Mercoledì 27 marzo 2013

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
27 marzo 2013

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
Scuola e università
Orientamento day il 12 e 13 aprile
 
Sono 101 le scuole che aderiscono alle “Giornate dell'orientamento 2013”. La manifestazione, in programma per l'inizio di marzo, era stata sospesa e successivamente rinviata a data da destinarsi a causa del maltempo e dell'allerta meteo lanciata dalla Protezione civile. L'Università, organizzatrice dell'evento, ha deciso di recuperare le due giornate mancanti il 12 e 13 aprile, sempre alla Cittadella universitaria di Monserrato.
L'ateneo presenterà la propria offerta formativa agli studenti delle ultime classi delle superiori. La novità di quest'anno del salone dell'orientamento è un più stretto rapporto col mondo del lavoro attraverso incontri tematici con testimonial aziendali e altri esperti. La ripresa dei lavori è fissata per il 12 aprile alle 9 con la partecipazione di oltre 11 mila ragazzi. (p.l.)
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
Università
Oggi sciopero dei servizi di portierato e assistenza
 
Oggi per tutto il giorno scioperano i 135 lavoratori dell'appalto dei servizi di portierato, assistenza aule e biblioteche dell'Università di Cagliari. Dalle 9 alle 12 manifesteranno davanti alla direzione universitaria in via Università.
«Dallo scorso agosto, in seguito al cambio della ditta d'appalto - denunciano i sindacati di categoria - sono state ridotte le ore ed è stato applicato un contratto depotenziato non sottoscritto da Cgil, Cisl e Uil». Negli ultimi mesi inoltre, le due società che gestiscono l'appalto (Sfl e Leader Service) hanno assunto nuovi lavoratori, a dispetto della riduzione dell'orario di lavoro di quelli già operativi. Da ciò deriva la preoccupazione di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil che reiterano la richiesta di incontro all'amministrazione universitaria, sino ad ora indisponibile a dare risposte sulla gestione degli appalti.
Nel frattempo, i sindacati annunciano tutte le azioni di protesta necessarie per tutelare i lavoratori, a partire dallo sciopero di oggi.
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 34 - Edizione CA)
Mont'e Prama, cinque anni per fare passi da Giganti
Più vicino il museo plurale fra Cagliari, Sassari e Cabras
Ieri al Ghetto il workshop Bc²: alleanza fra istituzioni per valorizzare le statue
 
A volte il calendario ha un suo sense of humor. Dieci giorni fa gli archeologi avevano registrato la desolata esternazione del rettore cagliaritano Giovanni Melis sui Giganti di Mont'e Prama: «Abbiamo un patrimonio sommerso che preferiamo disputarci piuttosto che valorizzare» e, soprattutto, «in quale altra parte del mondo ci si permetterebbe il lusso di non valorizzare questi monumenti, né di garantirne la fruibilità a visitatori e studiosi?».
Ieri, al Ghetto di Cagliari, la direzione regionale per i Beni culturali ha dato vita a un seminario che - se non fosse stato calendarizzato da oltre un anno - suonerebbe come una risposta diretta alle perplessità del Magnifico. E se non fosse un acronimo suonerebbe quasi come una formula chimica: “Bc²”. Sta per Beni Culturali - Beni Comuni ed è il modello che la direzione offre per fare dei Giganti - a quasi 40 anni dal loro ritrovamento - un tesoro comune e diffuso, accessibile a tutti oltre che prezioso turisticamente e scientificamente. E, perché no, redditizio.
La formula - benedetta ieri dalla Regione col convinto «approviamo appieno» di Antonio Mauro Conti, direttore dell'assessorato alla Cultura - prevede in sostanza che tre strutture siano destinate a valorizzare i colossi dell'Età del Ferro: Li Punti, che la soprintendenza aveva scelto a suo tempo per la fase del restauro, ma soprattutto il museo archeologico di Cagliari, che accoglierebbe alcuni dei monumenti, e quello di Cabras, che custodirà e proporrà al pubblico le altre statue.
Dall'intervento di Anna Paola Loi - che ha aperto il workshop - e da quelli successivi si possono enucleare tre linee guida. In primo luogo: l'attribuzione di un Gigante all'una o all'altra struttura non sarà l'episodio finale di un braccio di ferro fra territori, ma la conseguenza di una approfondita operazione di governance. Questa parola inglese così rassicurante significa in concreto: per valorizzare i Giganti serve una cabina di regia, una distribuzione di competenze e di poteri molto nitida, che agisce con efficacia e previene i conflitti. Anche - e forse soprattutto - perché prevede il coinvolgimento delle popolazioni locali e dei loro rappresentanti, così da evitare campanilismi in salsa archeologica. Per arrivarci servono rapidamente i dati per completare l'analisi di contesto - capire che cosa è pronto, che cosa lo sarà a in quali tempi - e programmare gli interventi.
Secondo elemento chiave: per allestire questo “museo diffuso” serviranno anni, forse cinque. Nel frattempo i Giganti andranno messi a disposizione dei visitatori, dopo il lunghissimo periodo di penombra vissuto dal ritrovamento a oggi. L'idea - illustrata dall'architetto Olindo Merone - è fornire al visitatore l'esperienza più completa possibile, sfruttando la tecnologia - in particolare pannelli interattivi e sistemi audio - ma mettendola al servizio dei reperti, che devono restare i protagonisti degli ambienti che da un capo all'altro della Sardegna si porgeranno l'un l'altro la narrazione e la suggestione di questa vicenda artistica e storiografica.
Il terzo punto è quello delle risorse finanziarie, quelle per sostenere l'investimento iniziale e quelle che dovranno alimentare il progetto nella sua vita quotidiana. Sul fronte regionale gli orizzonti sono inevitabilmente di austerity: Conti spiegava che nel prossimo futuro la cultura potrà contare su bilanci «da sopravvivenza». Diverse le prospettive europee - facevano notare Dolores Deidda e Gianluca Cadeddu - a patto che all'Unione ci si presenti in modo compatto e con una governance senza incertezze né smagliature. In questo caso i fondi strutturali potrebbero rivelarsi più accessibili di quanto un'interpretazione letterale potrebbe far supporre ad alcuni. D'altronde il documento Barca sembra ritagliato sulla musealità plurale pensata per Mont'e Prama, e non solo immaginato a misura di Pompei.
Quanto alle entrate che la valorizzazione dei Giganti potrebbe produrre, è stato Alessandro Leon a tracciare un quadro ricco di prospettive interessanti.
Nelle proiezioni proposte ieri al Ghetto il museo cagliaritano potrebbe puntare a 140 mila visitatori, con un incasso non lontanissimo dai costi (400 mila euro di uscite, 355 mila euro di entrate che però potrebbero arrivare a 540 mila con l'aumento di un euro del biglietto di ingresso).
Per rendere redditizio il sistema però servono due premesse. Un accordo fra amministrazioni pubbliche (che è un po' il filo conduttore di tutti gli interventi) e uno studio attento, un identikit del visitatore potenziale. Quello tracciato ieri è stato ottenuto sfruttando al massimo i non molti dati disponibili, almeno per il momento. Fra chi entra a visitare i reperti oggi spiccano in primo luogo i turisti culturali (il settore più forte e per molti aspetti il più promettente), poi i turisti “generici” (che una volta in città vanno anche a farsi un'idea delle nostre antichità), le scolaresche (e su queste in realtà si potrebbe fare un grande lavoro di attrazione e coinvolgimento, sempre ammesso che decolli il tanto auspicato dialogo fra soggetti istituzionali) e infine i crocieristi.
Quest'ultimo forse è il segmento più significativo, perché dice molto su come viene proposta la nostra offerta culturale e su come viene percepita. Oggi, spiegava Leon, solo sei crocieristi su cento che sbarcano a Cagliari (6,2, per l'esattezza) visitano i musei. Si tratta della percentuale più bassa fra le città dove attraccano le grandi navi turistiche. Studiare un approccio più stimolante - ma anche organizzare sia pure con mille cautele alcune mostre dei Giganti in Giappone, Usa e Germania - potrebbe dare linfa e respiro alla nostra programmazione culturale.
Celestino Tabasso
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Il nodo del problema
La giurisdizione è tutta italiana
Leonardo Filippi
 
Le dimissioni del ministro degli Esteri Terzi hanno riacceso le polemiche sulla vicenda dei due fucilieri della Marina italiana accusati dell'omicidio di due pescatori, scambiati per pirati. Il ministro ha dichiarato di essersi dimesso per salvare l'onorabilità del nostro Paese perché egli era contrario a rimandare in India i nostri militari per essere processati. La vicenda sta ormai assumendo i toni della farsa e continua a gettare discredito sul nostro Paese agli occhi della comunità internazionale. E' certamente discutibile l'iniziativa dell'autorità giudiziaria indiana di processare i due marinai, visto che dalle notizie di stampa sembra certo che il fatto è avvenuto su una nave militare italiana in acque internazionali, e non in acque territoriali indiane. Infatti le stesse autorità indiane ammettono che il fatto è avvenuto a circa venti miglia dalla costa e la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare fissa in 12 miglia la linea delle acque territoriali. Se così fosse, il fatto dovrebbe essere giudicato dallo Stato di bandiera della nave, cioè dall'Italia, e non dalla giurisdizione indiana. In particolare la competenza territoriale per i reati militari è del tribunale militare di Roma.
I nostri militari sono stati autorizzati dai giudici indiani a tornare in Italia in occasione delle elezioni politiche, soltanto perché essi stessi, ma soprattutto il nostro ambasciatore, a nome dello Stato italiano, hanno garantito sul loro rientro in India per sottoporsi al processo. È noto che nei rapporti internazionali, una regola consuetudinaria e non scritta. ma per questo non di minore importanza, stabilisce che nei rapporti tra gli Stati pacta sunt servanda, cioè si devono rispettare gli accordi presi. E invece il nostro Governo, dopo le elezioni ha disposto che i militari restassero in Italia, disconoscendo gli impegni assunti. A tale violazione degli obblighi internazionali, l'India ha risposto con un'altra violazione, quella di limitare la libertà di movimento del nostro ambasciatore in India. Una risposta certamente scorretta sul piano internazionale, ma provocata dal nostro precedente inadempimento all'impegno assunto.
A questo punto, l'Italia ha dovuto cedere all'atto di forza e per ottenere la liberazione del nostro ambasciatore, ha disposto il ritorno in tutta fretta dei nostri marinai in India per sottoporsi al processo. Si è trattato di una meschina figura fatta correre al nostro Paese e che si poteva e doveva evitare. Speriamo solo che il tribunale speciale indiano, nominato per giudicare i due militari italiani, non si faccia influenzare da tale sleale comportamento processuale e non infligga loro la pena di morte che, astrattamente, è prevista per il reato di omicidio nel codice penale indiano.
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
Contributi agli studenti, Milia si difende
AFFITTI. I fuori sede: soldi in ritardo. L'assessore: pagati oltre due milioni
 
«La Regione non ha mai ignorato nessun studente, di ogni ordine e grado, ma ha sempre cercato, nei limiti imposti dal Patto di Stabilità e secondo le disponibilità, di risolvere al meglio le criticità e le necessità del mondo dell'istruzione. Pertanto respingo le accuse che ci vengono rivolte, da parte degli studenti universitari fuori sede, di non aver erogato i contributi per i fitto casa». Lo ha detto ieri l'assessore regionale della Pubblica Istruzione, Sergio Milia.
«Posso assicurare che i pagamenti relativi al fitto casa», ha aggiunto l'assessore, «sono stati già evasi dagli uffici dell'assessorato con i provvedimenti adottati il 1 marzo 2013, per un totale di due milioni e 153 mila euro. Mi risulta inoltre che anche la Ragioneria abbia già provveduto ad emettere i relativi mandati di pagamento».
La Regione - è detto in una nota - deve purtroppo fare i conti con gli ineludibili vincoli imposti dal Patto di Stabilità, che troppo spesso viene recepito dall'opinione pubblica come una scusa ufficiale, per nascondere ritardi, inadempienze e inefficienze varie della pubblica amministrazione. Così non è: « L'assessorato - ha concluso Milia - è subissato da pressanti richieste provenienti da più parti, dagli Ersu alle Università, dalle scuole paritarie ai Comuni per le borse di studio agli alunni meno abbienti e dalle Province per i contributi agli alunni disabili. Le risorse spendibili sono purtroppo insufficienti e si rende così necessario dosarle per assicurare a tutti il principio fondamentale del diritto alla studiò Posso rassicurare gli studenti fuori sede che la Regione continuerà, come già nel passato, a tenere nella massima considerazione, la loro situazione».
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
Ersu
Da domani il teatro va all'università
 
Dalla collaborazione fra Ersu e il Crogiuolo al Nanni Loy rinasce il teatro universitario In cartellone dal 28 marzo al 23 maggio nove spettacoli al costo di 2 euro per gli studenti.
La rassegna teatrale UnivErsu teatro comincia domani mattina alle 11 con lo spettacolo di Rita Atzeri “All'ombra dell'ultimo sole. Dieci giorante in Decamerone”; segue alle 16 “Clochard” di Silvano Vargiu; si chiude alle 21 “Maledetta crisi di mezza età” con Elena Pau.
 
L’UNIONE SARDA
7 – L’Unione Sarda
Provincia di Nuoro (Pagina 17 - Edizione NU)
Generazione senza futuro
In provincia un giovane su quattro cerca lavoro
I dati Istat fotografano il pessimismo dei ragazzi tra i 15 e i 29 anni
 
Che fossero le nuove generazioni quelle maggiormente penalizzate dalla crisi economica non vi era alcun dubbio, ma adesso a confermarlo ci sono anche i dati. Se nel 2012 il tasso di disoccupazione complessivo si è attestato all'11,4 per cento, quello relativo alla mancata occupazione giovanile ha delineato una realtà ben più preoccupante. Il 26,5 per cento dei giovani tra i 15 e i 29 anni che risiedono in provincia di Nuoro sono disoccupati o stanno cercando un lavoro: in pratica, più di un ragazzo su quattro. In un solo anno questo tasso, che è cresciuto di ben 6,5 punti percentuali, desta non poche preoccupazioni non solo per le ripercussioni economiche in termini di minori consumi ma prevalentemente per quelle sociali che indubbiamente andranno ad innescare.
CIFRE DA BRIVIDO I dati divulgati dall'Istat dicono che una buona fetta dei giovani si trova, infatti, tagliata fuori sia dal mondo del lavoro che da quello della scuola, relegata in una fase di standby in attesa di segnali positivi di cambiamento. Il fenomeno appare ancor più preoccupante se si analizzano i dati relativi alla disoccupazione giovanile nel range tra i 15 ed i 24 anni. In questo caso il tasso balza al 34,5 per cento con un incremento di 6 punti percentuali rispetto al 2011 e di ben 11,8 rispetto al 2004 e sta ad indicare la difficoltà incontrata dai giovanissimi, spesso privi di esperienza, ad essere assunti con contratti duraturi e regolari.
LA LAUREA NON BASTA Anche la laurea non è più una garanzia per conquistare un lavoro in breve tempo. Se in passato, infatti, il conseguimento del tanto agognato titolo accademico consentiva alla maggior parte dei neo laureati di trovare un'occupazione entro un anno dal conseguimento della pergamena, adesso è molto difficile che ciò avvenga. Stando alle rilevazioni condotte da Almalaurea, nel 2012 circa il 20 per cento degli under 35 in possesso di una laurea era disoccupato nonostante si fosse impegnato attivamente nella ricerca di un lavoro. Tra coloro che invece un lavoro l'hanno trovato sono cresciute le occupazioni a tempo determinato e le collaborazioni, a scapito dei contratti a tempo indeterminato. La laurea, quindi, dà qualche speranza ma non costituisce più un'ancora di salvezza.
VERA EMERGENZA Il problema della disoccupazione giovanile si è trasformato ormai in una vera e propria piaga sociale caratterizzata da termini quali la precarietà, l'immobilizzazione, i salari bassissimi, e un futuro sempre più incerto. Il rischio che si corre è quello di assistere nuovamente a un'emigrazione di massa che svuoterà il territorio delle forze lavoro più produttive. Il rammarico è quello di vedere ragazzi, nemmeno poi così giovani, vivere ancora a carico dei genitori poiché gli è stata preclusa la possibilità di costruirsi un futuro.
Simone Tatti

LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 7 - Ed_Cagliari
scuola »ISCRIZIONI
Agrifood, laboratori e hi-tech: ecco le nuove scelte degli studenti
Nell’orientamento per le superiori dell’isola i licei confermano la loro capacità di attrazione Ma molti ragazzi puntano più decisamente sulle opportunità legate alle risorse del territorio
di Pier Giorgio Pinna
 
SASSARI A scuola si cambia. Nuove rotte. Moderni orizzonti. Maggiore elasticità nelle scelte. Stretti rapporti con le risorse del territorio. È un mondo in evoluzione quello che emerge dalle iscrizioni alle prime classi delle superiori in Sardegna: più sorprese che conferme, più voglia di cambiare che la tendenza a muoversi nel solco delle tradizioni. E così nel futuro dei ragazzi che stanno per lasciare la terza media si stagliano nitidamente richieste che puntano su un domani fatto di lavori concreti, sicuri, a portata di mano. C'è una propensione per gli indirizzi mirati sull’agro-alimentare e sull’alberghiero. Con una grande attenzione per i settori della chimica verde, i laboratori, l'alta tecnologia. Sino ad arrivare a un interesse articolato verso i corsi che si occupano della salute. Il quadro è chiaro grazie alla recentissima rivoluzione avviata con le iscrizioni online, concluse il 28 febbraio. Negli anni scorsi bisognava attendere parecchi mesi prima di avere il dettaglio delle decisioni prese dai ragazzi e dalle loro famiglie (e intanto si poteva contare solo su un campione di dati). Oggi invece tutto è più trasparente, immediato: quasi in tempo reale il Miur evidenzia la situazione che riguarda i neo-immatricolati nell'isola, poco più di 14mila sui 74 mila studenti che complessivamente frequentano le superiori in Sardegna. Stabili l'Artistico, l'Europeo-Internazionale, il Professionale per l'artigianato. In leggerissimo calo le domande per il Classico e lo Scientifico tradizionale, i Tecnici per finanza-marketing, economia e turismo. I quali conservano invariata la loro capacità d’attrazione. In aumento sono invece le richieste per il Linguistico, il Musicale-Coreutico, lo Scientifico con l'opzione delle scienze applicate o umane. Discorso a parte _ che mette insieme Professionali e Tecnici _ va fatto sull'agrifood, sull'eno-gastronomia, sull’ospitalità nell'industria delle vacanze. In questo caso, com'è stato fatto per il Nord e per il Centro Italia circa differenti aree di specializzazione, il ministero fotografa un andamento nell'isola che in larga misura punta sulle opportunità offerte dalle attività economiche regionali. A Sassari Roberto Cesaraccio, preside dell’Alberghiero, 1.260 alunni (370 i nuovi per il 2013-2014), trova negli ultimi dati del Miur conferme al radicamento della catena delle Tre T: terra-trasporti-turismo. «Continuiamo a restare punto di riferimento per il centronord dell’isola e a mantenere un buon livello d’iscrizioni: i sardi capiscono bene come molte chance del domani sono legate a eno-gastronomia e ricettività degli hotel», spiega. Per aggiungere subito: «Il nostro convitto registra il numero costante di 45 allievi ed è invariato l’appeal dei nostri tre indirizzi per il biennio: accoglienza, preparazione di sala e vendita, quelli che formano i camerieri, i barman, gli chef, i dirigenti alberghieri». Del resto, alcuni aspetti emersi in queste ore nell’isola richiamano il trend complessivo registrato nel Belpaese. Dove rimane forte l’interesse per le lingue, l’informatica, le conoscenze scientifiche. Ma anche per le competenze tecnologiche. Su scala nazionale, in tutto, le iscrizioni online sono state 515.807. In generale, nel confronto con l’anno precedente, si osserva un incremento nei Licei (+1,7%), una leggera crescita negli Istituti tecnici (+0,4%), una contrazione nei Professionali (-2%). E in tutto il Sud il corso con la percentuale di scelta più alta è, non a caso, “eno-gastronomia e ospitalità alberghiera” (9%). Secondo il Miur, a ogni modo, «un’attenzione particolare va riservata alle percentuali di orientamento per i singoli indirizzi in relazione con i settori, le aree di specializzazione e i cluster tecnologici nelle regioni». In questo senso, la Sardegna si distingue per la presenza di particolari distretti produttivi e della ricerca: dal lattiero-caseario al granito e al sughero. Sono così stati valutati agraria, agro-alimentare e agro-industria per i Tecnici e i servizi per lo sviluppo rurale nei Professionali. «L’obiettivo – dicono al ministero della Pubblica istruzione – è capire quanto siano legate le specificità con le scelte degli studenti, la possibilità di creare o irrobustire filiere della formazione e delle attività produttive con la capacità attrattiva per gli studenti dei cluster tecnologici sul territorio». E proprio su questo punto interviene Maria Gabriella Epicureo, presidente regionale della Rete degli istituti agrari e preside del “Duca degli Abruzzi” di Elmas. «Se in Sardegna si sommano le iscrizioni nei Tecnici e nei Professionali del nostro indirizzo, si può notare un incremento rispetto all’anno passato, trend che trova ulteriori riscontri nelle serie storiche sui precedenti statistici», tiene a chiarire la dirigente. «È un segnale molto importante: io credo infatti che finalmente si sia capito quanto sia rilevante in un momento di crisi come questo il ritorno alla terra e alle opportunità economiche che offre», aggiunge. «Noi dal canto nostro ce la mettiamo tutta: abbiamo già raggiunto risultati straordinari, come il recente inserimento del vino prodotto nella nostra azienda scolastica “Isola dei nuraghi Igt rosso Su masu” nell’elenco dei prodotti selezionati al concorso nazionale enologico riservato agli istituti agrari», conclude la preside.
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 9 - Ed_Cagliari
Milia: «Ritardi dovuti al patto di stabilità»
La giunta agli studenti: «Pagamenti evasi». Gian Valerio Sanna: «Si usino i soldi della pubblicità»
 
CAGLIARI L’assessore alla pubblica istruzione, Sergio Milia, ha replicato alle accuse ricevute dagli studenti per il pagamento dei fitti casa ai fuori sede: Milia difende l’operato della giunta na conferma anche il ritardo della Regione nei pagamenti: «Non abbiamo mai ignorato nessuno studente», precisa Sergio Milia, « i pagamenti per gli studenti fuori sede sono stati effettuati». Salvo non arrivare a destinazione per via della burocrazia imperante e per i vincoli alla spesa. Spiega Milia: «Cerchiamo di risolvere i problemi ma ci sono i limiti imposti dal Patto di stabilità. L’assessore entra nel merito: «Posso assicurare che i pagamenti relativi al fitto casa sono stati già evasi dagli uffici dell’assessorato con i provvedimenti adottati il 1 marzo 2013, per un totale di due milioni e 153 mila euro. Mi risulta che la Ragioneria abbia provveduto ad emettere i relativi mandati di pagamento». L’assessorato - ha concluso Milia - è subissato da pressanti richieste provenienti da più parti, dagli Ersu alle Università, dalle scuole paritarie ai Comuni per le borse di studio agli alunni meno abbienti e dalle Province per i contributi agli alunni disabili. Di fronte a un’enorme domanda di risorse di cui ci sarebbe bisogno qual è la linea scelta dalla Regione? «Le risorse spendibili sono purtroppo insufficienti», afferma Milia, «e per questo si rende necessario dosarle per assicurare a tutti il principio fondamentale del diritto alla studio. Posso rassicurare gli studenti fuori sede che la Regione continuerà, come già nel passato, a tenere nella massima considerazione la loro situazione». Sulla vicenda il Pd ha avanzato una proposta in Consiglio regionale: la giunta utilizzi le risorse della pubblicità istituzionale per pagare il contributo fitto casa agli studenti universitari fuorisede. Lo sollecitano i consiglieri regionali del Pd con una mozione (primo firmatario Gian Valerio Sanna. «Visto che la Giunta non risponde alle interrogazioni», ha detto Sanna, «abbiamo presentato una mozione urgente. Parliamo di diritto allo studio e di merito, di un contributo istituito nella scorsa legislatura e confermato da questo Consiglio. La Regione, a partire dal settembre 2011, non ha più erogato tali contributi, senza spiegare perché».
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 21 - Ed_Cagliari
DALLE 9 ALLE 12
Servizi universitari, blocco totale
In sciopero i lavoratori di portierato, assistenza aule e biblioteche
 
CAGLIARI Scioperano per l’intera giornata di oggi i 135 lavoratori dei servizi in appalto di portierato, assistenza aule e biblioteche dell’Università. Dalle 9 a mezzogiorno manifesteranno davanti alla direzione dell’ateneo, in via Università. «Dallo scorso agosto, in seguito al cambio della ditta - denunciano i sindacati di categoria Filcams, Fisascat e Uil-Uiltucs - sono state ridotte le ore ed è stato applicato un contratto depotenziato non sottoscritto da Cgil, Cisl e Uil. Negli ultimi mesi inoltre, le due società che gestiscono l’appalto (Sfl e Leader Service) hanno assunto nuovi lavoratori, a dispetto della riduzione dell’orario di lavoro di quelli già operativi». Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil hanno nuovamente chiesto un incontro all’amministrazione universitaria che - si legge in una nota - sino a ora non si è resa disponibile a dare risposte sulla gestione degli appalti. Nel frattempo, i sindacati annunciano azioni di protesta per tutelare i lavoratori che iniziano con lo sciopero di domani. «È impensabile - spiegano - che l’amministrazione scarichi sui più deboli i tagli di un appalto che invece dovrebbe garantire una prestazione qualificata e stabilità occupazionale».
 
LA NUOVA SARDEGNA
11 – La Nuova Sardegna
Pagina 36 - Ed_Cagliari
Riapre il pronto soccorso veterinario
Ma il servizio congiunto Ateneo-Asl resta a rischio: mancano fondi e posti per gli animali
di Antonio Meloni
 
SASSARI La bella notizia è che il pronto soccorso veterinario è stato riattivato, quella brutta è che potrebbe riandare in tilt domani. E non perché i medici non siano bravi, ma per il fatto che la gestione del servizio necessita di una revisione urgente. A monte del problema, che nei giorni scorsi aveva fatto scattare il blocco dei ricoveri nella struttura universitaria di via Vienna, c’è il sovraffollamento che però rischia di essere questione marginale. Se è vero che i dieci posti disponibili sono pochi è vero anche che il ricovero deve fatto solo se indispensabile. Questo è un passaggio fondamentale per evitare il corto circuito: «Altrimenti _ spiega la responsabile Lucia Manunta _ saremo costretti a bloccare i ricoveri ogni volta che le gabbie sono occupate». Un’eventualità che, per fortuna, non capita spesso, ma che è possibile scongiurare del tutto ritoccando il meccanismo che regola l’accesso alla struttura. In seguito all’accordo siglato tra Asl e Università, infatti, è possibile allertare il taxi dog che, al bisogno, preleva l’animale segnalato dal cittadino: «È indispensabile, però, che a bordo ci sia il veterinario _ fa notare Lucia Manunta _ che una volta sul posto ne verifica le condizioni e decide se ricoverarlo». «Ma la verifica sanitaria non può essere fatta in strada _ replica Tonino Fadda, responsabile del servizio di Igiene, allevamenti e produzioni zootecniche dell’Asl _ e allora dovrebbero intervenire i Comuni attraverso i canili che all’occorrenza sono le strutture più idonee ad accogliere gli animali». Qui cominciano le note dolenti, perché nei canili comunali non c’è personale che garantisca la reperibilità e per giunta sono chiusi il sabato e la domenica, giorni in cui si registrano più segnalazioni. Nei canili della provincia sono attualmente ospitati 2200 animali che costano un milione e mezzo di euro l’anno. È chiaro che se si non trova altra sistemazione, l’animale viene dirottato al pronto soccorso dove resta bloccando il turn over. Ma non è tutto. A fare la differenza, come sempre, sono i soldi. Il pronto soccorso veterinario di Sassari è una struttura d’eccellenza, unica in Sardegna, che serve tutti i 66 comuni della provincia. Per sostenere i costi, l’Asl stanzia ventimila euro l’anno che, purtroppo, si rivelano insufficienti per mandare avanti un servizio così importante. L’anno scorso, tra cani e gatti, il pronto soccorso ha registrato 381 accessi, 45 nei primi cinquanta giorni di quest’anno. Oltre ai dieci posti adibiti a ricovero, ce ne sarebbero altri 8 che sono inutilizzati per lavori di ristrutturazione. Per andare bene, servirebbe almeno il doppio del budget: «A meno che _ conclude Lucia Manunta _ il servizio non venga razionalizzato, allora quello dei soldi potrebbe anche essere un falso problema». Per fare questo, però, occorre operare delle scelte e capire se un servizio pubblico fondamentale deve rispondere alle esigenze del territorio in modo ottimale, oppure funzionare con il fiato sospeso in attesa una imminente sospensione del servizio.
 

12 – SardegnaQuotidiano
Pagina 15 – Cagliari
Ateneo
Scioperano i bidelli e i portieri «Serve chiarezza»
 
I 135 lavoratori dell’appalto dei servizi di portierato, assistenza aule e biblioteche dell’Università hanno indetto per oggi una giornata di sciopero. Dalle 9 alle 12 manifesteranno davanti alla direzione universitaria in via Università. «Dallo scorso agosto, in seguito al cambio della ditta d’appalto - denunciano i sindacati di categoria - sono state ridotte le ore ed è stato applicato un contratto depotenziato non sottoscritto da Cgil, Cisl e Uil». Negli ultimi mesi, inoltre, le due società che gestiscono l’appalto (la Sfl e la Leader Service) hanno assunto nuovi lavoratori, a dispetto della riduzione dell’orario di lavoro di quelli già operativi.
SI CERCA UN INCONTRO Da ciò la preoccupazione di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, che rinnovano la richiesta di incontro con i vertici dell’amministrazione dell’Ateneo, che fino aggi non è stata in grado di offrire risposte sulla gestione degli appalti. Nel frattempo, i sindacati annunciano tutte le azioni di protesta necessarie per tutelare i lavoratori, a partire dallo sciopero di domani. «È impensabile - lamentano i rappresentanti - che l’amministrazione dell’Università scarichi sui più deboli i tagli di un appalto che invece dovrebbe garantire una prestazione qualificata e maggiore stabilità occupazionale».
 

Questionario e social

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