R1 - First Stage Researcher
Ciclo: XXXVI
Dottorando: Fabrizio Meloni
Ruolo: R1 - First Stage Researcher
Supervisor: Prof. Elisabetta Gola
Tipologia borsa:
Titolo progetto:
Titolo tesi: “Comunicare la salute nelle istituzioni pubbliche: potenzialità delle strategie retoriche tra emozioni, persuasione e deontologia"
Riassunto della tesi
La comunicazione pubblica è fondamentale per consentire ai cittadini di avere un rapporto migliore e più utile con chi eroga i servizi pubblici. La sanità non fa eccezione: anzi proprio il rapporto tra istituzioni sanitarie, operatori sanitari da un lato e i pazienti (e le loro famiglie) dall’altro, contribuisce in maniera determinante all’andamento positivo dei processi di cura. Di questo ne erano convinti già gli antichi greci. Pensiamo ad esempio alla funzione determinante della parola che ci racconta Omero nell’Iliade: Euripilo, colpito da una freccia e sanguinante chiede aiuto a Patroclo che gli risponde così: «... non lascerò te, così sofferente», per poi curarlo. Patroclo, insomma, non compie solo l’atto tecnico del curare, ma parla a Euripilo “in quanto uomo, persona che soffre” (Merini, 1993). Patroclo parla con il suo paziente, si fa carico delle sofferenze e dell’angoscia del suo compagno, assume su di sé la sua sofferenza. E così facendo allevia le sue pene, rendendole sopportabili. Il mezzo che usa per fare tutto questo è il linguaggio. Come testimonia Omero, l’atto medico è anche e soprattutto un atto di comunicazione con cui questa operazione, vale a dire la presa in carico e la rassicurazione, può avere luogo. Comunicazione sono, al contempo, le parole di Patroclo e le sue azioni: le parole “non lascerò te così sofferente” e il cingere al petto l’Eroe ferito, sostenerlo fisicamente e condurlo nella propria tenda per curarlo.
Da molto tempo dunque, si è consapevoli che l’atto medico è anche – ma potremo dire, soprattutto – un atto di comunicazione (Ghinelli, 2009). Le emozioni e la fiducia non sono affatto secondarie nel processo comunicativo perché giocano un ruolo determinante nel linguaggio e nell’argomentazione (Ervas F., Rossi M.G., Gola E., 2015).
Partendo da qua, la ricerca indaga su quanto le emozioni siano fondamentali nella comunicazione pubblica e della salute. Per farlo vengono non solo esaminate le teorie della comunicazione e dell’argomentazione ma vengono approfonditi in particolare il rapporto con le emozioni, il ruolo dei social e il linguaggio da usare per creare un rapporto forte tra operatori sanitari e cittadini, che potenzi l’atto medico in senso stretto e rafforzi la fiducia nelle strutture e nel sistema sanitario.
L’elemento di innovazione nel campo della comunicazione in ambito sanitario è proprio l’approfondimento del ruolo della sfera emotiva e l’indagine su come questa possa (e debba) influire nel miglioramento dei processi di terapia, cura e più in generale nel rapporto tra istituzioni sanitarie e utenti, anche nella comunicazione pubblica gestita attraverso media tradizionali e soprattutto digitali, quali i social network (Boccia Artieri, 2012 e 2019).
La questione viene affrontata da un punto di teorico ed empirico, in quanto presenta dei punti critici che la rendono controversa. Oltre a chiarire cosa si intende per emozioni quando si parla di comunicazione in ambito sanitario, ossia un ambito al crocevia tra comunicazione scientifica, comunicazione pedagogica, psicologia, ma anche linguistica, filosofia della mente e sociologia dei processi comunicativi, è sotteso al ricorso alle emozioni nella comunicazione il problema etico legato al confine tra la verità, la seduzione e l’inganno. La divisione netta che in filosofia si trova sin da Platone, per cui le emozioni presentano una natura intrinsecamente irrazionale, ci porta a pensare le emozioni come opposte al ragionamento, ma anche alla verità, in quanto le reazioni emotive possono offuscare la nostra capacità valutativa e contrastare i processi cognitivi basati su una razionalità di natura logico-formale.
Dipartimento di Pedagogia, psicologia, filosofia