Dipartimento di Lettere, Lingue e Beni Culturali

Prof. Antonello Mura

Professore associato

tel. n. 070-6757377/ cell. n. 3496664796

e-mail amura@unica.it

 

CURRICULUM DEGLI STUDI E PROFESSONALE

 

 

Reference: orcid.org/0000-0003-3470-1916

 

   

 

 

 

ATTIVITÀ UNIVERSITARIE

 

 

1.   Linee di ricerca scientifica

1.1. Premessa

 

Le linee di ricerca sviluppate nel corso dell’attività accademica si originano, almeno in parte, dalle esperienze professionali precedenti all’assunzione dell’attuale ruolo di ricercatore universitario e sviluppano gli interessi di ricerca connessi alle esperienze professionali illustrate nella prima parte del presente curriculum e già evidenziati, allora, con qualche pubblicazione. In particolare, si fa riferimento, da un lato, alle esperienze maturate nel corso dei tredici anni di insegnamento nella scuola dell’obbligo nel ruolo del sostegno e ai diversi incarichi assunti e svolti in seno all’Amministrazione Scolastica e, dall’altro, alla parallela attività di consulente pedagogico presso i Servizi Educativi Territoriali svolta per altrettanti anni e rivolta principalmente ai temi della disabilità e della formazione extrascolastica. È infatti in relazione alle due macro aree della formazione e dell’integrazione scolastica e della formazione e dell’integrazione extrascolastica che si è principalmente orientato e sviluppato l’impegno di ricerca scientifica. La demarcazione delle due aree testé indicate assume però un valore puramente indicativo, che se esasperato non riesce a render conto dell’impegno di ricerca posto in essere, oltre che dello svolgersi dei processi formativi e dell’impegno educativo, che per giungere a buon fine necessitano di un continum fra i due contesti. In tal senso deve essere letta la costante tensione di chi scrive a ricercare gli elementi di riflessione speculativa e teorica, da un lato, e pratico-esperienziali, dall’altro, che interagiscono nell’esperirsi dell’atto educativo e didattico, sia che esso si realizzi in contesti istituzionali, sia che esso si realizzi nei contesti meno formali.

 

1.2. Sintesi dei principali temi e progetti di ricerca realizzati

1.2.A.    Famiglie e associazionismo

Il primo progetto di ricerca attivato nell’anno 2002, e tuttora in fase di svolgimento, ha assunto come oggetto d’indagine l’associazionismo familiare, con particolare riferimento alle famiglie ove presente un componente (figlio/a) interessato da disabilità. La ricerca supportata dallo studio della bibliografia nazionale (sul tema molto esigua) e internazionale e da un’indagine empirica realizzata mediante un questionario distribuito sull’intero territorio nazionale ha consentito d’indagare una realtà poco nota, costituita da due sottoinsiemi sociali, le famiglie e i volontari, facendo emergere come le associazioni assolvano a compiti educativi che trascendono le risposte contingenti, per aprirsi ad esplicite funzioni auto-formative ed etero-formative, nei confronti del singolo individuo (genitore, volontario, disabile), della famiglia e dell’intero corpo sociale. Le famiglie attraverso la loro costituzione in associazioni dimostrano che di fronte alle esigenze speciali e alle difficoltà poste dall’educazione della persona interessata da disabilità hanno saputo intenderne e comprenderne i bisogni e le ragioni esibendo un impegno educativo e una potenzialità formativa che va oltre ogni spontaneismo e si configura come una specifica expertise pedagogico-didattica. Analizzando le ragioni e gli scopi che inducono le famiglie a costituirsi e mobilitarsi come associazioni e le pratiche (attività, strategie, didattiche) poste in essere al loro interno, ma fondamentalmente proiettate verso il sociale e quindi all’esterno, si sono potute evidenziare alcune regolarità formalizzabili (intenzionalità educativa – attività di progettazione- realizzazione di attività- attività di valutazione) che lasciano chiaramente intendere l’indubbia caratterizzazione pedagogica delle azioni svolte dai familiari e dai volontari. Simili risultati consentono di superare definitivamente la residuale e anacronistica concezione che considerava le associazioni come fenomeno sociale marginale e sollecita l’attenzione scientifica e culturale, oltre che quella politica, perché la ricaduta formativa del loro operato e la loro espertise si possa inscrivere a pieno titolo nel disegno formativo di rete a cui oggi, in maniera sempre più irrinunciabile, sono chiamati a concorrere i diversi attori sociali. Le risultanze della prima fase di ricerca, assai più ampie di quanto sinteticamente prospettato, hanno dato luogo ad un volume dal titolo “Associazionismo familiare handicap e didattica”, pubblicato da Franco Angeli nell’anno 2004 e a due articoli pubblicati sulla rivista Gulliver ErreessE” nell’anno 2006 con il titolo Associazionismo e disabilità: l’expertise educativa delle famiglie, I e II parte.

A partire dai suddetti esiti di ricerca, nell’anno 2005 si è avviato un approfondimento della stessa che ha evidenziato i processi trasformativi avvenuti all’interno dei contesti associazionistici a partire dagli anni ’70, lasciando emergere come agli alti livelli di competenza educativa, sociale e sanitaria maturata al loro interno faccia riscontro un riconoscimento sociale e politico sempre più evidente, che le considera orami a pieno titolo soggetti del nuovo welfare societario. Nel sottolineare come le associazioni abbiano concorso in maniera determinante al riconoscimento di identità, dei diritti e dell’autonomia delle persone in situazione di disabilità si evidenziato il contributo trasformativo che esse hanno arrecato alla costruzione di nuovi comportamenti e consapevolezze nella sfera pubblica e nei modelli di cittadinanza. Con prospettiva pedagogica, si è osservato come le associazioni abbiano contribuito alla affermazione di quel modello di politiche sociali denominato welfare state, ma nel fare ciò siano anche divenute artefici più o meno consapevoli del suo superamento a favore del modello che oggi, non senza fraintendimenti, definiamo di welfare society. La ricerca ha fatto emergere come questo passaggio evidenzi alcuni nodi critici, che mettono a rischio la possibilità per le associazioni di conservare il loro ruolo propulsivo di innovatori, costruttori e vitalizzatori della vita democratica, rischiando di farle scivolare verso la più generica schiera di organizzazioni dell’imprenditoria sociale. Il percorso e le risultanze di questa seconda fase di ricerca ha prodotto un saggio dal titolo Tra welfare state e welfare society: il contributo culturale e sociale dell’associazionismo al processo di integrazione delle persone disabili, pubblicato in un volume collettaneo curato da Andrea Canevaro, e due articoli pubblicati sulla rivista “Gulliver ErreessE”, rispettivamente intitolati, Tra storia e attualità: l’Associazione Nazionale famiglie di persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale (2007) e Un percorso lungo quasi un secolo: il contributo dell’associazionismo tra “vecchie” e “nuove” istanze di cittadinanza (2008). Il saggio pubblicato nel volume curato da Canevaro, oltre che rispondere agli interessi personali di ricerca già evidenziati, corrisponde anche ad esigenze di ricostruzione storica del percorso d’integrazione che il curatore del volume ha voluto affrontare e concordare attraverso un apposito piano di ricerca con i componenti del gruppo dei pedagogisti speciali aderenti alla SIPED, di cui chi scrive è membro.

La ricerca sulle realtà associazionistiche è stata ulteriormente approfondita per quanto concerne il contributo offerto alla realizzazione del processo di integrazione in Italia sia in relazione alle implicazioni politico-sociali sia agli aspetti pedagogici, con attenzione agli effetti globali di emancipazione sociale collettiva e di promozione individuale della persona in situazione di disabilità, in un saggio che ha avuto come titolo Famiglie e associazionismo: il contributo al processo di integrazione nell’ultimo mezzo secolo (2009) e che è stato pubblicato in un volume collettaneo curato da Marisa Pavone.

Senza rinunciare all’approfondimento, ma nel contempo portando elementi di sintesi del lavoro decennale di ricerca sul fenomeno associazionistico è stato pubblicato sulla rivista Alter un saggio intitolato The associations for disabled people in Italy: a pedagogical exploration (2014). L’articolo, in lingua inglese, offre ai ricercatori stranieri una panoramica sugli studi e sulle ricerche condotti da chi scrive sul fenomeno italiano delle associazioni di persone disabili e dei loro familiari attraverso un’analisi storico-sociologica, da una parte, e pedagogica, dall’altra. Il lavoro evidenzia il ruolo di advocacy svolto dalle associazioni fin dal loro primo costituirsi e il loro contributo pubblico alla determinazione degli eventi storici e politici che a partire dagli anni ‘70 hanno contraddistinto la via italiana dell’integrazione scolastica e sociale. Lo sguardo pedagogico con cui si analizza il fenomeno associazionistico si innesta nel processo culturale di valorizzazione della genitorialità e consente di superare i pregiudizi che certa letteratura, di matrice sociologica e psicodinamica, aveva generato circa le condizioni delle famiglie delle persone disabili. In tal modo, si coglie il contributo fondamentale delle associazioni sia nella riorganizzazione dei servizi alla persona che nella realizzazione di spazi di accoglienza, arricchimento relazionale, stimolo culturale e organizzativo nello sviluppo e nella promozione del processo di integrazione delle persone disabili. A partire dalle necessità di questi ultimi, risulta altrettanto evidente il ruolo di soggetto promotore di senso civico e innovatore progettuale per l’intera società.

1.2.B.    Deficit mentale e processi diagnostici

Il secondo tema di ricerca ha avuto come oggetto d’indagine la disabilità intellettiva e si è originato dalle ripetute esperienze di insegnamento con bambini interessati da ritardo mentale e dai rapporti di consulenza e di scambio con i genitori e gli operatori socio-sanitari. Assumendo una visione “ecologica” rispettosa del dialogo fra scienze tra loro differenti, peraltro sottesa al sistema di Classificazione internazionale del Funzionamento, della disabilità e della Salute ( – ICF -OMS 2001), senza pretese di ricostruzione storica, ho avviato uno studio che evidenzia come fin dal ‘700 l’identificazione della disabilità mentale si sia svolta in un clima di ibridazioni disciplinari che, pur liberandola dal più ampio contesto della malattia mentale, non ha consentito una definizione diagnostica univocamente condivisa neanche se si fa riferimento ai più noti criteri di riferimento internazionali (ICD-10/DSM4). La contaminazione iniziale dei saperi interrotta dall’articolarsi e complessizzarsi delle singole scienze agli inizi del ‘900 ha lasciato supporre a queste ultime, talvolta con eccessiva enfasi, che la condizione della disabilità intellettiva possa essere ricondotta e chiarita sulla base di un paradigma scientifico-culturale di carattere biomedico (rinforzato in particolare nell’ultimo ventennio dagli studi neuroscientifici e dal supporto delle più moderne tecniche e tecnologie di ricerca scientifica). Ma l’analisi attenta del problema rinvia a spiegazioni più articolate che evidenziano la complessità della persona umana e la sua irriducibilità ad approcci parziali, siano essi medico scientifici o psico-terapeutici. Dallo studio emerge come appaia riduttiva qualsiasi idea che consideri la disabilità intellettiva come uno stato di malattia da cui guarire o una condizione dell’esistenza da modificare a favore di un percorso di “normalizzazione”. Sembra piuttosto che la scienza debba rinunciare alla presunzione di rompere l’unità originaria della persona (disabile o meno) per disporsi, strumentalmente al suo servizio. In tal senso, la prospettiva biopsicosociale a cui si ispira l’ICF apre ad una moltitudine di interrelazioni scientifico-culturali utili a ridurre la situazione di handicap della persona interessata da disabilità intellettiva e sembra far propria una quota rilevante del sapere e degli orientamenti che hanno contraddistinto la pedagogia speciale fin dalla sua nascita. Le risultanze del lavoro di ricerca hanno dato luogo ad un articolo dal titolo “Disabilità intellettiva: tra integrazione dei saperi e riunificazione della persona” in “L’integrazione scolastica e sociale” 3/5 Erickson Trento, 2004.

La problematica della disabilità intellettiva viene recentemente ripresa e ulteriormente approfondita in ottica epistemologica, con particolare attenzione agli aspetti storico-scientifici, per mettere in evidenza l’origine e le ragioni dei più attuali sviluppi tematici ed delle prospettive inclusive in un ulteriore lavoro dal titolo Pedagogia speciale e disabilità intellettiva. Cenni storici, ricerca e prospettive inclusive (2016), pubblicato in Storia della Pedagogia speciale. L’origine, lo sviluppo, la differenziazione, a cura di Piero Crispiani, ETS.

Pur essendo il tema differente, si inserisce in questo filone di studi, per comune prospettiva d’approccio, il lavoro d’indagine che ha avuto come oggetto di ricerca la complessità e l’evoluzione della diagnosi clinica. Lo studio a partire dall’analisi di alcune biografie e testimonianze di persone con disabilità, dei loro familiari e degli operatori sanitari fa emergere come la comunicazione di una diagnosi rappresenti un evento altamente traumatico nella vita di una persona e della sua famiglia e come il tempo e lo sviluppo delle conoscenze scientifiche abbiano scarsamente inciso, rispetto al passato, nel considerare disabili e familiari ­­interlocutori privilegiati, capaci di contribuire al processo diagnostico, piuttosto che ritenerli, talvolta nel modo più drastico, meri destinatari. Dalla ricerca risulta evidente che nel nostro Paese sono in atto differenti iniziative di studio, di ricerca, e di formazione dei professionisti sul tema della prima comunicazione diagnostica, ma esse appaiono ancora troppo spesso ad indirizzo settoriale, promosse da singoli ricercatori, enti o associazioni, scarsamente diffuse sul territorio e poco condivise nella progettazione dei risultati. L’impegno verso cui tendere deve invece indirizzarsi maggiormente nella direzione recentemente indicata e sintetizzata dall’ICF, che richiama l’esigenza di una convergenza pluridisciplinare e mu­lti­pro­fe­ssionale a supporto di un sistema complesso ed integrato di interventi, entro i quali la competenza pedagogica risulta essere fondamentale. Le risultanze del lavoro di ricerca sono state pubblicate sulla rivista l’”Integrazione scolastica e sociale” con un articolo intitolato Tra passato e presente verso il futuro: i genitori di fronte alla diagnosi (2008).

1.2.C.   L’Orientamento formativo: società e scuola

Come evidenziato in premessa, senza cedere ad una dialettica che troppo spesso per esigenze organizzative e didattiche più che culturali e scientifiche separa arbitrariamente i temi dell’educazione e della formazione disponendoli in relazione ai contesti scolastici ed extrascolastici piuttosto che al continuum pedagogico che dovrebbe caratterizzare ogni percorso di crescita e formazione è stato affrontato lo studio e la ricerca che ha avuto come oggetto l’Orientamento formativo. L’interesse per tale tema di ricerca prosegue un lavoro già avviato, che affonda le proprie radici in pregresse esperienze e lavori scolastici (l’incarico come Coordinatore di Area, ai sensi dell’O.M. 350/94 M.P.I., per la realizzazione di un progetto di sperimentazione metodologico didattica per la riduzione della dispersione scolastica nella scuola dell’obbligo, nell’area di Mogoro-Masullas, che ha dato luogo ad una ricerca non pubblicata sul tema della Dispersione Scolastica, ma depositata agli atti della scuola sede di servizio, a.s. 95/96) ed extrascolastici (le molteplici esperienze di orientamento maturate nell’ambito dei Servizi Educativi Territoriali. Una di esse particolarmente significativa è stata riportata peraltro riportata da chi scrive in un articolo titolato: Un’esperienza di servizio sociale: il Servizio Educativo Minori del Comune di Gonnosfanadiga, -1995-). A tali attività pregresse, in ambito universitario si è integrata l’esperienza di coordinamento di una “Commissione Paritetica scuola-università” prevista dall’Università di Cagliari nell’ambito del progetto d’Ateneo denominato “Percorsi di Orientamento” e gestito dal Centro di Orientamento d’ Ateneo. Il progetto si è inserito nell’ambito del “Programma Operativo Nazionale per le Regioni dell’Obiettivo 1”- Ricerca Scientifica, Sviluppo tecnologico, Alta Formazione 2000-2006.

Le esperienze maturate sul terreno empirico hanno dunque suscitato in chi scrive l’esigenza di un approfondimento teorico e di un più ampio disegno di ricerca sull’Orientamento. Tale ricerca è stata “messa a punto” e realizzata con la collaborazione dei Dipartimento di Scienze Pedagogiche e Filosofiche dell’Università di Cagliari. A correzione dell’immagine diffusa di scarsa pregnanza culturale ed educativa che il tema dell’orientamento formativo ha spesso assunto nelle pratiche educative istituzionali si è provveduto allo studio e all’analisi dei principali quadri teorici e delle declinazioni operative che si sono snodate nel corso del xx secolo. Sulla base di tale indagine che ha assunto un carattere critico-radicale ne è risultato chiarito il concetto di orientamento come categoria educativa e pedagogica di primaria importanza, pienamente compatibile e intimamente connessa a tutte le età e con la formazione complessiva della persona. Di qui l’esigenza di una prospettiva pedagogica capace di resistere alle tentazioni tecno-economiciste e neo-funzionalistiche di un’epoca ad accelerata velocità di cambiamento, i cui processi di mutamento storico-sociali sembrano sempre meno capaci di coniugare le finalità di promozione e di realizzazione individuale con quelle sociali, eticamente orientate e democraticamente riconosciute.

In tale prospettiva, l’apporto di chi scrive, oltre che rivolto alla cura complessiva del volume collettaneo che è derivato dalle risultanze di ricerca, si è espresso attraverso due saggi. Il primo, titolato “Orientamento formativo e azione didattica”, ha prestato particolare attenzione al nesso esistente tra orientamento e cambiamento sociale e all’intimo legame che si stabilisce tra le strutture preposte alla formazione e all’orientamento (primi fra tutti i luoghi istituzionali) e le professionalità, attraverso la mediazione dei principi di riferimento, dei contenuti culturali veicolati e delle metodologie utilizzate. La dimensione didattica dell’insegnamento scolastico e universitario è risultata il luogo privilegiato d’indagine e di riflessione scientifico-culturale sulle modalità con cui agevolare (sarebbe meglio dire garantire) l’autonomia e la realizzazione individuale e pertanto la piena partecipazione sociale. Con la stessa ottica, ma con riferimento alla condizione della persona interessata da disabilità, e stato elaborato il secondo saggio titolato “Orientamento formativo e disabilità: famiglia, scuola, lavoro”. Il tema dell’orientamento in relazione alla persona interessata da disabilità ha presto evidenziato alcune peculiarità legate storicamente al clima di pregiudizio e a una concezione “essenzialista” e “fissista” che, presente nelle prime concezioni dell’orientamento (quella parsoniana in particolare), sembrano accompagnarsi e potersi ascrivere – per quanto concerne il “senso comune”, ma anche per un certo periodo scientifico-letterario – anche all’immagine stigmatizzata e categorizzata di chi è interessato da una disabilità. Ciò si pone in conflitto con l’idea di orientamento formativo intesa come percorso di protagonismo attivo della persona disabile nella costruzione di un proprio e autonomo progetto di vita. Nel percorso di ricerca, è dunque derivata l’esigenza di svincolarsi dai condizionamenti sociali e culturali e rendere esplicito che nessun processo di orientamento formativo può essere realizzato se la persona disabile, al pari di quella “normodotata”, sebbene gravata da maggiori ostacoli, non ha la possibilità di costruire nella quotidianità di tutte le occasioni di vita (famiglia, scuola, lavoro) capacità e autostima sufficienti per porsi degli obiettivi, per conseguire successi, ma anche per affrontare difficoltà e insuccessi. Gli esiti di ricerca cercano di fornire possibili indicazioni affinché il percorso di orientamento nei tre ambiti considerati, famiglia, scuola, lavoro, ma si può dire “società” nel suo complesso, possa avvenire in modo graduale, passando necessariamente dalle prime forme di etero-orientamento a quelle di auto-orientamento. Gli esiti complessivi del lavoro di ricerca sono disponibili nel volume curato dallo scrivente e titolato “L’Orientamento Formativo. Questioni storico-tematiche, problemi educativi e prospettive pedagogico-didattiche”, Franco Angeli, 2005. Ulteriori approfondimenti del tema di ricerca, con particolare riferimento all’ambito scolastico e al ruolo degli insegnanti, sono rappresentati nell’articolo Scuola, orientamento formativo e disabilità: spunti per una riflessione pedagogico-didattica, contenuto in un più ampio lavoro collettaneo sul tema Disabilità integrazione e competenza curato da L. D’Alonzo e pubblicato in numero monografico della rivista “Dirigenti Scuola” (2006) e nel saggio Orientamento formativo e disabilità: dalla teoria alle pratiche d’aula, contenuto nel volume, Qualità della didattica, qualità dell’integrazione “Dal dire al fare”, curato da N. Serio, e P. Moliterni.

1.2.D.   Le professioni educative

Particolare significato ed importanza per l’attività di ricerca scientifica nelle due macro aree inizialmente menzionate nella premessa ha assunto la partecipazione, in qualità di Componente esterno dell’Università di Cagliari, al Laboratorio di Scienze delle Professioni Educative, che si è costituito nel 2003 presso il Dipartimento di Economia Istituzioni e Società dell’Università degli Studi Sassari. Il laboratorio, coordinato dal professor Paolo Calidoni, si configura come un Centro Studi inerente le discipline pedagogiche e psicologiche e s’inserisce nel solco della riflessione nazionale e internazionale sulla riconfigurazione epistemologica delle scienze dell’educazione. In particolare esso è finalizzato a sviluppare attività di ricerca e studio nel campo: della pedagogia generale e sociale, della psicologia sociale, della didattica, della pedagogia speciale e delle discipline storico educative.

Le attività svolte in seno al gruppo di lavoro, conformemente agli obiettivi del laboratorio, si sono orientate alla ricerca e all’integrazione pluridiscilpinare degli studi sviluppando un’indagine sui modelli qualitativi di formazione e di intervento delle professioni educative in ambito scolastico ed extrascolastico. Gli esiti del lavoro di ricerca pubblicati in un volume collettaneo, curato da F. Telleri e intitolato “Professioni educative. Esperienze prospettive”, Guerini (2004), delineano «una panoramica delle principali funzioni e rispettivi ruoli dei professionisti dell’educazione allo scopo di definirne una più consapevole identità e di conseguenza una più efficace presenza nel territorio e nelle istituzioni». Il contributo personale al lavoro di ricerca, oltre alla collaborazione nelle differenti fasi di progettazione e realizzazione della stessa, è consistito nella “messa a fuoco” di una significativa (si pensi solo alla sua diffusione sul territorio) quanto particolare (trascurata nella formazione) professionalità educativa “L’ animatore socio-educativo” ed confluito in un saggio dal medesimo titolo. Gli esiti del lavoro di ricerca hanno consentito di ricostruire una breve sintesi storica sull’evolversi della figura dell’animatore socio-educativo evidenziando, non sempre con posizioni univoche, come essa sia sotto il profilo teorico che prassico possa sistematizzare il proprio agire professionale all’interno di una prospettiva educativa. In tal senso l’indagine ha consentito di prospettare metodologie, saperi e competenze che ne contraddistinguono l’azione in relazione all’eterogeneità degli interlocutori – dai bambini agli anziani – e dei contesti – da quelli ludico ricreativi a quelli socio-educativi e culturali -. La ricerca attraverso un’indagine empirica, di livello nazionale, ha altresì evidenziato l’eterogeneità delle modalità di formazione di detta figura professionale fino a prospettare un vero e proprio stato di inadeguatezza culturale ed organizzativo che contribuisce in modo significativo all’indeterminatezza e al misconoscimento del profilo culturale e professionale dell’animatore. È così emersa l’esigenza di riqualificarne il ruolo e la funzione affrontando il nodo della formazione, con una consapevolezza differente da quella istituzionalmente veicolata fino ad oggi. Sulla base infatti di una speculazione interessata a comprendere fino in fondo le ragioni della sua presenza e del suo agire sociale si è pervenuti all’evidenza che una professionalità così articolata e complessa non possa che reclamare un percorso formativo e autoformativo altrettanto articolato e complesso sul piano teorico e pratico-operativo e al quale non può che corrispondere un livello di formazione superiore e quindi universitario, del quale nella fase conclusiva della ricerca è stato prospettato un possibile modello.

Seppure elaborati in un gruppo scientifico completamente differente, costituitosi presso l’Università di Cagliari, in occasione dello svolgimento dei Corsi per il conseguimento del titolo di specializzazione per il sostegno di cui alla L. n°143 del 4 giugno 2004 e al D.M. 21 del 9 febbraio 2005, i saggi rispettivamente titolati Tra passato e presente: l’identità professionale dell’insegnante specializzato (2007) e Insegnamenti, laboratori, tirocinio indiretto (2007) possono ricondursi all’interesse di ricerca dello scrivente per la formazione iniziale e continua delle professioni educative. Inseriti in un più ampio progetto di ricerca, maturato durante lo svolgimento dell’esperienza formativa anzidetta, e documentato nel volume Formazione continua e Ricerca nell’Università, curato da A. Leone e G. Moretti, i due saggi rispondono a due esigenze differenti.

Il primo, collocato nell’ambito della riflessione teorica proposta dalla prima parte del volume, delinea il costituirsi storico del profilo professionale dell’insegnante specializzato facendo riferimento al pensiero e all’opera di alcuni “padri fondatori” della pedagogia e della didattica speciale. Presta successivamente attenzione al ‘900 per evidenziare come al sorgere e allo svilupparsi di un ricco e fecondo pensiero pedagogico speciale d’inizio secolo non sia corrisposta, almeno fino agli anni ‘70, un’iniziativa istituzionale altrettanto feconda nel riconoscere e valorizzare la figura dell’insegnante specializzato, sarà invece determinate in tal senso l’ultimo quarto di secolo, che legherà indissolubilmente il concetto d’integrazione a quello di tale figura professionale. Si innescano in tal modo una complessità di dinamiche, che se da una parte producono l’accettazione, l’integrazione e la valorizzazione dell’alunno in situazione di disabilità come anche il rinnovamento dei modelli progettuali, organizzativi, metodologici, contenutistici e relazionali delle istituzioni scolastiche, per un altro verso non risolvono la problematica presenza dell’insegnate specializzato che continuerà però ed essere vissuto come presenza precaria problematica dal punto di vista del ruolo interno al sistema scolastico, delle competenze professionali da possedere e persino del riconoscimento sociale. Il saggio fra le pieghe della ricostruzione storica e dell’analisi delle dinamiche fra soggetti e istituzioni cerca di fornire alcune possibili risposte che lasciano intendere perché tale complessa situazione perduri nel tempo.

Il secondo saggio, collocato invece nell’ambito di una ricerca empirica che ha visto come interlocutori d’analisi i circa trecento insegnanti che hanno frequentato il corso di formazione, prende in considerazione la parte della ricerca che indaga la percezione dei corsisti circa la qualità formativa delle lezioni teoriche, dei laboratori specialistici e delle attività di tirocinio indiretto. I risultati dell’analisi appaiono particolarmente interessanti perché esprimono una quota rilevante del giudizio di valore che i corsisti hanno riconosciuto alla qualità dei contenuti e dei processi metodologico didattici e relazionali esperiti nei tre momenti formativi.

Sul tema della formazione dell’insegnanti curricolari e specializzati per il sostegno si sono condotte ulteriori ricerche in occasione dello svolgimento dei corsi di TFA, PAS e Specializzazione per il sostegno, negli anni 2013-2014-2015 indagando la percezione degli insegnanti in formazione circa le problematiche inerenti ai processi d’inclusione, da una parte, e il portato della Pedagogia e della Didattica Speciale nei processi formativi dell’insegnanti e nell’azione professionale degli stessi, dall’altra. Gli esiti sono stati pubblicati nei seguenti lavori di ricerca: Scuola Secondaria, formazione dei docenti e processi inclusivi: una ricerca sul campo, in Journal of Special Education for Inclusion, n. 2/2014, pp. 175-190; in collaborazione con A. L. Zurru, Inclusão Escolar: a perspectiva italiana analisada em estudo sobre a percepção de professores in, Currículo sem Fronteiras, v. 16, n. 2, p. 364-375, 2016; Riqualificare i processi inclusivi: un’indagine sulla percezione degli insegnanti in sostegno in formazione, in L’integrazione scolastica e sociale, 15/2, pp. 150-160, Erickson, Trento, 2016. A fare da cornice teorica e orientamento culturale alle suddette ricerche, con particolare approfondimento circa le dimensioni pedagogiche e didattiche che innervano la formazione e la professionalità dell’insegnante specializzato per le attività di sostegno, nel 2016 è stato pubblicato il volume L’insegnante specializzato. Itinerari di formazione per la professione, curato da chi scrive con Lucia de Anna e Patrizia Gaspari. Tra i diversi contributi, il testo contiene tre capitoli di chi scrive. Il primo, Pedagogia e Didattica dell’inclusione: i temi della formazione, affronta la problematica dell’educabilità della persona umana e della valorizzazione delle diversità con particolare attenzione agli aspetti linguistici che caratterizzano il discorso pedagogico speciale e al ruolo che la scuola svolge nel processo di emancipazione individuale e sociale. Nel secondo capitolo, L’insegnante specializzato: radici e ali, il ruolo dell’insegnante specializzato viene indagato in relazione sia alle questioni storiche sia alle problematiche attuali, mettendo in risalto le difficoltà e le possibili evoluzioni di una professionalità delicata e complessa. Nel terzo capitolo, scritto in collaborazione con A.L. Zurru, Disabilità: modelli interpretativi e processi inclusivi, attraverso la “lente” della pedagogia speciale viene condotta l’analisi delle principali classificazioni internazionali dello sviluppo umano e della disabilità e dei diversi modelli interpretativi, mettendone in evidenza i limiti e la necessità di una rilettura pedagogicamente e antropologicamente connotata.

Sempre in tale ambito di ricerca si colloca l’articolo curato da chi scrive e da F.Salis, titolato Un’esperienza transnazionale di integrazione (2005), ha origine da una significativa esperienza di integrazione transculturale della disabilità realizzata nell’ambito di un progetto Comenius elaborato e sviluppato fra tre scuole primarie europee e finalizzato all’individuazione di stili e strategie d’integrazione. La prima parte, elaborata dallo scrivente, attraverso uno sguardo aperto agli scenari formativi prospettati dai principali documenti internazionali sulla formazione e uno sguardo retrospettivo sulla pedagogia speciale e alcune considerazioni sul rapporto tra didattica e educazione, intende fornire elementi di riflessione utili a stabilire un continum fra le modalità di insegnamento integratrici esperite nella “quotidianità” del fare scuola (comprese le pratiche organizzative) e la ricerca teorica in ambito educativo e didattico. La seconda parte, curata dall’insegnante italiana coordinatrice del progetto, descrive analiticamente lo svolgersi del progetto, supportando il suo dipanarsi con continue riflessioni critiche, che rinviano all’action-research e al pensiero riflessivo, considerate dalla più attuale riflessione scientifica sulla didattica modalità a cui si ispirano le professionalità educative più mature.

Un’ulteriore figura nell’ambito delle professioni educative è rappresentata dall’E-tutor per la disabilità. Si tratta di una professionalità emergente, ma non ancora sufficientemente definita nel ruolo e nelle competenze, oltreché dal punto di vista normativo. In tal senso l’articolo E-tutor esperti nei processi di inclusione: verso un modello per la formazione (2012), pubblicato congiuntamente a Marisa Pavone e collocato all’interno della monografia su rivista curata da Lucia de Anna, in un percorso di ricerca e di riflessione ancora aperto, è finalizzato all’elaborazione di un curricolo di formazione idoneo a definire il profilo professionale dell’e-tutor esperto nei processi di apprendimento e formazione on-line finalizzati, in modo particolare, all’inclusione delle persone interessate da disabilità. L’articolo, senza rigettare elementi di possibile convergenza con la ricerca nazionale e internazionale di settore, evidenzia gli elementi di originalità e specificità che, nell’ambito del progetto FIRB Rete@accessilile: insegnamento-apprendimento e per tutti in un progetto di vita, connotano il profilo dell’e-tutor esperto di processi di integrazione. A partire da una nuova consapevolezza antropo-tecnologica e pedagogico-didattica, che individua nel principio di piena accessibilità la possibilità realizzativa di ciascun essere umano, si sottolineano gli elementi – quali-quantitativi – che segnano valore aggiunto in termini teorici e operativi alle funzioni e alle competenze che la letteratura più nota ha finora ascritto alla figura dell’e-tutor.

1.2.E.    Comunità e disabilità: in cammino verso l’inclusione

            L’ambito oggetto della presente ricerca si presenta vasto e accoglie pertanto riflessioni fra loro differenti che individuano come comune denominatore il ruolo sociale della pedagogia speciale, che in quanto scienza dell’educazione ha interesse a promuovere il cambiamento culturale sviluppando sensibilità e conoscenza diffusa circa la complessità dei bisogni educativi speciali e delle possibili risposte. In tal senso, la riflessione teorica e l’indirizzo per l’azione rappresentano gli strumenti di cui la disciplina dispone per coinvolgere proattivamente tutti gli attori culturali e societari nella progettazione-strutturazione-valutazione di percorsi e ambienti formativi e sociali capaci di promuovere e realizzare ambienti pienamente inclusivi. Devono leggersi all’interno di tale sfondo integratore le attività di ricerca di seguito sinteticamente richiamate. La prima, studiata e concordata con un gruppo eterogeneo costituito da colleghi universitari e da operatori del territorio provenienti da realtà geografiche differenti della penisola, ha dato luogo ad una monografia curata da chi scrive e titolata Dal Bisogno assistenziale all’idea di comunità solidale, che è stata pubblicata dalla rivista “L’integrazione scolastica e sociale” (2006).

A partire dall’indagine, lo studio e la riflessione su esperienze e situazioni differenti [Le prospettive di ricerca per l’integrazione sociale in età adulta (Mura), Il ruolo della famiglia di fronte al ritardo mentale (Caldin-Dainese), Associazionismo e integrazione socio sanitaria (Zurru), Il piano sociosanitario della regione Sardegna (Farneti), Progettazione, intervento e valutazione pedagogica nei servizi socio-sanitari (Lascioli-Mischi), La qualità dei servizi di cura e delle organizzazioni di solidarietà (Alleruzzo)], la ricerca sottolinea la necessita di avviare un percorso di “ripensamento”, ma anche di” “revisione” “integrazione” e “implementazione” di modelli teorici e prassi di intervento, individuando “nuovi soggetti” e “nuove vie” che siano capaci di accompagnare la persona con bisogni speciali nei tortuosi sentieri dell’età adulta e della cittadinanza attiva. Emerge infatti, anche nel nostro Paese, una nuovo sistema di welfare mix che, nel tentativo di delineare e realizzare un sistema integrato di servizi educativi e sociali rivolti alla persona interessata da disabilità, reclama un’ampia condivisione delle concezioni etiche, antropologiche, culturali e sociali implicate nella trasformazione stessa. Ciò è necessario per fugare i numerosi rischi insiti nel processo di trasformazione in atto oltre che per promuovere l’acquisizione e lo sviluppo delle conoscenze e delle competenze diffuse di cui il processo di integrazione necessita e che non possono essere acquisite solo attraverso gli interventi di carattere normativo. Tale consapevolezza emerge nella ricerca come elemento basilare per la riuscita di quell’intreccio di responsabilità civiche ed educative che le più recenti politiche sociali propongono con l’obiettivo di realizzare una comunità più solidale attraverso la partecipazione societaria.

Il secondo tema di ricerca ha assunto come oggetto di studio il problema delle barriere architettoniche. L’analisi per un’intenzionalità precisa non ha voluto svolgere una disamina puntuale ed esaustiva di tutte le possibili problematiche ad esso connesse, quanto invece utilizzare il tema per richiamare l’attenzione sul più ampio problema dell’accessibilità. Lo studio ha così operato una riflessione che, con prospettiva pedagogica, ha evidenziato come le barriere architettoniche siano rappresentative di una pluralità di ostacoli culturali e ambientali che agiscono da freno all’integrazione sociale e alla cittadinanza attiva di milioni di persone e che per essere rimossi necessitano di una nuova cultura della responsabilità civica, dell’impegno culturale della comunità scientifica e di quello politico programmatico di chi ha responsabilità di governo. Il risultato della ricerca è stato pubblicato con un articolo dal titolo Dalle barriere architettoniche all’accessibilità: cultura e formazione intorno ai temi della disabilità sulla rivista “L’integrazione scolastica e sociale”, (2007). Lo studio sulle barriere architettoniche osservato con prospettiva pedagogica, come anticipato, ha presto evidenziato come esso potesse inscriversi nel più ampio tema dell’accessibilità di cui esse sono certamente un elemento importante, ma estremamente parziale rispetto al suo esaurimento. Ne è scaturita l’esigenza di un approfondimento ulteriore di ricerca che attraverso uno studio e la pubblicazione di un saggio intitolato L’accessibilità: considerazioni teoriche e istanze operative (2011), evidenzia come una tematica apparentemente solo tecnica e non immediatamente riferibile alla riflessione educativa, sia invece strettamente connessa alla possibilità di costruire e perseguire un autonomo progetto di vita, in particolare per le persone interessate da disabilità, e si sia utilmente giovata per il suo chiarimento teorico e pratico e delle riflessioni della pedagogia speciale. Il saggio si inserisce in un volume curato da chi scrive, dal titolo Pedagogia speciale oltre la scuola. Dimensioni emergenti nel processo di integrazione (2011), che ospita undici contributi e che a partire dalle ampie e consolidate conoscenze della Pedagogia Speciale, con particolare riferimento alle implicazioni connesse alla conoscenza/applicazione dell’ICF (2001) e della Convenzione Onu (2006) e con un approfondimento critico e costruttivo, individua e affronta le “nuove sfide” o come recita il sottotitolo, le dimensioni emergenti nel processo di integrazione culturale e sociale delle persone interessate da disabilità. Lo studio delle problematiche connesse all’abbattimento delle barriere architettoniche è stato oggetto di approfondimento, di chi scrive, anche sul versante dell’elaborazione didattica di percorsi di formazione. Va in tale direzione lo studio e la partecipazione in qualità di esperto alla realizzazione di alcune fasi di un progetto transnazionale Comenius che ha posto al centro del percorso didattico di tre scuole primarie europee il tema della formazione degli alunni sull’esigenza di abbattere le barriere architettoniche e progettare un mondo senza barriere. I risultati dello studio sono pubblicati sulla rivista internazionale Revista Educacion Inclusiva col titolo Barriere architettoniche e percorsi di inclusione: un’esperienza internazionale nella scuola primaria (2012).

A conclusione di un progetto di ricerca pluriennale volto a ripercorre il dipanarsi delle principali vicende educative, umane e sociali che hanno contrassegnato la storia dell’integrazione scolastica e sociale delle persone interessate da disabilità e il costituirsi scientifico della disciplina che oggi è chiamata Pedagogia Speciale, prospettando per il futuro nuove responsabilità etico-civili e rinnovati impegni scientifico-culturali si è pubblicato il volume Pedagogia Speciale. Riferimenti storici, temi e idee (2012). Il testo delinea due percorsi paralleli, quello delle persone in situazione di disabilità e quello della disciplina, che in una dimensione di ampio e profondo intreccio ineriscono a una delle più complesse e delicate vicende della storia umana: l’accoglienza, il riconoscimento, l’educazione, la valorizzazione e la piena inclusione dei soggetti che, a causa di deficit delle funzioni o delle strutture corporee, fino a circa due secoli fa sono stati esclusi dal consorzio umano.

In una trattazione che cerca di tenere insieme le dimensioni del singolo e della collettività, del locale e del globale, del passato, ma anche del tempo presente e di quello futuro, si intrecciano costantemente tematiche fondamentali quali i rapporti tra l’educazione e l’educabilità dell’uomo, il pregiudizio e la cultura, la dignità umana e il diritto, l’esclusione e l’inclusione, l’epistemologia e le prassi, l’utopia e la realtà. Attraverso il filo d’Arianna dell’educazione e dell’educabilità dell’essere umano, ma anche quello meno visibile del pregiudizio e delle resistenze che stentano a scomparire, nei capitoli iniziali del volume, si “rileggono” personaggi noti e meno noti, che hanno offerto un contributo culturale e civile singolare e originale rispetto alle autorità scientifiche e al pensiero del loro tempo e così facendo hanno innovato profondamente la cultura, la ricerca e le prassi a loro contemporanee. Grazie alla loro opera, il disprezzo, l’isolamento, lo stato di abbandono e di marginalità sociale, che dagli albori dell’umanità hanno accompagnato le condizioni esistenziali di milioni di persone, sono stati interrotti lasciando spazio al principio di educabilità e di emancipazione di ogni essere umano. A partire dalla fiducia riposta in tale principio dai primi “pionieri” dell’educazione speciale e dalle forme con cui essi lo hanno concretato, nel Novecento, sì è avviato in ambito istituzionale e pubblico un lento, ma progressivo processo di riconoscimento della persona in situazione di disabilità come soggetto di diritti e di valore. Il processo di scolarizzazione obbligatoria in Italia ha offerto un contributo forte in tale direzione. Avviato inizialmente in contesti separati e proseguito successivamente in maniera integrata nelle classi comuni, è stato l’elemento propulsivo che ha determinato il primo livello di integrazione comunitaria, ponendo le condizioni per il riconoscimento e la valorizzazione della disabilità quale risorsa della e per la collettività. Nel contempo, sul versante scientifico internazionale, si è finalmente precisato che la disabilità non coincide affatto col deficit, si concretizza piuttosto nella misura in cui quest’ultimo, come chiarisce l’International Classification of Functionig Disability and Health del 2001, interagisce con altri fattori di ordine soggettivo e ambientale. Sul piano culturale e politico ne deriva l’esigenza di approntare contesti di vita comunitaria e di realizzazione soggettiva che garantiscano, come si afferma nella Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità del 2006, «il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali». Anche in questo caso, si tratta di un convincimento lento, che ha avuto avvio a partire dagli anni Settanta, con l’elaborazione e la divulgazione da parte dell’Organizzazione delle Nazioni Unite di importanti e pregevoli documenti che riconoscendo la dignità intrinseca delle persone interessate da disabilità hanno contribuito a rivoluzionare il modo di rapportarsi ad esse e alla disabilità.

Nella parte conclusiva del volume, con particolare riferimento all’ultimo trentennio, si esplicita ed articola concettualmente, all’interno del dibattito scientifico ed epistemologico della Pedagogia Speciale, quanto in “filigrana” già traspare nei capitoli precedenti. Pari attenzione è riservata alla Didattica Speciale evidenziando lo stretto legame intercorrente tra gli obiettivi generali dell’educazione umana e la ricerca teorica, le pratiche organizzative e le forme d’insegnamento che connotano la “didattica dell’inclusione”. Infine, coscienti che la persona in situazione di disabilità, quale che sia la sua condizione, possa autodeterminarsi supportata dall’educazione e dal diritto, e che ogni incontro con la specificità contribuisca ad allargare e qualificare i livelli di sviluppo della civiltà umana, si prospetta la sfida della traduzione pratica delle consapevolezze culturali, scientifiche ed etiche maturate e propone alcune indicazioni perché i sentimenti di reciprocità e di coappartenenza umana possano divenire condizioni ecologico-sistemiche di vivibilità concreta.

In relazione alla ricostruzione dei processi storici che hanno concorso allo sviluppo di percorsi d’integrazione concorre un’ulteriore lavoro di ricerca pubblicato su rivista con il titolo Gli Istituti speciali per sordi: dal primo dibattito metodologico agli sviluppi per l’integrazione in Italia (2012). Lo studio richiama sia pure in modo sintetico figure chiave e punti snodo della nascita, dell’evoluzione, del declino e in taluni casi della riorganizzazione degli Istituti speciali per l’istruzione e l’educazione delle persone sorde. In particolare, l’attenzione è posta sulla diatriba che per lungo tempo ha opposto i fautori del metodo mimico gestuale ai sostenitori del metodo orale e sui processi d’integrazione che in Italia, nella seconda parte del Novecento, hanno spostato il focus del dibattito dalla valenza dei singoli metodi d’insegnamento alla pluralità dei possibili apporti in direzione dei più generali processi d’inclusione scolastica e sociale. In tale frangente, molti Istituti non hanno trovato un’autonoma ragion d’essere e hanno cessato la loro attività, altri, a dire il vero non molti, hanno riorientato la loro azione divenendo centri di servizi specialistici di supporto ai processi d’inclusione.

Il tema della disabilità viene ulteriormente ripreso in relazione ai concetti di “diversità” e “inclusione” nel volume Diversità e inclusione. Prospettive di cittadinanza tra processi storico-culturali e questioni aperte, FrancoAngeli (2016) (Premio SIPED 2017). Nonostante differenti discipline e approcci scientifici indaghino da tempo la complessità dei processi sociali, la pregnanza della domanda intorno al senso e al significato che l’idea di “diversità” e quella di “inclusione” assumono nello scenario attuale non si è, infatti, ancora esaurita. Ciò non dipende, certo, dalla sola parzialità o manchevolezza dei paradigmi interpretativi utilizzati, ma anche dal carattere mutevole che i concetti assumono in relazione ai diversi periodi storici e ai molteplici processi culturali che vi sono sottesi. Tale aspetto è facilmente riferibile al concetto di diversità, ricorsivamente approfondito sotto “vesti” differenti, mentre può sembrare, almeno in apparenza, meno pertinente per il termine inclusione, linguisticamente più giovane, seppure in realtà affondi le sue radici semantiche in frangenti storici lontani. Si tratta di temi centrali che impegnano da sempre la riflessione teorica e le pratiche educative in seno al discorso pedagogico-speciale e ai quali si è cercato di corrispondere anche in Pedagogia Speciale. Riferimenti storici, temi e idee (2012), seppure con sfumature differenti. L’intento iniziale di una riedizione del volume ha ceduto di fronte all’emergere di un vero e proprio nuovo lavoro. Infatti, operando una cernita fra le possibili scelte, si è ampliato il ventaglio di riferimenti storici, relativamente agli autori ed alle opere che hanno segnato la nascita e lo sviluppo della Pedagogia e della Didattica Speciale. I rimandi bibliografici e testuali, del passato e del presente, sono stati incrementati con rinnovato rigore e arricchiti dal rimando alla lingua originale per fornire una più significativa interazione con i testi, i temi e i contesti culturali e per incoraggiare gli studenti ad un primo e periferico avvicinamento alla ricerca.

Ulteriori elementi di approfondimento sono rappresentati dai fitti riferimenti alla produzione normativa e al dibattito scientifico internazionale riguardante gli strumenti e i modelli interpretativi della disabilità elaborati nel­l’ul­ti­mo mezzo secolo, oltreché da quelli riguardanti le tematiche che pro­gressivamente hanno sostanziato lo sviluppo della Pedagogia e della Didattica Speciale in Italia, fino a giungere alle questioni attuali. Il volume, dunque, nel ripercorrere i più significativi sviluppi maturati nell’ambito della riflessione pedagogico-speciale, evidenzia come i concetti di diversità e di inclusione permettano di tessere una trama che, nell’analisi dei processi storico-culturali e nell’indi­vi­duazione di questioni ancora aperte che li connotano, consente di cogliere il progressivo emergere dei percorsi di emancipazione della persona disabile, dal primo germogliare fino alla loro odierna rappresentazione. Nella realizzazione di tale intreccio si scorge l’at­tua­liz­zarsi concreto e graduale delle condizioni di cittadinanza attraverso le quali un’am­pia parte di individui storicamente posti ai margini dell’u­ma­nità, dell’esistenza e anche di se stessi – un individu qui ne sait rien, ne put rien, ne veut rien – acquisisce identità, autonomia e diritti nell’ambito della più estesa compagine sociale. Contestualmente ha anche preso vita un lento, quanto proficuo, meccanismo sotterraneo che ha pungolato le responsabilità istituzionali nei differenti settori dell’educazione e delle politiche sociali e sanitarie e che, più in generale, ha stimolato e favorito il parallelo sviluppo etico-morale dell’intera società umana.

Si tratta di questioni nei confronti delle quali la responsabilità del discorso pedagogico-speciale non viene meno, orientando la società alla traduzione pratica delle consapevolezze culturali e scientifiche finora acquisite e verso un’autentica comprensione della diversità, ponendo così l’uomo nelle condizioni di accogliere appieno il senso della propria umanità.

1.2.F.    Attività motorie e sportive integrate

Altro tema di ricerca approfondito, collocabile nel più ampio processo di coscientizzazione culturale e sociale che connota l’ultimo quarantennio in relazione allo sviluppo di processi inclusivi, è rappresentato dall’esplorazione delle modalità con cui i soggetti in situazione di disabilità si avvicinano alle pratiche motorie di carattere ludico e sportivo. A partire dalla valenza che la motricità e lo sport assumono nei processi di inclusione sociale e per lo sviluppo della persona in situazione di disabilità, come per ogni altro soggetto, due lavori di ricerca esplorano il campo d’indagine e contribuiscono alla definizione dello stato dell’arte in tale ambito. Il primo lavoro titolato, Pregiudizi e sfide dell’inclusione: le attività motorie e sportive integrate (2009), si colloca in un volume collettaneo curato da Lucia de Anna, titolato Processi formativi e percorsi di integrazione nelle scienze motorie, Ricerca teorie e prassi, che offre una panoramica ampia e, in Italia, unica sul tema per la prospettiva d’approccio. Il saggio di chi scrive si apre con alcuni passaggi storici che aiutano a comprendere l’origine dei pregiudizi, nell’intreccio dialettico fra il corpo e lo spirito dell’uomo e fra questi e le concezioni culturali, per operare poi una riflessione sul valore formativo intrinseco alle pratiche motorie e sportive e sulla possibilità che, modificando alcuni elementi delle concezioni oggi diffuse, anche il soggetto in situazione di disabilità possa praticare in maniera integrata, collaborativa e condivisa motricità e sport. Il secondo lavoro di ricerca titolato Attività motoria e sportiva integrata un traguardo possibile (2011), collocato su rivista, all’interno della monografia L’attività motoria e sportiva integrata tra scuola ed extrascuola, curata da chi scrive, prosegue l’indagine e opera un ulteriore livello di formalizzazione scientifica e teoretica. In particolare l’articolo prospetta la possibilità, per il Nostro Paese, di un nuovo traguardo inclusivo da conseguire nell’ambito dell’attività motoria e sportiva integrata riarticolando il patrimonio scientifico, culturale ed esperienziale già maturato nell’ambito dell’integrazione scolastica e sociale delle persone con disabilità. Corpo e movimento vengono identificati come elementi fondanti del processo formativo e pertanto divengono dimensioni centrali nei processi educativi scolastici ed extrascolastici. Attraverso i percorsi dell’educazione si può infatti tracciare una nuova rotta della motricità e dello sport dalle sembianze più umane e umanizzanti. Per far ciò è però necessario, come si sottolinea, sciogliere il nodo della formazione degli operatori, che ancora stenta a garantire pratiche inclusive.

Un ulteriore impulso di ricerca relativo alle tematiche inerenti l’attività motoria in relazione al significato pedagogico dell’accessibilità è dato ulteriori due contributi A atividade motora e esportiva integrada: a perspectiva italiana, in Educação especial e seus diferentes recortes a cura di Maria Amelia Almeida Enicéia Gonçalves Mendes, Marilia ABPEE 2016, e Accessibility: educational Perspective for Integrated Physical and Sport Activities, in Teaching Accessibility and Inclusion, a cura di Lucia de Anna, Carocci 2016. Ne emerge la consapevolezza che nessun processo di inclusione può svilupparsi se le persone interessate da disabilità non sono co-partecipi delle attività svolte dalla maggioranza della popolazione di cui sono parte e se non si guarda all’integralità della persona e alla totalità delle sue esigenze di crescita e maturazione. Si deve, infatti, ribadire che nel processo di inclusione i principi realizzativi ritenuti validi per ogni altra persona assumono pari rilevanza anche per coloro che vivono una situazione di disabilità. L’attenzione si è quindi concentrata sulla dimensione motoria e sportiva che è stata per lungo tempo trascurata, nonostante corpo e movimento siano inscindibilmente connessi nel processo di sviluppo e maturazione globale dell’essere umano. Sia il corpo che il movimento devono essere considerati per la loro valenza intrinseca al processo di sviluppo e di formazione nell’intero percorso di vita della persona. In questo senso, i due contributi evidenziano l’esigenza di una coscientizzazione culturale e sociale, pubblica e privata, che garantisca alla persona in situazione di disabilità le medesime opportunità realizzative di ogni altro soggetto nella pratica condivisa delle attività motorie e sportive. Va in questa direzione l’idea delle attività motorie e sportive integrate quale opportunità di emancipazione culturale e rilevante veicolo di inclusione. Tale concezione rovescia l’assodato paradigma dello sport come prestazione meramente competitiva e basata sull’esaltazione del­l’uo­mo-atleta e sottolinea, invece, la promozione di aspetti fondamentali legati all’identità individuale, alla partecipazione, all’accoglienza dell’altro e alla costruzione della cittadinanza attiva.

1.2.G.   Disabilità e processi identitari

Si tratta di un tema di ricerca trasversalmente presente in più di una pubblicazione riferibile agli anni precedenti. In particolare, il discorso sull’identità è stato esplicitamente esplorato con i due lavori accolti presso la rivista L’integrazione scolastica e sociale già menzionati in altre sezioni del presente curricolo. (2006; 2008) Già in quei lavori emergeva la necessità di affrontare la tematica con una prospettiva pedagogica capace di costruire uno spazio euristico e riflessivo orientato al dialogo interdisciplinare. In tal senso la co-curatela del libro Identità, soggettività e disabilità. Processi di emancipazione individuale e sociale (2013) si può considerare un ulteriore sviluppo d’indagine. Il volume si colloca nell’ambito disciplinare della Pedagogia Speciale e si pone l’obiettivo di verificare in che misura i dati di realtà consentono di superare l’idea stigmatizzante e ipertrofizzante che da secoli accompagna l’immagine e le rappresentazioni culturali e sociali delle persone in situazione disabilità, da una parte, e restituire, sulla base di evidenze documentate di vita e di letteratura, la realtà di percorsi esistenziali e di itinerari identitari aperti, invece, ad ogni possibile aspirazione e realizzazione, dall’altra.

Il tema centrale, esplicitato anche nell’introduzione al testo, diviene il concetto di identità personale da esplorare con l’intento di coglierlo globalmente. L’idea e l’esperienza di identità, quali elementi comuni agli autori dell’opera, sono trattate nella molteplicità delle loro manifestazioni, tenendo sullo sfondo teorico ed epistemologico della trattazione i saperi di natura pedagogica, antropologica, filosofica e psicologica che da sempre si cimentano con il tema dell’identità.

Oltre alla cura e alla stesura dell’introduzione, il contributo dello scrivente si concretizza nel primo capitolo del volume titolato Disabilità, identità e rappresentazioni sociali tra passato e presente (2013). Lo scritto propone una riflessione di carattere storico e culturale, che non si confina in una mera ricostruzione, ma diviene un approfondimento del significato antropologico e pedagogico del processo di emancipazione identitaria individuale e sociale. Lo sguardo sulla storia della disabilità restituisce, infatti, segnali e tracce di ciò che l’uomo ha compreso di sé, ma anche di ciò che deve ulteriormente sondare per progredire nel percorso di umanizzazione e maturazione identitaria. Attraverso l’indagine emerge come la società odierna abbia coniugato il proprio processo di sviluppo con la promozione di percorsi emancipativi, assumendo su di sé il compito pedagogico di strutturarsi quale luogo comunitario capace di accogliere, valorizzare e potenziare ciascuna espressione di partecipazione umana. In tal senso, come si scrive nel testo, non è azzardato sostenere che il riconoscimento dell’identità delle persone disabili nelle sue differenti manifestazioni ha allargato i confini dell’umano ed ha agevolato lo svilupparsi di un paradigma antropologico nuovo rispetto al passato, fondato sul riconoscimento della diversità e sull’accettazione delle differenze individuali che non collide o limita il valore della persona, piuttosto lo “universalizza” ulteriormente, poiché lo dilata e lo arricchisce di nuove possibilità di essere per il dirsi umano.

Sempre nell’ambito della riflessione sull’identità della persona interessata da disabilità si colloca l’articolo Elementi per una rilettura pedagogico-speciale di un «serious philosophical problem», scritto in collaborazione e pubblicato presso l’Italian Journal of Special Education for Inclusion (2013). Lo scopo dell’articolo è quello di aprire uno spazio di dialogo tra le discipline notoriamente interessate nel dibattito bioetico, da una parte, e gli studi di Pedagogia Speciale, dall’altra. Le condizioni sindromiche spesso considerate come unico metro d’indagine rispetto alle possibilità esistenziali del nascituro rischiano di esaurire la riflessione sulla condizione di disabilità in discussioni di ordine filosofico, morale e giuridico aporetiche e non esaustive della problematica. A partire da una diversa considerazione della situazione di deficit nel feto e nel neonato, l’articolo assume una prospettiva pedagogica sulla tematica e offre elementi per la costruzione di un nuovo orizzonte riflessivo con il quale sviluppare questioni e proporre risposte di segno differente.

2.   Attività didattica

 

L’attività didattica svolta parallelamente a quella di ricerca può essere sintetizzata come segue:

 

2.1. Incarichi di docenza svolti presso la Facoltà di Scienze della Formazione, ora Facoltà di Studi Umanistici.

 

Anno accademico

 

2002-2003

a) docente di Pedagogia Speciale nel corso di laurea in Scienze dell’Educazione e della Formazione;

 

b) docente di Didattica Generale, nei seguenti corsi di laurea in: Scienze dell’Educazione; Scienze della Formazione Primaria; Scienze dell’Educazione e della Formazione.

Anno accademico

 

2003-2004

a) docente di Pedagogia Speciale nel corso di laurea in Scienze dell’educazione e della Formazione;

 

b) docente di Didattica Generale nel corso di laurea in Scienze dell’Educazione e della Formazione e nel corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria.

Anno accademico

 

2004- 2005

a) docente di Pedagogia Speciale nel corso di laurea in Scienze dell’Educazione e della Formazione e nel corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria;

 

c) docente di Didattica applicata al recupero, all’inserimento e all’integrazione nel corso di laurea specialistico in Progettazione e Gestione dei Servizi Educativi e Formativi;

a) docente di Didattica Generale nel corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria e nel corso di laurea in Scienze dell’Educazione e della Formazione.

Anno accademico

 

2005-2006

 

a) docente di Pedagogia Speciale nel corso di laurea in Scienze dell’Educazione e della Formazione e nel corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria;

 

b) docente di Didattica applicata al recupero, all’inserimento e all’integrazione nel corso di laurea specialistico in Progettazione e Gestione dei Servizi Educativi e Formativi;

c) docente di Didattica speciale nel corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria – settore: Didattiche Aggiuntive per il sostegno -.

d) docente di Pedagogia Speciale nei Corsi di Specializzazione per il sostegno di cui alla L. n°143 del 4 giugno 2004 e al D.M. 21 del 9 febbraio 2005.

Anno accademico

 

2006-2007

 

a) docente di Pedagogia Speciale nel corso di laurea in Scienze dell’Educazione e della Formazione e nel corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria;

 

b) docente di Didattica applicata al recupero, all’inserimento e all’integrazione nel corso di laurea specialistico in Progettazione e Gestione dei Servizi Educativi e Formativi;

c) docente di Didattica speciale nel corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria – settore: Didattiche Aggiuntive per il sostegno -.

d) docente di Pedagogia Speciale nei Corsi di Specializzazione per il sostegno di cui alla L. n°143 del 4 giugno 2004 e al D.M. 18 del novembre 2005

Anno accademico

 

2007-2008

 

a) docente di Pedagogia Speciale nel corso di laurea in Scienze dell’Educazione e della Formazione e nel corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria;

 

b) docente di Didattica speciale nel corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria – settore: Didattiche Aggiuntive per il sostegno -.

Anno accademico

 

2008-2009

a) docente di Pedagogia Speciale nel corso di laurea in Scienze dell’Educazione e della Formazione e nel corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria;

 

b) docente di Didattica speciale nel corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria – settore: Didattiche Aggiuntive per il sostegno.

I corsi sono stati accorpati per quanto concerne l’insegnamento.

Anno accademico

 

2009-2010

a) docente di Pedagogia Speciale nel corso di laurea in Scienze dell’Educazione e della Formazione e nel corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria;

 

b) docente di Metodologia e modelli della didattica inclusiva nel corso di laurea specialistico in Progettazione e Gestione dei Servizi Educativi e Formativi ( a cui è stato accorpato l’insegnamento di didattica e valutazione del corso di laurea magistrale in Pedagogia);

c) docente di Didattica speciale nel corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria – settore: Didattiche Aggiuntive per il sostegno

Anno accademico

 

2010-2011

a) docente di Pedagogia e Didattica speciale nel corso di laurea magistrale in Scienze Pedagogiche e dei Servizi educativi

 

b) docente di Didattica speciale nel corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria – settore: Didattiche Aggiuntive per il sostegno

Anno accademico

 

2011-2012

a) docente di Pedagogia e Didattica speciale nel corso di laurea magistrale in Scienze Pedagogiche e dei Servizi educativi

 

b) docente di Didattica speciale nel corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria – settore: Didattiche Aggiuntive per il sostegno

Anno accademico

 

2012-2013

a) docente di Pedagogia e Didattica speciale nel corso di laurea magistrale in Scienze Pedagogiche e dei Servizi educativi

 

b) docente di Didattica speciale nel corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria – settore: Didattiche Aggiuntive per il sostegno

Anno accademico

 

2013-2014

a) docente di Pedagogia e Didattica speciale nel corso di laurea magistrale in Scienze Pedagogiche e dei Servizi educativi

 

b) docente di Didattica speciale nel corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria – settore: Didattiche Aggiuntive per il sostegno

Anno accademico

 

2014-2015

a) docente di Pedagogia e Didattica speciale nel corso di laurea magistrale in Scienze Pedagogiche e dei Servizi educativi

 

b) docente di Pedagogia speciale nel corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria

Anno accademico

 

2015-2016

a) docente di Pedagogia e Didattica speciale nel corso di laurea magistrale in Scienze Pedagogiche e dei Servizi educativi

 

b) docente di Pedagogia speciale nel corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria

Anno accademico

 

2016-2017

a) docente di Pedagogia e Didattica speciale nel corso di laurea magistrale in Scienze Pedagogiche e dei Servizi educativi

 

b) docente di Pedagogia speciale nel corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria

 

2.2. Incarichi aggiuntivi di insegnamento presso l’Ateneo degli Studi di Cagliari e altre Università

 

 

Anno Accademico 2003-2004 docente di Pedagogia Speciale nel Master in Clinica Educativa dell’Età Evolutiva, (PON avviso 4391/2001 MIUR) attivato dal Dipartimento di Scienze Biomediche e Biotecnologiche della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Cagliari.
Anno Accademico 2004-2005 docente di Pedagogia Generale -ambito pedagogia speciale nel corso di laurea in Fisioterapia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Cagliari.
Anno Accademico. 2005-2006 a) docente di Pedagogia Generale -ambito pedagogia speciale nel corso di laurea in Fisioterapia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Cagliari;

 

b) docente di Pedagogia speciale presso la SSIS dell’Università di Cagliari.

Anno Accademico. 2006-2007 a) docente di Pedagogia Generale –ambito pedagogia speciale nel corso di laurea in Fisioterapia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Cagliari;

 

b) docente di Pedagogia speciale presso la SSIS dell’Università di Cagliari.

c) docente presso il Master Universitario di I livello in Processi di Integrazione in Attività Motorie e Sportive, organizzato dall’Istituto Universitario di Scienze Motorie di Roma.

Anno Accademico. 2007-2008 a) docente di Pedagogia Generale –ambito pedagogia speciale nel corso di laurea in Fisioterapia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Cagliari.

 

b) docente di Pedagogia e Didattica speciale nel corso di Laurea Magistrale di Scienze Motorie   in Attività Motorie e Sportive Preventive e Adattate, Classe di laurea LM/67.

c) docente di Pedagogia speciale presso la SSIS dell’Università di Cagliari.

Anno Accademico. 2008-2009 a) docente di Pedagogia Generale –ambito pedagogia speciale nel corso di laurea in Fisioterapia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Cagliari.

 

b) docente di Pedagogia e Didattica speciale nel corso di Laurea Magistrale di Scienze Motorie   in Attività Motorie e Sportive Preventive e Adattate, Classe di laurea LM/67.

c) docente di Pedagogia speciale nel corso di laurea in “Scienze delle Attività Motorie e Sportive” dell’Università di Cagliari.

d) docente di Pedagogia speciale presso la SSIS dell’Università di Cagliari.

e) docente di Pedagogia speciale nel corso di laurea in Logopedia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Cagliari

Anno accademico

 

2009-2010

a) docente di Pedagogia speciale presso la SSIS dell’Università di Cagliari.

 

b) docente di Pedagogia Generale –ambito pedagogia speciale nel corso di laurea in Fisioterapia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Cagliari.

c) docente di Pedagogia e Didattica speciale nel corso di Laurea Magistrale di Scienze Motorie   in Attività Motorie e Sportive Preventive e Adattate, Classe di laurea LM/67.

d) docente di Pedagogia speciale nel corso di laurea in “Scienze delle Attività Motorie e Sportive” dell’Università di Cagliari.

Anno accademico

 

2010-2011

Docente di Pedagogia e Didattica speciale nel corso di Laurea Magistrale di Scienze Motorie   in Attività Motorie e Sportive Preventive e Adattate, Classe di laurea LM/67.
Anno accademico

 

2011-2012

Docente di Pedagogia e Didattica speciale nel corso di Laurea Magistrale di Scienze Motorie   in Attività Motorie e Sportive Preventive e Adattate, Classe di laurea LM/67.
Anno accademico

 

2012-2013

Docente di Pedagogia Speciale nel Master in Psicopedagogia e Didattica dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento, presso il Dipartimento di Pedagogia, Psicologia e Filosofia dell’Università degli Studi di Cagliari.

 

Docente di Pedagogia e Didattica dei processi inclusivi nel corso di Tirocinio Formativo Attivo, presso la Facoltà di Studi Umanistici dell’Università di Cagliari.

Anno accademico

 

2013-2014

Docente di Pedagogia dei processi inclusivi nei Percorsi Abilitanti Speciali istituiti presso la Facoltà di Studi Umanistici dell’Università di Cagliari.
Anno accademico

 

2014-2015

Docente di Pedagogia dei processi inclusivi nel corso di Tirocinio Formativo Attivo, presso la Facoltà di Studi Umanistici dell’Università di Cagliari.

 

Docente Pedagogia e didattica speciale della Disabilità intellettiva e dei disturbi generalizzati dello sviluppo presso la Facoltà di Studi Umanistici dell’Università di Cagliari, Corso di formazione per il conseguimento della specializzazione per l’attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità.

Anno accademico

 

2015-2016

Docente di Pedagogia e di Didattica dell’inclusione nel corso di Tirocinio Formativo Attivo, svoltosi presso il Conservatorio “Giovanni Pierluigi da Palestrina” di Cagliari.

 

3.   Altre attività accademiche

 

3.1.

1.1. Incarichi istituzionali e scientifici di particolare rilievo

 

Anni Accademici.     Dal 2011al 2015 Coordinatore del Corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria con D.R. n.8 del 07/10/2011

 

 

Anno Accademico.    

 

       2011-12

Direttore del Master di I livello in Didattica e Psicopedaogia dei Disturbi specifici di Apprendimento.

 

 

Anni Accademici

 

2011, XXVII ciclo, Durata triennale

Componente del Collegio dei docenti del Dottorato Internazionale di Ricerca in Culture, Disabilità e Inclusione: Educazione e Formazione della Facoltà di Scienze Motorie dell’Università degli Studi di Roma “Foro Italico” del quale fanno parte le Università di:

 

Université Lumière Lyon 2 – Université de Lyon

Université Gaston Berger – Sant-Louis du Senegal

National Taipei University of Education

Universidade do Estado da Bahia

Universidade Federal de São Carlos

Con collaborazioni estese a:

Istituto Walden Roma

Universidad de Murcia

INS HEA Institut national supérieur de formation et de recherche pour l’éducation des jeunes handicapés et les enseignements adaptés

University of Malta

Unirio Universidade Federal do Estado do Rio de Janeiro

Anno Accademico

 

2012, XXVIII ciclo, Durata triennale

Componente del Collegio dei docenti del Dottorato Internazionale, di Ricerca in Culture, Disabilità e Inclusione: Educazione e Formazione, della Facoltà di Scienze Motorie dell’Università degli Studi di Roma “Foro Italico” del quale fanno parte le Università di:

 

Université Lumière Lyon 2 – Université de Lyon

Université Gaston Berger – Sant-Louis du Senegal

National Taipei University of Education

Universidade do Estado da Bahia

Universidade Federal de São Carlos

Con collaborazioni estese a:

Istituto Walden Roma

Universidad de Murcia

INS HEA Institut national supérieur de formation et de recherche pour l’éducation des jeunes handicapés et les enseignements adaptés

University of Malta

Unirio Universidade Federal do Estado do Rio de Janeiro

Anno accademico, 2013, XXIX ciclo, Durata tre anni Componente del Collegio dei docenti del Dottorato

 

Ateneo proponente: Università degli Studi di ROMA “Foro Italico”

Titolo: “SCIENZE DELL’ATTIVITA’ FISICA E DELLO SPORT”

Anno accademico di inizio: 2013 – Ciclo: XXIX – Durata: 3 anni

Anni Accademici

 

Dal 2010 al 2016

Docente tutor di numero tre allievi del Dottorato Internazionale di Ricerca in Culture, Disabilità e Inclusione: Educazione e Formazione della Facoltà di Scienze Motorie dell’Università degli Studi di Roma “Foro Italico”. Nell’ambito del dottorato, Responsabile dell’organizzazione dei seminari e di uno stage formativo svolto presso l’Università di Cagliari da ulteriori due studenti del Dottorato provenienti dall’Université Gaston Berger – Sant-Louis du Senegal.
Anni Accademici.     Dal 2011 al 2015

 

 

Componente della Conferenza Nazionale dei Presidenti dei Corsi di Laurea in Scienze della Formazione Primaria.

 

 

Anno Accademico.    

 

       2011-12

Delegato del Preside alla Conferenza Nazionale Permanente dei Presidi delle facoltà di Scienze della Formazione Primaria.

 

Roma – Ministero della Pubblica Istruzione – 20-10-2011

Bologna – Università di Bologna – 16-12-2011

Firenze – Università di Firenze – 23-03-2012

Anno Accademico.    

 

       2011-12

Promoter per gli scambi nell’ambito del Programma LLP, Erasmus, docenti e studenti fra le Università degli Studi di Cagliari e l’Universidad de Sevilla. In particolare, gli scambi culturali sono già operativi per gli studenti e per i docenti. La collaborazione scientifica col prof. Jose Maria Fernandez Batanero ha già dato modo a chi scrive di pubblicare sulla Revista Educacion Inclusiva e al prof. Batanero di consegnare un saggio di prossima pubblicazione sulla rivista L’integrazione scolastica e sociale.
Anno Accademico.    

 

       2012-13

Docente presso l’Universidad de Sevilla per n°5 ore Departemento de Didactica y Organizacion Educativa nell’ambito del Programma LLP, Erasmus, (Mosta). Titolo delle lezioni “La integracion en Italia”, “Asociacionismo familiar e integracion
Anno Accademico.    

 

       2013-14

Rapporteur du Jury doctoral presso Université Claude Bernard Lyon1 (FR) pour l’obtention du Doctorat en Sciences et Techniques des Activités Physiques et Sportives (Université Claude Bernard Lyon1) et Doctorat international «Cultures, handicap et inclusion» (Università Degli Studi Di Roma Foro Italico) soutenue publiquement le 09 décembre 2013 par monsieur VALET Alexy en Lyon. Jury :?FODIMBI Michel Université Claude Bernard Lyon1 (FR) DE ANNA Lucia Università del ‘Foro Italico’ (IT), MAC NAMEE Mike Swansea University (UK)?, MURA Antonello Università degli Studi di Cagliari (IT), GARDOU Charles Université Lumière Lyon2 (FR), BOURSIER Claire INS-HEA (FR)?, CAMY Jean Université Claude Bernard Lyon1 (FR).
Anno Accademico.    

 

       2013 (durata 3 anni, 29 Ciclo)

Componente Collegio dei docenti del Dottorato di Ricerca in Scienze dell’Attività Fisica dello Sport dell’Università degli Studi di Roma “Foro Italico”.
Anno Accademico

 

2014/15

Direttore del Corso di Specializzazione per la formazione dei docenti che conseguono la specializzazione per le attività di sostegno (ai sensi degli artt. 5 e 13 del decreto 10 settembre 2010, n. 249) istituiti dal Decreto 30 settembre 2011.
Anno Accademico

 

2014/15

Invited Speaker al VI CBEE Congresso Brasileiro de Educação Special che si è tenuto presso l’Univesidade Federal de São Carlos (Brasile) dal 01 al 4 Novembre. In tale occasione ha svolto una relazione titolata “A atividade Motora e Esportiva integrada na Itália: intinerários e desafios”.
Anno Accademico

 

2014/15

Arbitro Internacional de la tesis doctoral titulada “Los Juegos como facilitadores del aprendizaje del la lectura y escritura de los niños de 4 y 5 anos en instituciones de enseñanza de Brasil y Portugal” que ha realizado Dña. Keila Coelho Barbosa, bajo la dirección del Dr. José M. Fernández Batanero, Departamento di Didáctica y Organización de Instituciones Educativas del Universidad de Sevilla e Dott.ssa Maria do Carmo Veira da Silva Universidad de Lisboa.
Anno Accademico

 

2014/15

Componente Commissione giudicatrice Dottorato di ricerca in Scienze Antropologiche, Psicologiche e dell’Educazione XXVI e XXVII ciclo, Dipartimento di Psicologia, Università di Torino (n. 3 dottorandi). Com–ponenti:prof. Cristina Morandini, prof. Antonello Mura, prof. Alessandro Saggioro
Anno Accademico

 

2014/15

Componente del Comitato Scientifico della 4th annual Conference of ALTER, Questioning Contemporary Societies through the Lens of Disability, Paris, 2-3 luglio 2015
Anno Accademico

 

2014/15

Invited Speaker, International scientific conference, “Special educational conditions and quality of professional training of disabled people”, Novosibirsk State Technical University, 29 September 2015 – 3 October 2015. Title of intervention: Disability: conceptual and interpretative models
Anno Accademico 2014/15 Invited Speaker, International scientific conference, “Special educational conditions and quality of professional training of disabled people”, Novosibirsk State Technical University, 29 September 2015 – 3 October 2015. Title of intervention: Integrated sport in Italy.
Anno Accademico

 

2015/16

Componente della Giunta esecutiva del Dipartimento di Pedagogia, Psicologia, Filosofia dell’Università degli Studi di Cagliari
Anno Accademico

 

2015/16

Componente Commissione giudicatrice Dottorato internazionale di ricerca in Culture, Disabilità e Inclusione: Educazione e Formazione della Facoltà di Scienze Motorie dell’Università degli Studi di Roma “Foro Italico”, XVIII Ciclo (n.7 dottorandi). Componenti: prof. Robert Roche Olivar, prof.ssa Lucia de Anna, prof. Charles Gardou, prof. Pascquale Moliterni, prof. Antonello Mura
Anno Accademico.    

 

       2015-16

Promoter Erasmus + Programme, Key action 1, Mobility for learners and staff dell’accordo fra le Università degli Studi di Cagliari e l’University of Regensburg a seguito della collaborazione scientifica, tra lo scrivente e la prof.ssa Angela Enders della Faculty of Psychology, Education and Sport Science.
Anno Accademico.    

 

       2015-16

Docente presso l’Universität Regensburg, Fakultät Für Psychologie, Pädagogik und Sportwissenschaften, per n°8 nell’ambito del Programma Erasmus + Programme, Key action 1, Mobility for learners and staff. Titolo delle lezioni: 1) Inclusion perspectives in Italy: awareness and challenges; 2) Accessibility: theoretical considerations and operative applications; 3) Integrated sport and physical activity in Italy: itineraries and challenges
Anno Accademico.    

 

       2015-16

Docente presso l’Universiade Federal de Rio Grande do Sul, (Porto Alegre) Programa de Pòs-Graduação em Educação per n. 2 ore. Titolo della lezione “Educação inclusiva e educação special na Itàlia.
Anno Accademico.    

 

       2015-16

Invited Speaker, III COLÓQUIO EDUCAÇÃO ESPECIAL E PESQUISA: história, política, formação e praticas pedagógicas, realizado de 12 a 14 de setembro de 2016, em Canela – Rio Grande do Sul, Brasil – Título de intervenção: L’inclusione scolastica e sociale in Italia tra consapevolezze e sfide –
Anno Accademico.    

 

       2016-17

Componente della Commissione giudicatrice del Dottorato di Ricerca XXIX ciclo in Scienze dell’Attività Fisica dello Sport, curriculum inclusione e formazione, dell’Università degli Studi di Roma “Foro Italico”, (n.2 dottorandi), 19 gennaio 2017. Componenti: Prof. Lucia de Anna, Prof. Pasquale Moliterni, Prof. Antonello Mura.
Anno Accademico.    

 

       2016-17

Delegato del Direttore del Dipartimento di Pedagogia, Psicologia, Filosofia dell’ Università degli Studi di Cagliari alla Conferenza Nazionale Permanente dei Presidi delle Facoltà di Scienze della Formazione Primaria.

 

Roma, Università di Roma Tre, 17-02-2017.

Anno Accademico

 

2016-17

Responsabile scientifico di un posto coperto mediante assegno di ricerca. Area 11 Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche, Settore concorsuale: 11/D2 – didattica, Pedagogia Speciale e Ricerca Educativa, presso il Dipartimento di Pedagogia, Psicologia, Filosofia dell’Università degli Studi di Cagliari, D.R. n. 480 del 08-03-2017 (prova espletata il 22-03-2017)
Anno Accademico.

 

2016-17

Docente presso l’Universität Regensburg, Fakultät Für Psychologie, Pädagogik und Sportwissenschaften, Titolo della lezione: 1) Inclusion and Citizenship. Awareness and challenges, 26-04-2017.

 

 

3.2. Principali relazioni e interventi a convegni e seminari di studio e di formazione scientifica.

2003

 

Relatore

Tavola rotondaLa scuola tra innovazione e tradizione” nell’ambito dell’iniziativa “SCUOLAVORANDO” organizzata dall’Assessorato alla Pubblica Istruzione della Provincia di Cagliari e svoltasi a Cagliari nei giorni 11/12/13 dicembre 2003. Titolo dell’intervento, “Orientamento e qualità della scuola”.
2004

 

Relatore

Convegno, Famiglia Reti e risorse territoriali, organizzato dai Comuni del Distretto Sanitario di Senorbì e dalla Coop. Soc. “Koinos” e svoltosi a Senorbì nei giorni 18-19 Febbraio 2004. Titolo della relazione “La educazione difficile: handicap e associazionismo familiare”.
2004

 

Intervento programmato

Convegno Internazionale di studi su Consulenza e Mediazione Pedagogica, organizzato dall’Università degli Studi di Sassari – Dipartimento di Economia, Istituzioni e Società e Laboratorio delle Scienze delle Professioni Educative – e svoltosi a Sassari nei giorni 7-8-9 Ottobre 2004. Titolo dell’intervento, “La mediazione pedagogica a scuola”.
2004

 

Relatore

Convegno, Lavorare per il benessere dei bambini, 10 anni di buone pratiche in favore dei minori, organizzato dal Comune di Sardara e dall’Assessorato Affari Generali della Regione Autonoma della Sardegna, svoltosi a Sardara il 20 Novembre 2004. Titolo della relazione, “L’orientamento scolastico. Indirizzi, metodologie e prassi”.
2005

 

Relatore

Convegno Internazionale, Le sfide educative nella scuola di qualità: integrazione, bisogni speciali, progettualità trasnazionali, organizzato dalla Direzione Didattica Statale, 4° Circolo “Sa Rodia” Oristano, svoltosi ad Oristano il giorno 14 Marzo 2005. Titolo della relazione “La pedagogia dell’integrazione in ambito internazionale”.
2005

 

Relatore

Convegno/Workscop Costruiamo la Qualità dell’integrazione organizzato dall’Associazione Bambini Cerebrolesi Sardegna a Cagliari il 20/05/05 in preparazione del Convegno internazionale “La Qualità dell’integrazione scolastica” che si è tenuto a Rimini nei giorni 11-12-13 Novembre 2005. Titolo della relazione, La Qualità dell’integrazione una sfida aperta.
2005

 

Componente Comitato promotore

Convegno Internazionale, La Qualità dell’integrazione scolastica, organizzato dal Centro Studi Erickson di Trento e svoltosi a Rimini nei giorni 11-12-13 Novembre 2005.
   
2006-oggi

 

Coordinatore scientifico e Promotore

Seminari pedagogici/conferenze tenuti presso l’Ateneo di Cagliari:

 

A. Canevaro (Università di Bologna) sul tema: “La Pedagogia speciale perché? “Dalle competenze al modello interattivo”, 31-01-2006; M. Gelati (Università Bicocca Milano) sul tema:Disabilità e vita adulta: temi dalle letture di autobiografie di diversabili” 02-02-2007); L. de Anna (IUSM di Roma) sul tema “I processi di integrazione per la disabilità nel contesto europeo” 21-11-2006; L. de Anna (Università di Roma Foro Italico) sul tema “Processi formativi e percorsi di integrazione nelle scienze motorie” 13-03-2009; M. Pavone (Università di Torino) sul tema “Famiglia e progetto di Vita. Crescere un figlio disabile dalla nascita alla vita adulta” 12-01-2010. R. Caldin (Università di Bologna) presentazione del volume “Pedagogia Speciale oltre la scuola”, curato da A. Mura, 16-05-2011; P. Moliterni (Università di Roma Foro Italico) sul tema “Studiare all’Università”, 15-02-2012; L. d’Alonzo (Università cattolica di Milano) sul tema “La Gestione della Classe nella pratica didattica”, 07-05-2013; P. Moliterni (Università di Roma Foro Italico) presentazione del volume Identità, soggettività e disabilità, curato da A. Mura, L. Zurru, 13-12-2013; G. Uras (Già Ispettore Tecnico MIUR) sul tema Evoluzione storica e prospettive della professionalità docente 18-12-2013; L Cisotto (Università degli Studi di Padova)? sul tema “L’esperienza di tirocinio nel corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria dell’università di Padova”, 16-05-2014; L. Cottini (Università degli studi di Udine) sul tema “Diversità e processi inclusivi: l’autismo”, 16-03-2015; L. de Anna (Università di Roma Foro Italico) sul tema “Pedagogia speciale. Integrazione e inclusione” 16-03-2015; R. Caldin (Università di Bologna) sul tema “La difficoltà condivisa e la promozione dello star bene, insieme, in classe” 21-05-2015; P. Crispiani (Università di Macerata) sul tema Frontiere aperte su dislessia e processi cognitivi, 21-05-2015; P. Aiello (Università di Salerno), sul tema “Teorie della mente implicazioni nella comunicazione sociale nei soggetti con disturbo dello spettro autistico, 04-06-2015; M. Pavone (Università di Torino) sul tema “Scuola e bisogni educativo speciali” 06-06-2015; E. Nigris (Università di Milano Biccoca) sul tema “Metodologie didattiche e professionalità docente” 08-06-2015; M. Santi (Università di Padova) sul tema “Specializzare i sostegni: Oltre la delega verso una nuova formazione” 11-06-2015. ENDERS:::: P. Crispiani (Università di Macerata) presentazione del volume “Storia della Pedagogia speciale, L’origine lo sviluppo la differenziazione”, 18/11/2016.

2006

 

Relatore

International Network Conference, “Good practices for integration and inclusion”, organizzato Istituto Universitario di Scienze Motorie di Roma e supportato da Commissione Europea “Programma Comenius”, nei giorni 22-

 

23 settembre 2006. Titolo della relazione, Dalle barriere architettoniche

all’accessibilità: cultura e formazione intorno ai temi della disabilità.

2006

 

Relatore

Convegno Nazionale, Qualità della didattica, Qualità dell’integrazione dal dire al fare,organizzato da Edizioni didattiche Gulliver, Fiped, Università di Macerata, Direzione Didattica Cesena, in collaborazione con U.S.R. Abruzzo, nei giorni 2-3-4- novembre 2006. Titolo relazione, Orientamento formativo e disabilità: dalla teoria alle pratiche d’aula.
2007

 

Componente Comitato promotore

Convegno Internazionale, La Qualità dell’integrazione scolastica, organizzato dal Centro Studi Erickson di Trento e svoltosi a Rimini nei giorni 16-17-18 Novembre 2007.
2008

 

Relatore

Tavola rotonda “Internazionalizzazione del settore Cultura, Formazione e Inclusione” organizzato dall’Istituto Universitario di Scienze Motorie di Roma il 22 maggio 2008. Titolo della relazione, Il corpo: pregiudizi e sfide dell’inclusione.
2008

 

Relatore

Convegno Nazionale, “L’integrazione delle diverse abilitàorganizzato da Assessorato alle Politiche Sociali, Famiglia e Immigrazione della Provincia di Cagliari, Associazione “Spazio Acca”, Associazione Professionale “Proteo Fare Sapere”, Società Sarda di Pedagogia Rivista “Handicap e Scuola”, nei giorni 7-8 novembre 2008. Titolo della relazione: Genitorialità e comunicazione della diagnosi.
2008

 

Relatore

Convegno, Integrazione scolastica dei bambini e degli adolescenti con Autismo e d.p.s”, organizzato da Associazione “Volo alto” di Villacidro, in data 15 novembre 2008. Titolo della relazione: Associazionismo familiare e interventi educativi.
2009

 

Relatore

Corso di Formazione rivolto a docenti di scuola media di I grado, organizzato dalla società di servizi culturali Toyscar nell’ambito del progetto ministeriale “I Care”, presso la scuola media di Ghilarza (OR), titolo del modulo di formazione “Dal PEI al Progetto di Vita”.
2009

 

Relatore

Corso di Formazione “Progetto Karalitano” realizzato nell’ambito del progetto qualità Campus-Unica, organizzato dalla Fondazione CRUI e dall’Università di Cagliari, e rivolto ai ricercatori universitari e ai docenti di I e II fascia, con la finalità di approfondire le conoscenze circa le pratiche di insegnamento e di valutazione. La relazione ha sviluppato il seguente tema: La didattica speciale nei processi di insegnamento/apprendimento universitari.
2009

 

Relatore

Corso di Formazione, organizzato dal Circolo didattico del comune di Villacidro, il corso attraverso due distinti moduli di formazione si è rivolto rispettivamente ai genitori e ai docenti degli alunni. Il titolo dei moduli di formazione e degli interventi sviluppati, di cui lo scrivente è stato relatore unico, sono riassumibili nella seguente espressione “Avvio alla didattica speciale: dalla teoria alla prassi”
2009

 

Relatore

Convegno Internazionale, La Qualità dell’integrazione scolastica, organizzato dal Centro Studi Erickson di Trento e svoltosi a Rimini nei giorni 13-14-15 Novembre 2009. Titolo della relazione: Associazionismo familiare e processi di welfare
2009

 

Relatore

Convegno internazionale Programs of Internationalization of University’s Studies and its Positive Effects on the Quality of the Education” organizzato dall’Università di “SS Cyril and Methodius”, Skopje, e dall’Università della “Sapienza” di Roma in SKOPJE (MK) in data 4-5 dicembre 2009. Titolo della relazione: I programmi Comenius nella scuola dell’obbligo: buone prassi d’inclusione.
2011

 

Relatore

Conferenza Internazionale “Interdisciplinar collaboration among different themes for International planning about inclusion” organizzato dall’Università di Roma “Foro Italico” in data 4-5 febbraio 2011. Titolo della relazione: Accessibilità, costrutto teorico e istanze operative.
2011

 

Relatore

Convegno “Scuole in rete: una rete per giocare”, organizzato dal Circolo Didattico “G. Dessi” di Villacidro in data 11 febbraio 2011. Titolo della relazione: Attività Motoria e Sportiva Integrata: una questione aperta.
2011

 

Relatore

Convegno nazionale “progettualità educativa e nuove prospettive per i processi inclusivi” organizzato dall’Università Degli Studi di Messina in data 28 aprile 2011. Titolo della relazione: L’accessibilità: riflessioni pedagogiche e istanze operative.
2011

 

Relatore

 

Conferenza-dibattito, presentazione del volume, “Pedagogia speciale oltre la scuola” organizzato dalla Provincia del Medio Campidano, dall’Istituto Comprensivo Statale di San Gavino Mle, dall’IPSIA di Guspini, dall’Istituto Magistrale di San Gavino Mle in data 17 maggio 2011. Titolo della relazione: Dimensioni emergenti del processo di integrazione
2012

 

Relatore

Seminario Internazionale: L’internazionalizzazione nella ricerca della Pedagogia Speciale organizzato dall’Università di Roma “Foro Italico” in data 17 gennaio 2012. Titolo della relazione: “I progetti Comenius: progettualità internazionale e inclusione. I risultati di un’esperienza”.
2012

 

Relatore

Seminario   Essere cittadini nell’apprendimento: volti, percorsi e pluralità di modelli di cittadinanza organizzato dall’Università di Cagliari, Corso di Scienze della Formazione Primaria, in data 28 marzo 2012, Titolo della relazione: Il contributo associazionistico allo sviluppo di percorsi di cittadinanza attiva.
2013

 

Relatore

Convegno Internazionale, La Qualità dell’integrazione scolastica, organizzato dal Centro Studi Erickson di Trento e svoltosi a Rimini nei giorni 08-09-10 Novembre 2013. Titolo della relazione: Dialogo e confronto interdisciplinare nell’ambito dei servizi educativi e socio-sanitari per l’inclusione: il contributo pedagogico
2014

 

Relatore

Seminario Scuola e Università: il tirocinio problema o risorsa? Organizzato dalla Direzione Scolastica Regionale e dall’Università di Cagliari, Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria, in data 16 Maggio 2014. Titolo della relazione: L’organizzazione del corso di studi in Scienze della Formazione Primaria e l’attività di tirocinio: temi e problemi.
2014

 

Relatore

II Convengo Internazionale, Educazione e Inclusione del GIEI, tenutosi a Roma presso l’Università degli Studi di Roma “Foro Italico” nei giorni 14-15 Ottobre 2014. Titolo della relazione: Inclusione e Formazione degli insegnanti nella scuola superiore: dati di ricerca e riflessioni.
2014

 

Relatore

Convegno Internazionale 2^. Encontro do Convênio Internacional Universidade de Roma IV e Facultade de Educação da Universidade de São Paulo, tenutosi a São Paulo nei giorni 06-07 Novembre 2014. Titolo della relazione: Integração e inclusão na Itàlia: Novas perspectivas.
2015

 

Relatore

Convegno Nazionale, La prospettiva inclusiva per una ricerca di qualità in Pedagogia e Didattica Speciale, organizzato dalla Società Italiana di Pedagogia Speciale e tenutosi presso l’Università degli studi di Messina dal 28 al 30 Maggio 2015. Titolo della relazione: Processi d’inclusione a scuola: la percezione degli insegnanti in formazione.
2015

 

Relatore

4th annual International Conference of ALTER, Questioning Contemporary Societies through the Lens of Disability, Paris, 2-3 July 2015, Title of intervention: Enhancing Inclusive processes: a Survey on In Training Teachers’ Perception.
2015

 

Relatore

Convegno Internazionale I bisogni educativi speciali in un ottica inclusiva organizzato dall’Università degli Studi di Cagliari e tenutosi a Cagliari il 19-20 Novembre 2015. Titolo della relazione : la formazione dei docenti ed i Bisogni Educativi Speciali.
2016

 

Relatore

5th Annual International Conference of ALTER, Inclusion, Partecipation and Human Rights in Disability Research. Comparisons and Exchanges Stockholm, 30 June – 1 July 2016, Title of intervention: Disability and Inclusive Processes at School. Exploring Conceptual and Interpretative Models from the Point of View of Special Pedagogy
   

3.3. Progetti di ricerca Nazionali e Internazionali

 

Progetto FIRB

 

2009-2010-2011

Componente dell’unità operativa di ricerca dell’Università di Roma “Foro Italico”

Ret@ccessibile: “insegnamento-apprendimento insieme e per tutti in un progetto di vita”. Il progetto approvato con DDn.190/Ric del 12-03-2009 è coordinato dalla prof.ssa Lucia de Anna, Università degli Studi di Roma “Foro Italico” e comprende le seguenti unità di ricerca:

 

Università degli Studi di Roma “Foro Italico”;

Università degli Studi di Bologna “Alma Mater Studiorum”;

Università degli Studi di Roma Tre;

Università degli Studi Trento;

Università degli Studi di Napoli “Federico II”;

Polo Tecnologico, Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus.

Durante la realizzazione del progetto l’UO del “Foro Italico” ha instaurato rapporti di collaborazione di carattere internazionale attraverso visite, scambi e cooperazione scientifica con le Università di Lyon 2, Porto Alegre e Rio de Janeiro.

Progetto L. 7 8/2007 n.7 anno 2012-13

 

Responsabile dell’unita operativa di ricerca dell’ Università di Cagliari. Dipartimento di Pedagogia, Psicologia e Filosofia

Disabilità e DSA. Documentazione e valutazione di Best practice di inclusione scolastica. Il progetto presentato ai sensi della L.7/2007 “Promozione della Ricerca Scientifica e dell’innovazione Tecnologica in Sardegna” dalle Unità operative delle Università di Cagliari e Sassari è risultato idoneo alla valutazione, ma non finanziato. Il principale obiettivo è la realizzazione di uno studio capillare dei processi scolastici inclusivi in relazione alla disabilità e ai DSA nelle scuole primarie e secondarie di primo grado della Sardegna. Il progetto prevede la collaborazione con alcune università straniere:

 

Universidad de Sevilla

Universidad de Granada

Université d’Aix-Marseille

e altri partner del Dottorato Internazionale di Ricerca in Culture, Disabilità e Inclusione: Educazione e Formazione Facoltà di Scienze Motorie dell’Università degli Studi di Roma “Foro Italico”.

Progetto 60% Accessibilità: istanze teoriche e operative (2009)
Progetto 60% Attività motorie e sportive integrate: quale futuro? (2007)
Progetto 60% Il contributo culturale e sociale dell’associazionismo nel processo d’integrazione delle persone interessate da disabilità (2006)
Progetto 60% La formazione dell’insegnante specializzato tra passato e presente (2005)
Progetto 60% Introduzione alla pedagogia speciale: temi, problemi e riflessioni nel dibattito contemporaneo sull’integrazione (2004

 

3.4. Conseguimento di premi e riconoscimenti per l’attività scientifica, affiliazione ad accademie di settore

2003-oggi Membro della Società Italiana di Pedagogia (SIPED)
   
2003-2007 Componente del gruppo Siped dei pedagogisti speciali italiani, coordinato da L. D’Alonzo.

 

 

   
2008-oggi Membro e socio fondatore della Società Italiana di Pedagogia Speciale SIPeS, Costituitasi a Bologna il 30 giugno 2008.

 

 

2008-2011 Componente del Consiglio Direttivo della Società Italiana di Pedagogia Speciale SIPeS, Costituitasi a Bologna il 30 giugno 2008.

 

 

2016/2017 Attribuzione “Premio SIPED 2017?, settore M-PED/03, per il volume Diversità e inclusione. Prospettive di cittadinanza tra processi storico –culturali e questioni aperte.

3.5. Direzione o partecipazione a comitati editoriali di riviste, collane editoriali, enciclopedie e trattati di riconosciuto prestigio

 

2006- oggi

 

 

Componente del Comitato Tecnico scientifico della rivista “L’integrazione scolastica e sociale”, Erickson, Trento, diretta da Marisa Pavone e condiretta da Andrea Canevaro e Dario Ianes.

 

 

2006- 2008

 

 

Collaboratore della rivista “Gulliver”, diretta da Pasquale Moliterni, Edizioni didattiche Gulliver, Vasto.

 

 

2008-2009 Reviewer per la rivista “Alter”, European Journal of Disability Research. Rivista internazionale di scienze umane che pubblica trimestralmente articoli scientifici in lingua inglese e francese, Editore Elsevier Masson Paris, accesso on-line http//France.elsevier.com
2010-2016 Referee per la rivista “L’integrazione scolastica e sociale”, Erickson, Trento, diretta dalla prof. Marisa Pavone e condiretta dal prof. Andrea Canevaro e dal prof. Dario Ianes.

 

 

2010-2011 Reviewer per la rivista elettronica “Travail Formation en Education” curata dal   Cléo (Centre pour l’édition électronique ouverte) un laboratorio associato costituito dal CNRS, l’EHESS, l’Université de Provence et l’Université d’Avignon. La rivista è on-line all’indirizzo http://tfe.revues.org

 

 

2012-2016 Referee per l’Italian Journal of Special Education for Inclusion curata da Pensa Multimedia per la Società Italiana di Pedagogia Speciale e diretta dal prof. Luigi d’Alonzo.
   
2012-2013 Referee per la rivista internazionale Education Sciences & Society diretta dal prof. Michele Corsi.
   
Anno Accademico

 

2014/15

Member of Scientific Committee, 4th annual Conference of ALTER, Questioning Contemporary Societies through the Lens of Disability, Paris, 2-3 July 2015
   
2015-2016 Referee per il CEUM (Centro Edizioni Universitarie Macerata) coordinato dalla prof.ssa Rosa Marisa Borracini.
   
2015-2016 Referee per gli “Annali on line della Didattica e della Formazione Docente”

 

Web: http://annali.unife.it/SSIS/ Responsabile: Elena Marescotti – Università degli Studi di Ferrara ISSN: 2038-1034   Anno: 2016

 

Anno Accademico

 

2015/16

Componente del Comité Científico, I Congreso Internacional de Innovación y tecnología educativa en educación infantil, organizado por el Grupo de Investigación Didáctica (HUM-390) y celebrado en la facultad de Ciencias de la Educación (Universidad de Sevilla) entre los días 21y 23 de abril 2016

 

 

Anno Accademico

 

2015/16

Componente del Comitato Scientifico della rivista on-line Diogene’s Journal, Direttore Piero Crispiani (Università di Macerata).

 

Questionario e social

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