L'Unione Sarda
1 - L’UNIONE SARDA di giovedì 5 dicembre 2019 / PRIMA PAGINA
L’INTERVENTO
L'economia certificata
di Aldo Berlinguer
Sono passati ormai sessant'anni da quando i trattati europei hanno creato il mercato interno, così contribuendo a realizzare il sogno di un'Europa senza dazi, barriere, ostacoli alla circolazione di persone, merci e capitali. Costante è stato anche il lavoro della giurisprudenza europea che ha sistematicamente demolito molti degli ostacoli ogni volta ricreati dagli Stati. Si è così costruita una Comunità su uno spazio economico comune, mentre un corrispondente spazio politico era (ed è tutt'ora) ancora un miraggio.
Oggi il mercato comune è una realtà che consente agli operatori economici di spostarsi liberamente. L'idea di fondo è semplice: il mutuo riconoscimento. Ognuno si muove con in tasca la patente professionale rilasciata a casa sua. Altrettanto semplici le conseguenze: risultano avvantaggiati imprese e professionisti che, avendo percorsi di abilitazione, pur selettivi ma meno lunghi e onerosi nei paesi d'origine, riescono a essere più competitivi degli altri.
Ricordate la Direttiva Bolkestein e lo spettro degli idraulici polacchi? Si era temuto che questi ultimi, non avendo particolari oneri abilitativi nel loro paese, avrebbero soverchiato i loro concorrenti europei. Questo, per fortuna, non è avvenuto ma la lezione è stata chiara: gli Stati che continuano a burocratizzare i percorsi di abilitazione vedranno decimati i propri professionisti a vantaggio dei competitors europei.
Abbiamo imparato la lezione? C'è da dubitarne. (...) SEGUE A PAGINA 45
COMMENTI - Pagina 45 segue dalla prima
L'ECONOMIA DEI CERTIFICATI
(...) Basti guardare il caso degli impiantisti italiani, i quali, per poter operare, devono esibire, presso le Camere di Commercio (ex DM 37/2008), titoli o attestati provenienti dalla scuola statale o dalla formazione professionale regionale. Devono avere un diploma di laurea in materia tecnica specifica o un diploma o qualifica conseguiti presso un istituto statale o equivalente, seguiti da un periodo di inserimento, di almeno due anni continuativi, alle dirette dipendenze di una impresa del settore. Oppure devono avere un titolo o attestato di formazione professionale, previo periodo di inserimento di almeno quattro anni consecutivi. O ancora aver svolto prestazioni lavorative alle dirette dipendenze di una impresa abilitata per almeno tre anni, escluso il periodo di apprendistato.
Si noti che la predetta disciplina non contempla le certificazioni che il Ministero dello sviluppo economico, tramite Accredia, rilascia con validità internazionale (Iso-En-Uni-Cei ecc.). Per cui un manutentore elettrico certificato (con competenze Iso 17024) potrebbe operare in tutto il mondo ma non essere abilitato presso le Camere di Commercio in Italia.
In analoghe, aberranti condizioni, si trova buona parte dei lavoratori autonomi che svolgono professioni tecniche. Con il che il percorso italiano all'autoimpiego assomiglia più a una via Crucis che a un avviamento professionale, a tutto beneficio dei concorrenti stranieri.
La situazione, in Sardegna, appare a tratti peggiore (se è possibile). Ad esempio, agli elettricisti e termoidraulici che operano sulle fonti da energie rinnovabili (FER) è imposta una formazione obbligatoria (ex d.lgs 28/2011) che va dalle 16 alle 80 ore; formazione che dovrebbe essere erogata dalle singole Regioni mediante proprie agenzie formative. Ma sino ad oggi gli impiantisti sardi sono stati costretti a recarsi altrove poiché la regione Sardegna (da buon'ultima) ha completato le procedure per l'accreditamento delle agenzie formative solo negli scorsi giorni, con 4 anni di ritardo. Il ritardo, per la formazione dei conduttori di impianti termici (caldaisti) ha raggiunto addirittura i 13 anni, con costi e disagi non difficili da immaginare.
Omettiamo, per ragioni di spazio, tutti gli ulteriori adempimenti cui un installatore di impianti d'aria condizionata o refrigerazione è oggi tenuto (ex Dpr 146/2018), per asserite ragioni di protezione ambientale. Quando risultano esentati dagli stessi adempimenti gli impianti di treni, aerei e navi, che di gas fluorurati ne rilasciano non pochi.
Morale? Chi possiamo biasimare per quanto sopra? La globalizzazione? L'Europa? La Merkel? Intanto gli impiantisti sardi, disperati, hanno costituito una nuova Associazione per tutelare le loro ragioni. Non resta che chiedersi: quali nuovi, ulteriori adempimenti graveranno sulla neonata Associazione?
ALDO BERLINGUER, UNIVERSITÀ DI CAGLIARI
2 - L’UNIONE SARDA di giovedì 5 dicembre 2019 / ECONOMIA - Pagina 17
OCCUPAZIONE. Tra le figure più richieste ci sono medici, insegnanti e operai specializzati
LAVORO, IL FUTURO È PER CHI STUDIERÀ
Per laureati e diplomati sardi il 60% dei posti disponibili entro il 2023
Spazio a laureati e diplomati. Il mercato del lavoro isolano nel prossimo quinquennio punterà sempre di più su figure specializzate e altamente formate. A pronosticarlo è il rapporto redatto da Unioncamere in collaborazione con i centri per l'impiego della rete Anpal, che dal 2019 al 2023 ha previsto in Sardegna una richiesta di nuovi posti di lavoro di circa 85mila unità, il 60% dei quali riservati però a giovani in possesso di laurea o diploma. «Questo fabbisogno sarà a sua volta costituito per il 61% da lavoratori del settore privato, dipendenti o autonomi - spiegano i responsabili dello studio - e per il restante 39% da assunti nel pubblico».
Ma non solo, le statistiche sono state elaborate non soltanto in base alle esigenze dichiarate dalle aziende, ma anche ai massicci piani di pensionamento che interesseranno gli enti pubblici. «Oltre quattro quinti del fabbisogno occupazionale - confermano gli esperti - sarà collegato al naturale turnover dei dipendenti pensionati, mentre la crescita economica potrà determinare una creazione di posti di lavoro molto più contenuta».
UNIVERSITÀ. Tuttavia, che siano nuove figure o sostituzioni di lavoratori arrivati a fine carriera, a fare la parte da leone saranno i neoassunti in possesso di laurea. I prossimi anni saranno cruciali nella ricerca di personale medico, sia nelle strutture pubbliche che in quelle private, di ingegneri, e manager esperti nei campi giuridico economici. La stagione di rinnovo degli organici scolastici, inoltre, porterà alla selezione di migliaia di insegnanti per gli istituti di ogni ordine e grado.
SCUOLE SUPERIORI. E da meno non saranno le opportunità per i diplomati: i settori più gettonati saranno quelli tecnico specialistici. Periti elettrotecnici, informatici, industriali e chimici o diplomati alle scuole professionali avranno molte più possibilità di strappare un contratto nei prossimi anni. A coloro che cercheranno invece un'occupazione senza alcuna qualifica rimarranno solo le mansioni base, ma non per questo rare. Camerieri, commessi, spedizionieri e magazzinieri saranno infatti ancora figure richieste in un'Isola che punterà forte su turismo e vendite sui canali web.
BIVIO IMPORTANTE. «La scelta del percorso di studio è uno dei momenti più importanti della vita dei nostri giovani», sottolineano da Unioncamere. «Fornire ai ragazzi e alle famiglie le informazioni più aggiornate sulle tendenze del mercato del lavoro e sulle professioni che offrono le migliori opportunità per il futuro è fondamentale. Su questo fronte le Camere di commercio sono molto impegnate, con l'obiettivo di ridurre il più possibile il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro».
Luca Mascia
TENDENZE
Dal digitale 300mila occupati
Economia circolare e digitale nei piani di assunzione delle imprese. In particolare, nell'ambito della “Digital transformation” le imprese ricercheranno tra i 275mila e i 325mila lavoratori con specifiche competenze matematiche e informatiche, digitali e social o relative agli sviluppi nell'utilizzo dell'intelligenza artificiale o dei big data e delle tecnologie 4.0. Ciò si tradurrà non soltanto in una richiesta di nuove figure professionali o di figure già esistenti in grado di gestire le rapide trasformazioni tecnologiche, il cui contenuto professionale sta notevolmente cambiando, ma anche nella necessità di un adeguamento delle competenze digitali per tutte le figure che saranno richieste.
3 - L’UNIONE SARDA di giovedì 5 dicembre 2019 / ECONOMIA - Pagina 18
EVENTO. In Sardegna 41 piani di investimento. Solinas: “Ruolo internazionale autorevole”
L'ISOLA ALLA GUIDA DEL MEDITERRANEO
In Giordania la Regione ha chiuso un progetto da 209 milioni di euro
Uno dei più grandi progetti di cooperazione mediterranea ha chiuso in positivo il bilancio grazie alla regia della Sardegna. Ad Amman, in Giordania, quattordici paesi affacciati sul “Mare nostrum” e membri del programma transfrontaliero Eni Cbc stanno in questi giorni confrontandosi sui risultati raggiunti fino a ora in contesto politico come quello tra Europa e Africa tutt'altro che semplice.
REGIONE CAPOFILA. Un incontro presieduto dalla Regione capace di promuovere 198 proposte di progetto inseriti in ambiti strategici della cooperazione come lo sviluppo economico, l'innovazione, l'inclusione sociale e la lotta al cambiamento climatico e potenzialmente finanziabili con 209 milioni di euro. Di questi ben 41 vedono la partecipazione di dodici organismi pubblici e privati dell'Isola. Un risultato che ha fatto della Sardegna la seconda regione italiana più prolifica, dietro solo il Lazio.
ORGOGLIO. «In un quadro storico particolarmente difficile per i paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo, luogo di forti tensioni politiche e sociali, la Sardegna esercita una funzione di guida autorevole nel rinforzare le relazioni per creare sviluppo e contribuire alla pace e alla cooperazione - ha commentato il presidente della Regione Christian Solinas - l'apprezzamento unanime ricevuto dalla nostra guida dimostra che siamo all'altezza dell'importante compito assegnatoci e ci spinge a lavorare per raggiungere nuovi prestigiosi traguardi che vedano la nostra Isola sempre più protagonista nello scenario internazionale».
STRATEGIA. Tra gli ospiti d'onore dell'evento anche l'Ambasciatrice dell'Unione europea in Giordania, Maria Hadjitheodosiou, convinta dell'importanza del progetto: «La portata dei risultati raggiunti è molto significativa e consente di promuovere uno sviluppo equo e sostenibile nello spazio euro-mediterraneo, attraverso il finanziamento di progetti di cooperazione in ambiti strategici». Come detto, al Programma partecipano 14 paesi: Algeria, Cipro, Egitto, Francia, Grecia, Israele, Italia, Giordania, Libano, Malta, Palestina, Portogallo, Spagna e Tunisia.
4 - L’UNIONE SARDA di giovedì 5 dicembre 2019 / CAGLIARI - Pagina 19
IL CONTROLLO. L’informativa sulla sicurezza al vaglio del pm Paolo De Angelis
CITTADELLA, SI MUOVE LA PROCURA
Indagine sul crollo e la cascata di acqua bollente in un corridoio
Il giorno dopo il cedimento del controsoffitto al primo piano del blocco D2 della Cittadella universitaria si muove la Procura. Al terzo piano del Palazzo di giustizia attendono di ricevere la segnalazione su quanto avvenuto - e sulle possibili cause - da parte del responsabile della sicurezza o dallo Spresal, il Servizio di prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro della Assl di Cagliari, per poi aprire il fascicolo di indagine. Con quale ipotesi di reato e quali nomi, eventualmente, sarà stabilito proprio in base al contenuto dell'informativa, che finirà all'attenzione del procuratore aggiunto Paolo de Angelis. Al momento il dato certo è che nel pomeriggio di martedì, intorno alle 17, si è rotto un tubo nell'impianto di riscaldamento che si trova nel solaio del corridoio di collegamento tra la Cittadella e il Policlinico. L'iniziale gocciolamento è diventato una cascata d'acqua bollente che si è riversata nel corridoio e nelle aule a breve distanza da docenti e studenti. Poi la copertura del solaio è crollata. Nessun ferito, solo danni strutturali. Cosa è accaduto? Una violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro? La presenza di materiale scadente? Sarà l'inchiesta ad appurarlo.
IPOTESI DI REATO. In base a quanto emergerà dagli approfondimenti, potrebbe essere ipotizzato un crollo colposo. Oppure una responsabilità a carico di chi deve provvedere a garantire la sicurezza. Ma potrebbe anche emergere si sia trattato di un avvenimento provocato da una banale usura del materiale. Tuttavia in un passato recente sarebbero state diverse le segnalazioni sulla presenza di problemi simili nell'edificio. In ogni caso subito dopo l'incidente dal Rettorato hanno fatto sapere che «non c'erano lezioni in corso e non sono previste interruzioni delle attività didattiche», nonostante l'area interessata dal crollo e dal conseguente allagamento ospiti alcune aule, che quel corridoio sia percorso giornalmente da centinaia di persone tra ragazzi e docenti e che il rappresentante degli studenti nel consiglio d'amministrazione dell'Ateneo abbia «chiesto alla Rettrice di chiudere tutta l'ala interessata dal crollo. Poteva entrare chiunque e le conseguenze sarebbero potute essere ben più gravi».
LA POZZANGHERA. Per risolvere il problema i tecnici e gli operai del settore opere pubbliche dell'Università martedì hanno bloccato l'impianto di riscaldamento e la perdita d'acqua si è interrotta, ma nella zona interessata dalla rottura è rimasta a lungo una vasta pozzanghera.
An. M.
L'Ateneo: «Incidente in una zona limitata e subito via ai lavori»
Tre aule del blocco D2 della Cittadella universitaria ieri sono rimaste chiuse per consentire ai tecnici e agli operai dell'Ateneo di concludere i lavori di riparazione dell'impianto di riscaldamento: martedì pomeriggio, per la rottura di un tubo, è crollata una parte del controsoffitto a doghe con l'allagamento di alcune zone. Prima poche gocce, poi è venuta giù una cascata d'acqua bollente. Per fortuna non ci sono stati feriti.
LA MANUTENZIONE. «Il problema», spiega Antonio Pillai, dirigente delle opere pubbliche e delle infrastrutture dell'Università, «ha riguardato una zona limitata. Si è verificata la rottura di un tubo dell'impianto di riscaldamento. Prima si è verificato un gocciolio dal controsoffitto di un'aula e di un corridoio. Poi l'acqua ha provocato il cedimento di poche doghe quando nessuno stava più passando. Le zone interessate sono state interdette e gli operai si sono messi subito al lavoro». L'Ateneo già da tempo ha avviato una serie di interventi sui vari impianti della struttura della Cittadella universitaria: «Sono già iniziati i lavori di manutenzione ed eventuale sostituzione dei tubi e dei macchinari del riscaldamento», evidenzia Pillai. Dall'Ateneo, quando sentono parlare di possibile apertura di un'inchiesta su quanto accaduto, replicano: «Non ne sappiamo nulla. Siamo qui per fornire tutte le spiegazioni».
GLI STUDENTI. «La Cittadella universitaria di Monserrato», fa sapere l'associazione studentesca Unica 2.0, «è da troppo tempo trascurata. I problemi strutturali, nonostante siano noti da tempo, non sono stati mai risolti». L'elenco è lungo: «Crolli, infiltrazioni, condizioni critiche degli impianti sono diventati già da tempo la routine degli studenti del plesso. Pensare che si possa continuare a ignorare questo stato delle cose è da incoscienti oltre che da irresponsabili». Unica 2.0 aggiunge: «Strutture sicure ed efficienti sono il prerequisito per garantire una didattica di qualità. Gli studenti e le studentesse non possono essere esposti a pericoli che minano la loro incolumità e il sereno svolgimento degli studi. Servono provvedimenti immediati». (m. v.)
5 - L’UNIONE SARDA di giovedì 5 dicembre 2019 / CAGLIARI - Pagina 20
L’APPALTO. Atti alla Corte costituzionale: il Tar sospende il verdetto
POLICLINICO, STOP ALLA GARA DA 31 MILIONI PER IL BLOCCO R
Sospesa, in attesa di una pronuncia della Consulta, la decisione del Tar sull'appalto da 31 milioni di euro per la realizzazione del Blocco R, la grande ala del Policlinico universitario di Monserrato che dovrebbe consentire il definitivo trasferimento degli ultimi reparti dal San Giovanni di Dio.
A rivolgersi al Tribunale amministrativo è stata l'impresa di costruzioni Ing. Raffaello Pellegrini srl che si era aggiudicata la gara con un raggruppamento formato assieme alla bolognese NBI Spa (Gruppo Astaldi). Ma pochi mesi fa l'Azienda ospedaliero-universitaria ha fatto scattare la procedura di esclusione anche per loro, dopo essere stata informata che la NBI ha ottenuto dal Tribunale fallimentare di Roma un concordato preventivo in bianco con continuità aziendale. A difendere il raggruppamento sardo-emiliano che fa capo all'impresa del presidente regionale di Confindustria, Maurizio De Pascale, sono gli avvocati Alessio Cicchinelli, Pierluigi Piselli e Daniele Bracci, che hanno avanzato al Tar Sardegna una eccezione di violazione della Costituzione.
L'azienda ospedaliero-universitaria che aveva bandito la gara da 31 milioni è assistita da Mauro Barberio e Stefano Porcu, ma in giudizio si è costituita anche la Pessina Costruzioni Spa. Prima della stipula del contratto la NBI ha informato di aver ottenuto l'ammissione al concordato preventivo, facendo così scattare la procedura di esclusione per legge. Per i legali del sodalizio sardo-bolognese si tratta di una norma che viola la Costituzione.
La prima sezione del Tar ha inviato gli atti a Roma e sospeso la decisione.
Francesco Pinna
6 - L’UNIONE SARDA di giovedì 5 dicembre 2019 / CAGLIARI Pagina 21
Viale Sant’Ignazio
LA BIBLIOTECA INVASA DAI LIQUAMI OGGI RESTA CHIUSA
L'annuncio è stato affidato alla pagina Facebook della biblioteca del distretto Scienze sociali, economiche, giuridiche: «Biblioteca di Giurisprudenza certamente chiusa almeno la mattina di domani, giovedì 5 dicembre per i danni provocati dal nubifragio di questo pomeriggio». Che cosa è accaduto? Lo racconta una studentessa di Giurisprudenza, anche lei utilizzando il social network: «Maltempo a Cagliari, scoppiano i bagni di Giurisprudenza. Evacuata la biblioteca, tra la confusione e il fetore dei liquami».
La forte pioggia caduta ieri ha fatto traboccare i servizi igienici del pianterreno nella struttura di viale Sant'Ignazio: nel giro di pochi minuti, un rivolo di acque nere si è riservato verso la biblioteca, allagandola nel giro di pochi minuti: impraticabile l'uscita principale, gli studenti sono stati costretti a lasciare l'edificio attraverso le uscite di sicurezza.
7 - L’UNIONE SARDA di giovedì 5 dicembre 2019 / CAGLIARI - Pagina 22
UNIVERSITÀ. I corsi in “Data Science e Innovazione”
NUOVE LAUREE, ECCO I PRIMI DOTTORI
I primi due laureati in “Data Science, Business Analytics e Innovazione” (corso magistrale attivato dall'Università a settembre 2017) sono Michela Didu e Giampaolo Deplano. Cagliari è stata tra i primi atenei italiani ad attivare il corso che forma data scientists e manager dell'innovazione, figure fortemente richieste dal mercato del lavoro.
La soddisfazione è tutta nelle parole di Ignazio Putzu, prorettore alla Didattica: «L'Ateneo in questi anni ha puntato moltissimo sui corsi di laurea magistrale su input del rettore Maria Del Zompo: si tratta del segmento più qualificante e professionalizzante della formazione. I risultati si vedono nei numeri: l'anno scorso è stato registrato il 25 per cento in più nelle immatricolazioni alle magistrali. Ma anche nella qualità: i due ragazzi che hanno concluso martedì il percorso si sono laureati regolarissimi e con lavori scientifici di altissimo livello».
La tesi discussa da Didu (relatore Francesco Mola e correlatore Luca Frigau), con focus sul fenomeno migratorio in Europa, ha ricevuto il voto di 110 e lode. Deplano (relatore dott. Luca Frigau e correlatore dott. Roberto Tonelli), con tesi sull'utilizzo di particolari tecnologie, è stato premiato con 110.
8 - L’UNIONE SARDA di giovedì 5 dicembre 2019 / AGENDA - Pagina 23
APPUNTAMENTI
Premio Ichnusa. Decima edizione dell’iniziativa nata dal corso di Marketing dell’Ateneo con il noto marchio. Oggi alle 17, nell’aula Maria Lai di Scienze economiche, giuridiche e politiche (in via Nicolodi), la presentazione dei tre gruppi vincitori. Al loro interno sarà selezionato lo studente che effettuerà il tirocinio.
La Nuova Sardegna
9 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 5 dicembre 2019 / SARDEGNA - Pagina 2
Giunta regionale
FINANZIAMENTI PER CINQUE MILIONI ALLE UNIVERSITÀ DISTACCATE
CAGLIARI Le università decentrate di Alghero, Olbia, Oristano e Nuoro saranno finanziate dalla Regione. Su proposta dell'assessore alla cultura, Andrea Biancareddu, la Giunta ha approvato la delibera che assegna gli oltre 5 milioni stanziati nella Finanziaria. Per quanto riguarda Alghero e Olbia, che sono sotto il controllo dell'università di Sassari, lo stanziamento è di 472mila euro per il corso di laurea in architettura (Alghero) e 795mila euro per quello in economia e management del turismo (Olbia). Superano invece i 2 milioni a testa i finanziamenti destinati al Consorzio Uno di Oristano e a quello universitario di Nuoro, che hanno a loro carico anche le spese gestionali e organizzative.. Va ricordato che a Oristano sono aperti i corsi di laurea di primo e secondo livello in gestione dei servizi turistici, biotecnologie industriali e ambientali, tecnologie alimentari e la scuola di specializzazione in beni archeologici. Mentre a Nuoro l'offerta spazia dai corsi di laurea in scienze e servizi giuridici, progettazione d'itinerari culturali, scienze forestali e scienze infermieristiche.
10 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 5 dicembre 2019 / SASSARI - Pagina 17
Il rettore Carpinelli: «Pronto un piano per rispettare i requisiti. Salvare e rinforzare le specializzazioni è la nostra priorità»
«LA SCUOLA DI CARDIOLOGIA NON CHIUDERÀ»
di Giovanni Bua
SASSARI «La scuola di specializzazione in Cardiologia non chiuderà». Sgombra subito il tavolo da voci, paure, polemiche e strumentalizzazioni il rettore Massimo Carpinelli. E lo fa seduto al fianco del direttore generale dell'Aou Nicolò Orrù, del preside di Medicina Andrea Montella e del delegato rettorale per Medicina, e direttore della scuola di specializzazione in Anestesia, Rianimazione e Terapia Intensiva, Pier Paolo Terragni. Plastica dimostrazione che: «L'attenzione sul tema delle scuole di specializzazione è massima - continua Carpinelli -. E università, Aou e Regione vanno avanti in pieno accordo e con importanti investimenti per rafforzare le scuole esistenti e renderle coerenti con i nuovi e più stringenti parametri di accreditamento ministeriali».
Parametri che, tra gli altri requisiti, prevedono che ogni scuola di specializzazione sia collegata a una struttura complessa a direzione universitaria e non, come l'attuale Cardiologia, ospedaliera. Natura che, rispettando il complicato equilibrio dei "primariati" all'interno dell'Aou, non sarà cambiata. «Ma questo non è un problema - sottolinea Carpinelli - e la strada per risolvere il problema è già segnata. E votata la scorsa primavera nel Collegio di Direzione formato dal rettore, dal preside di facoltà e da tutti i capi dipartimento». Il progetto è di fra nascere una "struttura di sede" (che si affianchi alla Cardiologia, che resterà ospedaliera) a guida universitaria. Che rispetti i parametri imposti dal ministero e allo stesso tempo garantisca una formazione adeguata e completa ai giovani medici con la possibilità di frequentare e partecipare attivamente a tutte le attività clinico-assistenziali della struttura.
Problema risolto? In parte. Quello che si è abbattuto sulle scuole di specializzazione italiane, che già ora rappresentano il vero "imbuto formativo" dei futuri medici e hanno posti per meno del 70 per cento dei laureati, è stato un vero e proprio tsunami. «Da cui Sassari - tiene a precisare Carpinelli - è uscita praticamente incolume. I nuovi parametri infatti sono complessi, stringenti, e hanno costretto gli Atenei a una risposta rapida e importante, che non tutti sono riusciti a mettere in campo». Uno di questi chiede che in ogni scuola siano presenti due professori di ruolo nel settore scientifico-disciplinare di riferimento. «Per adeguarci - spiega il rettore - abbiamo messo in campo un importante piano di reclutamento, con 5 ordinari e 18 associati, a cui andranno ad aggiungersi altri 4 ordinari e 5 associati. Il tutto con un importante investimento da parte della Regione, che ha messo a disposizione 12 milioni, e dell'Ateneo, che di fatto destina alla facoltà di Medicina il 25 per cento delle sue risorse». A questo fa ad aggiungersi un importante supporto tecnico per la preparazione della domanda di accreditamento, che nei casi delle scuole più grosse può arrivare a 50 pagine di documentazione. E un complesso gioco di equilibrio nella divisione dei "primariati" che rispetti la ratio che in Aou li vuole divisi più o meno equamente tra ospedalieri e universitari. «È però evidente - spiega Carpinelli - che i nodi stanno venendo al pettine. Le figure apicali in Aou sono assegnate secondo i parametri regionali calcolati sui posti letto. Ma non si tiene conto del fatto che Sassari è un hub di secondo livello, e quindi ha tutte le specialità e svolge anche un importante ruolo sociale sopperendo alle carenze dell'assistenza territoriale. E che è anche l'ospedale di formazione più grande dell'Isola. Non è pensabile e nemmeno utile che, per far crescere la sua facoltà di Medicina e nelle scuole di specializzazioni, l'Università debba "mangiare" l'ospedale. Ed è evidente che a Sassari debbano essere concesse più figure apicali».Il "problema" Santissima Annunziata è anche però il grande vantaggio dell'Ateneo Sassarese. I posti delle scuole di specializzazione sono infatti parametrati in base alla effettiva "forza didattica" che altro non è che la produzione aziendale. Insomma, più anestesie si fanno all'anno della struttura più borse di anestesia saranno accreditate. «Sotto questo punto di vista la forza di una struttura come la nostra, che oltretutto si mette in rete con Alghero, Ozieri, Olbia, non ha eguali. E infatti abbiamo ottenuto più posti nelle scuole dello scorso anno».Posti che andrebbero finanziati con borse regionali. E "messi al sicuro" con una legge (già depositata in consiglio) che preveda che chi si forma nell'Isola lì rimanga a lavorare per un congruo periodo di tempo (in alcune regioni si arriva a 5 anni). «La Regione ha già messo in campo tutte le risorse possibili previste nella programmazione triennale - chiude il rettore Carpinelli - ma ci ha assicurato che farà ancora di più. Il ritorno per la Sanità, e per l'Isola intera, è d'altronde immediato e importante. E su questo l'accordo è totale».
ORRÙ: «CORSI FONDAMENTALI PER IL NOSTRO FUTURO»
Il direttore generale Aou: «Siamo pronti a tutte le soluzioni in sinergia con Università e Regione»
SASSARI «Non c'è nessuna delibera dell'Aou di Sassari che decida le "sorti" della struttura complessa di Cardiologia e, di riflesso, della scuola di specializzazione in Cardiologia. La delibera citata più volte, la 913 del 21 novembre, riguarda la modifica dell'atto aziendale per la trasformazione della Chirurgia Vascolare da struttura a direzione universitaria a ospedaliera e dell'Otorinolaringoiatria da struttura a direzione ospedaliera a universitaria». Così il direttore generale dell'Aou Nicolò Orrù, che entra nel dettaglio della modifica dell'atto aziendale dei giorni scorsi che ha innescato la polemica sul futuro della scuola di specializzazione.
«Per quanto riguardala Cardiologia - spiega - che, vale la pena ricordare, è sempre stata una struttura a direzione ospedaliera, la direzione strategica non ha adottato alcun atto. Come avvenuto per Chirurgia vascolare e Otorinolaringoiatria, la modifica della natura di una struttura, da direzione ospedaliera a universitaria, così prevede l'atto aziendale all'articolo 72 e approvato a ottobre 2017, viene «adottata con atto deliberativo dal direttore generale dell'Aou di Sassari, d'intesa con il rettore, nel rispetto delle relazioni sindacali e previa informativa alla direzione regionale Sanità della Regione». «La situazione delle scuole di specializzazione dell'Università è sempre alla nostra attenzione - afferma Orrù - perché lì si formano quei medici che poi potranno essere i professionisti delle nostre strutture. Per questo motivo, anche in stretta sinergia con l'Università di Sassari e la Regione, ci siamo messi a disposizione per una eventuale soluzione condivisa». «Da parte nostra - conclude Orrù - c'è la massima apertura, perché è interesse di tutti che le scuole di specializzazione funzionino».
«Le università italiane e il Miur - sottolinea il preside di Medicina Andrea Montella - hanno fatto grandi progressi nella qualità dell'alta formazione post laurea, e il nostro Ateneo è pronto, se le risorse lo permetteranno, ad aumentare il numero dei medici in formazione nella Facoltà e nei reparti dell' Aou, in relazione alle esigenze di formazione specialistica individuate dalla Regione, sulla base delle effettive necessità».
11 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 5 dicembre 2019 / Speciale IL TUO LAVORO - Pagina 23
Statistiche
SE ESSERE LAUREATI NON BASTA
di ALESSIA TAGLIACOZZO
In Italia quasi sei laureati su dieci (il 59,8 per cento) risultano occupati a tre anni dal titolo, una percentuale in crescita di dieci punti rispetto al 2014 ma ancora lontanissima da quella media europea che ha raggiunto l'83,5%. In pratica - secondo quanto emerge dai dati Eurostat relativi al 2018 pubblicati di recente - oltre il 40% dei giovani che si laureano non trova (o non cerca nemmeno) lavoro nei tre anni che seguono la laurea. L'Italia risulta il Paese con la performance peggiore dopo la Grecia, ma anche quello con le maggiori differenze tra le regioni che fanno sì che siano italiane le due aree con i risultati peggiori, la Calabria e la Sicilia. La regione con la percentuale più bassa di laureati al lavoro a tre anni dal titolo in Europa è la Calabria con solo il 29,1 per cento, mentre la Sicilia fa poco meglio con il 30,1%, seguita dalla regione greca della Sterea Ellada (33,7%). Molto meglio la Sardegna con il 51,4 per cento dei laureati che trovano un lavoro entro 3 anni. In Italia il risultato migliore (78,7 per cento è quello della Provincia autonoma di Bolzano, seguita dal Piemonte (76,4).
Tra le regioni con la percentuale maggiore di laureati occupati entro tre anni dal titolo c'è la Bassa Baviera con il 97%.Se si guarda invece agli occupati tra uno e tre anni dalla laurea è la Sicilia la regione con la percentuale più bassa in Europa con appena il 32,3 per cento di persone che trovano lavoro in questo lasso di tempo dalla fine degli studi (in Sardegna il 53,7%). In Bassa Baviera la percentuale è del 98,3%. In media in Italia sono occupati tra uno e tre anni dalla laurea il 62,8% dei laureati, un dato di 10 punti migliore del 2014. continua a pagina 25
Istruzione e occupazione
Sono i tedeschi i più virtuosi
Il Paese nel quale è più facile trovare lavoro è la Germania con il 93,7 per cento di occupati a tre anni dal titolo in media e il 97,7% nella regione di Luneburgo, nella Bassa Sassonia. La situazione è ancora più difficile per il lavoro nelle regioni del Sud se in tasca si ha solo il diploma di scuola superiore. Entro tre anni dalla fine degli studi risulta occupato in Italia il 48,9% dei ragazzi, in miglioramento di 12 punti sul 2014, contro il 76,5% della media europea.Ma se in Germania in media entro tre anni ha trovato lavoro il 90,3% dei ragazzi diplomati in Sicilia risulta occupata appena una persona su cinque (il 22,2%, con un calo dal 25,8% del 2017) mentre in Calabria sono il 28,6%. La Sardegna come al solito a metà classifica al 51,8%. Per le ragazze poi al Sud è una vera e propria debacle con appena il 16,8% delle giovani siciliane che lavora entro tre anni dal diploma di scuola superiore a fronte dell'85,3% della provincia di Bolzano e il 43,6% in media in Italia. In Germania la media è dell'88,3% con picchi regionali superiori al 90%. Per le donne laureate la percentuale più bassa di coloro che sono occupate a tre anni dal titolo è in Calabria con appena il 21,6% (in calo sul 2017) mentre in Sicilia sono il 29,1%. La Sardegna è al 52,5%.Per le donne europee laureate la media di occupate a tre anni dalla laurea è dell'82,1% mentre per l'Italia è del 58,1%, con la provincia di Bolzano all'82,6%, il Veneto al 76,2%, la Lombardia al 72,9%.