Martedì 31 marzo 2020

Rassegna quotidiani locali a cura dell’Ufficio stampa e redazione web
31 marzo 2020

L'Unione Sarda



 

1 - L’UNIONE SARDA di martedì 31 marzo 2020 / PRIMO PIANO - Pagina 3
MONSERRATO. AL POLICLINICO
Medico del Pronto soccorso contagiato: paura e proteste

Un paziente passato per il “Blocco M” e un medico del Pronto soccorso del Policlinico di Monserrato sono risultati positivi al Covid-19. Lo ha rivelato ieri Luca Locci, del coordinamento regionale del Sindacato generale di base, con una nota indirizzata anche al presidente della Regione, Christian Solinas, nella quale si rimarcava ancora la carenza di dispositivi di protezione sufficienti per il personale.


«Reputiamo grave il fatto accaduto in queste ore», si legge nel comunicato, «sia il contagio del medico del Pronto soccorso, sia quanto successo presso il blocco M, dove un paziente portato in radiologia e poi ricoverato, è risultato positivo al Covid-19». Dall'Azienda ospedaliero-universitaria è arrivato poi il chiarimento che i due episodi risalgono alla scorsa settimana. «Il medico - fanno sapere dal Policlinico - avrebbe contratto l'infezione non a lavoro ma esternamente e non sarebbe rientrato. Fatti i tamponi ai colleghi, sarebbero tutti risultati negativi. Il paziente, invece, era arrivato al Pronto soccorso con dolori addominali: solo dopo la radiografia si è capito che si trattava di polmonite e, riscontrato positivo al Covid-19, sarebbe stato trasferito al Santissima Trinità. Anche i tamponi fatti a pazienti e personale del blocco M sono risultati negativi.

È di ieri anche la protesta del sindacato FSI-USAE, con la segretaria Mariangela Campus che ha contestato (con una diffida) una circolare dell'Azienda ospedaliero-universitaria che impedisce ad alcuni operatori socio-sanitari, assunti per l'emergenza, di tornare nei loro Comuni di residenza nel Sassarese. «Si tratta di un provvedimento limitato a questo periodo di estrema gravità a difesa dei pazienti», chiarisce l'azienda. «Riguarda solo 12 oss assunti a marzo e che hanno indicato una residenza in Comuni sedi di preoccupanti focolai». Il Policlinico conferma una serie di provvedimenti duri a tutela dell'incolumità dei pazienti, come la sospensione delle visite ai degenti, lo stop per i papà in sala parto e altro ancora. «Ci rendiamo conto che il provvedimento potrebbe creare disagi a questi colleghi», conclude l'azienda, «siamo pronti a trovare una soluzione con Ats che consenta loro, in questo periodo, di lavorare nelle zone di residenza». (fr. pi.)
 

 

 

 

                     

2 - L’UNIONE SARDA di martedì 31 marzo 2020 / ITALIA MONDO - Pagina 19

IL CAIRO
Nuovo rinvio, Patrick Zaky resta in cella e rischia la vita

IL CAIRO L'udienza sul rinnovo o meno della custodia cautelare per Patrick George Zaky slitta al 6 aprile: si tratta del terzo rinvio di fila. Gli avvocati del ricercatore egiziano di 28 anni, iscritto a un master all'Università di Bologna e agli arresti in Egitto da 53 giorni, hanno chiesto che il ragazzo possa continuare gli studi in carcere. La Procura avrebbe promesso che gli sarà permesso ricevere dei libri. Gli attivisti che si battono per la sua scarcerazione sottolineano che sono trascorsi 20 giorni dall'ultima volta che hanno potuto contattarlo. «Siamo molto preoccupati - twittano - per la possibilità che il coronavirus si diffonda nel centro di detenzione» anche perché Patrick soffre di asma, elemento che lo rende soggetto a rischio di complicazioni in caso di contagio.

Le carceri, sottolineano, sono potenziali «nuovi focolai» a causa «del sovraffollamento, della mancanza di aerazione e dell'impossibilità di allontanamento sociale e di autoisolamento nelle celle». Situazione che prelude a «un disastro» sanitario. «Questi continui rinvii - dice Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia - sanno di accanimento. Se le udienze al Cairo non si svolgono per paura del contagio da Covid-19, allora Patrick Zaky - che oltre a essere innocente è anche persona a rischio di contagio - sia rilasciato immediatamente».







3 - L’UNIONE SARDA di martedì 31 marzo 2020 / CAGLIARI - Pagina 25
San Giovanni di Dio
Il tricolore sulla facciata dell’Ospedale

Il tricolore illuminerà la facciata dell’ospedale San Giovanni di Dio sino a quando terminerà l’emergenza. È l’omaggio dell’Azienda ospedaliero-universitaria a chi sta combattendo il coronavirus.





 

4 - L’UNIONE SARDA di martedì 31 marzo 2020 / MEDIO CAMPIDANO - Pagina 32

VILLACIDRO
Tesi di laurea, torna il premio

L'epidemia non ferma il premio di laurea “Mons. Giuseppe Pittau S.J”, giunto quest'anno alla sua quarta edizione. Il premio, rivolto a chi ha conseguito il titolo triennale o magistrale, è nato per onorare la memoria di monsignor Giuseppe Pittau, su iniziativa del Centro culturale e di alta formazione.

Il premio è composto da due sezioni: la prima, riservata ai soli residenti in Sardegna e finanziata dalla Regione, la seconda sezione, aperta a tutti i cittadini italiani e stranieri e finanziata da enti privati. Tra le tematiche: relazioni internazionali, intercultura, promozione del territorio, solidarietà sociale, processi partecipativi alla vita pubblica. Saranno assegnati complessivamente 15 mila euro di premi per 10 tesi: duemila euro per le magistrali e mille per le triennali. Le iscrizioni, via pec al centro culturale, scadono il 30 aprile. (ma. ca.)

 

 

 

 

La Nuova Sardegna





 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 31 marzo 2020 / SASSARI - Pagina 17
Gli studenti spagnoli espulsi chiedono scusa per la festa nell'attico di un palazzo
GLI ERASMUS: «DATECI UN'ALTRA CHANCE»

SASSARI I sedici ragazzi spagnoli espulsi dal progetto Erasmus, ancora una volta si rivolgono al sindaco e alla città. «Scriviamo questo messaggio con il cuore in mano. Desideriamo poter spiegare con parole quanto siamo pentiti. Vorremmo porgere le nostre più sincere scuse alla città di Sassari, ai suoi cittadini e alle istituzioni tutte che ci hanno accolto e aiutati affinché ci integrassimo e sentissimo parte di un Paese così bello come è l'Italia, che ormai sentiamo come una seconda casa. Qualcuno di noi è qui da settembre, studiando nella vostra (ora anche un po' nostra) Università, scoprendo la bellissima Sardegna ed impregnandoci della vostra cultura millenaria e provando a crescere e maturare come persone. Abbiamo formato una piccola famiglia con i nostri compagni di viaggio, tutti nella stessa situazione, ragazzi e ragazze lontani da casa che si incontrano, si conoscono e connettono. Abbiamo affrontato quest'avventura da soli e adesso siamo uniti pronti a darci forza l'un l'altro. Tutto questo grazie alla meravigliosa esperienza che ci ha offerto l'università di Sassari, che adesso non ci sentiamo capaci di lasciare. Altri di noi sono arrivati da poco, però siamo già entrati a far parte della famiglia. In un mese, o anche meno per alcuni di noi, ci siamo innamorati della città e della sua gente. Tutti sentiamo Sassari come casa nostra e siamo grati per la fortuna che abbiamo avuto nell'essere Erasmus qui».
«Speriamo sinceramente che non sia troppo tardi per rimediare ai nostri errori. Ci dispiace profondamente quello che è successo, sia disturbare il vicinato e soprattutto i danni che avremmo potuto causare alla popolazione sassarese, se ci avessimo pensato di sicuro non avremmo agito così. Davvero, credeteci siamo stati incoscienti e non volevamo fare del male a nessuno». «Desideriamo poter chiedere scusa pubblicamente e mostrare tutto il nostro pentimento. Tutti siamo esseri umani e commettiamo errori, però quello che fa la differenza è ammetterli, fare ammenda e provare a rimediare. Per questo ci offriamo per collaborare in qualsiasi maniera in questa situazione così difficile che tutti noi dobbiamo affrontare. Ci assumiamo le responsabilità delle nostre azioni , chiediamo scusa e siamo pronti a rimediare ai nostri errori. Speriamo che siate disposti a darci una seconda possibilità. Nei nostri confronti pende già una denuncia penale, per la quale pagheremo le nostre responsabilità. La nostra richiesta è di poter almeno terminare il nostro percorso Erasmus ( pochi esami della sessione mancante) Le nostre scuse più sincere, i sedici studenti Erasmus».




 

 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 31 marzo 2020 / SASSARI - Pagina 18

Livio e Rita si trovano a Kaunas da febbraio per un tirocinio
«SOLI E ABBANDONATI» DUE STUDENTI ERASMUS BLOCCATI IN LITUANIA
«Qui ora è tutto chiuso, cancellano i voli e i soldi finiscono»

di Nadia Cossu
SASSARI L'ultima volta che era riuscito a contattare l'ambasciata italiana - all'incirca quattro giorni fa - gli era stato detto che la compagnia Air Baltic stava tardando a dare l'ok «perché indecisa se fare o meno il volo. Poi è arrivata la risposta ufficiale: cancellato». Livio Marongiu, sassarese di 24 anni, si trova a Kaunas, in Lituania, dai primi di febbraio. «A Sassari studio Mediazione linguistica - racconta al telefono - e sono venuto qui con una borsa di studio Erasmus per fare un tirocinio come insegnante di italiano agli stranieri, nella società "Dante Alighieri". Ma al momento è tutto fermo. Per far fronte alla situazione il governo lituano ha imposto la chiusura di tutte le attività, comprese le scuole naturalmente, perciò non ho più la possibilità di portare a termine il mio tirocinio. Per questo motivo è una perdita di tempo e di denaro rimanere. Il mio tempo qui è scaduto nel momento in cui hanno prolungato la quarantena fino alla fine di aprile, il periodo in cui avrei dovuto interrompere la mobilità».Vuole tornare a casa, Livio, considerato che «anche in questo Paese la situazione è diventata molto pesante. Sono rinchiuso in casa da almeno 20 giorni, ma a breve non avrò più i soldi nemmeno per fare la spesa».Racconta, il 24enne sassarese, di come il clima sia particolarmente teso: «I medici sono praticamente tutti in quarantena e i casi aumentano giorno per giorno come in tutti gli altri paesi. Oltretutto, se fossi costretto a restare ancora, non avrei nessun sostentamento economico perché la borsa universitaria prevede solo tre mesi di permanenza. Nella mia stessa situazione ci sono altre persone che vorrebbero tornare in Italia e anche chi come me, vorrebbe tornare in Sardegna, come una mia collega di Luras, Rita Menconi».Tutti i tentativi fatti finora non sono andati a buon fine e Livio si sente impotente e «a dire il vero anche un po' abbandonato». Si riferisce all'Università di Sassari: «L'ateneo ci dice che sta controllando i voli ma alla fine non è che sia di grande aiuto. Più che altro ci sentiamo un po' presi in giro perché la gente sta tornando da tutto il mondo, i ragazzi che due settimane fa erano in Spagna grazie all'Università sono riusciti a rientrare a casa, ma noi qui siamo proprio dimenticati. Non so se sia dovuto al fatto che siamo pochi dell'Università di Sassari, ma sarebbe stato comunque corretto ricevere il medesimo trattamento». Silenzio e attesa, insomma. Mentre il cellulare è sempre in funzione e le telefonate all'ambasciata non si fermano: «Li ho contattati varie volte ma non si è mai risolto nulla. La prima volta hanno proposto un volo che faceva scalo a Francoforte: oltre alla pericolosità dello scalo, costava 1200 euro, troppo per le tasche di uno studente Erasmus. La seconda volta, invece, ci è stato detto che la compagnia Air Baltic stava organizzando un volo da Riga, e che l'ambasciata italiana avrebbe fornito un pullman da Vilnius. Dopo una settimana di attesa ci hanno comunicato tramite il loro sito web che la compagnia aveva rimosso il volo. Ho cercato varie soluzioni anche ipotizzando diversi scali, ma purtroppo da qui nessun aereo sta partendo per tratte collegate all'Italia». Ieri in tarda serata, una chiamata dall'ambasciata ha riacceso le speranze: «Mi hanno proposto un volo per il 3 aprile - dice Livio con prudenza - Vilnius-Roma/Roma-Sardegna. Mi costa 600 euro, lo pagherò di tasca. Speriamo sia la volta buona, oramai finché non salgo sull'aereo non ci credo».



 

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