UniCa UniCa News Notizie Il territorio dei luoghi: Arte e architettura, idee per il Sulcis

Il territorio dei luoghi: Arte e architettura, idee per il Sulcis

Architettura, prosegue la Scuola estiva internazionale
03 settembre 2012

 


il servizio andato in onda sul TGR Regione Sardegna il 6 settembre (edizione delle 14, minuto 9.01)

il servizio andato in onda sul TGR Regione Sardegna il 6 settembre (edizione delle 19.30, minuto 10.10)

il servizio andato in onda sul TG di Videolina

rassegna stampa sull’evento


Cagliari, 7 settembre 2012 - La Scuola estiva internazionale di Architettura, in corso da lunedì nei locali di via Corte d’Appello a Cagliari, si sposta domani a Carbonia, alla grande miniera di Serbariu. Il programma prevede infatti il meeting “Arte e architettura, idee per il Sulcis”: una giornata interamente dedicata allo sviluppo della zona, dopo la visita effettuata nei giorni scorsi.
 
A partire dalle 9, dopo la presentazione del direttore della Scuola, Nicola Di Battista, i saluti delle autorità: il presidente della provincia di Carbonia-Iglesias, Salvatore Cherchi, il sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, il direttore del Ministero per i Beni Culturali, Maria Grazia Bellisario, il presidente del Parco Geominerario, Antonio Granara, e il direttore del Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e architettura, Antonello Sanna.
 
A seguire, molto attese, le lezioni magistrali di Joao Nunes e Alfredo Pirri. Il primo, architetto paesaggista portoghese, considerato uno dei principali esponenti europei di questa disciplina, parlerà della formazione dei “luoghi” nel tempo, ad opera della natura e degli uomini. Pirri è un artista noto per lavori realizzati in luoghi pubblici, capace di mostrare il forte legame tra arte e memoria, tra arte e spazio collettivo.
 
Nel pomeriggio – a partire dalle 15 - altre due lezioni magistrali: André Dubuc, direttore del Centre Historique Minier de Lewarde, racconterà la storia di successo di un ex sito minerario, oggi luogo di primaria importanza per numero di visitatori e produzione di eventi, mentre Vittorio Magnago Lampugnani, architetto e urbanista, docente al Politecnico di Zurigo e direttore del più importante istituto di ricerca architettonica europeo (il GTA dello stesso Politecnico), illustrerà l’intervento privato sui territori, parlando del progetto urbano in corso di realizzazione nel Centro di Basilea.
 
Quindi – alle 17.15 - una tavola rotonda sui modelli di sviluppo innovativi nei territori del lavoro minerario, con i relatori della giornata. Alle 18.45 concluderà la giornata la lezione magistrale di Mimmo Jodice. Il grande fotografo napoletano ripercorrerà il suo lavoro sul tema dell’acqua e del mare Mediterraneo.
 
Tema e partecipanti. “Sardegna. Il territorio dei luoghi. Il progetto dei paesaggi minerari e insediativi costieri del Sulcis-Iglesiente”: questo il titolo dell’iniziativa del Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura, sostenuta dall’Ateneo, dalla Provincia di Carbonia-Iglesias e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. In due settimane i partecipanti (in gran parte studenti provenienti dalla Svizzera, da Marsiglia, dal Canada e da Berlino, oltre che iscritti alla facoltà cagliaritana) si confrontano sul progetto dei paesaggi minerari e insediativi costieri del Sulcis-Iglesiente, un territorio della Sardegna sud-occidentale particolarmente significativo nella storia di quest’isola, soprattutto per l’importante vicenda dell’industria mineraria che ha determinato la forma del paesaggio negli ultimi due secoli.
 

Cagliari, 3 settembre 2012 - “La situazione di acuta tensione sociale nel Sulcis e la chiusura delle realtà industriali minero-siderurgiche sta determinando non solo dinamiche economiche, come la perdita dei posti di lavoro, ma il caos nella vita di tante persone e di tante famiglie”. Lo ha detto il presidente della provincia Carbonia-Iglesias, Salvatore Cherchi, intervenendo stamani all’inaugurazione della Scuola estiva di Architettura dell’Università di Cagliari, che proprio nel Sulcis svolgerà le sue esercitazioni nei prossimi giorni.
 
“La responsabilità è da cercare nei sistemi politici sleali – ha continuato Cherchi – che hanno assecondato tendenze speculative capaci di generare disuguglianze sociali. Una Scuola come questa ha dunque per noi un grande carico di impegno civile, perché Università e territorio collaborano per trovare soluzioni e proporre indirizzi verso nuove prospettive. L’apporto dell’Ateneo è fondamentale per rifuggire logiche mercatistiche che mortificano la produzione della conoscenza: ci sono già studi sullo sviluppo del nostro territorio, nati dalla collaborazione con i docenti universitari di Cagliari, all’attenzione del Governo nazionale. Quelle realizzate con l’Università del capoluogo sono sintesi concrete, come quelle messe in piedi per il recupero di alcune zone degradate di Carbonia, che hanno ottenuto il riconoscimento del Consiglio d’Europa”.
 
Nel suo intervento, il Rettore dell’Università di Cagliari, Giovanni Melis, ha precisato che “occorre studiare per dare prospettive ai lavoratori, ma al tempo stesso per costruire iniziative in grado di stare sul mercato con le proprie gambe, sfruttando le risorse del territorio finora scarsamente valorizzate. In una situazione resa ancora più difficile dal venir meno dell’industria costruita grazie al pesante intervento pubblico, l’Università di Cagliari è attenta a questi problemi ed è pronta a collaborare”.
 
Anche il direttore del Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e architettura, Antonello Sanna, ha sottolineato la necessità della collaborazione per lo sviluppo del territorio, mentre il direttore della Scuola estiva, Nicola di Battista, si è soffermato sullo scopo dell’iniziativa: “Il nostro obiettivo è fare progetti di architettura: è fondamentale, per noi architetti, chiederci sempre cosa possiamo fare per il territorio. Ci aspetta un lavoro di due settimane – che coinvolge 100 persone – per prefigurare strategie di intervento attuabili”.
 
Domani Jannis Kounellis, il maestro dell’Arte povera, interverrà ai lavori della Scuola e visiterà con gli studenti il territorio del Sulcis incontrando i luoghi delle miniere e della protesta operaia: con lui, alle 17, è previsto un incontro dibattito nella Sala del Consiglio comunale di Sant’Antioco.
 
Tema e partecipanti. “Sardegna. Il territorio dei luoghi. Il progetto dei paesaggi minerari e insediativi costieri del Sulcis-Iglesiente”: questo il titolo dell’iniziativa del Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura, sostenuta dall’Ateneo, dalla Provincia di Carbonia-Iglesias e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. In due settimane i partecipanti (in gran parte studenti provenienti dalla Svizzera, da Marsiglia, dal Canada e da Berlino, oltre che iscritti alla facoltà cagliaritana) si confronteranno sul progetto dei paesaggi minerari e insediativi costieri del Sulcis-Iglesiente, un territorio della Sardegna sud-occidentale particolarmente significativo nella storia di quest’isola, soprattutto per l’importante vicenda dell’industria mineraria che ha determinato la forma di questo paesaggio negli ultimi due secoli.
 
 
 

UFFICIO STAMPA ATENEO - mail ufficiostampa@amm.unica.it - testi Sergio Nuvoli - tel. 070 6752216

 
 
 
 

LA SCUOLA SULLA STAMPA LOCALE

L’UNIONE SARDA
L’Unione Sarda di domenica 9 settembre 2012
Tempo d’Estate (Pagina 53 - Edizione CA)
Le visioni di luce di Mimmo Jodice
 
Incasellare le emozioni in un progetto. Innamorarsi di una suggestione, e poi andarsela a cercare. La Hasselblad al collo, un’idea guida in testa. Non crede nell’attimo fuggente, Mimmo Jodice. Tutto ciò che ritrae nasce dalla premeditazione. «Poi certo, molte volte mi capita di dirmi: avessi con me la macchina!. A volte torno, per fotografare quell’immagine che mi ha colpito, il più delle volte non c’è più, perché non ci sono io, non c’è quell’emozione».? Settantotto anni, uno sguardo trasparente e febbrile appena stemperato dall’ ironia napoletana, il grande fotografo si racconta a Cagliari in via Corte d’Appello, ospite della Scuola estiva di Architettura. A qualche metro, la moglie Angela Salomone, compagna di una vita e madre dei suoi tre figli. Uno dei quali, Francesco, ha seguito la sua strada. «Tutto quello che ho fatto è merito suo. Se non fosse stato per lei, sarei in un angolo del mondo a guardare le mie cose. Mi ha portato nel reale».
È una storia lunga cinquant’anni quella che Mimmo Jodice condensa in una chiacchierata. Ed è sempre la sua storia quella che l’indomani racconta ai molti giovani riuniti in aula magna. Ad essi consiglia di lavorare sempre per se stessi. Senza fretta, o ansia di piacere. «Le cose devono appartenere fortemente a te. L’espressione della tua inquietudine, questo deve essere il lavoro. Un guardare dentro, non fuori». Nella presentazione di Nicola Di Battista c’è la chiave di tutto. In quella Polaroid col teleobiettivo, così inconsueta, che Jodice - ci rivela l’architetto - tiene nella sua casa napoletana. È un dono «di Andy e Joseph», Warhol e Beuys, ispiratori primi, con le avanguardie del tempo, della sua arte. «Quando ho cominciato, la fotografia non era ritenuta un linguaggio artistico». Roba da professionisti e fotoamatori che a lui non diceva niente. Fu quando gli regalarono un ingranditore fotografico che tutto cominciò, fu quando scoprì in una camera oscura che la sua vocazione era scrivere con la luce, comporre un’immagine per poi scomporla. Sperimentazioni tecniche che nascevano da un’esigenza profonda: trasgredire le regole, frazionare, sdoppiare, moltiplicare, sgranare, dislocare. Prende corpo in quegli anni ciò che arriverà dopo: la fame di surrealtà, il bisogno di trovare un’identità attraverso capovolgimenti e visioni. De Chirico e Magritte sono i suoi maestri, lo spaesamento la sua cifra. I ritratti sono a tratti spiacevoli, mai rassicuranti, le nature morte nascondono inquietudini. Il suo pane quotidiano –allora come adesso - è la voglia di mettere il mondo a testa in giù.
Jodice lo fa da sempre, continua a farlo adesso che è diventato un Maestro. Citato dalla Treccani, premiato dall’Accademia dei Lincei, Chevalier des ordres des arts e des lettres di Francia, cittadino onorario di Boston, architetto ad honorem e molto altro. Lui, con i suoi libri e le sue mostre in giro per il mondo, le sue foto rigorosamente in bianco e nero, la divina indifferenza per il digitale. «Nascessi adesso lo userei, ma non mi interessa». Un’attenzione all’estetica e al rigore, la sua, che si sposa con la ricerca di emozioni e con l’impegno civile. Ma neppure la fotografia sociale per lui è documentazione. È ancora reinterpretazione, schedatura del malessere. Autostrade, sottani, fabbriche, manicomi, processioni, tutto gli appartiene. E tutto viene stravolto. L’amarezza che segue le illusioni degli anni Settanta lo porta a cercare strade nuove. Finestre murate, porte che non si aprono, figure di spalle. Il vuoto, l’incomunicabilità, il silenzio sono i compagni di viaggio. E la sua predisposizione a perdersi nel guardare è sempre la base del suo lavoro, dei progetti sulle città: Roma, Parigi, New York, Boston, San Paolo. Città fantasma che sembrano plastici.
Passato e presente sono sullo stesso piano. È così che l’indagine sul mondo antico perde la connotazione di una rivisitazione di reperti archeologici per diventare vita. «Tutto è nato da quelle sperimentazioni in camera oscura». Anche il suo eterno lavoro sul mare, così importante (ne ha parlato ieri sera) nasce da lì. Uno spazio dove c’è solo l’orizzonte a segnare il confine tra i due mondi. Tra gli ultimi progetti, una ricerca sulle sale d’attesa. Vuote, o meglio, svuotate. Restano, non visibili e per questo più forti, le tracce degli uomini che ci sono passati, che hanno sofferto, e sperato.
Maria Paola Masala
 
L’UNIONE SARDA
L’Unione Sarda di venerdì 7 settembre
Provincia Sulcis (Pagina 31 - Edizione CA)
CARBONIA
Scuola estiva di architettura
 
La scuola estiva di architettura, organizzata dalla facoltà di Architettura dell’Università di Cagliari, farà tappa a Carbonia domani nella Grande Miniera di Serbariu. L’iniziativa, intitolata “Sardegna territorio dei luoghi. Il progetto dei paesaggi minerari e insediativi costieri del Sulcis-Iglesiente”, è iniziata lunedì a Cagliari.
La miniera ospiterà un centinaio di studenti provenienti dalla Svizzera, da Marsiglia, dal Canada e da Berlino: si confronteranno sul progetto dei paesaggi minerari e sugli insediamenti costieri del territorio in cui l’industria mineraria ha determinato la forma del paesaggio. Si inizia alle 9. La giornata sarà dedicata a dibattere il tema dell’arte e dell’architettura, “Idee per il Sulcis”. Fra i conferenzieri Andrè Dubuc, del Centro storico minerario di Lewarde e il fotografo Mimmo Jodice. (a. s.)
 
L’UNIONE SARDA
L’Unione Sarda di giovedì 6 settembre 2012
Tempo d’estate (Pagina 47 - Edizione CA)
KOUNELLIS, UN ARTISTA NEL CUORE DEL SULCIS
 
«Se qualcuno ha il peso nel cuore, il suo posto è qui». Il qui è la costa del Sulcis-Iglesiente malinconicamente bellissima in un giorno in cui le nuvole combattono veloci in cielo, restituendo al mare repentini giochi di luce. Chi parla è invece un viaggiatore fuori da ogni registro, Jannis Kounellis, uno dei più grandi pittori internazionali, greco di nascita (è nato al Pireo), italiano per scelta- «la Madonna di Tiziano, così donna, per me è stato un buon motivo» - maestro dell’Arte Povera e al tempo stesso quasi un viandante pronto ad ascoltare ogni sussulto, a leggere ogni forma di questa terra, oggi così ferita. Artista militante, è in Sardegna per partecipare alla Scuola estiva di architettura promossa dall’Università di Cagliari, che si è posta come tema centrale proprio il paesaggio del Sulcis Iglesiente, argomento di così stretta attualità da rendere la passeggiata di Jannis - «io non mi stanco mai di viaggiare, fare il pittore senza viaggiare è un peccato mortale» - ancora più significativa, perché la parola peso significa cultura, curiosità, storia, condivisione. «Oggi è morale essere qui».
Una testa di capelli bianchi, baffi e due occhi scuri che si accendono di stupore e ironia, parla sottovoce mentre sorseggia l’ennesima sigaretta. Ne accende una dopo l’altra, affondando la mano nella tasca della giacca blu a caccia di pacchetto e accendino, amorevolmente controllato da Michelle, la sua compagna. Una coppia bella e sorridente, ormai italiana. «È fantastico, bellissimo, c’è verticalità - sussurra mentre osserva la collina che precipita nella spiaggia di Funtanamare - Siamo abituati a guardare tutto in orizzontale, con il computer davanti. Invece la verticalità è l’aspirazione, la conoscenza. Anche il viaggio di Ulisse era verticale». Verticale e peso per Kounellis vogliono dire luogo che vive e racconta una storia d’identità di questo pezzo martoriato di Sardegna. Poi guarda un vecchio camino di miniera e ritorna con la mente agli anni Sessanta, i primi trascorsi in Italia quando a Torino fece uno spettacolo «al teatro “Gobetti” dove c’era una donna incinta e una ciminiera alimentata con legno e carbone».
Carbone. Chi non ricorda una delle più grandi e rivoluzionarie opere del maestro “Un quintale di carbone” del 1967? La vita sa intrecciare piccole sorprese che diventano grandi emozioni. A Buggerru è un giorno importante, si ricorda l’eccidio del 1904 dei minatori in lotta, ma tutto diventa presente: chi lotta oggi sono i minatori della Carbosulcis che hanno appena lasciato il cuore della miniera. A dispetto dei suoi 74 anni, Kounellis ascolta in piedi ogni intervento. Appena fuori dal vecchio deposito per l’acqua utilizzato come sala conferenze c’è una piccola montagna di carbone con sopra un paio di scarponi e due caschi. «Ci hanno aggiunto un simbolo» osserva con un sorriso, lui che con i materiali duri ha a lungo lavorato per teorizzare che «un quintale di carbone all’angolo di uno spazio pubblico polarizza tutto lo spazio». «A me -aggiungere per spiegare il suo pensiero su ciò che qui dà pane - piacciono “I mangiatori di patate” di Van Gogh e la letteratura francese, Victor Hugo e l’epopea del carbone. Io - e negli occhi passa un fulmine - sono uno démodé».
Mai bugia fu detta meglio. Folgorante, tagliente spiega che qui tutto gli «appare identità di lavoro. La corsa all’oro ha fatto la storia dell’America, ma la miniera americana muore, qui invece tutto lascia una traccia, un’identità di lavoro. Tutto parla e rappresenta un inizio, un vero inizio perché non c’è fine». E forse per dargli un senso di sacralità cita anche il biblico Salomone e la regina di Saba quando entra nel buio della terra della Galleria Henry, un capolavoro dell’architettura mineraria finalmente recuperata. «Sembra la miniera di Salomone…piena d’oro». L’oro non c’è, ci sono la fatica e sudore di chi l’ha scavata. «Ma tutto è fatica, non solo il lavoro fisico, anche scrivere costa fatica. Ecco perché bisogna vivere la fatica con leggerezza e appesantire il resto. Avere consapevolezza». Alla banale domanda sul breve viaggio nel ventre della terra, il Maestro risponde con un universo: «mitologico». Il viaggio continua e Kounellis è curioso di incontrare i giovani allievi «il futuro, instaurare un dialogo, avere la capacità di dire che ha ragione l’altro, anche quando non si parlano altre lingue». Parlano la forma, le scelte, l’arte. A chi, al termine della passeggiata nello stremato e bellissimo Sulcis, gli chiede di riassumere le impressioni di un giorno risponde: «L’Urlo di Munch». È tutto.
 
Architetti e pittori alla scuola della miniera
Il cuore della polemica a lungo è stata sui non luoghi. La prima Scuola estiva internazionale di Architettura, inaugurata lunedì scorso in via Corte d’Appello a Cagliari replica con due settimane di confronto sul territorio dei luoghi, anzi “Sardegna. Il territorio dei luoghi. Il progetto dei paesaggi minerari e insediativi costieri del Sulcis-Iglesiente”: questo il titolo dell’iniziativa del Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura, sostenuta dall’Ateneo, dalla Provincia di Carbonia-Iglesias e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. In due settimane i circa 70 partecipanti (in gran parte studenti provenienti dalla Svizzera, da Marsiglia, dal Canada e da Berlino, oltre che iscritti alla facoltà cagliaritana) si confronteranno sul progetto dei paesaggi minerari e insediativi costieri del Sulcis Iglesiente, un territorio della Sardegna particolarmente significativo nella storia dell’industria mineraria isolana che ha determinato la forma di questo paesaggio negli ultimi due secoli. I relatori sono i grandi dell’architettura internazionale. All’iniziativa partecipa uno dei più importanti e geniali maestri della fotografia contemporanea, Mimmo Jodice: il suo è uno dei grandi nomi della storia della fotografia italiana. Stamattina l’autore della mostra “Les yeux du Louvre”, chiusa nei giorni scorsi, incontrerà gli studenti. Altrettanto significativa la partecipazione di Jannis Kounellis, il maestro dell’Arte Povera, protagonista martedì di un viaggio nel Sulcis con il presidente della Provincia Sulcis-Iglesiente Tore Cherchi nei panni di uno straordinario Virgilio. Tra i viaggiatori anche il direttore della Summer School Nicola Di Battista. «Un team di professionisti ha studiato il territorio - spiega Di Battista -. Per esempio è stato fatto uno studio sul sistema dei porti nati come approdi minerari ». L’obiettivo del lavoro è stato quello di capire e quantificare le risorse di un territorio «per scoprire, è un altro dato, che si utilizza solo il 2 per cento del suo potenziale turistico». «Bisogna partire da quello che c’è perché - incalza - il territorio è la nostra forza, il nostro viso, dice chi siamo». Con un pizzico di verve polemica ricorda, da architetto, che non ci sta ad «arrivare quando le cose sono decise. Le infrastrutture cambiano un paesaggio: un ponte porta da una parte all’altra, ma se è sbagliato, danneggia il contesto per sempre». Dunque confronto, dialogo e consapevolezza di essere nel cuore del Mediterraneo. «Abbiamo voluto chiamare alcuni maestri come Kounellis perché spiegassero ai giovani la loro idea di luogo».Tra i grandissimi ospiti della scuola l’architetto Eduardo Souto De Moura, vincitore del premio Pritzker.
 
LA NUOVA SARDEGNA
La Nuova Sardegna di martedì 4 settembre 2012
Pagina 20 - Cagliari e provincia
CAGLIARI
ARCHITETTURA: LA SCUOLA RIPARTE DAL SULCIS E DAI SITI MINERARI
Il rettore Giovanni Melis: «Opportunità di lavoro nei progetti legati ai paesaggi storici».
Cherchi: «Territorio come valore»
 
La scuola estiva di architettura dell’Università di Cagliari parte dal Sulcis con esercitazioni, visite e dibattiti. «Sardegna. Il territorio dei luoghi. Il progetto dei paesaggi minerari e insediativi costieri del Sulcis-Iglesiente »: questo il titolo dell’iniziativa del Dipartimento di ingegneria civile, ambientale e architettura, sostenuta dall’ateneo, dalla Provincia di Carbonia-Iglesias e dal ministero per i Beni e le Attività culturali. In due settimane i partecipanti, in gran parte studenti provenienti dalla Svizzera, da Marsiglia, dal Canada e da Berlino, oltre che iscritti alla facoltà cagliaritana, si confronteranno sul progetto dei paesaggi minerari e insediativi costieri.
Domani Jannis Kounellis, il maestro dell’Arte povera, interverrà ai lavori della scuola inaugurata ieri mattina e visiterà con gli studenti il territorio del Sulcis incontrando i luoghi delle miniere e della protesta operaia: con lui, alle 17, è previsto un incontro dibattito nella sala del consiglio comunale di Sant’Antioco.
«Una scuola come questa – ha detto il presidente della Provincia del Sulcis, Salvatore Cherchi - haper noiungrande carico di impegno civile, perché Università e territorio collaborano per trovare soluzioni e proporre indirizzi verso nuove prospettive. La situazione di acuta tensione sociale nel Sulcis e la chiusura delle realtà industriali miniero-siderurgiche sta determinando non solo dinamiche economiche, come la perdita dei posti di lavoro, mail caos nella vita di tante persone e di tante famiglie». Unintervento che guardi al futuro: «Fondamentale offrire prospettive ai lavoratori – ha chiarito il rettore dell’Università di Cagliari Giovanni Melis - ma al tempo stesso costruire iniziative in grado di stare sul mercatocon le proprie gambe, sfruttando le risorse del territorio finora scarsamente valorizzate. In una situazione resa ancora più difficile dal venir meno dell’industria costruita grazie al pesante intervento pubblico, l’Università di Cagliari è attenta a questi problemi ed è pronta a collaborare».
 
L’UNIONE SARDA
L’Unione Sarda di domenica 2 settembre
Cronaca di Cagliari (Pagina 24 - Edizione CA)
Tempo d’Estate (Pagina 53 - Edizione CA)
Scuola di architettura
Inaugura ufficialmente domani mattina la prima “Scuola estiva internazionale di Architettura”, che vedrà dialogare in città i maggiori esponenti della cultura, dell’arte e dell’architettura contemporanei (professionisti, docenti, artisti e fotografi) nel tentativo di «favorire un confronto disciplinare tra diversi modi di lavorare e diverse culture progettuali». Appuntamento alle 10 nell’aula magna di via Corte d’Appello. (p.l.)


L’UNIONE SARDA
L’Unione Sarda di domenica 2 settembre
Scuola Architettura: attesi Jodice, Kounellis  e Souto de Moura
Prende il via domani alle 10 a Cagliari, nell’Aula Magna di via Corte d’Appello, la prima Scuola estiva internazionale di Architettura, che vedrà dialogare i maggiori esponenti della cultura, dell’arte e dell’architettura contemporanei. “Sardegna. Il territorio dei luoghi. Il progetto dei paesaggi minerari e insediativi costieri del Sulcis-Iglesiente”: questo il titolo dell’iniziativa del Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e Architettura. In due settimane i circa 70 partecipanti (in gran parte studenti provenienti dalla Svizzera, da Marsiglia, dal Canada e da Berlino, oltre che iscritti alla facoltà cagliaritana) si confronteranno sul progetto dei paesaggi minerari e insediativi costieri del Sulcis-Iglesiente. Parteciperà uno dei più importanti maestri della fotografia contemporanea, Mimmo Jodice. Attesi anche Jannis Kounellis (foto), il maestro dell’Arte povera, ed Eduardo Souto de Moura, l’architetto portoghese vincitore nel 2011 del Premio Pritzker.
 
LA NUOVA SARDEGNA 
La Nuova Sardegna di domenica 2 settembre Pagina 19
Scuola estiva internazionale dedicata ai paesaggi minerari
 
CAGLIARI La prima Scuola estiva internazionale di Architettura, che inizia domani con l’inaugurazione alle 10 in via Corte d’Appello sarà dedicata ai paesaggi insediativi minerari e paesaggistici del Sulcis-iglesiente. In due settimane i circa 70 partecipanti (in gran parte studenti provenienti dalla Svizzera, da Marsiglia, dal Canada e da Berlino, oltre che iscritti alla facoltà cagliaritana) si confronteranno sul progetto dei paesaggi minerari e insediativi costieri della Sardegna sud-occidentale. Tra i relatori alcuni grandi nomi dell’architettura internazionale. All’iniziativa partecipa uno dei più importanti maestri della fotografia contemporanea, Mimmo Jodice: il suo è uno dei grandi nomi della storia della fotografia italiana. Particolarmente atteso l’intervento di Eduardo Souto de Moura, l’architetto portoghese vincitore nel 2011 del Premio Pritzker, il più importante premio internazionale per l’Architettura. Due le location scelte dagli organizzatori della Scuola diretta da Nicola Di Battista: la prima è costituita dai locali di Architettura in via Corte d’Appello, dove si svolgerà gran parte delle lezioni, la seconda è la Grande Miniera di Serbariu, in un momento particolarmente delicato per il mondo del lavoro, caratterizzato da grandi tensioni. In particolare, nel Sulcis la scuola farà tappa sabato 8 settembre, a partire dalle 9.30, con il Meeting su “Arte e architettura, idee per il Sulcis”: anche in questo caso previsti nomi di prestigio, da Joao Nunes ad Andrè Dubuc e Vittorio Magnago Lampugnani. Il laboratorio intende approfondire, in particolare, il rapporto tra l’insediamento e la costa e le possibilità che risiedono in questo contesto paesaggistico. All’inaugurazione della scuola le autorità, studiosi, rappresentanti delle istituzioni locali, in particolar modo del Sulcis-iglesiente. Docenti della scuola sono professionisti, architetti e artisti di primo piano a livello internazionale.
 

 

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