Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
26 March 2013

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Salute (Pagina 41 - Edizione CA)
Il Premio Imid Award 2013
va al professor Sergio Del Giacco
Al convegno di Lecce su ingerimento del glutine e implicazioni fisiopatologiche
 
Ha dedicato la vita alla Medicina, raggiungendo importanti traguardi: impegno ancora oggi sottolineato da prestigiosi riconoscimenti. Nei giorni scorsi il professor Sergio Del Giacco, già titolare della cattedra di Medicina interna all'università di Cagliari, è stato insignito, a Lecce, del Premio Imid Award 2013, per l'eccellenza nella medicina clinica e nelle scienze della vita.
L'Imid è un centro di alto livello specializzato nel trattamento delle malattie infiammatorie immunomediate. Ogni anno organizza la Imid scientific conference, cui partecipano studiosi provenienti da numerosi paesi del mondo. Quest'anno è stata dedicata alle reazioni legate all'ingerimento di glutine e alle relative implicazioni fisiopatologiche. Tematiche di carattere immunologico, da sempre al centro dell'attività di ricerca del professor Del Giacco, come ha sottolineato il presidente dell'Imid, Alfredo Tursi, docente di Immunologia clinica a Bari, nel corso della premiazione avvenuta l'8 marzo scorso nel complesso monumentale di Torre del Parco. Significativa la motivazione, che sottolinea l'impegno dello studioso cagliaritano: «Ha posto il malato al centro dell'attenzione, sia dal punto di vista professionale che istituzionale».
In effetti, Del Giacco non si è dedicato solo alla ricerca e alla didattica. I suoi interessi personali (da presidente del Lions club) e gli incarichi accademici, soprattutto a partire dagli anni Ottanta, lo hanno coinvolto in attività scientifiche e sociali. È accaduto, in particolare, con l'esplosione del fenomeno Aids, quando la diffusione del virus Hiv (all'epoca pressoché sconosciuto) ha aperto prospettive inquietanti a livello mondiale. Del Giacco è stato coinvolto nella lotta all'emergenza, come componente del Commissione nazionale per l'Aids, che elaborava le strategie di prevenzione e cura del male. Attività importante, quella contro l'Hiv, da inquadrare nel vasto panorama di interessi scientifici che hanno caratterizzato l'attività di questo studioso nato a Pavia, ormai sardo d'adozione. (l.s.)
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 42 - Edizione CA)
Scienze dell'applauso
L'università punta sul teatro
Al Nanni Loy decolla il cartellone di Univ-Ersu
Rita Atzeri: «Gli attori sono molti, ora vorremmo formare un nuovo pubblico»
 
La cattedra sale in scena, e viceversa. Dopodomani decolla il cartellone di Univ Ersu Teatro, la rassegna messa in piedi in collaborazione con il Crogiuolo dall'ente cagliaritano per il diritto allo studio. L'idea è tentare di cogliere simultaneamente due obiettivi: avvicinare gli studenti al teatro, tanto come protagonisti quanto come spettatori, e trovare delle risorse per irrobustire la politica culturale dell'Ersu.
Le giornate saranno tre (dopo quello di giovedì ci saranno gli appuntamenti dell'11 aprile e del 23 maggio) ciascuna suddivisa in matinée, rappresentazione pomeridiana e serale, in modo da coinvolgere tutte le fasce d'età studentesca. Dopodomani alle 11, ad esempio, andrà in scena “All'ombra dell'ultimo sole”, lo spettacolo di Rita Atzeri ispirato al Decamerone di Boccaccio, alle 16 sarà il momento di “Clochard”, un allestimento di Silvano Vargiu, e alle 21 Elena Pau porterà sul palco “Maledetta crisi di mezza età”.
Gli studenti ovviamente non saranno solo fra il pubblico - e ci si augura che non lo costituiranno interamente - ma dovranno gestire la rassegna in tutti i suoi aspetti. Alla fine dell'esperimento ci si aspetta che dal teatro Nanni Loy escano dei tecnici e degli organizzatori capaci di gestire le pratiche Siae come la biglietteria.
Il protocollo firmato dall'Ersu con Il Crogiulo - spiega Rita Atzeri, che cura la rassegna - punta intanto a rilanciare l'attività del “Nanni Loy”, ma anche a irrobustire le attività culturali dell'ente, visto che «il 70 per cento degli incassi sarà destinato a sostenere le attività culturali destinate agli studenti».
Si potrebbe obiettare che cercate di superare la crisi economica che penalizza la cultura vendendo e proponendo cultura. Un colpo di genio o semplicemente un cortocircuito?
«Un atto di fede, direi. Mi viene in mente il film sulla vita di Wojtyla, quando il futuro Papa da attore teatrale sceglie di andare avanti nonostante l'occupazione nazista perché la parola è un tesoro che non si deve disperdere. Oggi non c'è il nazismo, è evidente, ma la parola rimane una risorsa identitaria da salvare e da tutelare. Io stessa se smettessi di fare l'attrice dovrei inventarmi daccapo. Quindi un atto di fede ma soprattutto un gesto dettato dalla speranza di fare qualcosa per la comunità».
A Cagliari ci sono spazi per un'ulteriore offerta teatrale?
«Per fortuna, e sottolineo per fortuna, la proposta è veramente ampia. Però lo spazio per idee alternative c'è sempre. Quello che viene offerto oggi è un prodotto ampio e variegato, si va da nomi importanti del panorama nazionale alle proposte delle compagnie emergenti, ma al di là delle proposte poi sono le persone che scelgono che cosa andare a vedere, e nel teatro continua a esserci spazio per la passione. La nostra proposta si inserisce in un filone ben preciso, che va dalla ricerca tematica sui percorsi d'autore alla drammaturgia contemporanea, e il fatto che compagnie isolane si confrontino con temi classici non è così frequente. Ecco, noi rispondiamo a un'istanza anche da questo punto di vista. L'obiettivo resta fare del “Nanni Loy” una realtà viva: è paradossale che un teatro sostanzialmente inserito in una cittadella universitaria, fra la casa dello studente e alcune facoltà, sia così spesso chiuso»
Al di là del rivitalizzare “Nanni Loy” il primo obiettivo è trovare nuovi talenti o nuove risorse?
«Formare un pubblico, direi. Ma soprattutto creare delle competenze tecnico-organizzative. In Sardegna abbiamo tanti spazi ristrutturati che poi restano chiusi: noi teatranti siamo tanti, mentre abbiamo poche figure manageriali - ma sì, usiamo questa parolaccia - in grado di programmare uno spazio».
Volendo mettere in scena l'università di oggi bisognerebbe puntare su una farsa o su una tragedia?
«Parliamo di commedia, mi sembra giusto lasciare uno spiraglio al sorriso. E al lieto fine».
Celestino Tabasso
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 28 - Edizione NU)
Università, sì al campus
Cittadella alle porte della città: in arrivo 40 milioni
SASSARI. Sorgerà nelle ex semolerie Azzena e ospiterà trecento studenti
 
Il campus universitario di Sassari s'ha da fare. Nell'area delle ex semolerie Azzena. Ieri mattina l'Ersu ha illustrato il progetto di acquisizione, restauro e recupero dell'area di 11.000 metri quadri situata vicino al sottopassaggio di Santa Maria. E come d'incanto si sono diradate le critiche avanzate nei giorni scorsi da studenti (alcuni, non tutti), Comune e persino Università. Gianni Poggiu, presidente dell'ente regionale che eroga i servizi universitari, ha chiarito: «I 20 milioni stanziati dalla Regione e gli altri 20 milioni concessi dal Cipe mediante fondi Fas sono vincolati alla realizzazione del campus. Bisognava presentare un atto giuridico entro il 31 dicembre 2012 (il contratto preliminare dell'acquisto dell'area) pena la perdita delle risorse». Con buona pace di chi punta tutto sulla residenzialità diffusa nel centro storico o vagheggia la trasformazione dell'ex hotel Turritania.
LA CITTADELLA Il progetto Campus va nella direzione di Sassari città universitaria, che accoglie anche gli studenti stranieri. Nella struttura sono previsti mensa, spazio all'aperto per proiezioni e spettacoli, sala teatro-cinema, campo sportivo, una piscina a sei corsie ricavata dal vascone esistente, un pub, l'area verde e 76 parcheggi interrati. I posti letto sono 300, ma come ha spiegato l'architetto Gian Giuliano Mossa: «205 nella struttura di tipo alberghiero, gli altri 96 con moduli residenziali utilizzabili anche per master estivi o altre esigenze». Si coinvolgeranno operatori privati per alcuni servizi, in modo da alleggerire i costi di gestione, pesanti in estate quando gli studenti rientrano a casa. Il tutto realizzato con certificato "ecolabel", con impianti per la produzione di energia rinnovabile.
FUNZIONALE Locazione scomoda? Macché, nel raggio di 2 chilometri ci sono molte facoltà e soprattutto a due passi sorgerà il centro intermodale (se la Regione si dà una mossa) che fa da stazione per il treno e i pullman. Il vice sindaco Gavino Zirattu ha dovuto ammettere la qualità del progetto. Il rettore Attilio Mastino ha chiesto un incontro tra Ersu e Senato accademico, «Ma non ci metteremo di traverso». Il direttore generale Ersu, Maria Assunta Serra, ha ricordato che «l'area del campus è stata scelta in base alle prescrizioni del Puc e del Piano Regolatore vigente».
Tutto a posto dunque? Non proprio: il progetto è vincolato alla viabilità pedonale e ciclabile. I progettisti, d'intesa con le Ferrovie Statali, propongono lo scavo di un terzo sottopassaggio alla destra dei due esistenti. La Regione deve ancora approvare il Puc di Sassari ma il Comune potrebbe risolvere i problemi urbanistici con un piano integrato.
Giampiero Marras
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cagliari Tempo Libero (Pagina 21 - Edizione CA)
La Casa dello studente va a pezzi
Ascensore guasto, lavatrici rotte, muri rovinati in via Businco
MULINU BECCIU. La protesta degli universitari: più passa il tempo e più i problemi aumentano
 
Il preventivo è stato già fatto: basterebbero trecento euro per rimettere in funzione l'ascensore della casa dello studente di via Businco, a Mulinu Becciu. Eppure da due mesi, nonostante le continue segnalazioni degli inquilini, il guasto non è stato ancora riparato. «I tecnici sono arrivati a fine gennaio per constatare il danno - dice Fabio Barabino, studente di ingegneria elettronica che alloggia nella struttura - e da quel giorno non sono più tornati. Ogni settimana segnaliamo il problema agli uffici dell'Ersu, senza successo».
LA STRUTTURA L'edificio di cinque piani ospita quasi duecento studenti, costretti per ora a utilizzare i due ascensori rimanenti «raggiungibili però soltanto dal primo piano» - specifica Barabino. E le carenze non finiscono qui: «Su diciotto lavatrici solo sette sono funzionanti e con il passare del tempo questo numero diminuisce, perché quelle rimaste devono sopportare un carico di lavoro extra». Non è tutto: il palazzo di via Businco è composto da 103 stanze, dieci singole e novantatré doppie, un quarto delle quali con i bagni non funzionanti. «Fare la doccia è diventato un incubo - conferma Barabino - molti rubinetti sono da sostituire e le alternative per chi vuole lavarsi sono due: usare l'acqua bollente o quella gelata».
LE CREPE Disagi quotidiani per gli studenti di Mulinu Becciu ai quali si aggiungono crepe nei muri, macchie di umidità e pavimentazioni sconnesse da continue perdite. Gli uffici dell'Ersu rassicurano: il Servizio alloggi è al corrente del guasto degli ascensori e promette una rapida soluzione dei problemi: «L'intervento richiesto è stato di carattere straordinario - sottolinea una nota dell'Ente universitario - quindi non compreso nel contratto di manutenzione regolare. È stata completata la procedura amministrativa per autorizzare le riparazioni e nei prossimi giorni l'ascensore dovrebbe riprendere servizio».
LE PROTESTE «Più passa il tempo e più i problemi aumentano - contestano invece gli studenti - la nostra paura è che la situazione arrivi a un punto di non ritorno e si prendano misure estreme come già successo in altre case». Quella di via Businco è una delle cinque strutture messe a disposizione dell'Ersu e capaci di ospitare un migliaio di studenti fuori sede (su un totale di quindicimila presenti in città). Ma di queste attualmente solo quattro sono aperte agli studenti. La sede principale è quella in via Trentino (286 posti letto) a due passi dal Magistero, alla quale si aggiungono quelle di via Montesanto (180 posti letto) a Is Mirrionis, via Biasi (136 posti letto ) e via Roma (134). Quest'ultima chiusa fino al prossimo anno accademico per ristrutturazione.
Non è la prima volta che gli universitari si lamentano degli alloggi a loro assegnati. La casa dello studente di via Montesanto per sei mesi è stata infatti dichiarata inagibile per urgenti lavori di ripristino degli impianti tecnologici e gli ospiti sono stati costretti da un giorno all'altro ad abbandonare le stanze nel luglio dello scorso anno per farci ritorno soltanto a metà gennaio. Un timore che serpeggia anche tra i corridoi di via Businco se i tanti problemi denunciati non verranno risolti.
Luca Mascia
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
Castello alla guerra della movida
I consiglieri comunali favorevoli. I residenti: «Un posto di polizia»
IL DIBATTITO. Si può sacrificare il centro storico in nome del divertimento? O si devono spegnere le luci?
 
È stato un «incidente di percorso» oppure un antipasto di quello che il centro storico dovrà affrontare la prossima estate? Dopo il concerto organizzato venerdì nella facoltà di Architettura e l'intervento della Polizia municipale - arrivato su richiesta di diversi abitanti - la movida e i suoi effetti collaterali tornano al centro delle polemiche. Castello e Marina possono essere quartieri residenziali o devono essere sacrificati sull'altare del divertimento notturno?
CONVIVENZA I consiglieri comunali non hanno dubbi: nei quartieri più antichi si può convivere con musica e locali, «ma nessuno si può sentire autorizzato a fare ciò che vuole», spiega Sergio Mascia, capogruppo di Sel che ha depositato un'interrogazione al sindaco per chiarire la vicenda del concerto organizzato dal gruppo universitario Unica 2.0, concluso in anticipo dopo l'intervento dei vigili urbani. Gli agenti starebbero raccogliendo le testimonianze degli abitanti e alcuni video amatoriali, per ricostruire l'accaduto. I due uomini in divisa intervenuti venerdì notte sono stati aggrediti verbalmente - questo il loro racconto - dai ragazzi. Nelle prossime ore verranno verificate anche le licenze della manifestazione, per chiarire si ci possano essere eventuali responsabilità amministrative o penali. Le polemiche arrivano proprio dopo l'inaugurazione del presidio fisso dei vigili alla Marina. Un esperimento che «sarebbe bello poter estendere a tutto il centro storico, perché fa parte di un rapporto utile e moderno con le forze dell'ordine», dice Mascia, che conclude: «Ma se venerdì il concerto è stato bloccato a mezzanotte e gli abitanti si sono lamentati degli schiamazzi fino alle quattro del mattino, qualcosa in quell'intervento non ha funzionato».
POSTO DI POLIZIA Per Guido Portoghese (Pd), si devono bilanciare le esigenze dei gestori dei locali e dei residenti: «Il centro storico è bello se è vivo. Il servizio dei vigili deve allargarsi anche a Castello, dove ci sono gli stessi problemi della Marina». Secondo Pierluigi Mannino (Patto per Cagliari), «serve un maggior controllo, specialmente quando vengono organizzati eventi a cui partecipano in migliaia. La Giunta dovrebbe essere coerente e estendere il progetto del posto di polizia a Castello. Ma non mi stupirei se il presidio sparisse anche dalla Marina: la maggioranza ci ha abituato alla marcia indietro».
GESTORI Danilo Argiolas, padre del Libarium, crede si sia trattato solo di un piccolo incidente di percorso, forse sopravvalutato: «Il concerto di venerdì non ha creato grossi problemi, purtroppo quando c'è un pubblico di duemila persone qualche inconveniente può succedere. Con me gli organizzatori sono stati corretti: mi hanno chiesto delle sedie in prestito, le ho ritrovate ordinate e impilate di fronte al locale la mattina successiva».
Michele Ruffi

LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Ed_Cagliari
AIUTI PER L’AFFITTO
Universitari fuori sede: stop ai contributi dalla Regione
 
Mille universitari sardi che studiano fuori dall’isola, attendono dallo scorso anno i contributi regionali per pagare l’affitto. Si considerano emigrati e per difendere i loro diritti si sono rivolti alla Fasi, la Federazione delle associazioni dei sardi in Italia. Dalla Regione, lamentano gli studenti, nessuna spiegazione per i ritardi dei pagamenti nè scuse. Molti di loro, sicuramente meritevoli ma provenienti da famiglie povere, rischiano di dover interrompere gli studi. Ma di tornare in una Sardegna che non li aiuta non hanno la minima intenzione: meglio emigrati.
 
Pagina 2 - Ed_Cagliari
Niente soldi per gli studenti fuori sede
La protesta degli universitari: la Regione non ha erogato i contributi per pagare l’affitto
di Nadia Cossu
 
SASSARI L’attacco nei confronti della Regione è piuttosto duro. In una lettera spedita all’assessore Sergio Milia scrivono: «Siamo quei giovani e quegli studenti che voi, sistematicamente, ignorate e che sempre di più prendono la dolorosa decisione di andare lontano e di non tornare più, diffidando di una politica gretta e classista». Sono i fuori sede sardi – circa un migliaio in tutto – Tra agosto e ottobre del 2012 avrebbero dovuto ricevere i contributi per pagare i canoni di locazione nelle case dove vivono, fuori dall’isola. Ma siamo a marzo del 2013 e non hanno ricevuto un solo euro. E così si sono rivolti alla Fasi, la Federazione delle associazioni sarde in Italia che tutela i diritti degli emigrati. Sono giovani coraggiosi che hanno deciso abbastanza presto di allontanarsi dalla propria terra e soprattutto dalla famiglia per provare a costruire un futuro. Studenti “meritevoli”, come vengono definiti nei bandi della Regione. Ossia possiedono tre requisiti fondamentali: passano gli esami, con buoni voti, regolarmente. In questo modo potrebbero (ed ecco il condizionale obbligatorio) usufruire di un sostegno economico da parte della Regione. In particolare si parla dei beneficiari dei “Contributi per fitto-casa da assegnare a studenti sardi che frequentano corsi universitari in atenei ubicati fuori dalla Sardegna nell’anno accademico 2011/2012”. «Ormai – dicono – siamo alla fine di marzo e, oltre a non aver visto un euro, non abbiamo letto una sola parola da parte dell’assessore o di qualunque figura responsabile in merito che, pubblicamente, chiarisse le motivazioni di questo vergognoso e incredibile ritardo». Hanno ragione a sentirsi delusi, anche perché «ognuno di noi – spiegano – aveva fatto legittimo affidamento sulla ragionevole tempistica di erogazione dei nostri contributi, che ci avrebbero permesso di pagare gli affitti, le tasse universitarie e, magari, qualche bolletta». Molti di questi ragazzi arrivano da famiglie in difficoltà economica ed è per questo che quei contributi fitto-casa costituiscono un’ancora di salvezza. «Tutti noi – aggiungono – abbiamo fatto la scelta obbligata di andare via dalla nostra terra per accedere a percorsi accademici migliori e d’eccellenza, che ci offrissero maggiori possibilità lavorative, studiamo con fatica e impegno, ottenendo risultati e riconoscimenti importanti da parte degli atenei italiani ed europei». Della questione hanno voluto informare Massimo Cossu, segretario nazionale della Fasi: «Lui ci ha aiutato temporaneamente supportando il nostro disagio grazie alle strutture dei circoli sardi presenti nelle città sedi universitarie». «La Regione – interviene Cossu – ha diffuso il bando per l’anno accademico 2011/2012 che riguarda circa un migliaio di studenti fuori sede per un importo pro capite che varia dai mille ai 2500 euro. A oggi, dopo aver pubblicato un altro bando per il 2012/2013, la Regione non ha liquidato gli assegni adducendo come motivazione i vincoli del patto di stabilità». E si è creata una situazione drammatica: «Molti studenti hanno anticipato tasse e canone di locazione e oggi si trovano costretti a rivolgersi alle nostre strutture oppure a dover abbandonare gli studi e senza prospettive da parte della Regione». L’obiezione successiva è lecita: «I soldi sono stati stanziati nel 2011, come riportato nel bando, e fino a questo momento non sono stati erogati. Eppure a dicembre del 2012 è uscito un nuovo bando per contributi dello stesso tipo. Insomma: dicono che hanno i fondi bloccati fino a nuovo ordine della ragioneria ma poi indicono altri bandi». Oltretutto, come hanno detto gli stessi universitari, «la Regione ha persino evitato di rispondere all’interpellanza n° 387/A presentata il 21 gennaio del 2013 (da Gian Valerio Sanna e Giampaolo Diana) e di rispettare le previsioni della legge regionale 10 del 7 maggio 2012 con le “Modifiche alla legge regionale n°6 del 15 marzo 2012” (Finanziaria) che riporta una serie di priorità proprio in riferimento ai fondi per l’istruzione e la ricerca». Chiedono chiarimenti e vorrebbero, molto più concretamente, che il loro diritto allo studio venisse garantito. «Per non dover vivere lo stesso destino dei nostri padri cassintegrati».
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 9 - Ed_Cagliari
Arbitrato su Tuvixeddu, atti acquisiti dalla Procura
Memoria dell’ufficio legale della Regione ed esposto sulla consulenza Deloitte L’advisor calcolò un indennizzo di 77 milioni all’impresa per lo stop al cemento
di Mauro Lissia
 
CAGLIARI Decolla improvvisamente l’inchiesta giudiziaria sulla consulenza tecnica dell’advisor Deloitte spa disposta dal collegio arbitrale di Roma per stabilire quali siano state le cause del ritardo nella realizzazione del progetto immobiliare di Nuova Iniziative Coimpresa attorno all’area archeologica di Tuvixeddu e sull’ipotesi di risarcimento all’impresa: la polizia di Stato ha chiesto alla responsabile dell’ufficio legale della Regione Tiziana Ledda di consegnare tutti gli atti e qualsiasi altro materiale che riguardi la controversia in corso tra l’amministrazione regionale e la società del costruttore Gualtiero Cualbu. La raccolta dei documenti è in corso e nei prossimi giorni verranno consegnati formalmente alla Procura. L’indagine è partita circa sei mesi fa da un esposto anonimo, al momento il fascicolo è iscritto senza ipotesi di reato. Il primo passo sarà risalire all’autore o agli autori dell’esposto, ma il pm Caria dovrà stabilire se la lunga serie di accuse che vengono rivolte all’advisor siano fondate o no. Il piano immobiliare di Tuvixeddu è stato bloccato definitivamente ad aprile del 2011, quando il Consiglio di Stato ha confermato la legittimità e l’efficacia del vincolo paesaggistico imposto sull’area storica dall’amministrazione Soru. Ma se il braccio di ferro Regione-Coimpresa può essere considerato chiuso sul piano amministrativo, la vertenza è ancora aperta sul fronte finanziario perché l’impresa ha chiesto al collegio arbitrale costituito a Roma un lodo che garantisca un risarcimento per la mancata realizzazione del piano immobiliare previsto dagli accordi di programma del 2000: palazzine, unità immobiliari e altri edifici attorno all’area archeologica punico-romana. Anzichè valutare direttamente, gli arbitri - Franco Bilé, Nicolo Lipari e Giovanni Olla - hanno chiesto una consulenza alla Deloitte spa, che ha calcolato in 77 milioni l’ipotesi di danno arrecato all’impresa, malgrado i giudici amministrativi abbiano dato pienamente ragione all’amministrazione regionale. Da quella relazione è nata una nuova fase della furiosa battaglia legale, che ha portato gli avvocati della Regione ad attaccare frontalmente le conclusioni della relazione Deloitte. Finché, proprio nei giorni in cui era atteso il lodo arbitrale definitivo, la Procura di Cagliari ha ricevuto l’esposto e ha aperto un fascicolo d’inchiesta. La prima conseguenza è stata il rinvio a giugno 2013 della decisione, poi gli arbitri hanno chiesto alla Deloitte nuovi approfondimenti orientati sulle osservazioni delle parti in causa. Perché al di là dei giudizi contenuti nell’esposto, sono stati i legali della Regione - Sandra Trincas, Mattia Pani, Roberto Murroni e Giovanni Parisi - a chiedere formalmente nella memoria conclusiva l’inammissibilità della relazione Deloitte perché «è fuorviante, disseminata di errori, entra impropriamente nel merito delle questioni giuridiche e risponde a quesiti che nessuno aveva posto». L'atto degli avvocati regionali è durissimo: respinta ogni responsabilità della Regione, i quattro legali ricordano come sia stata l'ormai celebre decisione del Consiglio di Stato dell'aprile 2011 a confermare la validità del piano paesaggistico regionale e i vincoli imposti dall'amministrazione in base a quello strumento. I legali fanno riferimento alla sequenza di autorizzazioni negate nell'arco della controversia da parte delle sovrintendenze e soprattutto ai nuovi ritrovamenti archeologici che hanno modificato radicalmente la situazione di Tuvixeddu dopo l'accordo di programma del 2000 che dava il via libera a Coimpresa. Ma al di là delle realtà acquisite l'ufficio legale della Regione attacca il consulente Deloitte Advisory attribuendogli una sequenza di «svarioni» che riguardano fra le altre cose il calcolo dell'eventuale danno economico arrecato al costruttore, sottolineando come in mancanza di un atto illegittimo non può esserci alcun risarcimento: «È dimostrata senza timore di smentita - scrivono i legali - l'esondazione operata dal consulente tecnico d'ufficio rispetto ai quesiti arbitrali e detta esondazione nell'estrinsecarsi in un'inammissibile e non richiesta valutazione soggettiva di carattere non tecnico, inficia l'intera relazione peritale». In un altro passaggio i legali valutano la relazione come «contaminata da considerazioni che ne inficiano la terzietà, obiettività e indipendenza» aprendo la strada a sospetti e ad ombre. La memoria mette in fila i passaggi contestati e contestabili della relazione - costata finora oltre 240mila euro, suddivisi tra ente pubblico e costruttore - puntando sul nesso di causalità fra gli atti compiuti dalla Regione, i vincoli per interesse pubblico imposti sull'area dei colli e il blocco dei lavori di edificazione.

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