L'Unione Sarda
1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 7 agosto 2020 / PRIMA PAGINA
L’ANALISI
La politica dei bonus
di Beniamino Moro
Ciò che la politica italiana sa fare bene è la concessione di bonus di varia natura, sempre giustificata da emergenze contingenti, ma in realtà finalizzata all'acquisizione, coi soldi pubblici, del consenso elettorale. Per citare i provvedimenti più importanti dell'ultimo decennio, basti ricordare l'eliminazione dell'Imu sulla prima casa del governo Berlusconi, seguita dal bonus di 80 euro del governo Renzi, cui ha fatto seguito la duplicazione dei bonus del governo giallo-verde fatta per assecondare la propaganda elettorale riconducibile ai due partiti alleati-antagonisti: il reddito di cittadinanza promesso dai 5Stelle e Quota 100 rivendicata dalla Lega.
Al richiamo della politica dei bonus non è rimasto esente neanche l'attuale governo, favorito nel perseguire l'obiettivo dall'indubbio successo ottenuto a Bruxelles col Recovery Fund e dalla sospensione dei vincoli di bilancio europei, che hanno già consentito il finanziamento in deficit di due decreti anticrisi per l'importo complessivo di 75 miliardi di euro.
Ora, la nuova idea da inserire nel terzo decreto anticrisi in corso di apprestamento a Palazzo Chigi, anch'esso da finanziare in deficit per ulteriori 25 miliardi, è quella di introdurre un nuovo bonus per il sostegno alla ripresa dei consumi, che sono letteralmente crollati nella fase più acuta della pandemia. Il bonus verrebbe concesso sotto forma di sconto basato sulla tracciabilità delle spese effettuate con carta di credito o bancomat. (...) segue a pagina 18
COMMENTI - Pagina 18 segue dalla prima
MOLTI BONUS,
NESSUNA RIFORMA
(...) La misura, oltre a dare una spinta ai consumi, concorrerebbe anche a disincentivare l'uso del contante nelle transazioni commerciali.
L'idea è allo stesso tempo semplice e ambiziosa: nella versione dei viceministri grillini Buffagni e Castelli, si tratta di restituire il 20% delle spese di ristorazione fatte nel periodo tra settembre e novembre, che s'incrocia con la proposta analoga del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini per sostenere le città d'arte e i centri storici dove, senza i turisti stranieri, i ristoratori hanno sofferto ancora di più.
Perciò, Franceschini propone che nelle città d'arte e nei centri storici il bonus venga incrementato sino al 25% della spesa.
Ciò che invece la politica italiana non riesce proprio a fare sono le riforme strutturali, che rendano lo Stato più efficiente anche a parità di spesa e senza aggravio di costi. Il problema è affrontato dal Programma Nazionale di Riforma (PNR) presentato al Parlamento dal presidente del Consiglio dei ministri e dal ministro dell'Economia l'8 luglio scorso, che costituisce anche la cornice per la spesa dei fondi europei che arriveranno dal Recovery Fund. Nel PNR si fa notare che «modernizzare il Paese significa innanzitutto disporre di una pubblica amministrazione efficiente, digitalizzata, sburocratizzata, veramente al servizio dei cittadini».
Bei propositi - commenta Sabino Cassese sul Corriere della Sera -, «seguiti purtroppo da ben poco: semplificazione, sblocco delle opere pubbliche, digitalizzazione, nuove assunzioni, regolamento per gli appalti. Anche su questi pochi obiettivi, non una parola su tempi, strumenti, responsabili. Nulla su come dare nuovo impulso alla macchina dello Stato, come scegliere i migliori per la funzione pubblica, come motivare il personale, come riorganizzare i metodi di lavoro, come ridare dignità alla dirigenza».
Come mai, si chiede Cassese, «tutti invocano una migliore macchina statale, ma nessuno vi pone mano, anche se non vi sono costi?». Per una serie di motivi, tra cui due in particolare. Il primo è che le riforme strutturali costano ma non rendono elettoralmente. I benefici delle riforme strutturali infatti si vedono solo nel lungo periodo, mentre la politica ha bisogno di risultati immediati, da far valere alle successive elezioni. Il secondo è che la politica si occupa solo di legiferare e non di governare bene, «pensa di risolvere i problemi complicati con la bacchetta magica della legge», mentre il maggiore rendimento dello Stato è semmai legato a meno leggi e più buona amministrazione.
BENIAMINO MORO
DOCENTE DI ECONOMIA POLITICA
UNIVERSITÀ DI CAGLIARI
2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 7 agosto 2020 / PRIMO PIANO - Pagina 5
Il PROGETTO. La raccolta fondi
Test sierologici per i sardi, Ad Adiuvandum cresce
Si allarga la rete del progetto Ad Adiuvandum, con l'obiettivo di realizzare un grande screening sierologico nell'Isola. Partecipa anche la Fondazione Maria Carta, che così «intende dare il proprio sostegno alla promozione di iniziative di pubblica utilità a tutela della salute dei cittadini, in particolare di quelli svantaggiati e di quanti sono esposti ai rischi Covid-19 per età, patologia o professione».
È stato sottoscritto il 29 luglio scorso a Cagliari, al Comando militare della Sardegna, il protocollo d'intesa per l'attuazione dell'iniziativa che persegue l'obiettivo - spiega una nota - di favorire sinergie tra istituzioni nazionali e regionali sarde e associazioni benefiche, persone e soggetti che intendono realizzare una raccolta fondi da destinare a un'analisi a campione di massa, tesa ad affiancare gli uffici sanitari della Sardegna nel contrasto alla diffusione del coronavirus.
Il protocollo è stato stipulato tra la Rete di Solidarietà sociale Ad Adiuvandum, l'assessorato regionale alla Sanità e il ministero della Difesa. Hanno dato la loro adesione il Gruppo Editoriale L'Unione Sarda, le associazioni Amici di Sardegna uniti contro Covid 19 onlus e Sarda Bellezza.
L'obiettivo è di arrivare a quota 40mila test sierologici entro l'autunno. Priorità a chi ha particolari patologie, ma anche a chi, soprattutto per motivi di lavoro, è giornalmente a stretto contatto con decine di persone, dai commessi ai medici, passando per le forze dell'ordine.
Si partirà dall'area metropolitana di Cagliari: test volontari e gratuiti all'ospedale militare, al Brotzu e al Policlinico e team misti tra medici e infermieri della Sanità militare e quelli del servizio pubblico. Per gli ospedali basterà la prescrizione medica. E a settembre in campo anche strutture mobili dell'Esercito.
A settembre test sierologici anche per il personale e gli studenti della facoltà di Medicina e chirurgia dell'Università di Cagliari, come è emerso durante un incontro tra Maria Del Zompo, rettrice dell'ateneo, Francesco Marongiu, prorettore per le attività sanitarie, e Maria Antonietta Mongiu, promotrice della rete Ad Adiuvandum e dell'intero progetto.