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«Noi parteggiamo per la pace»

Riflessioni e spunti dal seminario nell’Aula magna di Palazzo Belgrano aperto dall'intervento del Rettore Francesco Mola nell'ambito del programma di iniziative #UniCa4ukraine. Nelle parole dei relatori che si sono succeduti l’impegno culturale dell’Ateneo per un contributo scientifico – approfondito e accurato – alla conoscenza di ciò che sta accadendo nel conflitto in corso in Ucraina. GUARDA LA GALLERIA FOTOGRAFICA DELL'EVENTO. RASSEGNA STAMPA
21 marzo 2022
Un'immagine del seminario di questo pomeriggio

"Quando è partita la prima bomba è cominciato anche il tradimento verso le giovani generazioni europee che si aspettavano ben altre risposte dopo due anni di pandemia", è stato l'incipit del Rettore: "Siamo vicini alle popolazioni coinvolte"

Sergio Nuvoli (ha collaborato Roberto Ibba) – immagini di Federica Deiana

Cagliari, 18 marzo 2022 - "Quando è partita la prima bomba è cominciato anche il tradimento verso le giovani generazioni europee che si aspettavano ben altre risposte dopo due anni di pandemia. Come Ateneo siamo consapevoli che la situazione è complessa e richiederà un impegno per molti anni. In questo momento siamo vicini alla popolazione dell'Ucraina e a tutte le persone coinvolte anche involontariamente. Noi parteggiamo per la pace”. Lo ha detto il Rettore Francesco Mola avviando il seminario sul conflitto in corso in Ucraina proposto nell’Aula magna di Palazzo Belgrano.

“Abbiamo avviato numerose iniziative: borse di studio, di ricerca, una mail dedicata – ha proseguito il Magnifico – C'è grande impegno da parte di tutta la comunità accademica. Anche il nostro mondo studentesco si è dato da fare da subito con tutte le associazioni attivando tante iniziative. Stiamo cercando di fare tutto con ordine e nel rispetto di chi ha altri ruoli istituzionali. Ci dispiace aver perso un'occasione di rilancio più forte rispetto alla situazione dei due anni precedenti. Dobbiamo ampliare le nostre riflessioni sul ruolo e sui valori della ricerca per poter dare il nostro contributo".

La stretta di mano tra il Rettore Mola e il console onorario dell'Ucraina Anthony Grande
La stretta di mano tra il Rettore Mola e il console onorario dell'Ucraina Anthony Grande

Aide Esu, referente di UniCa per la Rete universitaria per la pace (RuniPace): "Oggi dobbiamo mostrare l'impegno fattivo per la pace. Iniziamo un percorso di riflessione assieme ai colleghi e alle colleghe"

E mentre Aide Esu, referente di UniCa per la Rete universitaria per la pace (RuniPace) che ha moderato l’incontro, ha spiegato che "oggi dobbiamo mostrare un impegno fattivo per la pace, iniziando un percorso di riflessione assieme ai colleghi e alle colleghe", Aldo Berlinguer ha posto alcuni interrogativi all’inizio del suo intervento: “Noi immaginiamo di dialogare con quel mondo – ha detto il docente riferendosi alla crisi ucraina - ma siamo attrezzati per farlo? Abbiamo un assetto europeo in grado di affrontare questa emergenza, legati come siamo all’unanimità?”.

“Attenzione alle asimmetrie in gioco – ha aggiunto - c’è quella tra le ragioni del conflitto avanzate da Putin - l’antinomia tra Russia, Nato e Europa - e i partecipanti, come gli ucraini che nulla c’entrano. Poi occorrerà pensare a chi farà la ricostruzione: non si può certo passare ad una invasione economica, dopo quella militare”.

L'intervento di Aldo Berlinguer
L'intervento di Aldo Berlinguer

"Noi ci rifiuteremo di utilizzare la lingua russa come strumento di violenza, ma la utilizzeremo come strumento di pace", ha detto Massimo Tria, docente alla Facoltà di Studi umanistici

"Oggi in Russia la propaganda di Putin chiude molti canali di informazione libera – ha rimarcato Massimo Tria - Occorre spiegare a tutti come la propaganda sta giustificando l'invasione dell'Ucraina utilizzando e deformando l'informazione, la storia e la memoria. Io insegno lingua e letteratura russa all'Università di Cagliari: noi ci rifiuteremo di utilizzare la lingua russa come strumento di violenza, ma la utilizzeremo come strumento di pace".

Giorgio Giacinto si è soffermato sull’uso della rete: “Il confine in termini di sicurezza informatica spesso è dato in termini generali da quanto si è disposti a spendere – ha detto - Anche nel caso del conflitto ucraino si è parlato spesso di guerra cibernetica. L’Ucraina si è però dotata di competenze per garantire la protezione da interferenze. La rete oggi garantisce sistemi per portare aiuto e solidarietà: investire in conoscenza, in competenza deve essere l’obiettivo, prima di tutto nostro come università. La finalità deve essere sempre rafforzare la comunicazione”.

Giorgio Giacinto si è soffermato sui rischi legati all'uso della rete durante il conflitto
Giorgio Giacinto si è soffermato sui rischi legati all'uso della rete durante il conflitto

"L'interdipendenza energetica tra Europa è Russia è diventata quasi un problema, un motivo del conflitto - ha detto Marco Siddi, ricercatore del Dipartimento di Scienze politiche e sociali - Una situazione con cui dobbiamo confrontarci"

Sugli aspetti più connessi all’informatica è intervenuto anche Luigi Martino, docente all’Università di Firenze:"La guerra non è solo nel contesto fisico, ma anche nel mondo virtuale – ha spiegato - Il modus operandi della Russia è già stato sperimentato in Estonia e in Georgia con lo spegnimento delle reti informatiche. Già nel 2015 l'Ucraina ha subito un attacco alla propria rete. Il dominio cyber è un dominio virtuale, ma che ha effetti reali e fisici: pensiamo agli ospedali e ai servizi. La lezione di fondo del conflitto in corso è che non bisogna appoggiare 'la propria fortuna alla fortuna altrui'. Gli attacchi informatici hanno avuto effetto perché l'Ucraina si appoggiava ad aziende russe. Per affrancarsi da questa sudditanza informatica l'Ucraina ha dovuto chiedere aiuto all'Europa".

"L'interdipendenza energetica tra Europa è Russia è diventata quasi un problema, un motivo del conflitto - ha detto Marco Siddi, ricercatore del Dipartimento di Scienze politiche e sociali - Una situazione con cui dobbiamo confrontarci. Diversi Paesi dell'Europa orientale, ma anche l'Italia, sono dipendenti in gran parte dalla Russia. Ma anche la Russia dipende dai proventi di quelle esportazioni per il proprio budget".

Massimo Tria durante il suo intervento
Massimo Tria durante il suo intervento

Al seminario ha partecipato anche Anthony Grande, console onorario dell'Ucraina: "Non ho saputo dire di no ad una richiesta di aiuto - ha raccontato - soprattutto perchè era rivolto a sostenere persone che non avevano scelta. Abbiao dunque organizzato una missione che ha portato in Sardegna molti bambini con le loro madri: un ringraziamento va alla Sardegna e a tutta l'Italia, il cosiddetto terzo settore sta dimostrando una grande solidarietà, come pure tante famiglie e privati cittadini che aprono le loro case e le loro braccia. Ho visto il dramma negli occhi dei bambini, nelle loro lacrime che sono diventate di gioia quando hanno visto il mare: tutte le istituzioni si sono dimostrate all'altezza di questo dramma".

Durante il dibattito è intervenuta anche Maria Del Zompo, fino ad aprile scorso Rettore di UniCa: “Noi speriamo che il popolo russo dia un segnale di vitalità: sappiamo bene che è difficile, anche noi non ci siamo liberati da soli da una dittatura. Bisogna riflettere su questo aspetto. L’errore dell’Occidente è stato pensare che la maggior parte degli altri Paesi avesse preso la stessa strada. Ora è caduta la maschera: le cose cambiano a spese di un popolo che voleva solo avere la democrazia, che comporta scegliere i propri capi liberamente. Possiamo essere solidali e lavorare per un futuro prossimo migliore. Possiamo insistere e stimolare il pensiero critico e la profondità delle riflessioni: il nostro ateneo ha siglato convenzioni con tanti atenei ucraini, ma anche con tante università russe. Occorre reagire in modo duro, ma composto”.

Aide Esu, moderatrice del convegno
Aide Esu, moderatrice del convegno

RASSEGNA STAMPA

L'UNIONE SARDA del 21 marzo 2022

Primo piano - pagina 3

Il puzzle ucraino e le vie d'uscita

Un puzzle enormemente complesso. Questo il quadro che emerge dal convegno "Riflessioni sulla crisi in Ucraina" tenutosi venerdì in rettorato a Cagliari dopo che l'università sarda ha stanziato 200 mila euro per gli studenti ucraini con borse di studio, assegni di ricerca ed esonero dalle tasse. Aldo Berlinguer, docente di Diritto privato comparato, parla di «disastro annunciato» perché «alcuni segnali c'erano tutti. Per esempio la crescente russificazione dell'Ucraina». O ancora la rivoluzione arancione nel 2004, tradita nelle sue aspettative. Fino al punto di non ritorno, l'invasione della Crimea. Insomma, «la guerra c'era già, sotto mentite spoglie».Massimo Tria, docente di Lingua e letteratura russa fornisce poi esempi di ong e giornali chiusi con l'accusa di ricevere denaro straniero. Quelli che resistono sono vittime della censura. «Basta guardare la copertina di un recente numero della Novaya Gazeta, anche questo giornale, da sempre critico verso il Cr emlino, deve censurare la parola guerra». Ma c'è anche la frontiera della rete, come nota Giorgio Giacinto, docente di Ingegneria Informatica, «la vera contro informazione avviene proprio sui social e le comunità online sono importanti». La Russia non resta a guardare. Come con l'Estonia che nel 2007 fu vittima di un attacco informatico. «È stata spenta l'Estonia», dice Luigi Martino, docente di cyber sicurezza all'Università di Firenze: «Così come poi è accaduto anche in Georgia e in Ucraina». Anche lo scenario energetico è complicato, come spiega Marco Siddi, docente di Relazioni Internazionali: «Le alternative a gas e petrolio russi? Il green deal, le rinnovabili. Per un'indipendenza energetica sostenibile, entro il 2050».

Giovanni Lorenzo Porrà

L'articolo di Giovanni Lorenzo Porrà sul seminario, su "L'Unione Sarda" del 21 marzo 2022
L'articolo di Giovanni Lorenzo Porrà sul seminario, su "L'Unione Sarda" del 21 marzo 2022

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