L'Unione Sarda
1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 29 luglio 2020 / ITALIA - Pagina 13
Palermo. E annuncia al rettore: voglio la magistrale
SI LAUREA IN STUDI STORICI A 97 ANNI
PALERMO Si chiama Giuseppe Paternò lo studente che oggi otterrà la laurea in studi storici a 97 anni discutendo una tesi sui luoghi della città a cominciare da Palazzo Steri, sede del rettorato.
Nato il 10 settembre 1923, Paternò ha conosciuto il fascismo, la guerra, la liberazione, il dopoguerra, gli anni della democrazia e delle lotte sociali. Nato in una famiglia non abbiente, ha dovuto dedicarsi al lavoro più che allo studio. cominciando come fattorino e poi birraio per conseguire con grandi sacrifici il diploma di geometra a 31 anni. Gli è servito per essere assunto dalle Ferrovie dello Stato dove è rimasto fino alla pensione.
Pensionato ormai da tempo, nel 2017 ha deciso di iscriversi all'università. Il suo percorso accademico è disseminato da tanti 30 e lode e ora si conclude in perfetta regola con i tempi della triennale. Alla sua prova presezieranno i due figli e un nugolo di nipoti e pronipoti. Obiettivo raggiunto? Non ancora. Paternò, certamente il più anziano studente italiano se non del mondo, ha fatto sapere al rettore Fabrizio Micari che ora penserà alla laurea magistrale.
2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 29 luglio 2020 / ECONOMIA - Pagina 17
Innovazione. L’amministratore Cao: “L’Isola protagonista della ricerca industriale”
DUE NUOVI BREVETTI “MADE IN SARDEGNA”
Dal Crs4 le idee di un mega-tablet e di un software per gli impianti solari
Sono state depositate nei giorni scorsi dal Crs4 di Pula (il Centro di Ricerca, Sviluppo e Studi Superiori) due domande di brevetto internazionale per invenzioni industriali che si sviluppano nel settore della tecnologia, informazione e comunicazione ed energie rinnovabili.
NOVITÀ
«Queste nuove tecnologie, - ha commentato Giacomo Cao, amministratore unico del Centro di ricerca - rappresentano un ulteriore segnale delle potenzialità del centro in diversi settori scientifico - tecnologici che possono portare significativi ritorni alla Regione Sardegna sia in relazione alle possibili verticalizzazioni sui relativi comparti di mercato sia in termini di visibilità nazionale e internazionale nel mondo della ricerca industriale».
La prima domanda, portata avanti dai ricercatori Samuel Iacolina, Gavino Paddeu, Alessandro Soro, Massimo Deriu, Carlino Casari e Pietro Zanarini, riguarda un «sistema per rilevamento delle interazioni con una superficie» e può essere adoperato sia in ambito turistico sia nell'infotainment, ossia nelle aree di accoglienza, ma anche nel commercio, nella didattica e nelle varie forme di comunicazione. «È una tecnologia a basso costo che può rendere interattiva qualsiasi superficie di grandi dimensioni, - hanno spiegato Pietro Zanarini, direttore del settore Information Society del Crs4 e Samuel Iacolina, responsabile delle ultime versioni di questo progetto - permettendo a più persone di utilizzarla contemporaneamente e trasformandola così in una sorta di mega tablet multi-utente, lungo anche decine di metri».
ENERGIE PULITE
La seconda, invece, riguarda l'invenzione di un «metodo per l'ottimizzazione di impianti ad energia solare a torre» ed è stata realizzata dal ricercatore Lorenzo Pisani. L'obiettivo è sviluppare e rendere disponibili per l'industria del settore “solare a concentrazione” strumenti software che consentano di migliorare le prestazioni degli impianti a torre e abbattere così i costi legati alla loro costruzione.
«L'idea proposta consente a chi progetta questi impianti, ma anche a chi li produce, li installa e li utilizza, di adattare i campi di eliostati degli impianti solari a torre a territori di forma e profilo complesso», ha evidenziato l'autore Lorenzo Pisani.
Francesca Melis
3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 29 luglio 2020 / CAGLIARI - Pagina 20
Università
Seggio virtuale per il coronavirus. Del Zompo resta fino ad aprile
PER IL NUOVO RETTORE VOTO SOLO ON LINE POCO PRIMA DI NATALE
Se la neurofarmacologa Maria Del Zompo è stata la “rivoluzione” - prima donna eletta alla carica di rettore dell'Università cagliaritana, dopo una lunga lista di sessanta uomini - anche per la nomina del prossimo numero uno dell'Ateneo le novità sostanziali non mancheranno, a partire dal sistema di voto. Nessun seggio allestito negli spazi universitari, bensì una consultazione on line a causa della pandemia da coronavirus. E poi, di quantomeno insolito c'è il largo anticipo con il quale gli aventi diritto al voto sono stati chiamati alle urne (pur virtuali: il voto sarà espresso su pc, smartphone o tablet): la 69enne Maria del Zompo lascerà il primo aprile, quando scadranno i sei anni esatti di mandato, ma il nome del suo successore si saprà al più tardi poco prima di Natale, il 22 dicembre. È quello il giorno fissato per il ballottaggio, dopo il primo turno in programma una settimana prima, il 15 dicembre. L'ha deciso il decano dell'Ateneo, Giacomo Diaz.
NOMI NON ANCORA NOTI
I candidati alla guida dell'Università cittadina restano al coperto: non circolano indiscrezioni, a quattro mesi dal voto, che a sua volta precede di quasi quattro mesi l'insediamento. Dunque, ci sarà un lungo periodo in cui “comanderà” Del Zompo malgrado si saprà il nome del nuovo rettore. Allo stato attuale, si sa soltanto chi certamente non ricoprirà quella carica: è proprio Maria del Zompo che, come stabilisce la riforma Gelmini, in quanto rettore uscente - per lei, è stato coniato il termine “rettrice” - non è rieleggibile. La limitazione era stata imposta non molto prima della prima vittoria alle urne della rettrice (al ballottaggio con Giacomo Cao, nel 2015, incassò l'82 per cento dei consensi). In precedenza, l'ingegner Pasquale Mistretta era rimasto al vertice dell'Ateneo per 19 anni.
LA TRADIZIONE
Pur non sempre rispettata, per la massima carica del Rettorato la storia prevede l'alternanza tra le facoltà di Medicina e Ingegneria, molto numerose. Non fu così prima di Del Zompo, che nel 2009 partecipò alle precedenti elezioni, ma la “sua” facoltà di Medicina si spaccò aprendo la strada a Giovanni Melis, docente di Economia. La volta successiva, nel 2015, per Maria Del Zompo arrivò il trionfo al ballottaggio.
CAMBIA L'ELETTORATO
Tra le altre novità, oltre che il lungo periodo che il vincitore dovrà attendere prima di entrare in carica, c'è anche una nuova geografia dell'Ateneo cagliaritano. A contare per quanto riguarda l'elettorato, più che le singole facoltà come in passato, sono ora i Dipartimenti. Questo potrebbe sparigliare le carte dell'appuntamento elettorale che ci porterà il nuovo Magnifico. O Magnifica, chissà.
Luigi Almiento
4 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 29 luglio 2020 / SPETTACOLI / SARDEGNA ESTATE - Pagina II
Mostra di Venezia: “Assandira” il nuovo e atteso film del regista sardo
MEREU E LEDDA AL LIDO
La storia è tratta dall’omonimo romanzo di Giulio Angioni
di Luca Mirarchi
«È un film da non perdere “Assandira”, di Salvatore Mereu; sarà presente fuori concorso al Festival, speriamo che possa avere tutta l'attenzione che merita»: si espone in prima persona Alberto Barbera, direttore della 77ma Mostra Internazionale d'Arte cinematografica di Venezia, nell'annunciare il ritorno in Laguna del regista di Dorgali, classe 1965, già selezionato nel 2003 con “Ballo a tre passi”, e nel 2012 per “Bellas mariposas”. «È un riconoscimento importante», sottolinea Mereu, «in un momento in cui il cinema tenta di ripartire dopo i mesi di blocco per la pandemia. Sono saltati i festival di Cannes, Locarno, Tribeca: tanti film concorrevano per partecipare, è un risultato che ci riempie di orgoglio».
È un bel segnale per l'intero comparto cinematografico.
«Non sappiamo se la gente tornerà nelle sale o continuerà a usufruire delle piattaforme in rete. L'esperienza della visione condivisa e dello scambio di idee è insostituibile».
Di che cosa parla “Assandira”?
«È ambientato negli anni Novanta. Racconta di un anziano padre, Costantino Saru, che possiede un terreno con un rudere vicino a una ferrovia. Il figlio emigrato e la moglie tedesca decidono di tornare in Sardegna, restaurarlo e farne un agriturismo “particolare”, chiamato Assandira. Chiedono al padre di fingersi il pastore di una volta, come in un reality, per allietare i turisti, soprattutto stranieri, con la “vita agropastorale”. Il padre cede, è un successo, ma non tutto filerà liscio».
Avete adattato l'omonimo romanzo di Giulio Angioni, edito da Sellerio.
«Angioni era un antropologo prestato alla letteratura. Ho avuto la fortuna di conoscerlo, siamo diventati amici. Era contentissimo di questa trasposizione, ci ha sempre incoraggiato nei momenti di difficoltà. Purtroppo è venuto a mancare prima di poter vedere il lavoro finito».
Cambiamenti rispetto al libro?
«Abbiamo approfondito il rapporto controverso fra il padre e il figlio, la differenza generazionale può far scaturire il dramma. In parallelo si sviluppa il tema della mutazione genetica subita dalla Sardegna nel passaggio da una società pastorale-arcaica a una modernità che manipola le tradizioni per attrarre il turismo».
Come è riuscito a convincere Gavino Ledda a interpretare il ruolo del protagonista?
«All'inizio era molto dubbioso perché la sua attività letteraria lo assorbiva troppo, e non aveva un ricordo esaltante dell'adattamento che i fratelli Taviani avevano fatto di “Padre padrone” (il rapporto è invertito: qui è il padre che si mette al servizio del figlio). Poi si è lasciato conquistare dalla tensione morale del progetto, rivelando la sua natura di uomo generoso».
Dove avete girato?
«Alcune sequenze nel Sud Sardegna, fra Guspini, Dolianova e Marrubiu. La parte centrale in provincia di Nuoro e nel Goceano. Le scene all'estero a Berlino».
Sono molti i sardi coinvolti.
«Fra gli interpreti principali Corrado Giannetti, Marco Zucca e Samuele Mei, gli ultimi due non professionisti. Nei ruoli tecnici vorrei ricordare Sandro Chessa alla fotografia, Salvatore Aresu (costumi), Piero Fancellu (suono) e Massimo Selis, l'aiuto regista».
Un grande sforzo produttivo.
«In prima fila c'è Viacolvento, società di produzione che guido con mia moglie, Elisabetta Soddu. Indispensabile poi il sostegno di Rai Cinema, Mibact, Regione Sardegna, Comune di Cagliari, Sardegna Film Commission, Fondazione di Sardegna, Isre, Camera di Commercio di Nuoro, Comune di Dorgali e Banco di Sardegna».
5 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 29 luglio 2020 / SASSARI E ALGHERO - Pagina 39
Sassari. In parallelo alla riapertura prevista per settembre
UNIVERSITÀ, 11 MILIONI CONTRO IL DIVARIO DIGITALE
PER POTENZIARE DIDATTICA ON LINE E SMART WORKING
L'Università di Sassari si muove su un doppio binario: garantire il rientro agli studenti e al personale amministrativo il primo settembre; potenziare l'accesso ai servizi telematici per la didattica a distanza e lo smart working. Il Consiglio d'amministrazione dell'ateneo turritano ha portato a 11 milioni il finanziamento per colmare il divario digitale, e anche per fronteggiare le spese necessarie per osservare i protocolli anti Covid-19.
Un milione di euro servirà per dotare il personale tecnico-amministrativo e bibliotecario di strumenti informatici a supporto dell'attività in lavoro agile o dalla propria postazione (pc, connessione web). A breve saranno comunicati al personale il tetto massimo per ciascun dipendente, le attrezzature acquistabili e le relative modalità di richiesta.
Sono stati poi stanziati 2 milioni e 280 mila euro per i piani di ricerca di docenti e ricercatori, 500 mila euro per l'attuazione del piano di rientro negli uffici e nelle aule secondo le norme di sicurezza anti-Covid e 20 mila euro al Centro linguistico di Ateneo per favorire l'attività da remoto di collaboratori linguistici e lettori. Si aggiungono ai circa 7 milioni di euro per dotare gli studenti di pc, tablet e strumenti di connettività in comodato d'uso gratuito. L'Università di Sassari è stata tra le più rapide in Italia ad adeguarsi al lockdown facendo partire nel giro di una settimana la didattica a distanza e lo smart working. Un'esperienza che viene sfruttata per migliorare la didattica e il benessere lavorativo.
Giampiero Marras
La Nuova Sardegna
6 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 29 luglio 2020 / ATTUALITÀ - Pagina 8
GOVERNO >> IL VOTO
Il Senato approva con 157 sì. Conte: «Il virus c'è ancora, decisione legittima». Salvini si appella al Colle
STATO DI EMERGENZA AL 15 OTTOBRE
di Michele Esposito
ROMA La proroga dello stato di emergenza non è «una torsione autoritaria», è una misura «legittima e inevitabile perché il virus continua a circolare». Il premier Giuseppe Conte, in Aula a Palazzo Madama, formalizza la decisione del governo e della maggioranza di prorogare lo stato di emergenza fino al 15 ottobre. In una lunga «arringa» prima del voto del Senato, Conte elenca tutti i presupposti giuridici ed empirici che portano l'esecutivo a tenere quella cornice normativa che permette di intervenire «con tempestività ed efficacia» e di completare quanto finora fatto. Ma il premier non convince le opposizioni. Fi, Lega e Fdi tornano a compattarsi contro la proroga e Matteo Salvini, nel pomeriggio, chiama il presidente Sergio Mattarella per urlare il suo «sconcerto». Alla fine il Senato dà il via libera alla proroga, ma con solo 157 sì, 125 contrari e 3 astenuti, mentre Mattia Crucioli, già in passato in dissenso con il M5S, vota contro il suo gruppo. E votano contro anche due ex M5S, Carlo Martelli e Lelio Ciampolillo. La mozione dell'opposizione viene bocciata (preclusa e non votata) nella parte che dice no alla proroga ma approvata nel passaggio che chiede il coinvolgimento delle regioni con 281 sì e 3 astenuti. Conte si presenta a Palazzo Madama dopo aver concordato la proroga in mattinata nel Consiglio dei ministri. Non è il premier, formalmente, ad indicare la data del 15 ottobre, che invece viene scritta nero su bianco in una risoluzione di maggioranza, frutto anche di un compromesso tra la linea più dura, che propendeva per la proroga al 31 ottobre e chi, anche in maggioranza, avrebbe preferito fissarne la fine a fine settembre. Il capo del governo arriva a Palazzo Madama consapevole della trincea dell'opposizione. Anche di quella più dialogante, Forza Italia. «La tenuta del governo sarà avvantaggiata» dallo stato di emergenza sottolinea in Aula Anna Maria Bernini mentre alla Camera, Mariastella Gelmini spiega come la decisione faccia apparire «l'Italia come un Paese malato». E ad accendere il centrodestra c'è anche la questione migranti, destinata a crescere visto il forte stato di instabilità economica della Tunisia. Conte, punto per punto, nel suo intervento tenta di confutare le tesi dell'opposizione. «Lo stato di emergenza non dà potere di emanare i Dpcm, che solo una norma di rango primario può dare», sottolinea il premier difendendo la legittimità giuridica dello stato di emergenza, benché non sia previsto espressamente dalla Costituzione. «Dal 2014 ad oggi è stato dichiarato lo stato di emergenza 150 volte e 84 volte è stato prorogato», ricorda il premier illustrando le diverse, «necessarie», conseguenze che ha la misura: dal mantenimento delle ordinanze emanate dalla Protezione al potere di coordinamento affidato allo stesso Borrelli.
7 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 29 luglio 2020 / LA BUSSOLA - Pagina 10
Giacomo Cao
«IL MIO NUOVO CRS4? UN CENTRO CHE AIUTI L'HI-TECH NELL'ISOLA»
Il neo amministratore unico: presto 50 assunzioni
“Questo luogo ha contribuito a creare posti di lavoro diretti e da indotto”
“Ora è sbarcato il colosso dei velivoli Airbus con un progetto da otto milioni”
di Mario Frongia
«Spaventato per l'incarico? No, non è nel mio bagaglio professionale e umano. Ma ho senso del dovere e sento la responsabilità». Giacomo Cao e la scrivania di amministratore unico del Crs4. Ricerca, potere, intuizioni, relazioni e contatti nei cinque continenti. Un bouquet intrigante e multidisciplinare declinato al futuro. Su un tavolo sofisticato e fortemente competitivo proprio su scala internazionale. Senza scordare la declinazione domestica: anche dal Crs4 ci si aspettano iniziative che possano tradursi in buste paga. L'ingegnere annuisce. Dice basta all'autoreferenzialità e spiega: «Non mi piacciono i venditori di fumo, sarò pragmatico, attento agli scenari economici e imprenditoriali, alle esigenze dei mercati e delle istituzioni, alle opportunità per la mia terra. Proprio per questo sto studiando l'insieme delle competenze e delle attività, anche potenziali, del Centro. Su questi crinali la serietà è in cima. E per essere seri occorre conoscere e sapere».
Il piglio è noto. Il professore, balzato alla ribalta mondiale per studi e brevetti inerenti sbarco e sopravvivenza su Marte, non ha vie di mezzo. Cuore, scienza e passione. Adesso, l'asticella sale. E gli obiettivi lievitano. Giacomo Cao non si tira indietro. «La missione del Centro? Aiutare la Sardegna a dar vita e far crescere un tessuto di imprese hi-tech essenziali per lo sviluppo economico, sociale e culturale».
Lavoro, professore. come si procede?
«Sviluppo e ricerca scientifica si focalizzano sulle tecnologie computazionali abilitanti e la loro applicazione nelle bioscienze, nella società dell'informazione, dell'energia e dell'ambiente. Settori caratterizzati da un elevato impatto economico e sociale che risponde a esigenze di mercato, collettività, sviluppo di prodotti, processi e servizi ad alto contenuto tecnologico».
L'economia regionale quali benefici avrà?
«Il Centro è stato culla di grandi iniziative e ha contributo a creare posti di lavoro diretti e da indotto. Su questo fronte, continueremo a giocare un ruolo importante».
Può fare qualche esempio?
«Penso a progettualità quali la visualizzazione di percorsi museali, fruibili anche dai diversamente abili. Oppure, alla piattaforma di sequenziamento genomico che consente di contribuire al lavoro degli specialisti che operano sull'identificazione di stati di morbosità connessi con la pandemia da Covid. O alla "parete interattiva", utilizzabile per tante applicazioni, specie nell'accoglienza turistica, e i servizi legati all'attività computazionale ad alte prestazioni per imprese italiane di rilevanza mondiale».
Ma cosa serve per creare occupazione?
«Industria manifatturiera, comparti chimico, metallurgico, petrolchimico, raffinazione e meccanica, alimentare, depurazione e potabilizzazione, i processi fisico, chimico e biologico richiedono ingegneri con competenze di gestione e di impianti. In ateneo forniamo corsi di studi e di dottorato che afferiscono al dipartimento che coordino».
E il Crs4?
«Si rivolge all'Ict, al corredo di Internet delle cose, a visualizzazione computazionale e gestione di grandi mole di dati. Attività che impiegano forza lavoro. Ma per creare buste paga ci sono due strade: attrarre in Sardegna realtà aziendali grazie a una location geografica con un corredo di infrastrutture che facilitano l'insediamento».
La seconda?
«Gli spin off con novità significative che possono aggredire i mercati e creare impresa: percorso impervio perché è spesso complicato arrivare al traguardo. Su entrambe le strade ha un ruolo chiave il decisore politico».
Presidente del Dass e del Crs4, direttore del dipartimento di Ingegneria meccanica. Come si conciliano le tre giacche?
«Non potranno esserci conflitti ma solo proficua sinergia. Intanto, entrambe le strutture non hanno scopo di lucro. Il Crs4, socio del Dass con le Università di Cagliari e Sassari, Cnr e Istituto nazionale astrofisica e altre 24 aziende, non avrà privilegi. Inoltre, il Centro è riferimento per l'Ict, settore determinante nell'aerospazio».
Dal connubio delle cariche ci saranno risultati a breve?
«Il Distretto ha attratto in Sardegna investimenti per 60 milioni di euro, 35 da privati, 12 dalla Regione e 13 dai ministeri Sviluppo economico e Ricerca scientifica. Ripeto, abbiamo infrastrutture uniche, dal radiotelescopio di San Basilio alle basi militari. Dall'aeroporto di Decimomannu al poligono interforze di Capo San Lorenzo e Perdasdefogu. Un insieme che ha già attratto big player dell'aerospazio. Avio ha messo in campo 30 milioni al Salto di Quirra: unico sito italiano per test di motori a propellente solido di certe dimensioni del vettore Vega che lancia i satelliti in orbita».
Si prevedono assunzioni?
«Sì, per circa cinquanta figure, specialistiche e no. Ed è sbarcato anche il colosso dei velivoli Airbus. Il loro progetto da otto milioni di euro genererà occupazione». Professore, il suo mandato che scade nel 2022. Quali sono le priorità?«La ristrutturazione interna, un incremento di efficacia ed efficienza dei processi decisionali e operativi per dare alla Regione opzioni occupazionali e di sviluppo».
8 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 29 luglio 2020 /
L'agenzia regionale
UNA RICERCA INTERDISCIPLINARE PER LO SVILUPPO TECNOLOGICO
Il Crs4 è centro di ricerca interdisciplinare costituito dalla Regione Sardegna nel 1990. L'agenzia regionale Sardegna Ricerche è socio unico. Il Centro promuove studio, sviluppo e applicazione di soluzioni innovative a problemi provenienti da ambienti naturali, sociali e industriali. Sviluppi e soluzioni basati su scienza e tecnologia dell'informazione (Ict) e calcolo digitale ad alte prestazioni. Dal 2003 il Centro è nel Parco scientifico e tecnologico (Polaris), attrazione per la ricerca high-tech, a Pula. Guidato in avvio dal Premio Nobel per la Fisica Carlo Rubbia (1990/99 e 2003/06), ha avuto per presidenti anche Nicola Cabibbo (2000/03), Paolo Zanella (2006/14), Luigi Filippini (2014/17) e Annalisa Bonfiglio (2017/20). Il Centro ha circa 130 addetti e stipula accordi con il mondo accademico, imprenditoriale e scientifico, partecipando anche a progetti nazionali ed internazionali. Cagliaritano, 60 anni, Cao è docente e direttore del dipartimento di Ingegneria meccanica. Dal 2013 presiede anche il Dass. Il Distretto aerospaziale Sardegna nasce nel 2009 con l'Asi (Agenzia spaziale italiana) che finanzia con 500 mila euro il progetto Cosmic. Intanto, potrebbe sorgere nelle miniere di Lula l'Einstein Telescope, cacciatore di onde gravitazionali, l'interferometro più potente del mondo. (m.fr.)
9 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 29 luglio 2020 / SASSARI - Pagina 17
Continuano gli stanziamenti dell'università dedicati a personale e studenti
UNDICI MILIONI CONTRO IL "DIGITAL DIVIDE"
SASSARI Prosegue l'attività dell'università di Sassari volta ad agevolare l'interazione a distanza con gli studenti e il lavoro agile. «Fermo restando che l'Ateneo intende riportare, in piena sicurezza, gli studenti e le studentesse a diretto contatto con il docente per un'esperienza di apprendimento più autentica - sottolinea una nota dell'Ateneo - l'emergenza Coronavirus ha portato con sé un'eredità che sicuramente non andrà perduta, almeno nella misura in cui contribuisce a innovare i processi, a migliorare le prassi e a innalzare il livello del benessere lavorativo». Nella seduta del 16 luglio 2020, il Consiglio di amministrazione ha deliberato lo stanziamento di un milione di euro per dotare il personale tecnico-amministrativo e bibliotecario di strumenti informatici a supporto dell'attività in lavoro agile o dalla propria postazione (pc, connessione web, ecc.).Tale investimento si aggiunge ai 20mila euro assegnati al Centro linguistico di Ateneo per favorire l'attività da remoto di collaboratori linguistici e lettori, ai 2 milioni e 280 mila euro per i piani di ricerca di docenti e ricercatori, ai 500mila euro per l'attuazione del piano di rientro negli uffici e nelle aule secondo le norme di sicurezza anti-Covid, ai circa 7 milioni di euro per dotare gli studenti di pc, tablet e strumenti di connettività in comodato d'uso gratuito. Sono complessivamente 11 i milioni di euro di finanziamenti per abbattere il digital divide di studenti e personale. A breve saranno comunicati al personale tecnico-amministrativo e bibliotecario il tetto massimo disponibile per ciascun dipendente, le attrezzature acquistabili e le relative modalità di richiesta.
10 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 29 luglio 2020 / LA MIA ISOLA ESTATE - Pagina 21
Cinema
MEREU PORTA A VENEZIA "ASSANDIRA" DI ANGIONI
di Fabio Canessa
Zuppo d'acqua fin dentro alle ossa, Costantino si avvita sul pagliaio come un vecchio legno restituito alla terra dal mare in burrasca. La pioggia torrenziale ha appena finito di spegnere il fuoco che si è mangiato, in una notte sola, il suo agriturismo in mezzo al bosco, "Assandira". Ma la pioggia non ha spento il dolore, il rimorso bruciante per il figlio che è morto in mezzo alle fiamme e che non è riuscito a salvare. All'alba, i primi ad arrivare sono i carabinieri e un giovane magistrato: Costantino prova a raccontare loro che cosa è successo in quell'ultima notte, a spiegare come tutto è cominciato.
Inizia così il romanzo dello scrittore cagliaritano Giulio Agioni "Assandira" pubblicato da Sellerio (la Sardegna arcaica dei pascoli nell'incontro-scontro con la modernità, l'ovile che diventa impresa turistica) dal quale Salvatore Mereu ha tratto il film, stesso titolo del libro, che andrà nella sezione "Fuori concorso" alla prossima Mostra del cinema di Venezia. Nel cast, nel ruolo principale, quello di Costantino, Gavino Ledda, lo scrittore di Siligo autore di "Padre padrone". Insieme con lui, Anna König, Marco Zucca, Corrado Giannetti e Samuele Mei.
LA MIA ISOLA ESTATE - Pagina 24 segue dalla copertina
Cinema
MEREU PORTA A VENEZIA "ASSANDIRA" DI ANGIONI
di Fabio Canessa
Un ottimismo che non si è mai affievolito, la versatilità, la rapidità di reazione ed un concreto aiuto da parte delle istituzioni, hanno contribuito a pianificare e rendere possibile, dal 30 luglio al primo agosto, la realizzazione della trentatreesima edizione del Cala Gonone International Jazz Festival.
«Abbiamo riscritto il programma per almeno sette volte», spiega Giuseppe Giordano, direttore artistico del festival jazz tra i più longevi della Sardegna. «Il programma definitivo - continua - è stato ultimato due giorni prima della conferenza stampa di presentazione di qualche giorno fa. Oltre ad alcuni nomi internazionali abbiamo investito molto su musicisti sardi che si sono evidenziati per aver realizzato produzioni interessanti che noi consideriamo originali. Di solito iniziamo la programmazione con largo anticipo. Tra ottobre e novembre dello scorso anno, il programma era già definito al 90 percento, teniamo sempre una piccola finestra aperta per eventuali incidenti di percorso in cui si può incorrere quando si scritturano musicisti provenienti da altri continenti. Erano pianificati anche gli aspetti organizzativi e gli accordi con le amministrazioni, nel nostro caso con il comune di Dorgali, nostro partner principale, studiare la logistica e condividere i luoghi dove si svolgeva la manifestazione fino allo scorso anno. Inizialmente erano confermati i siti storici: l'acquario, il Teatro, il lungomare Palmasera e le grotte del Bue Marino. Questo evento straordinario, il Covid, ha fatto saltare tutti i piani».
Tutto ciò però non ha fatto perdere le speranze.
«Devo confessare che sono stato sempre ottimista, non ho mai pensato di dover saltare quest'edizione. Quando la situazione globale ha iniziato a precipitare, le mie preoccupazioni erano verso le persone coinvolte, quelle vicine e quelle dell'intero paese. Con l'allentamento delle restrizioni e la possibilità di uscire dalle nostre case, abbiamo ripreso a pensare alla manifestazione. A questo punto la priorità non è il festival fine a sé stesso. È importante e fondamentale realizzarlo perché con il festival possiamo dare un aiuto concreto a tutte le persone che gravitano intorno al Cala Gonone Jazz. I dipendenti dell'associazione Intermezzo Nuoro che lavorano tutto l'anno a tempo indeterminato, quelle che lavorano a tempo determinato quali il personale tecnico, audio/luci, allestimenti, logistica, produzione, i partner storici, i manager che da anni collaborano nella direzione artistica e nella ricerca delle proposte. Ancora una miriade di persone che lavorano nella grafica, l'ufficio stampa, i giornalisti e tutto l'indotto turistico che crea. Le persone coinvolte, solo nei giorni del festival, sono una sessantina. La ragione e le priorità per noi sono queste, cercare di salvaguardare le persone che vivono di questo lavoro ma anche quelle collegate dall'indotto locale e fornire beneficio economico».
La politica ha giocato un ruolo importante?
«Ora le restrizione sono molto allentate ma quando si è deciso di procedere eravamo in piena emergenza, un periodo molto buio e, nonostante tutto, il comune di Dorgali ha sempre manifestato positività e voglia di andare avanti, contribuire e dare una mano in termini di sostegno economico, organizzativo e anche psicologico. Una disponibilità fuori dall'ordinario. Siamo veramente fortunati. Anche in ambito regionale ci siamo trovati di fronte a risposte eccellenti molto soddisfacenti. Da parte della Fondazione di Sardegna, che a febbraio ha erogato una anticipazione sui contributi, ed una apertura ed una disponibilità fuori dall'ordinario da parte dell'assessorato della pubblica istruzione. Anche da queste figure abbiamo avuto una sorta di stimolo per andare avanti e una spinta per poter continuare».
A livello logistico il pubblico richiederà uno sforzo aggiuntivo?
«Siamo pronti anche per questo a livello nazionale, regionale ma anche comunale. Ci atterremo alle regole che ci saranno in vigore in quei giorni. Il numero delle persone che potranno essere accolte sarà inferiore alle passate edizioni. A tutti verrà misurata la temperatura. Per l'accoglienza nella platea del villaggio del jazz, nel lungomare Palmasera, abbiamo uno spazio ampio su cui contare. Il nostro architetto ha previsto sedie singole ma con posizione modificabile. Questo per venire incontro alle esigenze dei congiunti e dei conviventi. Non lasceremo niente al caso. Anche sul palco siamo pronti a prestare la massima attenzione con la disinfezione delle attrezzature ogni volta che si esibiranno nuovi artisti. Per questo abbiamo scelto band con pochi componenti in trio, in duo o in solo. I numeri si ridurranno drasticamente nei due concerti alle grotte del Bue Marino. Dai 300 soliti ci si dovrà accontentare al massimo di 50 presenze nella sala grande e si potrà arrivare a 70 con quella adiacente».
Il programma completo della rassegna in programma a Cala Gonone, le informazioni e le indicazioni per prenotare i singoli eventi, sono disponibili sulle pagine social del festival e sul sito ufficiale intermezzonuoro.it.