Venerdì 12 agosto 2005

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
12 agosto 2005
UFFICIO STAMPA
Università degli Studi di Cagliari
1 – L’UNIONE SARDA
Cronaca di Cagliari - Pagina 17
Aeroporto
La Sardegna in mostra nello scalo di Elmas
Due mostre in aeroporto. Un evento unico non solo per lo scalo di Elmas che le ospita, ma anche nel panorama nazionale: Torri e Castelli di Sardegna e La Bellezza della fisica. La prima esposizione compie un percorso itinerante all'interno dell'aerostazione, la seconda può essere vistata nella Galleria espositiva, nel settore partenze lato check-in. Torri e Castelli di Sardegna riesamina la storia dell'Isola approfondendo lo studio delle frontiere interne e delle coste. La Bellezza della Fisica, promossa dal Dipartimento di Fisica dell'università, propone una mostra fotografica curata da Antonio Saba, che presenta attività, strumenti e tecniche dei fisici cagliaritani utilizzati in laboratorio.
 
 

2 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 4 – Nuoro
Laurea in infermieristica
Dieci ragazzi residenti in provincia di Nuoro, grazie all’accordo tra la Provincia di Nuoro e di Parma, avranno la possibilità di frequentare a condizioni molto vantaggiose il corso di laurea in infermieristica dell’Università di Parma nella sede di Borgotaro e Fidenza. Chi supererà la prova di ammissione e frequenterà regolarmente gli anni accademici avrà diritto al rimborso delle tasse universitarie per l’iscrizione, a un bonus annuale di 250 euro, al servizio mensa alle stesse condizioni dei dipendenti (1,50 a pasto) e all’alloggio gratuito. Tutti i documenti, la domanda di iscrizione e il piano di studi si possono trovare sul sito della Provincia: www.provincia.nuoro.it. Per ulteriori informazioni si può telefonare al numero 0784 30571.

3 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 20 - Sassari
BREVI
ARCHITETTURA: iscrizioni al test d’ingresso
Sono aperte le iscrizioni per accedere al test d’ingresso della facoltà di Architettura. Le domande devono essere presentate entro le ore 12 del 26 agosto. Il test si svolgerà il 2 settembre nel Palazzo giuridico-economico “Quadrilatero” in viale Mancini. E’ possibile avere informazioni per tutto il mese di agosto alla segreteria studenti nelle sedi di Alghero Palazzo del Pou Salit, piazza Duomo 6 (telefono 079 9720451) e Sassari Palazzo Zirulia, piazza Università (telefono 079 228889 - 079 228862).
 
 

4 – IL TEMPO
Imprese a caccia di economisti e ingegneri
Commercialisti e informatici i più richiesti. E tra i diplomati bene i tecnici turistici e agrari
Secondo l’indagine Excelsior 2005 quest’anno le aziende private assumeranno 60 mila laureati e 217 mila diplomati
DOTTORE commercialista, ingegnere elettronico e informatico: ecco i neo-laureati che hanno più probabilità di trovare un lavoro stabile e remunerativo. Prospettive rosee anche per chi ha in tasca un diploma da ragioniere, perito meccanico o turistico-alberghiero e non vuole proseguire gli studi. In base ai risultati dell’indagine Excelsior 2005 realizzata dal Centro Studi di Unioncamere (in collaborazione con il Ministero del Lavoro) che ha intervistato un campione di 100 mila imprese sono questi i settori che «tirano» di più. Dall’indagine si apprende che delle 647 mila assunzioni messe in cantiere ben 217 mila (19 mila in più rispetto al 2004) sono riservate ai diplomati e 60 mila ai laureati (nel 2004 erano 500 in meno). Nel panorama della domanda di lavoro si riducono gli spazi per le qualifiche professionali (sono 130 mila, 12 mila in meno) e per chi è in possesso di diploma della scuola dell’obbligo (243 mila le entrate previste contro le 276 dell’anno scorso). Si sfata poi il luogo comune che il terziario offra più aperture lavorative dell’industria. L’innalzamento del livello formativo richiesto ai nuovi assunti riguarda invece il settore industriale (l’incidenza dei laureati passa dal 5% al 6,1%). Il livello resta stabile nei servizi. Nel reperimento delle figure professionali le imprese segnalono qualche difficoltà. Principalmente a causa della congiuntura economica che comporta un incremento dell’offerta. I datori di lavoro preferirebbero assumere candidati che, nel caso specifico dell’industria, abbiano già svolto la professione per la quale vengono presi. Quando decollerà la riforma della scuola secondaria che prevede l’alternanza scuola-lavoro e dunque la possibilità di sperimentare con stage «in loco» attività lavorative attinenti all’indirizzo di studio questi problemi potrebbero essere ovviati. Per quanto concerne le lauree, l’indagine dell’Unioncamere sottolinea, a sorpresa, un rinnovato interesse per le lauree umanistiche, da sempre considerate «fabbriche di disoccupazione». Le lauree più richieste restano comunque quelle ad indirizzo economico-commerciali (19.700) seguite a ruota da ingegneria elettronica ed elettrotecnica (oltre 2000 in più). Si conferma poi il ramo chimico-farmaceutico e quindi le lauree umanistiche (gruppo letterario, filosofico, pedagogico) con 3.200 richieste (700 in più dell’anno scorso). In questo settore resta alta la richiesta di traduttori e interpreti. Risalendo la classifica stabile pure la domanda di assunzioni per il sanitario e paramedico. A partire da quest’anno è stato possibile anche valutare l’entità della domanda di personale in possesso di laurea triennale, introdotta a seguito della riforma universitaria. In realtà è emerso che gli imprenditori preferiscono assumere laureati specialistici con diploma quinquennale (il 57% delle entrate con il 16,8% della domanda di laureati triennali). Sul fronte dei diplomati gli indirizzi amministrativo e commerciale continuano a essere i più ricercati (71.500 entrate) ma la richiesta delle imprese è in calo (5000 unità in meno). Cresce invece la domanda per diplomi a maggior contenuto tecnico come quello meccanico, turistico-alberghiero (1900 entrate in più rispetto all’anno scorso), agrario-alimentare. Nella mappa nazionale il Lazio è al secondo posto tra le regione italiane per il numero dei laureati assunti dalle imprese nel 2005 (al terzo posto per quanto riguarda le assunzioni di diplomati). «A Lombardia e Lazio - si legge nel rapporto Excelsior 2005 - va il primato della ricerca di laureati e diplomati da parte delle aziende che devono assumere. Dopo il Lazio (con 8.551 laureati che saranno assunti) si colloca l'Emilia Romagna, dove tra l'altro si concentrano le più elevate richieste di laureati in discipline umanistiche. Per quanto riguarda la richiesta di diplomati, alle spalle della Lombardia si posizionano l'Emilia Romagna, quindi il Lazio (con una previsione di 20.625 diplomati assunti dalle imprese) e il Veneto, con oltre 20mila assunzioni previste nelle quattro regioni». Complessivamente per il 2005, considerati anche quanti non hanno titolo di studio, Unioncamere prevede 61.060 assunzioni nel Lazio. Di queste assunzioni, il 14% riguarda persone in possesso di una laurea; il 33,8% riguarderà persone con un diploma di scuola media superiore; il 16% qualifiche professionali, il 36,2% lavoratori con licenza media.
Natalia Poggi

5 – IL TEMPO
Il corso di studi pubblicizzato all’ipermercato
VIENE riproposta anche quest'anno, con il coordinamento dell'INSTM (Consorzio Interuniveristario per la Scienza e la Tecnologia dei Materiali), l'organizzazione di info-point estivi sul corso di laurea 2005-2006 in Scienza dei Materiali, presso l'Università del Piemonte Orientale. Per sensibilizzare i giovani che devono effettuare la scelta del corso universitario, verranno allestiti dei chioschi informativi presso gli ipermercati di Novara e Vercelli. Gli info-point rimarranno aperti per 5 giorni consecutivi, e secondo il seguente calendario: Centro Commerciale San Martino (Novara), dal 5 al 10 settembre, dal 26 al 30 settembre; Centro Commerciale Carrefour (Vercelli) dal 12 al 17 settembre. Negli spazi che vengono assegnati gratuitamente dalla Direzione degli Ipermercati, viene garantita la presenza nelle fascia oraria 10.30-17 di personale docente dell'Università e/o incaricato per informazioni, proiezioni audio-video sul corso e sulla scienza dei materiali. Per pubblicizzare sul territorio in modo capillare il corso, sono state intraprese anche altre iniziative tra cui l'affissione di centinaia di manifesti.

6 – IL TEMPO
Retribuzioni basse se i «dottori» sono «dottoresse»
LAUREATI e mondo del lavoro: a distanza di tre anni dal conseguimento del titolo di studio il 74% dei laureati ha un lavoro iniziato proprio dopo la conclusione degli studi. Il dato è estrapolato dall’indagine Almalaurea del 2004 (pubblicata anche sul sito del Miur) che ha riguardato 27 atenei e coinvolto 56.000 laureati. Ingegneria si conferma come uno dei gruppi di corsi che trovano un’accoglienza più facile nel mercato. L’inserimento professionale risulta più agevole, dunque, per i neo-ingegneri (90,8%), architettura (85,7%) e politico-sociale (85,7%); mentre i bassi tassi di occupazione dei gruppi medico (34,2%) e giuridico (56,0%) risentono dell’alto numero di quanti proseguono gli studi oltre la laurea. Il gruppo giuridico è invece quello che fa registrare le «migliori performances» nel confronto tra la situazione lavorativa dei laureati ad 1 anno e a 5 anni dal conseguimento del titolo. Se tra 1 e 5 anni l’occupazione aumenta del 32% nel caso dei giuristi s’incrementa quasi del 60%. In generale gli intervistati di Almalaurea si lamentano delle remunerazioni. A poco più di tre anni dal conseguimento del titolo quasi un terzo dei laureati che hanno trovato un’occupazione non svolge un lavoro per il quale era richiesta la laurea. Il gruppo medico, chimico-farmaceutico e ingegneria sono quelli che, mediamente, svolgono un’attività adeguata al livello di formazione raggiunta. Preoccupante il gruppo di educazione fisica, politico-sociale e linguistico: solo la metà hanno un’occupazione da laureati. Ma perchè le «noti dolenti» dei laureati sono le retribuzioni? L’incremento di reddito che in Italia fanno registrare i 30-40enni con una laurea rispetto ai coetanei con il solo diploma di scuola secondaria è più contenuto che negli altri Paesi (33% in più per l’Italia, l’80% nel Regno Unito, Stati Uniti ecc.) Le donne (fascia 30-40 anni) hanno retribuzioni inferiori a quelle degli uomini e cioè è pari al 67% di quella maschile. Le donne, inoltre, risultano le più penalizzate nella ricerca di un’occupazione, qualunque sia il titolo di studio acquisito. L’istruzione si rivela comunque un buon investimento a tutela della disoccupazione. La percentuale di quanti sono alla ricerca di un lavoro diminuisce infatti all’aumentare del titolo di studio.
 
 

7 – IL MESSAGGERO
STUDIO E LAVORO
Laurea in economia, la più richiesta
Indagine Unioncamere: nel Lazio assunzione immediata per 2.854
Il “pezzo di carta” per chi cerca un lavoro è ancora importante. Ma vale doppio se si tratta di una laurea in economia. Lo rivela l'indagine Excelsior 2005 realizzata dal centro studi di Unioncamere in collaborazione con il ministero del Lavoro.
Nel Lazio, su un totale di 8.551 laureati in economia e nel settore statistico ne verranno assunti subito 2.854, ovvero circa un terzo del totale. Sono i più ricercati anche rispetto agli ingegneri elettronici (1.393 assunti) o ai 939 medici, paramedici e farmacisti.
Al centro di questa classifica, riservata a chi un lavoro lo ha già trovato o sta per trovarlo, si collocano i 626 laureati in ingegneria industriale. Mentre nelle posizioni di coda troviamo i 121 insegnanti o laureati del settore linguistico (89).
Va da sé che il rilevamento rappresenta una bussola per chi cerca di orientarsi nel labirinto universitario e scegliere non solo in base alle proprie attitudini. Tanto più che la fonte è molto attendibile: 100 mila imprese in tutto il Paese intervistate a campione.
Dall’indagine emerge anche un’altra classifica. Quella che vede il Lazio al secondo posto tra le regioni italiane per il numero dei laureati assunti dalle imprese nel 2005 e al terzo posto per quanto riguarda i diplomati. Con 8.551 neoassunti la regione della Capitale precede l'Emilia Romagna, l’area in cui si concentrano le richieste di laureati in discipline umanistiche.
Nella richiesta di diplomati, alle spalle della Lombardia si posizionano l'Emilia Romagna e quindi il Lazio (con una previsione di 20.625 diplomati assunti dalle imprese) e il Veneto, con oltre 20 mila assunzioni previste nelle quattro regioni.
La proiezione dei dati raccolti consente di prevedere nell’arco dell’anno 61.060 assunzioni nel Lazio. Di queste il 14% riguarda persone in possesso di una laurea; il 33,8% persone con un diploma di scuola media superiore; il 16% qualifiche professionali, il 36,2% lavoratori con licenza media. Buone notizie infine anche per i ragionieri, che rappresentano il 29,5 dei diplomati. Nel Lazio i diplomati in materie amministrative e commerciali che troveranno un’occupazione saranno 6.093. Più di informatici, elettronici, chimici e grafici. Se non è la rivincita di Fantozzi ci va molto vicino.
C.Mar.
 
8 – IL MESSAGGERO
STUDIO E LAVORO
Le imprese cercano diplomati e laureati
Unioncamere-Welfare: occhio su ragionieri e dottori in economia
ROMA Su oltre 647 mila assunzioni messe in cantiere dalle imprese italiane, 217 mila sono destinate a chi è in possesso di un titolo di scuola media superiore (19mila in più rispetto al 2004). Cresce anche la domanda di laureati: quasi 60mila (500 in più). È l'indagine Explorer 2005 di Unioncamere e del Welfare. Si riducono gli spazi per le qualifiche professionali (130mila, 12mila in meno) e per chi è al livello minimo della scuola dell'obbligo (243mila contro 276mila). L'indagine evidenzia l'interesse delle imprese per ragionieri e dottori in economia e commercio.
Le imprese segnalano difficoltà di reperimento per il 32,2% delle figure da assumere nel 2005, in flessione sul 2004 (36,8%) e sul 2003 (41%). La flessione è spiegata in buopna parte dalla congiuntura economica attuale, che comporterebbe un incremento dell'offerta e una competizione meno accentuata tra le aziende nel procurarsi le figure di cui hanno bisogno. Le lauree più richieste continuano ad essere quelle degli indirizzi economico-commerciali (19.700), seguite però quest'anno dall'indirizzo di ingegneria elettronica ed elettrotecnica (7.300, oltre 2.000 in più rispetto al 2004), che supera quello sanitario e paramedico (5.600).
Nell’indagine si sottolinea che, alle spalle dell'ingegneria indualle spalle dell’ingegneria industriale e del ramo chimico-farmaceutico, si collocano le lauree umanistiche (gruppo letterario, pedagogico, filosofico), con 3.200 richieste in totale (700 in più sul 2004).
Tra i diplomati continuano ad essere ricercati quelli con indirizzo amministrativo e commerciale (71.500 entrate), ma la richiesta delle imprese è in calo di circa 5.700 unità rispetto al 2004. Aumenta, invece, la domanda di diplomi a maggior contenuto tecnico, come quello meccanico (2.300 entrate in più sull’anno scorso), turistico-alberghiero (+3.000) e agrario-alimentare (+1.000).
9 – IL MATTINO
Le imprese campane assumono più dottori
Lavoro, sempre più un miraggio per migliaia di giovani e meno giovani. Ma una notizia incoraggiante arriva da uno studio «Excelsior» commissionato da Unioncamere e ministero del Lavoro. L’indagine, che riserva non poche sorprese, darebbe in salita le assunzioni da parte delle piccole e medie imprese. Il dato rileva che l’occupazione è più in crescita al Sud (+ 1,7%), poi al Centro (+ 1%), mentre il produttivo Nord-est, quanto alle assunzioni si attesta, anche se di poco (+ 0,85), in fondo. La previsione positiva emergerebbe dal saldo 2004/2005 tra le entrate nel mondo del lavoro (647 mila 740) e le uscite da quest’ultimo (555 mila 260). I nuovi posti di lavoro disponibili sarebbero quindi oltre 92 mila. Un saldo che si presenta dunque ancora in attivo per quest’anno, seppure in contrazione di 0,4 punti rispetto al 2004, quando l’aumento previsto fu di oltre 136 mila unità. Il saldo in attivo maggiore si registra - e non è una sorpresa - in Lombardia (+ 0,5) con una percentuale di 11.870 nuovi posti di lavoro attesi, mentre al secondo posto spunta la Campania (+ 1,9), con 10.570 assunzioni previste. Al terzo posto si attesta il Lazio (+ 1), con 9.230 posti a disposizione. Ad assumere di più saranno, nella previsione, soprattutto le imprese più piccole, con meno di 10 dipendenti, seguite dalle aziende con con più di 50 dipendenti. Si conferma in calo, invece, la domanda di lavoro da parte delle grandi imprese, che perderanno quasi 12 mila posti di lavoro. Sempre dallo studio Excelsior emergono altre novità: il classico «pezzo di carta» si conferma sempre ricercato dalle aziende. E mentre le figure più richieste sono sempre i laureati (ma sembra poco valutata la cosiddetta ”laurea breve” di tre anni, che assorbe solo il 16,8 % della domanda dei laureati) si espande la domanda dei diplomati: le maturità più promettenti sono quelle che ci consegnano ragionieri e specializzati in materie amministrative e commerciali, meccanica, personale turistico-alberghiero e agro-alimentare. Quanto alle lauree, secondo la stessa indagine, promettono maggiormente le materie economico-commerciali e le specializzazioni in ingegneria elettronica ed elettrotecnica. Riguadagnano dopo molto tempo e molta stasi posizioni anche le lauree a indirizzo umanistico, letterario, pedagogico e filosofico. «Ci saranno nuove assunzioni? A me non risulta che ci sia uno scatto di investimento in Campania - commenta il sociologo Domenico De Masi, docente alla Sapienza di Roma, che poi si addentra nei mutamenti in corso nel mondo del lavoro: «I lavori - spiega - sono astrattamente divisi in tre tipologie: esecutivo (metalmeccanici tipo), flessibile (casalinghe, portieri, alcuni manager e impiegati) e creativo (insegnanti, artisti, giornalisti)». «Le ultime due tipologie sono in espansione - spiega il sociologo - ma non compensano in ogni caso la flessione del lavoro esecutivo. Complessivamente però l’occupazione diminuisce e i giovani che trovano uno sbocco sono sottoposti a una grande pressione». De Masi ricorda i risultati di una recente indagine pubblicata dal quotidiano Il Sole 24 ore: a un anno dal conseguimento del diploma chi maggiormente ha trovato un lavoro sono nell’ordine i laureati in lingue moderne, in ingegneria e in sociologia. All’ultimo posto si attestano i laureati in chimica industriale, preceduti dai dottori in medicina. Più sociologi, meno medici, dunque. E in tema di formazione il rettore della Federico II, Guido Trombetti, avverte sui rischi del proliferare delle università telematiche: «Crescono come funghi - dice - ma non sono università, non fanno ricerca, e non esiste formazione senza ricerca. Su questo fenomeno occorre stare attenti, prima che si resti travolti».
Carla Di Napoli
 

10 – IL MATTINO
Delle oltre 647.000 assunzioni messe in cantiere dalle imprese italiane, circa la metà riguarda chi è in possesso di un titolo di studio, di laureati in particolare. Un dato, quello che emerge dall’indagine Excelsior 2005, realizzata dal centro studi di Unioncamere in collaborazione con il ministero del Welfare, che non coglie di sorpresa il rettore della Seconda Università degli Studi di Napoli Antonio Grella (nella foto). Rettore, il «pezzo di carta» tira sempre? «Non c’è dubbio. La laurea resta il riferimento più sicuro in quanto a preparazione e competenze. Anzi, le dico che oggi, rispetto ai tempi miei, i ragazzi sono più motivati, più convinti, e attraverso esperienze come gli stage entrano nel mercato del lavoro professionalmente più preparati». Dunque, nessuna sorpresa rispetto alla crescita? «Assolutamente no. Anzi, considero la qualità dei laureati napoletani e italiani in genere tra le più alte in Europa. Le lauree più richieste sono quelle in materie economico-commerciali e in ingegneria elettronica ed elettrotecnica. Anche questo dato secondo lei è in linea con il trend positivo che riguarda i laureati? «Il dato non mi sorprende. Del resto, il mercato si rivolge laddove le esigenze sono più pressanti. C’è anche da dire però che in Italia siamo carenti rispetto a queste figure professionali. Mi riferisco agli elettronici, certo, ma anche agli informatici e ai matematici». Ma nell’èra delle tecnologie, si aspettava che ci fosse anche un incremento della richiesta di laureati in materie umanistiche? «Non vedo alcuna anomalia in questo dato, anzi alle lauree umanistiche ci ho sempre creduto. C’è una forte richiesta della capacità di porsi nei rapporti con gli altri e le lauree umanistiche in questo senso hanno una funzione irrinunciabile. Avere un’ampia base culturale non può essere che un bene». Dall’indagine di Unioncamere emerge anche che le lauree brevi sono poco richieste. Perché secondo lei questa controtendenza? «Secondo me non è vero. C’è una presa di coscienza positiva delle lauree brevi sebbene, non lo nascondo, vi sia in giro ancora un po’ di diffidenza. C’è da dire che in presenza di un alto livello di disoccupazione ci sono tanti vecchi laureati in area di parcheggio e il mercato si rivolge soprattutto a chi ha una maggiore specializzazione. La laurea breve è ancora troppo giovane e se devo scegliere tra un ingegnere con laurea piena e un altro con laurea breve magari scelgo il primo. Comunque, posso assicurarle che sono molte le imprese che chiedono laureati con laurea breve». La maggiore richiesta di laureati arriva da piccole e medie imprese. «È un segnale positivo. Se anche le piccole e medie imprese della nostra regione ricercano laureati significa che c’è anche una ripresa economica. Oggi più che mai o si punta sull’innovazione e sulla ricerca o si rischia di essere travolti, di restare indietro. Per questo sostengo che il fatto che ci si rivolga al mercato dei laureati è un dato positivo. Se l’industria capisce che bisogna fare un salto di qualità come università campane saremo ben lieti di preparare i professionisti del domani. Anche così si evita la fuga dei cervelli».
Paolo Mainiero
 
 

11 – LA SICILIA
vertenza sindacale
Consorzio universitario, precari in stato di agitazione
RAGUSA. I sindacalisti di categoria di Cgil, Cisl e Uil tornano a chiedere lumi sulla vicenda riguardante i precari al Consorzio universitario. Viene contestata, in una nota, «una recente determinazione del Consiglio difforme e discontinua rispetto agli impegni che lo stesso ha assunto con il sindacato"- Cgil, Cisl e Uil prospettano il rischio di «un ridimensionamento di alcuni servizi erogati agli studenti e di un arretramento reale e considerevole del reddito e del sostentamento del personale».
Oggetto del contendere la stabilizzazione con contratto di diritto privato part-time a 30 ore settiminali degli otto precari in forza al Consorzio. I sindacati erano tornati alla carica con due controproposte al presidente del Consorzio Piero Cascone e al vice presidente Lorenzo Migliore. La prima contemplava l'avvio dei contratti a tempo pieno dall'1 settembre prossimo, considerato che l'eventuale altro impegno finanziario a carico dell'ente da quella data al 31 dicembre non va oltre gli ottomila euro. La seconda ipotesi prospettava, invece, il rinvio di un paio di mesi allo scopo di finalizzare le economie in tal modo recuperate per assumere l'impegno finanziario occorrente per l'avvio dei contratti a tempo pieno dal'avvio al 31 dicembre 2005». Un altro aspetto della fase vertenziale che riguarda l'ente consortile era stata sollevata già nei giorni scorsi. Si era registrata, infatti, una forte presa di posizione da parte della Filcams Cgil: «Vogliamo chiarezza e coerenza di comportamento per comprendere meglio le intenzioni del Consorzio». Questo il senso della richiesta inoltrata dalla segreteria provinciale del sindacato al Consorzio universitario ibleo. Una richiesta per discutere circa il processo di stabilizzazione delle 35 unità che operano nella cooperativa di servizi. Particolarmente duro, sulla questione, il segretario provinciale della Filcams, Angelo Tidona, il quale ritiene ci siano parecchie cose che non vanno attorno a questa vicenda che, ormai, si trascina da parecchi mesi. «Abbiamo deciso di proclamare - aveva spiegato il sindacalista - lo stato di agitazione delle unità. L'iniziativa si è resa necessaria dopo l'atteggiamento ondivago del Consorzio universitario che da un lato propone l'impegno di contrarre un rapporto di lavoro a tempo determinato di 18 mesi al personale della cooperativa, dall'altro sceglie la strada del silenzio e del disimpegno rispetto a quanto dichiarato».
G. L.
 
12 – LA SICILIA
Università: a un anno dalla laurea lavora il 40%
Il 40% dei laureati all'Università di Catania trova lavoro dopo un anno dal conseguimento del titolo. È uno dei tanti dati dell'indagine AlmaLaurea 2005. Si recupera dopo tre (60%) e cinque anni(76%) dalla laurea. Ingegneria la facoltà che garantisce l'ingresso più rapido del mondo del lavoro: già dopo un anno 76% al lavoro.
Mario Barresi

13 – LA SICILIA
La lenta carriera dei laureati «diesel»
Quant'è difficile la carriera del "dottor diesel". Studia, s'impegna. Si laurea, certo. E dopo? Trovare lavoro non è così facile come per la generazione dei suoi genitori. Proprio gli stessi a cui era scappata l'immancabile lacrimuccia nel giorno dell'agognata toga. Da quel momento in poi la strada è in salita: soltanto il 40% dei laureati dell'Università di Catania trova un lavoro a un anno dalla laurea. Il 21% dei giovani continua il percorso di formazione, mentre chi cerca lavoro rappresenta il 39%, un dato sensibilmente più elevato della media nazionale (25%) e in aumento rispetto alla precedente indagine (35%). Ma la situazione migliora nel tempo: a tre anni dalla laurea lavora il 60% dei laureati (il 22% cerca lavoro); a cinque anni lavora il 76%, mentre 15 su cento cercano lavoro. Sono soltanto alcuni dei numeri diffusi dal consorzio universitario AlmaLaurea nel «Rapporto 2005»: un'indagine nazionale che ha coinvolto 56mila laureati appartenenti a 27 università delle 43 aderenti ad AlmaLaurea.
Il campione d'indagine. I laureati dell'università di Catania coinvolti nell'indagine sono 3.687. In particolare si tratta dei laureati del vecchio ordinamento delle sessioni estive 2003, 2001 e 1999 intervistati a un anno dalla laurea (1.525), tre anni (1.148) e a cinque anni dal conseguimento del titolo (1.014). I laureati di primo livello (triennali) saranno rilevati per la prima volta con la nuova indagine che partirà a settembre e i cui risultati saranno illustrati a febbraio 2006.
Difficoltà in rosa. E le donne? Più brillanti e veloci nel curriculum di studio, hanno però meno chance degli uomini di trovare lavoro. Un dato, quello catanese, che rispecchia le differenze di genere riscontrate a livello nazionale, anche se il differenziale tra i neolaureati occupati (48%) e le neolaureate (34%) è superiore: 14 punti percentuali contro 7. Una "forbice" che si mantiene nel tempo: a tre anni dalla laurea lavora il 71% degli uomini e il 53% delle donne. A cinque anni lavora l'84% degli uomini contro il 70% delle donne.
Facoltà a confronto. Le facoltà con percentuali più alte di laureati occupati a un anno dalla laurea sono Ingegneria (76%), Architettura (75%) e Farmacia (60%). In coda Medicina e Giurisprudenza (28% e 17% rispettivamente di occupati a un anno), che implicano però percorsi di formazione post laurea. Per questo i valori dell'occupazione sono più bassi e più alta è la percentuale di chi continua gli studi: il 48% a Medicina, il 41% a Giurisprudenza. Aumentano le percentuali di chi prosegue la formazione anche per le facoltà di Lettere (26%). A cinque anni dalla laurea rimane elevata la quota di chi continua la formazione tra i laureati in Medicina (38%), mentre i laureati in Ingegneria raggiungono la piena occupazione (95%), così come quelli di farmacia (92%) e Economia (90%).
Le strade del lavoro. Ai neolaureati dell'università di Catania occupati è stato chiesto di raccontare in quanto tempo hanno trovato lavoro e come. Tre mesi e mezzo, in media, è la risposta dei laureati a un anno dal conseguimento del titolo. La maggior parte dei giovani dichiara di aver trovato lavoro attraverso un contatto cercato su iniziativa personale (il 39% dei neolaureati). Il 17%, sempre dei neolaureati, trova lavoro attraverso un contatto avuto su segnalazione di altre persone. La percentuale di chi trova lavoro come prosecuzione di uno stage o di altra attività analoga è del 10%. Attraverso gli annunci sui giornali e sulle bacheche trovano lavoro 9 neolaureati su cento.
Stabilità e lavoro atipico. A un anno dalla laurea il lavoro stabile (43,5%) coinvolge più laureati della media nazionale (41%) e supera l'atipico (39% contro il 47% della media nazionale). La stabilità tende a crescere nel tempo: a tre anni dalla laurea coinvolge 58 giovani su cento, a cinque anni 66 su cento. Il lavoro atipico scende a tre anni, anche se non di molto (36%), e a cinque anni si attesta sul 30%. Prevale, tra gli occupati, chi lavora nei servizi (77%) e tra questi chi ha trovato lavoro nel settore istruzione e ricerca (17%), nel commercio (15%) e nella sanità (9%). Un quinto dei giovani dottori occupati lavora nell'industria, soprattutto nell'industria manifatturiera e nell'edilizia.
La busta paga. Il guadagno mensile netto a un anno dalla laurea è di 950 euro, quasi 40 euro in più rispetto all'anno precedente. La media nazionale è di 981 euro. La prima busta paga è più "leggera" per le donne: 826 euro contro i 1.093 euro degli uomini. Il guadagno dei laureati dell'università di Catania aumenta a tre anni (1.058 euro) e a cinque anni (1.140 euro)dalla laurea. Un trend che si conferma nel tempo: a tre anni dalla laurea le donne guadagnano 916 euro mensili, gli uomini 1.214. A cinque anni dalla laurea le donne guadagnano 999 euro (contro i 1.159 della media nazionale), gli uomini 1.305 (contro i 1.462 euro della media nazionale).
Un pezzo di carta che serve ancora. Quanto conta la laurea sul mercato del lavoro? Il giudizio degli studenti catanesi è positivo: a un anno dalla laurea l'84% considera la laurea almeno «abbastanza efficace»; la percentuale sale, a cinque anni dall'acquisizione del titolo, all'89%. Come dire: ancora il caro vecchio "pezzo di carta" serve a qualcosa. O no?
Mario Barresi
 
14 – LA SICILIA
Latteri: «Alla lunga i nostri ragazzi riescono ad affermarsi»
Catania. «Nonostante le difficili condizioni occupazionali che investono in questo momento la Sicilia e tutto il Mezzogiorno d'Italia, i laureati dell'Università di Catania riescono alla lunga ad affermarsi con successo nel mercato del lavoro regionale e nazionale». Secondo il rettore Ferdinando Latteri è questo uno degli aspetti positivi che emerge dall'ultima indagine Alma Laurea.
Rettore, le cifre occupazionali sono ancora inferiori rispetto alla media nazionale.
«Il dato complessivo sull'occupazione ad un anno dalla laurea è purtroppo ancora influenzato dalla crisi economica che investe il nostro territorio, i cui limiti attuali di sviluppo sono evidenziati anche dagli estensori della ricerca, e dell'assenza ormai cronica di politiche di produttività nella regione. Ma i dati ci dicono anche che, nel medio e lungo periodo, la qualità dei nostri laureati permette loro di affermarsi».
A detta degli intervistati, la formazione universitaria è ancora efficace per l'ingresso nel mercato del lavoro.
«In tutti questi anni abbiamo investito con determinazione sulle opportunità di formazione post-laurea, master, corsi di perfezionamento e di formazione avanzata, scuole di specializzazione e dottorati, e sull'aggiornamento permanente, programmati sulla base delle esigenze del territorio e dei soggetti produttivi, sociali e istituzionali, proprio perché avvertiamo la necessità di fornire ulteriori occasioni di preparazione culturale e professionale ai nostri laureati».
E gli stage formativi? Cosa propone l'Ateneo?
«I tirocini formativi e gli stage negli enti pubblici o presso le aziende, da noi fortemente potenziati grazie alle numerose convenzioni sottoscritte in questi anni, che possono costituire una chance importante per favorire il contatto proficuo tra il laureato e il tessuto produttivo. La fase dello stage costituisce infatti una prima importante esperienza di tipo lavorativo per chi esce dalle aule universitarie, che consente allo studente o al neo dottore di acquisire conoscenze pratiche e di arricchire il proprio curriculum professionale, e di mostrare inoltre direttamente ai potenziali datori di lavoro che ospitano i tirocinanti le proprie attitudini e competenze».
E sulle differenze di genere? Le disparità tra uomini e donne continuano...
«Le istituzioni devono fare di più affinché siano garantiti, anche in questo settore, criteri di pari opportunità nei confronti delle donne che sempre più numerose conseguono, con merito e capacità, alti livelli d'istruzione e si dimostrano effettivamente in grado di esprimere un proprio contributo fondamentale per il rilancio economico del nostro Paese».
Ma. B.
 

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie