L'Università punta a favorire una visione integrata della cultura nuragica, per la quale non si tutelano solo le singole evidenze monumentali, ma l’intero insieme come espressione di un sistema, indissolubilmente legato al territorio
Sergio Nuvoli
Cagliari, 24 novembre 2020 - L’Università degli Studi aderisce al progetto che punta al riconoscimento dei Monumenti della Civiltà nuragica nel Patrimonio Culturale Universale dell’Unesco, presentato dall’associazione “La Sardegna verso l'Unesco”. Lo ha deliberato questa mattina il Senato accademico dell’Ateneo, riunito in modalità da remoto.
“Credo sia importante la collaborazione attiva dell’Ateneo a questa bellissima iniziativa – ha sottolineato Maria Del Zompo, Rettore dell’Università di Cagliari – che sarà di sostegno e supporto per rafforzare la validità culturale, già di notevole portata, della richiesta di riconoscimento avanzata”.
Nella stessa seduta, l’organo collegiale ha concesso il nulla osta affinchè alcuni docenti facciano parte del Comitato scientifico del progetto, costituito dall’associazione per predisporre il progetto definitivo che sarà presentato per il riconoscimento. Affinchè sia rappresentativo delle migliori competenze di settore, saranno coinvolti vari docenti: Riccardo Cicilloni, Carlo Lugliè, Rossana Martorelli del Dipartimento di Lettere, Lingue e Beni culturali; Gianluigi Bacchetta e Susanna Salvadori del Dipartimento di Scienze della Vita e dell'Ambiente; Giorgio Massacci e Marco Cadinu del Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura.
Il direttore del Dipartimento di Lettere, Lingue e Beni Culturali: "L'auspicio è che il progetto possa attualizzare le sue importanti potenzialità scientifico-culturali attraverso il pieno coinvolgimento e il contributo critico del Comitato Scientifico"
“Esprimo un duplice auspicio – è il commento di Ignazio Putzu, direttore del Dipartimento di Lettere, Lingue e Beni Culturali - Da un lato, che il progetto possa attualizzare le sue importanti potenzialità scientifico-culturali attraverso il pieno coinvolgimento e il contributo critico del Comitato Scientifico; dall’altro, che tale attualizzazione abbia come via maestra il presupposto culturale che giustamente fonda (e sul quale deve basarsi) l’intera idea: ossia una visione integrata della cultura nuragica, per la quale non si tutelano solo le singole evidenze monumentali, ma l’intero insieme come espressione di un sistema, indissolubilmente legato al territorio in quanto dimensione geografico-naturale e storico-antropica. In quest’ottica, il progetto dovrà farsi necessariamente e coerentemente portatore di una istanza di tutela di tutti i contesti ambientali che ospitano le rimanenze della civiltà nuragica, a partire dai delicati sistemi rurali”.
RASSEGNA STAMPA
L'UNIONE SARDA del 25 novembre 2020
Cagliari - pagina 19
Il progetto per il riconoscimento
Nuraghi patrimonio dell'Unesco I docenti dell'ateneo nel comitato
C'è anche l'Università nel progetto che punta al riconoscimento dei monumenti della civiltà nuragica come patrimonio dell'Unesco. L'adesione è stata deliberata all'unanimità dal Senato accademico dell'Ateneo, riunito in modalità da remoto.
«Credo sia importante la collaborazione attiva dell'Ateneo a questa bellissima iniziativa - ha sottolineato la rettrice Maria Del Zompo - che sarà di sostegno e supporto per rafforzare la validità culturale, già di notevole portata, della richiesta di riconoscimento avanzata». Alcuni docenti faranno parte del Comitato scientifico del progetto dell'associazione "La Sardegna verso l'Unesco" che punta a ottenere il riconoscimento. Sono stati scelti i docenti Riccardo Cicilloni, Carlo Lugliè, Rossana Martorelli del Dipartimento di Lettere, Lingue e Beni culturali; Gianluigi Bacchetta e Susanna Salvadori del Dipartimento di Scienze della Vita e dell'Ambiente; Giorgio Massacci e Marco Cadinu del Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura.
«In una visione integrata della cultura nuragica non si tutelano solo le singole evidenze monumentali ma l'intero insieme come espressione di un sistema indissolubilmente legato al territorio - dice Ignazio Putzu, direttore del Dipartimento di lettere e beni culturali -. In quest'ottica, il progetto dovrà farsi necessariamente e coerentemente portatore di una istanza di tutela di tutti i contesti ambientali che ospitano le rimanenze della civiltà nuragica, a partire dai delicati sistemi rurali».
Soddisfazione è stata espressa da Michele Cossa, presidente del Comitato Promotore: «È un'adesione significativa che fa fare al progetto un grande salto di qualità, anche per lo spessore scientifico».
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