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L’uomo nel Sulcis già 9mila anni prima di Cristo

La conferma arriva dalla nuova campagna di scavi guidata a Su Carroppu dal prof. Carlo Lugliè, docente di Preistoria e Protostoria
04 ottobre 2017
Gli scavi a Su Carroppu: dai risultati della campagna importanti conferme sulla presenza dell'uomo già 9mila anni prima di Cristo

di Sergio Nuvoli

Cagliari, 4 ottobre 2017 – L’uomo era presente nel Sulcis già 9000 anni prima di Cristo. La conferma è uno dei risultati cui è giunta di recente la ricerca del team del prof. Carlo Lugliè, docente di Preistoria e Protostoria dell’Università di Cagliari, che ha concluso una nuova delicata campagna di scavi nel riparo sotto roccia di Su Carroppu, vicino al borgo agricolo di Sirri (a sei chilometri da Carbonia). Ne ha dato notizia ieri L’Unione Sarda.

“Per tantissimo tempo – scrive Andrea Scano sul sito web del quotidiano - si era invece ritenuto che la presenza umana fosse databile intorno al 6000 avanti Cristo. Una retrodatazione, dunque, di circa tremila anni che apre nuovi interessanti scenari nella ricerca. Il Comune ha confermato la volontà di sostenere le campagne di scavo e studio”.

“Le ricerche a Sirri – ha dichiarato il professor Lugliè - hanno restituito le più antiche tracce di evidenza umana risalenti al 9.000 avanti Cristo: la campagna serve a studiare le fasi di più antica presenza nel riparo sottoroccia, con l'individuazione delle attività che l'uomo preistorico ha svolto nelle diverse tappe della sua frequentazione di questo territorio”.

“Piaccia o meno – commenta il giornalista sulla versione cartacea de L’Unione - i libri di preistoria del Sulcis vanno riscritti. Ma si scopre che ben presto anche altre zone limitrofe potrebbero restituire scoperte affascinanti: “La campagna procede con una certa difficoltà - analizza Lugliè - per la perturbazione delle evidenze stratigrafiche nel corso degli ultimi cinquanta anni: per questo la ricerca è estesa a tutta l'area del sito quindi non solo a quanto contenuto all'interno del riparo, ma all'evidenza delle alterazioni della stratigrafia realizzate dagli anni Sessanta in poi”.

Il prof. Carlo Lugliè, docente di Preistoria e Protostoria dell'Università di Cagliari
Il prof. Carlo Lugliè, docente di Preistoria e Protostoria dell'Università di Cagliari

L'UNIONE SARDA

3 ottobre 2017
Cultura (Pagina 39 - Edizione CA)
«L'uomo a Su Carroppu già nel periodo Mesolitico»
ARCHEOLOGIA. La scoperta dello studioso Carlo Lugliè ora confermata dai test del Dna

Forse non è la scoperta che cambierà la storia del mondo, ma della Sardegna sì. E senza il minimo dubbio quella del Sulcis, che può essere vista sotto un'ottica diversa: l'uomo era qui presente già attorno al 9.000 avanti Cristo, e non nel 6.000. Cioè, molto prima. Tutta un'altra era: il Mesolitico e non ancora il successivo periodo Neolitico.
Ed è davvero singolare, quasi un paradosso dell'evoluzione della civiltà, che questa constatazione che manda in visibilio gli studiosi (e francamente pure gli appassionati di questi argomenti) abbia trovato fondamento non nei recessi più datati del pianeta, ma nelle grotte di un borgo di Carbonia, città mineraria nata nel 1938 e perciò una dei centri abitati più giovani d'Italia e d'Europa.
La suggestione di questo scenario da notte dei tempi si deve a Carlo Lugliè, scienziato che dal 2009 ha preso a cuore il riparo sotto roccia di Su Carropu, vicino al villaggio di Sirri, grazioso centro dedito all'allevamento e all'agricoltura, immerso fra le colline a 6-7 chilometri dalla città. I materiali litici e ossei rinvenuti negli anni '60 erano stati datati attorno al 6.000 a.C.: c'è voluta una scrupolosa indagine scientifica, con esami del Dna, per confermare il convincimento di Lugliè, riavvalorato giorni fa nel corso di una nuova campagna che lui stesso, grazie all'Università di Cagliari, ha condotto a Su Carropu col nulla osta del Comune. È cioè assodato che occorra fare un salto indietro nel tempo di 3.000 anni. Un'enormità.
«Le ricerche a Sirri - conferma Carlo Lugliè - hanno restituito le più antiche tracce di evidenza umana risalenti al 9.000 avanti Cristo: la campagna serve a studiare le fasi di più antica presenza nel riparo sottoroccia, con l'individuazione delle attività che l'uomo preistorico ha svolto nelle diverse tappe della sua frequentazione di questo territorio». Piaccia o meno, i libri di preistoria del Sulcis vanno riscritti. Ma si scopre che ben presto anche altre zone limitrofe potrebbero restituire scoperte affascinanti: «La campagna procede con una certa difficoltà - analizza Lugliè - per la perturbazione delle evidenze stratigrafiche nel corso degli ultimi cinquanta anni: per questo la ricerca è estesa a tutta l'area del sito quindi non solo a quanto contenuto all'interno del riparo, ma all'evidenza delle alterazioni della stratigrafia realizzate dagli anni Sessanta in poi».
Andrea Scano

L'Unione Sarda
L'Unione Sarda
Guarda l'intervista rilasciata a marzo dal prof. Lugliè a Laura Passetti per il TgR RAI Sardegna sui primi risultati della campagna di scavi

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