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I Ciclo di seminari: Stato, lavoro e capitale globale. Le dinamiche del conflitto capitale-lavoro e il ruolo degli Stati

Autore dell'avviso: Dipartimento di Scienze politiche e sociali

25 ottobre 2018
I Ciclo di seminari Stato, lavoro e capitale globale Le dinamiche del conflitto capitale-lavoro e il ruolo degli Stati 25 ottobre 2018 ore 17.00 Ex-Aula Magna Scienze Politiche – via S. Ignazio 78, Cagliari

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Istituto Gramsci della Sardegna
in collaborazione con
Centro interdipartimentale GramsciLab

I Ciclo di seminari

Stato, lavoro e capitale globale
Le dinamiche del conflitto capitale-lavoro e il ruolo degli Stati

25 ottobre 2018 ore 17.00
Ex-Aula Magna Scienze Politiche  – via S. Ignazio 78, Cagliari

Stefano Bellucci

Gramsci e gli studi africani su cultura, società e potere
Questo seminario su Gramsci negli studi africani verte sul lascito intellettuale di questo grande personaggio del Novecento italiano tra gli studiosi del continente africano. La lezione non vuole essere una trattazione del pensiero gramsciano bensì un excursus su come alcuni Africanisti hanno considerato utile il pensiero gramsciano per interpretare situazioni sociali, politiche o economiche che riguardano l’Africa e la sua storia.  Sono due i grandi tronconi in cui si possono dividere gli studi africanistici gramsciani: le società e la politica economica internazionale. Negli studi africanistici di politica economica internazionale il discorso gramsciano è centrato sul rapporto tra gli stati, anche attraverso gli attori sociali all’interno degli stati stessi (partiti, gruppi di pressione, sindacati, gruppi religiosi ecc.). L’interazione tra questi soggetti sociali produce una forza che per questi studiosi richiama l’idea gramsciana di egemonia. Gli stati occupano lo spazio globale secondo un sistema gerarchico misurato dal potere egemonico di ciascuno stato sugli altri. Questa egemonia si espleta attraverso strumenti classici dell’imperialismo come le forze militari o le leve economiche ma anche attraverso strumenti di forza celati come la cultura e le istituzioni che operano nelle società egemonizzate. Gli stati africani subiscono l’egemonia di stati più potenti, spesso ex-colonizzatori, per esempio attraverso strumenti culturali e mediatici. Questo crea una subalternità (da cui i subaltern studies) che può essere spezzata soltanto attraverso processi contro-egemonici, contro-culturali e di ripristino di una soggettività da parte africana.  Non a caso molti degli studi africani vertono anche su aspetti sociali o persino psicologici del potere. Assieme ad altri pensieri radicali o riformisti, l’approccio gramsciano si è rilevato molto attinente per lo studio delle società africane, pur naturalmente con dei limiti dovuti alla sua essenza inevitabilmente eurocentrica. Il “gramscismo” si affianca così alla scuola di Francoforte della critica sociale o del postmodernismo oppure lo strutturalismo negli studi africanistici come potente chiave interpretativa. Quello che sembra essere l’aspetto più importante del predicamento di Gramsci negli studi africanistici è, come nel caso delle relazioni internazionali, l’idea di egemonia. La domanda che si pongono gli studiosi gramsciani è quella di come le masse subordinate dell’Africa, le più subordinate del mondo, siano diventate tali o rimangano tali senza apparentemente opporre resistenza. La risposta che tutti danno a questa domanda ripone sulla forza coercitiva dello stato, ma Gramsci e i gramsciani sembrano andare oltre questa spiegazione. È anche nei gangli della società civile che per Gramsci pulsa il fulcro del potere. Il potere infatti si trova nel consenso. L’egemonia implica un’analisi profonda della società civile, dell’idea di rivoluzione (vera o passiva), di che cosa significa cittadinanza, di come agisce il cosiddetto potere soft, della cultura (e il materialismo). Questi sono tutti argomenti centrali per lo studio delle società africane, ma anche degli ordinamenti giuridici o delle strutture socio-economiche.
Discussant interno: Isabella Soi

Stefano Bellucci è Senior researcher presso l’Istituto internazionale di storia sociale, parte dell’Accademia Reale delle Scienze e delle Arti in Olanda; insegna Storia ed Economia dell’Africa e Storia del capitalismo globale presso l’Istituto di storia dell’Università di Leiden. Bellucci è coinvolto nella principale attività di ricerca dell’Istituto Internazionale di Storia Sociale che riguarda la Storia globale del lavoro. Sull’Africa, nello specifico, porta avanti un progetto di digitalizzazione degli archivi storici sulle proteste dei lavoratori e in generale sulla storia del lavoro in paesi come Etiopia, Eritrea, Sudan, Kenya, Senegal, Ghana ecc. Le sue ricerche si incentrano inoltre sui processi di mercificazione del lavoro in Eritrea nel periodo coloniale.

Con il patrocinio di

Università degli Studi di Cagliari

Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport
della Regione Autonoma della Sardegna

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