L’irrisolta questione dell’identità turca, in Mariano Giustino (a cura di), Benvenuta Turchia! L’adesione, all’alba di una nuova Europa

MELIS, NICOLA
2011-01-01

Abstract

Col multiculturalismo ottomano e la sua concezione universalista il sentimento di appartenenza sociale e di fedeltà politica si traduceva in fedeltà al sultano con l’idea di multinazionalità, cioè di fusione di popoli in un insieme unitario. Solo nell’ultimo quarto del XIX secolo si cominciò a parlare di turchi come di nazione con spazio territoriale proprio. Con le Guerre balcaniche (1912-13) vi fu una svolta e fu abbracciata l’ideologia nazionalista secondo l’aggressivo modello germanico. Le sconfitte militari successive, culminate con la fine della Prima guerra mondiale, rafforzarono quella impostazione. Nel 1923 vi fu la proclamazione della Repubblica di Turchia con Mustafa Kemal Atatürk, che la rimodulò. Nel periodo postbellico iniziò il cammino della turchizzazione dell’Anatolia. Col Patto nazionale si parlò di parti abitate da «maggioranza ottomana musulmana» come un tutto che non poteva essere scisso e si assicurava il rispetto dei diritti delle minoranze. Al Patto seguì il Trattato di Losanna (1923) con una disciplina sulle minoranze che divenne una fonte giuridica fino ad oggi. Ma il richiamo alla Società delle Nazioni rende tale disciplina obsoleta e non adeguata agli odierni standard internazionali. Essa fa riferimento a minoranze non islamiche: armeni, greci ed ebrei; e quelle escluse dal Trattato si videro costrette a celare la propria identità non turchizzata e la propria lingua nel contesto di una politica etnorazziale «alla tedesca», di un nazionalismo di matrice laica, statalista, turcofona e sunnita. Curdi, Armeni, Ebrei, minoranze turcofone e balcaniche e, minoranza tra le minoranze, gli alevi (eretici di estremo sciismo): nella concezione repubblicana vi è stata assimilazione forzata e il non riconoscimento di tutte le minoranze islamiche non turche e non sunnite e cioè la sunnizzazione forzata. Ma tutto sta cambiando. La «questione curda» ha cessato di essere un tabù. Anche la «questione armena» comincia ad essere dibattuta in modo più obiettivo e l’omicidio di Hrant Dink, intellettuale armeno di Turchia, avvenuto nel 2007, ha segnato una svolta nel dibattito sul Genocidio. Da allora sono stati fatti numerosi passi in avanti nella tutela delle minoranze. Il processo di adesione all’UE è stato un potente catalizzatore di tale mutato atteggiamento.
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Esperti anonimi
Melis, Nicola
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