UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 18 dicembre 2019

Mercoledì 18 dicembre 2019

Rassegna quotidiani locali a cura dell’Ufficio stampa e redazione web
18 dicembre 2019

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 18 dicembre 2019 / PRIMA PAGINA

L’intervento

PROPAGANDA CONTRO IL MES

La recente crisi finanziaria europea è iniziata nel 2010 in Grecia come crisi del debito pubblico di uno Stato sovrano, ma ha subito coinvolto l'intero sistema bancario europeo. La caratteristica saliente della crisi, infatti, è stata che l'insolvenza di uno Stato si trasforma velocemente in crisi del suo sistema bancario, perché le banche hanno in portafoglio quantità enormi di titoli pubblici, che con la crisi perdono di valore.

La ripercussione è reciproca, perché il sistema bancario, entrato in crisi inizialmente in Grecia, Spagna e Irlanda, ha richiesto a sua volta interventi di salvataggio dei rispettivi Stati. Per farlo, l'Irlanda ha dovuto raddoppiare il suo debito pubblico in rapporto al Pil e, per non andare in default, alla fine ha dovuto fare ricorso al meccanismo europeo di stabilità (Mes, sorto inizialmente come ESFS, sistema europeo di stabilità finanziaria), altrimenti noto anche come Fondo salva Stati.
In Spagna, invece, è entrata in crisi la più grande istituzione finanziaria del Paese, la banca Santander, che a sua volta è stata salvata dallo Stato coi soldi del Mes. Una sorte analoga, infine, è toccata anche al Portogallo con l'intervento decisivo del Mes e, successivamente, anche a Cipro. Stessa sorte ha rischiato anche l'Italia tra il 2011 e il 2012 se non fosse intervenuta in soccorso la Bce di Mario Draghi, lasciando intendere che era disposta a comprare quantità illimitate di titoli pubblici italiani nell'ambito del programma OMT, che due anni dopo si sarebbe trasformato nel più noto Quantitative easing. (...) SEGUE A PAGINA 11

POLITICA - Pagina 11 
segue dalla prima pagina
Tante falsità su un meccanismo che ha salvato il sistema finanziario europeo

PROPAGANDA CONTRO IL MES:
SERVE SOLO ALLE ESIGENZE ELETTORALI

(...) Nel complesso, quindi, il Mes e la Bce sono stati l'accoppiata decisiva per superare la crisi finanziaria, evitando il default contemporaneo sia degli Stati sovrani, sia dei sistemi bancari coinvolti. Così facendo, l'Ue ha salvato il suo sistema finanziario basato sull'euro e almeno cinque dei suoi Paesi sovrani dall'imminente fallimento. Ora, poiché una nuova crisi finanziaria che coinvolga il sistema bancario e gli Stati sovrani europei può sempre ripetersi anche in futuro, chi oggi sostiene che il Mes non serva a nulla e che l'Italia farebbe meglio a starne fuori, se non è ignorante dei fatti già accaduti, è in malafede, perché antepone presunti contingenti interessi elettorali di partito all'interesse del Paese ad avere uno strumento anticrisi rafforzato come il Mes.
Uno degli argomenti di propaganda contro la riforma del Mes è che questa serva solo al salvataggio di banche tedesche e francesi. Salvini si è lasciato andare sostenendo che il 95% dei fondi Mes utilizzati per salvare la Grecia sono finiti, appunto, alle banche tedesche e francesi. Borghi, di rincalzo, alla Camera ha sostenuto che il Mes è stato creato per «trasferire sessanta miliardi dall'Italia alle banche tedesche e francesi». Un economista della Bocconi, Roberto Perotti, si è tuttavia incaricato di dimostrare (www.lavoce.info) che l'aiuto netto dell'Italia alle banche tedesche e francesi nel salvataggio della Grecia è stato di 2,7 miliardi su un totale di aiuti (prestiti, non regali) di 206 miliardi, cioè pari all'1,3% e non al 95% sostenuto da Salvini.
Ma davvero, come sostiene Giorgia Meloni, «i tedeschi le loro banche le vogliono salvare con i soldi nostri»? O, come sostiene ancora Salvini, «il Mes significa portare via i risparmi degli italiani per salvare le banche tedesche»? E ancora che «con la riforma del Mes si rischia la confisca notturna dei conti correnti degli italiani»? È curioso che a queste accuse facciano da contraltare le dichiarazioni di AFD, il partito sovranista di estrema destra tedesco, anch'esso contrario alla riforma del Mes «perché servirebbe solo per salvare le banche italiane». La netta sensazione è che i due partiti sovranisti, Lega e AFD, stiano cercando di strumentalizzare un dibattito molto tecnico per piegarlo a esigenze elettorali nei rispettivi Paesi, con accuse infondate e contrapposte rivolte dall'uno nei confronti del Paese dell'altro.

BENIAMINO MORO, UNIVERSITÀ DI CAGLIARI

 

 

 

 

2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 18 dicembre 2019 / CAGLIARI - Pagina 19

SAN GIOVANNI DI DIO. Le associazioni dei pazienti hanno lanciato un appello

«IL SERVIZIO DI DIABETOLOGIA NON SI TOCCA»
L’azienda smentisce le voci di un imminente trasferimento al Policlinico

L'attuale centro del San Giovanni di Dio fornisce assistenza a 4.500 pazienti, l'80 per cento anziani, ognuno dei quali ha da anni lo stesso diabetologo come medico di riferimento. Nel servizio è attivo un ambulatorio infermieristico.

Le voci circolavano da settimane, sempre più insistenti. Tanto che molte associazioni di pazienti già si preparavano a dare battaglia. Ma per loro fortuna non ce ne sarà bisogno: all'orizzonte non c'è infatti alcuna chiusura del centro di diabetologia del San Giovanni di Dio con contestuale trasferimento del servizio, che attualmente segue 4.500 pazienti, al Policlinico di Monserrato.

LA SMENTITA. A smentirlo categoricamente, rassicurando tutti, è la stessa Azienda ospedaliero-universitaria da cui dipende il centro. «Sono informazioni totalmente destituite di fondamento - spiegano dall'ufficio stampa -, voci che tra l'altro finiscono per creare inutile allarme fra pazienti. L'ipotesi di trasferire il servizio diabetologico al Policlinico non solo non è all'ordine del giorno ma neanche esiste e non sappiamo da dove sia uscita questa falsa notizia».

LE ASSOCIAZIONI. Una smentita che tranquillizza e non poco i tanti pazienti che ogni giorno si rivolgono al Centro per curare il diabete, l'80 per cento dei quali sono anziani e spesso con difficoltà di deambulazione. Francesco Pili, dell'associazione Diabete zero che aveva lanciato l'allarme, è sollevato: «Questa rassicurazione è proprio quanto chiedevamo - sono le sue parole - perché purtroppo in questi giorni ci sono state indiscrezioni in senso contrario e non eravamo riusciti a trovare un interlocutore autorevole che le smentisse pubblicamente. Dunque siamo molto contenti e speriamo che quanto affermato oggi non venga poi ribaltato in futuro, perché per noi questa presa di posizione equivale a una promessa.

UN SERVIZIO CHE FUNZIONA. Ma perché la prospettiva di un trasferimento al Policlinico, dove è già attivo l'altro servizio diabetologico dell'area metropolitana, spaventava tanto? «Le poche cose che sappiamo - spiega Pili -, e che conosciamo per esperienza diretta dei nostri iscritti, è che l'attuale servizio del San Giovanni fornisce assistenza a circa 4.500 pazienti, ognuno dei quali ha lo stesso diabetologo come medico di riferimento che conosce la storia della persona e i suoi progressi nell'affrontare una malattia che lo accompagnerà nel corso della propria vita». Nel centro attualmente sono presenti quattro medici diabetologi ed è attivo un ambulatorio infermieristico «il cui scopo e quello di occuparsi della parte educativa relativa ad autocontrollo, terapia insulinica e tecnologia, tutti aspetti importanti nella gestione del diabete». Senza considerare «il contributo delle dietiste, figure professionali fondamentali nel percorso alimentare più adatto alle esigenze dei pazienti, a seconda delle diverse situazioni che ognuno attraversa nella propria vita».

I TIMORI DEI PAZIENTI. Insomma, il servizio funziona bene e di questi tempi non è così scontato. «Per questo - aggiunge il presidente di Diabete zero - trasferire il servizio del San Giovanni al Policlinico avrebbe significato creare un disagio enorme a tutti i malati. Le modalità organizzative ne avrebbero potuto risentire, come sempre accade quando ci sono accorpamenti in ambito sanitario. Inoltre i pazienti avrebbero dovuto affrontare il problema della logistica, perché un conto è recarsi con un mezzo pubblico in una struttura al centro di Cagliari, un altro raggiungere il Policlinico di Monserrato. A risentirne sarebbe stata anche la continuità assistenziale, fondamentale nel percorso non sempre lineare delle persone che hanno una malattia cronica. Avere il diabete implica per le persone, molte delle quali anziane, accedere continuativamente al servizio di diabetologia, sia per le visite periodiche che per tutte le situazioni legate alla gestione della malattia».

L'APPELLO. Tutti motivi per cui l'associazione ribadisce l'importanza di mantenere l'assistenza ai diabetici nel cuore della città. «Si sa che al San Giovanni di Dio dovranno essere trasferiti i poliambulatori di viale Trieste - conclude Pili -, credo che questa sia una grande occasione per creare un ospedale diurno che serva la città e l'hinterland. Troppo spesso si parla a vuoto di centralità del paziente e questo è il momento giusto per dare un senso a quelle parole senza che restino soltanto uno buono soltanto per i convegni».

M. Le.


 

 

3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 18 dicembre 2019 / AGENDA - Pagina 22

UNIVERSITÀ. Festival dell’architettura

I confini della città tra la terra e l'acqua
L'Università di Cagliari si è aggiudicata il finanziamento della Direzione generale creatività contemporanea e Rigenerazione Urbana del Ministero per i Beni culturali e per il turismo. Fondi destinati alla realizzazione di un Festival dell'architettura nel 2020. Il progetto vincitore, dal titolo “I confini del cambiamento. Cagliari tra terra e acqua. Architettura e luoghi sensibili”, si svolgerà tra l'8 e il 17 maggio. Il referente scientifico del progetto è Paolo Sanjust, architetto e docente al Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e Architettura.

LE AREE SCELTE. I luoghi che ospiteranno l'evento sono molteplici, tutti dislocati lungo la linea di costa: da Tiscali all'ex Colonia marina del Poetto, dall'ex Aeroporto Militare, al Porto, Su Siccu, il Padiglione Nervi, l'ex Lazzaretto, e Sa Manifattura, principale polo di riferimento del Festival.

LE ACQUE. «La città di Cagliari, accesso privilegiato all'isola di Sardegna dal Mar Mediterraneo - è scritto nel progetto - si confronta con le acque che la circondano e con gli ecosistemi naturali ed economici che entrano in relazione con mare, stagni e lagune».

IL LITORALE. Ancora: «La linea di costa rappresenta uno dei suoi confini, che i cambiamenti climatici contribuiscono a modificare a causa dall'utilizzo irresponsabile delle risorse. Cambieranno i modi d'uso delle sue aree costiere, interfaccia tra terra e mare, polarità di attrazione tra ruralità e urbanità, porti di approdi e partenze, luoghi di produzione e di industrie, di fragilità ambientale e flussi turistici e migratori».

 

 

 

 


 

La Nuova Sardegna

 

 

4 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 18 dicembre 2019 / SASSARI Pagina 25
UNIVERSITÀ

Percorso formativo "24 Cfu", iscrizioni entro il 20 dicembre

SASSARI L'Università di Sassari ha aperto le iscrizioni al percorso formativo 24 Cfu per l'anno accademico 2019/2020, finalizzato all'acquisizione dei crediti formativi universitari per l'insegnamento. Le iscrizioni dovranno essere effettuate esclusivamente on line sul self studenti Uniss fino alle 12 del 20 dicembr. I 24 Cfu sono uno dei requisiti richiesti per prendere parte ai concorsi pubblici finalizzati al reclutamento dei docenti. Gli ambiti in cui rientrano i 24 crediti formativi sono quattro: pedagogia, pedagogia speciale e didattica dell'inclusione; metodologie e tecnologie didattiche; antropologia; psicologia.Coloro che devono sostenere tutti i 4 esami del percorso formativo 24 Cfu devono procedere da subito con l'immatricolazione standard.

Questionario e social

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