Cagliari e Hong Kong unite nel nome di Grazia Deledda. Domani alle 12,30 nell’aula magna del rettorato si terrà un incontro tra l’Ateneo di Cagliari e la City University of Hong Kong per il progetto Grazia Deledda.
L’iniziativa ha lo scopo di diffondere le opere del premio Nobel in Cina, attraverso la traduzione dei romanzi in inglese e cinese. Il percorso didattico delle due università partirà con la traduzione di Canne al vento. Sarà fatta anche una più ampia ricerca della letteratura mediterranea con altri atenei asiatici ed europei. La manifestazione inizierà con la proiezione del filmato di Giorgio Dettori dal titolo “Sardegna terra di Giganti”. Interverranno il rettore Giovanni Melis, Giovanna Maria Ledda, Paola Piras, Ignazio Putzu, Ciriaco Offeddu, Giuseppe Marci, Luisanna Fodde, Isabella Martini e Xu Xi.
2 - L’Unione Sarda di mercoledì 8 ottobre 2014 / Cronaca Regionale (Pagina 6 - Edizione CA)
E l’assessore alla Cultura sul blog annuncia: a giorni il successore di Corongiu
«MAI TAGLIATO IL SARDO A SCUOLA» Firino al contrattacco sulla limba
Non un euro di tagli all’insegnamento del sardo nelle scuole, lunga vita agli sportelli linguistici e all’intesa con l’università di Edimburgo per il bilinguismo. E a giorni l’ufficio Lingua avrà un nuovo dirigente che sostituirà Giuseppe Corongiu, il cui mandato è terminato mesi fa. Detto questo, l’assessore sono io: chi solleva problemi inesistenti per poi assolvermi graziosamente si sbaglia, e di grosso. Risponda piuttosto a qualche domanda finora rimasta a galleggiare nel silenzio e nell’imbarazzo.
Questa è, in estrema sintesi, la risposta di Claudia Firino alle polemiche sulle politiche per rilanciare il sardo e sui finanziamenti della Giunta per questo settore.
Un punto di vista articolato e a tratti polemico che l’assessore alla Cultura pubblica sul suo blog diarioprecario sotto il titolo “Senza peli sulla Limba”. E l’incipit è perfettamente intonato al titolo: «Non so se mi stupisce di più la puntuale mistificazione dei fatti o la paternalistica assoluzione che mi viene a volte riservata, come se la responsabilità di ciò che accade nell’assessorato che rappresento sia sempre altrove. Ringrazio della simpatia e dell’indulgenza preventiva, ma devo deludere i miei simpatizzanti dichiarando la piena titolarità di ogni atto che riguarda il mio incarico». Chiarito il punto (con un evidente riferimento a Corongiu che la definiva “incolpevole” pur polemizzando sul destino della limba al tempo di Pigliaru) Claudia Firino passa alla riduzione dei fondi. La prima precisazione è che ci è dovuti muovere sotto gli effetti della crisi, del patto di stabilità e della «pesantissima eredità della giunta Cappellacci». Ma se alcune sforbiciate sono state indispensabili, «non è stato tagliato un euro dei fondi dedicati alla scuola, come da più parti si continua a sostenere. Né agli sportelli linguistici, territoriali e regionale, che immagino come il presidio della nostra politica linguistica. Non è un caso che, appena ripartite le quote aggiuntive di patto, la mia prima preoccupazione sia stata erogare gli stipendi relativi al 2013».
Quanto al piano triennale più volte evocato dai critici dell’amministrazione, l’assessore annuncia che i fondi rimasti permetteranno di prorogare quello scaduto lo scorso anno per il 2014 («impossibile farlo prima, dati gli spazi finanziari inesistenti»), anche se non integralmente ma comunque «con un accento particolare sui temi che caratterizzeranno la politica linguistica d’ora in poi: in primis la scuola. A costo zero, perché coperta da un finanziamento comunitario, sarà invece l’intesa che stipuleremo con Bilingualism Matters, centro di ricerca dell’Università di Edimburgo».
Penultimo capitolo: la sostituzione di Corongiu alla guida dell’Ufitziu: se la scelta non è arrivata tempestivamente è dipeso «dall’iter di evidenza pubblica che abbiamo seguito, poi dalla necessità di attendere la delibera di riduzione delle posizioni dirigenziali», ma in ogni caso «il direttore verrà nominato entro pochi giorni».
Individuata la soluzione, a Claudia Firino rimane però la perplessità per come il cambio della guardia all’Ufficio per la Lingua è stato al centro di preoccupazioni e dibattiti appassionati: «Premesso che l’assenza di un dirigente non ha mai paralizzato nessun settore, mi ha molto colpito l’attenzione riservata esclusivamente a questa vacanza. Possibile che il mondo dell’università e del lavoro, a titolo d’esempio, dormano sonni tranquilli nonostante manchino alcuni direttori?».
E non è l’unica domanda che l’assessore si pone a conclusione del suo post. Ce ne sono altre e tutte piuttosto polemiche:«Perché oggi si fa un gran parlare di scuola, quando negli ultimissimi anni a quel mondo è stata riservata una quota trascurabile rispetto ad altri temi?
Perché non si è avviato per tempo l’iter di rinnovo del piano triennale, scaduto nel 2013?
Quali criteri di finanziamento delle associazioni sono stati seguiti, se il risultato è la dispersione dei fondi in mille rivoli e il sostegno, talvolta, ad enti che nulla hanno a che vedere con la valorizzazione della Lingua sarda?».
L’ultimo interrogativo è il più duro, visto che Claudia Firino definisce «ai limiti della legalità» la convenzione per il progetto di ricerca sul bilinguismo e denuncia come quella convenzione sia stata «sottoscritta da un’associazione che ha firmato a nome della Regione».
Non so - è la conclusione - se queste domande avranno mai una risposta. Ma sono consapevole che d’ora in avanti sarà una mia responsabilità fornire tutte quelle alle quali sarò chiamata a rispondere».
Celestino Tabasso
3 - L’Unione Sarda di mercoledì 8 ottobre 2014 / Provincia di Nuoro (Pagina 21 - Edizione OR)
SINISCOLA. Decolla il piano di mobilità urbana del Comune
Piste ciclabili nel centro storico
A Siniscola sta per prendere il via l’operazione piste ciclabili che fa seguito al piano di mobilità urbano, elaborato sulla base di uno studio effettuato dal centro ricerche dell’università di Cagliari che ha avuto l’incarico dal Comune baroniese.
L’amministrazione guidata dal sindaco Rocco Celentano intende dotare l’area urbana di un sistema di piste destinato alle due ruote su pedale. Si tratta di un piano che prevede la realizzazione di piste sia su sede promiscua con la circolazione motorizzata, sia su corsie riservate. Ad essere interessata dal provvedimento è buona parte del centro storico e le assi che riguardano le zone periferiche sul versante nord est del centro abitato. Obiettivo alleggerire il traffico delle auto e favorire la riscoperta di un mezzo di trasporto non inquinante, in linea come succede in altre realtà.
«Partendo dall’area di sosta di via Donizetti - spiega il primo cittadino - la corsia promiscua si collegherà con via Roma, per poi innestarsi su via Matteotti, attraverso via Deffenu».
Sul quadrante che invece interessa via Olbia, la stessa via Matteotti e la piazza 4 Novembre, l’ampiezza della carreggiata consente di creare una corsia ciclabile dedicata.
«Lo scopo è quello di facilitare la mobilità su pedale collegando tra loro le aree più importanti della città», spiega il sindaco. La rete interesserà anche le scuole di Duai, come pure la sede dell’ufficio postale.
Da piazza 4 Novembre, le piste proseguono nuovamente su sede promiscua, ricongiungendosi da una parte verso via Conteddu per tornare in via Donizetti e dall’altra verso via Pellico e sulla provinciale verso La Caletta.
Fabrizio Ungredda
4 - L’Unione Sarda di mercoledì 8 ottobre 2014 / Economia (Pagina 38 - Edizione CA)
RAPPORTO MIGRANTES. Il caso di Sindia dove un cittadino su due ha deciso di lasciare il paese
SARDEGNA ADDIO, VADO A LAVORARE
Sono 107 mila gli abitanti iscritti all’anagrafe residenti all’estero
Via dalla Sardegna. In fuga da recessione e disoccupazione. Sono oltre centomila (2.257 soltanto nel 2013) i sardi che hanno cercato lavoro e benessere oltreconfine negli ultimi anni. I dati sulle emigrazioni pubblicati nel rapporto di Migrantes, la fondazione della Conferenza Episcopale Italiana, hanno rivelato che gli iscritti all’Aire l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero, provenienti dalla Sardegna sono 107.531, cioè il 6,6% degli abitanti censiti nell’Isola. Un lento spopolamento senza eccezioni che ha colpito grandi e piccoli centri, dell’interno o costieri. E che ha più che dimezzato Sindia, piccolo paese di 1.785 abitanti del Marghine: un abitante su due vede il suo futuro fuori dall’Italia e gli iscritti all’anagrafe dei residenti all’estero sono 992, il 55% dei residenti.
IN CERCA DI FUTURO Dalla Sardegna si è mosso un esercito in missione, composto soprattutto da laureati e diplomati, alla ricerca di un’opportunità negata in patria. Dalla provincia di Cagliari sono partiti il maggior numero di migranti (27.145), segue quella di Sassari con 20.672 cittadini, Oristano (14.781) e Nuoro (14.380). Il 27% di essi composto da uomini (55%) tra i 29 e i 49 anni, mentre quasi uno su quattro rientra nella categoria giovani, tra i 18 e i 34 anni. Cagliari, Sassari e Carbonia salgono sul podio dei comuni più abbandonati. Hanno lasciato il capoluogo 6.349 abitanti, il 4,2% dei residenti in città, dal centro sulcitano invece i disoccupati con la valigia in mano sono stati il 12% (3.553 abitanti su un totale di 28.684). Scorrendo la classifica, oltre al caso più drammatico di Sindia, spiccano anche Nulvi, paese dal quale fino a ora è partito quasi un terzo della popolazione (880 abitanti su 2.829), e San Vito, con un quarto degli abitanti (975 su 3.782) stabilmente occupato all’estero.
UNA TENDENZA NAZIONALE In totale sono 4.482.115 gli italiani sparsi nel mondo, ma a sorprendere è il saldo positivo registrato per la prima volta nel 2014 tra emigrati e stranieri residenti in Italia, con questi ultimi inferiori ai 94.000 italiani che hanno varcato i propri confini. La Germania si conferma dal dopoguerra metà privilegiata per i sardi in cerca di lavoro. Sono in 30.099, il 28% degli oltre 107 mila totali, a essersi rifatti una vita nel Paese teutonico. In 24.247 (22,5%) hanno invece scelto la Francia, mentre 13.054 (il 12,1%) hanno deciso di stabilirsi in Belgio. Oltreoceano le colonie più numerose si sono accasate in Argentina (3.513 sardi) Stati Uniti (1.825) e Australia (1.408).
UN PONTE A SENSO UNICO La decisione di rientrare riguarda principalmente i lombardi (hanno fatto ritorno in 5.266 pari al 17,9% del totale delle iscrizioni all’Aire), i laziali (3.458 pari all’11,7%) e i siciliani (2.334 pari al 7,9%). A far temere che invece il ponte tra la Sardegna e il resto del mondo sia quasi sempre a senso unico sono i dati sulla permanenza lontano da casa. Il 70% dei sardi emigrati l’ha infatti lasciata più di dieci anni fa, il 15% da più di cinque, e il 10% da almeno 12 mesi è residente all’estero. Considerando inoltre che il 31,3% dei sardi inseriti negli elenchi Aire è stato iscritto per diritto di nascita, quindi nato all’estero, fa presupporre quanto una cospicua parte del flusso migratorio si sia felicemente stabilita al largo delle coste dell’Isola. Per molti di loro il biglietto aereo che li ha portati così lontano è forse diventato di sola andata.
Luca Mascia
5 - L’Unione Sarda di mercoledì 8 ottobre 2014 / Provincia di Oristano (Pagina 15 - Edizione OR)
CABRAS. Incursione notturna del deputato Mauro Pili: scavi al buio
Una notte a Mont’e Prama «Il sito non è in sicurezza»
Buio pesto. Non si vede nulla, nemmeno i teli bianchi che coprono i due Giganti. Per capire cosa si nasconde oltre quella recinzione arancione bisogna avvicinarsi con una torcia in mano. Come ha fatto la notte scorsa il deputato sardo Mauro Pili. Con una videocamera ha documentato cosa succede nella collina del Sinis quando gli archeologi non ci sono: desolazione e nient’altro. «A Mont’e Prama si scava nella storia più antica del mondo e quel sito viene trattato come un parcheggio - accusa il politico - Esponenti del governo regionale e nazionale continuano con ridicole passeggiate di propaganda ma non fanno niente per mettere in sicurezza il sito e per garantire la valorizzazione del lavoro che gli archeologi stanno mettendo in campo».
SITO ABBANDONATO Forse servirebbe un impianto di illuminazione e magari un servizio di guardiania più consistente vista la vastità del territorio e l’importanza delle ultime scoperte, tra cui il primo Gigante della storia trovato con la testa attaccata al collo. «Si chieda l’ausilio della Brigata Sassari, della Forestale e della Protezione civile. Quel sito deve essere illuminato a giorno e presidiato non da una occasionale guardia giurata - continua Pili - ma deve essere permanente e costante. Gli archeologi stanno riportando alla luce quello che si configura come il più grande sistema statuario del Mediterraneo».
LA RICHIESTA Per questo motivo Mauro Pili annuncia di voler chiedere al Ministero e alla Regione un intervento immediato. «Se questo non avverrà con subito siamo pronti ad azioni anche clamorose per denunciare questo disinteresse. Ora il tempo dell’attesa è finito. O si agisce o sarà mobilitazione».
LA SOPRINTENDENZA Ma l’archeologo della Soprintendenza Alessandro Usai ha buone notizie: «Sappiamo anche noi che il sito è buio a causa dei pochi fondi a disposizione. Per questo la settimana scorsa abbiamo avuto un incontro con la Forestale che ci ha proposto di intervenire sia per quanto riguarda l’installazione di un impianto elettrico sia per la sorveglianza notturna. Ora aspettiamo la richiesta anche su carta». Intanto, ieri un’altra interessante scoperta. Mentre gli archeologi delle Università di Sassari e Cagliari liberavano dalla terra una statua, è venuto alla luce lo scudo di un pugilatore.
Sara Pinna