Scienza, tra rigore e concretezza. La forza dei saperi competenti e condivisi
Cagliari, 18 marzo 2018
Mario Frongia
Un dibattito rigoroso, concreto, inclusivo. Utile per ampliare confini e cercare risposte. Si è chiuso con un lungo applauso il convegno "Ricerca Biomedica: problematiche etiche, giuridiche e sociali" tenutosi sabato scorso nell’aula Maria Lai. D’altronde, con relatori ed esperti di profilo nazionale e internazionale, l’evento curato dall'Associazione Walter Piludu e coordinato dal pro rettore alla Ricerca, Micaela Morelli, non poteva che cogliere nel segno. Rimarcando l’attualità di temi che necessitano di confronto e approfondimenti scientifici, accademici e sociali. Le storie nella storia, in un cammino di sviluppo civile e condiviso, a caccia di risposte rapide ed esaustive, non sempre, dalla scienza e dalla medicina. .
Etica, morale, bisogni emergenti: trincee e traguardi del terzo millennio
Norme, società e ricerca tra effetti etici e giuridici della ricerca biomedica. Ma anche le problematiche della ricerca in sé, immersa nel contesto dell'azione morale, con limiti etico-normativi che si intrecciano ai nuovi bisogni emergenti e all'evoluzione del concetto di disabilità. Il convegno ha aperto un percorso voluto dall'Associazione Walter Piludu per promuovere e diffondere più consapevolezza collettiva sui diritti della persona. “Dall’ambito medico, con una corretta e competente informazione sulle conoscenze scientifiche, alla tutela del diritto alla vita, alla salute e all'autodeterminazione terapeutica. Di pari passo con la promozione del diritto alla scienza sancito dall'articolo 27 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948: la ricerca è sempre più complessa e introduce processi e prodotti che aprono prospettive inaspettate con forti ricadute sociali” ha scandito la professoressa Morelli. “Il diritto alla scienza si fonda sulla consapevolezza che la ricerca scientifica e l'accesso ai benefici che ne derivano influenzano lo sviluppo e il benessere delle persone. La divulgazione delle scoperte e degli sviluppi scientifici va assieme - ha aggiunto Marinella Maucioni, Associazione “Walter Piludu” - alle problematiche etiche, giuridiche e sociali nelle quali la ricerca, talvolta, si imbatte”.
Dalle elezioni di Trump alla Brexit. Tra influencer, filter bubble e dati manipolabili. Pietro Ciarlo: "Ma i cittadini non sono inermi"
“Un’azienda americana, la Cambridge analytica, ha gestito sulle piattaforme social e in rete le elezioni americane pro Trump con cinquemila dati di duecento milioni di cittadini Usa. Ha poi curato anche le votazioni degli inglesi sulla Brexit. Sia chiaro, è tutto legale. Ma lascia intuire quali siano le poste in palio e in che modo la società si ritrovi all’interno di dinamiche con dimensioni e risultati spesso inimmaginabili”. Pietro Ciarlo - pro rettore per la Semplificazione dell’Università di Cagliari, costituzionalista, componente di comitati etico-giuridici e docente in Italia e all’estero - mette in chiaro quali siano gli scenari. I circa duecento tra studenti e specializzandi in sala, prendono appunti. Il silenzio è tombale. “La battaglia di Walter Piludu è stata vincente: nel dicembre scorso il Parlamento ha varato la legge sul testamento biologico e del fine vita. Una battaglia di civiltà se si pensa che, sempre nel nostro Parlamento, Beppino Englaro, con la figlia Eluana da diciassette anni in coma, è stato definito assassino”. Una storia tutta italiana. Come quella di Chiara Ferragni: “Influencer di buona famiglia milanese, bocconiana, con dodici milioni di follower-seguaci, capace di lanciare e far attecchire campagne di vario genere sui social. L’opinione pubblica vede quel che gira in rete e pensa che accadrà nella realtà. Un fenomeno - ha ribadito il professor Ciarlo - molto delicato. I social contribuiscono alla costruzione sul web dell’autoreferenzialità. Insomma, si può essere manipolati. Ma non siamo inermi. L’articolo 494 del codice penale tutela i diritti fondamentali dell’individuo, dal nome all’identità. Le fake news che non sono bufale ma notizie false, punibili. Certo, bisogna essere informati. E in qualche modo, dal 2016 le grandi piattaforme hanno introdotto sistemi di automoderazione”. Un mercato globale con limiti e confini ancora da limare, “filter bubble” e altri pastrocchi che facilitano l’avvicinamento e il condizionamento di persone che la pensano allo stesso modo. “Il nemico della scienza è la superstizione. In ateneo, grazie al collega Francesco Mola, abbiamo introdotto un corso sull’analisi dei dati. Saperli leggere e maneggiare è uno dei primi antidoti alla non conoscenza: la verità delle scienze riconosciute universalmente sta nell’imperativo etico che le accompagna e sostiene. L’utilità e i comportamenti etici dei processi evolutivi della ricerca vanno difesi dalle superstizioni” ha concluso Pietro Ciarlo.
Forme di vita, staminali, neuropsichiatria infantile. Il World report of disability, tra bisogni e negazioni
“Negli anni ’80 sono stato a Cagliari, come nel resto del paese, si parlava di aborto e fecondazione assistita. Adesso, viviamo un mondo radicalmente cambiato. Questi temi - ha spiegato Maurizio Mori, ordinario di filosofia all’Università di Torino e presidente della Consulta di bioetica - sono diventati comuni, spesso anche alla moda. Le nuove generazioni devono allenarsi a prestare grande attenzione alle abitudini e ai cambiamenti rapidi Saltato il condizionamento berluscon-ruiniano, e con gli impulsi dati da Papa Francesco, il Paese dibatte e pensa. Una certezza? Senza il dialogo si va sempre verso il peggio”. Per Michele De Luca, ordinario 'Università Modena e Reggio Emilia e membro del Centro di Medicina rigenerativa "Stefano Ferrari" il messaggio è nitido: “L’Italia è all’avanguardia sulle cellule staminali e sulle medicine rigenerative. Ma patiamo il blocco ipocrita di un articolo della legge 40: possiamo lavorare sulle cellule se provengono dall’estero ma non su quelle che abbiamo in freezer. Intanto, in Svezia le stanno utilizzando per il Parkinson e in Inghilterra e Stati Uniti per la cecità da danni alla retina. Il futuro? La medicina rigenerativa è la medicina del futuro, capace di affrontare anche le malattie rare”. Alessandro Zuddas, ordinario di Neuropsichiatria infantile, ha affrontato le tematiche inerenti “i bisogni assistenziali, spesso non garantiti nella neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza”. Infine, Donatella Petretto, docente di Psicologia clinica, ha illustrato il Wolrd report in disability, le linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità. “Partiamo dalla centralità della persona: l’accesso ai servizi e alle informazioni è un problema per i disabili”.