L'obiettivo è l'installazione di ET, uno strumento ad altissima sensibilità che contribuirà in modo decisivo a migliorare la nostra conoscenza dell’universo e dei processi fisici che lo governano
Sergio Nuvoli
Cagliari, 20 gennaio 2021 - Ha inizio oggi l’installazione della prima rete di sensori sismici su larga scala per una campagna estensiva di misure geofisiche nei pressi della miniera metallifera di Sos Enattos, a Lula, il sito candidato dall’Italia ad ospitare l’Einstein Telescope (ET), l’osservatorio per onde gravitazionali di terza generazione, uno strumento ad altissima sensibilità che contribuirà in modo decisivo a migliorare la nostra conoscenza dell’universo e dei processi fisici che lo governano. Grazie al fondamentale contributo della Regione Autonoma della Sardegna il sito, gestito dall’IGEA, quest’oggi ospita il Laboratorio SarGrav che funge da infrastruttura di supporto per tutte le attività di caratterizzazione in corso.
Alla collaborazione scientifica ET partecipano l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), l’Istituto Italiano di Geofisica e Vulcanologia (INGV), l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e le Università di Cagliari e sassari.
Un impegnativo lavoro di squadra che vede coinvolti i ricercatori di numerosi enti, ciascuno con il proprio compito specifico per centrare un risultato di grande prestigio a cui mira tutta l'Italia
Nel dettaglio, oggi i ricercatori della Sezione di Pisa dell'INGV installeranno 15 stazioni sismometriche in prossimità della miniera di Sos Enattos, per la misura delle vibrazioni del terreno che costituiscono il rumore sismico di fondo. Utilizzando tecniche mutuate dall'analisi dei segnali radar, i dati registrati da queste stazioni permetteranno di identificare le principali sorgenti di rumore sismico, sia naturali che artificiali, e di seguirne l'evoluzione temporale. L’operazione che durerà due settimane, è curata oltre che dall’INGV, dai ricercatori della sezione di Cagliari dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, dell’Università di Cagliari, di Sassari e della Sapienza Università di Roma, con il supporto dell’IGEA S.p.A.
Al tempo stesso, altri ricercatori delle Sezioni INGV di Roma e dell’Osservatorio Etneo di Catania, con i geologi dell’Università di Sassari, effettueranno i primi sopralluoghi necessari all'esecuzione di una tomografia sismica, ovvero una immagine del sottosuolo ricavata dalla registrazione delle onde sismiche generate artificialmente da una massa vibrante azionata da un apposito veicolo pesante.
I dati verranno anche usati per lo studio del rumore Newtoniano del sito in cui è coinvolto anche un gruppo di ricerca del Dipartimento di Fisica dell’Università di Cagliari, coordinato dal prof. Mariano Cadoni.
Centrale il ruolo dei ricercatori del nostro Ateneo per quantificare ulteriormente l'eccezionale 'silenzio' sismico dell'area, requisito fondamentale all'operatività di ET. I risultati saranno infatti oggetto di attenta valutazione per la scelta finale
Lo scopo di queste due campagne è duplice: quantificare ulteriormente l'eccezionale 'silenzio' sismico dell'area, requisito fondamentale all'operatività di ET, e ricostruire la geologia del sottosuolo, in vista della progettazione del sistema di gallerie che, auspicabilmente, ospiteranno ET. I risultati di queste misure costituiranno uno degli elementi di valutazione per la scelta finale fra i due siti candidati (l'altro si trova al confine fra Belgio, Germania ed Olanda, nella regione del Limburgo).
L’Einstein Telescope è l’osservatorio interferometrico di nuova generazione progettato per captare e misurare il passaggio delle onde gravitazionali generate dalle collisioni di buchi neri e stelle di neutroni avvenute a distanze di milioni (miliardi) di anni luce da noi. I deboli segnali provengono dai punti più remoti del cosmo e viaggiano per tutto l’universo. Per poterli catturare e studiare, è necessario costruire infrastrutture tecnologiche in luoghi silenziosi e isolati, al riparo da rumori di natura geofisica (bassa sismicità) e antropica che possono inficiare le misure. Per le sue caratteristiche, il sito di Lula-Bitti-Onanì è uno dei candidati ideali in Europa per la realizzazione dell’opera. La concorrenza del sito al confine tra Olanda, Belgio e Germania è alta.
Le misure dei sismografi installati a Lula e le successive ricerche contribuiranno a rafforzare la candidatura del sito sardo in Europa, portando l’isola ai vertici della ricerca nel campo della fisica
Il progetto Einstein Telescope è considerato dalla comunità scientifica europea un progetto strategico ed è sostenuto da diversi Paesi tra cui l’Italia che nel settembre 2020, attraverso il Ministero dell’Università e della Ricerca, lo ha candidato per la prossima Roadmap 2021 di ESFRI European Strategy Forum on Research Infrastructure, il forum strategico europeo che individua quali saranno le future grandi infrastrutture di ricerca su cui investire a livello europeo.
Le misure dei sismografi installati a Lula e le successive ricerche contribuiranno a rafforzare la candidatura del sito sardo in Europa, portando l’isola ai vertici della ricerca nel campo della fisica.
RASSEGNA STAMPA
L'UNIONE SARDA del 21 gennaio 2021
Primo Piano - pagina 5
Passi avanti per l'osservatorio internazionale sulle onde gravitazionali
Einstein Telescope, la sfida di Lula
Marilena Orunesu
LULA Il primo sismometro, infisso nella collina che sovrasta la miniera, ha già registrato un terremoto in Albania: quarto grado. Altri strumenti, operativi sotto terra, in profondità, seguono il movimento delle correnti marine tra Francia e Corsica e perfino delle onde oceaniche a Gibilterra. Tutto pulsa nel vasto silenzio di Sos Enattos, miniera storica di Lula diventata laboratorio scientifico di prim'ordine al punto da concorrere all'Einstein Telescope, osservatorio internazionale d'avanguardia per lo studio delle onde gravitazionali. Qualche rumore, pur lieve, non manca. E allora per conoscere al meglio ogni pulsione e capirne l'origine 15 sismometri vengono installati in piena luce, sotto l'occhio attento degli scienziati dell'Istituto nazionale di fisica nucleare, dell'Istituto italiano di geofisica e vulcanologia di Pisa e delle università di Cagliari, Sassari e La Sapienza di Roma.
Il progetto
I sensori sismici disseminati nella pietraia sopra la miniera misureranno fino a febbraio le vibrazioni del terreno attraverso tecniche mutuate dall'analisi dei segnali radar. Due settimane fondamentali per raccogliere i dati. Serviranno ai ricercatori per cogliere le sorgenti di rumore, naturali e artificiali, e per seguirne l'evoluzione confrontandoli con i risultati registrati sottoterra. In questa oasi dove il silenzio è la virtù massima si possono cogliere i belati delle pecore in transito tra le pietre, come succede ieri, ma soprattutto altri suoni ben più impercettibili. «Dopo aver fatto misurazioni del rumore sismico in profondità a diversi livelli ora facciamo una campagna di misurazione in superficie del rumore percepibile. Qui c'è una strumentazione talmente sensibile che riusciamo a sentire le onde dell'oceano che sbattono su Gibilterra», spiega Domenico D'Urso, dell'università di Sassari.
Luogo ideale
«L'Einstein Telescope, per sfruttare al massimo le sue caratteristiche tecniche, richiede un posto dove non ci sono terremoti, il terreno è stabile e c'è poca attività dell'uomo. Si è trovato questo angolo di paradiso, il posto ideale», dice Alessandro Cardini, dell'Istituto nazionale di fisica nucleare e ricercatore dell'università di Cagliari. È di casa nei tre laboratori operativi sottoterra dove sismometri e magnetometri non smettono di ascoltare e registrare il silenzio. Ma oltre si coglie qualcosa, un rumore tutto da decifrare. I sismometri faranno da radar per aiutare il lavoro degli scienziati che, in prospettiva, servirà anche a fare scelte importanti, per esempio una eventuale zona di rispetto attorno alla miniera. «La vibrazione naturale del terreno, di cui noi umani non abbiamo percezione, ma gli strumenti sì, è uno degli elementi più caratterizzanti l'Einstein Telescope. Qui siamo in condizioni talmente buone che abbiamo registrato un terremoto piccolo in Albania», spiega Gilberto Saccarotti, del'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Pisa.
I sopralluoghi
Obiettivo finale è l'Einstein Telescope, osservatorio di terza generazione che - spiegano gli scienziati - «contribuirà in modo decisivo a migliorare la nostra conoscenza dell'universo e dei processi fisici che lo governano». Grazie al contributo della Regione Sos Enattos, gestito dall'Igea, ospita il laboratorio SarGrav di questi giorni che è un altro passo verso il traguardo.
La Tac del sottosuolo
Oggi altri ricercatori di Roma e dell'Osservatorio Etneo di Catania, con i geologi dell'università di Sassari, effettueranno i primi sopralluoghi per una tomografia sismica, ovvero una immagine del sottosuolo ricavata dalla registrazione delle onde sismiche generate artificialmente. I dati verranno anche usati per lo studio del rumore newtoniano in cui è coinvolto il Dipartimento di fisica dell'università di Cagliari, coordinato da Mariano Cadoni.
Lavori a febbraio
Pozzi e strumenti anche nei territori di Onanì e Bitti
Le rilevazioni fatte a Lula sono già in rete e arrivano anche agli scienziati in Olanda, Paese che ambisce a realizzare l'Einstein Telescope nella regione del Limburgo, al confine con Belgio e Germania. È l'unico sito in concorrenza con Sos Enattos. Comunque vada qui c'è la consapevolezza che la miniera sarà una irrinunciabile realtà scientifica. Perciò Luca Loddo, direttore della miniera, della società Igea, guarda avanti. Segue passo passo l'avventura scientifica iniziata nel 2010 che nel 2020 con la candidatura all'Einstein Telescope è diventata una sfida internazionale. «Ora verrà analizzata la differenza di silenziosità tra superficie e sottosuolo», spiega mentre già pensa ai prossimi passi. E precisa: «L'Italia ha sempre partecipato alla ricerca sulle onde gravitazionali a partire dal progetto europeo Virgo».
I passi successivi portano a Onanì e Bitti che nell'ambito dell'Einstein Telescope rappresentano gli altri vertici del triangolo equilatero in cui si sviluppa il progetto. Verranno realizzati pozzi profondi 200 metri dove installare altre strumentazioni. A febbraio il via ai lavori.
L'attività di questi giorni servirà non solo a misurare il silenzio sismico dell'area, ma anche a fare una accurata radiografia del sottosuolo in vista della progettazione del sistema di gallerie che, se tutto va bene, ospiterà l'Einstein Telescope. L'osservatorio interferometrico di nuova generazione è concepito per captare e misurare il passaggio delle onde gravitazionali generate dalle collisioni di buchi neri e stelle di neutroni avvenute a distanze di milioni (miliardi) di anni luce. I deboli segnali provengono dai punti più remoti del cosmo e viaggiano per tutto l'universo. Per poterli catturare e studiare servono infrastrutture tecnologiche in luoghi silenziosi e isolati. Attorno al triangolo Lula-Onanì-Bitti c'è un progetto strategico della comunità scientifica europea. ( m. o. )
LA NUOVA SARDEGNA del 21 gennaio 2021
Sardegna - pagina 10
I tecnici dell'università di Pisa, in collaborazione con i colleghi di Sassari e Cagliari, registrano i silenzi dell'ex miniera
Prime quindici "antenne" a Sos Enattos
di Luca Urgu. LULA. A raccontarla tutta sembra quasi impossibile crederci. Tanto appare futuristica e incredibile l'intera vicenda. Lula e il suo territorio, un tempo luoghi di miniere e di lavori sfiancanti, potrebbe diventare uno dei pochi centri all'avanguardia a livello mondiale della fisica. Tutto potrebbe passare per la realizzazione del progetto Einstein Telescope legato allo studio delle onde gravitazionali. Il centro, che sorgerebbe negli spazi nelle ex miniere di Sos Enattos sarebbe in grado di attrarre qui in Sardegna il gotha della comunità scientifica internazionale. Un'industria pulita ed altamente tecnologica che porterebbe oltre che un know how avanzatissimo anche centinaia di posti di lavoro.Ieri un nuovo importante step sta avvallando il progetto. Di prima mattina infatti nella collina che sovrasta lo storico stabilimento minerario sono stati installati 15 sismometri che serviranno a misurare le vibrazioni del terreno. I dati registrati da queste stazioni permetteranno di identificare le principali sorgenti di rumore sismico, sia naturali sia artificiali, e di seguirne l'evoluzione nel tempo. L'operazione, che durerà due settimane, è curata oltre che dall'INGV, dai ricercatori della sezione di Cagliari dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, dell'Università di Cagliari, di Sassari e della Sapienza Università di Roma, con il supporto dell'Igea. Sarà anche rilevata una immagine del sottosuolo ricavata dalla registrazione delle onde sismiche generate artificialmente da una massa vibrante azionata da un apposito veicolo pesante. I dati verranno anche usati per lo studio del rumore Newtoniano del sito in cui è coinvolto anche un gruppo di ricerca del Dipartimento di Fisica dell'Università di Cagliari. Lo scopo di queste due campagne è duplice: quantificare ulteriormente l'eccezionale 'silenziò sismico dell'area, requisito fondamentale all'operatività di Einstein telescope e ricostruire la geologia del sottosuolo, in vista della progettazione del sistema di gallerie che potrebbero ospitare ET.«Crediamo molto in questo progetto. E' un modo per far rivivere la miniera e di dare un futuro a questo territorio», dice il lulese Luca Loddo. Ovviamente ci credono i ricercatori per tantissimi motivi. «Sarebbe un centro all'avanguardia a livello mondiale - sottolinea Alessandro Cardini, Istituto nazionale di fisica nucleare, di Lodi ma ormai sardizzato - l'attività di ricerca sarebbe di primissimo ordine con un impatto tecnologico notevole». Gli fa eco Gilberto Saccorotti collega dell' Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Pisa impegnato con il suo team a installare le 15 stazioni sismometriche. «Ce la metteremo tutta per convincere che questo è il sito più adatto. Sarebbe davvero un bel risultato di cui in questo momento non si percepiscono bene i vantaggi sia sul lato dei risultati della ricerca che per quanto riguarda la crescita economica. Realtà dove sono stati fatti investimenti simili lo dimostrano ampiamente» .Un nuovo tassello dunque in attesa di centrare l'obiettivo finale.
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