Figli del caso e della pena. La visione tragica dell’esistenza e il tragico della libertà e della scelta
Fadda Rita
2019-01-01
Abstract
L’intento è quello di interrogare il tragico sotto il profilo pedagogico e far sì che la pedagogia si lasci da esso interrogare, al fine di mettere in chiaro quanto la tensione tragica sia presente nei processi di soggettivazione, di formazione dell’uomo. Tragico la cui essenza non consiste nella semplice presenza del dolore e della caducità dell’esistenza, ma prende corpo ove si passi da ciò, ad una piena consapevolezza e ad una visione del tragico dell’esistenza e della condizione umana. E la prima domanda che ci si pone è se tale consapevolezza conduca verso atteggiamenti rinunciatari, di pura, passiva rassegnazione, che confliggono con l’idea stessa di educazione o se formi alla vita autentica. E da qui, un’altra domanda fondamentale per chi si interroga sul destino formativo dell’uomo, sul suo divenire ciò che può ed ha da essere e vale a dire la domanda sui margini di libertà che tale visione lascia all’uomo per agire, per scegliere e scegliersi, per aspirare ad un’autodeterminazioneFile | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
pdf tragico.pdf Solo gestori archivio
Tipologia: versione editoriale (VoR)
Dimensione 496.64 kB
Formato Adobe PDF
|
496.64 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.