Sabato 7 aprile 2018

07 aprile 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di sabato 7 aprile 2018 / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
L'INCHIESTA
Lauree in calo in Sardegna: dal 2012 a oggi il 34% di dottori in meno   PAGINE 2/3

Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Ingegneria e Medicina
le facoltà più quotate, iscritti giù in Psicologia

Meno studenti di Architettura e di Psicologia. Più, invece, quelli di Ingegneria, Informatica, Medicina, Farmacia, Veterinaria, ai quali si aggiungono gli altri che frequentano i corsi di laurea che insegnano le nuove tecnologie legate a internet (come web security). Per capire come sta cambiando il mercato del lavoro, che continua a mostrare una più accentuata polarizzazione delle professioni, basta dare un'occhiata alle preferenze degli studenti sardi per i corsi di laurea delle università di Cagliari e Sassari.
L'APPEAL A crescere sono soprattutto le figure di alto profilo legate alla rivoluzione digitale. Sono sempre di più, per questo motivo, gli appassionati di Informatica, incoraggiati anche dal fatto che le aziende li chiameranno prima del conseguimento della laurea. «L'appeal delle facoltà è rimasto abbastanza standardizzato negli ultimi tempi», spiega Francesco Mola, docente di Statistica e prorettore dell'università di Cagliari. E questo spiega, per esempio, perché in testa alle preferenze dei sardi ci siano sempre le facoltà di Medicina, che pure risente dei limiti imposti dal Miur, e quelle di Giurisprudenza, Economia, Scienze Politiche e Scienze umanistiche. «Il lavoro che stiamo portando avanti da due-tre anni è una rivisitazione organica di tutti i corsi universitari», spiega il professor Mola. «Dalla Riforma Berlinguer», datata Duemila, «che ha istituito i corsi di laurea triennali e quelli magistrali sono cambiati i bisogni della società e anche le facoltà si sono dovute adeguare per stare al passo. Abbiamo già cominciamo a intravedere qualche risultato positivo».
LE NOVITÀ Nei prossimi anni i datori di lavoro si troveranno ad assumere sempre più figure ad alta qualificazione, sia per sostituire i professionisti che lasceranno le imprese per raggiunti limiti d'età, sia per quelle posizioni nuove che si stanno creando grazie all'innovazione digitale generata da Industria 4.0. «Abbiamo attivato alcuni corsi di laurea magistrali, importanti soprattutto per una regione come la nostra», spiega ancora il professor Mola. «Penso al corso di Turismo sostenibile o a quello di Ingegneria delle tecnologie per internet, oppure ancora, a quello di Scienze per l'ambiente», aggiunge. Anche l'università di Sassari ha seguito la stessa politica, ampliando l'offerta formativa e rivolgendo sempre più lo sguardo ai settori dell'innovazione. Sono esempi di questo tipo il corso triennale professionalizzante in Gestione energetica e sicurezza, che forma figure in grado di analizzare, progettare e risolvere le problematiche tecniche dei settori del comparto energetico e della sicurezza, ma anche la laurea magistrale in Qualità e sicurezza dei prodotti alimentari, il corso internazionale in Wildlife Management, Conservation, and Control e il corso di laurea in Ingegneria informatica. «Per il prossimo anno accademico saremo tra i pochi atenei a puntare sulle nuove lauree professionalizzanti che sperimentalmente mirano a creare sinergie tra l'università, il mondo delle imprese e delle professioni», spiega Massimo Carpinelli, rettore dell'università di Sassari.
ALTO PROFILO Accanto alle figure di alto profilo, ovvero tutte le professioni scientifiche e di elevata specializzazione, si affacciano i profili più strettamente tecnici. Tra questi, i nuovi profili finanziari e assicurativi, i tecnici della gestione finanziaria, quelli del lavoro bancario, i periti, i liquidatori tecnici e, infine, gli esperti dell'intermediazione dei titoli azionari.
LE DIFFICOLTÀ Senza i vincoli che impone il Ministero dell'Istruzione quando le università attivano corsi nuovi gli Atenei di Cagliari e Sassari farebbero anche di più. «Se potessimo attiveremo più corsi per dare agli studenti la possibilità di una scelta più ampia. Nel frattempo», conclude Mola, «il lavoro di rivisitazione sta cominciando a dare risultati».
Mauro Madeddu

 

2 - L’UNIONE SARDA di sabato 7 aprile 2018 / Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Nicolò Pecco, 23 anni di Cagliari, frequenta a Torino il corso di Ingegneria biomedica
«Se avessi potuto avrei continuato a studiare nell'Isola»

La vita dello studente fuorisede è fatta di pro e contro. Vivere da soli sicuramente rende indipendenti, responsabilizza e consente di entrare a contatto con nuove realtà. Al tempo stesso però mette di fronte a difficoltà come gestire la routine domestica e condividere casa con persone estranee. Senza dimenticare la difficoltà più grande: riuscire a sostenere tutte le spese. «Settecento euro al mese per studiare ingegneria biomedica al Politecnico di Torino», racconta Nicolò Pecco, 23 anni di Cagliari. «Ma questa cifra ti basta se fai alcune rinunce e ti limiti all'essenziale», aggiunge.
SCELTA OBBLIGATA Cara, carissima università, quindi. Dopo aver ottenuto la laurea triennale in ingegneria a Cagliari, la decisione, a settembre, di trasferirsi a Torino per la specialistica. «Avrei potuto scegliere tra Torino e Milano, ma a parità di prestigio delle università, l'aspetto economico è quello che ha fatto la differenza», spiega Nicolò. A Milano, infatti, la sua famiglia che gli permette di studiare a Torino, avrebbe speso almeno 1.000 euro ogni mese, sempre considerando le rinunce. «A Torino paghiamo 300 euro per l'affitto», di una casa che condivide con un collega di Cagliari, «poi ci sono i soldi per la spesa, quelli per le bollette e quelli delle tasse», versate in due soluzioni ma comunque spalmate su tutto l'anno. Nel conto mancano vestiti, trasporti per rientrare ogni tanto da genitori e fidanzata e divertimenti. Arrivare a 700 euro è facilissimo. «Il problema più rilevante è proprio quello dei trasporti», dice. «Il collegamento aereo da Torino costa caro», non meno di cento euro a tratta, « da Milano si riesce anche a puntare un prezzo inferiore ma poi, comunque, devi aggiungere il costo dei trasporti da Torino».
I SARDI FUORISEDE Secondo uno studio del Sardinian socio economic observatory, associazione specializzata nell'analisi dei dati riguardanti la Sardegna, sono 9.689 i sardi fuorisede. «La regione che ospita più sardi», rende noto l'Osservatorio, «è il Lazio. Quindi c'è la Lombardia. Seguono la Toscana, il Piemonte, e l'Emilia Romagna. In fondo alla classifica troviamo invece Molise, Valle d'Aosta e Calabria». Per quanto riguarda i costi, «tra tasse, libri, vitto, alloggio e viaggi, e tenendo conto della possibilità di accedere a borse di studio, ogni studente fuorisede spende mediamente fra gli 8.000 e i 10.000 euro l'anno». ( ma. mad. )

 

3 - L’UNIONE SARDA di sabato 7 aprile 2018 / Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
La rivoluzione digitale e Industria 4.0 spingono la domanda da parte delle aziende
Web security, tecnici, data scientist: le figure richieste

I più gettonati dalle aziende Ict sono i laureati in Informatica e Ingegneria, anche se spesso resta ancora un “mismatch” tra domanda e offerta di competenza. Ma cresce l'interesse anche per figure più trasversali, vedi gli istituti di credito che assumono laureati in scienze politiche e lettere.
RIVOLUZIONE DIGITALE A orientare le scelte delle azienda nella ricerca di nuove professionalità, sono la rivoluzione digitale e Industria 4.0. «Intanto abbiamo sempre più bisogno di laureati», spiega Alberto Scanu, presidente regionale di Confindustria. «Oltre agli ingegneri legati alla digitalizzazione, occorrono professionisti del turismo, che in questo momento spesso andiamo a prendere da fuori regione, ma anche meccanici, elettricisti, saldatori e tubisti», aggiunge. Accanto a questi, gli imprenditori sono a caccia di diplomati in meccanica, meccatronica ed energia, ma anche di diplomati in elettronica ed elettrotecnica. Ma «è alta anche la domanda di ingegneri elettronici e ingegneri industriali», spiega Stefano Mameli, segretario regionale di Confartigianato. «In Sardegna tra i settori che hanno bisogno di figure specializzate c'è tutto il sistema casa ma anche l'agroalimentare», aggiunge.
IMPRESE E UNIVERSITÀ La realtà è che «bisogna ripartire dall'università e dall'apprendistato per offrire risposte efficaci alle imprese e per preparare i giovani», spiega ancora Mameli. Nel primo caso, «occorre un maggior raccordo e collaborazione tra imprese e atenei: se queste due realtà vogliono arrivare a un traguardo concreto, come quello di formare delle figure professionali e imprenditoriali valide e spendibili nel mondo del lavoro, è necessario condividere un percorso unico». Nel secondo caso, conclude Mameli, «gli interventi del nuovo Governo dovranno rilanciare questa “palestra”, molto gettonata dalle imprese artigiane, in cui i giovani studiano e lavorano. A cominciare dal rifinanziamento dello sgravio totale nei primi tre anni per le assunzioni di apprendisti in aziende fino a 9 dipendenti». ( ma. mad. )

 

4 - L’UNIONE SARDA di sabato 7 aprile 2018 / Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
In cinque anni un calo del 34,5%. Gli studenti: percorso a ostacoli
UNIVERSITÀ, I GIOVANI SARDI
NON ARRIVANO ALLA LAUREA

Matteo Vespa, 21 anni, studente di Scienze politiche e coordinatore di Unica 2.0, la chiama «precarietà esistenziale». Cioè, i giovani sono nel complesso disillusi, e difficilmente intravedono un futuro ricco di soddisfazioni professionali, nonostante i sacrifici e l'impegno. Dunque, in tanti mollano l'Università.
I DATI In Sardegna i laureati calano: erano - secondo l'anagrafe del Miur - 6257 nell'anno accademico 2011/2012 e 4097 nel 2016/2017, in un lustro, il 34,5% in meno. E il tasso di abbandono, «particolarmente rilevante dal primo al secondo anno di corso», spiegano dall'ateneo cagliaritano, è in media del 24,7% (il 7,5 è fatto di passaggi da una facoltà a un'altra), in diminuzione, è vero, ma pur sempre molto alto.
CAGLIARI «È un dramma», avverte Maria Del Zompo, rettore dell'Università di Cagliari, «il numero dei laureati nell'Isola è sempre stato molto basso, da una parte a causa dell' ignoranza , pensare che comunque anche senza un titolo le cose alla fine si risolvono, e poi per la mancanza di una spinta emozionale da parte dei genitori. Comunque, sono gli immatricolati che sono diminuiti, ora stiamo leggermente risalendo e dal 2015 vediamo un piccolo miglioramento, il nostro orgoglio è laureare tanti ragazzi che sono i primi laureati in famiglia. Certo però che la strada è lunga e la crescita è inferiore a quello che servirebbe. Da parte nostra lo sforzo massimo riguarda l'orientamento - e mi aspetto risultati nell'arco di un triennio - e dare maggiore attrattività ai corsi magistrali, con tirocini e stage nelle aziende».
SASSARI Rossella Filigheddu, delegata alla didattica e all'orientamento all'Università di Sassari, spiega che «c'è un tasso di abbandono importante, e anche uno di discontinuità fra il triennio e la magistrale. E se nel Nord Italia i ragazzi smettono perché trovano lavoro, da noi non è così, al contrario, pensano di non trovarne e interrompono o non si iscrivono nemmeno. Allora, abbiamo investito sull'area tecnologica e la professionalizzazione, ad esempio, con un corso dedicato ai periti industriali, con meno crediti e più tirocini, che sta riscuotendo successo».
IL SOCIOLOGO «Il fenomeno è purtroppo comune a tutto il Mezzogiorno, e in parte sconta anche l'effetto di medio-lungo periodo della diminuzione della natalità», sottolinea Marco Zurru, professore associato di Sociologia dei processi economici e del lavoro all'Università di Cagliari. «Poi, influisce la scelta delle famiglie. Con la crisi e le forti difficoltà economiche, spesso non ci si può permettere di mantenere un figlio agli studi. Ancora: si valuta con attenzione la possibilità di un rapido inserimento nel mondo del lavoro. Le nostre università, seppur ben valutate, non sono “attrattive”. Magari si fa qui la triennale e poi si va a Roma, Milano, Firenze per la specialistica, dove si pensa di poter costruire un capitale sociale importante, una rete di relazioni utili per la vita che verrà».
GLI STUDENTI Agnese Setti, 20 anni, coordinatrice di Eureka, racconta: «Io mi sono ritirata al primo anno e adesso sto perdendo tempo in attesa di ritentare il test di Medicina. Non l'ho superato la prima volta, mi sono iscritta a Chimica farmaceutica come ripiego, ma ho capito che non faceva per me. Ci riproverò il prossimo anno, ma è una lotteria, alla fine mi toccherà andare in Romania o in Albania, come fanno tanti».
LE RICHIESTE Sottolinea Matteo Vespa, dell'associazione studentesca Unica 2.0, «che da un lato l'Università è l'ultimo grande ascensore sociale, e dall'altro è un percorso a ostacoli». Ad esempio, «se sbagli nella scelta iniziale, cambiare diventa un problema. Poi, a Cagliari ci sono 13 mila fuori sede e appena 550 posti letto, e le Case dello studente sono chiuse e da ristrutturare». Secondo i diretti interessati, sono tre i grandi nodi da sciogliere per allargare il più possibile la platea dei giovani che vanno all'università e la concludono. «Bisogna aumentare la soglia degli idonei alle borse di studio, portando l'Isee da 20 mila a 23 mila euro, avere cioè un parametro regionale e non nazionale», dice Vespa. «Secondo, è necessario aumentare gli importi: perché se è vero che i bandi funzionano, le cifre sono sotto il minimo nazionale. Le borse nazionali ammontano a circa 3400 euro, le nostre sono in media di 2200 euro. Inoltre - prosegue - chiediamo di rivedere i criteri di esonero della tassa regionale per il diritto allo studio, 140 euro. Oggi non la paga chi ha una borsa di studio e chi ha un nucleo familiare con un reddito complessivo lordo inferiore ai 25mila euro. Una disparità di criterio rispetto alla “no tax area” che va assolutamente corretta».
Cristina Cossu

 

5 - L’UNIONE SARDA di sabato 7 aprile 2018 / Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
«I ragazzi che usufruiscono dell'assegno sono il 100 per cento degli aventi diritto»
PIGLIARU: PUNTIAMO SU ORIENTAMENTO E BORSE DI STUDIO

Orientamento e borse di studio sono le armi che la Regione sta usando per combattere la dispersione universitaria, l'abbandono degli studi e il calo del numero dei laureati. Un'esigenza - spiegano - che nasce dal fatto che solo il 17% degli studenti isolani consegue il titolo di laurea, a fronte del target posto da Europa 2020 del 40% e degli obiettivi che l'Italia si è prefissata nel Programma nazionale di riforma, corrispondenti al 26/27%.
«La lotta alla dispersione scolastica e il diritto allo studio universitario sono priorità che portiamo avanti affiancate, perché siamo ben consapevoli che lavorare sull'intera filiera è la condizione necessaria per ottenere quel cambio di passo di cui la Sardegna ha estremo bisogno», sottolinea il presidente della Regione Francesco Pigliaru. «Abbiamo investito molto per garantire la migliore istruzione a un numero sempre maggiore di ragazze e ragazzi sardi, attraverso un'azione sistematica: in questi anni abbiamo aumentato regolarmente e in modo molto significativo le risorse per il diritto allo studio, ottenendo così un conseguente aumento dello stanziamento statale per le borse di studio universitarie».
I risultati ci sono. «Nel 2014 riuscivano ad accedere alle borse solo il 56% degli aventi diritto, mentre oggi sono il 100%. E con i 9 milioni che abbiamo investito nel 2017, che diventeranno ben 13 nel 2018 grazie allo stanziamento previsto dal Consiglio regionale, miglioreremo ancora», continua il presidente, «perché avendo più risorse a disposizione possiamo rendere meno stringenti i requisiti e allargare la platea dei destinatari».
Ancora: «Abbiamo investito molto nei programmi di Orientamento, perché accade spesso che nel passaggio dalla scuola superiore all'Università gli studenti più deboli si sentano destabilizzati. Fa la differenza anche avere Università sempre più competitive, innovative, collegati col mondo. I 30 milioni per la ricerca che abbiamo chiesto e ottenuto nel Patto per la Sardegna servono proprio a questo». (cr. co.)

 

6 - L’UNIONE SARDA di sabato 7 aprile 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Alla Mediateca un confronto fra gli studenti
I test per Medicina: giornata di preparazione

Si svolgerà sabato prossimo una giornata di preparazione al test di Medicina, organizzata dagli studenti universitari. Dalle 14.30 alle 18.30, nello spazio eventi, al primo piano della Mem, Mediateca del Mediterraneo in via Mameli, le aspiranti matricole si confronteranno su diversi temi legati alla prova, primo vero ostacolo da superare per chi ha intenzione di indossare il camice bianco. La partecipazione è consigliata a chi vede nel proprio futuro universitario un corso di laurea di area sanitaria che prevede il test di ingresso: non solo Medicina, ma anche Odontoiatria, Veterinaria e le varie lauree triennali (fisioterapia, infermieristica, ostetricia). L'iniziativa è aperta a tutti e gratuita ed è consigliata anche agli studenti del quinto anno delle superiori. Sarà l'occasione anche per fare una breve storia del test di medicina negli ultimi anni e si indicheranno date, modalità, iter di iscrizione, scelta della sede universitaria, con un confronto tra le varie facoltà di Medicina italiane. I partecipanti, si legge in una nota, avranno la possibilità di interagire con studenti universitari e conoscere la loro esperienza di studi, ricevere indicazioni su come organizzare lo studio e coniugare maturità e test di ammissione, cosa fare nei prossimi mesi, quale materiale utilizzare per studiare al meglio nel minor tempo possibile. Non mancherà l'occasione per svelare trucchi e consigli derivati dall'esperienza di chi ce l'ha fatta, di chi ha provato l'ansia di quel momento e ha imparato ad affrontarla e gestirla. Sarà fatta una simulazione del test, ridotta a 30 domande, per tutti gli aspiranti medici della provincia, con domande inedite e successiva correzione della prova, consigli strategici per il superamento del test, spazio per domande, dubbi, riflessioni. Per isciversi e per maggiori informazioni visitare il sito www.testbusters.it.

 

7 - L’UNIONE SARDA di sabato 7 aprile 2018 / Provincia Medio Camp (Pagina 30 - Edizione CA)
SANLURI
Alcolisti anonimi

Presentazione pubblica dell'associazione Alcolisti anonimi, oggi alle 17, nella sala del Convento dei Cappuccini con la collaborazione del'amministrazione comunale. Dopo i saluti delle Autorità la presentazione dell'associazione. Interverranno la dottoressa Roberta Agabio del Dipartimento di Neuroscienze dell'Università di Cagliari, il professor Gianluigi Gessa, monsignor Antioco Piseddu, vescovo emerito di Lanusei. Modererà l'incontro la dottoressa Luisangela Pittau. Previste le testimonianze di un alcolista e di Alanon. Alcolisti anonimi è formata da donne e uomini che mettono in comune la loro esperienza e forze per aiutare gli altri. (s. r.)

 

8 - L’UNIONE SARDA di sabato 7 aprile 2018 / Provincia di Cagliari (Pagina 29 - Edizione CA)
DOLIANOVA
Premio ai giovani scienziati

A scuola per diventare scienziati. Tre studenti dell'Istituto comprensivo di Dolianova hanno conquistato il primo, il secondo e il terzo posto nella selezione regionale dei “Giochi delle Scienze sperimentali 2018”, il concorso per ragazzi che frequentano l'ultimo anno della scuola secondaria di primo grado.
Il primo classificato è Leonardo Baldussu, seguito da Filippo Zuddas e da Filippo Caboni. I tre piccoli geni hanno sbaragliato la concorrenza nel loro stesso istituto per poi guadagnare il lasciapassare per le selezioni regionali tenutesi alla Cittadella universitaria di Monserrato. Qui hanno fatto l'en plein anche grazie al lavoro dell'insegnante Maria Bonaria Zandara, referente d'istituto. Gli studenti ora parteciperanno alla fase nazionale che si terrà il 12 maggio a Castellanza, in provincia di Varese (Lombardia). Tutto il Parteolla fa il tifo per loro. (sev. sir.)



 

La Nuova Sardegna

 


9 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 7 aprile 2018 / Sardegna - Pagina 11
LA SCOPERTA A CAGLIARI
Una pianta endemica sarda potrebbe bloccare il virus Hiv

CAGLIARI Una pianta endemica sarda potrebbe in futuro essere utilizzata in medicina per bloccare il virus dell'Hiv-1 nelle cellule infette. La scoperta, fatta da un'equipe multidisciplinare dell'università di Cagliari che mette insieme biologi e virologi del dipartimento di scienze biologiche, ha origine dallo studio sull'Hypericum scruglii, della famiglia degli Hypericaceae, piante officinali utilizzate nella medicina popolare. I ricercatori sono riusciti a isolare in laboratorio 6 composti (principi attivi) scoprendo che riescono a bloccare gli enzimi che permettono la replicazione del virus Hiv-1. La ricerca ha implicazioni future molto importanti perché attraverso le ulteriori analisi di laboratorio che serviranno a ottimizzare e potenziare la molecole, a definire dosaggi e a escludere eventuali tossicità, potrebbe portare in futuro alla realizzazione di un farmaco che sostituirebbe l'attuale mix di medicinali per la terapia dell'Hiv-1. In particolare il composto più attivo è una molecola "multitarget" e quindi innovativa perché permette di agire su più fronti contemporaneamente, puntando così a una eventuale riduzione dei farmaci usati nel "cocktail". Il lavoro è stato coordinato da Francesca Esposito, virologa, e Cinzia Sanna, botanica, entrambe ricercatrici dell'ateneo di Cagliari ed è frutto di una collaborazione con altri ricercatori dell'Università di Cagliari, degli atenei della Campania e dell'Insubria e del Max Planck Institute for Chemical Ecology di Jena (Germania). L'Hypericum scruglii è stata localizzata in Ogliastra e Sarcidano dove ci sono calcari mesozoici.


10 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 7 aprile 2018 / Sardegna - Pagina 11
Isolate oltre 100 specie da utilizzare anche nel campo della cosmesi
MICROALGHE PER SALUTE E AMBIENTE

SASSARI Microalghe sarde da utilizzare per cosmesi, medicina e tenere pulito l'ambiente: sono undici le imprese che hanno aderito al progetto Comisar, 374mila euro finanziati da Sardegna Ricerche, curato dal team del Cinsa (Università di Cagliari) con la collaborazione del Crs4. «Lo sviluppo di tecnologie innovative sull'utilizzo di microalghe - spiega Giacomo Cao, responsabile scientifico del progetto e direttore del dipartimento di Ingegneria meccanica, chimica e dei materiali dell'università di Cagliari - porta all'estrazione di prodotti di varia natura da commercializzare. Il tutto con importanti ricadute in campo ambientale. Infatti, sono applicabili al riutilizzo di anidride carbonica da gas di scarico, alla depurazione di reflui urbani e alla produzione delle bio-plastiche». I luoghi della ricerca? Dal rio Irvi, zona Piscinas a Montevecchio ai Tacchi di Ierzu, la Giara di Gesturi passando per Seui e Osini. I ricercatori hanno isolato oltre 100 specie di alghe.


11 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 7 aprile 2018 / Sassari - Pagina 28
Specializzandi di Veterinaria perdono il diritto all'assegno dell'Ersu: «Incomprensibili le motivazioni»
IN SEI DEVONO RESTITUIRE LA BORSA DI STUDIO

SASSARI Sei specializzandi di Veterinaria dovranno restituire la borsa di studio che avevano ottenuto grazie al bando pubblicato dall'Ersu a luglio 2017 per l'anno accademico 2017-2018. Lo hanno appreso da una lettera raccomandata spedita dagli uffici dell'Ente regionale per il diritto allo studio dalla quale si evince che i sei specializzandi, essendosi iscritti alla scuola di specializzazione in Sanità animale e produzione zootecnica a giugno del 2017 (data della selezione stabilita dall'università di Sassari) risultano immatricolati nell'anno 2016-2017, quindi è come se fossero "ripetenti" e per questo motivo non hanno diritto alla borsa di studio riferita all'anno accademico in corso. Una incongruenza che, spiegano gli specializzandi, non dipende in alcun modo da loro e che rischia di metterli in grave difficoltà. «Non solo ci troviamo a dover restituire una somma non esigua, nel mio caso 1640 euro - spiega uno dei veterinari coinvolti in questo pasticcio burocratico - ma, oltre a non percepire il resto della borsa, il totale può arrivare a circa 3mila euro, dobbiamo pagare le tasse per le quali, se sei beneficiario di borsa di studio, sei esente».Insomma, una batosta per sei giovani laureati che, appartenendo all'area sanitaria e non a quella medica del ministero non accedono alla retribuzione di circa 1800 euro che spetta agli specializzandi mentre le tasse universitarie ammontano a circa 2400 euro all'anno. Le spiegazioni ricevute negli uffici degli enti coinvolti non sono state ritenute soddisfacenti dai veterinari: «All'Ersu ci hanno risposto che l'incongruenza fra l'anno di immatricolazione e quello in cui risultiamo beneficiari non può essere superata». E c'è da sottolineare che i vertici dell'ente regionale in questo momento sono incompleti perché a tutt'oggi il presidente della Regione Sardegna non ha provveduto a nominare il presidente, motivo per il quale non è possibile convocare il consiglio di amministrazione. Risulta quindi impossibile prendere decisioni e provvedimenti che non rientrino nell'ordinaria amministrazione. L'università, dal canto suo, ha "rimbalzato" i giovani laureati affermando che il problema nasce all'interno dell'Ersu e che gli uffici amministrativi di ateneo non possono farci nulla. «Siamo senza parole - concludono gli specializzandi - perché ci sentiamo impotenti davanti a una macchina burocratica che schiaccia in nostri diritti». I giovani sperano ancora che si ponga rimedio a questa ingiustizia. (g.g.)

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie