Il commento di Sandro Demuro (delegato del Rettore): "Legarsi in cordata per affrontare la fatica, i rischi e la magnificenza della più estesa area glacializzata italiana con le altre università ha un forte valore simbolico: insieme possiamo farcela"
Sergio Nuvoli
Trento, 20 luglio 2019 - La Rete delle Università sostenibili, il Club alpino italiano e il Comitato glaciologico italiano hanno firmato oggi la "Carta dell'Adamello" in difesa del clima. Una delegazione formata da rettori, prorettori e delegati delle università italiane è salita a piedi in cordata a 3.000 metri di quota sul ghiacciaio dell'Adamello, simbolo dei danni climatici, il cui spessore in 15 anni è diminuito di 24 metri. A porre la sigla sulla terrazza del rifugio ai Caduti dell’Adamello per conto dell’Università di Cagliari - specificamente delegato dal Rettore Maria Del Zompo - c’era Sandro Demuro, docente di Geografia fisica e Geomorfologia: sono state necessarie sette ore di camminata su un misto di roccia, neve, ghiaccio con dislivelli fino a mille metri.
Lo scioglimento dei ghiacciai è tra le cause più importanti dell'innalzamento del livello degli oceani: fenomeni interconnessi, dunque, che il team di ricerca guidato da Demuro studia da sempre nei dettagli (v. la recente inaugurazione del MEDCOASTLAB). Anche per questo, con la firma della Carta gli enti coinvolti hanno assunto anche la responsabilità per un uso sostenibile delle risorse marine e costiere.
La dichiarazione impegna le istituzioni aderenti a collaborare con la società civile per combattere il riscaldamento globale attraverso la formazione degli studenti, ricerche sullo sviluppo sostenibile e la sensibilizzazione della cittadinanza
La dichiarazione impegna le istituzioni aderenti a collaborare con la società civile per combattere il riscaldamento globale attraverso la formazione degli studenti, lo sviluppo di ricerche finalizzate allo sviluppo sostenibile e la sensibilizzazione della cittadinanza.
“Su alcuni punti della Carta noi ricercatori lavoriamo da tempo, e spesso in solitudine – spiega Demuro - Per questo sottoscrivere questo impegno a nome dell’Ateneo è stato motivo d’orgoglio e allo stesso tempo di gratitudine. Legarsi in cordata per affrontare la fatica, i rischi e la magnificenza della più estesa area glacializzata italiana assieme alle altre università firmatarie – o, meglio, agli uomini e donne che le rappresentano - è stata un’emozione profonda dal valore assoluto non descrivibile. Camminare per otto ore, con zaini da 30 kg sulle spalle, in avvicinamento al ghiacciaio, in un clima sincero e autentico di amicizia e collaborazione - come solo la montagna in alta quota e la fatica condivisa possono offrire - ha riacceso in me la speranza che tutti insieme, in cordata appunto, possiamo farcela ad affrontare e vincere le sfide enormi che ci attendono”.
'Climbing for Climate' è il nome dell'iniziativa promossa dalle Università di Brescia e di Trieste e dalla Rete delle Università per la sostenibilità assieme al Cai che ha portato sulle vette dell'Adamello numerosi Atenei italiani
'Climbing for Climate' è il nome dell'iniziativa promossa dalle Università di Brescia e di Trieste e dalla Rete delle Università per la sostenibilità assieme al Cai che ha portato sulle vette dell'Adamello numerosi Atenei italiani.
“L’Adamello come tutti gli altri ghiacciai delle Alpi si sta ritirando come non è mai avvenuto negli ultimi tremila anni – è stata l’amara constatazione del presidente del Comitato glaciologico italiano, Massimo Frezzotti – Tra il 2030/2040 scompariranno tutti quelli sotto i tremila metri”.
“L’acronimo della salita sul Ghiacciaio dell’Adamello – «CFC Climbing For Climate» – vuole essere anzitutto un segno di speranza – ha dichiarato il Rettore dell’Università di Brescia, prof. Maurizio Tira – E’ tratto infatti dall’accordo del protocollo di Montreal (1987) sulla riduzione dei CloroFluoroCarburi (CFC) con il quale la comunità mondiale fu in grado di impegnarsi concretamente e in maniera coordinata per contrastare il cosiddetto buco nell’ozono. Oggi più che allora le evidenze scientifiche hanno bisogno di scelte politiche coraggiose per vincere la sfida più impegnativa che l’umanità abbia mai dovuto affrontare”.