Giovedì 16 luglio 2020

Rassegna quotidiani locali a cura dell’Ufficio stampa e redazione web
16 luglio 2020

L'Unione Sarda


 

1 - L’UNIONE SARDA di giovedì 16 luglio 2020 / COMMENTI - Pagina 16
All'Ateneo di Sassari
Ivan Paone, nel caffè scorretto di ieri, ha colto il punto: ritardare le elezioni per prolungare artatamente i mandati è una questione di democrazia. E ha citato il caso, il primo nella plurisecolare storia dell'ateneo turritano, del rettore dell'università di Sassari che ha indetto le elezioni per il suo successore a fine novembre, ben oltre la sua scadenza fissata per il 31 ottobre. La transizione verso le dittature è fatta di tre passi: indebolimento delle istituzioni, curvatura delle leggi ai propri interessi, aumento delle “bugie di stato”. Applicazione al caso di Sassari: Senato Accademico e Consiglio di Amministrazione monchi da mesi (mancano senatori e consiglieri mai sostituiti) e rappresentanze studentesche colpevolmente non rinnovate, primo passo; interpretazione personale di leggi e regolamenti, ultima delle quali la bizzarra impossibilità di svolgere le elezioni entro i termini regolari, secondo passo; propagandare l'immagine di “salvatore della patria a colpi di democrazia”, giustificando il ritardo dell'indizione della tornata elettorale con la necessità di “garantire il dibattito democratico”, ben sapendo che questo è in corso da diversi mesi e che i candidati, che hanno già rilasciato interviste pubbliche, hanno da tempo incontrato tutti gli elettori diverse volte, terzo passo. Un pasticcio autoritario a cui si può ovviare sfiduciando il rettore. Subito.
Giuseppe Pulina
Docente Università di Sassari



 

 

 

2 - L’UNIONE SARDA di giovedì 16 luglio 2020 / HINTERLAND - Pagina 25
Pula. Accordo tra Comune e Università per il luogo simbolo di Sant’Efisio
LA CHIESA DI NORA RIMESSA A NUOVO
Previsti lavori su volta e muri e contro le infiltrazioni d’acqua

Il Comune e l'Università di Cagliari insieme per mettere in sicurezza la chiesa di Nora e garantire un futuro al luogo simbolo del culto di Sant'Efisio. Ieri, davanti alla chiesetta romanica che si affaccia sul mare, l'amministrazione comunale e i responsabili del Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e architettura dell'Ateneo cagliaritano hanno siglato l'accordo di collaborazione per sistemare la parte esterna del piccolo tempio gettando anche le basi per una serie di interventi di consolidamento più importanti. Eliminare i problemi provocati dalle infiltrazioni d'acqua, arrestare il degrado dei materiali, risanare le lesioni della volta e fermare il distacco delle pietre in alcuni punti: i lavori - dopo il via libera della Sovrintendenza per i Beni archeologici e l'approvazione del progetto esecutivo prevista per il prossimo mese - partiranno in autunno.

Gli investimenti
Soddisfatta la sindaca Carla Medau, che spiega l'importanza della collaborazione tra Comune e Università: «Questo progetto, finanziato da un contributo di 100mila euro comunali e regionali, è il primo passo verso la ristrutturazione generale della chiesetta da portare avanti anche grazie alla Città Metropolitana, che ha previsto investimenti per 5 milioni di euro per valorizzare il cammino di Sant'Efisio. Per i pulesi, ma anche per tutti i devoti del Martire guerriero, questa chiesetta ha un grande valore storico e sentimentale: il nostro obiettivo è riportarla agli antichi fasti».

Gli interventi
Emanuele Farneti, assessore ai Lavori pubblici, spiega come la facciata cambierà volto: «Dalle finestre scompariranno le grate in ferro e il portico, probabilmente uno dei punti più critici dell'edificio sacro che attende un restauro ormai da troppo tempo, sarà risistemato: grazie alle competenze dell'Università di Cagliari siamo certi che i problemi verranno risolti». Fausto Mistretta, responsabile scientifico, spiega come l'Università sia pronta a mettere in campo tutte le proprie risorse: «Le infiltrazioni e il tempo hanno portato al degrado dei materiali, gli interventi individuati sono urgenti perché in alcuni punti sono stati riscontrati dei distacchi delle pietre e la volta presenta delle lesioni».

Il parroco e la fede
Don Marcello Loi, parroco di Pula, sottolinea l'importanza che riveste il culto di Sant'Efisio, e di conseguenza il luogo del martirio: «Fu evidenziato anche da papa Benedetto XVI nella visita a Cagliari nel 2008: la fede dei sardi non arriva dall'esterno ma si è consolidata grazie al sangue dei martiri come è avvenuto con Proto, Gianuario e appunto Efisio: ecco perché è importante mantenere intatti i luoghi simbolo del culto di questi santi». Ivan Murgana






 

3 - L’UNIONE SARDA di giovedì 16 luglio 2020 / OLBIA E GALLURA - Pagina 40
OLBIA. L'università si fa in sei
CORSI AL MATER

Uniolbia prende forma e punta alla crescita culturale della città. Il polo universitario, con i 6 milioni e mezzo dalla Regione, parte dalla ristrutturazione dell'ex Upim di Corso Umberto, che sarà la sede centrale. La segreteria amministrativa all'Expo di Porto Romano è già pronta all'uso grazie ad un precedente intervento di 600.000 mila euro. Il sindaco Settimo Nizzi ricorda che l'ambizioso progetto nacque nel 2016 con l'acquisizione del caseggiato da parte dell'Aspo per un milione e 125 mila euro. «Abbiamo costituito solide basi con l'università di Sassari e costituito gli organi amministrativi, qualche mese fa è arrivato il riconoscimento della figura giuridica della nostra Università». Un ateneo delocalizzato e con un'ampia offerta formativa, a regime fra circa due anni. Sei le sedi , tra cui l'ex Sep di Via dei lidi con i corsi di Biologia marina, un piano della Piattaforma tecnologica europea, ora in via di costruzione, in Zona Industriale, e le aule del Costa Smeralda. Al Mater Olbia, un'assoluta novità: Scienze Infermieristiche, 50 posti disponibili già dal prossimo anno accademico. Per l'offerta attuale resta aperto Scienze Umanistiche all'Euromediterranea. La specialistica di Economia e Management del Turismo sarà in inglese. 
Viviana Montaldo




 

4 - L’UNIONE SARDA di giovedì 16 luglio 2020 / OGLIASTRA - Pagina 38
LANUSEI. Una laurea in Comune
Si laurea in videoconferenza nella sala consiliare. È il primo a Lanusei. Con una tesi dal titolo “Le macchine irroratrici in vigneto”, si è laureato ieri mattina Alessio Arzu, ventitreenne lanuseino. Quella di Alessio è stata la prima tesi di laurea discussa nell'aula consiliare del comune di Lanusei, dove è stato proclamato dottore in Scienze e tecnologie agrarie, nell'era post Covid. Infatti, molti ragazzi durante e dopo la pandemia sono stati costretti a raggiungere questo importante traguardo dalle proprie abitazioni.

Alessio, invece, ha ottenuto la sua laurea in una sede più istituzionale, circondato dagli emozionantissimi familiari e dagli amici di sempre. Dopo la proclamazione - e i meritati festeggiamenti - Alessio Arzu ha sottolineato l'importanza di avere le persone a lui care vicine. «Sono sollevato, discutere la tesi da casa sarebbe stato diverso, e poi qui almeno hanno potuto partecipare tutti». Per l'amministrazione, a congratularsi col neo dottore, l'assessore Renato Pilia.

Paola Cama







 

5 - L’UNIONE SARDA di giovedì 16 luglio 2020 / Speciale CULTURA Sardegna estate - Pagina IV
L’archeologo Federico Porcedda svela i tesori del complesso nuragico
UN RECINTO PER LE FESTE NELL'ETÀ DEL FERRO: LO SPAZIO NEL SITO DI SANTA VITTORIA DI SERRI

Il complesso nuragico di Santa Vittoria di Serri continua a offrire nuovi stimoli per il dibattito culturale e la ricerca scientifica, confermando il suo status di sito archeologico fra i più importanti della Sardegna. Risulta centrale anche nel percorso di studi di Federico Porcedda, archeologo nato a Cagliari nel 1988 ma cresciuto a Serri, che sui “Modelli di insediamento della preistoria e protostoria nel Sarcidano e nella Marmilla orientale” ha incentrato la sua tesi di dottorato, portata avanti tra l'Università di Cagliari e quella di Granada. Tesi citata nel dibattito, che ha visto protagonisti gli archeologi Momo Zucca e Giacomo Paglietti, sulla possibile similarità tra un frammento bronzeo proveniente dal Santuario di Santa Vittoria e i Giganti di Mont'e Prama.
Tra Trexenta e Sarcidano
Ma i progetti di Federico Porcedda proseguono su più fronti. Quello principale è legato ai nuovi scavi che sta guidando sui luoghi del Santuario, sotto l'egida della Soprintendenza di Cagliari e con la direzione scientifica a cura di Gianfranca Salis e Chiara Pilo. Il sito - localizzato sul margine orientale della Giara di Serri, al confine fra la Trexenta e il Sarcidano - presenta una serie di peculiarità: è uno dei pochi sull'Isola a costituire un punto focale nello sviluppo degli studi sulla civiltà nuragica nell'età del Bronzo e sino agli esordi dell'età del Ferro, dal nuraghe a corridoio (1500 a.C.), passando per quello “classico” (XIV-XII secolo a.C.), fino a quando l'area diventò (XI-IX secolo a.C.) luogo di incontro delle genti sarde durante lo svolgimento delle cerimonie religiose, oltreché un crocevia culturale messo in luce da tracce che rivelano interrelazioni con etruschi, fenici e ciprioti.
Unicum assoluto
«Un sito che presenta un unicum assoluto - il recinto per le feste, una grande struttura ellittica di cinquanta metri per trenta -, e che seguiterà a regalare sorprese», spiega Porcedda, «fornendoci informazioni inedite sulla vita e sulle manifestazioni culturali che avvenivano in quel determinato periodo storico».
L'archeologo - anche co-rappresentante della Regione Sardegna dell'Associazione italiana giovani per l'Unesco, e assessore alla cultura e al turismo del comune di Serri - sottolinea come negli scavi, della durata di circa un anno, «siano impiegati solo tecnici operai sotto i trent'anni e provenienti dal comune di Serri». «È infatti fondamentale», prosegue, «coinvolgere la comunità locale e creare altre fonti di sviluppo del territorio attraverso il turismo, che quest'anno - anche per l'emergenza legata al Covid-19 - sarà maggiormente “di prossimità”, ossia indirizzato verso mete non troppo lontane né affollate. La società che gestisce il sito, Acropoli Nuragica, garantisce la possibilità di visite per 365 giorni all'anno, registrando una media di 17 mila ingressi e un flusso in costante crescita».

Divulgazione sui social
Porcedda, che si dedica inoltre all'archeologia pubblica, con l'obiettivo principale di far avvicinare i giovani a questa disciplina, è attivo anche sui social, dove realizza un'opera di divulgazione che però non prescinde mai da fondamenti scientifici verificati. Anche sotto questo profilo, i risultati ottenuti sono incoraggianti.
(l.m.)

La Nuova Sardegna


 

 

 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 16 luglio 2020 / PRIMA PAGINA
OLBIA
L’università diventa diffusa: avrà sei sedi sparse per la città  
BUDRONI A PAGINA 33

OLBIA - Pagina 33
Le grandi opere >> Il cantiere nel corso Umberto
Il Comune presenta il progetto per ristrutturare e arredare palazzo Giordo
IL CUORE DELL'UNIVERSITÀ BATTE NEL CENTRO STORICO
Individuate sei sedi: ci sono anche anche il Mater Olbia e il Pte del Cipnes

di Dario Budroni
OLBIA Il centro storico sarà senza dubbio il cuore pulsante. L'università qui avrà due sedi, una nel palazzo Giordo e l'altra tra le mura dell'Expo. Poi ce ne saranno altre quattro: una nella Pte della zona industriale, una nell'ex area Sep di via dei Lidi, una sempre in aeroporto e l'ultima al Mater Olbia, dove tra l'altro a ottobre partirà un corso di laurea in scienze infermieristiche. Insomma, l'università olbiese diventerà diffusa, con sei sedi sparse un po' in tutta la città. Il sindaco Settimo Nizzi annuncia le novità forte di un finanziamento da sei milioni e mezzo di euro appena stanziato dalla giunta regionale. Soldi che il Comune potrà utilizzare per ristrutturare e arredare il palazzo Giordo, acquistato anni fa dall'Aspo. «Con questo stanziamento concludiamo un iter iniziato all'indomani del nostro insediamento. Subito pubblicheremo il bando ed entro due anni palazzo Giordo potrà ospitare gli studenti» dice soddisfatto. Il centro. Il sindaco illustra il progetto generale dell'università olbiese. Gli obiettivi sono diversi, tra cui il ruolo primario che dovrà ricoprire il centro storico e l'ampliamento dell'offerta formativa. Così l'Expo di via Porto Romano, dove sono già cominciati i lavori di ristrutturazione con fondi comunali, diventerà la sede amministrativa del polo UniOlbia, che dipenderà sempre dall'università di Sassari. Invece palazzo Giordo, che un tempo ospitava Standa e Oviesse e che il Comune aveva acquistato per 1 milione e 125mila euro, diventerà il fulcro dell'attività didattica, col trasferimento dei corsi di laurea triennale e specialistica in economia e management del turismo. «Qui faremo un appalto integrato, per ottenere il palazzo sia ristrutturato che arredato - spiega Nizzi -. Il progetto definitivo è pronto e il bando sarà pubblicato presto. Ci vorranno circa due anni per terminare i lavori». E questo grazie al finanziamento di sei milioni e mezzo annunciato dal governatore Christian Solinas e dall'assessore regionale al Bilancio Giuseppe Fasolino.
Le altre sedi. In città saranno poi attivati nuovi corsi di laurea. L'ultima novità è questa: a ottobre prenderà il via un corso in scienze infermieristiche nelle aule didattiche dell'ospedale Mater Olbia, per un totale di 50 posti. Invece all'ex Sep di via dei Lidi, dove sono partiti i lavori di ristrutturazione, troverà posto il corso di laurea specialistica in gestione dell'ambiente e del territorio di cui l'Area marina di Tavolara è tutor. Anche un piano della Piattaforma tecnologica del Cipnes, nella zona industriale, sarà riservato all'università. Infine le aule dell'aeroporto, sempre a disposizione per le attività didattiche. «I ragazzi potranno contare su una offerta formativa differenziata - dice il sindaco -. È un progetto importante per la città. Ci siamo spesi molto, economicamente e politicamente». Nuovi corsi. L'UniOlbia continuerà ad arricchirsi nel corso degli anni. Ad esempio un corso in scienze umanistiche dell'Istituto Euromediterraneo e, in base a un protocollo firmato nel 2017, anche dei corsi in scienze dei servizi giuridici e in sicurezza e cooperazione internazionale. Saranno organizzate summer school e attivate collaborazioni con altre università (San Pietroburgo). La magistrale di economia del turismo, invece, sarà in inglese.







 

7 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 16 luglio 2020 / OLBIA - Pagina 33
Per il consorzio UniOlbia arriva il riconoscimento della Regione
A quasi vent'anni dall'attivazione del primo corso di laurea in aeroporto, Olbia si prepara a diventare realmente una città universitaria, con più corsi e più sedi e il centro storico che si affollerà di studenti. Un percorso lungo anni e che coinvolge più soggetti. Il consorzio di gestione dell'UniOlbia, fondato nel 2018, è infatti composto da Comune, Università di Sassari, Area marina protetta di Tavolara, Aspo, Sinergest, Cipnes, Geasar e Istituto Euromediterraneo. Lo scorso giugno, UniOlbia è ufficialmente diventato un soggetto giuridico. «L'iter di riconoscimento dell'università da parte della Regione si è concluso» dice il sindaco Settimo Nizzi. Ora si procederà con gli interventi strutturali. L'edificio maggiormente interessato sarà dunque palazzo Giordo che, insieme all'Expo di via Porto Romano, con l'arrivo degli studenti contribuirà a rilanciare il centro storico cittadino, in particolare la zona bassa.
(d.b.)

Questionario e social

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