Venerdì 6 aprile 2018

06 aprile 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 6 aprile 2018 / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
CAGLIARI
La scoperta: una pianta può bloccare il virus Hiv

In Sardegna cresce una pianta, il cui nome scientifico è Hypericum scruglii, contenente una molecola capace di bloccare gli enzimi che permettono al virus dell'Hiv-1 di replicarsi. L'importante scoperta è stata fatta da un'équipe del Dipartimento di Scienze della vita e dell'ambiente dell'Università di Cagliari.
Il lavoro, che ha conquistato la prestigiosa ribalta scientifica internazionale, è stato realizzato dalla virologa Francesca Esposito, che lo ha coordinato, e dalla botanica Cinzia Sanna. È inoltre frutto di un'ampia collaborazione con altri ricercatori dell'Ateneo cagliaritano, delle Università della Campania e dell'Insubria e del Max Planch Institute for Chemical Ecology di Jena in Germania. Del gruppo fa parte anche Enzo Tramontano, ordinario di Microbiologia.   ARCA  A PAGINA 14

Salute (Pagina 14 - Edizione CA)
RICERCA Si tratta dell'Hypericum scruglii
Pianta sarda può bloccare il virus Hiv-1

I n Sardegna cresce una pianta, il cui nome scientifico è Hypericum scruglii, contenente una molecola capace di bloccare gli enzimi che permettono al virus dell'Hiv-1 (Aids) di replicarsi. Dell'importante scoperta, fatta da un'équipe del Dipartimento di Scienze della vita e dell'Ambiente dell'Università di Cagliari, dà conto un articolo pubblicato dalla rivista americana PlosOne.
LA RICERCA Il lavoro che ha conquistato la prestigiosa ribalta scientifica internazionale è stato realizzato dalla virologa Francesca Esposito, che lo ha coordinato, e dalla botanica Cinzia Sanna.È inoltre frutto di un'ampia collaborazione con altri ricercatori dell'Ateneo cagliaritano, delle Università della Campania e dell'Insubria e del Max Planch Institute for Chemical Ecology di Jena (Germania). Del gruppo che ha firmato la ricerca pubblicata su PlosOne fa parte anche Enzo Tramontano, ordinario di Microbiologia e presidente della Facoltà di Biologia e Farmacia a Cagliari.
LA PIANTA Specie endemica dell'Isola, appartenente a una famiglia di piante già impiegate nella medicina popolare, non si trova in maniera diffusa. Cresce infatti esclusivamente negli altopiani carbonatici della Sardegna centro-orientale. E qui le zone di localizzazione sono molto ristrette: i Tacchi dell'Ogliastra e l'area intorno a Laconi.
IL NOME L'Hypericum scruglii è stato individuato in tempi recenti e battezzato dall'attuale direttore dell'Orto botanico Gianluigi Bacchetta con un nome che ricorda Antonio Scrugli, già docente di Botanica dell'Ateneo di Cagliari. «Non si tratta di una pianta tossica - precisa a proposito Cinzia Sanna - ma anzi già utilizzata nella medicina popolare. L'olio ottenuto da un'altra specie di Hypericum viene impiegato per lenire le ustioni».
LE PROPRIETÀ «Nell'Hypericum scruglii - sottolineano i ricercatori - è stato identificato per la prima volta un metabolita appartenente alla classe dei floroglucinoli prenilati che si è dimostrato capace di inibire a concentrazioni molto basse due enzimi chiave dell'Hiv-1 e quindi la replicazione del virus in saggi cellulari». La scoperta è merito di un approccio innovativo allo studio - definito dai ricercatori multitarget - che sfrutta la biodiversità metabolica delle piante per identificare singole molecole capaci di agire su più funzioni enzimatiche. «Proprio questa particolarità - spiega Francesca Esposito - rende il nostro studio promettente, al pari di altre linee di ricerca su cui stiamo lavorando in campo antivirale». L'approccio multitarget utilizzato mira a ridurre il numero di farmaci che un paziente sieropositivo deve assumere, ponendo così le basi per un successivo sviluppo di farmaci antivirali. Sulle prospettive della ricerca è fiducioso anche Tramontano: «Ora serviranno studi specifici per migliorare la struttura chimica della molecola e renderla più potente».
PIANTE E MEDICINA TRADIZIONALE È significativo che la notizia della scoperta arrivi a distanza di meno di un mese dal conferimento da parte dell'Università di Cagliari della laurea honoris causa in Biologia cellulare e molecolare a Yungh-Chi Cheng, docente della Yale University School of Medicine. Durante la sua lectio magistralis, incentrata sul rapporto tra la medicina tradizionale cinese e la medicina occidentale, il professore aveva invitato, così da giungere all'elaborazione di nuovi farmaci, a un attento studio del patrimonio di conoscenze della medicina tradizionale sarda e delle piante da questa utilizzate.
Manuela Arca

 

2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 6 aprile 2018 / Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
LA POLEMICA. L'assessore regionale ai Trasporti spiega il ridimensionamento del 29
«Al Policlinico? Meglio arrivarci con la metro»
«La strategia che un'amministrazione pubblica deve perseguire, nell'ottica di rendere più moderna ed efficiente una rete di trasporto pubblico locale, è quella che vede lo sviluppo della rete su ferro». L'assessore regionale ai Trasporti Carlo Careddu spiega perché si è deciso di ridimensionare la linea 29 del Ctm per favorire i collegamenti col Policlinico garantiti dalla metropolitana leggera. Da una parte c'è la Regione che controlla l'Arst e i milioni di euro spesi per la metro, dall'altra il Comune che vuole che i trenini bianchi vengano affidati al Ctm. In mezzo a queste tensioni, la Regione ha deciso di limitare le sovrapposizioni e pagare due volte per servizi simili ma la decisione imposta al Ctm di ridurre il tragitto del 29 non piace a tutti: prima partiva da piazza Matteotti mentre ora il capolinea principale è in via San Benedetto e da lì si può raggiungere il Policlinico. La Regione punta tutto sulla metro. «Le ragioni sono fin troppo scontate: maggiore sicurezza, minore impatto ambientale, tempi certi, standard qualitativi più alti rispetto al comfort e alle modalità di trasporto. Si pensi ad esempio che nella metro si può caricare anche la bicicletta», spiega Careddu.
Secondo l'esponente della Giunta Pigliaru, pronto a incontrare gli studenti, «l'obiettivo che necessariamente si deve raggiungere, con la sinergia di tutte le istituzioni e le strutture pubbliche e private coinvolte, è quello di integrare l'offerta del trasporto in funzione di una maggiore efficienza, che significa risparmio di tempo e di risorse. In poche parole, si deve favorire un'adduzione verso la metro che peraltro, presto, inizierà a vedere la luce anche nel percorso Matteotti-Bonaria-Repubblica». Dalla Regione spiegano che con la metro ci vogliono 22 minuti per arrivare al Policlinico con dieci fermate riservate e che ce ne vogliono 38 se si prende anche il bus da piazza Matteotti a piazza Repubblica. Col 29 da via San Benedetto ci vogliono 33 minuti con 18 fermate e partendo direttamente da piazza Matteotti le fermate diventano 23 e i minuti 40. (m. z.)

 

3 - L’UNIONE SARDA di venerdì 6 aprile 2018 / Provincia di Cagliari (Pagina 24 - Edizione CA)
SARROCH
I risultati delle indagini sulla qualità dell'aria

Nuovo appuntamento con il progetto “Sarroch ambiente e salute”, l'indagine epidemiologica condotta dall'Università di Cagliari per conto del Comune. Lunedì prossimo alle 18, nella sala Roberto Coroneo della Biblioteca comunale di via Cagliari, verranno presentati i risultati delle indagini sulla qualità dell'aria compiute nel 2017. Dopo l'introduzione affidata al sindaco Salvatore Mattana, e all'assessora all'Ambiente Manuela Melis, il professor Davide Atzei - del Dipartimento di Scienze chimiche e geologiche dell'Università di Cagliari - illustrerà i risultati del monitoraggio della qualità dell'aria portato avanti nell'ultimo anno. Successivamente, Simonetta Fanni e Massimo Secci, dell'Arpas, presenteranno il rapporto annuale sulla qualità dell'aria. Prima della discussione finale, che coinvolgerà anche i cittadini, il professor Atzei presenterà il piano di monitoraggio sulla caratterizzazione degli odori presenti nell'aria di Sarroch. (i. m.)

 

4 - L’UNIONE SARDA di venerdì 6 aprile 2018 / Esteri (Pagina 12 - Edizione CA)
ANKARA. Quattro morti alla Osmangazi, arrestato il killer
Strage all'università turca
Assistente spara sui prof

ANKARA Quattro persone sono state uccise in una sparatoria all'università Osmangazi nella provincia di Eskisehir, città di quasi un milione di abitanti nella Turchia nordoccidentale tra Ankara e Istanbul.
LE VITTIME L'omicida è un ricercatore universitario che ha sparato al vicepreside, al segretario di facoltà, a un lettore e a un dipendente, ha spiegato l'Anadolu. Secondo quanto riporta la Cnn turca, la polizia è riuscita ad arrestarlo. L'agenzia di stampa Dogan ha riferito che l'attacco ha scatenato il panico nell'ateneo, con studenti e insegnanti in stato di shock.
ALLARME TERRORISMO All'origine della sparatoria, che inizialmente ha fatto temere una recrudescenza del terrorismo che anche nel recente passato ha colpito duramente la Turchia, ci sarebbero dissidi personali tra l'attentatore e altri membri della facoltà di Scienze dell'Educazione, in particolare il preside, che sarebbe stato l'obiettivo principale dell'attacco ma non si trovava sul posto. Lo ha riferito il rettore dell'ateneo definendo Bayar come una «persona problematica».
INDAGATO L'attentatore era anche sotto indagine amministrativa dell'ateneo per aver accusato diversi colleghi di legami con la presunta rete golpista di Fethullah Gulen, motivazione con cui centinaia di docenti sono stati allontanati dalle università in Turchia dopo il fallito putsch del 2016.





 

La Nuova Sardegna

 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 6 aprile 2018 / Economia - Pagina 16
A CAGLIARI
Biogas e progetto Isaac
dibattito all'Università

CAGLIARI È in programma oggi (10-13, evento aperto) nell'aula magna della facoltà di ingegneria e architettura dell'ateneo di Cagliari in via Marengo, il secondo incontro pubblico con funzionari e amministratori pubblici relativo al progetto Isaac, finanziato nell'ambito del programma europeo Horizon 2020, che ha come obiettivo principale l'abbattimento delle barriere non tecnologiche per la produzione e l'uso del biogas e del biometano e ha interessato diverse regioni italiane tra cui la Sardegna. Lo scopo del progetto è la costruzione di un modello di comunicazione equilibrata sui benefici e sulle criticità ambientali, sociali ed economiche di questa tecnologia tra tutti gli attori potenzialmente coinvolti a vario titolo nella produzione di biogas e biometano e tra questi anche i Comuni e la Regione Sardegna. Sempre per il progetto Isaac è previsto un seminario rivolto al mondo dell'agricoltura, con visita ad un impianto a biogas esistente: si terrà sabato a Sanluri, nell'azienda agricola Su Stai, alle 11.30. Info 393.9345150

Questionario e social

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