Lunedì 4 maggio 2020

Rassegna quotidiani locali a cura dell’Ufficio stampa e redazione web
04 maggio 2020

L'Unione Sarda


 

1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 4 maggio 2020 / PRIMA
L’intervento
IL RIENTRO DEI CERVELLI

di Aldo Berlinguer
Brancoliamo ancora nel buio e la scienza continua a balbettare. Nel disorientamento collettivo una ricercatrice precaria chiede: «Perché ci avete umiliato per anni e ora chiedete a noi di fare miracoli? Perché ci avete dato stipendi da fame, costringendoci a migrare, mentre ai calciatori avete regalato gloria e denaro? Perché non chiedete a loro di trovare il vaccino per la pandemia?». (...) segue a pagina 6

PRIMO PIANO - Pagina 6   segue dalla prima
Norme che legalizzano lo sconto Irpef solo ai milionari
COSÌ SI SCORAGGIA IL RIENTRO DEI VERI CERVELLI

(...) La frase, lì per lì, è parsa ai più come un comprensibile sfogo, di quelli che evaporano un minuto dopo. A ripensarci, però, essa è rivelatrice: la quarantena è infatti l'immane sacrificio che gli italiani stanno pagando alla politica clientelare degli ultimi decenni che, invece di fortificarlo, ha ulteriormente affossato il sistema sanitario, rendendolo inidoneo a fronteggiare l'ordinario, figuriamoci l'emergenza.

Si è infatti pensato di concentrare le risorse economiche altrove, su altre priorità. Tra esse, emblematico è proprio il caso del calcio professionistico, con stipendi ai calciatori che risultano ormai immorali anche ai più pragmatici. I 32 milioni annui di Ronaldo, i 10 di Lukaku e quelli degli altri calciatori di serie A sono infatti solo la punta dell'iceberg, perché impressionante non è il singolo caso ma la media degli emolumenti erogati, che fa del calcio un pianeta a parte. Sono numeri che fanno male a chi, in questo periodo, è chiamato a proprio rischio a garantire la vita alle persone e per chi, magari giovane, è dovuto migrare. E non si tratta di libero mercato. C'è ben altro.

Cosa direbbe infatti quella ricercatrice precaria se sapesse che nella legge di stabilità 2017 è stata introdotta una norma che consente proprio a Ronaldo di pagare un'imposta forfettaria su tutti i redditi di fonte estera pari a 100.000 euro? Che direbbe se leggesse l'articolo 5 del “Decreto crescita” concepito per il rientro dei cervelli? La norma prevede un'esenzione ai fini Irpef dei redditi percepiti nei prossimi 5 (in realtà fino a 15) anni per chi, residente all'estero, decide di trasferirsi in Italia e si impegna a rimanervi per almeno un biennio. Peccato però che il termine “cervello” appaia solo nel titolo della norma, mentre essa si applica a chiunque. Non solo: in sede di conversione è stato inserito l'articolo 5 quater, dedicato proprio agli sportivi professionisti. Sapete dunque cosa accade a un calciatore, italiano o straniero, che, dal 1 gennaio 2020 (senza magari neanche la licenza media), viene a giocare in Italia avvalendosi della norma sul “rientro dei cervelli”? Finisce col pagare le imposte sul 50% del proprio reddito!

La domanda sorge dunque spontanea: come si concilia tutto questo col solidarismo pentastellato del reddito di cittadinanza? Con i prestiti (da restituire) alle imprese colpite dalla pandemia? Con l'aumento esponenziale del debito pubblico e con la proposta di introdurre una Covid-tax sopra gli 80.000 euro (lordi)? Torna in mente la satira di Giovenale (“Orandum est ut sit mens sana in corpore sano”) che denunciava come nella società romana più opulenta non vi fosse alcuna sapienza ma anzi vanità, corruzione ed ingiustizia. Aveva ragione. Preghiamo affinché in quei corpi atletici alberghi almeno una mente sana. La nostra ha infatti perso la ragione. Quella satira è ancora attuale. Ci racconta di atleti iridati, cervelli espatriati, ospedali abbandonati. E noi ancora chiusi in quarantena.

ALDO BERLINGUER
UNIVERSITÀ DI CAGLIARI

 


 

 

2 - L’UNIONE SARDA di lunedì 4 maggio 2020 / PRIMO PIANO - Pagina 2

L’EMERGENZA. Mascherina e distanze minime: ecco le regole da rispettare

PIÙ LIBERTÀ E NUOVE APERTURE, INIZIA LA FASE 2 NELL'ISOLA
Resta il divieto di accesso alle spiagge ma si potrà pescare
Sì alle visite ai parenti e agli spostamenti nelle seconde case

Si potrà correre lontano da casa, andare a far visita ai parenti e ai fidanzati ma non agli amici, giocare a tennis e perfino pescare. Non si potranno organizzare feste e cene, al ristorante si potrà andare solo per il take away e le passeggiate in spiaggia (o il semplice binomio relax-abbronzatura) resteranno vietate fino a nuovo ordine.

Alla fine dei conti la Fase 2 in Sardegna sarà un po’ più libera che nel resto d’Italia. Nessuna rischiosa fuga in avanti – anche se qualche differenziazione con il Governo c’è, come dimostrano i richiami del ministro Boccia -, ma qualche concessione rispetto alle previsioni nazionali ci sarà.


I negozi

L’ultima ordinanza del presidente della Regione recepisce alcune disposizioni statali e aggiunge nuove facoltà e divieti in vigore da oggi. Potranno riaprire i negozi di giocattoli e di calzature per bambini, quelli di articoli nautici e i saloni per la toilettatura degli animali.

Seconde case

Poi gli spostamenti: oltre alle tre giustificazioni che ognuno di noi ha imparato a memoria (esigenze lavorative, motivi di salute e stato di necessità), si potrà anche andare nelle seconde case insieme a tutto il nucleo familiare convivente, ma solo per «attività di manutenzione, controllo e riparazione». Insomma, non ci si potrà trasferire né trascorrere il weekend nella villa al mare, per chi ce l’ha.

Rientro nell’Isola

Si potrà inoltre tornare a casa: sembra banale, ma dalla fine di marzo questo tipo di spostamento da un Comune a un altro (o da una regione a un’altra) non era più tra quelli autorizzati. Dunque potranno rientrare in Sardegna tante persone che fino a questo momento non erano riuscite ad ottenere il via libera dalla Regione (che serve sempre, prima della partenza).

Nei litorali

Cosa si potrà fare al mare? Resta vietato (in attesa «di specifiche linee guida», dice l’ordinanza) l’accesso alle spiagge, ma alcune attività saranno permesse. Ad esempio la manutenzione degli stabilimenti balneari e la pesca sportiva. No alle passeggiate o alla tintarella sdraiati sulla sabbia.

In chiesa

In tutta Italia saranno autorizzati i funerali, con un massimo di 15 persone e l’obbligo di mascherina, mentre nell’Isola i parroci avranno anche la facoltà di celebrare la messa. Prima, però, «la Conferenza episcopale sarda dovrà proporre all’autorità sanitaria regionale apposite linee guida per lo svolgimento in sicurezza» delle funzioni religiose.

Spostamenti

Quando e per quale motivo si potrà uscire? Negli ultimi giorni la pagina sulle risposte alle “domande frequenti” nel sito del Governo sta registrando un boom di accessi. Forse perché alcuni aspetti del decreto della presidenza del Consiglio non sono stati giudicati abbastanza chiari. Ad esempio: «Sono consentiti gli spostamenti per incontrare i propri congiunti, che devono considerarsi tra gli spostamenti giustificati per necessità».

Congiunti

Già ma chi sono i congiunti? Qualcuno avrebbe voluto comprendere anche gli amici, invece no: sono concessi gli incontri con «coniugi, partner conviventi, partner delle unioni civili, persone legate da uno stabile legame affettivo, nonché i parenti fino al sesto grado (come, per esempio, i figli dei cugini tra loro) e gli affini fino al quarto grado (come, per esempio, i cugini del coniuge)».

Passeggiate

Ogni spostamento, comunque, dovrà essere motivato. «Le passeggiate sono ammesse solo se strettamente necessarie a realizzare uno spostamento giustificato», come ad esempio «per fare la spesa, per acquistare giornali, per andare in farmacia, o comunque per acquistare beni necessari per la vita quotidiana». Inoltre «è giustificata ogni uscita dal domicilio per l’attività sportiva o motoria all’aperto».

Minorenni

Chi ha figli può accompagnarli al parco, rispettando le distanze di sicurezza con gli altri. «Non possono essere utilizzate le aree attrezzate per il gioco dei bambini», specifica il sito del Governo. E la mascherina? A livello nazionale l’obbligo scatta dopo i sei anni, ma l’ordinanza regionale recita – nell’articolo sui parchi – che «in ogni caso, chi intenda accedere a tali spazi dovrà indossare idonei dispositivi di protezione delle vie respiratorie», senza far distinzione tra bambini e adulti. È probabile che questo aspetto venga chiarito meglio nelle prossime ore.

Corsa

Per l’attività «sportiva e motoria» all’aperto cadono diversi paletti. Ci si potrà allontanare da casa e addirittura «spostarsi con mezzi pubblici o privati per raggiungere il luogo individuato per svolgere tali attività». La Regione impone una distanza minima di due metri tra le persone. Minori e disabili possono avere un accompagnatore, che non ha l’obbligo di distanzamento ma deve indossare la mascherina. Resta un limite, per tutti: non si potrà uscire dal proprio Comune.

Commercio

I negozi che riapriranno dovranno seguire e far rispettare le norme anti contagio. Ovvero «il mantenimento del distanziamento sociale e la pulizia e l’igiene ambientale almeno due volte al giorno e in funzione dell’orario di apertura», oltre agli ingressi scaglionati e alle mascherine. Infine il «gel per disinfettare le mani e i guanti monouso per i clienti dei supermercati, da mettere a disposizione vicino alle casse». In tutti i negozi il disinfettante dovrà essere disponibile anche all’ingresso e alle casse.

Università

Studenti e professori potranno tornare in aula per esami e lauree, dopo settimane di proclamazioni a distanza, via web. «Potranno essere svolte “in presenza” a condizione che vi sia un’organizzazione degli spazi e del lavoro tale da ridurre al massimo il rischio di prossimità e di aggregazione e che vengano adottate le misure organizzative di prevenzione e protezione». Un altro piccolo ritorno alla normalità.

Michele Ruffi






 

 

3 - L’UNIONE SARDA di lunedì 4 maggio 2020 / PRIMO PIANO - Pagina 4

L’EMERGENZA. La Cgil: un’opportunità da cogliere

LAVORO AGILE AL BIVIO: «SUBITO NORME CHIARE E NUOVI INVESTIMENTI»
Lo smart-working prosegue in Fase 2, ma i sindacati chiedono più certezze

Il test a sorpresa, in un modo o nell'altro, è stato superato: aziende, industrie, istituti scolastici e uffici pubblici dell'Isola hanno dovuto improvvisamente affrontare l'emergenza coronavirus e mettere in piedi nell'arco di pochi giorni una complicata operazione “smart working”, facendo lavorare da casa migliaia di dipendenti e studenti.

Tutti a casa

Un intervento mastodontico di applicazione del lavoro agile tutt'altro che semplice che col passare delle settimane è riuscito a oliare i tanti ingranaggi inceppati di un sistema produttivo che con il telelavoro non ha mai seriamente fatto i conti. Il bilancio di fine Fase 1 è comunque positivo, tanto che imprenditori e amministratori pubblici non nascondono di volerne approfittare per mettere a regime il lavoro a distanza in modo strutturale. Una rivoluzione che ha però fatto storcere il naso dei sindacati, tempestivi nel puntare il dito verso i rischi di un cambiamento epocale nei rapporti professionali che porterà grandissimi vantaggi, ma dovrà essere necessariamente inquadrato con norme certe e tutele chiare a favore dei lavoratori.

Il test continua

«Stiamo assistendo a una sperimentazione di massa senza precedenti con la quale l'Isola e il Paese stanno cercando di capire, senza preavviso o preparazione, come le tecnologie possano realmente cambiare il nostro modo di lavorare», afferma Michele Carrus, segretario regionale della Cgil. «Si tratta comunque di una fase complessa, che porterà vantaggi a chi saprà coglierli, ma che non risparmierà contraddizioni per le tante incognite sui nuovi rapporti tra dipendenti e datori lavori».

Il terremoto sociale è racchiuso nei numeri: è bastata infatti qualche settimana per vedere il numero dei lavoratori italiani a distanza salire da 570mila a oltre 8 milioni. Non solo, in realtà questa delocalizzazione lampo della forza lavoro non è stata accolta con favore da una parte dei manager italiani, convinti che lo smart working sminuisca l'autorità e la capacità di gestione dei dirigenti allentando così la catena di comando e di conseguenza la capacità produttiva. «I modelli organizzativi dovranno cambiare - prosegue il sindacalista - ma con essi anche le norme che regolano i rapporti del lavoro agile, con le quali ridefinire diritti e doveri, il sistema previdenziale e una strategia di formazione professionale che colmi le lacune digitali di migliaia di addetti».

Pro e contro

Non a caso il capitolo investimenti ricopre un'importanza centrale. «Una cosa è certa, indietro non si può tornare - conclude Carrus - la transizione digitale è iniziata e non può arrestarsi ma serve un piano per attuarla. Occorrono quindi risorse per migliorare le reti e trasformare i nostri lavoratori in operatori digitalmente competenti, efficienti e partecipi del processo produttivo. Il rischio è infatti che un dipendente a distanza possa col tempo alienarsi perdendo di vista persino i privilegi e gli obblighi previsti dai contratti e diventando di conseguenza più vulnerabile a sfruttamenti».

Luca Mascia

 

 

 





 

4 - L’UNIONE SARDA di lunedì 4 maggio 2020 / PRIMO PIANO - Pagina 8
L’EMERGENZA. Le misure previste dal decreto del presidente del Consiglio dei ministri
LA FASE 2 NELLE AZIENDE, PRECAUZIONI DA PRENDERE E ORGANIZZAZIONE INTERNA

Ai fornitori e ai visitatori possono essere richieste le medesime informazioni e applicate le medesime misure derivanti dai protocolli di sicurezza anti-contagio predisposti in azienda per i lavoratori dipendenti. Anche durante la Fase 2 è consigliato fare ricorso a un’organizzazione più agile possibile, utilizzando lo smart working e incentivando l’uso di ferie e permessi retribuiti. La quarantena va considerata malattia anche senza necessità di certificato medico.
Sono un imprenditore con attività in un settore gradualmente riammesso all'apertura nella Fase 2. Quali sono gli obblighi di sicurezza che devo osservare per tutelare i miei dipendenti dal rischio di contagio da Covid-19?

Ai datori di lavoro è richiesto di assumere misure rivolte a rendere quanto più sicuri possibile i luoghi di lavoro. Le indicazioni contenute nel “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” devono essere seguite e attuate all'interno di ogni realtà professionale e produttiva. Nel protocollo sono previste procedure di sicurezza anti-contagio di natura informativa, di controllo degli accessi, di sanificazione dei luoghi di lavoro, di tutela dei dipendenti, incluso il monitoraggio delle loro condizioni di salute e la riorganizzazione delle attività lavorative anche attraverso il ricorso allo smart working. È bene predisporre e seguire un protocollo aziendale che declini nel concreto dell'attività imprenditoriale le misure di sicurezza adottate e portate a conoscenza di tutti coloro che accedono ai siti di lavoro (dipendenti, fornitori, clienti).

È possibile attivare misure di sicurezza anti contagio nei confronti di fornitori e visitatori?

Ai fornitori e ai visitatori possono essere richieste le medesime informazioni e applicate le medesime misure derivanti dai protocolli di sicurezza anti-contagio predisposti in azienda per i lavoratori dipendenti. Naturalmente, per le informazioni rilasciate che comportino il trattamento dei dati occorre prestare attenzione alla relativa normativa. L'accesso di fornitori esterni potrà avvenire secondo modalità, percorsi e tempistiche previamente definite dall'azienda; per le attività di carico/scarico si dovrà rispettare il distanziamento e prevedere regole sulla base di quanto indicato nel “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro”.

Sono il titolare di un esercizio commerciale in un settore merceologico autorizzato all'apertura nella Fase 2. Quali misure devo seguire per essere pronto?

Come indicato nella normativa dovrà attivare le seguenti misure: 1) mantenimento in tutte le attività del distanziamento interpersonale; 2) garanzia di pulizia e igiene ambientale con frequenza almeno due volte al giorno e in funzione dell'orario di apertura; 3) garanzia di adeguata aerazione naturale e ricambio d'aria; 4) ampia disponibilità e accessibilità a sistemi per la disinfezione delle mani. In particolare, detti sistemi devono essere disponibili accanto a tastiere, schermi touch e sistemi di pagamento; 5) utilizzo di mascherine in ambienti chiusi e in tutte le fasi lavorative dove non sia possibile garantire il distanziamento; 6) uso dei guanti “usa e getta” nelle attività di acquisto; 7) accessi regolamentati e scaglionati; 8) adeguata informazione per garantire il distanziamento dei clienti in attesa di entrata.

Sono il titolare di un'impresa di produzione. Come posso organizzare internamente i reparti e l'attività da svolgere?

Anche durante la Fase 2 è consigliato fare ricorso a un'organizzazione più agile possibile, utilizzando lo smart working e incentivando l'uso di ferie e permessi retribuiti. Nel rispetto degli istituti contrattuali, si potranno utilizzare gli ammortizzatori sociali disponibili. La quarantena va considerata malattia anche senza necessità di certificato medico.

Al fine di adeguarsi alle misure di sicurezza, è opportuno procedere a una riorganizzazione interna rivolta a evitare forme di raggruppamento, mantenere il distanziamento e utilizzare dispositivi di protezione individuale certificati (mascherine). Nella gestione dell'entrata e dell'uscita dei lavoratori devono essere favoriti orari scaglionati e, laddove possibile, prevedere una porta di entrata e una di uscita dedicate. È bene procedere a rimodulazioni delle postazioni di lavoro, utilizzando anche spazi più grandi (ad esempio sale riunioni) e organizzare la presenza sui luoghi di lavoro attraverso turnazioni. Sono sospese riunioni e corsi di formazione così come ogni evento che possa dare luogo a un'aggregazione all'interno dei luoghi di lavoro. Devono essere ridotti al minimo gli spostamenti all'interno del luogo di lavoro. L'accesso alle zone comuni (come sale fumatori, spogliatoi, mense) deve essere contingentato e il tempo di permanenza negli stessi deve essere ridotto.

Questionario e social

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