UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 29 aprile 2020

Mercoledì 29 aprile 2020

Rassegna quotidiani locali a cura dell’Ufficio stampa e redazione web
29 aprile 2020

L'Unione Sarda

 

1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 29 aprile 2020 / PRIMA
L’analisi
PER ARGINARE LA CRISI

di Beniamino Moro
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha giocato bene le sue carte al vertice europeo del 23 aprile, massimizzando il risultato per l'Italia nei due punti chiave della trattativa. Il primo è costituito dal Piano di sviluppo europeo (Recovery Plan) che, con il suo potenziale d'investimento atteso di 1.500 miliardi, di cui circa 200 per l'Italia, fungerà da traino e da moltiplicatore degli investimenti per la ricostruzione in Europa.
Il secondo è complementare al primo e riguarda i progetti, più limitati ma concreti, del fondo salvataggi Mes e della Commissione Ue che finanziano a tassi bassissimi la spesa sanitaria contro il Covid-19 e la cassa integrazione. Entro pochi giorni la Commissione Ue dovrà proporre ai governi i dettagli dei progetti. Ciò è segno di vitalità dell'Unione Europea e di sfida verso i sovranismi vari che ne auspicano una dissoluzione. In contemporanea col lavoro della Commissione, la Bce ha lanciato un altro piano di acquisto di titoli per 750 miliardi, all'interno del quale la Banca d'Italia ha già ricomprato il 22% circa del debito pubblico nazionale, versando i dividendi da interessi al Tesoro italiano. In tal modo, monetizza una parte consistente del nostro debito pubblico, senza generare panico nei mercati finanziari. (...) segue a pagina 12

PRIMO PIANO - Pagina 12   segue dalla prima
La prima bozza del Def e il ruolo dell’Unione Europea
STRUMENTI PER ARGINARE LA CRISI ECONOMICA

(...) Può farlo perché agisce a nome dell'Area euro, che vale il 14% dell'economia mondiale. Non avrebbe potuto farlo con la lira, in un contesto di tipo argentino.
I vantaggi di appartenere all'Unione monetaria europea non finiscono qui, ma si estendono all'intera politica economica nazionale, alle prese in questi giorni col contrasto alla crisi economica innescata dalla pandemia. Nella bozza del prossimo Documento di economia e finanza (Def) relativo al 2021, fatta filtrare alla stampa nei giorni scorsi dal ministero dell'Economia, sono contenuti i primi numeri della crisi in atto e dei provvedimenti di politica economica destinati a contrastarla. Per quest'anno, si prevede una contrazione del Pil reale di 8,1 punti percentuali, con un rimbalzo nel 2021 del +4,7%. Il governo lavora inoltre a una deviazione temporanea di bilancio di ulteriori 55 miliardi in termini di indebitamento netto per il 2020 e di 24,6 miliardi per il 2021. Il rapporto deficit/Pil, che in assenza della crisi sarebbe sceso all'1,8%, salirà invece al 10,4% quest'anno, per poi scendere al 5,7% nel 2021. Il debito pubblico salirà al 155,7% quest'anno, per poi scendere al 152,7% nel 2021. Il documento del governo prevede anche lo stop agli aumenti dell'Iva e delle accise previsti a legislazione vigente per il 2021 e per gli anni seguenti.
Si tratta di stime che si discostano da quelle del Documento programmatico di bilancio di fine anno a causa dell'emergenza sanitaria, che ha drammaticamente cambiato lo scenario economico. L'impatto delle misure anti-contagio faranno sentire i loro effetti per diversi anni.
Secondo il Fmi, la pandemia sta spianando la strada a una delle più grandi crisi mondiali dopo quella del 1929, ben più profonda di quella del 2008-2009 e della successiva crisi dei debiti sovrani del 2012-2014. Tempi duri, quindi, aspettano l'Italia, il cui debito pubblico è destinato a crescere vertiginosamente. Ciò nonostante i mercati finanziari sembrano reagire abbastanza bene, con lo spread che si muove intorno ai 220 punti. Non sarebbe stato così senza l'avallo europeo dell'intera manovra.
È in questo scenario che s'inseriscono gli ultimi interventi del Governo che, in parallelo al Def, si è già messo al lavoro su una maxi manovra correttiva per il 2020 da 150 miliardi, pronta ad essere approvata con il decreto di aprile. Tra i punti cardine ci sarebbe in primis quello di sfruttare lo scostamento di bilancio della manovra, ricavandone i 55 miliardi di correzione del 2020 e gli altri 24,6 per il 2021 di cui si è detto. Dei 150 miliardi, inoltre, 12 dovrebbero servire per pagare i debiti della Pubblica Amministrazione e altri 12 per anticipare alle imprese creditrici i pagamenti spettanti, mentre 30 verrebbero lasciati come garanzia sulle liquidità.
BENIAMINO MORO
UNIVERSITÀ DI CAGLIARI

 

 

 

 

 

2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 29 aprile 2020 / PRIMO PIANO - Pagina 11

Gli esperti. Pili e Petretto, della Comunità della longevità: “Sono una risorsa”
«SBAGLIATO RINCHIUDERE GLI ANZIANI IN CASA»

«Sono doverosi alcuni spunti di riflessione sulla opportunità di escludere gli anziani di questo paese dalla Fase 2 della ripartenza, chiedendo loro di non uscire da casa, se non per motivi di necessità. Li vogliamo proporre con la speranza di riuscire a modificare scelte a nostro avviso incongrue che rischiano di abbattersi ingiustamente su milioni di cittadini, con costi economici e sociali insostenibili».

IPOTESI CONTESTATA. Il medico Roberto Pili e la psicologa Donatella Petretto, della "Comunità mondiale della longevità", intervengono per contestare l'ipotesi della task force del Governo. «Penalizzare gli anziani "tout court" - scrivono - significa ignorare le evidenze scientifiche che fanno degli anziani in soddisfacenti condizioni di salute, soggetti capaci di resistere e reagire alla pandemia, non da mettere sullo stesso piano dei soggetti, a prescindere dall'età, affetti da malattie debilitanti».

RICHIAMATI DALLA PENSIONE. Pili e Petretto sottolineano: «Si ignora che già nella fase acuta della pandemia, tanti di questi anziani siano stati disperatamente richiamati, e si siano fatti trovare pronti, per lavorare nei ruoli più pericolosi, mostrando quanto fosse utile e necessaria la loro competenza, la loro energia e grande le capacità nell'affrontare emergenze sanitarie, sociali ed economiche. Pagando costi altissimi, anche con la vita. Un esempio per tutti i medici e operatori sanitari in pensione che sono rientrati al lavoro per aiutare i colleghi. Ancora: «Le statistiche ci dicono che sono ben 4 milioni gli anziani italiani che hanno una buona condizione di salute e che sono ancora in grado di dare una mano al Paese. Eppure qualcuno vorrebbe stigmatizzarli e segregarli sull'altare dell'ageismo, disfunzionale agli interessi generali».

PAGATO COSTI ELEVATI. I giorni della quarantena hanno già fatto pagare agli anziani, e quindi a tutti noi, prezzi altissimi dal punto di vista psichico, sociale e sanitario rendendoli, questo sì, più fragili. È ben conosciuto nella pratica medica il concetto: "Use it or loose it" (se non lo usi lo perdi), che indica l'importanza di esercitare le autonomie e le attività di vita quotidiana di base e strumentali, nonché la relazionalità e il ruolo sociale, perchè non vadano perse o per non andare incontro a un impoverimento funzionale. Se nella fase acuta della pandemia, la segregazione e l'isolamento sono stati i grandi sacrifici che gli anziani, come tutta la popolazione, hanno pagato per contenere i contagi e i particolari rischi in caso di infezione, ora servirà altro».

CONSIGLI PER GLI ANZIANI. I consigli del centro studi della Comunità della longevità: «In questa nuova fase sarà importante individuare delle misure progressive di riduzione delle restrizioni che consentano agli anziani di riprendere rapidamente il loro ruolo, le relazioni e, soprattutto, le autonomie e la mobilità. Il proseguimento del confinamento a casa, oltre a comportare un grave danno sia a livello fisico (difficoltà motorie, perdita di funzionalità muscolare, di competenze motorie, equilibrio, alterazione del sonno, modifica del metabolismo), psicologico (isolamento, solitudine, depressione) e sociale (si pensi alla perdita del ruolo nel contesto familiare) ci priverebbe del grande apporto materiale e immateriale dei tanti anziani sani e validi di cui il Paese oggi ha disperato bisogno».

 






 

3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 29 aprile 2020 / PROVINCIA DI CAGLIARI - Pagina 29

Decimomannu
«DOTTORE IN TRASFERTA»

Avrebbe potuto discutere la tesi in videoconferenza da casa, in Sardegna, per poi festeggiare con i familiari. Ma ha prevalso il senso di responsabilità: Andrea Giua, 24 anni, considerata l'emergenza coronavirus, ha deciso di restare a Bologna dove ha conseguito la laurea magistrale in Scienze politiche.

«Sono rimasto a Bologna, dove studio da cinque anni, per evitare di essere un veicolo di virus per la Sardegna», premette Andrea Giua. «Ho preso la decisione quando qui i casi erano in aumento: l'Emilia Romagna è stata una delle regioni più colpite, mentre in Sardegna la situazione è rimasta stabile. È venuto meno quell'aspetto cerimoniale e un po' dispiace. Festeggerò in famiglia quando potrò rientrare».

Ad Andrea Giua manca la Sardegna: «L'aria di casa resta unica, ma tornerò solo se i casi Covid-19 continueranno a diminuire».
(l. e.)







 

4 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 29 aprile 2020 / MEDIO CAMPIDANO - Pagina 32

Arbus. La tesi di Frau: oltre i confini della realtà
CORONA D'ALLORO PER LA LAUREA A DISTANZA

Asia Frau è la prima neo dottoressa ad Arbus in Scienze dell'educazione e della formazione a distanza ai tempi del coronavirus. La proclamazione ieri nel salotto di casa, dopo la presentazione della tesi “Oltre i confini della realtà: in volo verso l'inconsueto”. Un'esperienza difficilmente dimenticabile quella vissuta dalla giovane ma anche dalla mamma Paola. «È stata una grande emozione - racconta Asia - quella del giorno della laurea, anche se online e lontano dai preparativi in programma, compreso il tailleur che avrei voluto indossare. Mi sono accontenta di un vestitino nero. La corona di allora non è mancata: i fiorai hanno riaperto l'attività. Non era questo il mio sogno, ma ringrazio tutti essermi stati vicini. Spero di poter festeggiare più in là questo importante traguardo». (s. r.)






 

5 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 29 aprile 2020 / SULCIS IGLESIENTE - Pagina 33

Carbonia. Tesi discussa online e festa di laurea rinviata a Bacu Abis
IL MONDO “SMART” DALLA NEO DOTTORESSA

Il tema della sua tesi sembra cucito perfettamente per questo periodo. Ma Claudia Mereu, 36 anni, di Bacu Abis, fino a qualche settimana fa non avrebbe neanche pensato di dover discutere di città digitali e sviluppo sostenibile dal salotto di casa. Collegata via Skype con l'Utiu, l'Università telematica internazionale Uninettuno dove ha appena conseguito (con votazione di 110/110) la laurea magistrale in Gestione d'impresa e tecnologie digitali. “Smart cities, digital cities, dalla green economy allo sviluppo sostenibile (caso della Thailandia), dal bilancio sociale al bilancio sostenibile” è il tema della tesi.

L'ATTUALITÀ. «Ho scelto di analizzare questi aspetti così attuali in quanto la tecnologia ha ormai invaso la nostra vita - racconta Claudia - tutte le città stanno subendo questo processo di trasformazione e credo che l'alfabetizzazione digitale sia molto importante. Mentre la questione ambientale è il tema chiave della strategia di “Europa 2020”». Claudia - che ha già un lavoro in una società di Carbonia dove si occupa di amministrazione e contabilità - fa parte del gruppo, in costante aumento, di neo laureati che ha visto la conclusione del percorso universitario contrassegnato dalle norme restrittive imposte per contenere il contagio da coronavirus. I suoi studi sono del tutto in linea con la situazione che il mondo sta vivendo in questo momento: il ricorso alla tecnologia digitale ha preso piede in tutti gli ambienti.

L'EMOZIONE. Ma, seppure l'e learning abbia caratterizzato tutto il suo corso di studi alla facoltà di Economia, non aveva certo messo in conto che avrebbe discusso per via telematica anche la tesi. «Discutere da casa è stato, comunque, molto emozionante - ammette - si sono presentate tutte le ansie del caso, soprattutto legate al pensiero che il collegamento potesse subire qualche intoppo». Ma è andato tutto alla perfezione e, attraverso Skype for business, i laureandi hanno avuto la possibilità di far partecipare, digitalmente, i loro cari. «Alla mia discussione hanno preso parte alcuni familiari, cugine e amiche. È stato molto emozionante perché al momento della proclamazione hanno aperto il microfono e hanno esultato. Questo mi ha fatto sentire meno sola».

Cinzia Simbula








 

6 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 29 aprile 2020 / PROVINCIA DI ORISTANO - Pagina 36

Mogoro. Giulia Orrù laureata in videoconferenza
SI COLLEGA ONLINE E DIVENTA DOTTORESSA

È stata proclamata dottoressa in lingue e comunicazione grazie a una tesi su Oriana Fallaci. Giulia Orrù, 28 anni di Mogoro, è la prima laureata in videoconferenza della cittadina. «Ho sostenuto l'esame nella mia camera, il punto della casa dove la rete wi-fi funziona meglio - ha spiegato la ventottenne - Quando è iniziata l'emergenza, mi mancava l'ultimo capitolo della tesi. Non è stato semplice concludere il lavoro e organizzare la discussione della tesi a distanza, ma è andata tutto bene e il risultato raggiunto è stato una grande soddisfazione». La giovane ha conseguito una votazione di 96 su 110 con la tesi “Oriana Fallaci e il giornalismo politico. Analisi delle interviste ai leader politici italiani dal 1971 al 1980”. Giulia Orrù ha precisato: «Ho scelto Oriana Fallaci perché è stata la prima donna in Italia ad aver raggiunto traguardi importanti nel mondo del giornalismo, fino ad allora con figure di spicco solo maschili. Ora mi prenderò un periodo di pausa. Poi deciderò se continuare a studiare o dedicarmi ad altri progetti. Certo il mondo del giornalismo mi affascina, e non poco». La neodottoressa ha concluso: «La discussione della tesi in videoconferenza con l'università cagliaritana è stata un'esperienza particolare. Dodici minuti di esposizione, poi ho aspettato il voto della commissione, arrivato dopo l'esame di laurea di altri colleghi».
( an.pin. )






 

7 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 29 aprile 2020 / CULTURA - Pagina 41

Imago Mundi ripensa la rassegna primaverile saltata per il Covid-19
MONUMENTI APERTI, SÌ MA IN AUTUNNO E CON UN'IMPRONTA DIGITALE IN PIÙ

Bisogna allungare lo sguardo, fino all'autunno. E forse per allora sarà possibile, è la speranza di tutti, riaprire le nostre case e soprattutto i Monumenti. Rimasti chiusi, sbarrati dal Covid-19, che ha mandato all'aria la ventiquattresima edizione della rassegna, organizzata da Imago Mundi Onlus. L'appuntamento con i luoghi segreti e i tesori nascosti si sarebbe dovuta svolgere in questi giorni, con la partecipazione di sessanta amministrazioni comunali della Sardegna, alle quali si erano aggiunti i comuni di Ferrara e Capparo, mentre Como e Cantù si avviavano a farlo.

POSTICIPARE LA KERMESSE. «Abbiamo pensato - dice Fabrizio Frongia presidente di Imago Mundi - che il modo per realizzare Monumenti Aperti quest'anno fosse quello di posticipare l'intera manifestazione all'autunno, individuando una formula che la rendesse possibile per tutti in quel periodo dell'anno. Sappiamo che si tratta di un cambio di rotta, che probabilmente comporterà anche significative riduzioni di programma rispetto alla formula classica, ma crediamo sia l'unica strada praticabile per realizzare questa edizione 2020. Ecco perché - aggiunge - abbiamo chiesto, e chiediamo, alle scuole, ai Comuni, alle associazioni, a tutti i soggetti coinvolti, enti e istituzioni, di seguirci per continuare questo percorso insieme».

SERIE DI VIDEO. Di sicuro sarà una ventiquattresima edizione più “digitale”, formula per la quale l'organizzazione di Imago Mundi è al lavoro con la progettazione di una serie di video tutorial e altri materiali multimediali di supporto, consultabili on line, che consentano il più possibile di superare i limiti imposti dalle misure di sicurezza, ma che rafforzino la dimensione ormai nazionale della manifestazione. «Il nostro obiettivo - aggiunge Frongia - è quello di sperimentare una nuova forma di narrazione del patrimonio culturale che potrà portare Monumenti Aperti a investire in risorse e strumenti aggiuntivi che saranno di certo preziosi in prospettiva futura. In tempi di pandemia pensiamo che innovare significhi anche poter rigenerare e rafforzare il legame fra le comunità e la nostra manifestazione».

CASTELLO DA SALVARE. Grazie alla segnalazione e candidatura effettuata da parte di Imago Mundi, già vincitore del Premio Europa Nostra nel 2018 per Monumenti Aperti e partner della rete di membri e organizzazioni associate a Europa Nostra, il Castello di Sammezzano, a pochi minuti da Firenze, è stato indicato tra i “7 Most Endangered”, i sette beni del patrimonio culturale europeo considerati fra i monumenti più a rischio nel 2020 e dunque da sostenere, mobilitando soggetti pubblici e privati affinché ne venga garantito il recupero. Un risultato importante per Imago Mundi perché è l'unico bene culturale italiano a essere stato selezionato». (red.cult.)

 

 

 

 

La Nuova Sardegna



 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 29 aprile 2020 / ECONOMIA - Pagina 15

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Statali e smart working: i dubbi sui buoni pasto

di Marianna Berti
ROMA I sette euro al giorno che spettano al dipendente pubblico sotto forma di buono pasto potrebbero saltare. Causa smart working. Per ora non c'è nessuna decisione. Al momento ogni amministrazione si regola da sé. Ma se il lavoro da casa entrerà a regime, una volta superata l'emergenza, allora una scelta si imporrà. La ministra della P.a, Fabiana Dadone, spiega che la materia è oggetto di discussione sindacale. Intanto, però, osserva che sarebbe «difficile» concepire il riconoscimento del ticket nel momento in cui viene meno la presenza fisica in ufficio. Le parole della ministra, pronunciate nel corso di un'audizione in video collegamento alla Camera, suscitano l'immediata reazione da parte del leader della Lega, Matteo Salvini: «Invece di aiutare i lavoratori, che aspettano da settimane la cassa integrazione promessa, il governo pensa di togliere anche i buoni pasto». Dadone, ministra pentastellata, replica seccamente: «Se vuole aiutare, doni parte del suo stipendio». La P.a oggi va avanti per l'85% in lavoro agile e l'obiettivo è mantenere una soglia non inferiore al 30% anche quando il Coronavirus sarà vinto. Lo smart working secondo il governo sarebbe la formula ideale per ridurre l'inquinamento e conciliare lavoro e famiglia. Un suo uso stabile in dose massiccia meriterebbe sicuramente un nuovo inquadramento, per gestire tutta una serie di voci che vanno dalla produttività agli straordinari. Già oggi comunque chi è in smart working (la quasi totalità) non riceve più in automatico il buono e ogni ente va per conto suo. Ma per la fase tre si dovranno mettere dei paletti: «non solo il diritto alla disconnessione», avverte Dadone, per cui quei sette euro «non si connettono così tanto» con la paga di chi presta servizio da remoto. I dipendenti pubblici della Cgil mettono i puntini sulle «i», giustificando il taglio solo nel caso in cui venisse meno «l'ossessione» sugli orari.

Questionario e social

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