1 – L’Unione Sarda / Economia (Pagina 14 - Edizione CA)
Le dinamiche secondo Immobiliare.it
CAGLIARI IN CONTROTENDENZA: I COSTI AL METRO QUADRO REGGONO
La sofferenza del mercato immobiliare non risparmia la Sardegna. Secondo i dati elaborati dall’Ufficio studi di Immobiliare.it, sito internet di annunci immobiliari, nei primi sei mesi dell’anno si è registrata nell’Isola una contrazione dei prezzi del 6,9%, mentre sul territorio nazionale il calo è stato del 2,7%. La città che registra la maggiore contrazione delle quotazioni è Nuoro, dove il calo dei prezzi sfiora il 20%. Seguono Tempio, 15,7%, Olbia, 14,3%, Iglesias, 11,5%, Sassari, 8,5% e Oristano, 2,8%. In controtendenza, i prezzi degli appartamenti a Cagliari, dove il valore medio è calato solo del 2%, il dato più contenuto in tutta Italia. Se all’inizio dell’anno la media dei prezzi a metro quadro era di 2.902 euro, a giugno la media è stata di 2.843 euro, vale a dire appena 59 in meno. «Cagliari, grazie all’Università, rappresenta un ottimo investimento per chi intende affittare una casa agli studenti», spiega Andrea Polo, direttore comunicazione Immobiliare.it. ( ma. mad. )
2 – L’Unione Sarda / Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Il sociologo Zurru: «L’incertezza e la carenza di prospettive spingono a giocare»
LA CORSA PAZZA VERSO LA DEA BENDATA
Basta un attimo per cambiare vita oppure per rimandare tutto alla giocata successiva, sperando in una sorte migliore. Sono sempre di più le persone che provano, con la moneta in mano e un tagliando da grattare, a dare una svolta o una boccata d’ossigeno alla propria vita. Il fenomeno del Gratta&vinci è entrato a far parte della cultura della società, che affida alla fortuna una parte del proprio destino. «L’incremento del gioco d’azzardo ha radici psicologiche e, storicamente, troviamo una contingenza tra l’andamento economico e la speranza», spiega Marco Zurru, docente di sociologia della facoltà di Scienze politiche, «davanti alla carenza di prospettive e di certezze, che le istituzioni e il mercato non riescono a garantire, spesso, la gente tenta la sorte».
AMPIA SCELTA Per chi si vuole affidare alla fortuna, esistono numerose opportunità, moltissimi giochi e la possibilità di spendere cifre diverse. Dai Gratta&vinci, acquistati maggiormente grazie alla varietà dei prezzi per ogni tagliando, sino alle scommesse sportive. Negli ultimi anni, la diffusione è stata su larga scala e le nuove lotterie si sono aggiunte ai giochi storici che, da tanto tempo, fanno parte della vita di tante persone. Uno dei più vecchi è il Lotto: nel 1863, infatti, entrò ufficialmente a far parte delle entrate previste dal bilancio statale. La schedina del Totocalcio, invece, fece la sua prima comparsa nel 1946 a regalare una speranza agli italiani affamati dalla guerra. Una giocata costava 30 lire. «L’Italia è un paese in cui si gioca tanto», spiega Zurru, «e dove la società civile si affida molto alla fortuna». Il fenomeno è facilitato dal fatto che «lo Stato può contare su introiti cospicui che derivano da questo tipo di lotterie», afferma il sociologo, «per questo motivo, ha creato un sistema che agevola e incentiva le persone a tentare la sorte».
IL BANCO VINCE SEMPRE Le notizie di vincite milionarie causano, nell’immaginario collettivo, un forte effetto imitativo poiché confermano l’assunto che la fortuna può arrivare in qualsiasi momento. «Ogni tanto ci sono casi fortunati che incrementano la speranza di poter vincere», sottolinea Zurru, «ma, alla fine, è sempre il banco ad avere la meglio su chi gioca». Il rischio di un’ossessione da gioco diffusa non esiste e quando si verifica il dato patologico «le società occidentali si sono organizzate per affrontare il problema», conclude Zurru, «sia con strutture mediche e psicosociali che con associazioni di mutuo-aiuto».
Matteo Sau
3 – L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Dichiarazione congiunta dei rettori di Cagliari e Sassari
«NO AL RADDOPPIO DELLE TASSE»
Oltre alla riduzione dei fondi per le borse di studio e alla chiusura di due Case dello studente, una nuova penalizzazione potrebbe presto interessare gli universitari sardi: il raddoppio della tassa regionale per il diritto allo studio.
Stavolta l’accorato appello alla Regione Sardegna non proviene dalle aule universitarie, né dalle piazze, ma direttamente dal Rettorato. I rettori degli atenei di Cagliari e Sassari, Giovanni Melis e Attilio Mastino, chiedono che venga approvata al più presto una norma transitoria per l’Isola. L’obiettivo: attutire il colpo dell’imposta che, a seguito delle nuove norme fissate dal maxiemendamento sulla spending review, potrebbe presto lievitare, e passare da 60 a 130 euro. Non è esclusa l’ipotesi che l’importo di quella che è la principale tassa universitaria, da pagare entro pochi mesi, possa arrivare a sfiorare i 160 euro. «È forte la preoccupazione che il mancato intervento legislativo della Regione comporti l’aumento della tassa regionale per il diritto allo studio - dichiarano i due rettori - proprio in un momento di crisi e difficoltà economica e finanziaria per le famiglie». Senza tralasciare il fatto che «è stato ridotto il numero delle borse di studio e, a Cagliari, sono chiuse due Case dello studente per manutenzione».
Dopo un inizio anno accademico costellato di manifestazioni e assemblee la situazione non accenna a migliorare. Tra i tanti temi affrontati durante la prima riunione della commissione paritetica (che guida l’attuazione dell’accordo di federazione stipulato il 15 maggio scorso tra i due atenei sardi), la crisi economica, i nuovi rincari, e le difficoltà che dovranno attraversare gli atenei nei prossimi mesi, sono sicuramente quelli più caldi. All’incontro, in via università, ha partecipato una delegazione di ciascun ateneo nominata dai rispettivi organi collegiali. Un accordo «molto importante per difendere e valorizzare il nostro patrimonio scientifico e culturale» - afferma il magnifico dell’ateneo cittadino - «elemento fondamentale del sistema sociale ed economico dell’Isola». «Dobbiamo razionalizzare per essere più forti, la dispersione ci indebolisce», conclude Melis. D’accordo il rettore Mastino: «Non possiamo disperdere le forze, dobbiamo evitare duplicazioni di corsi».
Veronica Nedrini
4 – L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
Progetto ribattezzato “Gagli-Off”
UN LAVORO SU MISURA PER RIEDUCARE SESSANTA CARCERATI
Con un lavoro ad hoc, studiato in base alle criticità di ciascun detenuto, è possibile ridurre il rischio di recidiva e agevolare il reinserimento nella società a pena scontata. Lo dimostrano i risultati del progetto dell’università Gagli-Off, che ha coinvolto sessanta carcerati delle case circondariali di Buoncammino e Iglesias.
Tutti condannati a pene molto lunghe, per omicidio, violenza sessuale e rapina. Si tratta di un percorso di «rinforzo delle capacità e diminuzione delle criticità», spiega la professoressa Cristina Cabras, coordinatrice del progetto. «Li abbiamo “allenati” ad avere una maggiore capacità di controllare gli impulsi, l’emotività e l’aggressività».
Dopo una fase preliminare di conoscenza, affiancati da tutor specializzati in criminologia, alcuni hanno lavorato in carcere, dove si sono occupati di scannerizzare migliaia di pagine di documenti per il Comune di Iglesias, o del riciclaggio di cartucce di toner esaurite. Altri, grazie a 20 borse lavoro messe a disposizione dal programma Ad Altiora, hanno lavorato in aziende esterne, svolgendo dei lavori «a misura di reato». Un condannato per violenza sessuale, per esempio, ha lavorato in una gastronomia, a contatto con personale femminile e capo donna. «Un ambiente lavorativo in cui si impara a confrontarsi con l’altro sesso in un modo diverso», precisa la dottoressa Cabras. I condannati per omicidio, invece, «sono stati inseriti in attività lavorative in cui ci fosse una situazione di confronto con colleghi uomini con forza fisica e livello di aggressività alto». Alla presentazione dei risultati, nell’aula magna Motzo a Sa Duchessa, ha partecipato anche il provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria Gianfranco De Gesu.
Nel suo intervento non ha nascosto la soddisfazione per l’esperienza: «I nostri studi ci dicono che queste persone hanno minori probabilità di tornare in carcere. È un modello che intendiamo riproporre ai nostri istituti dell’Isola». Hanno collaborato al progetto: il dipartimento di psicologia, il provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria, la società S.o.s., le cooperative Kore e ad Ipogea, il Tribunale di sorveglianza e la Provincia. (ve.ne.)
5 – L’Unione Sarda / Cultura (Pagina 43 - Edizione CA)
Quinta edizione del Festival che si terrà all’Exmà di Cagliari dal 6 all’11 novembre
IMPARIAMO L’ALFABETO DELLA SCIENZA
A come Scienza. Ma anche come Alleniamo la mente. Non si può che cominciare con l’alfabeto (scientifico, naturalmente) per comprendere linguaggi che scrivono le nostre vite più di quanto non siamo soliti considerare. L’occasione per farlo è il Festival della Scienza, un’intensa settimana di conferenze, incontri, dibattiti, laboratori che si terrà Cagliari dal 6 all’11 novembre all’Exmà.
«Siamo un gruppo di pazzi», ha confessato Carla Romagnino, presidente del comitato organizzatore, «impegnati a far superare le storiche disaffezioni verso temi considerati aridi e privi di fascino». Impegno ripagato da 12 mila visitatori lo scorso anno e dal riconoscimento che il festival, che compie cinque anni, ha conquistato nel panorama nazionale, ottenendo la certificazione sia dall’Unesco (nell’acronimo la esse sta proprio per scienza) che dalla rivista “Le Scienze”.
Eppure oggi la comunità scientifica, dove tutto è precisione, logica, rigore, è scossa dalla condanna degli scienziati della commissione “Grandi rischi”, riconosciuti colpevoli di aver sottovalutato la gravità del terremoto dell’Aquila. Un disagio arrivato fino all’aula del consiglio comunale di Cagliari, dove ieri è stato presentato il festival. «Condannando gli scienziati - ha aggiunto la Romagnino - è lo Stato che condanna se stesso. Non è certo stato un processo alla scienza ma a persone che in quel momento avevano staccato il cervello per adeguarsi a ciò che la politica chiedeva».
L’argomento inevitabilmente resterà in agenda. Sarà infatti Lucia Votano, ex direttrice dei Laboratori nazionali del Gran Sasso (in Abruzzo), a tenere la conferenza di apertura alle 16,30 all’Exmà, mentre il 10 (alle 18) Teresa Crespellani, docente di Ingegneria Geotecnica Sismica, parlerà proprio di terremoto: “evento naturale” ed “evento sociale”.
La bellezza e la complessità del Festival della Scienza, che miracolosamente vive con pochi contributi dei canonici enti pubblici, dell’Università e con molta passione (sostenuta dall’impegno finanziario) di Sardegna Ricerche, Pcs Sviluppo e Crs4, sta in un’offerta, da ricambiare magari con un’altra offerta libera all’ingresso, di incontri insoliti con chimica, fisica, astronomia, biologia o matematica. «Ne condividiamo gli obiettivi», ha aggiunto Ketty Corona, presidente di Sardegna Ricerche che partecipa attivamente al Festival con alcuni laboratori.
Per imparare un alfabeto nuovo «occorre passione», ha ricordato invece Andrea Possenti, direttore dell’Osservatorio astronomico di Cagliari, e occorrono scolari. Che non mancheranno: il Liceo Dettori dalle 11,30 alle 17,30 ospiterà lo spettacolo “Flusso” e sono già numerose le scuole di tutta l’Isola che si sono prenotate per visite e laboratori (contributo di due euro a studente). Tra gli ospiti Gian Francesco Giudice (il 7 alle 16,30) del Cern di Ginevra che parlerà di “Il tempo tra scienza e fantascienza”; sempre il 7 (alle 18,15) il farmacologo Gian Luigi Gessa su “Psicoterapia, farmacoterapia e neuroscienze: Parole, Molecole, Neuroni”; i comunicatori scientifici Giorgio Haeusermann (il 6 alle 18,30) e Francesco Cavalli Sforza (il 10 alle 16,30). Il calendario di appuntamenti in dettaglio è nel sito www.festivalscienzacagliari.it. (c.p.)
6 – L’Unione Sarda / Provincia di Nuoro (Pagina 21 - Edizione NU)
LODINE. A convegno amministratori, docenti universitari, Confindustria e associazioni
UN PATTO PER LE ZONE INTERNE
Ambiente, cultura, impresa: ecco le carte per combattere la crisi
Ambiente e impresa per combattere la crisi. Questo il tema del seminario intitolato “Una nuova alleanza tra Cultura, ambiente e impresa per lo sviluppo delle zone interne della Sardegna”. L’appuntamento è per il prossimo 29 ottobre (ore 16) nel Centro polivalente di Lodine.
Esperti, studiosi e cittadini s’incontreranno per trovare la giusta soluzione affinché il cuore della Sardegna possa, come la Fenice, risorgere dalle proprie ceneri. L’intento è promuovere la rinascita valorizzando il patrimonio ambientale e culturale, la vera ricchezza del centro dell’isola. Risorse attorno alle quali potrebbero svilupparsi settori importanti dell’economia: dai prodotti agroalimentari e artigianali all’accoglienza turistica. Il binomio ambiente e impresa è considerato, perciò, una delle opportunità più concrete per il rilancio socio-economico del territorio, senza tuttavia trascurare sostenibilità, attrattività e condivisione. A presentare l’incontro saranno Roberto Bornioli (presidente Confindustria Sardegna centrale), Franco Sotgiu e Fausto Mura, presidenti delle associazioni “Nino Carrus” e “Enrico Berliguer” di Nuoro. Verranno poi esposte esperienze e proposte di politiche ambientali per il territorio. Aprirà il dibattito l’ex sindaco di Orgosolo, Francesco Meloni, con l’ausilio dei rappresentanti delle Università di Sassari, Domenico D’Orsogna, Giuseppe Pulina e Michele Gutierrez. Alle 17,45 la parola passerà agli enti locali: interverranno i sindaci di Villagrande, Bolotana e Dorgali, oltre all’assessore provinciale all’Ambiente Ivo Carboni. Interverranno i consiglieri regionali Renato Soru (Pd) e Pietro Pittalis (Pdl).
7 – L’Unione Sarda / Provincia di Sassari (Pagina 25 - Edizione OL)
SASSARI. La Regione ha istituito diversi piani d’intervento per il recupero delle aree naturalistiche
LA GIORNATA DELLA FAUNA SELVATICA
Mufloni, cervi, grifoni, cinghiali: oggi giornata di studio all’Università
L’Università di Sassari ha organizzato per oggi una giornata di studio dedicata alla "Fauna selvatica in Sardegna e le sue problematiche gestionali”, che si terrà a partire dalle ore 15 nell’aula Manunta di via Vienna 2 a Sassari.
Il dipartimento di Medicina veterinaria, la scuola di specializzazione in Sanità animale, allevamento e produzioni zootecniche e la scuola di dottorato di ricerca in Scienze veterinarie dell’Ateneo hanno unito le forze per proporre a tutti gli interessati un incontro informativo suddiviso in due sessioni: la prima prenderà in considerazione esperienze di gestione sanitaria della fauna selvatica in Italia e il ruolo della ricerca scientifica; nella seconda sessione sarà protagonista soprattutto il cinghiale, con valutazione degli aspetti gestionali e sanitari e le possibili implicazioni sull’epidemiologia nell’Isola di importanti patologie come la trichinellosi e la peste suina africana.
«Allo stato attuale in Sardegna la situazione faunistica non è certamente soddisfacente - dice Salvatore Naitana, direttore del dipartimento di Medicina veterinaria - L’espansione dell’allevamento dell’ovino domestico, l’incremento della costruzione di strade, il crescente interesse turistico e la presenza annuale della piaga degli incendi hanno determinato una frammentazione del territorio con una continua sottrazione di spazi disponibili per le specie selvatiche».
Eppure l’Isola risulta fra quelle italiane a più alta valenza faunistica, con animali di rilevante interesse ambientale come il muflone, il cervo, il gatto selvatico e il grifone. La Regione ha istituito diversi piani d’intervento per il recupero delle aree naturalistiche e per la tutela delle specie faunistiche. Tuttavia nuovi problemi si presentano nella gestione della specie faunistiche presenti in Sardegna. Fra tutte il cinghiale, che rappresenta al contempo un problema e una risorsa.
8 – L’Unione Sarda / Provincia di Sassari (Pagina 26 - Edizione OL)
Sassari
DISPERSIONE: ACCORDO FRA UNIVERSITÀ
L’unione fa la forza e anche le università di Sassari e Cagliari hanno fatto passi in avanti per l’attuazione dell’accordo di federazione stipulato il 15 maggio scorso. I rettori Attilio Mastino e Giovanni Melis si sono incontrati in rettorato per parlare di razionalizzazione delle offerte formative assieme a una delegazione di ciascun ateneo. L’intento è quello di portare avanti quanto sancito nel maggio scorso, soprattutto per razionalizzare l’offerta formativa. «Dalla firma dell’intesa ad oggi abbiamo fatto molti passi in avanti - ha detto Giovanni Melis - in un accordo fondamentale per difendere e valorizzare il nostro patrimonio scientifico e culturale». Nella convinzione che la razionalizzazione renda più forti: «Ragionando in termini di sistema - prosegue Melis - dentro un rapporto nuovo con la Regione, è possibile proporre un’offerta formativa sostenibile, qualificata e adeguata al contesto isolano. La dispersione indebolisce». (a. br.)
9 – L’Unione Sarda / Cronaca di Alghero (Pagina 27 - Edizione OL)
Martedì una riunione di Giunta strategica: «Modi, forme e tempi sono già al vaglio dei tecnici»
«ARCHITETTURA DEVE RESTARE IN CITTÀ»
Il sindaco Lubrano promette la massima attenzione per la Facoltà
«C’è la forte volontà di mantenere Architettura ad Alghero, l’incontro di martedì è stato chiesto proprio da noi per capire quali sono le reali esigenze della facoltà». Il sindaco Stefano Lubrano non farà mancare il sostegno dell’amministrazione a una delle realtà universitarie più prestigiose in Italia e che, da dieci anni, ha scelto la Riviera come propria sede. Ora però il numero di studenti è aumentato e le esigenze di spazi pure, tanto che il direttore del Dipartimento si sta già guardando intorno ipotizzando un trasferimento del polo didattico altrove.
SPAZI E COSTI In aggiunta all’ex Asilo Sella e all’ex Caserma dei carabinieri, già in uso alla facoltà, il Comune dovrebbe mettere a disposizione di studenti e professori l’intero complesso sui bastioni. Ad Architettura non bastano le sei aule promesse, serve anche l’ex convento delle Isabelline.
«I nostri tecnici stanno lavorando per capire soprattutto - spiega Lubrano - se l’ente pubblico sarà poi in grado di accollarsi i costi che, immagino, saranno pesantissimi per la collettività». Si parla di centinaia di migliaia di euro all’anno solo per le manutenzioni ordinarie e straordinarie degli edifici concessi in uso ad Architettura. «Occorre attivare un processo di condivisione che veda coinvolte anche la Regione e l’Università di Sassari», incalza il primo cittadino che, per martedì, ha fissato una riunione di Giunta proprio per discutere e approfondire queste tematiche.
COLLABORAZIONE TRA I DUE ENTI Intanto il presidente della commissione consiliare Cultura, pubblica istruzione e politiche sociali, Natacha Lampis, che l’altro ieri mattina ha incontrato una delegazione della facoltà, fa presente che, non solo occorre impegnarsi perché Architettura resti in città, ma che il Comune deve intraprendere un rapporto di collaborazione più efficace. «Intendo dire che se in città c’è chi ha tutto l’armamentario, risorse umane, strumenti, progetti, relazioni umane e ricerche, per ragionare su alcuni specifici temi, perché mai la città non dovrebbe avvantaggiarsene? Cerchiamo di capire bene - dice Lampis - cosa la facoltà ci può offrire, disturbiamola di più, mettiamola maggiormente al servizio della città. Si chiama scambio, si chiama sinergia, si chiama cooperazione tra istituzioni; ma si chiama anche strategia per la crescita e lo sviluppo». Senza trascurare l’aspetto economico. «Una qualsiasi facoltà universitaria lascia denari alla città che la accoglie attraverso gli studenti che vivono nelle sue case - conclude il presidente della commissione - spendono nei suoi negozi e nelle sue librerie, o si intrattengono nei suoi locali alla sera».
Caterina Fiori
10 – L’Unione Sarda / Cronaca di Alghero (Pagina 27 - Edizione OL)
Università
DIPARTIMENTO: NIENTE SPAZI, SI CERCA SEDE A SASSARI
Ormai è più di una minaccia. La facoltà di Architettura potrebbe trasferirsi a Sassari o, addirittura a Olbia. Il Consiglio di Dipartimento ha già eletto una commissione composta da Alessandra Casu, Maurizio Minchilli e Emilio Turco con l’impegno di riferire al Consiglio del 15 gennaio, una decisione definitiva da sottoporre agli organi dell’Ateneo. «Gli spazi, insufficienti, inadeguati, impropri in cui si svolge l’attività didattica, di ricerca, amministrativa - si legge nella mozione approvata ieri dal Consiglio di Dipartimento - i finanziamenti al di sotto delle necessità di una sede distaccata, ci costringono a interrogarci sulle condizioni per mantenere la presenza del Dipartimento in una sede distaccata e a verificare se esiste la possibilità di una collocazione a Sassari». L’auspicio di tutti i docenti è che in questi pochi mesi la situazione si possa risolvere. ( c. fi. )
Alghero
IL SINDACO: «SALVEREMO ARCHITETTURA»
Il sindaco Lubrano è deciso: Alghero non si lascerà scappare la facoltà di Architettura anche se occorre «attivare un processo di condivisione che coinvolga anche la Regione e l’Università».