Lunedì 17 febbraio 2020

Rassegna quotidiani locali a cura dell’Ufficio stampa e redazione web
17 febbraio 2020

L'Unione Sarda

 

1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 17 febbraio 2020 / Speciale SALUTE - Pagina V

FOCUS
Mercoledì (ore 16.15 Sala Pisano dell’Unione Sarda) esperti a confronto sulle patologie di questa ghiandola in un incontro aperto al pubblico

Tiroide “bizzosa”, terapie e chirugia all'avanguardia
Il benessere della tiroide nell’Isola è messo in pericolo dalla carenza di iodio ma anche dall’alta incidenza di tiroiditi autoimmuni

A volte diventa una sfida impossibile perdere i chili di troppo. O magari ci si sente troppo stanchi, il colesterolo rimane alto e magari non si sopporta il freddo, specie se si è anziani. Oppure si verifica l'esatto contrario di tutto questo. In questi casi, l'attenzione si concentra sulla funzione di una ghiandola a forma di farfalla che si trova nel collo. Si chiama tiroide e svolge un ruolo fondamentale nell'arco di tutta la vita, da prima della nascita alla terza età.

IL RUOLO. Grazie agli ormoni che produce, regola importanti processi come lo sviluppo neuropsichico e l'accrescimento somatico nell'età evolutiva ed è fondamentale per la funzione cardiovascolare, il metabolismo basale, lipidico, glucidico e osseo. Non solo: la tiroide - come se fosse una centralina di controllo - influenza la fertilità, il ritmo cardiaco, la forza muscolare e molto altro. Insomma: conoscere questa ghiandola è fondamentale, anche e soprattutto se diventa necessario un intervento chirurgico per correggere la situazione, con un'operazione che sempre più spesso può essere fatta con tecnica mininvasiva.

IL CONVEGNO. Per chi vuole saperne di più l'appuntamento è per mercoledì, alle ore 16,15, presso la sede dell'Unione Sarda, in occasione dell'incontro aperto al pubblico “Tiroide: perché si ammala e come si cura”, organizzato con il contributo non condizionante di Medtronic. Gli esperti a disposizione, insieme a Stefano Mariotti, professore ordinario di Endocrinologia Università di Cagliari in quiescenza, saranno Rocco Bellantone, direttore Chirurgia Endocrina Università Cattolica di Roma e direttore scientifico del Mater Olbia Hospital, Piero Giustacchini, direttore UOC di Chirurgia Endocrinologica e Bariatrica del Mater Olbia e Serena Piacentini, responsabile UOSD di Endocrinologia del Mater Olbia.

LA SITUAZIONE. Il benessere della tiroide in Sardegna non è messo in pericolo solo dalla carenza di iodio, che va sempre combattuta con l'impiego del sale iodato, ma anche dall'alta prevalenza di tiroiditi autoimmuni, oltre alla possibilità che si formino noduli o comunque lesioni che richiedono il trattamento chirurgico. «Trovano indicazione all'intervento, ovviamente, le forme neoplastiche, ma anche la patologia nodulare benigna quando i noduli raggiungono dimensioni tali da causare dei sintomi legati alla compressione da parte della ghiandola, eccessivamente aumentata di volume, sulle strutture cave più vicine ovvero la trachea, provocando sintomi respiratori e l'esofago», spiega Giustacchini.

LA CHIRURGIA. «In alcuni casi», prosegue Giustacchini, «patologie mediche possono diventare chirurgiche quando la terapia non riesce più a contrastarne gli effetti e questo è per esempio il caso del morbo di Basedow. Succede inoltre che ci sia indicazione alla chirurgia anche qualora noduli, anche singoli, comportino un'eccessiva produzione di ormoni tiroidei. L'intervento chirurgico, quando indicato, prevede l'asportazione di tutta la ghiandola o di una sua parte. In caso di tumore a volte è necessaria anche l'asportazione dei linfonodi. In casi selezionati la tiroidectomia può essere effettuata con tecnica videoassistita. Grazie all'utilizzo di una telecamera infatti si può eseguire l'intervento attraverso una incisione sul collo di 1.5-2 centimetri con conseguenti vantaggi estetici e minore dolore post-operatorio». (fe. me.)




 

2 - L’UNIONE SARDA di lunedì 17 febbraio 2020 / Speciale SALUTE - Pagina VI

Gli esperti rispondono

GINECOLOGIA
DIVENTARE MAMMA CON L’ENDOMETRIOSI

Mi hanno diagnosticato l'endometriosi. Potrò avere dei figli?
Risponde STEFANO ANGIONI, 56 anni, professore Ostetricia e Ginecologia

L'endometriosi è una malattia infiammatoria cronica che colpisce circa 1 donna su 10 nel periodo riproduttivo. È spesso caratterizzata da dolori pelvici associati al ciclo mestruale e può essere associata a infertilità. La diagnosi di endometriosi non indica infertilità assoluta ma può far prevedere una difficoltà nella riproduzione. È sicuramente consigliabile in una giovane donna in cui è stata fatta la diagnosi di non rimandare la ricerca della gravidanza in modo da evitare che anche l'età possa influire sull'ottenimento della gravidanza. Non esistono dubbi, appunto, che un età superiore a 35 anni nella ricerca della gravidanza sia uno dei fattori principali nella riduzione della fertilità e che questa riduzione è ancor maggiore nelle donne affette da endometriosi. È consigliabile, quindi, un controllo specialistico per valutare lo stadio della malattia, l'inizio di una terapia medica per trattare i sintomi e ridurne la progressione e, eventualmente, non rimandare eccessivamente la ricerca della gravidanza.




 

3 - L’UNIONE SARDA di lunedì 17 febbraio 2020 / Speciale SALUTE - Pagina VI

OCULISTICA

RETINA DEGENERATA, IL TEMPISMO È TUTTO
Mi hanno diagnosticato una degenerazione maculare senile. Cosa devo fare?
Risponde ENRICO PEIRETTI, 46 anni, professore oculista San Giovanni di Dio Aou Cagliari

La degenerazione maculare legata all'età (DMS) è una grave malattia della regione centrale della retina, la macula che è deputata alla visione centrale e distinta delle immagini. Si sviluppa lentamente negli anni, e colpisce persone oltre i 50 anni. La degenerazione maculare nasce sempre secca, senza accumuli di liquido nella retina e ha come segni caratteristici delle chiazzette gialle. In questa fase di solito il paziente è asintomatico, ma se la malattia progredisce verso la forma evoluta secca/atrofica o verso la forma umida, può avere una visione distorta o una perdita visiva. Non esiste modo per rallentare la malattia. Solo una diagnosi tempestiva e controlli periodici possono permettere di trattare le complicanze della sola forma umida, così da tenerla sotto controllo con le nuove terapie anti-Vegf. La forma evoluta secca/atrofica, oggi, non ha alcun trattamento riconosciuto: attenti alle terapie non convenzionali che a volte vengono proposte senza base scientifica.




 

4 - L’UNIONE SARDA di lunedì 17 febbraio 2020 / Speciale SALUTE - Pagina VI

DERMATOLOGIA
QUANDO OCCORRE FARE LA MAPPATURA DEI NEI<

Quando è consigliabile la mappatura dei nevi?
Risponde FRANCO RONGIOLETTI, 61 anni, professore e direttore di Dermatologia San Giovanni di Dio Aou Cagliari

Si tratta di un esame dermatologico accurato della pelle al fine di identificare e valutare periodicamente lesioni preoccupanti al momento della visita e nei controlli successivi. Lo scopo primario è individuare il più precocemente possibile il tumore cutaneo più pericoloso, il melanoma. Per la mappatura dei nevi il dermatologo si avvale dell'esame dermatoscopico manuale o digitale che è una metodica con cui si esamina la cute grazie a un forte ingrandimento. La mappatura dei nevi è particolarmente consigliabile per le persone che hanno una storia familiare e personale di melanoma; hanno un numero di nevi più elevato del normale (da 50 a 100); hanno dei nevi atipici (displasici) di grande diametro, con colori non uniformi e forma irregolare. È indicato inoltre nei soggetti con pelle, capelli e occhi chiari che tendono a scottarsi e non si abbronzano, nei pazienti che hanno storia di scottature o hanno fatto uso prolungato di lettini abbronzanti e lampade solari e hanno notato recenti cambiamenti o comparsa di lesioni.


 

La Nuova Sardegna


 


5 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 17 febbraio 2020 / Provincia di Nuoro - Pagina 16
IL CONCORSO

Racconta la scienza in tre minuti
oggi la presentazione di FameLab

NUOROFameLab approda in città. Oggi alle 10.30 nell'aula magna dell'UniNuoro in via Salaris18, la presentazione del talent show della comunicazione scientifica, dove i partecipanti avranno solo tre minuti per conquistare giudici e pubblico parlando di un tema scientifico esposto con chiarezza e carisma. Il concorso coinvolgerà tutta la Sardegna. Giovani studenti, ricercatori e scienziati si sfideranno raccontando in soli tre minuti il loro studi o lavoro in ambito scientifico. I primi due classificati della selezione avranno accesso alla gara nazionale di Famelab Italia. Il vincitore di FameLab Italia affronterà poi i concorrenti provenienti da tutto il mondo nella finale di FameLab International, nella quale l'unico vincitore italiano si confronterà con i concorrenti provenienti da tutto il mondo, si svolgerà dal 4 al 5 giugno 2020 Gran Bretagna, durante il Cheltenham Science Festival. La selezione regionale FameLab Sardegna 2020 prevede due pre-selezioni, a Sassari e a Cagliari mentre la finale regionale si terrà a Nuoro, al teatro Eliseo, il prossimo 12 marzo.

 

Questionario e social

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