Agire sul costruito, tra esigenze di trasformazione e ostacoli normativi

Ladu M.
;
2020-01-01

Abstract

La definizione di principi, approcci e metodi per agire sul costruito costituisce da secoli una questione di grande rilevanza che richiama a ragionare su quale rapporto la disciplina della tutela, della progettazione architettonica e della pianificazione urbanistica debbano instaurare con le testimonianze tangibili e intangibili del passato. Si tratta di un tema spesso ricondotto all’interno della dialettica antico-nuovo, sviluppatasi su due quesiti fondamentali: cosa dobbiamo conservare e perché; come dobbiamo conservare. In Italia, la disciplina della conservazione del patrimonio costruito storico è stata caratterizzata da approcci differenti e continua ad essere ancora oggi materia di grande discussione per ragioni di tipo culturale, sociale, economico e ambientale. La consapevolezza circa l’importanza di perseguire modelli di sviluppo sostenibile anche attraverso la realizzazione di progetti architettonici in grado di limitare gli impatti ambientali, di rispondere alle nuove esigenze abitative legate agli stili di vita contemporanei e di garantire la qualità degli ambienti urbani, richiede sempre più l’introduzione di politiche orientate a promuovere e guidare la trasformazione del patrimonio edilizio esistente, dai nuclei antichi alle espansioni più recenti. Il tema è particolarmente rilevante se si considera che il Paese è investito dal fenomeno dell’urban shrinkage, ossia da quell’insieme di dinamiche che concernono non solo un significativo calo demografico ma anche una sovrabbondanza di manufatti edilizi vuoti e obsoleti che richiedono la definizione di strategie di riuso del costruito e di rigenerazione dei contesti alle diverse scale. Dopo una prima presentazione delle caratteristiche della produzione edilizia presente nel territorio italiano, il contributo si sofferma sui contenuti dei più recenti testi normativi che, in molti casi, sembrano non considerare le nuove esigenze scaturite dai grandi cambiamenti intercorsi negli stili di vita e nei modelli abitativi, rallentando di fatto il perseguimento degli obiettivi di qualità architettonica, abitativa e ambientale, oltre a frenare gli investimenti e un intero mercato da sempre strategico per la tenuta economica del Paese.
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