Venerdì 3 aprile 2020

Rassegna quotidiani locali a cura dell’Ufficio stampa e redazione web
03 aprile 2020

L'Unione Sarda



 

1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 3 aprile 2020 / PRIMA
L’Analisi
DEMOCRAZIA INFETTA

di Marco Pignotti
Da qualche settimana costituzionalisti e opinionisti si pongono un quesito, ovvero se il nostro sistema politico attraversi o meno una fase di sostanziale sospensione delle regole democratiche. Attualmente, infatti, anche il Parlamento è stato messo in quarantena e tutte le decisioni vengono accentrate da un gabinetto di guerra che ricorre alla decretazione d'urgenza.  (...) segue a pagina 12

PRIMO PIANO - Pagina 12  segue dalla prima
Parlamento semichiuso, dibattito politico alterato
CON IL VIRUS ANCHE LA DEMOCRAZIA È INFETTA

(...) Tutto questo va a scapito della collegialità e del dibattito previsto dalla Costituzione in quanto di fatto espropria il parlamento di quelle che sono le sue principali facoltà: il dibattito, la possibilità di emendare delle proposte, di modificarle e anche di respingerle. Viceversa, il potere politico che in condizioni ordinarie è ripartito fra diversi organi viene concentrato nelle mani di pochissime figure, la principale delle quali è il presidente del consiglio Giuseppe Conte, su cui si riversano inevitabilmente critiche e polemiche da parte degli schieramenti di opposizione e anche di maggioranza.

La polemica è in alcuni casi così feroce e aspra che giustifica persino il ricorso ad accuse di autoritarismo strisciante e di subdola creazione di uno stato securitario o di polizia, scenari che prefigurano, come in un racconto distopico, un percorso di non ritorno alle libertà democratiche. Contestualmente, la frustrante impotenza di fronte alla diffusione del virus e la volontà di reagire più drasticamente di fronte alla tremenda pandemia conduce molti commentatori a invocare modelli e soluzioni come quelli adottati in Cina e in Corea del Sud.

Paradossi, spesso dettati dall'esasperazione, ma anche riflessioni che ci portano a capire quanto fragile sia la costruzione democratica che, nonostante tutte le sue difettosità e lacune, resta ancora la miglior forma di governo. A questo proposito, è interessante sottolineare come proprio a causa dell'emergenza sia stato giustamente rinviato il referendum del 29 marzo che avrebbe chiesto ai cittadini italiani di esprimersi in merito al taglio dei parlamentari. Per uno scherzo del destino una riforma che poteva ridurre di un terzo la rappresentanza parlamentare viene scavalcata dalla realtà, in quanto al momento le Camere possono lavorare solo mediante la convocazione dei capigruppo e consentono di intervenire in assemblea soltanto a una ristretta pattuglia di deputati e senatori. Di fatto, l'auspicata riduzione della rappresentanza parlamentare si traduce a causa del virus, in una sostanziale decapitazione del principale organo di rappresentanza popolare.

Da parte loro, i presidenti di Camera e Senato, Fico e Casellati, hanno più volte replicato all'accusa di sospensione democratica, riportando quale parziale giustificazione che le Camere sono “aperte” e del tutto funzionanti. Certo, lo sono formalmente, ma sostanzialmente il dibattito dalla sede istituzionale si è trasferito in altre sedi: talk-show, interviste, dichiarazioni via Facebook e Twitter dove più che la sostanza del ragionamento viene premiata l'enfatizzazione della polemica. Tutto ciò a scapito di un dibattito fra rappresentanti eletti che i sistemi democratici non hanno mai sottratto alle assemblee elettive neppure durante le guerre. Di conseguenza, per placare una smania di comunicazione schizofrenica e incontrollata e per ricondurre il confronto fra le parti soprattutto nella sede di competenza per eccellenza, ovvero nel Parlamento, appare inderogabile valutare una qualsiasi modalità che consenta il ripristino del dibattito nelle Camere, in modo da sgravare l'esecutivo di una responsabilità politica oggettivamente sproporzionata.

MARCO PIGNOTTI
UNIVERSITÀ DI CAGLIARI








2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 3 aprile 2020 / PRIMO PIANO - Pagina 5

L’emergenza. La risposta alle raccomandazioni del pm Piras: “Non si può”

SASSARI, L'AOU RIBATTE ALLA PROCURA: «INATTUABILI LE MISURE ANTI VIRUS»
E intanto la Difesa invia altri medici militari nel Nord Sardegna

Misure anti Covid per ora non praticabili, a causa della indisponibilità di reagenti, della scarsità di materiale di protezione del personale sanitario (che solo ora arriva negli ospedali sassaresi) e del tempo necessario per attuarle: è questa, in sintesi, la valutazione dell'Aou di Sassari, rispetto alle indicazioni contenute nella comunicazione formale del pm Paolo Piras. Il sostituto della Procura, nei giorni scorsi, aveva firmato una nota indicando all'Azienda ospedaliero universitaria una nuova regola per le misure anti Coronavirus.

Pochi tamponi

Partendo dai primi risultati delle indagini penali sul propagarsi del contagio all'interno del Santissima Annunziata, il magistrato ha chiesto che si passi a una sorta di presunzione di positività Covid-19 per chiunque entri negli ospedali sassaresi. Il linea di principio la Aou considera corretto questo approccio, che, fin dove possibile, è già alla base delle attuali prassi. Il problema è che mancano i tamponi per testare subito i nuovi ricoverati e non ci sono le condizioni per mettere tutti in isolamento.

Tra l'altro l'uso massiccio del test faringeo è una prassi che va incontro all'inconveniente dei falsi negativi. In altre regioni, per questo motivo, si usano altri strumenti diagnostici, come la Tac che mostra i segni della malattia in fase precoce. Va anche detto che rispetto alla situazione dei primi di marzo (quando si sono create le condizioni per il contagio di decine di sanitari e di pazienti) il quadro è nettamente migliorato. Di sicuro il pm Paolo Piras non ha ordinato il tampone faringeo per tutti i nuovi ricoverati, fatto impensabile, ma ha indicato alla Aou un approccio diverso, per evitare che le condotte già rilevate dalla Procura come reati, proseguano con le loro pesanti conseguenze.

Il dossier

Il commissario straordinario dell'Aou, Giovanni Maria Soro, ieri avrebbe raccolto le indicazioni che arrivano dagli ospedali. L'Azienda ha a disposizione una sorta di dossier sulle azioni anti contagio e sulla gestione dell'emergenza. Allo stato, le misure adottate, stando alle informazioni del commissario, sono quelle consentite dagli strumenti a disposizione.

Lo stesso Soro, presentandosi come commissario, ha dichiarato: «A oggi è già stato realizzato tanto in termini di contrasto e riduzione della diffusione del coronavirus; dobbiamo proseguire lungo questa linea e intensificare le azioni di contenimento». Alcuni medici, in queste ore, sarebbero stati sentiti informalmente dal pubblico ministero sulle attuali condizioni operative, all'interno dell'ospedale Santissima Annunziata e delle Cliniche di San Pietro. Il personale sanitario da subito ha chiesto un'azione decisa ed efficace a tutela di chi opera in prima linea.

Le dinamiche dei rapporti tra la Aou e l'Unità di crisi stanno diventando un altro dei temi importanti dell'indagine sul contagio all'interno del Santissima Annunziata. In particolare le risposte date all'Unità di crisi locale alle richieste di tamponi Covid 19. Stando a indiscrezioni, la Aou ha disposizione tutta la documentazione sulle richieste fatte alla Ulc. Sul punto il consulente legale dell'Azienda ospedaliera, il penalista Nicola Satta, non ha voluto fare alcun commento.

Il caso gallurese

Oltre alla lettera del pm Paolo Piras, c'è un altro caso di intervento diretto di una Procura sulle misure anti Covid 19. Stando a quanto emerge dalle indagini in corso, il procuratore di Tempio, Gregorio Capasso, sarebbe intervenuto informalmente per mettere sull'avviso alcune strutture ospedaliere, sui rischi dei trasferimenti senza criterio e cautele, di pazienti positivi Covid 19 nei presìdi di Olbia e Tempio. Si tratta di ospedali che non hanno i requisiti per trattare i casi di Coronavirus.

Medici militari

Ieri intanto il sottosegretario alla Difesa, Giulio Calvisi, ha confermato il nuovo invio di medici militari nel Nord Sardegna. Calvisi ha dichiarato: «La collaborazione da parte della sanità militare con la Regione Sardegna prosegue con l'invio di medici e infermieri della Difesa. In particolare, 2 medici e 4 infermieri andranno presso le case di cura di Sassari, mentre altri 3 medici e 8 infermieri collaboreranno con le autorità sanitarie per aiutare la piena funzionalità del Mater Olbia». Calvisi ha spiegato inoltre che «l'intervento è volto a supportare le autorità sanitarie locali, che possono decidere dove utilizzare il personale medico della Difesa».

Andrea Busia









3 - L’UNIONE SARDA di venerdì 3 aprile 2020 / PRIMO PIANO - Pagina 5

Retroscena. Commissario Aou, scontro rettore-direttori
STRANE NOMINE E GIOCHI DI POTERE

IL PD PROTESTA. I consiglieri regionali del Pd, critici sulla nomina di Soro, hanno espresso «forte perplessità per i tempi e i modi con cui si è giunti a questa nomina»
ATENEO INQUIETO. Cinque Direttori di dipartimento su dieci sono contro il rettore per le sue scelte «non condivise» con il corpo docente

Inchieste giudiziarie, medici militari a supporto di un apparato sanitario che non sta reggendo l'impatto della pandemia. La sanità sassarese è in balia della tempesta. Il Tribunale accerterà se sono stati commessi reati, adesso è il momento di chiedersi perché è accaduto tutto questo. La risposta sta in una gestione confusa, con nomine orientate a soddisfare gli appetiti di partiti e potenti (o presunti tali) più che al bene pubblico. E a tale proposito ormai è scontro durissimo tra il rettore Massimo Carpinelli e cinque direttori di dipartimento sulla nomina di Soro a commissario dell'Aou. Il rettore la critica, i direttori criticano la critica, dicendo che «essendo Carpinelli a fine mandato, sarebbe dovuto essere più cauto e concertare la sua presa di posizione».

La protesta

«La riorganizzazione della sanità pubblica in Sardegna si è rivelata scriteriata», spiega il direttore di un reparto ospedaliero sassarese. «Così pianificata, già mostrava tutte le lacune nella gestione ordinaria, figurarsi in una pandemia. Con tutto ciò che sta succedendo negli ospedali, il territorio sta cercando di compensare le difficoltà note e in molti casi le strutture sanitarie territoriali si reggono persino senza responsabili, mai nominati dalla direzione Ats».

Gli incarichi

Già, le nomine. Singolare la vicenda dell'Aou di Sassari. Nel marzo 2019 si dimette il dg Antonio D'Urso e viene sostituito dal direttore sanitario Nicolò Orrù con l'incarico di facente funzioni. A sua volta il direttore dell'ospedale Bruno Contu diventa direttore sanitario facente funzioni e quello del personale Chiara Seazzu assume la carica di direttore amministrativo “ff”. Una pletora di “ff”, carica che - per legge - può durare al massimo 60 giorni. La Regione rinvia la nomina del nuovo dg «in attesa dell'imminente riforma sanitaria». Riforma che a distanza di un anno è ancora nelle pie illusioni. La spiegazione non ufficiale è che manca l'accordo sui nomi tra il governatore Solinas e il rettore Carpinelli, il quale ha voce in capitolo essendo gli ospedali sassaresi in gestione mista Regione-Università.

Il caos

Fatto sta che quando il Covid-19 fa la sua comparsa a Sassari la sanità è retta dai facenti funzione che - sempre per legge - debbono attenersi all'ordinaria amministrazione. Insomma, in un momento che richiede decisioni straordinarie, la catena di comando è costituita da “ff” che non possono assumerle, pena l'abuso di ufficio. In questo scenario, è comprensibile che Sassari abbia 528 contagiati contro i 126 della Città metropolitana di Cagliari, dove vive più del triplo di abitanti: 431mila contro 127mila.

Il commissario

In piena emergenza, la Regione provvede finalmente a nominare il commissario dell'Aou di Sassari. È Giovanni Soro, scelto da Solinas, ceo di un'azienda milanese che opera in ambito sanitario, laureato in Economia. Soro è stato direttore della Asl di Cagliari ai tempi della giunta Soru e nell'ottobre 2014 in corsa per un importante incarico sanitario con Pigliaru governatore. È quindi un nome non sgradito al Pd. O, almeno, a una parte di esso. Una conferma dell'asse Solinas-Pd in questa emergenza sanitaria. Carpinelli (spalleggiato dal sindaco Nanni Campus ma bersagliato da cinque dei dieci direttori di dipartimento) fa fuoco e fiamme contro la nomina «per mancata concertazione con l'Università» e minaccia ricorso al Tar. Il rettore avrebbe preferito «un medico, preferibilmente interno». Peccato che Carpinelli, il 23 dicembre del 2019, abbia nominato, quale rappresentante dell'Università nell'organo di indirizzo dell'Aou di Sassari Gianni Cavalieri. Laureato in Giurisprudenza e titolare di un'azienda di materiale edile.

Ivan Paone









4 - L’UNIONE SARDA di venerdì 3 aprile 2020 / Modalità accessibile

PRIMO PIANO - Pagina 15

Macomer. Davide Moro, neo ingegnere, ha discusso la tesi in videoconferenza

SI LAUREA CON 110 E LODE DALLA CAMERA DA LETTO

Si è laureato in maniera rocambolesca, via Skype, in ingegneria gestionale, dalla camera da letto diventata anche il suo studio, nella casa di un amico a Torino. Davide Moro, 24 anni, di Macomer, era in videoconferenza con i professori della commissione d'esame del Politecnico di Torino, che hanno potuto vedere in streaming le slide che hanno accompagnato la sua esposizione. Una discussione da remoto, con la Commissione che poi gli ha comunicato il voto: 110 e lode. «Una laurea e un punteggio che mi riempie di gioia immensa. Provo anche una grande soddisfazione per come la ho ottenuta, ma certamente da ricordare - dice Davide Moro- perchè nel contesto di una situazione drammatica, a causa dell'imperversare del coronavirus».

Rientro avventuroso

Il neo dottore, prima di affrontare la grande prova, era partito in Germania per una breve vacanza assieme a degli amici. Proprio in quella fase in Italia è scoppiata l'emergenza sanitaria dovuta all'epidemia del coronavirus. «A quel punto con gli amici abbiamo deciso di rientrare subito in Italia. Siamo riusciti a partire, ma quando siamo giunti a Torino ho trovato l'amara sorpresa- racconta Davide Moro -. Niente aerei e niente traghetti per rientrare in Sardegna, a casa mia a Macomer. Tutto chiuso, porti e aeroporti. Le restrizioni imposte dal Governo per il dilagare del micidiale virus hanno bloccato navi e aerei.

I genitori preoccupati

Una situazione disperata, che mi ha imposto di rimanere a Torino. Sono rimasto a casa di amici, che mi hanno offerto ospitalità e una camera da letto, dove ho allestito il mio studio e quanto occorreva per discutere da remoto con i professori». Davide, nonostante le difficoltà è riuscito a coronare il suo sogno, che ha riempito di orgoglio anche i genitori Gina e Mario. «La situazione sanitaria nazionale e internazionale ci ha fatto preoccupare non poco - dice la mamma, Gina Sale -. Noi lo aspettavamo a Macomer, a casa nostra, per poi festeggiare insieme la laurea». Davide Moro, nonostante le difficoltà non si è però perso d'animo e ha affrontato tutto con assoluta diligenza, riuscendo, con una certa caparbietà, a colmare le lacune derivanti la grave situazione e raggiungendo l'importante obiettivo della sua vita.

Orgoglio

«Laureato con 110 e Lode. Un punteggio che vale le mie preoccupazioni, le ansie degli ultimi giorni e i miei sacrifici. Avrei voluto festeggiare questo importante traguardo con i miei genitori e con i miei amici sardi, invece sono rimasto da solo nella stanza chi mi hanno offerto i miei amici a Torino. Ho brindato da solo e mi sono commosso pensando al mio passato, agli anni delle superiori, ai miei genitori, ai miei amici. Prometto che quando tutto sarà finito e quando sarà possibile viaggiare di nuovo, sarà festa grande a Macomer. Spero anche che la mia terra non venga interessata dal dilagare del virus maledetto».

Per Davide Moro però non c'è tempo per pensare a queste cose. Fintanto che non finisce l'emergenza sanitaria mi siedo davanti al computer e cerco lavoro. Lo faccio in una maniera che non si è mai fatta, col il training da remoto. Colloqui in via skype per contattare aziende e quanto altro». Il sogno? «Trovare un lavoro in Sardegna. Ovviamente se fosse possibile».

Francesco Oggianu







 

La Nuova Sardegna





 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 3 aprile 2020 / PRIMA
Cinque direttori di dipartimento contro carpinelli
«Sull’Aou il rettore è inopportuno»

Cinque direttori di dipartimento dell’Università di Sassari prendono le distanze dal rettore dopo la protesta inviata a Solinas per la nomina del commissario della Aou. Sono Pier Luigi Fiori (direttore di Scienze Biomediche), Ludovico Marinò (direttore di Scienze Economiche), Aldo Maria Morace (direttore di Scienze Umanistiche), Alberto Porcu (direttore di Scienze mediche) ed Eraldo Sanna Passino, (direttore di Veterinaria). ? R. SANNA a pagina 17

SASSARI - Pagina 17
LA POLEMICA >> UNIVERSITÀ DIVISA
Cinque direttori di dipartimento si dissociano dalle critiche rivolte a Solinas dopo la nomina del commissario unico Soro
«SULL'AOU IL RETTORE È STATO INOPPORTUNO»

LA PRESA DI DISTANZE: “Quelle parole non sono frutto di una condivisione ma, per quanto ci riguarda, sono state espresse a titolo puramente personale”. UN CLIMA POCO SERENO: “Rispettiamo le opinioni ma siamo preoccupati per il clima che si è creato intorno alla sanità regionale in un periodo così buio”

di Roberto Sanna
SASSARI «Non essendone stata data l'opportuna informazione nelle sedi istituzionali, abbiamo appreso solo dalla Nuova Sardegna la posizione nettamente critica assunta dal rettore, professor Massimo Carpinelli, sulla nomina del commissario dell'Azienda ospedaliera universitaria, effettuata dal Governatore della Regione». Comincia così la lettera indirizzata al direttore della Nuova Sardegna Antonio Di Rosa con la quale cinque direttori di dipartimento dell'Università di Sassari prendono le distanze dal rettore che aveva contestato, con una lettera inviata al governatore Cristian Solinas, la nomina di Giovanni Maria Soro. Si tratta di Pier Luigi Fiori (direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche), Ludovico Marinò (direttore del Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali), Aldo Maria Morace (direttore del Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali), Alberto Porcu (direttore del Dipartimento di Scienze mediche, Chirurgiche e Sperimentali) ed Eraldo Sanna Passino, (direttore del Dipartimento di Medicina Veterinaria).«Sotto il profilo istituzionale, sentiamo in primo luogo di dover con rammarico evidenziare come le affermazioni del professor Carpinelli, espresse in pieno diritto in qualità di legale rappresentante della nostra Università e a nome, dunque, dell'intera comunità accademica, non siano state l'esito di una condivisione, ma evidentemente, almeno dal nostro punto di vista, siano da ritenersi effettuate a titolo puramente personale - proseguono -. Risulta nondimeno incomprensibile una così netta contrapposizione, in un momento così critico per la sanità pubblica regionale, in cui invece sarebbe stata fondamentale la massima coesione tra gli attori istituzionali ed il pieno sostegno alle scelte di chi ha il peso della responsabilità di governare e di trovare soluzioni efficaci per un settore, come quello sanitario, a cui oggi più che mai sono legate le speranze per il futuro di noi tutti. Destano, altresì, perplessità le ragioni addotte, considerato il profilo professionale indicato dalla Regione, che sarebbe francamente difficile non ritenere adeguato alla direzione di un'azienda - giova sottolineare - ad alta complessità assistenziale, costituitasi recentemente, e la cui funzione direzionale deve necessariamente fondarsi su solide esperienze manageriali acquisite in aziende territoriali ed ospedaliere di altrettanta complessità. Riteniamo invece di non dover commentare l'argomento della "quarantena obbligatoria", anch'esso addotto dal professor Carpinelli a sostegno della sua contrarietà, perché lo riteniamo francamente privo di fondamento».
«Pur rispettando le opinioni che ognuno è libero di esprimere anche a titolo personale, nondimeno desideriamo manifestare preoccupazione e disagio per il clima che si è creato intorno alla sanità regionale, per giunta in un momento di estrema difficoltà determinato dall'emergenza in atto, il cui superamento richiederebbe, invece, l'unità di intenti e la condivisione delle scelte strategiche, principi ritenuti imprescindibili per una governance che possa realmente dirsi partecipativa - concludono -. In uno dei periodi più bui dell'epoca moderna, di fronte al senso di provvisorietà e di vulnerabilità a cui nessuno di noi era pronto, l'unico interesse da perseguire a tutti livelli, anche a rischio di sembrare retorici, dovrebbe essere il bene collettivo. E il senso di responsabilità, crediamo, dovrebbe portare ognuno a pensare e lavorare per lo stesso obiettivo comune. Da componenti della comunità accademica, prima ancora che da direttori di dipartimento e componenti del Senato accademico, constatiamo con dispiacere che così non è ed auspichiamo che gli attori istituzionali possano ritornare ad operare in sinergia, soprattutto in questo periodo ormai prossimo alla scadenza del mandato rettorale, senza ulteriori azioni, da cui non possiamo che dissociarci».
 



 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 3 aprile 2020 / SASSARI - Pagina 17
Carpinelli avrebbe preferito una scelta interna
Giovanni Maria Soro, nominato la scorsa settimana commissario straordinario dell'Azienda ospedaliera universitaria di Sassari, non avrebbe i requisiti che l'Università di Sassari aveva definito irrinunciabili per ricoprire quell'incarico. È il succo della lettera che venerdì scorso il rettore Massimo Carpinelli ha inviato al governatore Cristian Solinas e all'assessore alla Sanità Mario Nieddu contestando la decisione. Posizione, il giorno successivo, assunmta anche dal sindaco di Sassari Nanni Campus, il quale ha affermato che la scelta giusta sarebbe stata conferire i poteri all'ex direttore generale Nicolò Orrù. Massimo Carpinelli chiedeva che la scelta ricadesse su un medico, possibilmente interno all'Aou, in possesso delle necessarie competenze per poter essere immediatamente operativo. Altre ipotesi vagliate dal rettore erano egualmente quelle di nominare Orrù oppure di vagliare una serie di curricula, purché si andasse comunque una indicazione tecnica e non politica. Solinas ha invece deciso diversamente, motivando la scelta con l'urgenza.






 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 3 aprile 2020 / SASSARI - Pagina 20

I sedici studenti spagnoli hanno raccolto l'invito del parroco di Cappuccini

DALLA "FIESTA" IN TERRAZZA AL VOLONTARIATO IN CHIESA
Padre Isidoro li ha coinvolti nella mensa: «Con loro diamo da mangiare ai poveri»

di Luca Fiori

SASSARI «Se la gente non va in chiesa bisogna rendere Chiesa i luoghi in cui va la gente». E la gente da coinvolgere, da andare a cercare per la strada, allo stadio o dentro ai social network, per padre Isidoro - da sei anni parroco della chiesa di Cappuccini - sono soprattutto i giovani.

Facendo sue quelle parole di Papa Giovanni XII, Padre Isidoro De Michele, sassarese di quasi 47 anni, un passato da guardia giurata a Porto Rotondo e una vocazione adulta, ha costruito la sua missione: una vera e propria caccia di anime nel mondo difficile ma affascinante degli adolescenti e dei giovani della città. Sui social network, questo sacerdote che indossa saio e sandali e frequenta la curva nord della Torres o posa sorridente per le foto ricordo alle feste dei giovani del "Circolo Sassarese", si muove con la stessa agilità di un sedicenne.È successo così che qualche giorno fa, dopo la comunicazione dell'ateneo sassarese di sospensione del progetto Erasmus - dopo la festa in terrazza che è costata loro anche una denuncia penale - ai sedici studenti spagnoli è venuto naturale rivolgersi a lui.

Manco a dirlo, tra il sacerdote e gli studenti - rimasti ancora in città nonostante la decisione dell'ateneo di sospendere la loro mobilità - è scattata immediatamente una simpatia. «Mi hanno cercato prima su Instagram - racconta il sacerdote - e subito dopo abbiamo creato una chat di whastapp tra di noi. Ai ragazzi che hanno chiesto il mio aiuto ho spiegato che non potevo promettere niente in merito alla decisione presa dal rettore - aggiunge padre Isidoro - ma ho chiesto a ciascuno di loro se aveva voglia di darmi una mano per realizzare una cosa importante, far ripartire il servizio mensa per i poveri che in questi giorni si era fermato per assenza di volontari».

La risposta dei sedici studenti è stata immediata e ieri a mattina i ragazzi spagnoli si sono presentati in parrocchia carichi di entusiasmo e pronti a darsi da fare.«È stato emozionante - racconta padre Isidoro - vederli arrivare nel piazzale della chiesa con le mascherine e con lo spirito di chi vuole mettersi al servizio del prossimo». Prima di metterli a lavoro per smistare e sistemare i pacchi di generi alimentari che la parrocchia quotidianamente riceve dai parrocchiani o dai supermercati della città, padre Isidoro ha portato i giovani sulla terrazza dei locali parrocchiali per un momento di riflessione.

«Dalla terrazza della festa - spiega il sacerdote - per la quale questi sono ragazzi sono stati prima denunciati, poi espulsi dall'università e infine massacrati sui social netowrk, ho voluto portarli sulla nostra dalla quale si vede la città e il nostro campanile. Non c'è stato bisogno di dire niente - spiega padre Isidoro - ma sono convinto che per loro sia stato un nuovo punto di partenza».

Grazie all'impegno degli studenti spagnoli e alla preziosa disponibilità di Stefano Delogu, un cuoco sassarese al momento fermo a causa della chiusura forzata del ristorante in cui lavora in via Torre Tonda, il servizio per i poveri non solo potrà ripartire, ma sarà addirittura potenziato. «Ora, grazie all'impegno di Stefano e dei sedici studenti spagnoli - spiega con gioia - il sacerdote - potremo aprire tutti i giorni, mentre prima potevamo garantire il servizio solo una volta alla settimana». Già da stamattina chi avrà necessità di un aiuto per mangiare dalle 11 a mezzogiorno potrà trovarlo bussando alla porta della chiesa di Cappuccini.

«Abbiamo sbagliato per la voglia di stare insieme - ammettono i sedici studenti - non in disprezzo alle normative vigenti, non perché arroganti o strafottenti. Vi preghiamo, guardateci oltre, guardateci dentro. L'esperienza del perdono, sia per noi una lezione per la vita, generatrice di vita». Chissà se a questo punto anche l'ateneo - che come missione formativa entra da anni anche nelle carceri - non voglia rivedere la sua decisione e concedere a chi ha sbagliato e ha dimostrato di averlo capito la lezione, una seconda possibilità.






 

7 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 3 aprile 2020 / SASSARI - Pagina 40
STORIE DALLA QUARANTENA
Raccontate le vostre esperienze a lettere@lanuovasardegna.it
LAUREARSI IN DUE

Mi permetto di raccontare una storia felice. Sono iscritta all'Università di Torino, attualmente sto vivendo con Stefano Savigni, iscritto all'Università di Sassari. Venerdì 27 marzo Stefano si è laureato in Medicina e Chirurgia in modalità telematica (lui è il terzo medico della famiglia), mentre lunedì 30 marzo mi sono laureata io, sempre in modalità telematica, in Scienze dell'Educazione motoria e delle Attività adattate (è la mia terza laurea). Stefano a pieni voti e io con lode e menzione alla carriera. Entrambi abbiamo discusso la tesi nella stessa stanza, nella stessa postazione, con lo stesso schermo, nonostante l'iscrizione a università e facoltà diverse. Entrambi, però, siamo contenti di esserci stati l'uno per l'altra, ci siamo abbracciati dopo la proclamazione e abbiamo gioito dei traguardi raggiunti. Anche se lontani dalle nostre famiglie, quella di Stefano in Gallura e la mia a Torino, ci siamo collegati con loro via Skype e abbiamo brindato in maniera virtuale. È stato un giorno e una laurea diversa, speciale e memorabile.
Ilaria Marchetti

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie