Anna Oppo

La famiglia e la parentela hanno rappresentato i temi ricorrenti delle ricerche di Anna Oppo, intrecciandosi agli studi sulla condizione femminile, alla divisione sessuale del lavoro, al rapporto tra genere e potere. Il saggio dedicato a questa grande studiosa evidenzia i caratteri innovativi della sua prospettiva di ricerca che, rompendo con orientamenti consolidati nella ricerca sociologica, scelse di prestare attenzione alle soggettività, al modo in cui esse, nel loro dispiegarsi, interagiscono nei meccanismi della regolazione sociale, diventando così attori del mutamento sociale. Di qui, tra altre cose, uno sguardo originale sulla relazione tra le donne e la famiglia, che è ancora oggi di grande ispirazione. Nelle ricerche di Anna Oppo le donne sono riconosciute come le autrici di un intreccio di  rapporti familiari solidi basati sulla reciprocità, che si intrecciava con le regole del mondo della produzione, e come le attrici di una relazione dinamica tra gli  aggregati domestici e la comunità, anche attraverso ‘politiche’ che non hanno o non avevano il nome di strategie (la scelta del partner, la gestione della propria fecondità) ma che – questa un’altra componente-chiave delle ricerche di Oppo - i soggetti delle politiche ufficiali sono sollecitati a conoscere e capire, per poter condurre una sensata ed efficace azione di riforma. Le ricerche di Oppo, ricostruibili anche attraverso una prima bibliografia riservata a questi temi, sono infatti scaturigine e componente di un ambiente intellettuale orientato   al rinnovamento delle scienze umane e sociali, nel senso più lato, che ha offerto il modello di un rapporto impegnato e consapevole tra il mondo della ricerca e il governo politico del territorio: si tratta di una trama aperta di nomi e di temi di studio, che questa pagina si propone di arricchire con altri protagonisti e altri capitoli delle ricerche che Scienze politiche ha condotto e suscitato sul tema della famiglia. Tra questi un riferimento è la partecipazione attiva di Anna Oppo alla Scuola di Specializzazione in Studi Sardi.

SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE STUDI SARDI

La Scuola di specializzazione in Studi Sardi è stata istituita con una delibera del Ministero della Pubblica Istruzione del 1 marzo1963. Si concludeva un iter cominciato formalmente nel Consiglio di Facoltà di Storia e filosofia del 25 giugno 1961 quando, su sollecitazione del Prof. Lilliu si discute l’opportunità di creare una scuola per un programma di ricerca sulle tradizioni popolari, per la creazione di documentari, un museo delle tradizioni sarde e un atlante demo-antropologico”. Da tempo, studiosi della facoltà avevano contribuito con altri colleghi di giurisprudenza (che allora includeva ancora Scienze Politiche) al dibattito pubblico e politico sulla condizione della Sardegna e sulle sue possibilità di uscire dalle gravissime condizioni di povertà e di degrado in cui si trovavano le aree urbane e rurali dopo la Seconda guerra mondiale. Nel dibattito un’attenzione specifica era riservata all’identità, alla necessità di conoscere e interpretare le condizioni della società sarda e di collaborare con l’amministrazione regionale alla definizione delle linee di programmazione. Nel giugno dello stesso anno viene definito il Regolamento della Scuola che prevede due anni di formazione a cui potranno partecipare i laureati in filosofia, economia e giurisprudenza. Le discipline obbligatori incluse erano: antichità sarda, storia della Sardegna, linguistica, antropologia della Sardegna, etnografia e tradizioni popolari, storia dell’arte sarda, diritto regionale e istituzioni sociali.  Nel Consiglio di Facoltà del 28 maggio 1963 sono definite le tasse e alcune modifiche al regolamento. Il Prof. Lilliu sarà incaricato della stesura della bozza dello Statuto definitivo dello Statuto. Intanto, nel 1964, la Facoltà delibera una collaborazione con la RAS sui temi indicati nello statuto della Scuola. A partire dal 1965 entreranno nel corpo docenti della Facoltà importanti antropologi, a partire dalla Prof.ssa Anna Anfossi giunta all’Ateneo cagliaritano nel 1965. La Facoltà raccomandava inoltre il rafforzamento delle collaborazioni e il coinvolgimento nella scuola degli storici che sarebbero poi stati parte della Facoltà di Scienze Politiche (Sabrina Perra).

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