Presentazione

La figura dell'Ingegnere Biomedico è da tempo ben delineata e ha una sua ben precisa connotazione sia dal punto di vista professionale, degli sbocchi occupazionali e della conseguente collocazione nel mondo del lavoro.

Il Bioingegnere applica le metodologie e tecnologie ingegneristiche alla biologia e alla medicina con un triplice scopo:

  1. comprendere in modo analitico e sistematico i fenomeni biologici;
  2. progettare dispositivi, software, sistemi, materiali che possano interagire con sistemi biologici per diversi scopi, inclusa la diagnosi e il trattamento di patologie;
  3. organizzare l'uso corretto, sicuro ed economico delle tecnologie biomediche nel sistema sanitario.

Perciò, gli sbocchi occupazionali dei laureati in Ingegneria Biomedica sono numerosi e l'interesse del mondo del lavoro verso laureati in questo settore è dimostrato dalle numerose aziende che rivestono un ruolo di primaria importanza nel contesto nazionale e, a maggior ragione, internazionale. Non a caso, di anno in anno i sondaggi mostrano come quella dell'ingegnere biomedico sia una delle professioni migliori in svariate parti del mondo. In questo contesto non vanno trascurati ma considerati nella giusta dimensione gli intenti politici, espressi più volte dagli organi di governo della Regione, e la decisione di puntare sul distretto della Biomedicina e tutte le attività di ricerca ad esso connesso.

Il corso di laurea si articola in tre anni. Il primo presenta agli studenti le materie scientifiche di base, nell'ambito della matematica, chimica, fisica, informatica, e i primi rudimenti di materie biomediche.
Il secondo anno estende le conoscenze in ambito matematico aprendo all'uso di tali strumenti nell'ambito delle scienze ingegneristiche di area industriale e dell'informazione, per l'analisi di segnali e sistemi. Vengono presentati gli argomenti base di elettronica analogica e digitale, della biomeccanica e dei biomateriali.
Il terzo anno presenta delle attività obbligatorie e dei corsi a scelta, nell'ambito dell'ingegneria industriale e dell'informazione. Dei corsi specifici di ambito clinico permettono di valutare la prospettiva medica nell'uso della strumentazione diagnostica e sviluppare un linguaggio tecnico specifico. I corsi a scelta permettono allo studente di approfondire le tematiche sulla strumentazione, sensoristica, bioinformatica, compatibilità elettromagnetica, sicurezza elettrica, eccetera. Crediti per attività di tirocinio permettono inoltre allo studente di sviluppare nella pratica alcuni aspetti teorici appresi, maturando alcune competenze specifiche a sua scelta. A conclusione del corso di studi, è obbligatorio sostenere una prova finale (tesi) a carattere compilativo o sperimentale.

Il corso è interclasse, in modo da consentire ai laureati di proseguire il proprio percorso in un corso di laurea magistrale della classe di ingegneria dell'informazione o di quella di ingegneria industriale, con un adeguato livello di preparazione. Anche l'iscrizione all'ordine professionale (ingegnere junior, sezione B dell'albo) è possibile in uno dei due settori indicati, con la scelta che deve essere formalizzata prima della laurea. Il corso fornisce adeguata preparazione per l'accesso ai corsi di laurea magistrali in ingegneria biomedica italiani, ma gli studenti posseggono un livello di preparazione adeguato alla prosecuzione anche in una laurea magistrale di Ateneo in Ingegneria Elettronica, Chimica o Meccanica.

Il settore della Bioingegneria nella realtà sarda può giocare un importante ruolo trasversale: l'ingegneria clinica, la telemedicina, sono solo alcuni esempi di strumenti di integrazione e tecnologia utili per superare gli ostacoli posti dall'isolamento geografico dell'isola e dalla difficoltà nei collegamenti interni. D'altro canto, le applicazioni della bioingegneria ad ambiti industriali ad alta tecnologia (non relativi all'industria pesante, come bioinformatica e sensoristica) non possono che costituire, se verranno supportate da un'adeguata politica di sviluppo industriale, un'occasione per un futuro collocamento della Sardegna tra le regioni d'Europa a più alto tasso tecnologico e più basso impatto ambientale.

 

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