato al Lavoro, viene direttamente dal ministero del Lavoro, dove era impegnata insieme all'assessore Virginia Mura. Andrea Dettori , docente di scuola secondaria, è alla Pubblica istruzione.
Al Bilancio il consulente è Nicola Pusceddu , fino al 2013 tutor di progetto a Sardegna Ricerche. All'Industria, la scelta è ricaduta su Carlo Mastinu , docente di Economia dello sviluppo. Ma fino a poco tempo fa per lo stesso ruolo era stato scelto Angelo Mascia, ex sindaco di Sardara e professore di Lettere. La distanza tra galassie diverse però non conta più di tanto: «L'amministrazione regionale è una macchina complessa», avverte Franco Marras, «e restringere il campo all'ambito specifico di ogni assessorato significherebbe un'interpretazione estremamente riduttiva delle norme».
Michele Ruffi

 

3 - L’UNIONE SARDA di lunedì 9 aprile 2018 / Cronaca di Sassari (Pagina 22 - Edizione CA)
ALGHERO. Vagliatrice all'opera per restituire chilometri di spiagge
Una macchina salva-sabbia per recuperare il litorale

L'esperimento ha già dimostrato che in poche ore si possono recuperare diversi metri quadrati di arenile finora sommerso dalla posidonia spiaggiata. La macchina vagliatrice al lavoro nel tratto di litorale tra l'area pinetata e la spiaggia Cuguttu, in località Maria Pia, ha passato al setaccio le alghe che le mareggiate hanno depositato sul bagnasciuga e che poi l'Amministrazione ha temporaneamente collocato nel retro-duna, restituendo mucchi di preziosa sabbia bianca.
OBIETTIVI «Il progetto sperimentale - fanno sapere dagli uffici comunali - eventualmente replicabile sugli altri siti attualmente ricoperti da alghe presenti sul territorio di Alghero, ad iniziare dall'area di San Giovanni, si prefigge di recuperare l'intera frazione sabbiosa presente prevedendone la ridistribuzione sul litorale di provenienza». Il test si aggiunge alle opere di riqualificazione sugli arenili portate avanti dell'assessorato all'Ambiente e che, a Maria Pia per esempio, hanno permesso di portare alla luce un ampio tratto di pineta. L'intervento è stato valutato favorevolmente anche dal sedimentologo Vincenzo Pascucci del Dipartimento di Architettura di Alghero, nell'ambito della pluriennale collaborazione istituzionale tra Amministrazione comunale e Università degli Studi di Sassari. Sicuramente oneroso per le casse comunali, occorrerà ora valutare i costi e i relativi benefici di una simile operazione. Di sicuro gli operatori balneari fanno il tifo perché l'Amministrazione si doti di una macchina vagliatrice, in modo da non disperdere migliaia di metri cubi di sabbia che finiscono nei siti di stoccaggio insieme al fogliame viscido.
PRECEDENTI Quattro mila metri cubi di posidonia spiaggiata si depositano ogni anno sul litorale di Alghero e, per liberare gli arenili dal fogliame viscido, il Comune accumula i depositi nel sito di stoccaggio temporaneo di San Giovanni, sacrificando così la piccola spiaggia urbana che, in ogni caso, non è balneabile a causa della presenza del canalone. Alghero vanta una produzione record di posidonia spiaggiata. È un chiaro segnale della buona salute del mare anche se poi rimane il problema, per l'ente locale, di dover gestire l'enorme quantitativo di materiale. Per l'Amministrazione comunale ora è solo un problema di costi.
Patrizia Canu



 

La Nuova Sardegna

 

4 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 9 aprile 2018 / Prima pagina

Pagina 9
PERSONE >> IL RACCONTO DI UNA VITA
L'ingegnere aerodinamico di Gonnosfanadiga
disegna l'auto del team Renault
SARA, LA PROGETTISTA SARDA
NEL MONDO DELLA FORMULA 1
Studi classici, poi la laurea a Cagliari
e il dottorato all'Imperial College di Londra

di Claudio Zoccheddu
SASSARI  Volere è potere. Lo sosteneva una teoria ottocentesca dello scrittore inglese Samuel Smiles formulata per stimolare i giovani sostenendo che la forza di volontà fosse in grado di superare qualsiasi ostacolo. La dimostrazione pratica dell'idea di Smiles è tutta nella storia di Sara Cabitza, ingegnere aerodinamico di Gonnosfanadiga, paese di 6mila abitanti nel Medio Campidano, che da bambina sognava di entrare nel mondo della Formula 1 e che da adulta progetta i componenti della Renault RS18, l'auto che Nico Hulkenberg e Carlos Sainz Jr portano in giro per il mondo sui circuiti del circus motoristico che fa battere il cuore di milioni di tifosi. La passione. «Sin da bambina sognavo di entrare a far parte di questo ambiente - racconta la 36enne -. È una passione che ho ereditato da mio padre, anche lui ingegnere e grande tifoso della Formula 1. Da bambina spesso giocavo con lui e, oltre alle auto da gara, passavamo il tempo con il modellismo. Aerei, perlopiù, dunque posso dire che l'aerodinamica è entrata prestissimo nella mia vita». Sara ha fatto il liceo classico: «Mi aveva convinta mia madre. Voleva che facessi il medico ma io ho sempre cullato il sogno della Formula 1 e ho scelto un corso con molta più matematica». Poi il passaggio all'università: «Ho studiato a Cagliari nel corso di ingegneria meccanica, prima la laurea triennale, poi la specializzazione. Nel frattempo abbiamo costruito un'auto da gara - ricorda Sara - che ci ha dato tante soddisfazioni». L'esordio. L'occasione era il progetto "Formula Ata", ovvero realizzare una monoposto partendo da zero. Sara, ovviamente era il leader del team di laureandi e specializzandi che nel 2008 debuttò sul circuito di Fiorano e vinse la gara con le altre università. Un mattoncino del sogno, insomma, era andato al suo posto. E a questo punto valeva la pena di giocare il tutto per tutto. Dopo la laurea specialistica, Sara ha sfruttato il master and back per approdare all'Imperial College di Londra, praticamente La Mecca dell'aerodinamica mondiale. E mentre preparava gli esami, mandava curricula ai team di Formula 1: «Solo due, se devo essere sincera. Uno alla Force India e uno alla Red Bull. Sono stata fortunata», aggiunge Sara con un pizzico di modestia. Il primo colloquio è arrivato prima della conclusione degli studi: «Con la Force India. Erano interessati ma non mi sarei mai aspettata che poco dopo, proprio il giorno della discussione del mio dottorato di ricerca, mi richiamassero per offrirmi un lavoro». Il lavoro. Il primo passo era fatto e la ragazza di Gonnosfanadiga era diventata, a tutti gli effetti, la componente di un team di Formula 1. Quello che sognava da bambina e per cui aveva studiato sin dai tempi dell'università di Cagliari. Però la realtà non combaciava con l'immaginazione: «Facevo l'ingegnere aerodinamico di pista - spiega Sara -. Sostanzialmente analizzavo dall'Inghilterra i dati che arrivavano in tempo reale dalle auto in gara in giro per il mondo e indicavo le anomalie al progettista di riferimento. All'inizio mi piaceva studiare la telemetria ma poi ho iniziato ad annoiarmi perché non avevo impatti diretti sulla macchina. Mi mancava la galleria del vento e la soddisfazione di dire: "guarda, quel pezzo l'ho progettato io"». L'avventura in Force India è durata due anni, con 6 mesi di sospensione necessari per evitare che un progettista in odore di trasferimento possa svelare segreti ai team concorrenti. Sara, infatti, era stata scelta dalla Renault come progettista e adesso lavora nel "Whiteways Technical Centre" di Enstone, un "bunker" a prova di intruso mimetizzato nelle campagne a nord di Oxford: «Della macchina del 2018 ho progettato la parte centrale, quella che sta attorno al pilota: i bordi e l'attacco al pavimento, fino all'attacco del naso della vettura. Sono molto soddisfatta anche se il mio lavoro è faticoso, può capitare di fare turni da 12 ore. Ma adesso sono io l'ingegnere di riferimento», conclude Sara che guardando la Renault RS 18 può finalmente dire: "Guarda, quel pezzo l'ho disegnato io".
L'idolo. Da un appassionato di Formula 1 si aspetta una risposta quasi scontata: Senna, Schumacher, Hamilton. Ma Sara Cabitza non è una semplice fan: «Senna era il mito di quando ero piccola, ricordo il suo casco e i favolosi duelli con Prost. Poi c'è Schumacher e la sua cavalcata a bordo di una Ferrari che aveva contribuito a far rinascere. Ma il mio idolo è un altro: Adrian Newey». Una scelta singolare solo per chi non è cresciuto con le regole dell'aerodinamica diluite nel sangue. Newey, infatti, è una figura quasi mitologica del circus, un ingegnere aerodinamico che è stato in grado di trasformare in oro tutto quello che ha toccato o, meglio, progettato. Nel bottino del britannico ci sono tre titoli mondiali vinti con la Williams, due con la Mercedes ma soprattutto il capolavoro consumato con la Red Bull, una scuderia esordiente che, seguendo le dritte del guru dell'aerodinamica, è diventato il team da battere mettendo in fila 4 titoli del mondo tra il 2010 e il 2013. Ma nella Formula 1 non sono tutte rose e fiori. Sara Cabitza ha un cruccio: «Purtroppo le donne sono poche. Spero possano aumentare». E chissà che la sua storia possa diventare un esempio. Perché, in fondo, volere è potere.

 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 9 aprile 2018 / Attualità - Pagina 13
IL CASO
LAUREATI, ITALIA IN CODA IN EUROPA
I dati 2017 di Eurostat: ha il titolo una persona su sei, fa peggio di noi soltanto la Romania

ROMA L'Italia resta agli ultimi posti in Europa per numero di laureati. Nel nostro paese, secondo i dati Eurostat provvisori per il 2017 sui livelli di istruzione - solo una persona su sei in età da lavoro (il 16,3% di coloro che hanno tra i 15 e i 64 anni) ha la laurea, un dato in aumento rispetto al 2016 di 0,6 punti ma ancora molto distante dalla media europea (27,7%). Siamo penultimi in Europa per percentuale di laureati nella fascia di età 15-64 anni ma ha il primato negativo per gli uomini con appena il 13,7% contro il 25,7% medio in Ue. La crescita dal 2008 è stata di 2,4 punti in Italia contro i 5,2 nella media Ue. Per le donne la percentuale delle persone che ha una laurea nel cassetto sale al 18,9% delle persone tra i 15 e i 64 anni, dato peggiore in Ue (29,7% la media) dopo la Romania. Dal 2008 ad oggi le donne con la laurea in Italia hanno guadagnato 4,9 punti contro 7,8 della media Ue.Le percentuali di laureati crescono nelle fasce di età più giovani ma resta ampia la distanza con la media Ue. Tra i 25 e i 34 anni in Italia nel complesso ha concluso il percorso universitario il 26,4% delle persone contro il 38,8% in Ue. Le donne alzano la media  delle persone con un titolo «terziario» con il 32,9% in questa fascia di età che sono laureate (il 44% in Ue) mentre gli uomini arrancano ancora e raggiungono il 19,9% (33,6% in Ue).L'Italia d'altro canto ha ancora un'altissima percentuale di persone che ha raggiunto al massimo la licenza media: 41,1% tra coloro che hanno tra i 15 e i 64 anni contro il 26,2% in Europa. E la percentuale di coloro che si fermano al termine delle scuole medie è ancora troppo alta tra i giovani con il 25,6 delle persone tra i 25 e i 34 anni che non ha frequentato (o non ha finito) la scuola secondaria superiore contro il 16,4% medio in Europa.Le donne sono comunque più scolarizzate anche nella fascia di età ancora giovane con il 22% che ha al massimo la licenza media (comunque più di una su cinque) a fronte del 29,1% tra i maschi. E nonostante i laureati nel nostro Paese siano percentualmente pochi fanno ancora fatica a trovare un impiego: secondo i dati Eurostat riferiti al 2016 solo il 57,7% dei laureati risulta occupato entro tre anni dalla laurea (contro l'80,9% medio in Europa). E il dato è più basso per le donne (55,9% contro il 78,9% in Ue) nonostante siano in media più istruite.

Questionario e social

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