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Il coraggio di ogni giorno

L’Università di Cagliari aderisce all’invito della Fondazione Falcone e partecipa al 28mo anniversario della strage di Capaci dedicato agli eroi del quotidiano, esponendo quattro lenzuoli bianchi alle finestre del Palazzo del Rettorato e invitando tutta la comunità accademica a fare altrettanto. “L’impegno contro la mafia e le mafie non può arrestarsi mai: neanche il COVID-19 può far dimenticare i magistrati, le forze dell’ordine e semplici cittadini che hanno perso la vita”: così Maria Del Zompo, Rettore di UniCa, ha risposto all’invito di Maria Falcone, sorella del magistrato barbaramente ucciso 28 anni fa dalla mafia e oggi presidente dell’omonima Fondazione. LA NOTIZIA DEL GESTO DELL'UNIVERSITA' DI CAGLIARI E' SU TUTTA LA STAMPA e NEI TG: la rassegna
25 maggio 2020
Anche da Piazza Yenne è possibile vedere uno dei lenzuoli bianchi appesi alla facciata del Rettorato per ricordare l'assassinio del magistrato Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo e degli uomini della scorta

La sorella del magistrato assassinato il 23 maggio del 1992 ha scritto a Maria Del Zompo, Rettore di UniCa: "Non potremo sfilare in corteo, ma quale segno di unità nazionale vi invito a esporre un lenzuolo bianco dai vostri edifici"

Sergio Nuvoli

Cagliari, 22 maggio 2020 - L’Università degli Studi di Cagliari aderisce all’invito della Fondazione Falcone a celebrare il Giorno della Memoria – oggi, sabato 23 maggio – che ricorda ogni anno le vittime della strage di Capaci e tutti i caduti per mano mafiosa. Quest’anno l’iniziativa è dedicata a tutti coloro che in questi mesi si sono prodigati per il bene della Nazione anche a rischio della vita.

“Nel ricordo delle vittime delle stragi e delle tante persone coraggiose dei nostri giorni – si legge nella lettera scritta al Rettore Maria Del Zompo da Maria Falcone, sorella del magistrato barbaramente ucciso dalla mafia e oggi presidente della omonima Fondazione – vi invito a manifestare con noi: non potremo sfilare in corteo come nel passato, ma quale segno di unità nazionale nel contrasto ad ogni forma di criminalità organizzata vi invito ad esporre, il 23 maggio, un lenzuolo bianco dagli edifici del vostro Ateneo, invitando la comunità accademica a seguire il vostro esempio”.

I due lenzuoli appesi sulla facciata di Palazzo Belgrano in ricordo delle vittime delle mafie
I due lenzuoli appesi sulla facciata di Palazzo Belgrano in ricordo delle vittime delle mafie
EGIDIANGELA SECHI LEGGE LA NOTIZIA NELL'EDIZIONE DEL POMERIGGIO DEL 23 MAGGIO 2020 DEL TG DI VIDEOLINA

Il Rettore: "L’impegno contro la mafia e le mafie non può arrestarsi mai: neanche il COVID-19 può far dimenticare i magistrati, le forze dell’ordine e semplici cittadini che hanno perso la vita"

Invito subito raccolto da Maria Del Zompo, Rettore dell’Ateneo cagliaritano: da ieri quattro lenzuoli bianchi sono appesi alle finestre del Palazzo del Rettorato di via Università, uno è ben visibile anche dalla Piazza Yenne. “Ho ritenuto importante e doveroso aderire alla richiesta della Fondazione Falcone – dichiara la prof.ssa – Per questo abbiamo appeso alcuni lenzuoli bianchi e invitato prorettori, presidenti di facoltà, direttori di dipartimento e dei centri di servizio dell’Ateneo, dirigenti e Presidente del Consiglio degli studenti – e per loro tramite tutta la comunità accademica - a fare altrettanto sui vari edifici. L’impegno contro la mafia e le mafie non può arrestarsi mai: neanche il COVID-19 può far dimenticare i magistrati, le forze dell’ordine e semplici cittadini che hanno perso la vita per questo. Questa iniziativa sottolinea l’impegno dell’Ateneo cagliaritano contro la criminalità”.

“Questo lenzuolo – conclude Maria Falcone - è oggi divenuto centro focale di un movimento di risveglio di quelle coscienze troppo a lungo assopite dall’oppressione mafiosa, simbolo di un paese che tra rabbia e sgomento diviene artefice del suo riscatto.  Ora, come 28 anni fa, insieme segnammo l’inizio di un nuovo corso”.

Il quarto lenzuolo è visibile all'angolo di via Università con via Cammino Nuovo
Il quarto lenzuolo è visibile all'angolo di via Università con via Cammino Nuovo
STEFANO LAI LEGGE LA NOTIZIA NELL'EDIZIONE DEL POMERIGGIO DEL 23 MAGGIO 2020 DEL TG DI SARDEGNA UNO TELEVISIONE

Chi era Giovanni Falcone

Giovanni Falcone è stato un magistrato italiano che ha dedicato la sua vita alla lotta contro la mafia senza mai retrocedere di fronte ai gravi rischi a cui si esponeva con la sua innovativa attività investigativa, mosso da uno straordinario spirito di servizio verso lo Stato e le sue istituzioni. È stato tra i primi a identificare Cosa Nostra in un’organizzazione parallela allo Stato, unitaria e verticistica in un’epoca in cui si negava generalmente l’esistenza della mafia e se ne confondevano i crimini con scontri fra bande di delinquenti comuni. La sua tesi è stata in seguito confermata dalle dichiarazioni rilasciate nel maxiprocesso dal primo importante pentito di mafia, Tommaso Buscetta, e, negli anni seguenti, da altri rilevanti collaboratori di giustizia.

Grazie al suo innovativo metodo di indagine ha posto fine all’interminabile sequela di assoluzioni per insufficienza di prove che caratterizzavano i processi di mafia in Sicilia negli anni ’70 e ’80. Il metodo si avvale di indagini finanziarie presso banche e istituti di credito in Italia e all’estero e permette di individuare il movimento di capitali sospetti. Esso è tuttora adottato a livello internazionale per combattere la criminalità organizzata.

Rigore investigativo, indagini finanziarie ed estrema capacità di coesione all’interno del gruppo che è passato alla storia come il “pool antimafia”: queste le caratteristiche che hanno permesso la realizzazione del primo maxiprocesso alla mafia, il più grande risultato mai conseguito contro Cosa nostra. L’eccezionale lavoro di un manipolo di magistrati guidati da Falcone approdò al dibattimento pubblico che vide alla sbarra 475 mafiosi, tra boss e gregari. Esemplare la sentenza, che consentì alla magistratura di condannare all’ergastolo l’intera direzione strategica di Cosa nostra. Accuse poi confermate fino in Cassazione.

Il 23 Maggio 1992, Giovanni e la moglie Francesca, di ritorno da Roma, atterrano a Palermo con un jet del Sisde, un aereo dei servizi segreti partito dall’aeroporto romano di Ciampino alle ore 16,40.  Tre auto,  una Croma marrone, una bianca e una azzurra li aspettano. È la scorta di Giovanni, la squadra affiatatissima che ha il compito di sorvegliarlo dopo il fallito attentato del 1989 dell’Addaura. Ma poco dopo aver imboccato l’autostrada che congiunge l’aeroporto alla città, all’altezza dello svincolo di Capaci, una terrificante esplosione (500 kg di tritolo) disintegra il corteo di auto e uccide Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e agli agenti della scorta, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani.

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Giovanni Falcone
Giovanni Falcone
IL SERVIZIO DI GRAZIANO PINTUS NELL'EDIZIONE DELLE 14 DEL 23 MAGGIO 2020 DEL TG DELLA RAI

RASSEGNA STAMPA

L’UNIONE SARDA di domenica 24 mggio 2020

Pagina 21 - Italia

Falcone e Borsellino, Cagliari ricorda i martiri della mafia

Ventotto anni fa le stragi di Capaci e via D'Amelio dove fu uccisa la poliziotta di Sestu Emanuela Loi

La prima bomba, tanto potente da far saltare un intero tratto di autostrada a Capaci, vicino a Palermo, uccise il magistrato Giovanni Falcone, sua moglie e i tre agenti della scorta il 23 maggio del 1992. L'altra strage al tritolo, quella di via D'Amelio nel capoluogo siciliano, è di pochi mesi dopo: il 19 luglio, quando a saltare in aria fu il magistrato e più grande amico di Falcone, Paolo Borsellino, assieme alla sua scorta. Tra i poliziotti uccisi c'era Emanuela Loi, agente della Polizia di Stato di scorta a Borsellino. Aveva 25 anni. Alla sua memoria è dedicato il ponte sopra la Statale 554 che conduce alla strada per Sestu, il paese della poliziotta che in via D'Amelio concluse nel modo più tragico la propria giovane esistenza.

La ricorrenza

Ieri, nel giorno del 28° anniversario della strage di Capaci, anche a Cagliari sono stati ricordati i due magistrati dilaniati in quelle due terrificanti esplosioni che scossero Palermo. Falcone e Borsellino sono ricordati insieme perché nella lotta alla mafia lavoravano insieme e, appunto, insieme avevano spaventato Cosa Nostra a tal punto da indurre Totò Riina a organizzare due attentati di esemplare violenza e potenza mediatica.

Il sindaco Truzzu

Ieri il primo cittadino cagliaritano ha partecipato alla Giornata nazionale della legalità, promossa dall'Associazione nazionale Comuni italiani (Anci). Paolo Truzzu ha ricordato la figura di Falcone. Accogliendo l'invito giunto proprio dall'Anci, sulla facciata del Municipio in via Roma è stato esposto un lenzuolo bianco per ricordare il sacrificio di vite nella lotta contro la mafia.

L'Università

Anche sulla facciata dell'Ateneo cagliaritano sono comparsi i lenzuoli bianchi (quattro) per ricordare Giovanni Falcone, Francesca Morvillo (magistrata, moglie di Falcone) e la loro scorta. L'Università ha deciso di aderire all'invito della Fondazione Francesca Falcone con l'obiettivo di commemorare il sacrificio del magistrato palermitano, di sua moglie e degli agenti fatti saltare in aria con loro. «L'impegno contro la mafia e le mafie», ha scritto la rettrice dell'Ateneo cagliaritano, Maria Del Zompo, in una lettera inviata a Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso, «non deve arrestarsi mai. Neanche durante la lotta al Covid-19 si possono dimenticare i magistrati, le forze dell'ordine e i semplici cittadini che hanno perso la vita. Questa iniziativa sottolinea l'impegno dell'Ateneo cagliaritano contro la criminalità. Abbiamo appeso i lenzuoli in Rettorato», conclude Del Zompo, e invitato prorettori, presidenti di facoltà, direttori di dipartimento e dei centri di servizio dell'Ateneo, dirigenti e presidente del Consiglio degli studenti, a nome dell'intera comunità accademica, a fare altrettanto sui vari edifici».

Luigi Almiento

L'articolo di Luigi Almiento su "L'Unione sarda" di domenica 24 maggio 2020
L'articolo di Luigi Almiento su "L'Unione sarda" di domenica 24 maggio 2020

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