Tra planning operatorio e strategie chirurgiche di revisione
Mario Frongia
Domani, venerdì 18 settembre, dalle 17, si svolge il webmeeting nazionale sul tema “Il ruolo della ricostruzione e della stampa 3D nel planning operatorio e nelle strategie chirurgiche di revisione protesica”. I lavori sono coordinati da Antonio Capone, il comitato scientifico è curato da Giuseppe Marongiu. L’evento rientra nel programma formativo 2020 dell’Air (Associazione italiana di riprotesizzazione) ed è patrocinato dalla Società Italiana di ortopedia e traumatologia. Relazioni e moderazioni vengono svolte da specialisti quali Alessandro Massè (Torino), Pietro Cavaliere (Messina), Antonio Campacci (Verona), Francesco Benazzo (Pavia/Brescia), Stefano Giannotti (Siena), Francesco Traina (Bologna), Giuseppe Porcellini (Modena), Giuseppe Solarino (Bari), Raffaele Russo (Napoli) e Giovanni Pignatti (Palermo). Il dibattito avrà per oggetto le esperienze degli specialisti nella pianificazione preoperatoria, nella scelta del tipo di impianto acetabolare in relazione al tipo di difetto osseo. La definizione di appropriate linee guida di diagnosi e trattamento della revisione acetabolare è uno dei capitoli chiave dell’appuntamento.
Tecnica protesica, materiali e innovazione
“Il webmeeting nasce dall’esigenza di poter continuare a svolgere anche in questo periodo l’attività di formazione e aggiornamento dei medici ortopedici. Tra gli argomenti della riunione - spiega il professor Capone, presidente dell’evento e dell’Air - dibatteremo dell’utilizzo delle moderne tecniche di ricostruzione e della stampa 3D nel planning operatorio e nelle strategie chirurgiche nella revisione protesica delle articolazioni d’anca e di spalla”. Un confronto a tutto campo con alcuni dei principali esperti della materia in ambito nazionale. Occasione imperdibile per gli specialisti isolani e per quelli in formazione. “La percentuale di fallimento a quindici anni delle protesi articolari è in media del 10 per cento ed è causata da una progressiva usura delle superfici articolari. La produzione di detriti, di polietilene o metallo, determina la comparsa del fenomeno di osteolisi periprotesica il cui esito finale è la mobilizzazione e il fallimento delle componenti protesiche, e la perdita di patrimonio osseo”.
Indagini strumentali sofisticate e immagini in 3D
“Le indagini strumentali sono importanti per identificare precocemente la causa del fallimento e programmare l’intervento chirurgico. Attualmente - precisa Antonio Capone, direttore della clinica Ortopedica e traumatologica; dipartimento Scienze chirurgiche, Università di Cagliari - l’utilizzo di moderni software di segmentazione modellazione 3D, che sfruttano le immagini derivanti dall’esame Tac, consente di rimuovere gli artefatti determinati dalle componenti protesiche metalliche e di ottenere una ricostruzione tridimensionale dei difetti ossei, fedele all’anatomia del paziente”. Il dottor Marongiu, ricercatore e segretario alla presidenza Air, rimarca un aspetto chiave: “La collaborazione con i colleghi del dipartimento di Ingegneria biomedica ci ha consentito di stampare in 3D con moderne tecnologie di manifattura additiva il segmento osseo che deve essere ricostruito per poter simulare le varie tecniche chirurgiche. Con questo processo si realizza un protocollo di trattamento specifico per il paziente (Pst) che riduce tempi chirurgici e complicanze post-operatorie. La tecnica di ricostruzione articolare prevede l'impiego di trapianti ossei, di componenti protesiche modulari o protesi custom specifiche per gravi difetti ossei”.